Racconto di fantasia In vacanza senza il marito

LupoRM77

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Le cose si stavano complicando all’improvviso. Eppure all’inizio era tutto così semplice. Mio marito sarebbe rimasto a casa a B., mentre io avrei portato i bambini a casa dei miei al mare. Mio marito al massimo ci avrebbe raggiunto nei fine settimana, e io avrei avuto finalmente un mese intero tutto per me, per potermi rilassare.. Poi la complicazione: mio marito decide che andiamo una settimana in montagna tutti quanti. Solo dopo metà mese sarei potuta andarmene dai miei. Ammetto che nella mia idea di rilassamento avevo incluso anche qualcosa che a mio marito non avevo detto. Erano ormai un paio di mesi che, complice Facebook, avevo ricominciato a sentirmi con Alessandro. Avevamo smesso di sentirci quando mi ero sposata, un po’ per la gelosia di F, un po’ perché eravamo a 400 km, e un po’ perché avevo deciso di chiudere con quella parte della mia vita. Non nego che nei 10 anni in cui sono stata sposata, mi era capitato di ripensarlo, o meglio di ripensare a quelle cose del nostro rapporto che mi mancavano con F: quel suo essere macho e dominante, che alla fine mi hanno portato a lasciarlo, ma che col passare del tempo ho rivalutato. Anche troppo. Insomma, prima un like a una foto, poi un altro like, poi ci siamo risentiti al cellulare (sempre cancellando tutte le chiamate e tutti i messaggi, che non si sa mai…). E poi alla fine la proposta di rivederci in uno dei giorni che avrei passato a O. durante l’estate. Ai bambini ci avrebbe pensato mio padre e io finalmente avrei potuto di dedicare un po’ di tempo a me stessa. In fondo sarebbe stato come tornare ad avere 20 anni. Come dicevo, i piani però a un certo punto si complicarono. O almeno così mi sembrava. Invece alla fine si trattò solo di rimandare. Mi aspettavo che rimandare di un paio di settimane potesse guastare tutto. Invece, al contrario, il fatto di dover attendere di più per vedermi rese ancora più determinato Alessandro nelle sue (cattive?) intenzioni. I suoi messaggi, che mi mandava per lo più la sera dopo che tutti, bambini e marito, erano a dormire, si facevano sempre più audaci. Allo stesso tempo, anche io stavo abbassando tutte le barriere che mi ero costruita, forse senza nemmeno crederci troppo. Così giorno dopo giorno (anzi, notte dopo notte) diventavo più docile ai suoi complimenti e alle sue lusinghe (dio quanto mi mancavano). Cedevo in un attimo quando mi chiedeva di mandargli qualche mia foto, magari sempre più provocante. Mi ero addirittura comprata un telefono nuovo per fare delle foto migliori. Mi eccitavo e lui altrettanto, e più di una sera, nell’attesa della mia vacanza mi infilai le dita nella mia fessura più calda, sognando lui.
Col passare degli anni, i rapporti con F, mio marito si erano decisamente raffreddati. La nostra complicità sul piano sessuale era diventata sempre più scadente. E se prima questo era un problema minore, adesso iniziava a pesarmi davvero tanto, anche sommato a tutte quelle cose che non vanno sul piano del ménage famigliare. Avrei dovuto trovare il modo di andarmene, ma con i figli e vivendo in una città che non è la propria, tutto diventa assurdamente più complicato e difficile da affrontare. L’idea di passare tutto quel tempo al mare da sola era il mio ossigeno, quello che mi consentiva, almeno per il momento di andare avanti. Gli scambi di messaggi che avevo con Alessandro stavano diventando sempre più focosi e provocanti. Avevo passato la settimana in montagna con mio marito e i bambini e ormai mancavano pochi giorni: sarei andata al mare, avrei lasciato i bambini con mio padre e mi sarei incontrata, dopo più di dieci anni con Alessandro. La possibilità che fosse solo un innocente incontro fra “vecchi amici” si dissolse completamente quando dopo esserci scambiati un paio di foto, finimmo a fare sesso virtuale al telefono. Mi masturbai furiosamente e feci molta difficoltà a trattenere i gemiti che avrebbero potuto svegliare qualcuno a quell’ora di notte. Vidi il suo cazzo sborrare e desiderai ardentemente di sentire il calore del suo liquido sulla mia pelle.


se vi piace continuo con la seconda parte...
 

Rete04

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Ci ho ritrovato qualcosa di familiare con una storia vissuta da una mia amica che in parte ha coinvolto anche me e guarda caso anche lui iniziava con F.
 
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LupoRM77

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Ecco qui la seconda parte:


Avevamo deciso di vederci per pranzo: saremmo andati a mangiare qualcosa sul mare e poi chissà cosa sarebbe successo. In ogni caso io avevo tenuto il pomeriggio libero: i miei bambini erano con mio padre e sapevo di potermi fidare. Anche lui era diventato padre da poco e posso immaginare che anche questo abbia avuto un qualche impatto sulla sua vita di coppia e in particolare sul versante sessuale. Anche lui, con qualche scusa si era riuscito a liberare per tutta la giornata, almeno così mi aveva detto, inventandosi degli impegni di lavoro.
Ero riuscita finalmente a liberarmi di quei kg di troppo che il lockdown mi aveva fatto mettere su. Volevo mettermi per l’occasione un vestito carino anche se non troppo appariscente. Per fortuna la mia dieta non mi aveva fatto dimagrire il seno. Se ai tempi in cui stavo con Alessandro portavo poco più di una seconda misura, ora, dopo le gravidanze, la natura mi aveva fatto crescere le tette. Questo finalmente mi consentiva di mettere vestiti con qualche scollatura che portavo orgogliosamente anche a ormai 42 anni compiuti. Quella volta, per andare a pranzo con lui però non avevo scelto una maglia scollata, ma un top senza spalline, nero, che poi scendeva giù con una gonna fino sotto il ginocchio. Nonostante questa scelta, tutto sommato sobria e discreta, per tutto il pranzo mi sentivo guardata come un predatore fa con la sua preda. Avevo solo voglia che quel pranzo, spaghetti alle vongole e vino bianco ghiacciato, finisse il prima possibile. E in effetti non avevo nemmeno fatto due passi, usciti dal ristorante che mi sono sentita prendere per i fianchi, e portata vicinissima al suo viso, chiedermi se avessi ancora un po’ di tempo per lui. Non ho avuto nemmeno il tempo per trovare una risposta che la sua bocca mi stava baciando. Lì, per strada, dove chiunque mi avrebbe potuta vedere (non potevo nemmeno escludere di incontrare mio padre a fare due passi con i miei figli), Alessandro stava cercando di mettere la sua lingua nella mia bocca mentre le sue mani accarezzavano la mia schiena.
“Alessandro, smettila non mi pare il caso qui”... “Hai ragione… seguimi”... mi avviavo così con lui sul lungomare chiedendomi dove stessimo andando. Tutto quanto mi diventava più chiaro quando imboccammo l’ingresso di un piccolo albergo per turisti proprio sul lungomare. Lo vidi chiedere una stanza e questo mi faceva capire che aveva già programmato tutto: aveva fatto il checkin prima di pranzo e sapeva che poi mi avrebbe portato lì. Io lo seguivo, senza dire niente, senza nemmeno pensare a niente. Non è passato neanche un minuto che eravamo entrati nella stanza che, appena chiusa la porta mi spinge contro di essa e ricomincia a baciarmi. Questa volta con ancora più passione. Nel frattempo, mentre ci succhiamo la lingua l’un l’altra, la sua mano mi abbassa il vestito e libera il mio seno. Lo stringe forte e sa bene quanto mi piace. Io sono sempre più eccitata e sento di bagnarmi tantissimo fra le gambe. Ormai sono a un punto di non ritorno. Potrei anche andarmene, ma non voglio farlo. La sua bocca intanto si è staccata dalla mia e sta torturando il mio capezzolo. Io non riesco a trattenere i gemiti: spero solo che nessuno stia passando dietro la porta a cui sono incollata… Mentre il volto di Ale è fra le mie tette le sue mani stanno alzando la mia gonna, risalgono le mie cosce, arrivano fino alle mie mutandine, che ormai sono completamente umide dei miei umori.
A un certo punto si stacca… lo vedo a un passo dal mio viso e mi guarda solo un momento negli occhi, non dice nulla. Poi le sue mani spingono le mi spalle… mi fa abbassare. Sono sempre vicina alla porta, non sono riuscita nemmeno a fare due passi nella stanza. Mi fa inginocchiare di fronte a lui, si slaccia i pantaloni e finalmente lo vedo, non più in una foto, ma a un millimetro dalla mia faccia. Ne sento l’odore, lo vedo pulsare. So cosa vuole che io faccia, ma aspetto, non faccio niente e lo guardo. Allora è lui che fa quello che gli piace più fare: prendere le decisioni. Me lo passa sul viso, sulle labbra e mi dice “apri la bocca”. Lo faccio, e lo accolgo duro nella mia bocca… Mi dedico a lui e lo succhio con avidità. Lo ricordavo che è più lungo di quello di mio marito e ora a sentirlo in bocca sembra ancora più grosso e duro. Non che il cazzo di mio marito fosse piccolo, ma ultimamente ha avuto più di un problema. A volte sul più bello perdeva l’erezione, oppure semplicemente non riusciva a darmi piacere. Insomma, avevo bisogno di capire che il problema alla fine non ero io. E Ale me ne sta dando la conferma… nella mia bocca. Intanto lui si era tolto la maglietta e mi aveva ricordato un altro dei motivi per cui lo ricordavo con piacere: aveva un fisico curato. A volte pensavo che tenesse anche troppo al proprio aspetto fisico. Ma ora, vedere tutti quei muscoli, di cui non ricordavo più la presenza, i pettorali, gli addominali, contribuiva solo a farmi eccitare di più. Mentre lo ammiravo leccando dalla base verso la punta il suo cazzo lui mi tira via il vestito dalla testa, lasciandomi praticamente in mutandine, ormai diventate del tutto bagnate. Da quel momento sentivo di essere completamente sua, senza alcuno scampo. Mi chiede di mettermi sul letto e io mi distendo sulla schiena con le braccia dietro il capo. Solo a quel punto anche lui si toglie completamente i pantaloni e i boxer e a quel punto si appresta a togliermi l’unica barriera che si stava frapponendo fra noi due, i miei slip. Era tanto tempo che non andavo dall’estetista facendole quel tipo di richiesta, ma solo la settimana prima avevo chiesto di essere depilata totalmente. Mio marito non ci aveva nemmeno fatto caso o, probabilmente, non mi aveva nemmeno vista così. E comunque non avrebbe immaginato il motivo. Alessandro invece ha apprezzato il mio riguardo nei suo confronti, anche se, quando eravamo insieme, non disdegnava comunque la mia peluria intima… Ma questa volta ha apprezzato il mio essere liscia, e la sua lingua sul mio clitoride me lo stava dimostrando ampiamente. Io impazzivo a sentirmi leccare e mangiare la fica in quel modo ma avevo voglia di sentirlo dentro, di godere sentendomi spingere forte il cazzo nella mia fica. Per questo motivo a un certo punto ho deciso di fermarlo e senza nemmeno dirgli una parola, ma solo guardandolo fisso con gli occhi, mi sono messa sul letto carponi, a quattro zampe, offrendogli la vista del mio culo. Chissà se se lo ricordava così, dopo tutto quel tempo passato.
La sensazione più bella per me è sentire l’asta dura che si strofina sulle mie chiappe. E’ una cosa che mi fa partire l’ormone e forse basterebbe anche quello per farmi godere. Ma se so che è solo l’antipasto, allora la voglia sale ancora di più. E quello che volevo, in quel momento, era di essere presa da dietro, di sentire il suo cazzo duro che senza esitazioni mi penetrava la fica. Non è stato necessario attendere molto per sentire la sua cappella puntarmi le labbra della fica e entrare lentamente dentro di me, piano fino in fondo. E nel frattempo sentire le sue mani scorrermi sulla schiena fino ad arrivare a prendermi le tette e stringermele. Stavo scopando con un altro uomo. L’avevo preso dentro di me. Fra l’altro senza nemmeno usare precauzioni, come se fossi totalmente sua in quel momento, come se avessi di nuovo vent’anni, come se non esistesse altro che noi due in quella stanza e fuori null’altro. Dopo averlo affondato tutto quanto dentro di me, pelle a pelle, inizia a spingere. Prima piano, lentamente, poi sempre più forte con la dichiarata intenzione di scoparmi in maniera bestiale. Afferra i miei capelli, li tira. E poi le sue mani di nuovo sui miei fianchi. Sento il rumore dei suoi fianchi sbattere sui miei. Sento di essere piena di lui. Io non sono mai stata capace di parlare mentre scopo, lui si, invece e inizia a dirmi che sono una porca maiala e che non vedeva l’ora di sbattermi dentro il suo cazzo Io riesco solo a gemere e a sentirmi sempre più in suo possesso. La cosa che forse rimpiangevo di più del suo modo di scopare era la capacità di durare a lungo. Io invece, come al solito, anche questa volta non riesco a reprimere l’orgasmo e mi sento tremare tutta. Lo imploro di darmi tregua, ho bisogno di riprendermi, mi sento tutta ipersensibile e voglio godermi l’attimo… Lui resta fermo dentro di me steso sul mio corpo leccandomi il collo. Poi lo tira fuori dalla mia fica e lo sento ancora duro, di nuovo fra le mie natiche. Nonostante abbia ancora ancora i brividi del precedente orgasmo sentirlo caldo e duro mi fa tornare presto la voglia. Ma a quel punto lui mi gela con una domanda. Mi chiede di dargli il mio culo.
 
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LupoRM77

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Nemmeno io so spiegare perché sono arrivata a questa età con il mio culo ancora vergine. Da giovane avevo una certa riluttanza. Quando poi ho voluto farlo, è stato il mio lui a non essere in grado di capire e soddisfare la mia voglia. Alessandro in quel momento mi ha colto sul nervo scoperto. Non sono capace di dirgli di no. So che è sbagliato ma non ne ho la forza. E lui capisce che il mio silenzio equivale a un sì. Si alza da me per prendere una cosa nel suo zainetto. Capisco in quel momento che è un tubetto di qualche crema lubrificante. Torna di nuovo su di me perché sa che mi piace sentire il suo corpo sul mio. Mi lecca il collo e al tempo stesso sento che inizia a spalmare il lubrificante intorno al mio ano. Mi dice che sono una brava mammina che ha bisogno di qualche giorno di vacanza e mentre me lo dice inizia a infilare il suo indice nel mio culo. Ora è bello unto e scivola e io mi sento strana, ma sento che lui sa bene cosa deve fare e questo al tempo stesso mi eccita e mi tranquillizza. “Non le fai queste cosine con il maritino vero?” e nel frattempo le dita diventano due. Supero in un attimo il lieve fastidio e sento che le sue dita lavorano per allargarmi. Dopo poco si solleva, prende i cuscini e me li mette sotto la pancia. In quel momento di nuovo gioca per un attimo con i miei capezzoli e questo libera ogni mia remora. Ho voglia solo di essere inculata ora. So che manca poco perché sento che sta spalmando il suo cazzo di lubrificante. E infatti poco dopo me lo punta lì dove poco prima erano le sue dita e mi chiede di allargarmi le chiappe con le mie mani. Chiede la mia complicità nel commettere il suo delitto e io sono pronta a concedergliela, così come gli sto concedendo il più osceno dei miei buchi. Gli ci vuole poco a prendere possesso del mio culo. Mi fa male, ma non ho voglia di fermarlo. Continua a spingermelo dentro e sento una sensazione stranissima ma che mi dà alla testa in un attimo, tanto che gli chiedo di continuare, nonostante ogni tanto mi escano dei gridolini di dolore. “Ormai sono dentro, il tuo culo è mio”, sono le sue parole a sancire la conquista. A quel punto inizia ad affondarmelo ripetutamente e a ogni affondo il dolore diminuisce lasciando spazio al piacere che per me è soprattutto mentale. Sento che mi sta inculando e mi piace. Mi porto le dita sulla fica e inizio a stuzzicarmi il clitoride. Per un istante penso a quante volte F ha provato a spingermelo nel culo e o mi ha fatto male e quindi l’ho fermato, oppure per qualche motivo ha perso l’erezione. Invece in questo momento Alessandro mi sta inculando con forza e mi sta piacendo. Gli chiedo di non smettere e credo che sinceramente non ne abbia la minima intenzione. Non so quanto tempo sia passato fino a che non l’ho sentito urlare e mi sono sentita un calore strano. Era la sua sborra che mi riempiva le viscere del culo. Viene crolla su di me esausto per l’intensa fatica che ha fatto. Voleva farmi sentire che era il mio predatore e io volevo essere la sua preda, più di ogni altra cosa.
Mi sentivo sporca, ma solo fisicamente. E stranamente io penso che sia una sensazione piacevole, al contrario mio marito ha sempre avuto fretta di andarsi a pulire quando veniva. Mi piace sentire il suo liquido che esce un po’ da me. Mi piace sporcarlo con esso. Mi piace sentirmi coccolare e desiderare anche dopo che abbiamo raggiunto il culmine del piacere (in realtà in questo caso lui è venuto, ma io non ancora, anche se devo dire che mi è piaciuto molto). Quindi ora sono io di nuovo a cercarlo. Prima, per qualche ragione strana, dò un’occhiata al mio telefono e noto che ci sono dei messaggi su whatsapp di F. Non li apro nemmeno, tanto so che sicuramente non è qualcosa di importante. Di sicuro è più importante vivere il momento che sto vivendo, che è solo mio. Quindi in un attimo metto via il telefono e torno dal mio amante. Lo bacio, lo cerco. Lui risponde alle mie attenzioni e ai miei baci. Mi piace sentire come tocca il mio corpo e io faccio altrettanto con il suo. Mi piace come sa prendere il controllo, ma stavolta ho voglia di fare qualcosa anche io per metterlo “al suo posto”. Lui torna a baciarmi di nuovo le tette e io per reazione prendo il mano il suo cazzo. Sono sorpresa di sentirlo già duro, segno che evidentemente anche lui aveva un po’ di voglie arretrate da smaltire. E’ un piacere particolare quello di accarezzarlo lentamente e di muovere la mia mano su e giù, accarezzandone la durezza, la struttura delle vene, il gonfiore della sua cappella. Le sue dita frugano nella mia fica che è di nuovo bagnata e accogliente. Stiamo lì a limonarci per un bel po’ poi a un certo punto prendo io la decisione: lo faccio stendere e mi metto sopra di lui. Ho voglia di provocarlo un po’... allora scendo col mio viso fino al suo cazzo e lo lecco, ma stavolta non lo prendo in bocca. Poi mi muovo facendolo strusciare fra i miei seni. Poi di nuovo ci gioco un po’ con la bocca e questa volta un po’ glielo succhio. Tutto questo lo faccio guardandolo dritto negli occhi. So che questa cosa lo eccita e io voglio di nuovo farlo uscire di testa. Voglio che questa volta, se sarà l’unica, sia indimenticabile. Poi sono io che questa volta non resisto più e ho voglia di sentirlo dentro… allora mi muovo fino a sentirlo strusciare fra le labbra della mia fica ed è un attimo che lo sento scivolare di nuovo dentro di me. Mi piace da impazzire sentirlo che mi penetra in tutta la sua lunghezza e al tempo stesso sentire la sua bocca che gioca sulle mie tette. Inizio a cavalcarlo variando il ritmo, accelerando e poi di nuovo rallentando. Lui porta le dita alla mia bocca e io le lecco. Poi quelle stesse dita le usa per mettermele nel culo. In quel momento è come se avessi due cazzi dentro di me, uno davanti e uno dietro e mi fa impazzire e così cavalco ancora di più muovendomi su e giù, avanti e dietro. Non riesco a trattenere qualche piccolo grido, chissà se qualcuno mi sentirà là fuori. Lui mi incita a muovermi più veloce e mi dice che sono una troia. Io mi eccito ancora di più e mi muovo più velocemente spingendomi il suo cazzo più in fondo che posso. Sto per venire e in questo momento non riesco più a trattenermi, mi muovo in automatico impalandomi sul suo cazzo. Mentre ho un fortissimo orgasmo sento il suo respiro strozzato e lui che dice “oh cazzo”. Mi sta sborrando abbondantemente nella fica. Vorrei uscire ma è più forte di me e mi siedo su di lui tenendolo tutto dentro. Sento le pulsazioni, gli schizzi che mi riempiono e penso “cazzo e ora?”. Infatti con mio marito non avevamo rapporti così frequenti da giustificare il fatto che io prendessi la pillola e Alessandro non ci ha pensato nemmeno un momento a mettersi un profilattico (tutto sommato forse io gli avrei chiesto di non usarlo). Ma pensavo che si sarebbe controllato. Che ci saremmo controllati. E invece siamo stati scemi come due ventenni. Nonostante questo non sono riuscita a incazzarmi, non ci riuscivo: ne aveva colpa tanta quanta ne avevo io. Mi sono stesa accanto a lui, senza parlare. Dopo poco è lui che rompe il silenzio “ti porto io in farmacia prima di andare a casa, vedrai che non c’è problema”. Sì, avevo bisogno della pillola del giorno dopo, per forza. E’ stato lui, anche in questo caso a prendere la guida della situazione e così mi sono sentita protetta. Ce l’avrei fatta anche da sola, ma era quel suo prendersi cura, essere uomo, che mi faceva aver voglia di lui.
 

Maxtree

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bel racconto scritto bene, eccitante. L'unica cosa che mi colpisce sempre ma perchè il marito è sempre cornuto, umiliato?
 
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LupoRM77

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“Andiamo adesso però, è tardi” e così cominciai a darmi una pulita. Vado in bagno mi pulisco ma sto perdendo sperma sia dal culo che dalla mia fica. “Ma quanto cavolo ne aveva?” mi ritrovo a pensare con un mezzo sorrisetto. “Senti, io devo farmi una doccia, ma ci metto un attimo”. Ero troppo sporca di sborra che mi si stava seccando addosso. E anche di sudore. Facevo schifo e non potevo tornare a casa così, tanto meno andare in farmacia a chiedere la pillola del giorno dopo che puzzavo di sesso da un miglio.
Entro in doccia e apro l’acqua. Inizio a regolarla e sento che entra nel box doccia anche lui. E’ alle mie spalle. Mi mette le mani sulle tette e dice “secondo me se la facciamo insieme è meglio”. Il suo cazzo è di nuovo leggermente turgido e preme sulla mia schiena mentre l’acqua calda ci scorre addosso. Una cosa del genere no, non l’avevo mai fatta, nemmeno pensata. Magari si vuole solo lavare, penso, ma scopro pochissimo dopo di quanto mi stia sbagliando. Inizia a insaponarmi le tette. E lo fa con un movimento lento e sensualissimo. Mi mette il sapone nella mano e poi me la porta sul suo cazzo. Ormai è diventato d’acciaio e io ci provo gusto a muovere la mano insaponandolo. Ci stiamo baciando, l’acqua calda ci scorre addosso e la mia mano sta masturbando il suo cazzo. “Penso che dovresti inginocchiarti”: non è una richiesta, ma nemmeno un ordine. Ma io lo faccio senza chiedermi nemmeno il perché. “Mettilo fra le tue tette e stringile forte”. Questo invece è un ordine. E io obbedisco. Senza esitare. Il suo cazzo si muove fra le mie tette mezze insaponate mentre l’acqua mi scorre sul viso. Gli sto facendo una sega con le mie tette e sono estasiata dalle sue espressioni di godimento. “In bocca, ora”. Eseguo, sentendo un po’ l’amaro del sapone, ma anche il gusto del suo nettare che lo insaporisce. Mi tiene la testa e inizia a scoparla come se fosse la mia fica. Il suo cazzo entra dentro più che può stantuffando senza pausa. Io mi sento un po’ soffocare dal suo cazzo in gola e dall’acqua che mi entra nel naso. Mi fermo solo un momento per riprendere fiato e lui mi rimprovera, con la voce incazzata “non ti ho detto di smettere, succhiami il cazzo”. Voglio dimostrare quanto sono brava e allora riprendo con più forza e voglia di prima. Mi stringe con una mano i capelli e con l’altra il collo. Questo senso di dominazione mi mancava, è la mia droga. “Ora ti vengo in bocca, cazzo” mi prepara. Io non voglio smettere e succhio con maggior voglia. Gli faccio la mia espressione più da porca e lo guardo dritto negli occhi con aria di sfida, come a dire “vediamo se sei capace di sborrare una terza volta”. Non faccio nemmeno in tempo a pensarlo che la mia bocca si riempie del suo liquido caldo. Per non restare soffocata devo ingoiarlo, anche se sento che mi esce dalle labbra e finisce sul mio seno, mischiandosi all’acqua. Quando smette di pulsare serro le labbra, come a volerlo pulire. Lui lo tira via, poi mi passa una dita sulle labbra e esce dalla doccia. Io resto lì, con l’acqua che mi scorre addosso. Mi sto finendo di pulire, in tutta fretta perché sì, ora è veramente tardi e devo anche trovare una farmacia quando mi fa: “Sta suonando il telefono, è tuo marito, vuoi che te lo passo?”

FINE
 

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