Racconto di fantasia La mamma vip

Alessio Lucci

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Lei era una nota showgirl della tv italiana. Nella sua carriera poteva vantare tantissimi programmi, servizi fotografici su riviste patinate, qualche film e perfino un calendario. Essere l'oggetto delle attenzioni maschili non era certo una novità, insomma.

Negli anni tantissimi tra colleghi, direttori di giornali, fotografi e produttori ci avevano provato, più o meno velatamente. Alcuni avevano ricevuto un deciso due di picche, altri avevano spuntato almeno qualche pompino. I più fortunati se l'erano scopata. Più volte. Davanti e dietro.

A risentirne era stata la vita privata. Un susseguirsi di compagni, a volte moto più grandi di lei a volte anche più giovani, ma nessuno era durato a lungo. Uno di loro però le aveva donato il gioiello più prezioso che una donna possa avere: suo figlio.

Manuel era ormai un giovane adolescente. Nonostante i molteplici impegni lavorativi, che la vedevano spesso costretta a girare il mondo, lei aveva seguito passo dopo la sua crescita. Non si era mai persa un compleanno e non aveva mai passato un Natale lontana dal figlio. Era stata una buona madre. O almeno così credeva.

Quella sera Manuel, come faceva spesso, aveva deciso di ospitare il suo migliore amico. Per lei era ormai quasi un secondo figlio. I due ragazzi passavano ore chiusi in camera a giocare alla Playstation come tantissimi giovani di oggi.

Era quasi ora di cena, così dopo aver fatto qualche esercizio nella palestra privata che occupava un'intera zona della loro abitazione, si avvicinò alla stanza di Manuel. Stava per bussare quando sentì strani gemiti. Cosa stavano combinando quei due?

Presa dalla curiosità, aprì leggermente la porta senza farsi sentire. Il pc era piazzato proprio di fronte, così vide scorrere sullo schermo alcune sue foto. Riconobbe subito il servizio su Max di qualche anno prima. Manuel e Giorgio, il suo migliore amico, erano lì. Seduti davanti al monitor. Le davano le spalle ma i movimenti delle braccia erano inequivocabili.

La definitiva conferma dei suoi sospetti arrivò ascoltando l'amico del figlio: "Tua madre è proprio una troia...glielo sbatterei in faccia e poi le riempirei la bocca di sborra. Chissà com'è brava a succhiare i cazzi".

Era abbastanza. Richiuse piano la porta e si allontanò rapidamente. Aveva bisogno di riprendere fiato. Ciò che aveva visto l'aveva profondamente turbata anche se in fondo non aveva mai escluso che anche il figlio e soprattutto i suoi amici potessero avere fantasie di quel tipo su di lei. In fondo era uno dei motivi per cui era diventata famosa. Se non il principale motivo.

Beccare in pieno i due ragazzini a masturbarsi per lei mentre lei era nella stessa casa però le aveva procurato una strana sensazione.

Lasciò passare una decina di minuti, quindi tornò dietro la porta della stanza di Manuel e bussò: "Ragazzi, la cena è pronta".
"Arriviamo mamma, un attimo" rispose il figlio.

I due ragazzi la raggiunsero in cucina. Li guardò. Nulla faceva immaginare ciò che avevano fatto poco prima chiusi in quella stanza. Ma lei ora sapeva. Forse per questo quando si alzò dallo sgabello per prendere la torta che era in frigo notò lo sguardo di Giorgio cadere sul suo culo sodo messo in risalto dai leggins aderenti che indossava.

La notte trascorse tranquilla. Il figlio e il suo migliore amico dormirono fino a tardi. L'indomani non c'era scuola. Il primo a presentarsi in cucina fu Giorgio. Si era appena svegliato e lo sguardo, in modo automatico, le cadde all'altezza del pacco. L'erezione mattutina sotto i pantaloni del pigiama era evidente.

"Forse prima di colazione è meglio se passi dal bagno..." si lasciò sfuggire quasi senza accorgersene.
Giorgio la guardò sorpreso. Certo non si aspettava una provocazione del genere dalla madre del suo migliore amico.

"Scusi...." provò a giustificarsi il ragazzo coprendosi.
Le scappò un sorriso: "Tranqui Gio....mica mi scandalizzo per così poco. Era solo un consiglio".

"Allora se permette seguo il suo consiglio..." le rispose sorridendo in modo allusivo.
"Vai, vai....".

Tornò in cucina dopo cinque minuti. Il pacco ora era sgonfio.
"Va meglio?" gli chiesi ridendo

"Molto meglio, grazie. Ma ora ho fame" mi rispose senza imbarazzo.
"Serviti pure, c'è la crostata che ha preparato Clara (la nostra domestica), io intanto vado a svegliare quel dormiglione di Manuel".

Entrò nella camera. C'era un forte odore di maschio. Dopo cena avevano dovuto darci dentro di nuovo. Alzò le serrande.
Guardò in direzione di suo figlio. Dormiva sopra le coperte. Notò subito che però una parte del suo corpo era già ben sveglio.

Non era la prima volta che intravedeva la sua erezione. Ma dopo la sera prima qualcosa era cambiato. Adesso sapevo che il figlio si eccitava anche per lei. Guardando le sue foto. E magari non solo.

Qualche settimana prima aveva notato strane macchie su alcuni miei perizomi anche dopo il lavaggio della governante. Pensava che fossero solo tracce dei suoi umori ma adesso non ne era più così sicura. Era sperma? Ma soprattutto: di chi era?

Quelle domande le rimbalzavano in testa lasciandole un mix di angoscia e curiosità. A quel punto voleva saperne di più ma doveva trovare il modo di riuscirci senza fare del male al suo piccolino.

Si sedette sul letto di Manuel accarezzandogli i capelli: "Dai, sveglia, dormiglione" .
"Fammi dormire un altro po'....".

Il figlio teneva gli occhi chiusi. Lo guardò un attimo per accertarsi che non fosse ancora sveglio e senza pensarci troppo iniziò a fargli il solletico lasciando scivolare la mano distrattamente sulla patta. Mamma mia quanto era duro...

Manuel a quel punto reagì al solletico, la ribaltò sul letto e si mise a cavalcioni sopra di lei ripagandola con la stessa moneta. Ridevano come pazzi entrambi ma nel frattempo sentiva la sua prepotente erezione premere sugli addominali finché non percepì una sensazione di umido. Suo figliò si fermò all'improvviso. Abbassò lo sguardo e vide la chiazza sui pantaloni del pigiama. Manuel si era venuto addosso.

Si guardarono un attimo. Suo figlio era mortificato, lei rimase senza parole.
"Scusami ma..." Manuel corse in bagno mentre sulla porta della stanza sbucò Giorgio.

Lei si alzò rapidamente dal letto di suo figlio e corse nell'altro bagno della casa. Abbassò i pantaloni e si toccò in mezzo alle gambe. Era bagnata. Fradicia.
 
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