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La prima vacanza trasgressiva - Introduzione
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<blockquote data-quote="selpot" data-source="post: 17680470" data-attributes="member: 283814"><p>Una spontanea e sonora risata si propagò all'unisono, ma non affievolì né interruppe quello che si preannunciava a tutti gli effetti come un argomento scottante ed immorale, alimentando al contrario la vena subito provocatoria di Diana che non rinunciò a controbattere con un'esitazione solo apparente.</p><p></p><p>"Beh, no: nei ristoranti finora non mi sono mai spogliata. Mi riferivo alla spiaggia..."</p><p></p><p>"Ah, ok, non avevo afferrato. A pensarci bene, siamo praticamente in Estate, mica puoi stare in spiaggia vestita così: è normale spogliarsi a Giugno!"</p><p></p><p>"Mah, se sia normale non lo so, ma credo di essere stata l'unica a spogliarsi finora, non ho visto mie simili..."</p><p></p><p>"Ma no, impossibile, dai! Ho visto moltissime donne in costume già da Maggio... non ci posso credere che tu sia l'unica in costume a Giugno!"</p><p></p><p>Fiutando nell'equivoco una ghiotta opportunità per perfezionare il suo adescamento, Diana scelse di irrobustire il suo strategico velo di soggezione:</p><p></p><p>"Si si, certo, ormai sono tutte in bikini, su questo non ci piove... ma forse non ci siamo capiti sul verbo <em>spogliarsi</em>... insomma, io ho osato un pò, un bel pò... ma lasciamo perdere, cambiamo discorso: meglio pensare alle pizze..." Abbassò gli occhi fingendo di vergognarsi della sua fresca e scabrosa confessione top secret.</p><p></p><p>"Dici sul serio!? Non potresti essere un pochino più precisa? Questo argomento mi appassiona, non so perché..."</p><p></p><p>"Più precisa!? Non è così semplice, parlarne con un estraneo che ho appena conosciuto è imbarazzante, ma avrai capito, insomma.... diciamo che finora sono stata... come dire: generosa e un pochino spudorata in spiaggia: ho mostrato molto... ho regalato delle visioni imperdibili qui a Cala Gonone: sto lasciando dei bellissimi ricordi!! Più chiara di così..." Abbassò ancora la testa direzionando lo sguardo forzatamente impacciato verso le sue tettone.</p><p></p><p>L'interpretazione magistrale di uno stato di disagio e di imbarazzo, utilizzato come tattica seduttiva di rara potenza, mi eccitava vorticosamente: mi stavo innamorando di un'altra Diana: un'attrice impeccabile, ammaliante e magnetica, vestita in maniera ordinaria e fin troppo anonima, ma capace di calamitare attenzioni e stimoli irrefrenabili, fingendosi intimidita ed in palese soggezione nell'affrontare un argomento piccante e censurabile che la riguardava in prima persona.</p><p></p><p>Il pizzaiolo ci prese gusto e cominciò giocosamente ad incalzarla, rispondendo con spigliatezza e sempre maggiore effervescenza.</p><p></p><p>"Davvero!? Solo per curiosità: posso sapere in quale spiaggia andate? Magari domani mi viene voglia di fare una passeggiata e di portarvi due pizze offerte dalla casa!".</p><p></p><p>Introducendo una spiccata parlantina burlesca e seducente, Diana scelse di passare ad una sfrontatezza esplicita ed accantonò gradualmente la sua recitata innocenza: "Finora, in realtà, ne abbiamo visitata una diversa ogni giorno: sai, mi piace lasciare il segno ovunque...tranne quello del costume..."</p><p></p><p>Tolse il giubbino bianco, appoggiandolo alla spalliera della sedia prescelta, l'unica che permetteva di guardare meglio l'operato del pizzaiolo e di scambiare due chiacchiere con lui frontalmente ed in totale visibilità.</p><p></p><p>"Visto!? Inizio già a spogliarmi: sto rispettando le premesse!" esclamò Diana sorridendo con pungente sensualità.</p><p></p><p>I miei occhi caddero sulle sue tette, che apparivano molto più libere e sfrenate del solito nei loro dondolii sotto i vestiti. Tentai allora di accertarmi della presenza del reggiseno, fissando la schiena di Diana, ma non riuscii a scorgere alcun segno della fascia o dei ganci stampato sulla felpa. Anche la sagoma dei seni che potevo osservare di profilo non sembrava modellata né tenuta a bada da alcun sostegno: interessante, molto interessante!</p><p></p><p>Ancora ipnotizzato dal movimento ondulatorio e privo di oppressioni delle tettone di Diana, udii il pizzaiolo rivolgersi a me, quasi scusandosi: "Sto scherzando, ovviamente! Non volermene, amico. Siamo uomini e ci piace la battuta, quando si incontrano persone simpatiche e schiette come voi"</p><p></p><p>"Ma figurati, nessun problema, ci mancherebbe: anzi, devo ammettere che la tua disinvoltura mi piace... Possiamo proseguire anche tutta la sera su questi binari, per quanto mi riguarda, sempre se la signora è d'accordo!". Guardai Diana strizzandole l'occhiolino, prima di regalarle un sorriso di apprezzamento e di complicità.</p><p></p><p>"Vedremo", intervenne lei con un velo di suadente mistero nel suo timbro di voce. "Intanto consigliaci le tue pizze migliori: dovrai renderle speciali per me..." Il suo volto, dapprima pallido ed intirizzito, cominciò a riacquistare i suoi colori ed i suoi lineamenti abituali.</p><p></p><p>"E' il minimo che tu possa fare, se vuoi davvero incontrarmi in spiaggia..."</p><p></p><p>Il forno ormai arroventato iniziò a sprigionare flussi di aria bollente, che costrinsero Diana ad abbassare i primi centimetri della zip, liberando il collo superiore dalla morsa stringente della felpa.</p><p></p><p>Non appena il pizzaiolo cominciò ad illustrarci le sue specialità, irruppe il giovane cameriere con la consegna dei menu e la consueta ordinazione delle bevande. La verde età del ragazzo ed i suoi profondi occhi neri sembravano aver fatto immediata breccia negli sguardi di Diana, che abbassò ancora la zip di qualche millimetro.</p><p></p><p>Dopo aver aperto il menu per dedicarsi a consultarlo con attenzione e minuzia, infilò una mano all'interno della felpa, staccandola leggermente dal corpo all'altezza della scapola destra; poi appoggiò la mano sulla spalla, inclinando il collo dalla parte opposta. Sembrava essersi isolata da qualunque voce, immersa nella lettura delle pagine che contenevano l'elenco delle pizze. Nel frattempo il ragazzo scriveva sul suo block notes le bibite da me richieste.</p><p></p><p>"Ok vi ringrazio, per le pizze passo più tardi, vi lascio scegliere con calma"</p><p></p><p>Diana alzò lo sguardo, puntando con decisione ed intensità gli occhi neri del giovane, mentre la sua mano era scesa inequivocabilmente a tastare il seno destro, con simulata ingenuità e disattenzione. Il giovanotto, pur ostentando una distaccata professionalità, non potè fare a meno di notare e di gradire l'inavveduta palpazione di Diana, che riabbassò gli occhi, inabissandosi di nuovo nella lettura del menu.</p><p></p><p>Notai che anche il pizzaiolo si mostrava particolarmente catturato dalla visione della mano di Diana che accarezzava il suo seno, fingendo di non accorgersi di scatenare reazioni e desideri.</p><p></p><p>D'improvviso lei irruppe con una domanda: "Scusami: la pizza sarda potresti farla anche bianca oppure per forza con il pomodoro?"</p><p></p><p>Il pizzaiolo non ebbe il tempo di riallineare subito il suo sguardo verso gli occhi della mia seduttrice, rapito com'era dal libero movimento della sua tetta sotto la felpa.</p><p></p><p>Diana notò l'evidente traiettoria del suo sguardo: "Oddio, scusami, che sbadata: si è visto qualcosa? Quando mi concentro sui menu, ho questo maledetto vizio di comportarmi come se mi trovassi da sola in casa"</p><p></p><p>"Scusami tu! Comunque non si è visto niente, purtroppo... a parte qualche manovra involontaria..." Rise compiaciuto, cercando la mia approvazione che non si fece attendere.</p><p></p><p>"Lei continua a spalmarsi la crema sulle tette come se fosse rimasta in spiaggia... beh, meglio per noi! Non ti era mai capitata una scena del genere, dimmi la verità!"</p><p></p><p>Diana mi apostrofò scherzosamente: "Spiritoso, davvero spiritoso... purtroppo pesano e devo pur sostenerle, visto che non hai voluto portarmi a casa per farmi cambiare" Poi si spiegò meglio rivolgendosi al pizzaiolo: "Siamo stati in spiaggia fino a sera, il signorino aveva fretta di mangiare e non potevo rimanere con il costume tutto bagnato. Mi sono dovuta "mettere in libertà" per venire qui e vestirmi con quello che avevo in macchina, anche se a pensarci bene, il mio reggiseno del costume si sarebbe asciugato in un baleno davanti a questo forno incandescente!"</p><p></p><p>Il pizzaiolo stavolta, evitando di suggerirci un cambio di tavolo, proseguì in scioltezza: "Ogni tanto è capitato di ospitare ragazze in bikini, anche di sera, che salivano tardi dalla spiaggia in cerca di una pizza al volo per la cena: ti avrei fatto venire qui al mio posto, per asciugarti prima e meglio..."</p><p></p><p>"Grazie, che perfetto gentiluomo... e saresti riuscito ad impastare ed infornare con un decolleté del genere a portata di mano?"</p><p></p><p>"Chissà... non ho visto le forme e la generosità del tuo decolleté, quindi non saprei risponderti"</p><p></p><p>"Beh, credo che un'idea del mio decolleté ce l'avrai, mi sono toccata il seno fin adesso, senza nemmeno rendermene conto..."</p><p></p><p>"Ma non è la stessa cosa: ho visto solo qualche movimento sotto i vestiti, ma nessuna scollatura.."</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="selpot, post: 17680470, member: 283814"] Una spontanea e sonora risata si propagò all'unisono, ma non affievolì né interruppe quello che si preannunciava a tutti gli effetti come un argomento scottante ed immorale, alimentando al contrario la vena subito provocatoria di Diana che non rinunciò a controbattere con un'esitazione solo apparente. "Beh, no: nei ristoranti finora non mi sono mai spogliata. Mi riferivo alla spiaggia..." "Ah, ok, non avevo afferrato. A pensarci bene, siamo praticamente in Estate, mica puoi stare in spiaggia vestita così: è normale spogliarsi a Giugno!" "Mah, se sia normale non lo so, ma credo di essere stata l'unica a spogliarsi finora, non ho visto mie simili..." "Ma no, impossibile, dai! Ho visto moltissime donne in costume già da Maggio... non ci posso credere che tu sia l'unica in costume a Giugno!" Fiutando nell'equivoco una ghiotta opportunità per perfezionare il suo adescamento, Diana scelse di irrobustire il suo strategico velo di soggezione: "Si si, certo, ormai sono tutte in bikini, su questo non ci piove... ma forse non ci siamo capiti sul verbo [I]spogliarsi[/I]... insomma, io ho osato un pò, un bel pò... ma lasciamo perdere, cambiamo discorso: meglio pensare alle pizze..." Abbassò gli occhi fingendo di vergognarsi della sua fresca e scabrosa confessione top secret. "Dici sul serio!? Non potresti essere un pochino più precisa? Questo argomento mi appassiona, non so perché..." "Più precisa!? Non è così semplice, parlarne con un estraneo che ho appena conosciuto è imbarazzante, ma avrai capito, insomma.... diciamo che finora sono stata... come dire: generosa e un pochino spudorata in spiaggia: ho mostrato molto... ho regalato delle visioni imperdibili qui a Cala Gonone: sto lasciando dei bellissimi ricordi!! Più chiara di così..." Abbassò ancora la testa direzionando lo sguardo forzatamente impacciato verso le sue tettone. L'interpretazione magistrale di uno stato di disagio e di imbarazzo, utilizzato come tattica seduttiva di rara potenza, mi eccitava vorticosamente: mi stavo innamorando di un'altra Diana: un'attrice impeccabile, ammaliante e magnetica, vestita in maniera ordinaria e fin troppo anonima, ma capace di calamitare attenzioni e stimoli irrefrenabili, fingendosi intimidita ed in palese soggezione nell'affrontare un argomento piccante e censurabile che la riguardava in prima persona. Il pizzaiolo ci prese gusto e cominciò giocosamente ad incalzarla, rispondendo con spigliatezza e sempre maggiore effervescenza. "Davvero!? Solo per curiosità: posso sapere in quale spiaggia andate? Magari domani mi viene voglia di fare una passeggiata e di portarvi due pizze offerte dalla casa!". Introducendo una spiccata parlantina burlesca e seducente, Diana scelse di passare ad una sfrontatezza esplicita ed accantonò gradualmente la sua recitata innocenza: "Finora, in realtà, ne abbiamo visitata una diversa ogni giorno: sai, mi piace lasciare il segno ovunque...tranne quello del costume..." Tolse il giubbino bianco, appoggiandolo alla spalliera della sedia prescelta, l'unica che permetteva di guardare meglio l'operato del pizzaiolo e di scambiare due chiacchiere con lui frontalmente ed in totale visibilità. "Visto!? Inizio già a spogliarmi: sto rispettando le premesse!" esclamò Diana sorridendo con pungente sensualità. I miei occhi caddero sulle sue tette, che apparivano molto più libere e sfrenate del solito nei loro dondolii sotto i vestiti. Tentai allora di accertarmi della presenza del reggiseno, fissando la schiena di Diana, ma non riuscii a scorgere alcun segno della fascia o dei ganci stampato sulla felpa. Anche la sagoma dei seni che potevo osservare di profilo non sembrava modellata né tenuta a bada da alcun sostegno: interessante, molto interessante! Ancora ipnotizzato dal movimento ondulatorio e privo di oppressioni delle tettone di Diana, udii il pizzaiolo rivolgersi a me, quasi scusandosi: "Sto scherzando, ovviamente! Non volermene, amico. Siamo uomini e ci piace la battuta, quando si incontrano persone simpatiche e schiette come voi" "Ma figurati, nessun problema, ci mancherebbe: anzi, devo ammettere che la tua disinvoltura mi piace... Possiamo proseguire anche tutta la sera su questi binari, per quanto mi riguarda, sempre se la signora è d'accordo!". Guardai Diana strizzandole l'occhiolino, prima di regalarle un sorriso di apprezzamento e di complicità. "Vedremo", intervenne lei con un velo di suadente mistero nel suo timbro di voce. "Intanto consigliaci le tue pizze migliori: dovrai renderle speciali per me..." Il suo volto, dapprima pallido ed intirizzito, cominciò a riacquistare i suoi colori ed i suoi lineamenti abituali. "E' il minimo che tu possa fare, se vuoi davvero incontrarmi in spiaggia..." Il forno ormai arroventato iniziò a sprigionare flussi di aria bollente, che costrinsero Diana ad abbassare i primi centimetri della zip, liberando il collo superiore dalla morsa stringente della felpa. Non appena il pizzaiolo cominciò ad illustrarci le sue specialità, irruppe il giovane cameriere con la consegna dei menu e la consueta ordinazione delle bevande. La verde età del ragazzo ed i suoi profondi occhi neri sembravano aver fatto immediata breccia negli sguardi di Diana, che abbassò ancora la zip di qualche millimetro. Dopo aver aperto il menu per dedicarsi a consultarlo con attenzione e minuzia, infilò una mano all'interno della felpa, staccandola leggermente dal corpo all'altezza della scapola destra; poi appoggiò la mano sulla spalla, inclinando il collo dalla parte opposta. Sembrava essersi isolata da qualunque voce, immersa nella lettura delle pagine che contenevano l'elenco delle pizze. Nel frattempo il ragazzo scriveva sul suo block notes le bibite da me richieste. "Ok vi ringrazio, per le pizze passo più tardi, vi lascio scegliere con calma" Diana alzò lo sguardo, puntando con decisione ed intensità gli occhi neri del giovane, mentre la sua mano era scesa inequivocabilmente a tastare il seno destro, con simulata ingenuità e disattenzione. Il giovanotto, pur ostentando una distaccata professionalità, non potè fare a meno di notare e di gradire l'inavveduta palpazione di Diana, che riabbassò gli occhi, inabissandosi di nuovo nella lettura del menu. Notai che anche il pizzaiolo si mostrava particolarmente catturato dalla visione della mano di Diana che accarezzava il suo seno, fingendo di non accorgersi di scatenare reazioni e desideri. D'improvviso lei irruppe con una domanda: "Scusami: la pizza sarda potresti farla anche bianca oppure per forza con il pomodoro?" Il pizzaiolo non ebbe il tempo di riallineare subito il suo sguardo verso gli occhi della mia seduttrice, rapito com'era dal libero movimento della sua tetta sotto la felpa. Diana notò l'evidente traiettoria del suo sguardo: "Oddio, scusami, che sbadata: si è visto qualcosa? Quando mi concentro sui menu, ho questo maledetto vizio di comportarmi come se mi trovassi da sola in casa" "Scusami tu! Comunque non si è visto niente, purtroppo... a parte qualche manovra involontaria..." Rise compiaciuto, cercando la mia approvazione che non si fece attendere. "Lei continua a spalmarsi la crema sulle tette come se fosse rimasta in spiaggia... beh, meglio per noi! Non ti era mai capitata una scena del genere, dimmi la verità!" Diana mi apostrofò scherzosamente: "Spiritoso, davvero spiritoso... purtroppo pesano e devo pur sostenerle, visto che non hai voluto portarmi a casa per farmi cambiare" Poi si spiegò meglio rivolgendosi al pizzaiolo: "Siamo stati in spiaggia fino a sera, il signorino aveva fretta di mangiare e non potevo rimanere con il costume tutto bagnato. Mi sono dovuta "mettere in libertà" per venire qui e vestirmi con quello che avevo in macchina, anche se a pensarci bene, il mio reggiseno del costume si sarebbe asciugato in un baleno davanti a questo forno incandescente!" Il pizzaiolo stavolta, evitando di suggerirci un cambio di tavolo, proseguì in scioltezza: "Ogni tanto è capitato di ospitare ragazze in bikini, anche di sera, che salivano tardi dalla spiaggia in cerca di una pizza al volo per la cena: ti avrei fatto venire qui al mio posto, per asciugarti prima e meglio..." "Grazie, che perfetto gentiluomo... e saresti riuscito ad impastare ed infornare con un decolleté del genere a portata di mano?" "Chissà... non ho visto le forme e la generosità del tuo decolleté, quindi non saprei risponderti" "Beh, credo che un'idea del mio decolleté ce l'avrai, mi sono toccata il seno fin adesso, senza nemmeno rendermene conto..." "Ma non è la stessa cosa: ho visto solo qualche movimento sotto i vestiti, ma nessuna scollatura.." [/QUOTE]
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