Esperienza reale La sega per la prof

Lucci823

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Dal giorno in cui si presentò per la prima volta in classe ne rimasi letteralmente innamorato. Lei era la mia nuova professoressa di educazione artistica.

Sulla quarantina, non molto alta, capelli biondi e ondulati lunghi, rossetto rosso fuoco, occhiali da sole scuri. Indossava una mini di pelle e tacchi a spillo.

Quella donna era totalmente consapevole della sua avvenenza e di ciò che quel look avrebbe suscitato tra i suoi alunni adolescenti, era evidenti. Ed i commenti su di lei ovviamente si sprecavano.

I più svegli tra noi non perdevano occasione per dire dettagliatamente cosa le avrebbero fatto. I più timidi, come me, si limitavano a dedicarle moltissime seghe.

Per i tre anni delle medie fu una delle mie muse preferite. Se non la preferita in assoluto. Lei con me era sempre dolcissima. Mi reputava un ragazzino educato ed a modo, forse non immaginando che anche io con lei immaginavo ogni porcata possibile.

Arrivò così l'ultimo giorno della terza media. In classe eravamo pochissimi, lei aveva l'ultima ora ma i pochi compagni che quella mattina erano venuti a scuola si erano fatti venire a prendere prima dai rispettivi genitori mentre i miei erano impegnati, dunque rimasi solo in classe con lei.

Faceva caldissimo. La prof indossava degli shorts cortissimi che lasciavano completamente scoperte le sue cosce già abbronzate. I soliti tacchi e un top leggerissimo legato dietro la schiena. Mi bastò vederla entrare per avere una prepotente erezione sotto i pantaloncini.

"Ah, ma oggi siamo soli?" mi disse sorridente.

"I miei sono a lavoro...." provai a giustificarmi"

"E che problema c'è?" - disse la prof, che dopo aver posato la sua borsa sulla cattedra si avvicinò al mio banco - "Posso sedermi accanto a te?".

Avevo la salivazione completamente azzerata. La prof si accomodò sulla sedia accanto alla mia accavallando le gambe e spostandosi i capelli con le mani nel modo più sexy che avessi mai visto. Il suo profumo mi riempiva le narici.

Iniziò a chiedermi di me, se avessi paura per gli esami e dove mi sarei iscritto l'anno dopo. Risposi a monosillabi mentre non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue gambe e sentivo il cazzo pulsare sempre più forte.

Ad un certo punto notai che il suo sguardo si abbassò leggermente, quindi incrociò i miei occhi e sorrise leggermente.

"Dai, ti lascio ripassare qualcosa..." disse accarezzandomi dolcemente i capelli prima di tornare alla cattedra.

Fissai il suo culo fasciato dagli shorts mentre camminava, quindi si sedette proprio di fronte a me e guardandomi accavallò di nuovo le gambe. Poi prese dei fogli dalla borsa e iniziò a leggerli attentamente.

Ero sempre più duro. Avevo bisogno di segarmi ma non potevo farlo. Aprì un libro facendo finta di studiare ma in realtà continuavo a guardarle le cosce e iniziai a massaggiarmi lentamente il cazzo da sopra i pantaloncini finché non sentì l'umido sotto il palmo della mano.

Volevo resistere ancora, ma non potevo. Ad un certo punto il mio sguardo incrociò quello della prof: "Che c'è? Stai male", mi chiese?

Si alzò dalla cattedra e si avvicinò pericolosamente. Tenevo le mani sui pantaloni per evitare che notasse la chiazza, ma lei se ne accorse. O forse aveva già capito.

"Perché tieni le mani così? Hai dolore?"

"No prof...."

"Allora cosa c'è?"

"Ecco io....lei...non so come...."

La prof rise divertita: "Dai....non ti preoccupare....vai in bagno"

Mi alzai di corsa tenendo sempre le mani all'altezza del cazzo per coprirmi. Appena arrivato in bagno mi bastarono un paio di colpi per schizzare pensando alle cosce della prof.

Quando tornai in classe lei era di nuovo seduta alla cattedra come se niente fosse. Io mi rimisi al mio banco, quindi lei alzò un attimo lo sguardo: "Va meglio, vero?"
 
Dal giorno in cui si presentò per la prima volta in classe ne rimasi letteralmente innamorato. Lei era la mia nuova professoressa di educazione artistica.

Sulla quarantina, non molto alta, capelli biondi e ondulati lunghi, rossetto rosso fuoco, occhiali da sole scuri. Indossava una mini di pelle e tacchi a spillo.

Quella donna era totalmente consapevole della sua avvenenza e di ciò che quel look avrebbe suscitato tra i suoi alunni adolescenti, era evidenti. Ed i commenti su di lei ovviamente si sprecavano.

I più svegli tra noi non perdevano occasione per dire dettagliatamente cosa le avrebbero fatto. I più timidi, come me, si limitavano a dedicarle moltissime seghe.

Per i tre anni delle medie fu una delle mie muse preferite. Se non la preferita in assoluto. Lei con me era sempre dolcissima. Mi reputava un ragazzino educato ed a modo, forse non immaginando che anche io con lei immaginavo ogni porcata possibile.

Arrivò così l'ultimo giorno della terza media. In classe eravamo pochissimi, lei aveva l'ultima ora ma i pochi compagni che quella mattina erano venuti a scuola si erano fatti venire a prendere prima dai rispettivi genitori mentre i miei erano impegnati, dunque rimasi solo in classe con lei.

Faceva caldissimo. La prof indossava degli shorts cortissimi che lasciavano completamente scoperte le sue cosce già abbronzate. I soliti tacchi e un top leggerissimo legato dietro la schiena. Mi bastò vederla entrare per avere una prepotente erezione sotto i pantaloncini.

"Ah, ma oggi siamo soli?" mi disse sorridente.

"I miei sono a lavoro...." provai a giustificarmi"

"E che problema c'è?" - disse la prof, che dopo aver posato la sua borsa sulla cattedra si avvicinò al mio banco - "Posso sedermi accanto a te?".

Avevo la salivazione completamente azzerata. La prof si accomodò sulla sedia accanto alla mia accavallando le gambe e spostandosi i capelli con le mani nel modo più sexy che avessi mai visto. Il suo profumo mi riempiva le narici.

Iniziò a chiedermi di me, se avessi paura per gli esami e dove mi sarei iscritto l'anno dopo. Risposi a monosillabi mentre non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue gambe e sentivo il cazzo pulsare sempre più forte.

Ad un certo punto notai che il suo sguardo si abbassò leggermente, quindi incrociò i miei occhi e sorrise leggermente.

"Dai, ti lascio ripassare qualcosa..." disse accarezzandomi dolcemente i capelli prima di tornare alla cattedra.

Fissai il suo culo fasciato dagli shorts mentre camminava, quindi si sedette proprio di fronte a me e guardandomi accavallò di nuovo le gambe. Poi prese dei fogli dalla borsa e iniziò a leggerli attentamente.

Ero sempre più duro. Avevo bisogno di segarmi ma non potevo farlo. Aprì un libro facendo finta di studiare ma in realtà continuavo a guardarle le cosce e iniziai a massaggiarmi lentamente il cazzo da sopra i pantaloncini finché non sentì l'umido sotto il palmo della mano.

Volevo resistere ancora, ma non potevo. Ad un certo punto il mio sguardo incrociò quello della prof: "Che c'è? Stai male", mi chiese?

Si alzò dalla cattedra e si avvicinò pericolosamente. Tenevo le mani sui pantaloni per evitare che notasse la chiazza, ma lei se ne accorse. O forse aveva già capito.

"Perché tieni le mani così? Hai dolore?"

"No prof...."

"Allora cosa c'è?"

"Ecco io....lei...non so come...."

La prof rise divertita: "Dai....non ti preoccupare....vai in bagno"

Mi alzai di corsa tenendo sempre le mani all'altezza del cazzo per coprirmi. Appena arrivato in bagno mi bastarono un paio di colpi per schizzare pensando alle cosce della prof.

Quando tornai in classe lei era di nuovo seduta alla cattedra come se niente fosse. Io mi rimisi al mio banco, quindi lei alzò un attimo lo sguardo: "Va meglio, vero?"
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