Esperienza reale La zia di sempre

Tornai all'università dopo l'immacolata per affrontare gli ultimi giorni prima delle vacanze di Natale e rientrai a casa proprio a ridosso del 25 dicembre. Le occasioni in quei giorni per vedere la zietta che oramai era nei miei pensieri fissi (soprattutto per le seghe che le dedicavo) erano tante, però ovviamente essendo nel periodo di festa le occasioni erano anche dense di parenti e di persone. Avere un momento in cui provare perlomeno a provocarla era davvero difficile. Lei rimaneva sempre nel suo ruolo da zia, non facendo mai trasparire alcun messaggio equivocabile, era perfetta nel suo modo di essere. Era come se quegli episodi dove non era successo niente a livello fisico non ci fossero mai stati, ma il contatto visivo ci fu eccome ed entrambi ne eravamo consapevoli.
Io certe volte rimanevo spiazzato da questo modo di fare, ma poi dentro di me capivo certo che non era nel ruolo di potersi mettere a fare queste cose del genere o a provocarmi, lei rimaneva serenamente in attesa, sapendo che io avrei fatto prima o poi una mossa e lo sapeva soprattutto per come la guardavo.
Finora i suoi segnali verso di me non furono mai di indignazione e questa cosa mi diede sempre la fiducia di continuare nella mia tattica di "corteggiamento".
Arriviamo così a capodanno, e li vi posso assicuare che stare tranquillo o calmo fu davvero un'impresa, lei arrivò con un vestito color nero con effetto brillantinato con una scollatura non troppo esagerata sul seno, calze nere a pois e scarpe con tacchi.
Ma il colpo di grazia me lo diede il rossetto rosso, potrà sembrare banale, ma per uno che è sempre abituato a vedere quelle labbra con colori tenui, vedere quel rossetto rosso e soprattutto in abbinata a quell'abbigliamento, tenere il cazzo fermo fu davvero difficile.
Era come una calamita per me e cercai di sfruttare a tutti i costi quell'occasione nonostante eravamo davvero in tanti quella sera, però da lì a qualche giorno sarei dovuto ripartire e poi non l'avrei vista per mesi.
Così partì sin dall'aperitivo nella mia tattica, che era l'unica perseguibile in una serata con più di 30 persone, ovvero farla bere quando possibile, così cominciai a darle prosecco a ripetizione.
Finì l'aperitivo e ci sedemmo a tavola, io riuscì a sedermi non molto distante e quindi proseguì con la mia tattica, lei rideva, era euforica e sicuramente anche cominciava ad essere brilla. Dopo aver mangiato il primo uno dei miei cugini invitò tutti ad uscire a fare una foto di gruppo e così ci mettemmo sotto un porticato, li io furbescamente mi affiancai subito a lei per fare la foto ed eravamo praticamente dietro, dietro di noi c'era solo il muro. Io le misi una mano attorno al fianco per fare la foto e lì l'alcool e l'eccitazione presero il sopravvento, nonostante stavo correndo un rischio non indifferente, decisi di osare, tanto oramai la frittata era fatta e anche stavolta nella peggiore delle occasioni avevo già pronta la via d'uscita ovvero dare la colpa all'alcool.
Scesi la mano piano e delicatamente dal fianco al sedere, attesi per vedere la sua reazione, ma lei non si scompose, continuai a scendere finché la mia mano era oramai sul suo culo, senza mezzi termini, le stavo toccando il culo come si deve, lei non si imbarazzò minimamente, ne spostò le sue chiappe, erano morbide e sinuose, la mia mano rimase lì diversi secondi anche perché fecero le solite prove di autoscatto che fecero perdere tempo, quando finirono io spostai la mano per non farmi beccare dagli altri, lei si girò verso di me e sorrise. Finalmente il contatto fisico che tanto desideravo c'era stato ed io avevo un cazzo così duro che facevo fatica a camminare. Ma anche stavolta non fu tanto l'atto che mi eccitò quanto quel sorriso finale, quel sorriso mi sapeva di zoccola, ed io ero oramai in panne.... ed erano solo le 10 di sera, ancora per arrivare alla mezzanotte era lunga....
 
Tornai all'università dopo l'immacolata per affrontare gli ultimi giorni prima delle vacanze di Natale e rientrai a casa proprio a ridosso del 25 dicembre. Le occasioni in quei giorni per vedere la zietta che oramai era nei miei pensieri fissi (soprattutto per le seghe che le dedicavo) erano tante, però ovviamente essendo nel periodo di festa le occasioni erano anche dense di parenti e di persone. Avere un momento in cui provare perlomeno a provocarla era davvero difficile. Lei rimaneva sempre nel suo ruolo da zia, non facendo mai trasparire alcun messaggio equivocabile, era perfetta nel suo modo di essere. Era come se quegli episodi dove non era successo niente a livello fisico non ci fossero mai stati, ma il contatto visivo ci fu eccome ed entrambi ne eravamo consapevoli.
Io certe volte rimanevo spiazzato da questo modo di fare, ma poi dentro di me capivo certo che non era nel ruolo di potersi mettere a fare queste cose del genere o a provocarmi, lei rimaneva serenamente in attesa, sapendo che io avrei fatto prima o poi una mossa e lo sapeva soprattutto per come la guardavo.
Finora i suoi segnali verso di me non furono mai di indignazione e questa cosa mi diede sempre la fiducia di continuare nella mia tattica di "corteggiamento".
Arriviamo così a capodanno, e li vi posso assicuare che stare tranquillo o calmo fu davvero un'impresa, lei arrivò con un vestito color nero con effetto brillantinato con una scollatura non troppo esagerata sul seno, calze nere a pois e scarpe con tacchi.
Ma il colpo di grazia me lo diede il rossetto rosso, potrà sembrare banale, ma per uno che è sempre abituato a vedere quelle labbra con colori tenui, vedere quel rossetto rosso e soprattutto in abbinata a quell'abbigliamento, tenere il cazzo fermo fu davvero difficile.
Era come una calamita per me e cercai di sfruttare a tutti i costi quell'occasione nonostante eravamo davvero in tanti quella sera, però da lì a qualche giorno sarei dovuto ripartire e poi non l'avrei vista per mesi.
Così partì sin dall'aperitivo nella mia tattica, che era l'unica perseguibile in una serata con più di 30 persone, ovvero farla bere quando possibile, così cominciai a darle prosecco a ripetizione.
Finì l'aperitivo e ci sedemmo a tavola, io riuscì a sedermi non molto distante e quindi proseguì con la mia tattica, lei rideva, era euforica e sicuramente anche cominciava ad essere brilla. Dopo aver mangiato il primo uno dei miei cugini invitò tutti ad uscire a fare una foto di gruppo e così ci mettemmo sotto un porticato, li io furbescamente mi affiancai subito a lei per fare la foto ed eravamo praticamente dietro, dietro di noi c'era solo il muro. Io le misi una mano attorno al fianco per fare la foto e lì l'alcool e l'eccitazione presero il sopravvento, nonostante stavo correndo un rischio non indifferente, decisi di osare, tanto oramai la frittata era fatta e anche stavolta nella peggiore delle occasioni avevo già pronta la via d'uscita ovvero dare la colpa all'alcool.
Scesi la mano piano e delicatamente dal fianco al sedere, attesi per vedere la sua reazione, ma lei non si scompose, continuai a scendere finché la mia mano era oramai sul suo culo, senza mezzi termini, le stavo toccando il culo come si deve, lei non si imbarazzò minimamente, ne spostò le sue chiappe, erano morbide e sinuose, la mia mano rimase lì diversi secondi anche perché fecero le solite prove di autoscatto che fecero perdere tempo, quando finirono io spostai la mano per non farmi beccare dagli altri, lei si girò verso di me e sorrise. Finalmente il contatto fisico che tanto desideravo c'era stato ed io avevo un cazzo così duro che facevo fatica a camminare. Ma anche stavolta non fu tanto l'atto che mi eccitò quanto quel sorriso finale, quel sorriso mi sapeva di zoccola, ed io ero oramai in panne.... ed erano solo le 10 di sera, ancora per arrivare alla mezzanotte era lunga....
Non avevo questo hype addosso dai tempi di breaking bad
 
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