TuribioD
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Ciao a tutti. Vorrei raccontarvi un'esperienza di tanti anni fa, con una immigrata irregolare.
È una storia vera, e un po' lunga (24 capitoli). I primi sono introduttivi, l'azione arriva dopo.
L'ho scritta in terza persona, ovvero parlo di un certo Fabio, che è il mio alter ego.
L'ho pubblicata anche su questo sito personale che sto realizzando: https://turistorie.wordpress.com
Dedico quanto ho scritto alla memoria di lei, Ramona, che non so più che fine abbia fatto.
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Eva, una ragazza semplice, aveva fatto le superiori e poi aveva cominciato a lavorare. Non si distingueva particolarmente per la bellezza ma a Fabio sembrava molto buona e adatta a lui.
Aveva per lei quelle semplici attenzioni che un cuore innamorato sa ispirare.
Un pomeriggio era a casa a studiare per un esame e arrivò un forte acquazzone.
Pensò che Eva non si era portata l’ombrello al lavoro, visto il sole radioso del mattino. Così, sotto quel diluvio, andò a cercarla alla stazione.
Quando lei giunse la salutò come se stesse passando di lì per caso, la prese sotto l’ombrello e la accompagnò a casa.
Un momento prezioso anche sotto l’acqua, perché non era facile trovare occasioni per stare solo con lei.
Lei, che alla sera doveva rientrare non più tardi delle 11, per tassativo ordine del padre.
Lui, che se un’amica pettegola della madre lo vedeva per strada con una ragazza, dopo doveva sorbirsi l’interrogatorio di mamma su chi era lei.
Lui che una sera, dalla finestra del bagno che aveva lasciato sbadatamente aperta, fu visto masturbarsi da una ragazza più grande che viveva nel palazzo di fronte.
Lei poi lo raccontò ai suoi amici, davanti a lui. La cosa fortunatamente non destò scandalo in loro.
Ancora lui che, guardando un giorno la vetrina di un’edicola per vedere se era uscita la sua rivista di motori preferita, fu visto da qualcuno che subito pensò male.
Subì poi una dura sfuriata da parte di sua madre, per il sospetto che comprasse riviste pornografiche. Infatti, sia le riviste di motori che quelle porno erano in posti vicini nella vetrina.
“Le mamme italiane sono meglio degli investigatori di scena del crimine. Sanno che l’hai fatto, come l’hai fatto, con chi l’hai fatto, e possono sentirti mentre cerchi di nascondere l’evidenza.”
Non è un luogo comune. È proprio vero!
Insomma, era un ambiente pettegolo e repressivo. Non tanto per la Chiesa e l’oratorio, dove anzi si facevano belle conoscenze e si forgiavano amicizie, quanto per le famiglie e specialmente certe madri, che da giovani avevano ricevuto un'educazione molto rigida e la riflettevano sui loro figli.
Comunque, torniamo a noi. Eva non arrivava a vedere il nesso tra le frequenti apparizioni di Fabio nella sua vita, ma sembrava rispondere bene.
Quando pensò che i tempi fossero maturi, lui col cuore in mano le rivelò i suoi sentimenti.
Ma Eva non volle impegnarsi e provare a conoscerlo meglio.
A Fabio dispiacque molto, perché la amava tantissimo. Era già la terza ragazza con cui aveva tentato di iniziare una relazione, ed era la sua terza delusione amorosa in quattro anni.
Perché riceveva sempre rifiuti? Non piaceva proprio a nessuna, o era colpa dell'essere state educate a diffidare dei ragazzi? Forse per fatti di cronaca nera che portavano ad averne timore, facendo di tutte le erbe un fascio? Del considerare l’amore una cosa sporca e pericolosa, o che come minimo distoglie da obiettivi più importanti? Della comodità di vivere con papà e mamma che pensano a tutto, dando poco peso all’impegno per costruire il proprio futuro?
La consolazione di Fabio era che almeno aveva tentato. Non sarebbe rimasto per il resto della vita col rimpianto di non averci provato.
Invidiava qualche suo amico, che intorno ai diciassette anni aveva trovato la fidanzata. Biologicamente era quella l’età giusta. Andava tutto bene e un giorno si sarebbero sposati. Quante energie e delusioni risparmiate!
Fabio invece doveva incassare ancora molti rifiuti, aveva davanti molti rischi e tentazioni da affrontare, e viveva nella straziante incertezza di poter mai incontrare una donna che lo amasse.
D’altra parte, a differenza di quegli amici che considerava fortunati, in questa sua lunga ricerca avrebbe avuto l’occasione di fare esperienze variegate e singolari.
Avrebbe esplorato e conosciuto strani e oscuri recessi del variopinto universo femminile, molto diverso da quello ideale e perfetto che gli avevano raccontato fin dalla tenera età.
È una storia vera, e un po' lunga (24 capitoli). I primi sono introduttivi, l'azione arriva dopo.
L'ho scritta in terza persona, ovvero parlo di un certo Fabio, che è il mio alter ego.
L'ho pubblicata anche su questo sito personale che sto realizzando: https://turistorie.wordpress.com
Dedico quanto ho scritto alla memoria di lei, Ramona, che non so più che fine abbia fatto.

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01. Il puro amore per Eva
A metà degli anni '80, nella periferia di Milano, Fabio, timido studente ventunenne, si era innamorato di Eva, una coetanea impegnata come lui in parrocchia e in un gruppo di volontariato. Lui figlio di immigrati, lei di puro ceppo autoctono.Eva, una ragazza semplice, aveva fatto le superiori e poi aveva cominciato a lavorare. Non si distingueva particolarmente per la bellezza ma a Fabio sembrava molto buona e adatta a lui.
Aveva per lei quelle semplici attenzioni che un cuore innamorato sa ispirare.
Un pomeriggio era a casa a studiare per un esame e arrivò un forte acquazzone.
Pensò che Eva non si era portata l’ombrello al lavoro, visto il sole radioso del mattino. Così, sotto quel diluvio, andò a cercarla alla stazione.
Quando lei giunse la salutò come se stesse passando di lì per caso, la prese sotto l’ombrello e la accompagnò a casa.

Un momento prezioso anche sotto l’acqua, perché non era facile trovare occasioni per stare solo con lei.
Lei, che alla sera doveva rientrare non più tardi delle 11, per tassativo ordine del padre.
Lui, che se un’amica pettegola della madre lo vedeva per strada con una ragazza, dopo doveva sorbirsi l’interrogatorio di mamma su chi era lei.
Lui che una sera, dalla finestra del bagno che aveva lasciato sbadatamente aperta, fu visto masturbarsi da una ragazza più grande che viveva nel palazzo di fronte.
Lei poi lo raccontò ai suoi amici, davanti a lui. La cosa fortunatamente non destò scandalo in loro.
Ancora lui che, guardando un giorno la vetrina di un’edicola per vedere se era uscita la sua rivista di motori preferita, fu visto da qualcuno che subito pensò male.
Subì poi una dura sfuriata da parte di sua madre, per il sospetto che comprasse riviste pornografiche. Infatti, sia le riviste di motori che quelle porno erano in posti vicini nella vetrina.

“Le mamme italiane sono meglio degli investigatori di scena del crimine. Sanno che l’hai fatto, come l’hai fatto, con chi l’hai fatto, e possono sentirti mentre cerchi di nascondere l’evidenza.”
Non è un luogo comune. È proprio vero!
Insomma, era un ambiente pettegolo e repressivo. Non tanto per la Chiesa e l’oratorio, dove anzi si facevano belle conoscenze e si forgiavano amicizie, quanto per le famiglie e specialmente certe madri, che da giovani avevano ricevuto un'educazione molto rigida e la riflettevano sui loro figli.
Comunque, torniamo a noi. Eva non arrivava a vedere il nesso tra le frequenti apparizioni di Fabio nella sua vita, ma sembrava rispondere bene.
Quando pensò che i tempi fossero maturi, lui col cuore in mano le rivelò i suoi sentimenti.
Ma Eva non volle impegnarsi e provare a conoscerlo meglio.
A Fabio dispiacque molto, perché la amava tantissimo. Era già la terza ragazza con cui aveva tentato di iniziare una relazione, ed era la sua terza delusione amorosa in quattro anni.
Perché riceveva sempre rifiuti? Non piaceva proprio a nessuna, o era colpa dell'essere state educate a diffidare dei ragazzi? Forse per fatti di cronaca nera che portavano ad averne timore, facendo di tutte le erbe un fascio? Del considerare l’amore una cosa sporca e pericolosa, o che come minimo distoglie da obiettivi più importanti? Della comodità di vivere con papà e mamma che pensano a tutto, dando poco peso all’impegno per costruire il proprio futuro?
La consolazione di Fabio era che almeno aveva tentato. Non sarebbe rimasto per il resto della vita col rimpianto di non averci provato.
Invidiava qualche suo amico, che intorno ai diciassette anni aveva trovato la fidanzata. Biologicamente era quella l’età giusta. Andava tutto bene e un giorno si sarebbero sposati. Quante energie e delusioni risparmiate!
Fabio invece doveva incassare ancora molti rifiuti, aveva davanti molti rischi e tentazioni da affrontare, e viveva nella straziante incertezza di poter mai incontrare una donna che lo amasse.
D’altra parte, a differenza di quegli amici che considerava fortunati, in questa sua lunga ricerca avrebbe avuto l’occasione di fare esperienze variegate e singolari.
Avrebbe esplorato e conosciuto strani e oscuri recessi del variopinto universo femminile, molto diverso da quello ideale e perfetto che gli avevano raccontato fin dalla tenera età.
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