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Capitolo 1: Bar Mario
Racconti Erotici
LE SPORCHE STORIE: L'IDEALE DELL'OSTRICA
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<blockquote data-quote="patrulla" data-source="post: 20655372" data-attributes="member: 293014"><p><strong>Quinta parte</strong></p><p></p><p>Il periodo del Covid lo abbiamo vissuto in maniera molto tranquilla: eravamo spaventati per la situazione in generale, ma fortunatamente anche i nostri parenti non hanno avuto particolari problemi. Di soldi in cascina ne avevamo e ogni tanto, solo con persone iper fidate e tamponate, Chiara faceva incontri a casa con io che aspettavo in salotto, un modo questo per continuare ad avere entrate anche durante quel periodo così buio.</p><p></p><p>La sorte però ben presto ci voltò le spalle. Per prima cosa quel prelato che rappresentava lo sponsor della mia exit strategy venne di colpo rimosso e mandato a "meditare" lontano da Roma, segno del fatto che aveva oltrepassato il limite con il Vaticano che in questi casi opta sempre per un trasferimento.</p><p></p><p>Qualche altro contatto importante però mi era rimasto e avevo la fiducia che, quando le cose si fossero normalizzate, un posticino per me da qualche parte sarebbe spuntato fuori. L'imprenditore milanse con cui Chiara invece ambiva a rimpiazzarmi ebbe dei seri problemi con il Covid, fortunatamnete non ci rimise le penne ma quell'esperienza lo riavvicinò alla moglie e decise di tagliare con tutto il resto.</p><p></p><p>In pratica pur mentendoci l'un con l'altro eravamo tornati a essere solo noi due, poi con le riaperture e il periodo delle zone a colori avevamo ripreso i nostri rispettivi incontri anche se molto più selezionati: lei si prendeva cura dei suoi "vecchietti" sperando che non tirassero le cuoia e io delle mie checche d'alto bordo.</p><p></p><p>Quando tutto sembrava essere tornato alla normalità ecco che arrivò il giorno maledetto. Giusy - l'amica che stava a Milano - sentì Chiara e le disse che a Roma c'era un suo cliente che cercava compagnia, garantendo per lui. Questo si presentò a casa che io ero uscito da poco e, come spesso accadeva, controllavo il tutto da un bar nella nostra via.</p><p></p><p>Dopo un po' però vidi arrivare un'altra macchina e scendere tre uomini che entrarono nella sartoria. Mi allarmai subito poi vidi il sarto uscire fuori e farmi segno di scappare ma io non potevo andarmene, così di corsa andai verso il nostro appartamento.</p><p></p><p>Come entrai mi ritrovai una pistola puntata contro: mentre a turno si stavano scopando Chiara senza ritegno, chi non era occupato con la mia ragazza - a colpo sicuro - ci stava prendendo tutti i soldi che avevamo nascosto. Quando ebbero finito di scoparsela tutti un paio di volte, due di loro restarono con me a casa e gli altri due si fecero portare alla cassetta di sicurezza per svuotare anche quella.</p><p></p><p>Giusy ci aveva venduto e Chiara era stata così ingenua da dirle dove teneva i soldi. Quando ci lasciarono soli a casa lei piangeva disperata sul mio petto mentre io non riuscivo a dire nulla, non approfondendo anche la cosa della cassetta di sicurezza di cui segretamente ero comunque a conoscenza: una volta un po' calmata si giustificò dicendo che era per non avere i soldi tutti in casa, ma ormai non me ne fregava più nulla.</p><p></p><p>Quella cosa ci riavvicinò molto e fu veramente scioccante, ci restavano comunque i soldi che avevo sul conto ma ci rubarono veramente tanti soldi, guadagnati dalla mia ragazza a suon di pompini e inculate. Io le dissi "amore, torniamocene in Sicilia che la questione dei chioschi si sta sbloccando e abbiamo i soldi per cercare di prenderne uno in gestione".</p><p></p><p>Lei però non voleva mollare, riprese a fare qualche incontro ma ormai non si fidava più di nessuno, era sempre super sospettosa e questa non piaceva molto ai clienti che iniziarono a mollarla anche perché era diventata più fredda. Quando Caty e Lucio ci invitarono di nuovo in quella villa liberty così decidemmo di andare visti i tanti soldi offerti.</p><p></p><p>Questa volta c'erano meno persone ma ne uscimmo letteralmente devastati sia mentalmente sia fisicamente. Sia ben chiaro, tutto era stato anticipato e siamo stati noi ad accettare, ma la serata era in tema bdsm ed è stata veramente dura... soprattutto a Chiara l'avevano messa in piedi, con le mani legate in alto a una catena attaccata al soffitto. A turno i presenti l'hanno frustata, inculata e tormentata in ogni modo.</p><p></p><p>Quando l'hanno slegata è stato anche peggio, visto che l'hanno impalata sul cazzone di Paolone mentre la madre la tormentava con un frustino, con le signore che alla fine le pisciarono sul corpo mentre era a terra in posizione fetale. Tornammo a casa devastati, lanciammo i soldi sul tavolo poi ci mettemmo a piangere abbracciati a terra. Basta era troppo, fu lei a dirmi "torniamo a casa, torniamo domani".</p><p></p><p>Il tempo di sistemare alcune cose con la casa e la settimana dopo eravamo già sull'aereo verso l'isola. Prendemmo poi il pullman per andare nella nostra città anni dopo l'ultima volta con il grosso dei bagagli che lo avevamo spedito. Entrambi eravamo silenziosi e io ripensai a Tano, al mio caro amico Tanuzzo.</p><p></p><p>Avevo infranto la promessa che gli avevo fatto, mi ero scordato di lui e di recente neanche gli auguri al compleanno o a Natale gli avevo fatto. Che pezzo di merda che sono stato, così ripensai a quella cosa che mi disse dell'ostrica o che cazzo era. Così iniziai a googlare e alla fine finalmente capii cos'era quell'ideale dell'ostrica di cui mi aveva fatto cenno prima di partire per Roma, lessi la definizione e mi misi a piangere.</p><p></p><p>"L'ideale dell'ostrica si basa sulla convinzione che per coloro che appartengono alla fascia dei deboli è necessario rimanere legati ai valori della famiglia, al lavoro, alle tradizioni ataviche, per evitare che il mondo, cioè il pesce vorace, li divori".</p><p></p><p>FINE</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="patrulla, post: 20655372, member: 293014"] [B]Quinta parte[/B] Il periodo del Covid lo abbiamo vissuto in maniera molto tranquilla: eravamo spaventati per la situazione in generale, ma fortunatamente anche i nostri parenti non hanno avuto particolari problemi. Di soldi in cascina ne avevamo e ogni tanto, solo con persone iper fidate e tamponate, Chiara faceva incontri a casa con io che aspettavo in salotto, un modo questo per continuare ad avere entrate anche durante quel periodo così buio. La sorte però ben presto ci voltò le spalle. Per prima cosa quel prelato che rappresentava lo sponsor della mia exit strategy venne di colpo rimosso e mandato a "meditare" lontano da Roma, segno del fatto che aveva oltrepassato il limite con il Vaticano che in questi casi opta sempre per un trasferimento. Qualche altro contatto importante però mi era rimasto e avevo la fiducia che, quando le cose si fossero normalizzate, un posticino per me da qualche parte sarebbe spuntato fuori. L'imprenditore milanse con cui Chiara invece ambiva a rimpiazzarmi ebbe dei seri problemi con il Covid, fortunatamnete non ci rimise le penne ma quell'esperienza lo riavvicinò alla moglie e decise di tagliare con tutto il resto. In pratica pur mentendoci l'un con l'altro eravamo tornati a essere solo noi due, poi con le riaperture e il periodo delle zone a colori avevamo ripreso i nostri rispettivi incontri anche se molto più selezionati: lei si prendeva cura dei suoi "vecchietti" sperando che non tirassero le cuoia e io delle mie checche d'alto bordo. Quando tutto sembrava essere tornato alla normalità ecco che arrivò il giorno maledetto. Giusy - l'amica che stava a Milano - sentì Chiara e le disse che a Roma c'era un suo cliente che cercava compagnia, garantendo per lui. Questo si presentò a casa che io ero uscito da poco e, come spesso accadeva, controllavo il tutto da un bar nella nostra via. Dopo un po' però vidi arrivare un'altra macchina e scendere tre uomini che entrarono nella sartoria. Mi allarmai subito poi vidi il sarto uscire fuori e farmi segno di scappare ma io non potevo andarmene, così di corsa andai verso il nostro appartamento. Come entrai mi ritrovai una pistola puntata contro: mentre a turno si stavano scopando Chiara senza ritegno, chi non era occupato con la mia ragazza - a colpo sicuro - ci stava prendendo tutti i soldi che avevamo nascosto. Quando ebbero finito di scoparsela tutti un paio di volte, due di loro restarono con me a casa e gli altri due si fecero portare alla cassetta di sicurezza per svuotare anche quella. Giusy ci aveva venduto e Chiara era stata così ingenua da dirle dove teneva i soldi. Quando ci lasciarono soli a casa lei piangeva disperata sul mio petto mentre io non riuscivo a dire nulla, non approfondendo anche la cosa della cassetta di sicurezza di cui segretamente ero comunque a conoscenza: una volta un po' calmata si giustificò dicendo che era per non avere i soldi tutti in casa, ma ormai non me ne fregava più nulla. Quella cosa ci riavvicinò molto e fu veramente scioccante, ci restavano comunque i soldi che avevo sul conto ma ci rubarono veramente tanti soldi, guadagnati dalla mia ragazza a suon di pompini e inculate. Io le dissi "amore, torniamocene in Sicilia che la questione dei chioschi si sta sbloccando e abbiamo i soldi per cercare di prenderne uno in gestione". Lei però non voleva mollare, riprese a fare qualche incontro ma ormai non si fidava più di nessuno, era sempre super sospettosa e questa non piaceva molto ai clienti che iniziarono a mollarla anche perché era diventata più fredda. Quando Caty e Lucio ci invitarono di nuovo in quella villa liberty così decidemmo di andare visti i tanti soldi offerti. Questa volta c'erano meno persone ma ne uscimmo letteralmente devastati sia mentalmente sia fisicamente. Sia ben chiaro, tutto era stato anticipato e siamo stati noi ad accettare, ma la serata era in tema bdsm ed è stata veramente dura... soprattutto a Chiara l'avevano messa in piedi, con le mani legate in alto a una catena attaccata al soffitto. A turno i presenti l'hanno frustata, inculata e tormentata in ogni modo. Quando l'hanno slegata è stato anche peggio, visto che l'hanno impalata sul cazzone di Paolone mentre la madre la tormentava con un frustino, con le signore che alla fine le pisciarono sul corpo mentre era a terra in posizione fetale. Tornammo a casa devastati, lanciammo i soldi sul tavolo poi ci mettemmo a piangere abbracciati a terra. Basta era troppo, fu lei a dirmi "torniamo a casa, torniamo domani". Il tempo di sistemare alcune cose con la casa e la settimana dopo eravamo già sull'aereo verso l'isola. Prendemmo poi il pullman per andare nella nostra città anni dopo l'ultima volta con il grosso dei bagagli che lo avevamo spedito. Entrambi eravamo silenziosi e io ripensai a Tano, al mio caro amico Tanuzzo. Avevo infranto la promessa che gli avevo fatto, mi ero scordato di lui e di recente neanche gli auguri al compleanno o a Natale gli avevo fatto. Che pezzo di merda che sono stato, così ripensai a quella cosa che mi disse dell'ostrica o che cazzo era. Così iniziai a googlare e alla fine finalmente capii cos'era quell'ideale dell'ostrica di cui mi aveva fatto cenno prima di partire per Roma, lessi la definizione e mi misi a piangere. "L'ideale dell'ostrica si basa sulla convinzione che per coloro che appartengono alla fascia dei deboli è necessario rimanere legati ai valori della famiglia, al lavoro, alle tradizioni ataviche, per evitare che il mondo, cioè il pesce vorace, li divori". FINE [/QUOTE]
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