Esperienza reale L'importanza dell'età

complimenti...scritto bene...ti fa venir voglia di leggere la prossima parte. Non risparmiare dettagli quando la descriverai, visto che non possiamo vederla faccela immaginare il più possibile
 
Ragazzi avete ragione , grazie per i like, purtroppo questo periodo mi ha buttato giù mentalmente , e da come potete vedere amo raccontare le cose per bene . Comunque in questa settimana cercherò di scrivere il continuo , grazie :*
E quì l'attesa si prolunga ... dai continua!
 
La terza parte, la quarta arriverà molto più in fretta,grazie a tutti per la pazienza,spero però di restituire tutte le mie sensazione

Quella mattina mi svegliai presto,avevo naturalmente bisogno di risposte,ma tuttavia non era nelle mie intenzioni apparire disperato. Erano le 6:00 e in base a ciò che mi disse Marco,lui e il padre partirono intorno alle 5:00, quindi da lì a qualche ora,qualcosa si sarebbe mosso. Passarono un altro paio di ore,e dato che non accadde nulla, mandai un messaggio a Marco per sincerarmi della loro partenza( casomai qualche cambio di programma improvviso ), e quando mi confermò addirittura da quanto erano in viaggio,mi sentii autorizzato a fare qualcosa. Presi il cellulare e chiamai Tina, ma non mi rispose, al che posai con mestizia il telefono pensando alle congetture che avevo fatto e che addirittura non mi avevano fatto partire con i miei amici. Sicuramente Tina aveva ripensato a ciò che aveva fatto e magari voleva solo cancellarlo al più presto. Si fecero le 13:00 e non vi nascondo il nervosismo di aver rinunciato ad una meritata vacanza,per restare in una maledetta città vuota, senza amici e sopratutto senza amiche con cui poter liberare la mia libido . Quel pomeriggio c’era un caldo straziante,e il controllare frenetico il cellulare,mi aveva stancato,tanto che avevo deciso di posarlo e non pensarci più di tanto. Nella mia mente quella giornata sarebbe dovuta essere perfetta,all’insegna della scopata migliore della mia vita,invece mi ritrovavo tutto sudato a guardare il ventilatore soffiarmi aria bollente in faccia e a leggere i messaggi di Marco,esattamente l’opposto di ciò che ritenevo eccitante. Per fortuna,fu proprio una sua chiamata a salvare il tutto:
“Oh Marco,dimmi cosa è successo?”
“Fra’ mi devi fare una cortesia,e non sai quanto mi dispiace darti questa rottura di coglioni”
“Dici non preoccuparti”
“Dovresti farmi la cortesia di passare a casa,mia madre sta avendo problemi con il telefono fisso, e mi ha detto che l’ultima volta che passasti,già te ne parlò di questo difetto...sono mortificato,le ho detto che non doveva romperti le palle,ma a momenti piangeva dato che è l’unico modo per stare in contatto con mia nonna”
“ Marco ma non preoccuparti assolutamente, stavo qui in casa a girarmi i pollici,almeno faccio qualcosa”
Nel frattempo il mio pantalone reggeva a stento l’eccitazione,ma mi chiedevo come mai coinvolgere anche Marco,ma non era tempo di farsi domande. Feci una doccia veloce,mi caricai il portafoglio di preservativi e corsi a casa di Tina. Citofonai e già sentendo la sua voce,il mio respiro si fece più corto. Salito sopra mi trovai Tina che mi aspettava sulla porta,una normale vestaglia da casa le disegnava le curve in quel corpo minuto,e dei sandali con un piccolo tacco,le risaltavano le caviglie sottili e quelle gambe lisce. Quei piccoli piedi in armonia con il suo corpo,erano resi ancora più belli dallo smalto color fuoco che aveva sicuramente messo la mattina. Mi fece cenno di entrare,e vi confesso che quella foga di saltarle addosso,si ridimensionò a causa della situazione che per me era ancora tanto strana, sembravo infatti un verginello alla prima scopata. Naturalmente non ero imbarazzato,tutt’altro e di fatto presi la situazione in pugno chiedendole con schiettezza il motivo per cui non mi aveva contattato subito la mattina,e sopratutto perché servirsi di Marco per farmi arrivare da lei. Mi rispose con molta chiarezza che ,abitando in un palazzo,non sarebbe stato normale ricevere visite che non avrebbe potuto poi giustificare, conoscendo sopratutto il carattere del marito. Ci trasferimmo nel salottino,e quando si sedette osservai ancora meglio quelle gambe stupende che,accavallate apparvero ai miei occhi come uno scrigno che dovevo assolutamente aprire. Nel sedersi poi ,avevo notato un movimento molto più “fluido” del seno,il che significava o che indossava un reggiseno di quelli morbidi,o direttamente nulla. Tina era visibilmente incerta,e a quanto pare una voce dentro di lei continuava a frenarla,ma come ho già detto,non era tempo di farsi domande. Mi avvicinai a lei e assaporai dal collo quel profumo di sapone,e il mio respiro la fece evidentemente sussultare, in quanto inarcò la schiena,mostrando ancora più prepotentemente il décolleté e quel seno morbido che la mia mano vorace afferrò con forza,notando finalmente che non portava alcun sostegno. Le girai il volto e cominciai a baciarla senza alcun rispetto,leccandole le labbra e succhiandole la lingua,con lei che,in balia della mia eccitazione,cercava di ricambiare come meglio poteva. Il bacio durò a lungo con lei che prendeva sempre più confidenza,sentendosi sempre più libera,e fu in quel momento che si alzò e si aprì con forza la vestaglia con i bottoncini che si sparsero in tutta la stanza e quel seno che finalmente vedevo totalmente libero. Era lì,davanti ai miei occhi,indossando solo una brasiliana di pizzo bianco,e quei sandaletti con il tacco. Avevo il cazzo in fiamme e tenerlo ancora costretto mi sembrava follia,ma mentre stavo per togliermi di corsa il jeans,Tina mi fermo bloccandomi sul divano . Si sedette su di me e mi sfilò la t-shirt ,sentivo il calore del suo seno sul mio petto e la sua fica che,nonostante portassi ancora il jeans, rilasciava un meraviglioso calore che si spandeva sul mio sesso. Cominciò a mordermi e leccarmi i capezzoli, mentre con la sua fica carezzava l’asta del mio cazzo che aveva trovato una via di fuga sul lato sinistro delle mutande, in quel momento credetemi,solo con una forte dose di autocontrollo ero riuscito a non sborrare nelle mutande. Con una mano le stringevo quel seno che penzolava su di me e con l’altra spingevo la sua testa sul mio petto ormai lucido della sua saliva. Per quanto mi stesse piacendo il controllo che stava operando Tina su di me,avevo bisogno di soddisfare ciò che la mia bocca voleva. Questa volta fui io ad alzarmi facendola sedere e finalmente liberai il mio cazzo dalla prigionia asfissiante del jeans e dei box. Anche seduta il suo seno era perfettamente compatto,ma non volendo subito sfogare su quello spettacolo, partii dai piedi. Sfilai i sandali e le chiesi se avesse messo per me lo smalto,accennò un si con la testa,e allora cominciai a baciarlo e leccarlo,con i suoi occhi che si socchiudevano in preda all’eccitazione ,l’altro invece lo muovevo sul mio cazzo,strusciandolo sulle mie palle e sulla cappella ormai lucidissima. Nel fare questo,le sue gambe inevitabilmente allargate,mostrarono quel pizzo su un delicato pelo nero che però si notava fosse molto curato. Andai avanti a leccarle il piede mentre lei ,senza che la guidassi ormai, mi carezzava il cazzo con l’altro. Avanzai sul suo interno coscia e lei in un impeto forte ed esasperato di eccitazione,prese la mia testa e la posizionò tra le sue gambe, riuscendo a stento a chiedermi di leccarla. Qui fui molto irruento e senza averne cura di sfilarle le mutandine, grazie al pizzo che me lo facilitò ,strappai tutto,aprendo ai miei occhi una perfetta fica ben chiusa,con un pelo perfettamente delineato in un triangolo e un sedere che sembrava non avesse mai provato un cazzo. Cacciai la lingua ,e cominciai a leccare e succhiare,assaporando finalmente tutto il suo contenuto. Non fermandomi,scesi leccandole voracemente il sedere e,sputando sul suo buco,cominciai a massaggiare con l’indice mentre continuavo il mio lavoro di lingua. Tina sembrava volesse spostare il sedere ,il che confermò la mia impressione,ma ormai era una marionetta nella mia totale volontà e ,restando la mia mano lì,tornai sulla sua bocca la baciai nuovamente infilandole con non poco sforzo un dito nel sedere, si liberò in fretta delle mie labbra, pregandomi con un’ incredibile dolcezza remissiva,di fare piano. Purtroppo questa richiesta al mio io predominante, fece esattamente l’opposto ,le dissi no e cominciai così a pomparle con forza il dito dietro,con lei che sussultava ad ogni colpo,e con quel seno che si muoveva meravigliosamente,ma un po' frenato dalla mia bocca che lo succhiava in ogni centimentro ;ma il mio cazzo ormai non reggeva più...aveva bisogno di Tina… (continua)
 
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