Esperienza reale Racconto di fantasia NOTE HARD SUL PENTAGRAMMA

TributaTOR

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*Ammazza che caldo....*
Sfiancato dall'afa di questi giorni di luglio, me ne stavo sull'unica panchina ombreggiata davanti il conservatorio. La lezione di sax iniziava solo dopo un'ora e mezza e io mi ero anticipato perché volevo prepararmi al meglio la canzone Baker Street così che potevo far ascoltare i miei progressi al prof e portarla all'esame finale.
Nel mentre mi rileggevo le note nella mia mente ed idealizzavo la mia performance finale, sentii diverse voci femminili e così abbassai lo sguardo e vidi Giusy: una bella ragazza di 29 anni, capello rossiccio, occhi castani, labbra carnose, fisico di chi si mantiene in forma con il fitness, un seno grande che sapeva farsi notare e un culo che non aveva la stessa prepotenza delle tette ma comunque faceva la sua figura.
Giusy la incontravo spesso nei corridoi del conservatorio ma non c'ero mai riuscito a parlare più di tanto, sempre molto schiva e imbronciata:
- Ti serve una cartina?
Giro lo sguardo verso il punto da dove sentivo la voce:
- Mi sembra che ti sei perso... Ehehe
Alessandro mi guardava e rideva:
- Oi Ale ma che perso.... Ragionavo un po' sull'esame e su come presentare la canzone.
Si siede accanto a me:
- Ecco bravo pensa a quello che la bella Giusy non ti guardarebbe nemmeno se mettessero una tua gigantografia nell'ingresso del conservatorio.
- Eeeeeh che esagerato.... Faccio così schifo?
- Non è quello... È fidanzata, lo sai no?
- Si con Giacomo, quello delle percussioni. Vai a capì come cazzo ha fatto a conquistare una tipa così...
- Invidioso eh?
- Macché invidioso... È che comunque sembrano la bella e la bestia...
- Semplicemente perché lui è un ottimo investitore. L'ha vista quando ancora era un brutto anatroccolo ed ora ha tra le mani un bel cigno. Tu hai fatto il superficiale e stai con sto cazzo tra le mani...
- Ma perché tu te la saresti mai presa ai tempi?
Ci guardammo in faccia e mi fa:
- Era brutta forte...
Scoppiammo in una fragorosa risata. Finito il momento di ilarità, entrammo nella scuola visto che anche lui aveva avuto la mia stessa idea e doveva preparare la canzone per l'esame finale.
- We se finisco per tempo ci prendiamo un caffè dopo?
- Si perché no dai...
- Ti scrivo dopo allora...
- Oook buona lezione
- Anche a te...
Mi avviai verso la sala sax. Entrato nella stanza vuota, tirai fuori lo strumento e cominciai a provare. Il pezzo suonava bene però c'era qualcosa che non mi convinceva, così cominciai a scrivere su un taccuino tutto ciò che non mi piaceva e sottoporlo al prof. Passata l'ora e mezza ecco che entrò il prof nell'aula che già mi aveva ascoltato suonare da fuori.
Devo dire che con lui avevo un bel rapporto di confronto e anche come insegnante non era il classico despota con la scopa nel culo anzi... Risate e battute anche a sfondo sessuale non mancavano nonostante i 30 anni di differenza tra di noi...
- Prima o poi mi metteranno dentro e sarà per colpa vostra, razza di pervertiti che non siete altro.
Questo ci diceva in aula quando capitava di parlare delle studentesse degli altri corsi, specialmente violino e pianoforte:
- Beh?
- Non lo so prof... Qualcosa non mi convince.
- In che senso?
- Bo... La sento strana come canzone.
- Ma questa l'hai scelta tu....
- Lo so, però... Sento che manca qualcosa...
- Fammi risentire....
Iniziai a suonare il pezzo. Al termine della canzone, vedevo che mi guardava anche lui perplesso:
- Sai cos'è? Siamo abituati a sentire la canzone con tutti gli strumenti. Solo sax è vuota...
- Esatto prof! La sento proprio vuota....
- Occorrerebbe riempirla con qualcos'altro...
- Magari una batteria?
Speravo di suonare con Alessandro:
- Naaaaa... Il pezzo ha un intenzione piuttosto dolce e per quanto può andare bene la batteria, comunque perderesti la dolcezza e fidati che all'esame ti aprono il culo...
- Uhm.....
- Mai sentito qualche pezzo piano-sax?
- Su YouTube dice?
- Si...
- A dire il verso forse qualcuno ma non ce l'ho presente...
- Be', il piano e il sax, insieme, fanno spesso da accompagnamento alle serate di gala...
- Si... Il jazz...
- Più dolce però....
- Uhm... Vuole mettere una parte di piano?
- Non una parte ma proprio un accompagnamento... La linea musicale la fai tu ma il piano ti accompagna.
- E dove lo trovo un pianista così capace. Nulla da togliere ai miei colleghi ma siamo tutti studenti e i prof non possono partecipare.
- Fammi parlare con l'insegnante di piano e vediamo se trovo qualcosa.
Il prof uscí dalla stanza lasciandomi da solo a pensare a come potrebbe essere il pezzo con questo accostamento.
Non era male l'idea quindi speravo che il prof mi portasse buone notizie.
Dopo una 20ina di minuti il prof rientrò in stanza:
- Apposto... Abbiamo la pianista.
- Brava?
- Altroché... Insegna musica anche alle medie.
- Non faranno storie?
- Assolutamente no. Mica è del conservatorio...
- Perfetto allora!
- Dai esercitati per domani.... Mirco.... Non farmi fare figure di merda eh!
Il prof se ne andò via.
Il giorno dopo mi ripresentai al conservatorio pronto per conoscere la mia accompagnatrice. Ci tenevo molto a questo esame, soprattutto al pezzo in questione. Aspettavo in aula mentre ripulivo lo strumento quando la porta si aprì:
- Mirco....
Era il prof:
- Ecco a te la tua accompagnatrice....
Mi voltai e vidi Giusy
*Porca puttana!*
Pensai nel vederla. Giusy se ne stava lì con la sua aria da despota...
*Ma che cazzo avrà da stare sempre imbronciata*
mi chiedevo mentre ci fissavano. Il professore fece le presentazioni e andò via lasciandoci da soli; decisi di presentarmi ed essere un po' più simpatico per alleggerire l'aria pesante che si era creata:
- Ciao... Piacere sono Mirco....
Le feci un sorriso:
- Buongiorno.... Pregherei che certe confidenze non le assumi con me.
*Cazzarola... * Mi rimisi al mio posto:
- Sono la professoressa Giusy, accompagnatrice per il suo pezzo per l'esame
*Azz è che è sto linguaggio? Manco avessimo 70 anni*
La guardavo tra il divertito e lo stupito:
- Sia chiaro sin da subito: 3 volte a settimana lezioni da 4 ore, la linea del pianoforte la scrivo io senza interferenza alcuna, lei si limiti a suonare la linea musicale principale....
*Si e una fetta di culo non la vuole sta matta?*
- D'accordo professoressa....
Mi limitai a fare ciò che voleva:
- Bene... Mi suoni il pezzo.
Cominciai a suonare il brano. Giusy mi guardava con attenzione e concentrazione per tutto il tempo e quando ebbi finito mi richiese di suonarlo ancora altre volte. Mentre suonavo vedevo che scriveva qualcosa sul libro di musica con il pentagramma vuoto;
*Cavolo che brava, già sta gettando lo spartito per l'accompagnamento*
La guardavo mentre suonavo e rimasi colpito da come aveva lo sguardo concentrato mentre mi ascoltava per poi scrivere.
Facemmo questa cosa per tutto il pomeriggio e quando finii l'ultima prova mi disse:
- Bene... L'accompagnamento è quasi pronto. Stasera lo provo al piano e domani insieme e vediamo cosa ne è uscito fuori.
- Va benissimo professoressa, la ringrazio per il suo tempo.
Prese le due cose e andò via dopo avermi salutato con un freddo "arrivederci"
Mandai subito un messaggio ad Alessandro per chiedergli un caffè urgente. Ci vedemmo fuori al bar:
- Non puoi neanche immaginare chi mi farà l'accompagnamento al pezzo...
- Chi? Alessia?
- No.... Anche se forse sarebbe meglio e anche lei a tette non è male.
- E allora chi?
- La professoressa Giusy...
- Ma sei serio?
- Purtroppo si....
- Come purtroppo?!?
- Eh... Che ti credi che è tutto rose e fiori? Quella non scopa e sta scazzata! Vuole che le dia del lei, mi dà del lei... Ma che è!?!
- AhHhahahahhahahahahhahaha! Non ci credo! Tutte a te succedono!
- Eh! Porca vacca, veramente!
- Oh ma guarda con chi deve uscire... Un po' la capisco
Alessandro prese la mia testa e la voltò verso la vetrina del bar che illustrava il mondo fuori. Vedemmo Giusy sottobraccio a Giacomo che non dicevano una parola e che sembravano una coppia ottocentesca:
- Non dev'essere facile vivere così!
- Mirco te l'ho detto! Lascia perdere...
- Ok, ho capito....
- Se non ti sta bene una cosa prendi e vai via... Evidentemente le sta bene così.
- Ma si....
Continuammo il nostro post conservatorio e poi tornammo ognuno a casa propria.
Il giorno dopo mi fermai al bar prima di entrare al conservatorio ed ecco che vidi entrare anche Giusy:
- Buon pomeriggio professoressa...
- Buon pomeriggio a lei....
- Posso offrirle un caffè?
- No grazie ho già fatto... Inizio ad entrare e l'aspetto dentro nella sala piano.
- Va benissimo, vengo subito.
Lei cominciò ad entrare ed io la raggiunsi 10 Min più tardi.
- Eccomi...
- Bene Mirco.... Ascolti l'accompagnamento. Non è male ma vorrei un parere da lei e poi proviamo insieme.
- Da me?
- Certo... Il pezzo lo deve portare lei e deve anche curarlo nei minimi dettagli. Io sono solo una mano esecutrice....
Questa cosa mi diede più terreno per muovermi ed interagire con lei. Così dopo la sua suonata iniziammo a lavorare al pezzo. Giusy mi consigliava e diceva cosa poteva o non poteva fare col piano, mi dava consigli su come presentarmi con il pezzo e lo strumento, insomma sul piano professionale, sarà che aveva capito che non ero uno sprovveduto, cominciò a trattarmi con più rispetto.
A due giorni dall'esame, io e Giusy stavamo sistemando le ultime cose. Tra di noi si stava più tranquilli, anche lei molto più rilassata ma comunque ligia e severa al dovere:
- Sono le 19:30... Che vuole fare?
- In che senso professoressa, mi scusi...
- Tra due giorni ha l'esame, interrompiamo e riprendiamo domani o vogliamo andare avanti ad oltranza?
- Lei che mi consiglia?
- Il pezzo va bene ma le rifiniture non sono mai abbastanza.
- Dai allora continuiamo....
Suonammo un altro paio di volte, al termine del quale le chiesi se avesse fame:
- Professoressa, mi scusi, ma sono le 20 e io avrei un po' di fame. Lei no?
- Si effettivamente è ora di cena, inoltre sta per chiudere il conservatorio...
- Si è vero.... Posso invitarla a prendere un pezzo di pizza?
Giusy rimase un po' sulle sue ma poi acconsentì:
- Va bene dai....
Uscimmo dal conservatorio e ci dirigemmo in una pizzeria al taglio. Mentre mangiavamo, Giusy era su WhatsApp che messaggiava con Giacomo parlando poco con me, così ne approfittai per rispondere ai messaggi ricevuti anche io quando sento lei che si lamentava:
- Che imbecille...
- Come scusi?
- No mi scusi lei, non ce l'avevo con lei...
- Ci sono problemi, professoressa?
- A dire il vero si... Il mio ragazzo non può venire a prendermi ed io sono a piedi.
- Ah ma per questo non c'è problema, cioè se vuole, la riaccompagno io a casa....
- Vabè.....
Concluse la mia proposta con fare scocciata. Nel tragitto in macchina parlammo poco e una volta giunti sotto casa, mi salutò velocemente e scappò dentro.
Il giorno dopo fu un giorno teso, avevo l'esame imminente e il cervello incominciava a cedere per la stanchezza. Provammo tutto il giorno, come finivo il pezzo, subito dovevo rifarlo. Ero stanco. Giusy anche.... Si vedeva che aveva investito del tempo e dell'energie per questo pezzo ma gli sforzi diedero i suoi risultati. Alla sera il pezzo suonava a meraviglia. Ci salutammo e ci demmo appunto all'indomani. Passai la notte insonne, ero agitato e nervoso per l'esame... Fui colpito dal suono di un messaggio su WhatsApp, alle 3 di notte. Vado a leggerlo ed era Giusy:
"Stia tranquillo... Sono sicura che il pezzo che porteremo colpirà la commissione. Cerchi di riposare"
*Cazzarola...*
Quel messaggio mi diede una certa tranquillità e mi fece un certo piacere. Il giorno dopo mi svegliai ben presto anche se con poche ore di sonno: mi lavai, preparai accuratamente, misi il miglior vestito elegante che avevo, aggiustai per bene i capelli e mi avviai verso il conservatorio. Giunto lì davanti, incontrai Alessandro che anche lui, a quanto ho potuto vedere, non si era risparmiato con la presenza:
- Ohoh.... Quando si ha una bella ragazza che ci accompagna al piano....
- Non mi sembra che tu ti sia risparmiato. Non è molto azzeccato vedere uno in giacca e cravatta che suona le percussioni...
- Ehi... Ci vuole classe in tutto...
Scoppiammo a ridere e ci demmo il cinque per augurarci la buona fortuna. L'esame si svolgeva in una sala polistrumentale, strumenti in comune per quasi tutti, tranne per noi che suonavamo strumenti a fiato. Nel guardare tutti quanti, mi sentii toccare dietro la spalla, così mi girai e trovai Giusy:
- Buongiorno Mirco... Come andiamo?
Rimasi a bocca aperta. Giusy aveva un abbigliamento che mi lasciò senza fiato: vestito lungo e nero, spalle scoperte e scollo non eccessivamente vertiginoso, tette ben risaltate dal lucido del suo vestito:
- B... Buongiorno...
- Rimanga concentrato... Tra poco tocca a noi
Mi riportò subito alla realtà. Ecco che toccava ad Alessandro. Rimasi molto contento nel vederlo sicuro di sé che suonava, si divertiva, colpiva i vari pezzi dello strumento con una maestria tale che già sembrava un laureato in musica. Quando finì l'esibizione, fu salutato dalla commissione e ritornò nella folla venendomi incontro:
- Vai Mirco.... Fagli vedere chi sei
- Non andare troppo lontano che dopo festeggiamo...
Battemmo il pugno. Ecco che la commissione chiamò il mio nome e io e Giusy ci presentammo davanti a loro:
- Baker Street eh?
- Esatto
- Con accompagmento al piano...
- Esatto...
- Uhm... Curioso.... Sentiamo.
Io e Giusy prendemmo posizione e iniziammo. Il pubblico rimase estasiato dalla nostra esibizione e dal modo in cui sia io che Giusy eravamo trasportati dalla musica di quelle note. Al termine dell'esame e dopo la proclamazione, la commissione chiamò me e Giusy in una stanza per complimentarsi e proporci di registrare in studio la canzone così come l'avevamo creata. Entusiasti della proposta accettammo immediatamente e subito ci mobilitammo per trovare uno studio:
- Grandioso professoressa!
Guardandomi con un sorriso:
- Puoi chiamarmi Giusy adesso, siamo colleghi
- Ma....
- Be' prima eri solo uno studente ora siamo pari e darsi del tu ha più senso...
Non aveva molto senso questo discorso ma, contento della cosa, non alzai polemiche:
- D'accordo... Allora? Come facciamo?
- Io una soluzione l'avrei anche se non mi fa impazzire l'idea...
- Cioè?
- Il mio ragazzo ha uno studio a casa sua, li possiamo registrare e farci distribuire anche per conto nostro.
*Hai capito a Giacomino... Fidanzata gnocca e studio in casa*
Accettai di andare da lui, così lo chiamò immediatamente e prendemmo appuntamento per la mattina dopo.
Rotto questo veto tra noi, ne approfittai per invitarla a pranzo e festeggiare... Accettò subito, decidemmo il ristorante e ci avviammo. Ai tavolini del locale cominciammo a parlare dell'esame, delle nostre sensazioni, di com'è stato e del nostro approccio alla musica, fino a quando non portò l'argomento sul personale:
- Ma parlami di te... Sei fidanzato?
- A dire il vero no... Tra conservatorio e prove non è che abbia avuto tanto tempo per costruire una relazione. Solo scappatelle...
- Si, la musica ti assorbe completamente. Giacomo l'ho conosciuto in conservatorio infatti e ci potevamo vedere perché entrambi frequentavamo...
- Ma da quello che vedo, se mi posso permettere, non sei proprio felice con lui...
Giusy si scurí in volto:
- È che... Non ti nascondo che mi annoia un po'.
- E perché non lo lasci scusa?
- Non se lo merita... Lui è stato tanto buono con me.
- Si ho saputo....
- Saputo cosa?
- Perdona la franchezza ma tutta questa bellezza non l'hai avuta subito. Lui ti ha corteggiato quando ancora nessuno ti notava.
Giusy sorrise intenerita:
- Già... Era goffo e non è mai stato un grande corteggiatore ma mi faceva ridere...
- E allora? È diventato noioso?
- Non solo... Siamo diversi.
- Ho capito forse...
- Cosa...
- Be' la differenza è netta, parlo di estetica.
Giusy abbassò lo sguardo, quasi come se provasse vergogna. Una volta pagato, uscimmo fuori e nel salutarci ci rimandammo all'appuntamento del giorno dopo.
Rientrato in casa mi misi nel letto e tra una chattata con Alessandro e un reel su Instagram, ecco che mi arrivò un messaggio di Giusy:
*Non giudicarmi male. Hai preso in pieno come mi sento*
*Ma figurati... Non sono cose mie. Certo è che se ti senti così, qualcosa dovrai pur fare*
*Buonanotte...*
*Buonanotte...*
Il giorno dopo ci ritrovammo a casa di Giacomo. Il ragazzo, effettivamente come mi aveva detto, era molto simpatico e disponibile. Giusy gli spiegò tutto e lui fu contento di offrirci l'ospitalità così entrammo in casa sua e ci avviammo nello studio dove cominciammo subito a suonare.
Fu molto complicata la registrazione: prima lei, poi io, poi insieme... Non andava...
Prima io, poi insieme, poi lei...
Niente. Nulla sembrasse funzionare. Provammo tutto il giorno e anche in quelli seguenti. In questi giorni di prove, i rapporti tra noi tre si strinsero sempre di più, soprattutto tra me e Giusy. Più passavano i giorni e più la cosa cominciò a funzionare, fino a quando Giacomo non ci propose un ultimo giorno di prova. Accettammo, ovviamente, e così quel giorno ci presentammo come sempre da lui. Giusy aveva un pantalone di stoffa con l'elastico alla vita, una canotta verde ben scollata e capelli raccolti in una coda:
- Ehi Mirco.....
- E.... Ehi...
Balbettai un mezzo saluto:
- Be'? Come sto?
Mi disse lei sorridendo:
- Alla grande...
- Scusami per l'abbigliamento così free ma in studio fa un caldo....
- Ma figurati...
Entrammo dentro. I due fidanzati si salutarono con il solito triste bacio a stampo e la mano con me. Provammo tutta la mattinata.... A ora di pranzo Giusy chiese a Giacomo delle pizze e lui, obbediente, le andò a prendere. Dopo 10 Min, Giusy ricevette una chiamata da Giacomo dove la informava che ci avrebbe impiegato tempo per via del fatto che ci fosse gente davanti a lui che avevano ordinato già tutte le pizze, che dovevano ancora uscire, e aspettare che le preparassero a luì e portarle.
Giusy chiuse la chiamata senza nemmeno salutare ed mi guardò:
- Per la pizza ci vuole un po'... Che facciamo per ingannare il tempo?
Nel dire questo, si sedette sulla scrivania e strinse le spalle, risaltando così le tette.
- Ehm.... Provare, lo escludo....
- Bravo escludilo...
La situazione si stava scaldando e quella sua posizione mi stava rendendo nervoso perché le reazioni si facevano sentire:
- Uhm... Gioco a canestro nella scollatura?
- Dipende da che palla vuoi usare...
Mi avvicinai a lei e misi la mano nella scollatura:
- Ne ho due a disposizione... Scegli tu....
- Queste sono tue...
Ci baciammo con foga mentre avevo le sue tette tra le mani. La cosa sembrava inarrestabile ma sapevamo che avevamo comunque poco tempo così decidemmo di sbrigarci. L'abbracciai forte a me mentre la baciavo così da sentire le sue tette sul petto e con le mani le stringevo forte le chiappe, facendo in modo di farle sentire il cazzo duro. Non perse occasione la vacca e dopo avermelo sfilato dai pantaloni, cominciò a segarlo, assicurandosi che la mia cappella bagnata andasse a sbattere sul palmo della sua mano. Io intanto le avevo calato i pantaloni e le mutande così che potei inginocchiarmi ed infilare la mia faccia tra le sue cosce per leccarle per bene la fica... Sembrava gradire il trattamento dato che divaricò le gambe per farmi spazio, inarcò la schiena e ad allargò anche l'apertura delle braccia affinché potesse inarcarsi di più. La figa le si bagnava molto e dopo un lungo orale, mi alzai e la guardai così come volevo trovarla... Aveva la faccia vogliosa, si vede non viene scopata molto, così decido di darglielo subito senza farla aspettare oltre ed eccomi dentro quel frutto proibito di cui abbiamo tanto parlato io ed Ale. Le tette, così grandi, si muovevano ad ogni suo movimento, cominciai ad aumentare il ritmo e la forza dei colpi per poi aumentare la velocità così da vedere le sue tette fuori uscire dal reggiseno e dalla maglietta... Una scena arrapante, mi ci fiondai di faccia per baciarle e leccarle per bene. Giusy a quanto pare amava essere leccata sui capezzoli visto che mi stringeva la faccia in mezzo alla sue abbondanze e col bacino accompagnava i movimenti dei miei colpi... Non reggevo oltre ma una smorza candela non volevo perderla così mi sedetti sulla sedia, lei su di me e cominciai a farla saltare sul mio cazzo che stava ormai per esplodere nel vedere quelle immense tettone ballare in ogni direzione.
Continuavo a mandare giù la sborra per non concludere subito e dedicarmi alla pecorina quando, improvvisamente, cominciò ad alzare un po' di più i toni, rischiando che al rientro Giacomo potesse sentirci. Le misi una mano sulla bocca e quella vacca cominciò a leccarmi il palmo e le dita fin quando quest'ultime non se le mise in bocca simulando un pompino... Tra la sborra che saliva e la vacca che spompinava le dita decisi di farla inginocchiare a me per sborrarle in bocca. La muccona, una volta inginocchiata spalanco la bocca per accogliere tutto il mio seme senza farmi perdere nemmeno una goccia per poi ripulire la cappella con la lingua... Caddi stremato sulla sedia, lei si alzò e mi venne a dare un bacio mentre mi abbracciava dolcemente:
- Wow... Era da tanto che non mi sentivo così
- Mi sa che ho fatto canestro....
- Tiro da 3 punti agli ultimi secondi con schiacciata di Michael Jordan...
Ci guardammo in faccia e sorridemmo prima di baciarci ancora:
- E adesso?
- E adesso nulla... Le canzoni sono infinite e tu col sax sei bravo....
- Quindi ci rivedremo ancora?
- Assolutamente si.... Non mancheranno occasioni....
 

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