La storia comincia con l’arruolamento di un Trace dal nome sconosciuto nelle truppe ausiliarie romane per organizzare una campagna contro i Geti (tribù di Daci situate presso la parte meridionale del Danubio, che oggi costituisce la Bulgaria, e la parte settentrionale, l’odierna Romania) su comando del legato Claudio Glabro. Nel 72-71 a.C., il generale romano Marco Terenzio Varrone Lucullo, proconsole della provincia romana di Macedonia, marciò contro i Geti alleati del nemico di Roma, Mitridate VI del Ponto. I Geti razziavano frequentemente le terre dei Traci, quindi il legato riesce con facilità a convincerli a servire l’esercito romano come truppe ausiliarie. Glabro viene persuaso dalla moglie Ilizia a cercare una gloria ancora maggiore; abbandona quindi la campagna contro i Geti e attacca le forze di Mitridate in Asia Minore. Il Trace, sentendosi tradito, guida una ribellione contro Glabro, ma trova il suo villaggio distrutto. Il Trace e sua moglie Sura vengono catturati dagli uomini di Glabro il giorno seguente; lui viene condannato a morire nelle arene dei gladiatori e lei viene venduta come schiava. Il Trace viene condotto su una nave a Capua, in Italia, e contraddice tutti i pronostici quando sconfigge quattro gladiatori e conquista il favore degli spettatori. Per non perdere il favore del popolo, il senatore Albinio cambia la sentenza di condanna a morte in una di schiavitù. Quinto Lentulo Batiato, proprietario della scuola di gladiatori di Capua, suggerisce di assegnargli il nome “Spartacus”, perché ha combattuto come l’omonimo re Trace.
Spartacus viene introdotto nell’arena, dove migliora le sue abilità con il maestro Enomao. Diventa un ottimo amico di Varro, un Romano che è diventato schiavo spontaneamente per pagare i debiti e aiutare la sua famiglia. Tuttavia incontra non poche difficoltà a causa di gladiatori veterani come Crisso, un Gallo che è anche il campione di Capua, e Barca, un Cartaginese. Inoltre non si dà pace per aver perso sua moglie e la loro libertà a causa del tradimento di Glabro e della tirannia con cui i Romani decidono le sorti degli uomini trattandoli come cose. Spartacus apprende da Glabro che sua moglie è stata venduta ad un mercante Siriano. Batiato gli promette che tenterà di recuperare Sura, in cambio della fedeltà di Spartacus. Spartacus e Crisso vengono scelti per affrontare l’imbattuto Theokoles, un gladiatore di origine spartana, il cui solo nome è in grado di incutere timore persino nei guerrieri più esperti. Spartacus e Crisso riescono a mettere da parte i loro rancori e con un ottimo lavoro di squadra, il Gallo permette a Spartacus di sconfiggere il nemico e di diventare il nuovo campione di Capua. Nel frattempo, arriva da Napoli un uomo incaricato da Batiato di trasportare Sura a Capua, ma la donna è stata ferita mortalmente da alcuni banditi e muore tra le braccia di Spartacus. In realtà era stato Batiato stesso a ordinare al suo uomo di uccidere la donna, perché lasciarla vivere avrebbe fatto venir meno lo stimolo di Spartacus a combattere per Batiato e onorare la sua casa. Quest'ultimo cerca di compiere l'ultimo passo per una completa trasformazione di Spartacus in Gladiatore: non avere nessun altro motivo per combattere se non la totale dedizione al suo Dominus. La strategia si rivela inizialmente efficace: il Trace perde qualsiasi legame con il suo passato e accetta il suo destino di gladiatore.
Le cose cambiano quando Spartacus è costretto a uccidere il suo migliore amico Varro, in un’esibizione in onore di Numerio, figlio del magistrato di Capua. Ilizia, che odia Spartacus per aver umiliato il marito, seduce Numerio e lo convince a condannare a morte il duellante sconfitto. Spartacus e Varro si affrontano senza combattere seriamente, convinti che si tratti di una semplice esibizione, ma quando il giovane Romano emana la sentenza, Batiato esorta Spartacus ad eseguire gli ordini. Questo peggiora il risentimento di Spartacus verso i Romani, i quali esercitano un diritto di vita e di morte per puro capriccio. Devastato dal dolore per la perdita delle due persone più care, Spartacus va incontro all’ostilità degli altri schiavi nella palestra, finché Sura e Varro appaiono in un suo sogno, rivelandogli che Batiato è il vero responsabile della fine di Sura. Poco dopo il Trace uccide il servo di Batiato che aveva colpito sua moglie durante il tragitto da Napoli. Spartacus è determinato a giocarsi il tutto per tutto per vendicarsi dei Romani ed è pronto ad “ucciderli tutti”.
Per avere la sua vendetta, Spartacus ha però bisogno di alleati: alcuni, tra cui la sua amante Mira, si schierano al suo fianco; altri, tra cui Crisso, si dimostrano riluttanti. Il Gallo si rifiuta di unirsi a Spartacus perché convinto che un giorno si sarebbe riunito alla sua amata Naevia, una schiava con cui aveva intrattenuto una relazione segreta. Viene poi inserito in un duello all’ultimo sangue con Spartacus. Enomao chiede a Batiato spiegazioni circa la misteriosa morte di Barca e il ruolo ricoperto in essa da Ashur, ex gladiatore, impossibilitato a combattere a causa di una menomazione fisica provocatagli in passato da Crisso e da tempo scaltra spia ad esclusivo servizio del lanista. Mira apre le porte che collegano la casa di Batiato all’arena. Crisso si rende conto di essere stato avvelenato dalla moglie di Batiato prima della lotta, per garantire la vittoria di Spartacus. Il Gallo si convince infine a schierarsi con il vecchio rivale e insieme iniziano la rivolta. Enomao inizialmente impedisce a Spartacus di uccidere Batiato. Nel caos che si viene a creare, Crisso convince il maestro a unirsi a loro, Ilithia scappa sigillando la porta della scuola, Enomao tenta di uccidere Ashur - ma quest’ultimo riesce a scappare - Crisso ferisce Lucrethia all’addome facendole abortire il loro figlio, Aurelia uccide Numerio rivelandogli che Varro era suo marito e Spartacus uccide finalmente Batiato. Dopo il massacro, Spartacus giura che faranno “tremare Roma” perché mai più accetterà di "vedere una vita spezzata per i capricci dei Romani", e mai più vedrà "un uomo reso schiavo e privato della libertà che gli spetta"