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<blockquote data-quote="patrulla" data-source="post: 19575689" data-attributes="member: 293014"><p>Apro una parentesi su Tempi Moderni (grazie per i complimenti e per le richieste che mi avete fatto in privato, proverò poi a continuare) con un nuovo racconto che si basa su una storia vera raccontatami nella sua interezza da un caro amico e che in parte ho vissuto in prima persona; naturalmente la storia che leggerete è romanzata per ovvi motivi ma, per quanto riguarda i dettagli sessuali, cercherò di essere più fedele possibile alla realtà dei fatti. Mai come questa volta vi invito se SIETE SENSIBILI ALLE TEMATICHE RELIGIOSE DI NON PROSEGUIRE NELLA LETTURA DEL RACCONTO.</p><p></p><p><strong>CHE DIO CI AIUTI - prologo</strong></p><p></p><p>Il mio nome è Pio e in questo caso si potrebbe parlare di nomen omen, visto che provengo da una famiglia romana molto religiosa la cui storia - e anche le cui fortune - è legata a doppio filo con quella del Vaticano. Al momento dell'inizio di questa storia che vi sto per raccontare - tanto assurda quanto perversa - avevo 55 anni e fisicamente non stavo attraversando il momento migliore della mia vita: piccolo di statura, sono sempre stato magro salvo poi ingrassare clamorosamente negli ultimi anni, tanto ora da avere una pancia che mi precede. Ricciolino con i capelli bianchi, ho un aspetto pacioccone e bonario, con gli pcchi chiari supportati dagli occhiali da vista piccoli e rotondi e la barba sempre fatta.</p><p></p><p>In mezzo alle gambe però ho un bel pennellone, lungo più di 20cm e bello largo, che a volte viene su anche senza il bisogno del viagra. Vista la mia obesità però oltre a non apparire particolarmente piacente, anche se in fondo sono un uomo piacevole e distinto, da anni non ho un particolare vigore sessuale anche perché mi basta veramente poco per andare in affanno. Ecco perché in quel periodo iniziai la mattina ad andare in palestra seguito da un personal trainer, anche con buoni risultati che riuscirono a rimettermi un minimo in forma lasciandomi libero una voltaa settimana anche di poter godere delle gioie della tavola.</p><p></p><p>Come detto dal punto di vista lavorativo sono in stretto contatto con la Chiesa: ho una tipografia e stampo praticamente solo materiale religioso, dai libri fino ai celebri "foglietti" che trovate la Domenica sui banchi delle Chiese. Grazie a particolari accordi che vanno avanti fin da prima che nascessi, ho una sorta di monopolio per quanto riguarda il centro di Roma anche se alcune ottime commesse le ho mollate, ma di questo vi parlerò in seguito. Tagliando corto, ho molti soldi anche perché dispongo di diversi immobili che ho in affitto sempre in zone centrali e altamente turistiche. Io però preferisco vivere in campagna poco fuori Roma, dividendomi con un appartamento situato proprio sopra la tipografia.</p><p></p><p>Come carattere mi ritengo una persona affabile, mi piace stare in compagnia ma anche da solo per leggere un buon libro; sono sempre molto gentile ma so bene come non farmi fregare anzi, spesso, tiro fuori un forte cinismo di fondo e anche una spregiudicatezza che hanno aiutato a rafforzare la mia attività. Ho tantissimi conoscenti ma pochi amici, quelli veramente con la A maiuscola, perfettamente divisi tra il paese dove vivo e la città dive lavoro.</p><p></p><p>Dal punto di vista sessuale tutta la mia vita è stata condizionata dalla religione; mio fratello minore è un prelato di rango come lo sono stati diversi zii mentre i miei genitori per tutta la vita sono stati dei fedeli modello, eccezion fatta per quanto mia madre si faceva sbattere dal portiere del nostro palazzo. Mia madre era all'epoca una bella donna, mora mediterranea con due belle tette, e da ragazzo facevo le medie ero nascosto in un androne perché stavo giocando con gli amici. Quando la vidi scendere verso le cantine non mi meravigliai, salvo poi notare che invece entrare nella nostra cantina andava oltre. Dopo una ventina di minuti vidi uscire il nostro portiere, e lei fece capolino alcuni minuti dopo.</p><p></p><p>Mi misi di punta e quando vidi che la scena si era riproposta, rischiando l'osso del colloe striscinado sotto i balcini del primo piano, arrivai in corrispondenza della finestra alta della cantina del portiere scorgendo mia madre piegata a novanta mentre veniva scopata da dietro dall'uomo. Dopo aver dato una pulitina al vetro per poter guardare meglio, le altre volte mi godetti lo spettacolo meglio anche se non avevano molta fantasia: le in piedi chinata a 90, maglia sollevata e tettone fuori dal reggiseno, lui che la pompa con vigore per poi piantarle il cazzo in bocca e venire.</p><p></p><p>Non ci vuole uno psicologo per capire quanto sia stato scioccante questa cosa per me; a posteriori sono stato fortunato che dopo un maio di mesi la cosa si interruppe, visto che per me stava diventando una droga. La mia poca fede in quel momento venne del tutto meno, anche se per tutta la mia vita ho finto di essere un buon cristiano solo per convenienza. In più da questo ricordo deriva senza dubbio la mia indiscussa passione per le tettone. Anche il mio matrimonio potete immaginare non sia stato sfavillante.</p><p></p><p>Sposai Giuliana poco dopo aver finito gli studi, lei figlia di un autista di un vescovo magra e senza tette; entrambi vergini ci abbiamo messo giorni prima di avere un rapporto completo: il mio cazzo era troppo grande per la sua fica e lei non voleva assolutamente che io la leccassi o lubrificarsi. Mentre la scopavo piangeva dal dolore, ma rimase subito incinta. Non riuscimmo ad averne altri che lei aveva dei problemi e, con nostro figlio Giovanni all'epoca poco più di un bambino, decise di prendere i voti e di diventare suora: con il mio consenso e una speciale dispensa ecclesiastica, le fu possibile e il nostro matrimonio fu annullato.</p><p></p><p>Mandai Giovanni a studiare in un collegio religioso e, di nuovo libero, decisi di guardarmi intorno: dopo anni che avevo represso ogni istinto sessuale pensando solo al lavoro, volevo sfogarmi. Viaggiando molto iniziai a frequentare prostitute: in pratica ebbi il mio primo pompino a 35 anni, stesso momento in cui per la prima non solo leccai una fica, ma anche la penetrai con le dita.</p><p></p><p>Poi un giorno incontrai Joanna. Anzi a dire la verità me la suggerì Vincenzo, il mio più grande amico che è anche un prelato. Lui è l'unica persona con cui all'epoca parlavo anche di questo, gli raccontavo delle mie passioni e delle mie avventure con le prostitute; lui faceva altrettanto, solo che gli piacevano gli uomini. Entrambi eravamo come prigionieri della nostra prigione e sapevamo benissimo che potevamo fidarci l'un con l'altro.</p><p></p><p>"C'è una brasiliana tutta tette e culo che rischia di dover tornare a casa" visto che il marito, un altro che lavora per il Vaticano, l'ha mezza ripudiata perché sterile. Quando la vidi era vestita come una suora laica, ma sotto le ampie vesti intuivo forme da urlo: piccolina e mulatta con grandi occhi scuri e un bellissimo sorriso, da una parte aveva la solarità dei brasiliani ma dall'altra viveva con questo crucco del non essere stata capace nel dare un figlio al marito.</p><p></p><p>Anche lei religiosissima ai limiti del fanatismo, Giuliana in confronto è una atea, iniziammo a frequentarci e non facevo che immaginare cosa ci fosse sotto quei maglioni e quelle gonne lunghe. Molto simpatica con lei sono stato subito bene, così le dissi che ero invaghito di lei: per tutta risposta scappò e si ripresentò in tipografia tipo una settimana dopo. Era stata in crisi e, dopo aver chiesto consiglio credo pure al papa, disse che in maniera molto discreto ci saremmo potuti sposare. Ma come sposare... io volevo solo mettere le mani su quelle tettone... alla fine dissi che ero d'accordo ma prima con una gran supercazzula le feci firmare la divisione dei beni. Le dissi subito che non mi interessava avere figli e lei ne fu molto sollevata anche se turbata da questa cosa, ma in cambio mi dovetti accollare buona parte della sua famiglia.</p><p></p><p>La prima notte da sposati mi presi una pasticca di viagra. La aspettavo a letto e lui si presentò in vestaglia trasparente e tutta in pizzo... una figa mostruosa, due tettone color caffellatte sode con due grandi capezzoloni, il culo grande ma duro come una pietra. Venne da me e mi baciò "cosa vuoi che faccia?", io ero impietrito con il cazzo che mi scoppiava "tutto amore mio...". Joanna fuori dalla camera da letto è una sorta di suora bigotta, ma a letto il suo credo è "devo fare tutto quello che il mio uomo mi chiede, devo soddisfarlo sennò non sono una buona moglie".</p><p></p><p>Con lei scoprii cosa significava il termine la gioia del sesso, mi faceva dei pompini favolosi e delle spagnole da film porno, si faceva scopare senza ritegno godendo come una pazza: quando era vicina all'orgasmo iniziava a strillare in portoghese, sudando in maniera indicibile e quasi contorcendosi quando veniva. Unici tabù: niente sesso anale, niente sperma addosso o in faccia e niente parolacce o linguaggio scurrile. Con lei a fianco trovai la mia dimensioni iniziando però a ingrassare spaventosamente: ero sempre a pranzo o cena con amici, poi a casa mi facevo spompinare per poi scopare mia moglie a pecora.</p><p></p><p>A lei piacque molto quando andammo a vivere in campagna, dove poteva curare il giardino sua grande passione. Poi legò con il gruppo della Chiesa, prese subito in mano le redini del coro e restava a dormire a Roma solo quando si faceva tardi. Io invece mi dividevo e spesso restavo a dormire sopra la tipografia, soprattutto quando andavo allo stadio a vedere la Lazio oppure avevo una cena o del lavoro da sbrigare. In più continuavo a girare per lavoro sia in Italia sia all'estero.</p><p></p><p>Il lato negativo fu che dovetti accollarmi i parenti di Joanna. Con noi in campagna venne a vivere Maria, la sorella più piccola che per un anno fu una sorta di soprammobile: entrata giovanissima in convento, dopo aver confessato di avere delle turbe sessuali ed essere stata abusata da un prete, ha lasciato il velo entrando in crisi. Il prete non aveva tutti i torti: Maria fisicamente è la copia di mia moglie, culo marmoreo e tettone indicibili, ancora più grosse di quelle di Joanna almeno una sesta contro la quinta di mia moglie. Riccia al contrario della mia lei che è liscia, anche lei ha uno splendido sorriso le poche volte che ride o che spiccica una parola.</p><p></p><p>Joanna con lei ha un atteggiamento quasi maniacale di protezione, ma dopo un anno da reclusa in casa ha iniziato a uscire anche per non andare in chiesa, prendendo parte anche lei alla vita della parrocchia e attirando inevitabilmente gli sguardi dei compaesani. La terza sorella Tereza invece è una ex sportiva, con un fisico snello e tonico e uno sguardo più severo. È sposata con un dipendente pubblico con palesi problemi di gioco e alcool, tanto che per salvare la loro situazione economica assunsi in tipografia le tre figlie e detti loro un mio appartamento dove vivere.</p><p></p><p>Mara (19 anni all'epoca) studiava e a volte dava una mano al box ingresso dove era fissa Greta (24 anni) mentre Silvia (27 anni) lavorava alle macchine e devo dire che erano tutte brave nel loro lavoro, tanto che dopo un po' praticamente lasciavo loro in negozio insieme a una mia storica dipendente (una zitella rinsecchita di 60 anni) che in pratica faceva le mie veci.</p><p></p><p>Silvia e Greta sono alte come la madre, ma mentre la seconda è longilinea con un culo sproporzionato per la vita e sodissimo, la prima ha due belle tettone un pò calanti e un viso molto bello, Greta invece ha un naso un po' schiacciato che le toglie molta bellezza; Mara invece è come le zie: molto piccolino con un visino carino, capelli lisci e lunghi, belle tettone sode e piene e un culo gigantesco ma comunque duro vista la grandezza.</p><p></p><p>In quel periodo al paese ci furono diverse rapine e così, senza dire nulla alle donne per non spaventarle, istallai oltre a un antifurto anche un sistema di telecamere che registravano tutto, in hd e 24h, tutta la nostra casa che era un po' isolata; lo stesso poi feci nella tipografia e nell'appartamento sopra: dal mio cellulare o dal mio pc così potevo avere sempre tutto sotto controllo.</p><p></p><p>La nostra vita però cambiò quando a Roma si presentò Joao, un ragazzo sulla ventina mulatto, magro, alto e ricciolino, con l'apparecchio ai denti e l'aria da rincoglionito. Era il figlio di una loro cugina e inizialmente lo mandai in una struttura ricettiva delle suore in attesa di sistemarlo da qualche parte.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="patrulla, post: 19575689, member: 293014"] Apro una parentesi su Tempi Moderni (grazie per i complimenti e per le richieste che mi avete fatto in privato, proverò poi a continuare) con un nuovo racconto che si basa su una storia vera raccontatami nella sua interezza da un caro amico e che in parte ho vissuto in prima persona; naturalmente la storia che leggerete è romanzata per ovvi motivi ma, per quanto riguarda i dettagli sessuali, cercherò di essere più fedele possibile alla realtà dei fatti. Mai come questa volta vi invito se SIETE SENSIBILI ALLE TEMATICHE RELIGIOSE DI NON PROSEGUIRE NELLA LETTURA DEL RACCONTO. [B]CHE DIO CI AIUTI - prologo[/B] Il mio nome è Pio e in questo caso si potrebbe parlare di nomen omen, visto che provengo da una famiglia romana molto religiosa la cui storia - e anche le cui fortune - è legata a doppio filo con quella del Vaticano. Al momento dell'inizio di questa storia che vi sto per raccontare - tanto assurda quanto perversa - avevo 55 anni e fisicamente non stavo attraversando il momento migliore della mia vita: piccolo di statura, sono sempre stato magro salvo poi ingrassare clamorosamente negli ultimi anni, tanto ora da avere una pancia che mi precede. Ricciolino con i capelli bianchi, ho un aspetto pacioccone e bonario, con gli pcchi chiari supportati dagli occhiali da vista piccoli e rotondi e la barba sempre fatta. In mezzo alle gambe però ho un bel pennellone, lungo più di 20cm e bello largo, che a volte viene su anche senza il bisogno del viagra. Vista la mia obesità però oltre a non apparire particolarmente piacente, anche se in fondo sono un uomo piacevole e distinto, da anni non ho un particolare vigore sessuale anche perché mi basta veramente poco per andare in affanno. Ecco perché in quel periodo iniziai la mattina ad andare in palestra seguito da un personal trainer, anche con buoni risultati che riuscirono a rimettermi un minimo in forma lasciandomi libero una voltaa settimana anche di poter godere delle gioie della tavola. Come detto dal punto di vista lavorativo sono in stretto contatto con la Chiesa: ho una tipografia e stampo praticamente solo materiale religioso, dai libri fino ai celebri "foglietti" che trovate la Domenica sui banchi delle Chiese. Grazie a particolari accordi che vanno avanti fin da prima che nascessi, ho una sorta di monopolio per quanto riguarda il centro di Roma anche se alcune ottime commesse le ho mollate, ma di questo vi parlerò in seguito. Tagliando corto, ho molti soldi anche perché dispongo di diversi immobili che ho in affitto sempre in zone centrali e altamente turistiche. Io però preferisco vivere in campagna poco fuori Roma, dividendomi con un appartamento situato proprio sopra la tipografia. Come carattere mi ritengo una persona affabile, mi piace stare in compagnia ma anche da solo per leggere un buon libro; sono sempre molto gentile ma so bene come non farmi fregare anzi, spesso, tiro fuori un forte cinismo di fondo e anche una spregiudicatezza che hanno aiutato a rafforzare la mia attività. Ho tantissimi conoscenti ma pochi amici, quelli veramente con la A maiuscola, perfettamente divisi tra il paese dove vivo e la città dive lavoro. Dal punto di vista sessuale tutta la mia vita è stata condizionata dalla religione; mio fratello minore è un prelato di rango come lo sono stati diversi zii mentre i miei genitori per tutta la vita sono stati dei fedeli modello, eccezion fatta per quanto mia madre si faceva sbattere dal portiere del nostro palazzo. Mia madre era all'epoca una bella donna, mora mediterranea con due belle tette, e da ragazzo facevo le medie ero nascosto in un androne perché stavo giocando con gli amici. Quando la vidi scendere verso le cantine non mi meravigliai, salvo poi notare che invece entrare nella nostra cantina andava oltre. Dopo una ventina di minuti vidi uscire il nostro portiere, e lei fece capolino alcuni minuti dopo. Mi misi di punta e quando vidi che la scena si era riproposta, rischiando l'osso del colloe striscinado sotto i balcini del primo piano, arrivai in corrispondenza della finestra alta della cantina del portiere scorgendo mia madre piegata a novanta mentre veniva scopata da dietro dall'uomo. Dopo aver dato una pulitina al vetro per poter guardare meglio, le altre volte mi godetti lo spettacolo meglio anche se non avevano molta fantasia: le in piedi chinata a 90, maglia sollevata e tettone fuori dal reggiseno, lui che la pompa con vigore per poi piantarle il cazzo in bocca e venire. Non ci vuole uno psicologo per capire quanto sia stato scioccante questa cosa per me; a posteriori sono stato fortunato che dopo un maio di mesi la cosa si interruppe, visto che per me stava diventando una droga. La mia poca fede in quel momento venne del tutto meno, anche se per tutta la mia vita ho finto di essere un buon cristiano solo per convenienza. In più da questo ricordo deriva senza dubbio la mia indiscussa passione per le tettone. Anche il mio matrimonio potete immaginare non sia stato sfavillante. Sposai Giuliana poco dopo aver finito gli studi, lei figlia di un autista di un vescovo magra e senza tette; entrambi vergini ci abbiamo messo giorni prima di avere un rapporto completo: il mio cazzo era troppo grande per la sua fica e lei non voleva assolutamente che io la leccassi o lubrificarsi. Mentre la scopavo piangeva dal dolore, ma rimase subito incinta. Non riuscimmo ad averne altri che lei aveva dei problemi e, con nostro figlio Giovanni all'epoca poco più di un bambino, decise di prendere i voti e di diventare suora: con il mio consenso e una speciale dispensa ecclesiastica, le fu possibile e il nostro matrimonio fu annullato. Mandai Giovanni a studiare in un collegio religioso e, di nuovo libero, decisi di guardarmi intorno: dopo anni che avevo represso ogni istinto sessuale pensando solo al lavoro, volevo sfogarmi. Viaggiando molto iniziai a frequentare prostitute: in pratica ebbi il mio primo pompino a 35 anni, stesso momento in cui per la prima non solo leccai una fica, ma anche la penetrai con le dita. Poi un giorno incontrai Joanna. Anzi a dire la verità me la suggerì Vincenzo, il mio più grande amico che è anche un prelato. Lui è l'unica persona con cui all'epoca parlavo anche di questo, gli raccontavo delle mie passioni e delle mie avventure con le prostitute; lui faceva altrettanto, solo che gli piacevano gli uomini. Entrambi eravamo come prigionieri della nostra prigione e sapevamo benissimo che potevamo fidarci l'un con l'altro. "C'è una brasiliana tutta tette e culo che rischia di dover tornare a casa" visto che il marito, un altro che lavora per il Vaticano, l'ha mezza ripudiata perché sterile. Quando la vidi era vestita come una suora laica, ma sotto le ampie vesti intuivo forme da urlo: piccolina e mulatta con grandi occhi scuri e un bellissimo sorriso, da una parte aveva la solarità dei brasiliani ma dall'altra viveva con questo crucco del non essere stata capace nel dare un figlio al marito. Anche lei religiosissima ai limiti del fanatismo, Giuliana in confronto è una atea, iniziammo a frequentarci e non facevo che immaginare cosa ci fosse sotto quei maglioni e quelle gonne lunghe. Molto simpatica con lei sono stato subito bene, così le dissi che ero invaghito di lei: per tutta risposta scappò e si ripresentò in tipografia tipo una settimana dopo. Era stata in crisi e, dopo aver chiesto consiglio credo pure al papa, disse che in maniera molto discreto ci saremmo potuti sposare. Ma come sposare... io volevo solo mettere le mani su quelle tettone... alla fine dissi che ero d'accordo ma prima con una gran supercazzula le feci firmare la divisione dei beni. Le dissi subito che non mi interessava avere figli e lei ne fu molto sollevata anche se turbata da questa cosa, ma in cambio mi dovetti accollare buona parte della sua famiglia. La prima notte da sposati mi presi una pasticca di viagra. La aspettavo a letto e lui si presentò in vestaglia trasparente e tutta in pizzo... una figa mostruosa, due tettone color caffellatte sode con due grandi capezzoloni, il culo grande ma duro come una pietra. Venne da me e mi baciò "cosa vuoi che faccia?", io ero impietrito con il cazzo che mi scoppiava "tutto amore mio...". Joanna fuori dalla camera da letto è una sorta di suora bigotta, ma a letto il suo credo è "devo fare tutto quello che il mio uomo mi chiede, devo soddisfarlo sennò non sono una buona moglie". Con lei scoprii cosa significava il termine la gioia del sesso, mi faceva dei pompini favolosi e delle spagnole da film porno, si faceva scopare senza ritegno godendo come una pazza: quando era vicina all'orgasmo iniziava a strillare in portoghese, sudando in maniera indicibile e quasi contorcendosi quando veniva. Unici tabù: niente sesso anale, niente sperma addosso o in faccia e niente parolacce o linguaggio scurrile. Con lei a fianco trovai la mia dimensioni iniziando però a ingrassare spaventosamente: ero sempre a pranzo o cena con amici, poi a casa mi facevo spompinare per poi scopare mia moglie a pecora. A lei piacque molto quando andammo a vivere in campagna, dove poteva curare il giardino sua grande passione. Poi legò con il gruppo della Chiesa, prese subito in mano le redini del coro e restava a dormire a Roma solo quando si faceva tardi. Io invece mi dividevo e spesso restavo a dormire sopra la tipografia, soprattutto quando andavo allo stadio a vedere la Lazio oppure avevo una cena o del lavoro da sbrigare. In più continuavo a girare per lavoro sia in Italia sia all'estero. Il lato negativo fu che dovetti accollarmi i parenti di Joanna. Con noi in campagna venne a vivere Maria, la sorella più piccola che per un anno fu una sorta di soprammobile: entrata giovanissima in convento, dopo aver confessato di avere delle turbe sessuali ed essere stata abusata da un prete, ha lasciato il velo entrando in crisi. Il prete non aveva tutti i torti: Maria fisicamente è la copia di mia moglie, culo marmoreo e tettone indicibili, ancora più grosse di quelle di Joanna almeno una sesta contro la quinta di mia moglie. Riccia al contrario della mia lei che è liscia, anche lei ha uno splendido sorriso le poche volte che ride o che spiccica una parola. Joanna con lei ha un atteggiamento quasi maniacale di protezione, ma dopo un anno da reclusa in casa ha iniziato a uscire anche per non andare in chiesa, prendendo parte anche lei alla vita della parrocchia e attirando inevitabilmente gli sguardi dei compaesani. La terza sorella Tereza invece è una ex sportiva, con un fisico snello e tonico e uno sguardo più severo. È sposata con un dipendente pubblico con palesi problemi di gioco e alcool, tanto che per salvare la loro situazione economica assunsi in tipografia le tre figlie e detti loro un mio appartamento dove vivere. Mara (19 anni all'epoca) studiava e a volte dava una mano al box ingresso dove era fissa Greta (24 anni) mentre Silvia (27 anni) lavorava alle macchine e devo dire che erano tutte brave nel loro lavoro, tanto che dopo un po' praticamente lasciavo loro in negozio insieme a una mia storica dipendente (una zitella rinsecchita di 60 anni) che in pratica faceva le mie veci. Silvia e Greta sono alte come la madre, ma mentre la seconda è longilinea con un culo sproporzionato per la vita e sodissimo, la prima ha due belle tettone un pò calanti e un viso molto bello, Greta invece ha un naso un po' schiacciato che le toglie molta bellezza; Mara invece è come le zie: molto piccolino con un visino carino, capelli lisci e lunghi, belle tettone sode e piene e un culo gigantesco ma comunque duro vista la grandezza. In quel periodo al paese ci furono diverse rapine e così, senza dire nulla alle donne per non spaventarle, istallai oltre a un antifurto anche un sistema di telecamere che registravano tutto, in hd e 24h, tutta la nostra casa che era un po' isolata; lo stesso poi feci nella tipografia e nell'appartamento sopra: dal mio cellulare o dal mio pc così potevo avere sempre tutto sotto controllo. La nostra vita però cambiò quando a Roma si presentò Joao, un ragazzo sulla ventina mulatto, magro, alto e ricciolino, con l'apparecchio ai denti e l'aria da rincoglionito. Era il figlio di una loro cugina e inizialmente lo mandai in una struttura ricettiva delle suore in attesa di sistemarlo da qualche parte. [/QUOTE]
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