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TRIBUTI a Laura di Ks421
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<blockquote data-quote="Grandel" data-source="post: 20465363" data-attributes="member: 291303"><p><strong><span style="font-size: 22px">UNO SPETTACOLO PARTICOLARE</span></strong></p><p></p><p></p><p></p><p>Le ultime esperienze al Golf Club avevano fatto riflettere Laura parecchio e anche per questo aveva ignorato tre o quattro chiamate che aveva ricevuto da Andrea nelle settimane passate. Quella che ricevette quel giorno invece fu quasi una tentazione evidente e infatti senza resistervi affatto, vinta dalla curiosità e dalla necessità di sentire il Direttore, gli rispose…</p><p></p><p>“Perché non mi hai richiamato” furono le prime parole di Andrea…pronunciate con un tono secco e autoritario “ ti cerco da parecchio perché avevo voglia di allenarmi ancora in gruppo e farti conoscere altri amici….” disse tutto d’un fiato, con calma, ma senza la possibilità di essere interrotto.</p><p></p><p>Laura con lo smartphone all’orecchio fu presa alla sprovvista ma tentò una risposta, non timida ma neanche tanto credibile: “ sono stata impegnata col lavoro e anche questa settimana devo andare a Ginevra. Parto dopo domani in mattinata…ho poco tempo in generale….”.</p><p></p><p>“Siamo tutti impegnati” la risposta che ricevette, “ ma per allenarci dobbiamo trovare il tempo….</p><p></p><p>“Posso solo domani sera, poi parto” la proposta immediata che Laura fece…</p><p></p><p>Silenzio. Silenzio probabilmente riflessivo dall’altro lato della comunicazione.</p><p></p><p>“Al Club non possiamo” le parole del Direttore “ stiamo preparando l’assemblea annuale che ci sarà fra due giorni e il Centro Benessere è un vero cantiere” aggiunse “ma ho voglia di allenarmi con Te e il tempo lo troverò” e chiuse la chiamata, cosi senza aggiungere altro.</p><p></p><p>Laura allora, dopo averci pensato un pochino gli scrisse un messaggio e come proposta era di andare alla collina del Santuario, un’altra zona di allenamenti dall’altra parte della città , in una zona collinare che conosceva bene e che si prestava a sedute che loro avevano affrontato in passato.</p><p></p><p>OK, la secca risposta, alle 19.00 in punto al parcheggio in basso…</p><p></p><p>Laura arrivò con qualche minuto di anticipo, a piedi come suo solito per sfruttare la camminata come momento di riflessione e appena dopo arrivò anche Andrea a bordo del pulmino del club che parcheggiò liberamente in quanto non c’era nessuno.</p><p></p><p>Scendendo prese con se un borsone non piccolo e squadrando Laura dall’alto al basso le disse: “ ti avevo detto alle 19.00 in punto….sei in anticipo” e cosi dicendo le lanciò fra i piedi il collare, che Laura conosceva bene, con il suo guinzaglio.</p><p></p><p>“Indossalo!!!” le ordinò…”solo quello!!!” aggiunse subito dopo…</p><p></p><p>Laura non prese neanche un secondo per fare quello che le era stato chiesto. Via i pantaloncini con le mutandine e via la maglietta col reggiseno che infilò nel suo piccolo zainetto e allacciò il collare come detto. Andrea mise lo zaino in spalla e prendendo il guinzaglio prese il sentiero che li avrebbe condotti alla cima, al santuario.</p><p></p><p>Nessuna parola fra i due durante l’ascesa, Andrea davanti a fare il passo e Laura dietro a brevissima distanza, quasi attaccata, per non far tendere troppo la corda.</p><p></p><p>In cima alla collina c’era questa piccola chiesetta, Il Santuario, con una piccola casetta per pellegrini a fianco. C’era poi, a breve distanza una zona attrezzata dal comune per il semplice fitness proprio dove un belvedere dava la possibilità di spaziare con lo sguardo sulla città e in fondo sull’altra collina, quella del Golf Club, dove le luci del percorso artificiale a loro noto si stagliavano come si stagliava tutto illuminato il Club stesso.</p><p></p><p>Era una bella serata di tarda primavera, calda e piacevole. Il sole stava tramontando e la sera cominciava a rinascere come consuetudine quotidiana.</p><p></p><p>Giunti in cima e buttato lo zaino a terra, Andrea tirò Laura a se e guardandola negli occhi dava inizio all’allenamento che aveva programmato: “non mi piace che mi si ignori” disse strattonando la corda “ e non mi piace che mi disubbidisci. Ti avevo detto alle sette e non prima come hai fatto…” e ancora scandiva le parole con altrettanti scossoni e strattoni della corda….”meriti una punizione….una bella lezione” aggiunse imprimendo la prima sculacciata, forte sculacciata, sul gluteo destro di Laura.</p><p></p><p>“Aiutami a pisciare adesso” le ordinò facendo due passi verso un piccolo alberello ai margini dello spiazzo. Laura obbediente gli abbassò i pantaloncini e prendendogli il cazzo in mano attese la sua minzione dirigendo il getto. Appena Andrea ebbe terminato di orinare le ordinò di pulire bene il pene e, prendendola per i capelli nel mentre si abbassava convulsamente i pantaloncini e le mutande, le ficcò il cazzo in bocca e con un segno le indicò anche il culo.</p><p></p><p>Laura non aveva il tempo di pensare. Tutto velocemente era chiesto e doveva essere fatto. Gli prese il cazzo in bocca, non per un pompino ma per un lavaggio con la stessa e con la lingua. E cosi fece anche con suo culo. Gli apri le chiappe e con la lingua ne percorse tutto lo spazio, soffermandosi un pochino di più sul buchetto e “lavando” come richiesto lo spazio fra pene e ano.</p><p></p><p>“Brava la mia cagnetta” furono le parole di Andrea e per premiarla di quanto appena fatto ecco due ceffoni diretti al seno, ai capezzoli turgidi di Laura che con un gemito incassò. </p><p>Si stava eccitando. Laura, non Andrea. Laura si stava bagnando, anzi era già tutta bagnata. Andrea ancora molle ma non era quello che, al momento aveva in mente.</p><p></p><p>“Ti devo punire perché sei stata disubbidiente” disse un’altra volta e cosi cominciò a tirare fuori dallo zaino una serie di corde e un frustino smontabile che in un balenò montò a dovere.</p><p></p><p>Laura in silenzio stava a guardare quanto lui preparava.</p><p></p><p>Fu presto legata col le braccia alzate alla spalliera svedese. Legata in alto, in sospensione e legata anche per le gambe, aperte. Cosi era esposta, tutta nuda alle voglie e intenzioni del direttore che senza alcuna parola aveva lavorato per sistemarla in quella posizione.</p><p></p><p>Per la prima volta quella sera concentrò il suo sguardo sul suo seno prima, facendolo seguire da altri colpi violenti e sulla sua fica dopo. Qui prima la accarezzò e trovandola umida fece seguire due schiaffi a piena mano che fecero rabbrividire Laura sia di piacere che di dolore. Ma tutte e due le cose la condussero allo stesso risultato. Le venne il primo orgasmo, forse anche per quello che si stava immaginando potesse farle cosi legata. Un orgasmo potente che non poteva accompagnare con carezze o con altro. Un orgasmo che il suo corpo prese e godette silentemente.</p><p></p><p>Andrea se ne accorse e come risposta immediata le diede i primi due colpi di frusta sul sedere. Colpi secchi e decisi che però a Laura fecero lo stesso effetto degli schiaffi sulla fica. Il dolore che provava si trasformava in eccitazione. Grande eccitazione.</p><p></p><p>Anche Andrea si stava eccitando e il suo cazzo iniziava a prendere la rigidità che quella situazione poteva far accadere.</p><p></p><p>Continuava a ripetere le stesse parole, un insieme di “ devi obbedire….devi fare come dico io….come voglio io….sei la mia cagna e cosi devi comportarti…” ecc ecc.</p><p></p><p>Alle parole seguiva i fatti. Alternava colpi al culo con pizzicotti ai seni, ai capezzoli. Alternava schiaffi leggeri al viso con schiaffi più forti alle tette e con altrettanti schiaffi all’inguine, all’interno delle cosce.</p><p></p><p>Laura soffriva, più per la posizione che per i colpi inferti. Questi la eccitavano, la eccitava il fatto di essere li inerme a sua completa disposizione. E la sua eccitazione si trasformava in umori che le bagnavano la fica e calore che si sentiva addosso.</p><p></p><p>Quando Andrea ancora una volta la penetrò con due, tre e poi quattro dita il secondo orgasmo la colpì. Un lungo, lunghissimo brivido la percorse tutta, come una scossa elettrica e lasciò la mano del suo “padrone” bagnata e gocciolante. Lui gliela diede da leccare prima e poi le ficco la sua stessa lingua in bocca per un bacio fatto di bava e umori che si scambiavano in quel confronto di posizioni, una dominante e una di sottomissione.</p><p></p><p>Intanto il suo cazzo era diventato bello turgido e lui orgoglioso se lo menava con la mano destra mentre con la sinistra la colpiva ancora col frustino.</p><p></p><p>“Adesso ci divertiamo per bene” le disse e cosi estrasse dallo zaino un fallo di dimensioni non comuni. Laura guardandolo assunse un’espressione dubbiosa ma non le diede la possibilità di dire nulla. Le chiuse la bocca con del nastro e senza anticipare nulla iniziò a penetrarla con quell’enorme cazzo.</p><p></p><p>Laura era ancora lubrificata per gli orgasmi di prima e, anche se a fatica, riuscì ad accoglierlo dentro di se. Non aveva scelta, non aveva altra possibilità .</p><p></p><p>Ma ben presto si accorse che non era quella la destinazione di quel cazzone di plastica. Andrea infilandolo in fica lo stava soltanto lubrificando un pochino. Il culo, il suo culo era destinato ad essere penetrato da quella cosa inerte…</p><p></p><p>E qui, Allora, la preoccupazione si dipinse sul volto di Laura, preoccupazione che non fece altro che eccitare ancora di più Andrea.</p><p></p><p>“La prossima volta ti preoccuperai di stare più attenta” e con queste parole iniziò a spingere il grosso fallo nello sfintere di Laura che certamente, anche se avvezza al sesso anale, non era mai stata inculata con qualcosa di quelle dimensioni. Lei tratteneva il respiro come tentativo di lenire il dolore, lui tratteneva il respiro per l’eccitazione e per riuscire nel più breve tempo a fare quello che voleva fare. Il corpo, l’anello di carne che costituiva l’ano di Laura poco alla volta cedette e riuscì ad accogliere quello che non avrebbe mai pensato di poter accogliere. Entrato quasi tutto nel culo di Laura ecco che Andrea lo cinse con una cintura che poi si allacciò in vita. Era una cintura elastica che serviva ad impedire che uscisse dal buco in cui era stato inserito e cosi, eccitato come non mai, si mise davanti e senza annunciare nulla penetrò in fica Laura.</p><p></p><p>Lei legata a quell’attrezzo costruito per altri scopi si trovava in sospensione con un animale dalle fattezze umane che la stava scopando e con un cazzo dalle fattezze animalesche che la stava devastando lo sfintere….e in balia di tutto questo, con schiaffi e pizzicotti che le bruciavano il petto, in balia di tutto questo il suo corpo reagiva con un piacere mai provato prima, un godimento che nasceva prima in testa e poi nelle parti più sensibili dove è solito nascere il piacere.</p><p></p><p>La sensibilità dei capezzoli le dava piacere, i colpi di entrare e uscire del suo cazzo con le palle che sbattevano contro rendevano la sua fica un forno, una fica in fiamme si poteva scherzare in altre situazioni. E poi il culo, il culo cosi aperto, riempito era un mix ci dolore vero ma di piacere supremo.</p><p></p><p>E quando con un urlo e con spinte potenti il Direttore le sborrò’ dentro, il sentirne calore e forza la fecero esplodere anche lei in quello che era di più di un orgasmo, era un essere in una situazione prossima al delirio del piacere sublime e supremo, il massimo che pensava si potesse raggiungere essendo oggetto passivo e non attivo come in tante altre occasioni.</p><p></p><p>Pianse, qualche lacrima scese ma di puro e immenso piacere.</p><p></p><p>Andrea si staccò in preda anche lui ad un godimento particolare, forse non nuovo ma particolare.</p><p></p><p>Stranamente, con molta delicatezza le estrasse il fallo dal sedere e le tolse prima il nastro dalla bocca e poi le corde.</p><p></p><p>Adagiò Laura su una comoda panchina li di fianco e insieme a Lei si prese qualche minuto di riposo.</p><p></p><p>La Sera era oramai arrivata, il sole stava scendendo per cercare il riposo anch’esso e nella pace e calma del luogo soltanto alcune sirene in lontananza si sentivano leggere ma insistenti.</p><p></p><p>Da quella panchina guardavano tutti e due la città , i battiti che ritornavano sui ritmi normali e, ognuno per se, in compagnia dei propri pensieri. La visuale da li in alto era magnifica, luci che si accendevano sotto l’oscurità che scendeva.</p><p></p><p>Solo sull’orizzonte stava andando in scena uno spettacolo, uno spettacolo particolare. Fu Laura la prima ad accorgersene, collegando le sirene a quei bagliori che la in fondo si stavano stagliando. La in fondo dove c’era il Golf Club e in particolare più a destra dove doveva esserci il centro benessere. Un incendio, si vedeva chiaramente probabilmente stava distruggendo tutto.</p><p></p><p>Andrea, nudo dalla cinta in giù con soltanto ai piedi delle scarpe da running. Laura con solo quelle addosso cercarono di vedere meglio ma quella era la cosa che tanta luminosità imprimeva all’orizzonte.</p><p></p><p>Il Direttore come sotto shock abbandonò tutto li e prese la via del parcheggio senza dire nulla…</p><p></p><p>Laura invece rimase ancora qualche tempo, si stava godendo la calda brezza della sera, si stava godendo ancora i potenti orgasmi vissuti e si stava godendo uno spettacolo particolare: la fine del Golf Club……</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Grandel, post: 20465363, member: 291303"] [B][SIZE=6]UNO SPETTACOLO PARTICOLARE[/SIZE][/B] Le ultime esperienze al Golf Club avevano fatto riflettere Laura parecchio e anche per questo aveva ignorato tre o quattro chiamate che aveva ricevuto da Andrea nelle settimane passate. Quella che ricevette quel giorno invece fu quasi una tentazione evidente e infatti senza resistervi affatto, vinta dalla curiosità e dalla necessità di sentire il Direttore, gli rispose… “Perché non mi hai richiamato” furono le prime parole di Andrea…pronunciate con un tono secco e autoritario “ ti cerco da parecchio perché avevo voglia di allenarmi ancora in gruppo e farti conoscere altri amici….” disse tutto d’un fiato, con calma, ma senza la possibilità di essere interrotto. Laura con lo smartphone all’orecchio fu presa alla sprovvista ma tentò una risposta, non timida ma neanche tanto credibile: “ sono stata impegnata col lavoro e anche questa settimana devo andare a Ginevra. Parto dopo domani in mattinata…ho poco tempo in generale….”. “Siamo tutti impegnati” la risposta che ricevette, “ ma per allenarci dobbiamo trovare il tempo…. “Posso solo domani sera, poi parto” la proposta immediata che Laura fece… Silenzio. Silenzio probabilmente riflessivo dall’altro lato della comunicazione. “Al Club non possiamo” le parole del Direttore “ stiamo preparando l’assemblea annuale che ci sarà fra due giorni e il Centro Benessere è un vero cantiere” aggiunse “ma ho voglia di allenarmi con Te e il tempo lo troverò” e chiuse la chiamata, cosi senza aggiungere altro. Laura allora, dopo averci pensato un pochino gli scrisse un messaggio e come proposta era di andare alla collina del Santuario, un’altra zona di allenamenti dall’altra parte della città , in una zona collinare che conosceva bene e che si prestava a sedute che loro avevano affrontato in passato. OK, la secca risposta, alle 19.00 in punto al parcheggio in basso… Laura arrivò con qualche minuto di anticipo, a piedi come suo solito per sfruttare la camminata come momento di riflessione e appena dopo arrivò anche Andrea a bordo del pulmino del club che parcheggiò liberamente in quanto non c’era nessuno. Scendendo prese con se un borsone non piccolo e squadrando Laura dall’alto al basso le disse: “ ti avevo detto alle 19.00 in punto….sei in anticipo” e cosi dicendo le lanciò fra i piedi il collare, che Laura conosceva bene, con il suo guinzaglio. “Indossalo!!!” le ordinò…”solo quello!!!” aggiunse subito dopo… Laura non prese neanche un secondo per fare quello che le era stato chiesto. Via i pantaloncini con le mutandine e via la maglietta col reggiseno che infilò nel suo piccolo zainetto e allacciò il collare come detto. Andrea mise lo zaino in spalla e prendendo il guinzaglio prese il sentiero che li avrebbe condotti alla cima, al santuario. Nessuna parola fra i due durante l’ascesa, Andrea davanti a fare il passo e Laura dietro a brevissima distanza, quasi attaccata, per non far tendere troppo la corda. In cima alla collina c’era questa piccola chiesetta, Il Santuario, con una piccola casetta per pellegrini a fianco. C’era poi, a breve distanza una zona attrezzata dal comune per il semplice fitness proprio dove un belvedere dava la possibilità di spaziare con lo sguardo sulla città e in fondo sull’altra collina, quella del Golf Club, dove le luci del percorso artificiale a loro noto si stagliavano come si stagliava tutto illuminato il Club stesso. Era una bella serata di tarda primavera, calda e piacevole. Il sole stava tramontando e la sera cominciava a rinascere come consuetudine quotidiana. Giunti in cima e buttato lo zaino a terra, Andrea tirò Laura a se e guardandola negli occhi dava inizio all’allenamento che aveva programmato: “non mi piace che mi si ignori” disse strattonando la corda “ e non mi piace che mi disubbidisci. Ti avevo detto alle sette e non prima come hai fatto…” e ancora scandiva le parole con altrettanti scossoni e strattoni della corda….”meriti una punizione….una bella lezione” aggiunse imprimendo la prima sculacciata, forte sculacciata, sul gluteo destro di Laura. “Aiutami a pisciare adesso” le ordinò facendo due passi verso un piccolo alberello ai margini dello spiazzo. Laura obbediente gli abbassò i pantaloncini e prendendogli il cazzo in mano attese la sua minzione dirigendo il getto. Appena Andrea ebbe terminato di orinare le ordinò di pulire bene il pene e, prendendola per i capelli nel mentre si abbassava convulsamente i pantaloncini e le mutande, le ficcò il cazzo in bocca e con un segno le indicò anche il culo. Laura non aveva il tempo di pensare. Tutto velocemente era chiesto e doveva essere fatto. Gli prese il cazzo in bocca, non per un pompino ma per un lavaggio con la stessa e con la lingua. E cosi fece anche con suo culo. Gli apri le chiappe e con la lingua ne percorse tutto lo spazio, soffermandosi un pochino di più sul buchetto e “lavando” come richiesto lo spazio fra pene e ano. “Brava la mia cagnetta” furono le parole di Andrea e per premiarla di quanto appena fatto ecco due ceffoni diretti al seno, ai capezzoli turgidi di Laura che con un gemito incassò. Si stava eccitando. Laura, non Andrea. Laura si stava bagnando, anzi era già tutta bagnata. Andrea ancora molle ma non era quello che, al momento aveva in mente. “Ti devo punire perché sei stata disubbidiente” disse un’altra volta e cosi cominciò a tirare fuori dallo zaino una serie di corde e un frustino smontabile che in un balenò montò a dovere. Laura in silenzio stava a guardare quanto lui preparava. Fu presto legata col le braccia alzate alla spalliera svedese. Legata in alto, in sospensione e legata anche per le gambe, aperte. Cosi era esposta, tutta nuda alle voglie e intenzioni del direttore che senza alcuna parola aveva lavorato per sistemarla in quella posizione. Per la prima volta quella sera concentrò il suo sguardo sul suo seno prima, facendolo seguire da altri colpi violenti e sulla sua fica dopo. Qui prima la accarezzò e trovandola umida fece seguire due schiaffi a piena mano che fecero rabbrividire Laura sia di piacere che di dolore. Ma tutte e due le cose la condussero allo stesso risultato. Le venne il primo orgasmo, forse anche per quello che si stava immaginando potesse farle cosi legata. Un orgasmo potente che non poteva accompagnare con carezze o con altro. Un orgasmo che il suo corpo prese e godette silentemente. Andrea se ne accorse e come risposta immediata le diede i primi due colpi di frusta sul sedere. Colpi secchi e decisi che però a Laura fecero lo stesso effetto degli schiaffi sulla fica. Il dolore che provava si trasformava in eccitazione. Grande eccitazione. Anche Andrea si stava eccitando e il suo cazzo iniziava a prendere la rigidità che quella situazione poteva far accadere. Continuava a ripetere le stesse parole, un insieme di “ devi obbedire….devi fare come dico io….come voglio io….sei la mia cagna e cosi devi comportarti…” ecc ecc. Alle parole seguiva i fatti. Alternava colpi al culo con pizzicotti ai seni, ai capezzoli. Alternava schiaffi leggeri al viso con schiaffi più forti alle tette e con altrettanti schiaffi all’inguine, all’interno delle cosce. Laura soffriva, più per la posizione che per i colpi inferti. Questi la eccitavano, la eccitava il fatto di essere li inerme a sua completa disposizione. E la sua eccitazione si trasformava in umori che le bagnavano la fica e calore che si sentiva addosso. Quando Andrea ancora una volta la penetrò con due, tre e poi quattro dita il secondo orgasmo la colpì. Un lungo, lunghissimo brivido la percorse tutta, come una scossa elettrica e lasciò la mano del suo “padrone” bagnata e gocciolante. Lui gliela diede da leccare prima e poi le ficco la sua stessa lingua in bocca per un bacio fatto di bava e umori che si scambiavano in quel confronto di posizioni, una dominante e una di sottomissione. Intanto il suo cazzo era diventato bello turgido e lui orgoglioso se lo menava con la mano destra mentre con la sinistra la colpiva ancora col frustino. “Adesso ci divertiamo per bene” le disse e cosi estrasse dallo zaino un fallo di dimensioni non comuni. Laura guardandolo assunse un’espressione dubbiosa ma non le diede la possibilità di dire nulla. Le chiuse la bocca con del nastro e senza anticipare nulla iniziò a penetrarla con quell’enorme cazzo. Laura era ancora lubrificata per gli orgasmi di prima e, anche se a fatica, riuscì ad accoglierlo dentro di se. Non aveva scelta, non aveva altra possibilità . Ma ben presto si accorse che non era quella la destinazione di quel cazzone di plastica. Andrea infilandolo in fica lo stava soltanto lubrificando un pochino. Il culo, il suo culo era destinato ad essere penetrato da quella cosa inerte… E qui, Allora, la preoccupazione si dipinse sul volto di Laura, preoccupazione che non fece altro che eccitare ancora di più Andrea. “La prossima volta ti preoccuperai di stare più attenta” e con queste parole iniziò a spingere il grosso fallo nello sfintere di Laura che certamente, anche se avvezza al sesso anale, non era mai stata inculata con qualcosa di quelle dimensioni. Lei tratteneva il respiro come tentativo di lenire il dolore, lui tratteneva il respiro per l’eccitazione e per riuscire nel più breve tempo a fare quello che voleva fare. Il corpo, l’anello di carne che costituiva l’ano di Laura poco alla volta cedette e riuscì ad accogliere quello che non avrebbe mai pensato di poter accogliere. Entrato quasi tutto nel culo di Laura ecco che Andrea lo cinse con una cintura che poi si allacciò in vita. Era una cintura elastica che serviva ad impedire che uscisse dal buco in cui era stato inserito e cosi, eccitato come non mai, si mise davanti e senza annunciare nulla penetrò in fica Laura. Lei legata a quell’attrezzo costruito per altri scopi si trovava in sospensione con un animale dalle fattezze umane che la stava scopando e con un cazzo dalle fattezze animalesche che la stava devastando lo sfintere….e in balia di tutto questo, con schiaffi e pizzicotti che le bruciavano il petto, in balia di tutto questo il suo corpo reagiva con un piacere mai provato prima, un godimento che nasceva prima in testa e poi nelle parti più sensibili dove è solito nascere il piacere. La sensibilità dei capezzoli le dava piacere, i colpi di entrare e uscire del suo cazzo con le palle che sbattevano contro rendevano la sua fica un forno, una fica in fiamme si poteva scherzare in altre situazioni. E poi il culo, il culo cosi aperto, riempito era un mix ci dolore vero ma di piacere supremo. E quando con un urlo e con spinte potenti il Direttore le sborrò’ dentro, il sentirne calore e forza la fecero esplodere anche lei in quello che era di più di un orgasmo, era un essere in una situazione prossima al delirio del piacere sublime e supremo, il massimo che pensava si potesse raggiungere essendo oggetto passivo e non attivo come in tante altre occasioni. Pianse, qualche lacrima scese ma di puro e immenso piacere. Andrea si staccò in preda anche lui ad un godimento particolare, forse non nuovo ma particolare. Stranamente, con molta delicatezza le estrasse il fallo dal sedere e le tolse prima il nastro dalla bocca e poi le corde. Adagiò Laura su una comoda panchina li di fianco e insieme a Lei si prese qualche minuto di riposo. La Sera era oramai arrivata, il sole stava scendendo per cercare il riposo anch’esso e nella pace e calma del luogo soltanto alcune sirene in lontananza si sentivano leggere ma insistenti. Da quella panchina guardavano tutti e due la città , i battiti che ritornavano sui ritmi normali e, ognuno per se, in compagnia dei propri pensieri. La visuale da li in alto era magnifica, luci che si accendevano sotto l’oscurità che scendeva. Solo sull’orizzonte stava andando in scena uno spettacolo, uno spettacolo particolare. Fu Laura la prima ad accorgersene, collegando le sirene a quei bagliori che la in fondo si stavano stagliando. La in fondo dove c’era il Golf Club e in particolare più a destra dove doveva esserci il centro benessere. Un incendio, si vedeva chiaramente probabilmente stava distruggendo tutto. Andrea, nudo dalla cinta in giù con soltanto ai piedi delle scarpe da running. Laura con solo quelle addosso cercarono di vedere meglio ma quella era la cosa che tanta luminosità imprimeva all’orizzonte. Il Direttore come sotto shock abbandonò tutto li e prese la via del parcheggio senza dire nulla… Laura invece rimase ancora qualche tempo, si stava godendo la calda brezza della sera, si stava godendo ancora i potenti orgasmi vissuti e si stava godendo uno spettacolo particolare: la fine del Golf Club…… [/QUOTE]
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