Kurt Menliff
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Un’avventura estiva di Lory, da ragazza.
Questa storia riguarda la mia Lory, quando non era ancora con me. Lei ha sempre tenuto un diario segreto, nel quale riportava le sue storie. Mi ha permesso di leggerlo ed è così che ho capito molto di lei. Anche adesso che è andata via ed è al di là dell’oceano, in una nuova esistenza, mi piace riviverla attraverso i suoi racconti. Ve ne presento qualche pagina. Se vi sembrano interessanti, ne posterò delle altre…
Mario
Sabato...
. Finalmente sono partita per il mare. siamo partite in 4: io, l’Ann, la Maria e la Giusy. Il treno è partito ieri sera alle 7.30; abbiamo dormimmo in cuccetta e siamo arrivati a Paola alle 11.30. Abbiamo trovato una macchina che ci ha accompagnate a Marina di Zambrone, vicino Tropea, al villaggio. La prima impressione è stata disastrosa: i tukul sono molto piccoli e senza finestre: sono un po' tetri. La ragazza del campeggio ci ha detto che era solo la prima impressione e poi ci piacerà senz'altro. Ci siamo sistemati nei tukul, ci siamo cambiate e siamo andate a vedere come era la spiaggia. Non si è presentata molto bene: ci sono tanti sassi, un po' di scogli e più in là la sabbia.Il mare è però bello. Siamo ritornate al villaggio, c'è pochissima gente: siamo tutte un po' abbattute. Non solo non ci saranno amori travolgenti, ma prevedo una noia mortale. Sarò costretta a pensare ancora al mio amore infelice, io che voglio dimenticarlo completamente.
Mercoledì...
I primi giorni sono trascorsi un po' in sordina: io, tanto per cambiare, non ho fatto altro che dormire; sono in camera con l’Anna, cosa che mi ricorda la mia storia d’amore finita con suo fratello, e così ogni tanto mi faccio un pianto, di giorno, di notte, come capita. Al ristorante si mangia bene: è posto sul mare e c'è una bella brezza marina. Questa sera abbiamo fatta la scoperta di andare a ballare in un paese qui vicino. Non abbiamo rimediato proprio niente e ce ne siamo tornate più scornate di prima.
Giovedì...
Finalmente abbiamo conoscemmo quattro ragazzi di Bari e per oggi ci siamo fatti compagnia. Nel pomeriggio, mentre eravamo sedute piuttosto annoiate, io e la Giusy, sul dondolo, vicino al ristorante abbiamo visto avvicinarsi due ragazzi:: uno mi ha colpito perché assomiglia tanto all'Ulisse dell'Odissea, almeno come se lo può immaginare una persona del nostro secolo: aveva il dorso pieno di peli neri: sembrava una camicia; portava i calzoncini rossi e non era molto alto. Ci siamo messe a squadrarli da capo a piedi e abbiamo scambiato qualche parola, giusto per fare conoscenza: sono due ragazzi del posto. Poi siamo andati tutti insieme in spiaggia, sotto gli ombrelloni. Hanno conosciuto anche le altre due e abbiamo chiacchierato un po'. Verso le quattro abbiamo fatto il bagno, e poi io sono rimasta sdraiata sul materassino: La conclusione è che mi sono presa una tremenda scottatura alla schiena; al momento non ci ho fatto caso, mi bruciava un po', ma non ho dato molta importanza alla cosa. E' stato di sera che la cosa si è aggravata, Anche l’Anna si è presa una bella scottatura, ma si è fatta sbattere l'uovo e passarlo sulla schiena e così sta già meglio. Io, che come al solito sono la più pirla non ho voluto e mi sono messa solo della crema doposole che non serve a niente e così al momento non riesco a sdraiarmi, mi fa male e temo che mi stanno venendo fuori le vesciche. Sono proprio ustionata.
Venerdì...
Ho la schiena tutta bruciata, piena di vesciche che fanno un male pazzesco. non posso andare in spiaggia e sono costretta a passare il tempo nel tukul o al ristorante, al chiuso. Nel pomeriggio la compagnia, i 4 ragazzi di Bari e i due di Tropea e le altre ragazze hanno organizzato un giro in montagna, arrivare sulla Sila, e in ogni caso, all'interno. Ho accettato anche io, anche se non sto molto bene. Così io e Giusy siamo salite in macchina con il Mario e il Franco, i due ragazzi di Tropea, e la Maria e l’Ann in macchina con gli altri. Siamo arrivati vicino ad un laghetto: era molto bello e fresco: abbiamo passato un bel pomeriggio. Questa sera siamo andati a ballare in un posto qui vicino, un locale con una pista da ballo anche all’aperto: è un bel locale, scavato nella roccia, una grotta ed ogni tanto si vedevano i pipistrelli. Io mi sono messa un vestito mini e provocante, ho voluto far colpo sul Mario, cosa che mi è riuscita in pieno, perché il Mario non ha ballato che con me. Non è riuscito a stringermi troppo perché ho dei dolori fortissimi alla schiena. Però abbiamo chiacchierato e ballato tutta sera. Io non sono stata molto espansiva, poi con quei dolori alla schiena, ogni tanto facevo un salto sulla sedia. Ho saputo che è laureato in biologia, adesso è in vacanza e poi si cercherà un lavoro. Siamo tornati al villaggio verso le tre. Ci siamo salutati con un bacio amichevole sulla guancia e siamo andati a dormire.
Sabato
Siamo andati in gita lungo la costa: è molto bella. Io sono stata in macchina con il Mario e il Franco con la Giusy. Nella salita la macchina è sbandata un po' e mi sono ritrovata il Mario addosso. Mi ha baciato. sono rimasta un po'sorpresa anche se l'avevo sperato e auspicato. Ho fatto un po' la ritrosa e gli ho detto che non era il caso di creare qualcosa di più importante, visto che sarebbe durato solo qualche giorno e poi abitiamo tanto lontano. Lui mi è sembrato un po' risentito e quando siamo scesi se ne è andato per i fatti suoi. A me è scocciato che non abbia insistito un po' di più. Allora sono partita io alla carica e ho fatto in modo di stargli vicino tutto il tempo e al ritorno in macchina l'ho baciato io. I suoi baci mi facevano pensare al Sergio e ho cominciato subito a fare di nuovo i confronti, da cui però usciva vincitore Sergio. Al ritorno ci siamo fermati in un belvedere e, scendendo dalla macchina sono rimasta tramortita: tutte le bolle che si erano formate erano scoppiate di colpo. sono quasi svenuta dal dolore. Tutti si sono precipitati a confortarmi e, naturalmente, in prima fila il Mario. Mi ha accarezzato e mi attirato a sé. Mi è piaciuto quel gesto e così mi sono accoccolata vicino a lui. La sera siamo andati di nuovo al Ciclope. Io e Mario siamo rimasti insieme tutta la sera: solo che tutte le volte che cercava di abbracciarmi e mi attirava a sé vedevo le stelle. Sulla via del ritorno mi ha attirato a sè e mi ha baciato. Questa volta è stato un bacio lungo e appassionato al quale ho risposto con tutto il calore possibile. sono tornata al tukul tutta contenta, però durante la notte mi sono svegliata ed ho pensato al Sergio e mi sono fatta un altro pianto. Non voglio tradire il suo ricordo e il pensiero che lui per me è come morto non mi ha tranquillizzato, anzi mi ha messa più sottosopra.
Domenica...
Oggi mi sono alzata molto tardi, sono andata a fare colazione e poi ho incontrato Mario in spiaggia. Ho dovuto stare sotto l'ombrellone per via delle scottature e così Mario è stato con me per parecchio tempo. E' bellissimo in costume da bagno. mi colpisce soprattutto quel grosso rigonfio che ha tra le gambe. Nessuno degli altri maschi appare così fornito. mi mette curiosità, desiderio ed anche un po' di paura. Lui sa che le donne lo guardano sempre là ed allora si pavoneggia con quel malloppo nel costumino stretto. All'una, i due ragazzi sono andati in un paese vicino a mangiare e noi al ristorante. Sono ritornati tardi, verso le cinque: io ero un po'sulle spine perché non tornavano. Sono stata felice di vederli arrivare. Ci siamo salutati e siamo rimasti un po' insieme a ridere e a scherzare con gli altri. Abbiamo deciso di andare tutte le sere a ballare: è un bel posto e si sta bene. Più tardi mentre mi ero sdraiata sulla spiaggia deserta ad un tratto Mario si è avvicinato e ha cominciato a baciarmi con passione. Io ero sdraiata su di un asciugamano e sono rimasta sorpresa perché avevo gli occhi chiusi e pensavo che fosse andato verso gli scogli insieme agli altri. Si è sdraiato vicino a me e dopo avermi baciato mi ha stretto a sé. Io ho urlato dal dolore: le piaghe non si sono ancora risanate. Lui un po' si è scocciato, si è alzato e mi ha lasciata da sola. Se ne è andato dall'altra parte, sugli scogli. Io sono rimasta là un po' a sonnecchiare, poi sono andata a cercarlo. Gli ho messo le mani sugli occhi e lui si è girato come se sapesse che ero io. Mi ha abbracciato di nuovo con più tenerezza e questa volta ho cercato di sopportare un po' il male. Ha incominciato a baciarmi, prima adagio adagio e poi con più foga. Mi ha accarezzato le guance e me le ha baciato, poi ha allungato una mano e mi ha toccato il seno. Io indossavo un costume abbastanza castigato; non ha osato infilare la mano sotto il reggiseno, però ha continuato a toccarmelo. Ci sa fare, però non mi soddisfa molto, non c'è paragone con Sergio. Non abbiamo fatto altro. Siamo tornati dove erano gli altri e ci siamo uniti a loro. Verso le sei siamo tornati al villaggio. noi siamo andati a cena al ristorante e loro due sono tornati al paese. Ci siamo dati appuntamento per più tardi. Quando sono tornati io ho trovato una scusa per dire che non avevo voglia di andare a ballare e ho detto loro che li avrei aspettati. Mario si è offerto di farmi compagnia fino al ritorno degli altri. come è diventato buio ci siamo seduti sugli sdraio fuori del tukul, era semibuio, non c'era nessuno in giro. Mi sono avvicinata a lui, mi sono seduta sulla spalliera dello sdraio ed ho cominciato a baciarlo con passione. Lui mi ha abbracciata ed io non mi sono ritratta, anzi sono finita sule sue ginocchia. Abbiamo continuato a baciarci e lui ha cominciato a toccarmi. Ho allungato anch'io le mani ed ho incominciato a toccargli il collo, poi il dorso. Lui, incoraggiato dal mio muovermi ha infilato le mani sotto la camicetta ed ha cominciato a soppesarmi i seni. L'ho lasciato fare, anzi gli ho infilato anche io le mani sotto la maglietta. Mi ha toccato il seno e mi è piaciuto molto il suo tocco: ho incominciato di nuovo a lasciarmi andare e a cercare di godere di nuovo. Ho incominciato a muovermi sinuosa e lui, sempre più affamato ed incoraggiato dal mio modo di fare, ha allungato una mano sulla mia figa. Prima sopra gli slip, poi ha infilato una mano e me la ha afferrata. Io già cominciavo a gocciolare, e ho allungato le mani anch'io e gli ho afferrato il pisello. Aveva solo un paio di calzoncini da mare e non portava neanche le mutande. Glielo ho tirato fuori e per poco non ci sono rimasta: non solo era molto grosso e lungo, ma terribile nella sua mostruosità. non immaginavo nemmeno che un uomo potesse avere un arnese simile, sembra quello di un cavallo. stringendolo con le dita non sono riuscita nemmeno a circondarlo. Mi sono subito data da fare per farglielo venire più duro e glielo ho misurato: e molto più di una spanna, quasi due volte quello del Sergio. Glielo ho visto molto scuro, con tutti quei peli neri intorno ed una cappella larga come quella di un fungo. Non mi è piaciuto molto, perché mi ha messo paura. Un coso simile è capace di entrare dentro la mia figa? mi sono chiesta, oppure mi sventrerebbe. E' un cazzo di quelli dei disegni sopra i muri, uno così io non l'ho mai visto. Che sia una malattia mi sono chiesta. Però quel grosso arnese mi ha attratto con voluttà crescente ed ho continuato a baciare Mario, mentre glielo toccavo e maneggiavo sempre con maggiore intensità. Anche lui mi toccava, mi infilava le dita dappertutto, ormai ero tutta bagnata, ho cominciato ad ansimare. Ad un tratto si è alzato, mi ha preso in braccio e con me tra le sue braccia è entrato nel nostro tukul, che aveva la porta accostata. Mi ha quasi buttato sul letto e si è tolto i pantaloncini.Poi con l'uccellone, puntato contro di me mi è venuto addosso, mi ha strappato letteralmente gli slip, mi ha tirato su la gonnellina e mi si è buttato addosso. Ho cominciato ad avere paura, ma non ero capace di fare la minima reazione. mi ha spalancato le gambe, con una mano mi teneva premuta sul letto mentre con l'altra si prendeva il suo membro e me lo ha infilato dentro. Ho sentito una grande spinta, un grande dolore e poi un caldo assoluto. Mi sentivo completamente riempita e bloccata, mentre lui dava dei colpi decisi. Il piacere si è fatto sempre più intenso, un misto di paura e di gioia. Sentivo il ventre dilatarsi, la gambe sempre più molli, mentre un ondata di calore si è dilatata dal plesso solare alla testa. Non ho mai goduto cosi. Con il passare del tempo non solo la paura se ne è andata, ma la situazione ha cominciato a piacermi sempre di più. Ora mi stringevo forte a lui che mi stava pompando senza pietà, lo baciavo gli graffiavo la schiena, mi attaccavo al folto pelame delle sue spalle. Ho cominciato ad urlare, accompagnando i suoi colpi che si susseguivano sempre forti e cadenzati. Mi sono avvinghiata a lui. Sentivo tutto intorno alla pareti della figa quel pistone che spingeva su e giù, mentre lui mi guardava nella penombra della stanza e vedevo i suoi denti brillare nel buio. Ad un certo punto ho perso la nozione del tempo. Non sapevo più chi ero, dove mi trovavo. Mi è sembrato di volare. Ho perso la coscienza di me: solo un piacere intenso, un calore, un languore crescente si è impadronito di me. Mi sembrava di galleggiare, di volare, mentre i suoi colpi duravano e duravano. Ad un certo momento mi è sembrato di sentirmi come irrorata dal fuoco, mentre lui ansimava e poi si è accasciato su di me. Il mio cuore batteva a mille e piano piano ho ripreso padronanza. La sensazione di odio e di impotenza che ho avuto nei confronti del Mario quando mi ha scaraventata sul letto e mi ha penetrata è scomparsa del tutto. Ora lo stavo guardando con amore e riconoscenza. Mi ha fatto capire che cosa vuol dire essere amata o, meglio, cosa vuol dire essere scopata bene. Ho capito perché gli uomini del sud hanno tanto la fama degli amatori. L’ho guardato e l’ho baciato con affetto e mi sono stretta a lui. Poi mi sono alzata e sono corsa in bagno per lavarmi. Devo stare attenta, perché non uso la pillola e lui non ha messo il preservativo. Immagina se resto incinta. A mio padre viene un infarto. Dopo essermela ben lavata e fatto le irrigazioni con la mini pump, sono tornata così tutta nuda di là. Mario era ancora sdraiato sul letto, fumava una sigaretta. Mi ha guardato e mi ha detto che sono tanto bella che non è riuscito a trattenersi. Mi hanno fatto piacere le sue parole. Mi sono seduta vicino al suo corpo disteso sul letto e l’ho guardato. O meglio ho guardato là: il suo coso era in posizione di riposo, appoggiato di lato sull’inguine, ancora grosso come il braccio di un bambino. l'ho guardato con attenzione: è davvero grosso, il più grosso in assoluto che ho mai visto. Mi è venuto un po’ da ridere delle paure che avevo di essere tutta lacerata. Invece l’ho assorbito con sicurezza e senza problemi. Si vede che i cazzi per me devono esse così. Siamo stati un po’ così abbracciati a parlare. Mario è molto tenero e sensibile. Poi, siccome si avvicina l’ora del ritorno degli altri ci siamo vestiti e siamo usciti a sederci sulle sdraio davanti al tukul. Alle due sono arrivati tutti. Ci siamo salutati ed io e la Giusy siamo andate a dormire nel nostro tukul, mente Mario e il Franco sono andati via a Tropea.
Lunedì.
Questa notte ho dormito benissimo. Un sonno lungo, ristoratore. Mi sono alzata tardi egli altri erano già in spiaggia. L’ ho trovati che prendevano il sole e mi sono unita ad essi. Mario mi ha sorriso, ci siamo salutati, ma ormai era già tardi e lui e il Franco sono andati via. Ci siamo rivisti nel pomeriggio e siamo stati tutti insieme a ridere e a scherzare. A sera, dopo cena, mentre gli altri sono andati ancora a ballare io e Mario siamo andati un po’ in giro e poi mi ha portato in una casetta in campagna. E’ della sua famiglia, quasi una baracca che utilizzano per i lavori nei campi. Oltre ad un tavolo, poche sedie, attrezzi e strumenti vari, c’è una branda appaggiata al muro. Non c’è la luce, ma solo una lampada ad acetilene che lui ha acceso. Ho prima curiosato un po’ in giro, poi ci siamo seduti tutti e due. Mi è venuto più vicino e mi ha baciato teneramente. Io mi sono girata un po' sul fianco e ho ricambiato il bacio. Ci siamo stretti un po', poi lui si è staccato un attimo da me, mi ha guardato e mi ha baciato di nuovo: mi ha dato l'impressione dell'uomo primitivo, con quella barba e l'idea di farmi uno di loro mi stava andando a genio. Mi sembra di essere la reincarnazione della "romantica donna inglese"... Ha incominciato toccarmi e si è abbassato verso il mio seno. Avevo una camicia trasparente e gli è stato facile slacciarmela, sono rimasta con il reggiseno mini. Ha allungato una mano e me lo ha spostato un po', si è chinato ed ha incominciato a baciarmi e a ciucciarmi i capezzoli che si sono fatti duri. Ha messo una mano sopra i miei pantaloni, me li ha slacciati adagio adagio e me li ha tolti. Mi ha tolto anche le mutandine e sono rimasta lì nuda ad spettare la prossima mossa. Si è tolto i calzoni in un attimo. Poi ha incominciato ad accarezzarmi la figa e il triangolo. Io ho fatto altrettanto con lui: ho allungato una mano e e ho trovato il suo pisello. Gli si era già fatto duro. Me lo ha appoggiato contro una gamba, poi mi ha sdraiato sulla branda e mi si è messo sopra. Ha continuato a baciarmi e ad accarezzarmi il seno: mi piaceva, ho chiuso gli occhi e non ho pensato a niente. Con le gambe mi ha allargato un po' le cosce, poi mi si è appoggiato sopra con il pisello che pulsava: lo sentivo vivo, là vicino alla mia figa; ero già bagnata e non aspettavo altro che me lo mettesse dentro. Ha allungato tutte e due le mani e me lo ha strusciato contro, poi mi ha aperto un po' la figa, si è alzato un poco e me lo ha infilato. Lo sentivo tutto intorno, bello e duro. Ho incominciato un po' a muovermi e a far andare le anche su e giù. Abbiamo preso il ritmo: lui faceva forza, cercava di infilarmelo il più possibile, oppure cercava di farmi godere il di più, non so, ma la cosa gli è riuscita benissimo e mi piaceva come si muoveva. Prima me lo sono stretto sopra, poi ho allungato le mani sul suo sedere, volevo averlo tutto dentro e sentirmelo più vicino possibile: era tanto che non scopavo e solo avere dentro un cazzo simile mi faceva impazzire. Ho una fame da lupa! Ho incominciato a mordergli il collo e lui preso sempre più dalla foga ha continuato a a sbattermi di più. La mia figa si è fatta più larga, più lubrificata, lui mi premeva contro e ansimava, io non stavo più nella pelle, mi dimenavo e sembravo proprio una cagna in calore. Ci siamo fermati un attimo: mi dolevano persino le cosce dal tanto che mi ero mossa. Poi lui ha ripreso di nuovo a baciarmi e a leccarmi, prima tutto il viso, poi sul collo. Ho ripreso ad agitarmi, non ho capito più niente, né mi sono resa conto di quanto sia durato. Poi abbiamo cominciato ad ansimare tutti e due e lui, all'ultimo momento, lo ha tirato fuori e mi è venuto sulla coscia. Gli ho detto prima di cominciare che non prendo la pillola e lui non aveva i preservativi. Si è spostato un po', è andato a rovistare fra la sua roba e ha trovato dei fazzoletti di carta. Mi ha ripulito mentre io ero ancora stesa là ad assaporare quel momento. Quando ha finito di ripulirsi il suo uccellone, si è sdraiato vicino a me, mi ha accarezzata, mi ha dato un bacio e mi ha detto che sono bravissima, una bomba e gli piaccio tantissimo. Sono stata contenta di averlo soddisfatto e ho ricambiato il bacio. Mi ha messo una mano intorno alle spalle ed io ho appoggiato la testa sulla sua. Ho chiuso un po' gli occhi e mi sono appisolata soddisfatta. Non sono quanto siamo rimasti là. Ad un tratto mi sono svegliata di soprassalto e ho preso coscienza di dove ero. Mi sono strusciata contro di lui e gli ho dato un bacio sulla guancia. Lui ha aperto gli occhi, mi ha guardato e ha sorriso. Abbiamo guardato l'orologio, era tardi. Mi ha chiesto perché non rimanevo là a dormire con lui. Gli ho risposto che era meglio di no. Le mie amiche cosa avrebbero detto? Allora a malincuore si è alzato, ci siamo vestiti e mi ha riaccompagnato al tukul. Giusy e Franco ci aspettavano lì, ci siamo scambiati la buona notte e io e la Giusy siamo andati a dormire nel tukul.
Di questa vacanza ho altre pagine. Se vi sembra che meritino attenzione le posterò. Ditemi cosa vi sembrano.
Questa storia riguarda la mia Lory, quando non era ancora con me. Lei ha sempre tenuto un diario segreto, nel quale riportava le sue storie. Mi ha permesso di leggerlo ed è così che ho capito molto di lei. Anche adesso che è andata via ed è al di là dell’oceano, in una nuova esistenza, mi piace riviverla attraverso i suoi racconti. Ve ne presento qualche pagina. Se vi sembrano interessanti, ne posterò delle altre…
Mario
Sabato...
. Finalmente sono partita per il mare. siamo partite in 4: io, l’Ann, la Maria e la Giusy. Il treno è partito ieri sera alle 7.30; abbiamo dormimmo in cuccetta e siamo arrivati a Paola alle 11.30. Abbiamo trovato una macchina che ci ha accompagnate a Marina di Zambrone, vicino Tropea, al villaggio. La prima impressione è stata disastrosa: i tukul sono molto piccoli e senza finestre: sono un po' tetri. La ragazza del campeggio ci ha detto che era solo la prima impressione e poi ci piacerà senz'altro. Ci siamo sistemati nei tukul, ci siamo cambiate e siamo andate a vedere come era la spiaggia. Non si è presentata molto bene: ci sono tanti sassi, un po' di scogli e più in là la sabbia.Il mare è però bello. Siamo ritornate al villaggio, c'è pochissima gente: siamo tutte un po' abbattute. Non solo non ci saranno amori travolgenti, ma prevedo una noia mortale. Sarò costretta a pensare ancora al mio amore infelice, io che voglio dimenticarlo completamente.
Mercoledì...
I primi giorni sono trascorsi un po' in sordina: io, tanto per cambiare, non ho fatto altro che dormire; sono in camera con l’Anna, cosa che mi ricorda la mia storia d’amore finita con suo fratello, e così ogni tanto mi faccio un pianto, di giorno, di notte, come capita. Al ristorante si mangia bene: è posto sul mare e c'è una bella brezza marina. Questa sera abbiamo fatta la scoperta di andare a ballare in un paese qui vicino. Non abbiamo rimediato proprio niente e ce ne siamo tornate più scornate di prima.
Giovedì...
Finalmente abbiamo conoscemmo quattro ragazzi di Bari e per oggi ci siamo fatti compagnia. Nel pomeriggio, mentre eravamo sedute piuttosto annoiate, io e la Giusy, sul dondolo, vicino al ristorante abbiamo visto avvicinarsi due ragazzi:: uno mi ha colpito perché assomiglia tanto all'Ulisse dell'Odissea, almeno come se lo può immaginare una persona del nostro secolo: aveva il dorso pieno di peli neri: sembrava una camicia; portava i calzoncini rossi e non era molto alto. Ci siamo messe a squadrarli da capo a piedi e abbiamo scambiato qualche parola, giusto per fare conoscenza: sono due ragazzi del posto. Poi siamo andati tutti insieme in spiaggia, sotto gli ombrelloni. Hanno conosciuto anche le altre due e abbiamo chiacchierato un po'. Verso le quattro abbiamo fatto il bagno, e poi io sono rimasta sdraiata sul materassino: La conclusione è che mi sono presa una tremenda scottatura alla schiena; al momento non ci ho fatto caso, mi bruciava un po', ma non ho dato molta importanza alla cosa. E' stato di sera che la cosa si è aggravata, Anche l’Anna si è presa una bella scottatura, ma si è fatta sbattere l'uovo e passarlo sulla schiena e così sta già meglio. Io, che come al solito sono la più pirla non ho voluto e mi sono messa solo della crema doposole che non serve a niente e così al momento non riesco a sdraiarmi, mi fa male e temo che mi stanno venendo fuori le vesciche. Sono proprio ustionata.
Venerdì...
Ho la schiena tutta bruciata, piena di vesciche che fanno un male pazzesco. non posso andare in spiaggia e sono costretta a passare il tempo nel tukul o al ristorante, al chiuso. Nel pomeriggio la compagnia, i 4 ragazzi di Bari e i due di Tropea e le altre ragazze hanno organizzato un giro in montagna, arrivare sulla Sila, e in ogni caso, all'interno. Ho accettato anche io, anche se non sto molto bene. Così io e Giusy siamo salite in macchina con il Mario e il Franco, i due ragazzi di Tropea, e la Maria e l’Ann in macchina con gli altri. Siamo arrivati vicino ad un laghetto: era molto bello e fresco: abbiamo passato un bel pomeriggio. Questa sera siamo andati a ballare in un posto qui vicino, un locale con una pista da ballo anche all’aperto: è un bel locale, scavato nella roccia, una grotta ed ogni tanto si vedevano i pipistrelli. Io mi sono messa un vestito mini e provocante, ho voluto far colpo sul Mario, cosa che mi è riuscita in pieno, perché il Mario non ha ballato che con me. Non è riuscito a stringermi troppo perché ho dei dolori fortissimi alla schiena. Però abbiamo chiacchierato e ballato tutta sera. Io non sono stata molto espansiva, poi con quei dolori alla schiena, ogni tanto facevo un salto sulla sedia. Ho saputo che è laureato in biologia, adesso è in vacanza e poi si cercherà un lavoro. Siamo tornati al villaggio verso le tre. Ci siamo salutati con un bacio amichevole sulla guancia e siamo andati a dormire.
Sabato
Siamo andati in gita lungo la costa: è molto bella. Io sono stata in macchina con il Mario e il Franco con la Giusy. Nella salita la macchina è sbandata un po' e mi sono ritrovata il Mario addosso. Mi ha baciato. sono rimasta un po'sorpresa anche se l'avevo sperato e auspicato. Ho fatto un po' la ritrosa e gli ho detto che non era il caso di creare qualcosa di più importante, visto che sarebbe durato solo qualche giorno e poi abitiamo tanto lontano. Lui mi è sembrato un po' risentito e quando siamo scesi se ne è andato per i fatti suoi. A me è scocciato che non abbia insistito un po' di più. Allora sono partita io alla carica e ho fatto in modo di stargli vicino tutto il tempo e al ritorno in macchina l'ho baciato io. I suoi baci mi facevano pensare al Sergio e ho cominciato subito a fare di nuovo i confronti, da cui però usciva vincitore Sergio. Al ritorno ci siamo fermati in un belvedere e, scendendo dalla macchina sono rimasta tramortita: tutte le bolle che si erano formate erano scoppiate di colpo. sono quasi svenuta dal dolore. Tutti si sono precipitati a confortarmi e, naturalmente, in prima fila il Mario. Mi ha accarezzato e mi attirato a sé. Mi è piaciuto quel gesto e così mi sono accoccolata vicino a lui. La sera siamo andati di nuovo al Ciclope. Io e Mario siamo rimasti insieme tutta la sera: solo che tutte le volte che cercava di abbracciarmi e mi attirava a sé vedevo le stelle. Sulla via del ritorno mi ha attirato a sè e mi ha baciato. Questa volta è stato un bacio lungo e appassionato al quale ho risposto con tutto il calore possibile. sono tornata al tukul tutta contenta, però durante la notte mi sono svegliata ed ho pensato al Sergio e mi sono fatta un altro pianto. Non voglio tradire il suo ricordo e il pensiero che lui per me è come morto non mi ha tranquillizzato, anzi mi ha messa più sottosopra.
Domenica...
Oggi mi sono alzata molto tardi, sono andata a fare colazione e poi ho incontrato Mario in spiaggia. Ho dovuto stare sotto l'ombrellone per via delle scottature e così Mario è stato con me per parecchio tempo. E' bellissimo in costume da bagno. mi colpisce soprattutto quel grosso rigonfio che ha tra le gambe. Nessuno degli altri maschi appare così fornito. mi mette curiosità, desiderio ed anche un po' di paura. Lui sa che le donne lo guardano sempre là ed allora si pavoneggia con quel malloppo nel costumino stretto. All'una, i due ragazzi sono andati in un paese vicino a mangiare e noi al ristorante. Sono ritornati tardi, verso le cinque: io ero un po'sulle spine perché non tornavano. Sono stata felice di vederli arrivare. Ci siamo salutati e siamo rimasti un po' insieme a ridere e a scherzare con gli altri. Abbiamo deciso di andare tutte le sere a ballare: è un bel posto e si sta bene. Più tardi mentre mi ero sdraiata sulla spiaggia deserta ad un tratto Mario si è avvicinato e ha cominciato a baciarmi con passione. Io ero sdraiata su di un asciugamano e sono rimasta sorpresa perché avevo gli occhi chiusi e pensavo che fosse andato verso gli scogli insieme agli altri. Si è sdraiato vicino a me e dopo avermi baciato mi ha stretto a sé. Io ho urlato dal dolore: le piaghe non si sono ancora risanate. Lui un po' si è scocciato, si è alzato e mi ha lasciata da sola. Se ne è andato dall'altra parte, sugli scogli. Io sono rimasta là un po' a sonnecchiare, poi sono andata a cercarlo. Gli ho messo le mani sugli occhi e lui si è girato come se sapesse che ero io. Mi ha abbracciato di nuovo con più tenerezza e questa volta ho cercato di sopportare un po' il male. Ha incominciato a baciarmi, prima adagio adagio e poi con più foga. Mi ha accarezzato le guance e me le ha baciato, poi ha allungato una mano e mi ha toccato il seno. Io indossavo un costume abbastanza castigato; non ha osato infilare la mano sotto il reggiseno, però ha continuato a toccarmelo. Ci sa fare, però non mi soddisfa molto, non c'è paragone con Sergio. Non abbiamo fatto altro. Siamo tornati dove erano gli altri e ci siamo uniti a loro. Verso le sei siamo tornati al villaggio. noi siamo andati a cena al ristorante e loro due sono tornati al paese. Ci siamo dati appuntamento per più tardi. Quando sono tornati io ho trovato una scusa per dire che non avevo voglia di andare a ballare e ho detto loro che li avrei aspettati. Mario si è offerto di farmi compagnia fino al ritorno degli altri. come è diventato buio ci siamo seduti sugli sdraio fuori del tukul, era semibuio, non c'era nessuno in giro. Mi sono avvicinata a lui, mi sono seduta sulla spalliera dello sdraio ed ho cominciato a baciarlo con passione. Lui mi ha abbracciata ed io non mi sono ritratta, anzi sono finita sule sue ginocchia. Abbiamo continuato a baciarci e lui ha cominciato a toccarmi. Ho allungato anch'io le mani ed ho incominciato a toccargli il collo, poi il dorso. Lui, incoraggiato dal mio muovermi ha infilato le mani sotto la camicetta ed ha cominciato a soppesarmi i seni. L'ho lasciato fare, anzi gli ho infilato anche io le mani sotto la maglietta. Mi ha toccato il seno e mi è piaciuto molto il suo tocco: ho incominciato di nuovo a lasciarmi andare e a cercare di godere di nuovo. Ho incominciato a muovermi sinuosa e lui, sempre più affamato ed incoraggiato dal mio modo di fare, ha allungato una mano sulla mia figa. Prima sopra gli slip, poi ha infilato una mano e me la ha afferrata. Io già cominciavo a gocciolare, e ho allungato le mani anch'io e gli ho afferrato il pisello. Aveva solo un paio di calzoncini da mare e non portava neanche le mutande. Glielo ho tirato fuori e per poco non ci sono rimasta: non solo era molto grosso e lungo, ma terribile nella sua mostruosità. non immaginavo nemmeno che un uomo potesse avere un arnese simile, sembra quello di un cavallo. stringendolo con le dita non sono riuscita nemmeno a circondarlo. Mi sono subito data da fare per farglielo venire più duro e glielo ho misurato: e molto più di una spanna, quasi due volte quello del Sergio. Glielo ho visto molto scuro, con tutti quei peli neri intorno ed una cappella larga come quella di un fungo. Non mi è piaciuto molto, perché mi ha messo paura. Un coso simile è capace di entrare dentro la mia figa? mi sono chiesta, oppure mi sventrerebbe. E' un cazzo di quelli dei disegni sopra i muri, uno così io non l'ho mai visto. Che sia una malattia mi sono chiesta. Però quel grosso arnese mi ha attratto con voluttà crescente ed ho continuato a baciare Mario, mentre glielo toccavo e maneggiavo sempre con maggiore intensità. Anche lui mi toccava, mi infilava le dita dappertutto, ormai ero tutta bagnata, ho cominciato ad ansimare. Ad un tratto si è alzato, mi ha preso in braccio e con me tra le sue braccia è entrato nel nostro tukul, che aveva la porta accostata. Mi ha quasi buttato sul letto e si è tolto i pantaloncini.Poi con l'uccellone, puntato contro di me mi è venuto addosso, mi ha strappato letteralmente gli slip, mi ha tirato su la gonnellina e mi si è buttato addosso. Ho cominciato ad avere paura, ma non ero capace di fare la minima reazione. mi ha spalancato le gambe, con una mano mi teneva premuta sul letto mentre con l'altra si prendeva il suo membro e me lo ha infilato dentro. Ho sentito una grande spinta, un grande dolore e poi un caldo assoluto. Mi sentivo completamente riempita e bloccata, mentre lui dava dei colpi decisi. Il piacere si è fatto sempre più intenso, un misto di paura e di gioia. Sentivo il ventre dilatarsi, la gambe sempre più molli, mentre un ondata di calore si è dilatata dal plesso solare alla testa. Non ho mai goduto cosi. Con il passare del tempo non solo la paura se ne è andata, ma la situazione ha cominciato a piacermi sempre di più. Ora mi stringevo forte a lui che mi stava pompando senza pietà, lo baciavo gli graffiavo la schiena, mi attaccavo al folto pelame delle sue spalle. Ho cominciato ad urlare, accompagnando i suoi colpi che si susseguivano sempre forti e cadenzati. Mi sono avvinghiata a lui. Sentivo tutto intorno alla pareti della figa quel pistone che spingeva su e giù, mentre lui mi guardava nella penombra della stanza e vedevo i suoi denti brillare nel buio. Ad un certo punto ho perso la nozione del tempo. Non sapevo più chi ero, dove mi trovavo. Mi è sembrato di volare. Ho perso la coscienza di me: solo un piacere intenso, un calore, un languore crescente si è impadronito di me. Mi sembrava di galleggiare, di volare, mentre i suoi colpi duravano e duravano. Ad un certo momento mi è sembrato di sentirmi come irrorata dal fuoco, mentre lui ansimava e poi si è accasciato su di me. Il mio cuore batteva a mille e piano piano ho ripreso padronanza. La sensazione di odio e di impotenza che ho avuto nei confronti del Mario quando mi ha scaraventata sul letto e mi ha penetrata è scomparsa del tutto. Ora lo stavo guardando con amore e riconoscenza. Mi ha fatto capire che cosa vuol dire essere amata o, meglio, cosa vuol dire essere scopata bene. Ho capito perché gli uomini del sud hanno tanto la fama degli amatori. L’ho guardato e l’ho baciato con affetto e mi sono stretta a lui. Poi mi sono alzata e sono corsa in bagno per lavarmi. Devo stare attenta, perché non uso la pillola e lui non ha messo il preservativo. Immagina se resto incinta. A mio padre viene un infarto. Dopo essermela ben lavata e fatto le irrigazioni con la mini pump, sono tornata così tutta nuda di là. Mario era ancora sdraiato sul letto, fumava una sigaretta. Mi ha guardato e mi ha detto che sono tanto bella che non è riuscito a trattenersi. Mi hanno fatto piacere le sue parole. Mi sono seduta vicino al suo corpo disteso sul letto e l’ho guardato. O meglio ho guardato là: il suo coso era in posizione di riposo, appoggiato di lato sull’inguine, ancora grosso come il braccio di un bambino. l'ho guardato con attenzione: è davvero grosso, il più grosso in assoluto che ho mai visto. Mi è venuto un po’ da ridere delle paure che avevo di essere tutta lacerata. Invece l’ho assorbito con sicurezza e senza problemi. Si vede che i cazzi per me devono esse così. Siamo stati un po’ così abbracciati a parlare. Mario è molto tenero e sensibile. Poi, siccome si avvicina l’ora del ritorno degli altri ci siamo vestiti e siamo usciti a sederci sulle sdraio davanti al tukul. Alle due sono arrivati tutti. Ci siamo salutati ed io e la Giusy siamo andate a dormire nel nostro tukul, mente Mario e il Franco sono andati via a Tropea.
Lunedì.
Questa notte ho dormito benissimo. Un sonno lungo, ristoratore. Mi sono alzata tardi egli altri erano già in spiaggia. L’ ho trovati che prendevano il sole e mi sono unita ad essi. Mario mi ha sorriso, ci siamo salutati, ma ormai era già tardi e lui e il Franco sono andati via. Ci siamo rivisti nel pomeriggio e siamo stati tutti insieme a ridere e a scherzare. A sera, dopo cena, mentre gli altri sono andati ancora a ballare io e Mario siamo andati un po’ in giro e poi mi ha portato in una casetta in campagna. E’ della sua famiglia, quasi una baracca che utilizzano per i lavori nei campi. Oltre ad un tavolo, poche sedie, attrezzi e strumenti vari, c’è una branda appaggiata al muro. Non c’è la luce, ma solo una lampada ad acetilene che lui ha acceso. Ho prima curiosato un po’ in giro, poi ci siamo seduti tutti e due. Mi è venuto più vicino e mi ha baciato teneramente. Io mi sono girata un po' sul fianco e ho ricambiato il bacio. Ci siamo stretti un po', poi lui si è staccato un attimo da me, mi ha guardato e mi ha baciato di nuovo: mi ha dato l'impressione dell'uomo primitivo, con quella barba e l'idea di farmi uno di loro mi stava andando a genio. Mi sembra di essere la reincarnazione della "romantica donna inglese"... Ha incominciato toccarmi e si è abbassato verso il mio seno. Avevo una camicia trasparente e gli è stato facile slacciarmela, sono rimasta con il reggiseno mini. Ha allungato una mano e me lo ha spostato un po', si è chinato ed ha incominciato a baciarmi e a ciucciarmi i capezzoli che si sono fatti duri. Ha messo una mano sopra i miei pantaloni, me li ha slacciati adagio adagio e me li ha tolti. Mi ha tolto anche le mutandine e sono rimasta lì nuda ad spettare la prossima mossa. Si è tolto i calzoni in un attimo. Poi ha incominciato ad accarezzarmi la figa e il triangolo. Io ho fatto altrettanto con lui: ho allungato una mano e e ho trovato il suo pisello. Gli si era già fatto duro. Me lo ha appoggiato contro una gamba, poi mi ha sdraiato sulla branda e mi si è messo sopra. Ha continuato a baciarmi e ad accarezzarmi il seno: mi piaceva, ho chiuso gli occhi e non ho pensato a niente. Con le gambe mi ha allargato un po' le cosce, poi mi si è appoggiato sopra con il pisello che pulsava: lo sentivo vivo, là vicino alla mia figa; ero già bagnata e non aspettavo altro che me lo mettesse dentro. Ha allungato tutte e due le mani e me lo ha strusciato contro, poi mi ha aperto un po' la figa, si è alzato un poco e me lo ha infilato. Lo sentivo tutto intorno, bello e duro. Ho incominciato un po' a muovermi e a far andare le anche su e giù. Abbiamo preso il ritmo: lui faceva forza, cercava di infilarmelo il più possibile, oppure cercava di farmi godere il di più, non so, ma la cosa gli è riuscita benissimo e mi piaceva come si muoveva. Prima me lo sono stretto sopra, poi ho allungato le mani sul suo sedere, volevo averlo tutto dentro e sentirmelo più vicino possibile: era tanto che non scopavo e solo avere dentro un cazzo simile mi faceva impazzire. Ho una fame da lupa! Ho incominciato a mordergli il collo e lui preso sempre più dalla foga ha continuato a a sbattermi di più. La mia figa si è fatta più larga, più lubrificata, lui mi premeva contro e ansimava, io non stavo più nella pelle, mi dimenavo e sembravo proprio una cagna in calore. Ci siamo fermati un attimo: mi dolevano persino le cosce dal tanto che mi ero mossa. Poi lui ha ripreso di nuovo a baciarmi e a leccarmi, prima tutto il viso, poi sul collo. Ho ripreso ad agitarmi, non ho capito più niente, né mi sono resa conto di quanto sia durato. Poi abbiamo cominciato ad ansimare tutti e due e lui, all'ultimo momento, lo ha tirato fuori e mi è venuto sulla coscia. Gli ho detto prima di cominciare che non prendo la pillola e lui non aveva i preservativi. Si è spostato un po', è andato a rovistare fra la sua roba e ha trovato dei fazzoletti di carta. Mi ha ripulito mentre io ero ancora stesa là ad assaporare quel momento. Quando ha finito di ripulirsi il suo uccellone, si è sdraiato vicino a me, mi ha accarezzata, mi ha dato un bacio e mi ha detto che sono bravissima, una bomba e gli piaccio tantissimo. Sono stata contenta di averlo soddisfatto e ho ricambiato il bacio. Mi ha messo una mano intorno alle spalle ed io ho appoggiato la testa sulla sua. Ho chiuso un po' gli occhi e mi sono appisolata soddisfatta. Non sono quanto siamo rimasti là. Ad un tratto mi sono svegliata di soprassalto e ho preso coscienza di dove ero. Mi sono strusciata contro di lui e gli ho dato un bacio sulla guancia. Lui ha aperto gli occhi, mi ha guardato e ha sorriso. Abbiamo guardato l'orologio, era tardi. Mi ha chiesto perché non rimanevo là a dormire con lui. Gli ho risposto che era meglio di no. Le mie amiche cosa avrebbero detto? Allora a malincuore si è alzato, ci siamo vestiti e mi ha riaccompagnato al tukul. Giusy e Franco ci aspettavano lì, ci siamo scambiati la buona notte e io e la Giusy siamo andati a dormire nel tukul.
Di questa vacanza ho altre pagine. Se vi sembra che meritino attenzione le posterò. Ditemi cosa vi sembrano.