Racconto di fantasia Vecchi compagni di scuola

Alarec21

"Level 0"
Messaggi
16
Punteggio reazione
14
Punti
3
La storia che sto per scrivere trae spunto da un fatto realmente accadutomi, ma che ho preferito romanzare parecchio per garantire la privacy delle persone coinvolte.

Mi chiamo Mario e sono un ragazzo di 28 anni di un piccolo paesino del nord Italia. Nel mio piccolo paese ho potuto frequentare l’asilo, le elementari e pure le medie senza dover spostarmi più di tanto da casa. Discorso diverso per le superiori e l’università, motivo per cui mi sono dovuto recare in una grande città della mia regione, vivendo quegli anni da pendolare.
Proprio durante il primo anno di università, un giorno mentre passeggiavo in centro incontro Laura, mia compagna delle elementari che a dire il vero ai tempi mi stava pure antipatica.
Ricordo che finite le elementari, si era trasferita in un’altra città per motivi familiari, motivo per cui non ci siamo più visti.
Da bambina aveva sempre quell’aria da saputella e a dirla tutta, per quanto a quell’età non fossi ancora attratto sentimentalmente dalle ragazze, non era proprio tra le più belle compagne di classe.
Come dicevo, con lei non ci siamo mai più visti, almeno fino a quel giorno.
Incrociati gli sguardi, mi fermo e la chiamo:
“Laura?”
E lei: “Mario”?
“Ma allora sei tu”! Esclamo sorpreso di averla riconosciuta dopo tutti quegli anni.
In effetti, lei non era cambiata più di tanto: pur essendo cresciuta, aveva mantenuto quei connotati del volto che la rendevano subito riconoscibile: capelli molto lunghi, occhi color nocciola e una particolare forma del naso.
Avete capito, non era migliorata di molto, eppure, non so per quale ragione, sentivo che qualcosa in lei mi attraeva carnalmente.
Anche lei mi riconosce, ma questo non mi stupisce: neppure io sono cambiato di molto, a parte i miei capelli che non sono più lunghi come quelli di un tempo.
Dopo esserci salutati, lei mi spiega che stava andando in università (una facoltà diversa dalla mia) e che non poteva fermarsi molto. Ne approfitto allora per chiederle il suo numero così da rimanere in contatto e non perdersi di vista per altri 8 anni.
Mentre lei mi detta il suo numero, noto che la ragazza che era insieme a lei, cambia espressione del volto e da cordiale diventa improvvisamente cupa e stizzita.
Mentre sono intento a capire il perché, mi preparo per salutare Laura cercando di darle due normalissimi baci sulle guance, come si fa tra amici, e qui avviene qualcosa che non mi avrebbe fatto dormire la sera stessa: ci giriamo tutti e due dalla stessa parte, finendo col darci un brevissimo bacio a stampo.
Non ci posso credere, avevo appena baciato in bocca, se così si può dire, la mia compagna delle elementari che mi stava antipatica e che non vedevo da una vita. Meno male che la sua amica, impegnata a rispondere al telefono, non ci ha visto in quel momento di involontaria effusione.
Mentre mi allontano da lei, mi giro per scrutarla ancora una volta e qui scopro il motivo della gelosia della sua amica: quella ragazza con cui Laura stava andando in università non è soltanto un’amica, ma qualcosa di più, visto che le stringe la mano come si fa tra fidanzati.
Un po’ sconsolato, mi dirigo in stazione cercando di capire come comportarmi con Laura: scriverle la sera stessa per scusarmi di quanto accaduto o aspettare di incontrarla nuovamente in città?
Laura in effetti non aveva il mio numero, ma aspettava un mio messaggio così da poter salvare il mio numero in rubrica.
Mentre ripenso a tutto ciò, il treno arriva a destinazione e decido di mandarle un messaggio con scritto: “Ciao Laura, qui è Mario. Mi ha fatto piacere rivederti oggi. Se vuoi prendere un caffè ogni tanto, sai dove trovarmi. A presto”.
Il messaggio non ottiene risposta fino alle 22, quando sento finalmente il telefono suonare: è Laura che mi scrive: “Ciao Mario, domani alle 18 in piazza *****. Notte”.
Questa sua risposta mi spiazza, evidentemente quel bacio deve aver fatto presa anche su di lei. Non riesco a resistere e mentre sono sotto la doccia scarico la tensione masturbandomi prepotentemente pensando a lei.
Mi corico e decido di non rispondere ancora, voglio farmi desiderare un po’: mi piace pensare che lei sta aspettando una mia risposta tenendo costantemente sotto controllo il telefonino. Alla fine verso mezzanotte le rispondo con un semplice “Volentieri”.
Poi crollo in un mix di emozioni in attesa di rivederla l’indomani…
 
La mattina seguente mi sveglio abbastanza tardi dal momento che non avrei dovuto seguire lezioni in università. Ciò nonostante, decido lo stesso di recarmi in città approfittando dell’appuntamento per andare a studiare in biblioteca. Niente, non riesco proprio a concentrarmi, la mente è rivolta totalmente all’incontro che qualche ora più tardi avrei avuto con Laura. Decido quindi di andare a rinfrescarmi le idee sdraiandomi in un parco lì vicino.
Ricordo infatti che pur essendo già ottobre faceva ancora piuttosto caldo, specie nelle ore di punta: sarà stata la stanchezza accumulata, l’emozione, fatto sta che mi addormento quasi subito e senza accorgermene mi sveglio dopo più di due ore.
Guardo il telefono: sono le 18 in punto, e mi trovo a 20 minuti a piedi dal luogo dell’incontro concordato (i mezzi ci avrebbero messo molto meno, ma passano troppo di rado). In preda al panico, scrivo subito a Laura e con una scusa le dico che non sarei arrivato prima delle 18:20 causa visita medica finita più tardi del previsto.
Mai mossa fu più azzeccata: lei mi risponde preoccupata per la mia salute, e mi propone di vedersi allora per un aperitivo verso le 18:30 sempre nello stesso bar dove lei era già arrivata.
Quando finalmente arrivo, noto che nell’attesa Laura aveva già consumato uno Spritz e la trovo particolarmente allegra.
Questa volta quando ci salutiamo faccio attenzione a non baciarla di nuovo in bocca, e ci riesco, anche se noto che lei mi dà un solo bacio sulla guancia e molto vicino alle labbra.
Ordino uno spritz, anzi due, Laura fa il bis.
Parliamo un po’ di quanto fatto in quegli anni precedenti finché l’argomento si sposta sulle nostre vicende sentimentali.
Lo ripeto, Laura non è una bellissima ragazza, ma c’è qualcosa in lei che mi prende tantissimo, e credo che anche lei provi lo stesso per me. Lo capisco anche dal fatto che rispetto al giorno prima, oggi è molto più curata nel look: capelli sciolti, rossetto, jeans stretti e un top che fa intravedere un seno piccolino ma carino.
Parto io dicendo che arrivavo da una storia di 2 anni finita soltanto un mese fa. Una storia che mi ha lasciato molto ferito anche perché sono stato lasciato. Laura si dimostra dispiaciuta per me (anche se sotto sotto non penso le dispiacesse molto) e mi dice che lei sta vivendo un periodo particolare perché, pur essendo stata sempre attratta da ragazzi, aveva da poco iniziato una relazione con una compagna di corso, la ragazza che avevo incontrato ieri con lei.
Mi dice che non pensa di essere lesbica ma bisessuale e che magari questa sua relazione sarebbe stata soltanto un esperimento.
Mi dice che la sua ragazza è molto gelosa ma soprattutto delle donne.
Allora io le dico “ma allora non è un problema se ci vede qua oggi vero?”
Lei mi dice che in realtà non avrebbe potuto vederci perché in quel momento era in palestra.
Scopro così che Laura e la sua ragazza sono ragazze che frequentano la stessa facoltà e che entrambe affittano case diverse con altri coinquilini.
Laura mi dice che lei è con un ragazzo e una ragazza che hanno due anni in più di lei, ma che tutto sommato si trova bene, mentre la sua ragazza condivide la casa con suo fratello che è più vecchio di lei.
Io invece le faccio presente che sono costretto a viaggiare quasi tutti i giorni, e che a proposito avrei dovuto prendere il treno da lì a mezz’ora.
Ne approfitto per fare un salto in bagno e a pagare l’aperitivo.
Torno da Laura che, complici i due bicchieri bevuti, mi ringrazia con un forte bacio sulla mia guancia e prendendomi sotto braccio si propone di accompagnarmi alla stazione.
Non so cosa mi sia saltato per la testa ma ho cercato di camminare il più lentamente possibile per perdere il treno e provare a farmi ospitare da lei.
Mi fermo per legarmi le scarpe, mi fermo a guardare il paesaggio e poi arrivato in stazione mi metto a fare il biglietto alla macchinetta provando a pagare con una carta su cui sapevo di non avere soldi. Ci riprovo una seconda volta e al terzo tentativo sento che il mio treno viene annunciato come partente.
Dico a Laura che devo assolutamente scappare e la saluto questa volta dandole io un bacio che per poco interseca le sue labbra. Faccio per correre ma niente, ormai io treno è andato.
Che fare?
Accelero il passo e raggiungo Laura che nel frattempo aveva già raggiunto l’uscita della stazione.
Quando mi vede, mi chiede cosa avrei fatto quella sera. Infatti altri treni non c’erano più e non me la sentivo di chiedere ai miei genitori di venirmi a prendere fin lì (avrebbero dovuto fare 2 ore di auto tra andata e ritorno).
Le dico che avrei preso una camera d’albergo, ma lei mi dice che se voglio posso dormire da loro sul divano, ma che prima avrebbe dovuto chiedere ai suoi coinquilini.
Allora mentre io avviso i miei che avrei dormito da un amico, lei ottiene l’ok dai suoi coinquilini e ci dirigiamo tutti e due verso casa sua…
 
Arriviamo a casa poco dopo le 20. Al nostro ingresso la tavola era già pronta e i due coinquilini ci stavano aspettando: in effetti, avevamo fatto una piccola sosta al supermercato dove ho comprato due bottiglie di vino rosso per sdebitarmi del favore.
Conosco così i due coinquilini di Laura che, cosa che non mi aveva detto Laura, scopro essere fidanzati. La cena a dire il vero era stata abbastanza deludente: una pasta scotta con un sugo da un gusto piuttosto acido e delle verdure con grigliate.
Per fortuna il vino che ho portato è servito a rendere la cena meno amara e soprattutto a scaldare un po’ gli animi.
Ricordo infatti come i due fidanzati, complice il vino, una volta spreparata la tavola e caricata la lavastoviglie, si siano ritirati nella loro camera con un grosso letto matrimoniale, tipo quelli King size, dove secondo me ci possono stare almeno 4 persone.
Laura mi fa vedere il divano letto e mi aiuta a prepararlo, ma dopo aver messo anche il cuscino, un po’ per il fatto di essere brilla, un po’ per la stanchezza, si inciampa e finisce sopra il letto. Mi offro per darle una mano a tirarla su, ma fingo anch’io di inciampare e finisco proprio sopra di lei, con il mio pene sopra le sue natiche coperte dai jeans stretti che portava. Rimaniamo fermi per qualche istante, poi lei mi chiede:
“Mario, senti qualcosa gonfiarsi vicino al mio culo, cos’è?”
Le rispondo che non è colpa mia se è lei che me lo ha fatto diventare di marmo.
Inizio così a strusciarmi sopra di lei, finché lei non mi ferma e si alza di scatto allontanandosi nella sua stanza. Forse avevo esagerato dimenticandomi che lei aveva comunque una fidanzata che tra l’altro aspettava da troppo tempo che Laura rispondesse ai suoi messaggi.
Con fare furtivo mi avvicino alla sua stanza e sento che è proprio al telefono con la sua ragazza, alla quale giustifica il ritardo nelle risposte dicendo che aveva mal di testa e che per questo si era coricata per trovare un po’ di sonno. Finita la telefonata, torno rapidamente nella mia stanza, che poi sarebbe il salotto della casa. Pur non avendo un cambio con me, decido di andare a farmi una doccia per riprendermi un attimo. Finita la doccia, non avendo l’accappatoio, prendo un asciugamano dall’armadio e mi asciugo alla bene e meglio, e me ne torno con le sole mutande addosso nel letto. Accendo la tv per distrarmi un po’ e proprio mentre stavo per addormentarmi, si avvicina Laura che mi chiede un chiarimento.
Indossa come pigiama degli shorts e una canottiera trasparente senza reggiseno sotto, che lascia intravedere due capezzoli molto turgidi. La invito a non stare sulla porta ma di venire nel letto, anche perché se mi fossi alzato io, lei avrebbe subito notato la mia erezione.
Lei accetta l’invito e scoppia a piangere dicendomi che c’erano tanti dubbi nella sua testa, che lei ama la sua ragazza, ma che allo stesso tempo si sente attratta da me e che non vuole tradire la sua ragazza.
Io le do un abbraccio per farla sentire meglio e la rassicuro dicendole che anche io mi sentivo attratto da lei ma più a livello mentale che non fisico (cosa non vera, ma per farla sentire meglio). Le dico che non farei mai qualcosa che lei non vuole, compreso farle fare un tradimento.
Lei si sente subito meglio e mi ringrazia molto. Io nel frattempo faccio fatica a trattenere l’erezione che ho nelle mutande, sto per esplodere. Fortuna lei non se n’è accorta perché il lenzuolo mi copre dall’ombelico in giù.
Lei sentendosi sicura che non avrei fatto nulla quella notte, inizia a farmi dei grattini sul mio corpo finché non resisto e vengo dentro le mutande. Con una scusa le chiedo di portarmi un bicchiere d’acqua e nel frattempo mi tolgo le mutande con le quali mi sono pulito rimanendo completamente nudo sotto le lenzuola.
Al suo ritorno lei mi porge il bicchiere che mi scolo immediatamente. Decido di portarlo io in cucina e nel farlo lei scopre che sono nudo. Mi giustifico dicendo che dormo sempre nudo e non mi vergogno affatto a mostrarle il mio pene. Lei subito rimane sorpresa ma poi mi dice: “vorrei provare anche io a dormire nuda una volta”.
Le dico: “perché non provi stasera? Tanti mi sembra che sei già mezza nuda”.
Lei non batte ciglio e si spoglia davanti a me.
Ridiamo entrambi. 24 ore prima non sapevamo neanche chi fossimo, e ora siamo nudi in un letto con altre persone in casa. Il suo corpo non era molto tonico, ma piuttosto magro: oltre a un piccolo seno (avrà avuto al massimo una seconda), si nota la sua vagina coperta da un folto boschetto, ben curato.
Le chiedo se posso fumare una sigaretta e lei mi dà il permesso, dicendomi che non aveva mai fumato. Di nuovo la invito a provare e anche questa volta accetta.
Finita la sigaretta, le propongo di dormire lì con me, promettendo che non avrei fatto nulla a lei, solo dormito. Lei accetta e così ci addormentiamo subito dopo avermi dato un bacio in bocca dicendomi che da oggi eravamo diventati amici speciali, che dormono nudi insieme, che si baciano in bocca ma che non fanno altro insieme.
Cadiamo presto in un sonno profondo ignari che l’indomani i suoi coinquilini forse ci avrebbero trovati nudi nello stesso letto…
 
La mattina seguente mi sveglio molto presto come mio solito, preoccupato che i coinquilini di Laura ci trovassero nudi a letto insieme.
Anche Laura si sveglia e torna nella sua camera mettendosi qualcosa addosso. Per fortuna non abbiamo svegliato nessuno, ma non ho la certezza che di notte, andando in bagno, ci abbiamo notato insieme a letto.
Decido di scendere al bar a comprare cornetti per la colazione e così ci troviamo tutti e 4 a far colazione parlando del più e del meno. Dalle loro parole non emerge nulla di strano, quindi deduco che non si siano accorti di nulla.
Li saluto ringraziandoli ancora per l’ospitalità ed esco di casa per andare in stazione e tornare finalmente a casa.
Da Laura nessun messaggio per tutta la mattina finché mi arriva un suo messaggio nel tardo pomeriggio in cui mi dice di aver litigato con la sua fidanzata. Non le chiedo il motivo, ma sento che ha bisogno di sfogarsi e allora le dico che se vuole mi può chiamare per raccontarmi cosa è successo.
In pratica, sentendosi in colpa verso la sua ragazza per quanto fatto la notte scorsa con me (che poi non abbiamo fatto nulla) le ha raccontato tutto. Io rimango turbato a sapere ciò anche perché passo come un traditore, cosa che non mi va giù.
Sospetto che la ragazza di Laura ce l’abbia con me e propongo di vederci tutti e 3 faccia a faccia per parlare della situazione e chiarire che tra me e Laura c’è soltanto un legame di amicizia, niente che sconfini con i sentimenti.
Organizziamo di vederci dunque per il weekend, davanti a una buona cena, che pagherò io per scusarmi con entrambe.
Non lo potevo sapere ma quella cena mi avrebbe regalato belle sorprese…
 
Back
Top Bottom