Grazie mille, sono veramente onorata dalle tue parole. voglio specificare però che il racconto è quello che è successo, ovviamente messo giù in forma "romanzata"... la parte di fantasia è da riferirsi ai pensieri ed alle sensazioni che sono aggiunte a posteriori.
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due opzioni: se a sua insaputa dovrebbe parlare col padre ed il fratello, poi a prescindere da quello che diranno, lasciarla... oppure se vuole tenersi le corna, può pur sempre voltarla in gang bang.
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la risposta in questo episodio

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per tutti gli altri, la storia arriverà alla conclusione, non temete

non vi abbandono, ho solo i miei tempi. intanto gustatevi questa seconda puntata del giorno... non vi lascio soffrire troppo in sospeso

ero al bar con le amiche e ogni tanto mi fermavo due minuti, ricordavo e scrivevo due righe e poi dovevo fermarmi, è stata una piacevole distrazione.
grazie sempre per tutti i complimenti

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E quindi? Che vuoi fare? Riprendere da dove abbiamo lasciato ieri, guarda sono già duro. Si alza e mi ritrovo col suo pacco duro a poca distanza dalla mia faccia. Sulle mutande sono visibili i segni dell'eccitazione, sono macchiate. Già stai così, dico ridendo, ti basta poco. Colpa tua, è da ieri che non mi sego. Te ne fai tante? Boh, dipende, dei giorni di più, dei giorni di meno, però quasi sempre una al giorno. Va bene dai, fai pure.
Detto fatto, si cala le mutande, non badando affatto alla poca distanza tra noi. Rimane fermo e mi perdo qualche momento ad ammirare il suo cazzo duro da vicino. Ne sento l'odore forte, mascolino, un po' pungente ma non mi spiace. del resto è giustificabile, ancora deve usare il bagno. Poggio una mano sul suo addome e lo spingo un po' più indietro, mentre il suo pisellone duro sobbalza eccitato.
Inizia a segarsi di fronte a me, con movimenti dolci e lenti, la capocchia appena scoperta, stretta nel lembo di pelle.
Lo afferro quasi al centro. Sotto la mia mano sento un pezzo di carne duro e caldo. Lo stringo un po' per sentirlo pulsare. È il momento. Con l'altra mano gli accarezzo le palle, che sono di una bella forma tonda, lisce, compatte e gonfie: sembrano due uova sode. Le inizio a maneggiare mentre lo mano ferma intorno al cazzo che inizia a pulsare sempre più. Dalla bocca di Ciccio semiaperta parte un piccolo gemito mentre rincula.
La sborrata è copiosa. Il più finisce sul pavimento e sui miei piedi in infradito ma qualche schizzo più forte mi arriva sulle cosce. Alla faccia, che sborratone. Il secondo pensiero è per il pareo, cazzo avrei dovuto toglierlo prima. Scusa mi dice respirando forte. Gli sorrido. Tranquillo, è normale. Lo tengo ancora per il cazzo. È un po' meno duro di prima ma ancora vispo. Glielo tengo sollevato verso l'alto mentre le ultime gocce colano giù.
Lo sbatacchio un po' e mentre lo lascio gli dico sorridendo di prendere della carta. Anche il sedere bianco, a contrasto con il resto del corpo più brunito, ha il suo vedere. Deve essere il calcio penso. Gli do' uno schiaffetto mentre cammina con le gambe un po' arcuate.
Resto ferma come una statua mentre si china a pulire con il rotolo nell'altra mano. Mi pulisce i piedi e poi mi tiene le caviglie mentre io gli accarezzo i capelli. Gli sussurro di aspettare. Alza lo sguardo verso di me, al che mi chino e lo bacio sulle labbra. Alzati.
È di nuovo in piedi di fronte a me, col suo pisello in erezione. Gli sorrido. Per fortuna lo hai curvato verso il basso. Ride un po' imbarazzato. Il pareo purtroppo non ce l'ha fatta però, continuo ridendo. Mi alzo e lo tolgo. Questo va' lavato ora. faccio qualche passo verso la porta. Lo prendo per il pisello. Su, andiamo in bagno.