Bieluna
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Io ed Erika torniamo al camper dove i miei genitori ci stavano già aspettando; lei non ha più aperto bocca, e mi dispiace perché sento di averle risvegliato un ricordo che forse preferiva rimuovere. Con il senno di poi la capisco, d'altro canto era solo una ragazzina che si era dovuta (da quanto ne so) spogliare davanti ad un uomo di una certa età, e il suo prevedibile imbarazzo è del tutto comprensibile, considerato poi che non sono una sua amica, e nemmeno suo fratello maggiore, ma suo cugino. Forse è meglio lasciar perdere questa storia, e puntare seriamente qualche ragazza qui al camping che sicuramente non mancherà.
E infatti non mancarono. Quello stesso pomeriggio, pian piano, spuntarono fuori gli altri ragazzi che conoscevamo già, tra cui Marta, con cui mi scambiai un bacio a stampo l'estate precedente, ma nulla più. Cresciuta, cambiata, e diventata interessante.
Quel pomeriggio lasciai mia cugina Erika in pasto agli altri ragazzi del campeggio. Tutto sommato era divertente vederli scannarsi tra di loro per chi dovesse provarci in modo più o meno maldestro, consapevole che sarebbero rimasti tutti col cerino in mano. Si, perché Erika non è certo una facile, e non si lasciava certo abbindolare neanche da ragazzina. Ma poi a me cosa importava? Era mia cugina, e non avevo motivo di sentirmi in competizione.
Il pomeriggio trascorse piacevole tra bagni in piscina, partite di volley sulla sabbia e a farsi sgridare da qualche adulto per via degli schiamazzi. Cose da adolescenti insomma.
Venne l'orario della doccia, nel tardo pomeriggio, e provai a capire se ci fosse margine di poter spiare Erika in camper mentre si cambiava. Nulla da fare; la furbetta oltre a chiedersi dentro andava pure a rivestirsi nella piccola toilette del camper, e non contenta chiudeva pure la piccola finestra che dava sul retro della piazzola. Insomma... barricata dentro, quasi avesse intuito la mia volontà di spiarla. Posto che anche risolto il problema Erika, sarebbe rimasto lo scoglio di come evitare di farmi beccare dai miei genitori, ma la situazione era talmente ai limiti dell'impossibile che smisi di pensarci, accettando il fatto che per vedere mia cugina nuda avrei potuto solo trasformarmi in una mosca.
Accettai onorevolmente questa resa, vivendo il giorno seguente in spensieratezza, cercando di farmi Marta.
Ma poi arrivò il mercoledì. Erano circa le 5 di pomeriggio, ed eravamo tutti in piscina. Mi trovavo sdraiato sulla mia salvietta, dopo un'estenuante partita a volley con seguente bagno in acqua. Con Marta la cosa non decollava, e stavo già pensando a chi rivolgere le mie prossime attenzioni.
Quand'ecco che Erika risale dall'acqua e viene ad asciugarsi, sdraiandosi sul suo asciugamano, proprio accanto a me. Eravamo soli, per la prima volta dopo 2 giorni; non succedeva da quel bagno veloce del lunedì, e indossava ancora il costume in due pezzi bianco. Sarà stato il sole che la illuminava perpendicolarmente, sarà stata la temperatura dell'acqua... mentre si asciugava i capelli tenendo gli occhi chiusi riuscii a scrutarle in semitrasparenza il contorno dell'aureola del seno, con il capezzolo che spingeva prepotentemente contro il costume, lasciandosi intravedere.
Ebbi una folgorazione, sentendo il cuore che cominciava a battermi più forte. Mi sentivo come ipnotizzato da quella coroncina increspata dall'acqua fredda; bellissima, perfettamente centrata sul seno, larga ma non enorme, proporzionata alla terza naturale di Erika. Un'ellisse perfettamente disegnata con al centro uno splendido bottoncino. E intorno la pelle ancora bagnata.
Era in posizione prona, e sapevo di doverci stare per contenere un'erezione che altrimenti sarebbe stata evidente.
Erika mi guarda, per poi chiedermi se avessi fatto qualcosa con Marta. Le rispondo di no, facendomi vedere disinteressato e indifferente.
Lei sbuffa, sdraiandosi a sua volta a pancia in giù, proprio accanto a me.
"Me l'ha fatto togliere", mi dice dopo qualche attimo di silenzio.
Rimango sbigottito e incerto di aver capito bene. "Come?..." Le domando, facendo finta di non aver capito.
"Il reggiseno... me l'ha fatto togliere... mi ha visitata mezza nuda. E' per quello che lo odio, e spero di non rivederlo mai più"
.......................
E infatti non mancarono. Quello stesso pomeriggio, pian piano, spuntarono fuori gli altri ragazzi che conoscevamo già, tra cui Marta, con cui mi scambiai un bacio a stampo l'estate precedente, ma nulla più. Cresciuta, cambiata, e diventata interessante.
Quel pomeriggio lasciai mia cugina Erika in pasto agli altri ragazzi del campeggio. Tutto sommato era divertente vederli scannarsi tra di loro per chi dovesse provarci in modo più o meno maldestro, consapevole che sarebbero rimasti tutti col cerino in mano. Si, perché Erika non è certo una facile, e non si lasciava certo abbindolare neanche da ragazzina. Ma poi a me cosa importava? Era mia cugina, e non avevo motivo di sentirmi in competizione.
Il pomeriggio trascorse piacevole tra bagni in piscina, partite di volley sulla sabbia e a farsi sgridare da qualche adulto per via degli schiamazzi. Cose da adolescenti insomma.
Venne l'orario della doccia, nel tardo pomeriggio, e provai a capire se ci fosse margine di poter spiare Erika in camper mentre si cambiava. Nulla da fare; la furbetta oltre a chiedersi dentro andava pure a rivestirsi nella piccola toilette del camper, e non contenta chiudeva pure la piccola finestra che dava sul retro della piazzola. Insomma... barricata dentro, quasi avesse intuito la mia volontà di spiarla. Posto che anche risolto il problema Erika, sarebbe rimasto lo scoglio di come evitare di farmi beccare dai miei genitori, ma la situazione era talmente ai limiti dell'impossibile che smisi di pensarci, accettando il fatto che per vedere mia cugina nuda avrei potuto solo trasformarmi in una mosca.
Accettai onorevolmente questa resa, vivendo il giorno seguente in spensieratezza, cercando di farmi Marta.
Ma poi arrivò il mercoledì. Erano circa le 5 di pomeriggio, ed eravamo tutti in piscina. Mi trovavo sdraiato sulla mia salvietta, dopo un'estenuante partita a volley con seguente bagno in acqua. Con Marta la cosa non decollava, e stavo già pensando a chi rivolgere le mie prossime attenzioni.
Quand'ecco che Erika risale dall'acqua e viene ad asciugarsi, sdraiandosi sul suo asciugamano, proprio accanto a me. Eravamo soli, per la prima volta dopo 2 giorni; non succedeva da quel bagno veloce del lunedì, e indossava ancora il costume in due pezzi bianco. Sarà stato il sole che la illuminava perpendicolarmente, sarà stata la temperatura dell'acqua... mentre si asciugava i capelli tenendo gli occhi chiusi riuscii a scrutarle in semitrasparenza il contorno dell'aureola del seno, con il capezzolo che spingeva prepotentemente contro il costume, lasciandosi intravedere.
Ebbi una folgorazione, sentendo il cuore che cominciava a battermi più forte. Mi sentivo come ipnotizzato da quella coroncina increspata dall'acqua fredda; bellissima, perfettamente centrata sul seno, larga ma non enorme, proporzionata alla terza naturale di Erika. Un'ellisse perfettamente disegnata con al centro uno splendido bottoncino. E intorno la pelle ancora bagnata.
Era in posizione prona, e sapevo di doverci stare per contenere un'erezione che altrimenti sarebbe stata evidente.
Erika mi guarda, per poi chiedermi se avessi fatto qualcosa con Marta. Le rispondo di no, facendomi vedere disinteressato e indifferente.
Lei sbuffa, sdraiandosi a sua volta a pancia in giù, proprio accanto a me.
"Me l'ha fatto togliere", mi dice dopo qualche attimo di silenzio.
Rimango sbigottito e incerto di aver capito bene. "Come?..." Le domando, facendo finta di non aver capito.
"Il reggiseno... me l'ha fatto togliere... mi ha visitata mezza nuda. E' per quello che lo odio, e spero di non rivederlo mai più"
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