Biondina91: il destino esiste.

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Ciao amici, conoscenti, utenti di passaggio. Dopo svariato tempo eccomi ancora qui tra voi.
Ho concepito!!! 🤭
Questa volta si tratta di un racconto diverso dagli altri…un racconto scritto a quattro mani. Una novità per me e spero anche per la sezione. Se questo è stato possibile lo devo soprattutto a lei, sì, avete letto bene. Si tratta di una fanciulla, una fanciulla fantastica!!! (inlove)
Questa vuole essere solo una premessa per spiegarvi alcune cose: le parti evidenziate in nero sono quelle scritte da me, quelle in rosso scritte da lei.
Non serve ricordarvi di ringraziarla come si deve, senza fare i soliti maiali!!! :mazzata:

Prima parte

Seconda parte

Terza parte

Quarta parte
 
Ultima modifica:
OP
cipolla65

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Prima parte

Primavera. Le giornate iniziano ad allungarsi e finalmente il sole la fa da padrone in quella parte di giornata buia fino a poco tempo fa: la sera.
Terminato il solito lavoro caotico e monotono, non vedo l'ora di arrivare a casa e dare sfogo alla mia più grande passione: la corsa a piedi o più comunemente chiamata jogging. Ed è così che una volta svestiti i panni dell'operaio, indosso quelli del maratoneta semiprofessionista, molto semi e molto meno professionista. Pantaloncini corti, maglietta in cotone, smanicato , essendoci ancora temperature gradevoli ma non tali da permettere una vestizione completamente estiva, un buon paio di scarpe ginniche e, ovviamente, non può mancare l'ipod con un mix di musica che spazia da quella italiana alla straniera passando dal pop al commerciale senza dimenticare la mia fissa degli ultimi anni: Adele.
Sembro pronto per la maratona di New York ma mi accontenterò del solito giro attorno la città, parco compreso. Il mio tragitto sembra una fotocopia ripetitiva e continua: stessi rettilinei, stesse curve, stesse pendenze. Ormai potrei farlo ad occhi chiusi. Ed è così che, come ogni volta, giro a destra, un piccolo rettilineo di un centinaio di metri e mi addentro nel parco. L'asfalto lascia posto al ghiaino, per la verità un po' fastidioso, panchine da tutte le parti quasi ad invitarmi ad una lunga pausa, alberi a lungo fusto a nascondere gli ultimi raggi di sole della serata.
Mi accorgo che altre persone hanno la mia stessa passione, forse troppe. Non faccio ora a pensarlo quando...non riesco a scansare un'ombra alla mia sinistra e...boom! Mi rialzo imprecando a bassa voce pensando sia il solito imbranato che controlla il cellulare correndo. Mi giro e mi accorgo che è a terra...cioè lei è a terra. Mi avvicino per assicurarmi che non le sia successo nulla di grave e rimango senza fiato per un attimo. La sudorazione si blocca, tentenno cercando di emettere qualche parola di senso compiuto ma veramente faccio fatica. Il motivo? Bionda, capelli lunghi raccolti in una coda alta, labbra carnose. Un viso tanto dolce da crearmi imbarazzo. Per non bastare, occhi azzurri, ciglia lunghe, sopracciglia bionde. Non ci credo, sto sognando, è bellissima.
Chissà cosa starà pensando. Come minimo mi starà mandando in malora!
Ma che cazzo, penso trovandomi a terra con il sedere dolorante. Sono già pronta a prendermela con chi mi ha fatto finire a terra quando alzo lo sguardo e mi trovo davanti un uomo sulla quarantina che mi sta osservando preoccupato. La voglia di rimproverarlo si azzera di colpo lasciando posto ad una certa curiosità. Cerco di sollevarmi quando lui mi porge la sua mano. La prendo e la stingo. Ha una stretta decisa e sicura e in un batter d'occhio mi ritrovo in piedi. Senza pensarci con la mano sinistra mi massaggio il fondoschiena anche per controllare che non mi si siano rotti i leggings. Per fortuna sembrano sani e salvi. Così alzo lo sguardo ed incontro due occhi che mi osservano ora divertiti. Abbozzo un sorriso arrossendo come un pomodoro e guardo la mia mano ancora nella sua . "Ehm scusa, non volevo finirti addosso, non so proprio a cosa stessi pensando", gli dico imbarazzata sciogliendo la mia mano dalla sua sentendomi più sicura.
Fino a cinque minuti prima avrei mandato a quel paese chiunque avesse provocato lo scontro e invece sfodero la classica frase del paraculo: ”Ma figurati, sono cose che succedono, non preoccuparti…l’importante non ti sia fatta nulla”.
“No no tranquillo, sto bene”, girandosi e mostrandomi un sedere bello tondo e, alla vista, ben sodo accentuato ancor più dai leggings che le fasciano le natiche. Mi guarda quasi arrossendo essendosi accorta del gesto involontario ma stuzzicante. Un sorriso le provoca la formazione delle fossette ai lati della bocca tanto da farla sembrare una bambina.
Le propongo di continuare insieme il percorso, anche per togliere quel velo di imbarazzo che si era creato, optando per una camminata. Niente corsa, ormai avevo perso il ritmo. Ed è così che ci incamminiamo verso l’uscita del parco passando davanti all’unico chiosco, adibito a bar, della zona quando mi accorgo che zoppica leggermente forse a causa della caduta.
''Ti va di prendere un caffè con me?'', dico sperando accetti perchè sento dolore ad una caviglia e ho tremendamente bisogno di sedermi per farla riposare. Ma chi voglio prendere in giro? Non e' solo per far riposare la caviglia che voglio prendere un caffè con lui. Vorrei conoscerlo meglio, scoprire qualcosa di lui. Non so perchè ma sento questo bisogno. Non sono il tipo di ragazza che va a prendere un caffè con il primo che incontra ma sento che lui è diverso, diverso da tutti quelli incontrati fino ad ora. Da un parte sento di potermi fidare, dall'altra il mio buonsenso mi dice di fuggire, di stargli lontano perché potrebbe procurarmi un mare di casini e in questo momento è l'ultima cosa di cui ho bisogno. Sorrido aspettando una sua risposta. Lui ricambia il sorriso. Ho una morsa allo stomaco: sono fottuta!!!
Se in questo momento dovessi esternare la mia contentezza nel ricevere un invito da lei, potrei paragonarlo alla soddisfazione di aver compiuto un triplo salto mortale con avvitamento a occhi bendati. Sembrandomi inopportuno comportarmi come uno scemo al primo approccio, accenno un sorriso cambiando colore del viso a causa della solita tremenda e inopportuna timidezza che ancora una volta si è fatta viva.
“Molto volentieri”, indicandole la strada verso un tavolino all’angolo.
Una volta seduti, ordiniamo. Un caffè decaffeinato macchiato caldo e senza zucchero per me e due cappuccini per lei lasciandomi perplesso.
“Aspetti forse qualcuno? Una tua amica? Un fidanzato?”, con aria dubbiosa.
“No no, non aspetto nessuno. Confesso di andare matta per il caffè ed in particolare per il cappuccino e in questo momento me ne servono due”, arrossendo vistosamente e abbassando lo sguardo. Ecco ora penserà di aver accettato l'invito da una maniaca. Azzardo un'occhiata. Mi sento sollevata nel vedere il suo sguardo divertito. Mi rilasso ed iniziamo a chiacchierare.
Il tempo trascorso con lei placa la mia timidezza lasciando posto a una sicurezza che mai avevo avuto fino ad ora con una persona conosciuta non più di mezzora prima. Complice la sua simpatia e la sua dolcezza, entriamo subito in sintonia. Parliamo talmente tanto da percepire una sensazione strana: conoscerla da sempre.
Mentre approfondiamo, mi accorgo di un particolare: si tocca continuamente una gamba e la caviglia.
“Che hai? Ti sei fatta male prima cadendo?”
“Ehmm si avrò preso una storta, comunque non credo sia nulla di preoccupante”.
“Se posso consigliarti, togli la scarpa e lascia il piede libero così da facilitare la circolazione”
Non so se ho detto qualcosa di strampalato ma vedo che mi ascolta. Slaccia la scarpa, arrotola il leggings, toglie il calzino mostrando un piedino perfetto, penso un 37/38, e una caviglia molto sottile.
Sarei falso nel dire che la mia fantasia non stia già elaborando qualcosa di peccaminoso, in fin dei conti sempre uomo sono.
“Va un po’ meglio?
“Credo di si”. Cerco di far ruotare la caviglia per vedere quanto mi sia fatta male, ma non dovrebbe essere niente di grave visto che ora provo solo un lieve fastidio.
Senza dire nulla, le prendo la gamba alzandola e mettendola sopra le mie ginocchia. La mia iniziativa le provoca un leggero arrossamento in viso, non se lo aspettava. Arrotolo i leggings fino al ginocchio e inizio un massaggio sperando di alleviarle il fastidio. Ma a contatto con la sua pelle morbida e liscia, le pressioni vigorose ed energiche lasciano il posto a piccole carezze e sfioramenti. Alzo lo sguardo incrociando i suoi occhi. Rimaniamo in silenzio. Sono le sue fossette a parlare per lei: le piace.
Non ci posso credere. Cosa mi succede? Ho caldo. Una vampata sale da dove le sue dita mi accarezzano fin dove...non dovrei nemmeno pensarlo. Stringo le cosce, una contro l'altra, cercando di alleviare questa sensazione e prego con tutta me stessa che non si accorga di nulla. Lo guardo sperando che anche lui ricambi ma vedo che la sua attenzione è fissa lì: le mie cosce. All'improvviso smette di accarezzarmi la caviglia, alza lo sguardo e noto che anche lui prova la medesima sensazione. Me lo confermano i suoi occhi cupi di desiderio quasi a volermi leggere dentro.
Come quasi un bisogno imminente, le mie mani, immobili sulle gambe fino a d’ora, si muovono verso l’inguine alla ricerca di un piacere ricercato…ma…ma cosa mi passa per la testa? Toccarmi così, in modo spudorato, e per giunta in un luogo pubblico. Non mi riconosco più.
Infastidita, sposta la gamba ricomponendosi e con voce cupa: “Si è fatto tardi, scusami ma penso sia ora cha vada. Ti ringrazio molto per aver accettato di prendere un caffè con me”.
Mi sento quasi in colpa per aver fatto qualcosa che forse non dovevo. A malincuore mi alzo anch’io. Ci salutiamo con una banale stretta di mano. Mi rifà le scuse per l’ennesima volta e ci allontaniamo quando mi accorgo che zoppica vistosamente.
“Cazzo”, impreco sottovoce sperando che nessuno mi senta.
Cerca di non darlo a vedere ma, non avendo un perfetto equilibrio, inciampa in un mezzo gradino afferrando una sedia per non cadere. Sono dietro di lei. Un sobbalzo e con presa decisa l’afferro per i fianchi stringendola a me evitandole la caduta. Il tessuto elasticizzato di una maglietta sportiva mi separa dalla sua pelle. Il solo pensiero mi provoca un leggero brivido non certo dovuto alla frescura dell’imbrunire.
Rimaniamo così, fermi. Le sue mani sui miei fianchi mi fanno desiderare un contatto più intimo. Con la schiena appoggiata al suo petto inspiro il suo profumo: sa di fresco, di pulito. Sa di uomo. Vorrei, anzi, dovrei staccarmi da lui ma non ci riesco. Le mie gambe sono come paralizzate. Cerco di articolare almeno qualche parola di scusa ma dalla mia bocca esce solo un leggero gemito non dovuto al dolore alla caviglia. Non so quanto tempo sia trascorso ma mi stacco dalla sua presa. “Scusa ma penso di aver preso una storta, mi fa un male cane…forse non dovrei chiedertelo ma, potresti chiamarmi un taxi? Non credo di riuscire a camminare fino al mio appartamento”. Cerco di rimane più calma possibile ma in questo momento sto pensando alle sue mani, alla sua stretta decisa ma dolce a come sarebbero sul mio corpo nudo: dolci oppure decise? Vorrei lo fossero entrambe………………………
 
Ultima modifica:

rud1985

Lo Svangamaroni
Élite Fase 1
Messaggi
9,715
Punteggio reazione
654
Punti
119
Posizione
Svangopoli
Eccolo...lo aspettavo!

Cipo, vecchio marpione, ti ci voleva Biondina per ricominciare a scrivere?!
Per ora posso dire che la situazione che avete pensato è davvero interessate ed invoglia tremendamente a desiderare il seguito.
Su su, da bravi...SCRIVERE.

🤭
 
OP
cipolla65

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Eccolo...lo aspettavo!

Cipo, vecchio marpione, ti ci voleva Biondina per ricominciare a scrivere?!
Per ora posso dire che la situazione che avete pensato è davvero interessate ed invoglia tremendamente a desiderare il seguito.
Su su, da bravi...SCRIVERE.

🤭

Grazie Rud. Non puoi immaginare quanto mi sia divertito a scriverlo con lei. E' stata una scoperta imprevedibile. E' nato tutto per caso. Ho notato il suo nome tra le visite al mio racconto e da lì l'ho "agganciata" e le ho proposto di scriverne uno con me.
 

Biondina91

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
46
Punteggio reazione
2
Punti
9
Grazie Rud, se non fosse stato per Cip non mi sarei mai sognata di scrivere niente, lui mi ha ispirato 🤭
 

spoongebob

"Level 0"
Messaggi
117
Punteggio reazione
42
Punti
33
Complimenti ad entrambi!
Cipolla si sapeva ;)

Situazione intrigante e molto ben descritta, senza accelerare troppo gli accadimenti. Non vedo l'ora di leggere il seguito!
 

vahirua24

"Level 0"
Messaggi
249
Punteggio reazione
13
Punti
44
Socino...mi fai morire!!!!!!!!!!!!!

Te piacerebbe eh??!! sbatter contro cotanta bellezza...e poi altro che 40enne interessante..ta set un vecio caro mio 🤭

Bravissimi entrambi :heart:
 
P

peppegiuit

Guest
Grandissimi...Il Cipo già lo conoscevo per i suoi scritti precedenti...Biondina91 è stata una vera sorpresa!Mi aspetto il seguito ragazzi:fiufiu::welcome::ave:
 

sormarco

"Level 7"
Messaggi
12,950
Punteggio reazione
7,739
Punti
124
Posizione
taranto
[MENTION=106850]cipolla65[/MENTION]; [MENTION=242387]Biondina91[/MENTION]; mi è piaciuto un sacco, letto d'un fiato e dispiaciuto appena mi sono accorto che era finita la prima parte. spero in un seguito. bravi.
 
OP
cipolla65

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Seconda parte

…Non posso farla andare in queste condizioni. “Io il taxi te lo chiamo ma permettimi di accompagnarti. Una volta rassicurato, me ne vado”.
“Va bene, ti ringrazio”.
Pochi metri e siamo fuori dal parco. Ci sediamo su di un muretto adiacente il marciapiede e aspettiamo l’arrivo del taxi. Dieci minuti ed eccolo.
Arrivati a destinazione, le do una mano a scendere. Ci avviamo verso l’entrata ma continua a zoppicare.
“A che piano abiti?”
“Al secondo piano, ma c’è un problema, l'ascensore non funziona”.
“Ah, vorrà dire che oggi faccio anche palestra”.
Mi abbasso girandole le spalle e le faccio cenno di aggrapparsi a me: “Dai sali…oggi sarò il tuo ascensore personale. Mi raccomando, non abituartici, eh!”.
Vorrei ribattere che non deve portarmi sulle spalle ma il dolore alla caviglia inizia a diventare insopportabile e so di non potercela fare senza il suo aiuto. Così porto le braccia attorno al suo collo mentre lui mi solleva prendendo le mie gambe. Sento i muscoli della sua schiena tendersi nello sforzo di portarmi per tutte quelle scale.
Mamma mia non ce la faccio più. Sto contando gli scalini come dovessi arrivare al traguardo e vincere qualcosa. La forza ce l’ho ma con una cinquantina di chili sulle spalle non è poi così semplice. Eccoci, fortuna siamo arrivati. Un altro po’ e doveva essere lei a soccorrere me.
Appena arrivati al mio appartamento mi mette giù così da poter cercare le chiavi ed aprire la porta. Non faccio in tempo a dirgli di accomodarsi che lo vedo raggiungere il divano e piombarci sopra con un sospiro di stanchezza.
“Scusami per la sfacciataggine ma alla vista del divano non ho resistito”.
“Fa pure come fossi a casa tua eh”, sorridendo. “Mi dispiace averti fatto stancare, lo so di non essere proprio leggerissima”, zoppicando e avviandomi verso la cucina. “Cosa preferisci bere?”
“Più che bere avrei bisogno di una bombola di ossigeno”, ridendo. “Non farti problemi, quello che vuoi, può andar bene anche acqua…purchè non sia nulla di alcolico”.
Torno indietro con un bel bicchiere di acqua fresca e lo ritrovo nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato ma questa volta ha il respiro più calmo, sembra si sia ripreso. Mi siedo vicino a lui: “Stai meglio ora? Ti ringrazio per avermi aiutato, sei stato davvero carino”, abbassando lo sguardo mortificata. Non volevo farlo stancare così tanto. A pensarci bene avrei voluto farlo stancare ma in un altro modo. Non capisco se mi abbia letto nel pensiero o cosa ma quando accenno a guardarlo rimango paralizzata dai suoi occhi. Sento come un vuoto allo stomaco.
Riprese le forze, mi sembra sia giunto il momento di togliere il disturbo anche perché avrei bisogno di una doccia.
“Senti…io dovrei andare. Zoppichi ancora un po’ ma vedrai che con una bella dormita passerà tutto”.
Non voglio che se ne vada così. Vorrei farlo restare il più a lungo possibile. Mi piace troppo la sua compagnia.
"Senti...ti andrebbe di rimane a cena qui da me? Sarai molto stanco! Potremmo ordinare una pizza visto che non ho nulla di commestibile in casa". Valuto il suo sguardo e azzardo: "Mi farebbe molto piacere se rimanessi ancora un po’".

Stupito ma ovviamente contento della proposta inaspettata: “Ma certo, farebbe piacere anche a me…però dammi il tempo di fare un salto a casa per darmi una sistemata…ah, per le pizze ci penso io essendo di strada…conosco un ottimo posto…vedrai, piacerà anche a te”.
Una volta a casa, non perdo tempo. Preparo l’abbigliamento: jeans e camicia. Preparo l’asciugamano per la doccia, mi profumo…che cavolo faccio...mi sto rimbecillendo. Dai, è solo una cena, tra l’altro informale. Calma! Una cosa per volta e nella sequenza giusta: doccia, vestizione, profumo…vado.
Sono così felice che abbia accettato il mio invito, tanto felice da non sentire quasi più dolore alla caviglia. Zoppicando vado in camera e mi siedo sul letto pensando a cosa indossare. Un vestito? Mentalmente passo in rassegna tutti i miei ma non mi vieni in mente nulla che possa andare. Dei jeans o leggings e una maglietta? Potrebbe andare ma, vorrei stupirlo. Lasciarlo senza fiato. Mi faccio una doccia mentre ci rifletto. La caviglia sembra andare meglio. Le applico una crema antinfiammatoria e una benda. Mi trucco mettendo solo un po' di mascara per enfatizzare lo sguardo e un filo di rossetto. Osservo la mia immagine nello specchio e noto tutti i particolari che non mi piacciono di me: gli zigomi troppo pronunciati, le labbra poco carnose, il naso troppo piccolo…Basta! Devo smetterla di criticarmi. Metto il profumo, il mio preferito, e pettino i capelli lasciandoli sciolti. Guardo l'ora e vedo che a momenti dovrebbe essere qui mentre io, io sono ancora in accappatoio. Apro l'armadio e prendo in mano la prima cosa che attira la mia attenzione: un vestito con dei motivi floreali stretto in vita per poi allargarsi fino ad arrivare sopra le ginocchia. Dal comò prendo una brasiliana di pizzo bianco. La indosso. Infilo il vestito. Il reggiseno non mi serve visto che già e' incorporato. Non indosso neppure scarpe, solo pantofole. In fondo e' solo una cena in casa. Già, una cena con un uomo che mi intriga e che mi eccita.
Sono davanti al condominio. La pizza ce l’ho, le birre pure. Ho preso anche un dolce, spero gradisca. Rifaccio ancora quelle maledette scale ma questa volta per un motivo diverso e curioso. Ecco, la porta è questa. Suono.
Il campanello suona. Eccolo. Ho un tuffo al cuore. Faccio un respiro profondo e vado ad aprire. Lo trovo con due pizze in una mano e una busta della spesa nell'altra.
Imbambolato è forse il termine più adeguato per descrivermi in questo momento. Davanti a me un’immagine che fa luccicare i miei occhi. Ci siamo lasciati poco più di un’ora fa e mi ritrovo davanti una splendida creatura avvolta in un vestito floreale, capelli sciolti, trucco leggero ma deciso. Se il suo scopo era quello di stupirmi, beh, c’è riuscita.
“Ciao, eccomi qua di nuovo”.
“Prego accomodati”. Lo aiuto prendendo la busta della spesa e dirigendomi in cucina. Sento i suoi passi dietro di me.
Non l’avrei mai detto ma ha dei capelli lunghissimi…ma…il vestito è tutto scollato dietro la schiena e non c’è segno di reggiseno…e, e il suo profumo? Dolce, fresco, speziato. Io muoio prima di mangiare.
La sera trascorre molto piacevolmente. E’ simpatica, solare e molto carina nei modi, a volte un po’ imbarazzata ma per quello è in ottima compagnia: lo sono forse più di lei. Mi lusinga vedere che la pizza le piaccia e pure la birra. Io non sono un gran bevitore e anzi devo stare attento a non esagerare, non vorrei fare il pirla del momento. Terminato il dolce, si alza per preparare il caffè per me e, ovviamente, il cappuccino per lei quando: “Beh, cos’hai fatto alla caviglia? Non me ne ero accorto…L’hai nascosta per paura di farla vedere? Più che una fasciatura mi sembra una ingessatura!!!”.
“Hahaha simpaticone...l'ho fasciata per evitare di muoverla troppo”.
La serata sta per concludersi. Non vorrei finisse così ma non so cosa fare, come comportarmi. Penso sia un azzardo essere troppo diretta, potrebbe passare un giudizio sbagliato di me. Però un'idea ce l'avrei. Mi alzo dalla sedia, con una scusa, appoggiando il piede quando: "Ahi!!! Ma quando passerà questa tortura?".

“Dai, siediti sul divano...oggi ha funzionato”. Con delicatezza tolgo la benda e inizio a scaldare il muscolo dal polpaccio. Certo che deve aver messo della crema che sicuramente si è assorbita ma fa come da collante impedendomi di scivolare. “Avresti dell’olio da corpo tipo quello che usano per i piccoli? La crema che hai usato è attaccaticcia”…......
 
Ultima modifica:

sormarco

"Level 7"
Messaggi
12,950
Punteggio reazione
7,739
Punti
124
Posizione
taranto
bella anche la seconda, una cosa che mi sembra non ci sia stata la presentazione tra i due, non c'è stato io sono cipolla65 piacere biondina 91, come si chiavano 🤭 ehm chiamano sti due ?
 

sormarco

"Level 7"
Messaggi
12,950
Punteggio reazione
7,739
Punti
124
Posizione
taranto
Bravi ragazzi!Ma finisce così?Neanche un bacio?:rosik::azz::sorryc::nono::help::ubho?::cry2::ncomment::mattarell

e aspetta un attimo che ancora non si conoscono nemmeno come si chiamano, adesso vedi che lei va a prendere l'olio per massaggi con la confezione ........ capisciamme:kekeke:
 

Biondina91

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
46
Punteggio reazione
2
Punti
9
bella anche la seconda, una cosa che mi sembra non ci sia stata la presentazione tra i due, non c'è stato io sono cipolla65 piacere biondina 91, come si chiavano 🤭 ehm chiamano sti due ?

ehehe per una delle due cose dovrai avere ancora un po' di pazienza 🤭:pernac:
 

Ducciolo78

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
21
Punteggio reazione
1
Punti
0
Ho letto con attenzione :)
Molto ben scritto, gran dovizia di particolari, nessuna fretta di arrivare alla parte hot.
Che comunque spero arrivi presto :biggrin:
 

Top Bottom