Annamaria l’andai a conoscere in un pomeriggio piovoso, per telefono mi disse di parcheggiarmi dietro un modello di auto che era lungo quella strada alberata, quando mi fermai vidi scendere una strafiga dall’auto, era lei, era stata sempre molto misteriosa e anche i messaggi erano sempre molto scarni e generici che fino a quel momento ero dubbioso che ci saremmo incontrati.
Salendo nella mia auto fece una scosciata e togliendosi gli occhiali da sole era la più affascinante delle donne che avevo conosciuto, mi disse subito di partire e mi suggeriva dove voltare fino a raggiungere una stradina e farmi fermare in uno spiazzo.
Sono sposata e non voglio problemi, mi disse subito appena ci fermammo, la rassicurai e mi chiese subito se mi piaceva e come potevo dire il contrario? Era stupenda, mi chiese di tirare giù lo schienale dei sedili e subito mi prese a slacciare i pantaloni, tirando fuori il cazzo mi prese a fare un pompino straordinario, cercai in ogni modo di avvertirla che stavo per godere ma lei proseguì fino a spruzzare.
Quando alzò la testa si era gustata ogni goccia del mio sperma, dicendomi che il sapore era buono e mi ero guadagnato la sua fiducia, rimanendo di stucco, non riuscivo a capire e ad avere risposte.
Rivestiti che devo tornare a lavoro mi disse e ripartimmo riportandola alla sua auto, prima di scendere mi disse che ci saremmo sentiti per telefono.
Messaggiammo per alcuni giorni, poi mi chiese se ero libero quel giovedì dalla mattina fino a pomeriggio e gli detti conferma, mi mandò per messaggio il nome di un motel in una certa zona e mi disse di arrivare intorno alle 9,30, pensavo di arrivare in anticipo ma il traffico mi fece arrivare solo una decina di minuti prima delle 9,30.
Mi fermai in prossimità dell’ingresso del parcheggio del motel con la speranza di vederla arrivare, ma alle 9,30 mi telefonò, per sapere se ero arrivato, mi spiegò come dirigermi con l’auto e seguendo le sue indicazioni mi ritrovai in un parcheggio con tutte porte e finestre tutte intorno al parcheggio con i numeri sulle porte.
Mi disse il numero della porta e di parcheggiare proprio davanti, non vidi la sua auto, ma mi chiese di entrare che la porta era socchiusa e lei dentro.
Andai diretto alla porta e timidamente scostandola aprii la porta, lei era seduta sul bordo del letto e subito mi chiese di chiudere la porta.
Si alzò e mi abbracciò baciandoci con una certa passione, come cercai di palpeggiarla si staccò e cominciò a spogliarsi mettendo i capi d’abbigliamento in ordine sullo schienale di una sedia, come rimase con i collant e reggiseno gli chiesi di poter continuare io ma lei me lo impedì e mi chiese di spogliarmi e mettermi sotto le lenzuola, era lei a dettarmi cosa dovevo fare, baciami i seni , mordicchia i capezzoli, no non toccare con le mani la figa ma leccala direttamente, il gioco lo conduceva lei.
Dai vediamo se è vero che la lecchi divinamente come ti vanti tanto in chat mi disse e mi misi a leccargli la figa aveva il pelo rasato e la peluria a forma di cuoricino, detti il meglio di me per non deluderla e lei mentre continuavo a leccarla facendo delle grandi apnee per leccarla come dicevo io prese a farmi sentire i suoi gemiti sempre più forti fino a sentirla esplodere di piacere.
Mi continuava ad incitare e a farmi proseguire, avevo la bocca e il viso ormai tutto insalivato e imbrattato dei suoi umori, la lingua la facevo affondare e vibrare continuamente cercando di farle provare piacere, arrivando al secondo orgasmo mi chiese di non smettere e continuare così.
Quasi i crampi alla bocca avevo per come continuavo a leccargli quella figa stupenda, ma riuscii a farla godere per la terza volta, avevo il cazzo che mi esplodeva e una gran voglia di montarla, sapevo anche che avrei goduto in poco tempo per come ero eccitato.
Adesso scopami mi disse e facendomi mettere il preservativo rimase come una statua a gambe aperte ad aspettare che la penetrassi, ma afferrandola per le caviglie cercai di scostare verso il bordo, lei era contraria e mi chiese di mettermi su di lei così, mi ero quasi innervosito ma cedetti e appena diressi la cappella alle labbra della figa detti un colpetto di reni ed entrai, cercai di afferrarle le gambe per sollevarle leggermente. Ma niente lei voleva stare così.
Presi a muovermi anche se non mi stava piacendo così come voleva che la scopassi, era lei a dettarmi il ritmo di come dovevo muovermi, pensai che era si tanto bella e sicuramente la più bella donna che mi stavo scopando ma era anche la più strana in assoluto.
Ci misi non molto per godere, mi detti una rinfrescata in bagno e quando tornai trovai lei carponi sul letto a pecorina con le ginocchia sul bordo del letto e come comparvi in camera poggiando la testa sul letto mi guardava e mi disse che voleva sentire ancora la mia lingua, m’inginocchiai e con il viso mi trovavo con i due buchi in balla vista, presi a leccarle la figa e senza aspettare il suo consenso cominciai ad allungare la spennellata fino a stuzzicargli il buco del culo.
Sembrava proprio che gli piaceva il sistema come la leccavo, e mi incitava a proseguire, quando sentiva la lingua che finiva sul buchino posteriore aveva un sussulto di piacere e i gemiti erano musica per le mie orecchie, godette nuovamente, ma volle che proseguissi fino alla quinta volta.
Si stese a pancia in giù sul letto e mi chiese di mettermi di fianco a lei, la prima cosa che mi disse che ero davvero un gran leccatore, mi confidò che lei adorava la pratica di farsela leccare per godere, dalla borsa prese dei crackers e ce li mangiammo, era il nostro pranzo, tirò fuori anche un paio di bottigliette di thè una per me e una per lei e poi si prese a leccarmi il cazzo scostandosi in modo di potermela sbattere in faccia e fare un bellissimo 69.
Prima di farmi godere lei mi esplose nuovamente spiaccicandomi il suo ventre sul viso quasi a soffocarmi, anche io esplosi sborrandogli in bocca e lei s’ingoiò ogni goccia, mi pregò di continuare, e lo feci con piacere ma come ciliegina avvicinai le mani sulle chiappe per aprirgliele più che potevo dilatandogli il buco del culo, presi l’iniziativa di avvicinare il dito medio a sfiorarle e toccare il ciccetto che disegnata il bordo del buco.
Mi feci audace e oltre a continuare a leccarle la figa che era immersa tra saliva e umore suo, appena la sentii che stava per godere per la settima volta, il dito lo feci scivolare lentamente fino a farlo scomparire tutto dentro e lei esplose.
Quando alle 15,30 ci rivestimmo per andarcene lei mi baciò ringraziandomi non aveva mai raggiunto 10 orgasmi fino a quel giorno ed era rimasta molto appagata, dicendomi che si sarebbe fatta sentire nuovamente.
Dopo due settimane infatti ripetemmo la cosa, ma ebbi il sentore visto il continuo suo mistero di non parlare mai di se stessa, non sapevo nulla a parte il nome Annamaria, lei prenotava la camera e non lasciavo mai il documento.
Quel giorno non le feci raggiungere i 10 orgasmi, riuscii a fare di nascosto due foto al volo dal cellulare senza che se ne accorgesse, quindi di spalle, come la volta precedente prima si rivestiva lei e una volta uscita potevo rivestirmi anche io.
Quando presi a vestirmi trovai a terra della sedia dove c’erano i miei vestiti 50 euro, pensai che mi erano caduti dai pantaloni ma non era così, e non capivo come ci erano finiti.
Mandai un messaggio ad Annamaria per chiedergli se gli erano caduti a lei ma non mi rispose più, gliene mandai altri ma senza ricevere più risposta, provai a chiamarla ma si attivava la segreteria, non la vidi mai più.
Mi sentii usato come mai mi era accaduto, avevo conosciuto tante donne con le chat, tra quelle che avevo conosciuto io e i miei colleghi che ci passavamo in dieci anni avevo superato le 100 donne.