Scrivo questa storia perché sono in momento abbastanza duro e difficile, ho la testa piena di pensieri, di problemi, forse anche di seghe mentali. Ma a volte ci sono anche delle piccole cose che mi rendono felice e mi strappano un sorriso.
Per ora non è un racconto erotico, nulla a che vedere con quanto scritto in precedenza (vedi Barbara), ma sento il bisogno, la necessità di aprirmi, di raccontare quanto mi sta accadendo, anche solo per sfogo, dal momento che non posso e non voglio parlarne con nessuno di “reale”.
Magari qualche consiglio/parere può anche farmi aprire gli occhi..
L’unica cosa modificata in questo scritto saranno i nomi dei protagonisti.
Mi chiamo Nicola, ho da poco compiuto 40 anni, convivo con la mia compagna Michela di un anno più grande ed abbiamo una figlia di 4 anni, Laura.
Lei è bionda, curvy, una 5 di seno che fa girare tutti quando passa, anche se mai cerca di provocare o troieggiare.
Lavoro come bancario, vice responsabile di filiale per la precisione. Le mie giornate trascorrono più o meno uguali, a volte sotto stress causa budget, riunioni, corsi di formazione, clienti.. ma almeno la sera un’oretta per un po’ di sport riesco a ritagliarmela. Poi torno a casa. Quel posto dove bisognerebbe sentirsi sicuri, amati, rispettati, dove ogni problema esterno non deve assolutamente entrare, dove le uniche “discussioni” dovrebbero essere solo ed esclusivamente relative alla crescita dei figli o su cosa mangiare a cena.
E più o meno è stato così, tra alti e bassi in tutti questi anni. Poi però da circa 1 anno e mezzo a questa parte ho notato qualcosa di diverso in Michela, sembra quasi che esista solo lei, che i problemi li abbia solamente lei ed io ovviamente che non la assecondi o conforti. Qualche litigio un po’ più serio, passione che piano piano si affievolisce, rapporti sempre meno frequenti. Una sera, litigando, le dissi apertamente “beh se non ti va che io ci provi con te nel letto ogni sera, sappi che prima o poi troverò qualcuna che apprezzerà queste mie attenzioni. E sappi che nel caso me le scoperò tutte quelle!” Chiaramente lei, dicendo di essere follemente innamorata (e posso anche crederci per certi versi) mi disse che se avessi fatto una cosa del genere mi avrebbe distrutto la vita.
Il tempo passa, i litigi pure. Ma io mio stato di malessere, specialmente in casa, sembra aumentare. Non ho mai tradito nella mia vita, forse perché non ne ho mai sentito la necessità, forse perché non si è mai presentata l’occasione. Ma nella vita mai dire mai. Forse. Passa l’estate e si sa, le donne iniziano ad andare un po’ in letargo. E dopo qualche settimana in cui la vita sessuale si era leggermente rinvigorita (non come avrei voluto io, ma a volte bisogna accontentarsi), si ritorna alla routine.
Il mio rapporto con Michela è abbastanza stabile, i rapporti si attestano forse ad una volta al mese quando si riesce, ma noto che non è mai lei a cercarmi, a prendere l’iniziativa e sopratutto, durante i preliminari, non mi accarezza, non mi tocca.. insomma fredda peggio che una puttana di strada. Una sera le ho chiesto il perché. La sua risposta è stata “ho bisogno di godere solo io, di essere egoista”. Le mie voglie non diminuiscono, anzi, forse aumentano, ma tra un rifiuto ed un “ho il ciclo”.. finisce che ad un certo punto il birillo non mi sta più dritto, fa fatica ad entrare e sopratutto, una volta dentro.. spruzza subito. Fine. Una sciacquata e si dorme. Forse con ancora più voglia di prima, ed il mio ego che ormai è nella cripta.
Tenendo conto che mi stavo avvicinando ai 40 e che gli amici ed alcune amiche specialmente me la menavano un po’.. non nascondo di essere entrato profondamente in crisi. Umore sotto terra, zero voglia di uscire, di vivere, di fare. Anche se andavo avanti per inerzia.
Poi forse, a distanza di tempo… col senno di poi.., qualcosa può cambiare.
Agganciamo come cliente una grossa ditta, di proprietà di un mio amico. Gli abbiamo fatto una corte spietata per anni, ma nonostante l’amicizia, ci ha sempre rifiutati. Finché un giorno prende contatti per accensione conto corrente e concessione affidamenti nella mia filiale.
Siamo circa a novembre 2024, ci sono alcuni moduli da riconsegnare firmati. Prendo accordo allora con una impiegata affinché venisse in filiale a riconsegnarmeli. Poco prima della chiusura.
E così è stato. Si presenta a ridosso della mia uscita dal lavoro con questi documenti. Brutta, un po’ grassa.. una di quelle che non guardi quasi manco fosse l’ultima donna nei paraggi. Eppure inizio a farle alcune domande, come ti chiami, anni, ma dove abiti.. e finisce che le faccio aprire un conto personale con accredito stipendio e chiusura del rapporto sulla precedente banca. Si chiama Ylenia, ha 29 anni, nel giro di un anno si sposa.
Passano le settimane, i miei problemi vanno tra alti e bassi, ma ormai siamo a metà gennaio 2025. E ovviamente si aggiungono ai precedenti problemi, altri problemi personali e famigliari. Non un bel periodo, ma non mollo. Forse mi concedo qualche aperitivo casalingo in più nel we, non potendo uscire di casa.
Finché un giorno la ditta cliente richiede un castelletto per anticipare le fatture. Ordinaria amministrazione per noi, nulla di che.
Tutto pronto, anzi quasi con qualche giorno di “ritardo” rispetto alla concessione del fido vengo contattato da questa impiegata.
“Pronto? Sono Rebecca, mi occupo io della fatturazione e della gestione degli anticipi. Mi stavo un paio di informazioni tecniche, poi sono pronta ad inviarti la prima distinta”.
La sua voce. Il suo tono. Il suo modo di fare. Non so chi sia, se è alta/bassa, magra/grassa, bionda/mora. Ma mi ha stregato con una telefonata di 5 minuti.
Ne parlo con un collega. “Luca.. questa è figa, ascolta un pirla!”
“Tu sei malato” la sua risposta. “Manco la vedi e dici che è figa? Ma dai…”.
Seguono alcuni scambi di telefonate e mail. Mail professionalissime e distaccate, telefonate da 15 minuti di cui 2 a parlare di lavoro ed il resto a chiacchierare come due che si conoscono da una vita.
Ma io non so nulla di lei, e lei non sa nulla di me.