Dopo aver parlato con Luca in pausa pranzo ed averlo messo in guardia da Rebecca e dai suoi atteggiamenti, nonostante Luca sia una persona a modo, sposato, due figli e quasi manco guarda le ragazze che passano per strada, ci accordiamo per far fuori Rebecca e far sì che non faccia perdere più di tanto tempo.
Il karma però ci mette subito alla prova.
Rebecca inizia a chiamare, ma dal momento che eravamo tutti impegnati nessuno risponde. Ritenta almeno altre tre volte, poi comincia a scrivermi delle mail.
Il contenuto? Ciò che avevamo già detto e ridetto un milione di volte, compreso la stessa mattinata appena trascorsa. A maggior ragione non le rispondo nemmeno alle mail. Questo suo atteggiamento mi dà conferma che voglia solo farci perdere tempo. La ignoro per tutto il pomeriggio, poi mi reco in palestra per il classico allenamento.
Squilla improvvisamente il cellulare. È Michela. In un misto di lacrime e gioia mi comunica le condizioni di salute di sua madre. Fortunatamente gli esami specifici a cui si era sottoposta non hanno evidenziato nulla di grave. Teoricamente il suo cervello può rilassarsi e magari essere anche un po’ più tranquilla con me. E ovviamente non ci saranno problemi per le vacanze estive!
Il giorno seguente il lavoro mi spreme fin dalla prima mattinata. Rebecca inizia a telefonarmi alle 9 del mattino. Mai successo. Esordisce con un “Nico, ma come devo fare con te? Ieri sei sparito, non mi rispondi al telefono, ignori le mail.. ho bisogno di parlarti”.
Ed io con tono scazzato “per parlare con me bisogna far la coda, in più ho chi fortunatamente mi screma le richieste e le esigenze, inoltre so che la moda spring/summer 2025 è ignorare chi ti scrive!”
Silenzio. In un cartone animato anni 90 sarebbe rotolata una balla di fieno per strada..
“Mattia, il mio capo stamattina ha un incontro con il tuo superiore.. così mi risolvi il problema.. tanto ci vuole un attimo no?”
“No, in realtà ci sono cose che per chi non è dalla nostra parte della scrivania sono esagerate, ma non è che cambio un numero e schiaccio il tasto INVIO e tutto si risolve”
“Ah… fai di tutto, ti prego”
“Così continui a chiamarmi tutti i giorni?”
“Perché, ti do fastidio?”
Ora, in una distrazione del genere, di fronte ad una domanda del genere, nessuna risposta sarebbe corretta. Il mio cervello elabora quindi in una frazione di secondo questa risposta “no, beh, hai una bellissima voce, ci mancherebbe, ma ho un sacco di persone a cui devo badare, e poi se non c’è nulla in cambio.. non mi sbatto!”
La conversazione si esaurisce. Ognuno riprende a fare il suo.
Passa circa un’ora, altra sua telefonata.
“Sai qualcosa dell’incontro?”
“No, beh ma Mattia non ti riferisce?”
“Ma figurati, io le informazioni le voglio da te”
“Solo che io non posso comunque comunicarti nulla, tu sei dipendente dell’azienda.. devi far riferimento al tuo titolare!”
Solo che nel mentre mi videochiama il superiore coinvolto. Lo metto in attesa.. saluto Rebecca con una scusa.. ed inizio ad interfacciarmi con il collega.
Nulla di particolare, Rebecca continuerò a sentirla ad oltranza

. Tra l’altro questo superiore mi comunica che ha già raccolto delle firme in originale da Mattia e che me le avrebbe spedite a mezzo posta.
Richiama nuovamente Rebecca…
“Allora? Dai che voglio sapere!”
“Non so nulla, ma Mattia non l’hai ancora visto?”
“È rientrato poco fa, ma sai che è impossibile parlargli insieme”
“Beh, fai valere il tuo lato femminile.. mettiti sexy in posa davanti a lui e voglio vedere se non ti presta attenzione.. non mi sembra non guardi le belle ragazze”
“Sei proprio un uomo eh.. pensi sempre a queste cose..”
“E a cosa dovrei pensare?”
“Ho dei documenti firmati in originale da Mattia, devo portarteli, così ci vediamo! Però non oggi.. non riesco”.
Panico.
Il superiore mi dice che questi documenti li ha già in mano lui, adesso Rebecca mi dice invece che me avrebbe portati lei.. Che succede?
“Tranquilla Rebecca, non ti preoccupare. Essendo giovedì non è un problema se non riesci a venire oggi”
“E nemmeno domani”, mi riferisce.
“Ah beh, io sabato e domenica mica apro la banca per te!” Le rispondo “anche perché non ci sono”
“Ah, e dove vai?”
“In montagna”. Bugia immensa. Ma era per vedere se iniziava a sbottonarsi su una cosa che un giorno vi spiegherò.
“In montagna? Ah, bravo, che invidia.. beato te!”
“Eh si, devo andare a fare delle cose, vediamo se riesco”.
“Comunque non è necessario vedersi per forza di cose in banca” afferma.
Di nuovo una balla di fieno attraversa il mio cervello.
Ma come?
Ma perché?
Che sta succedendo? Adesso improvvisamente vuole vedermi? Trappolone all’orizzonte? Sta bluffando e non è capace?
Mille domande invadono il cervello. Così le dico che ci accorderemo ed in qualche modo faremo.
Non penso a queste parole, non gli do peso. Tanto ho già avuto la riprova che questa chiacchiera, ma niente fatti.
Arriva quindi il venerdì e l’inizio del we.
Ma so che prima c’un compito duro da portare a termine. Ossia superare indenne la mattinata, con almeno un paio di telefonate di Rebecca.
Tocca però a me iniziare la conversazione. Devo mandare un documento, così vedo di levarmela subito dai piedi alle 08:30 del mattino. Le invio una mail e nel testo digito “buongiorno Rebecca, ecco il documento ecc ecc.. (per stavolta è gratis). Buon lavoro, Nicola”.
Passano 30 minuti esatti. La sua risposta. “Ma grazie! Buona giornata anche a te! Per favore mi controlli se questo è questo?”
Sono impegnato con clienti, leggo, ma non rispondo. Tempo di terminare l’appuntamento, andare a bere un caffè e puntualmente mi chiama.
“Nico, ma questo e quello allora?”
“Rebe, non so come va a finire, tra l’altro ne avevam già parlato, mi hai pure mandato una mail.. mi stai addosso mica da ridere eh…”
“No, non voglio dar fastidio, ma ho bisogno di certezze nella vita”
“Ed io sono tra queste che cerchi? Quale onore.. o devo preoccuparmi? Perché il tasso di suicidi si è alzato ultimamente, tu qua ti ne conoscevi?”
“Daiiii ma come sei scemo.. devo avere delle risposte, e tu le hai sempre pronte”
“Se è per quello ho anche sempre voglia di far l’aperitivo, ma non è che la gente mi entra in ufficio con delle bottiglie… tranne che sotto Natale, quando mi arrivano i regali da parte dei clienti!”
“Ci vedremo presto allora!”
E settimana piano piano va a chiudersi, con la solita routine ed i discorsi della figlia di un finale di campionato ancora incerto.. incerto come quello che potrà accadere nei prossimi giorni.