Come ho conosciuto mia moglie

andromed

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Di seguito riporto la vera storia di come ho conosciuto mia moglie!
Non è un racconto ad alto contenuto erotico ma, volevo farvi capire perché, quando qualcuno mi chiede come è nata la storia con mia moglie, ho sempre un po' di difficoltà ad essere del tutto sincero!

Antonella in quel periodo, era una ragazza che avevo visto un paio di volte in giro all’Università.
Era al primo anno ed, essendo una delle poche ragazze carine a frequentare l’Università, era molto al centro delle attenzioni nonostante si fosse dichiarata impegnata con un ragazzo del suo paese. Spesso girava con Manuela, una ragazza davvero bruttina, che esaltava ancora di più la bellezza di Antonella.
Erano gli inizi di dicembre e indossava indumenti che lasciava troppo spazio all’immaginazione ma non nascondo che più di una volta mi fissavo ad osservarla. Capelli castani mossi, occhi castani, viso ancora da ragazzina acqua e sapone, piumino che dalle forme lasciavano presagire un seno pieno tra la terza e la quarta misura, jeans attillati che davano davvero una bella forma al suo sedere.
Non mi ero ancora presentato e l’occasione ci fu quando, Manuela, mi fermò per chiedermi se sapevo come reperire certe dispense universitarie. Cominciammo a discutere su quegli appunti e sulla loro validità ai fini dell’esame o cosa fossero i passaggi più importanti e in quella discussione, Antonella disse la sua.
Ne approfittai per presentarmi ufficialmente anche se lei mi lasciò intendere che conosceva già il mio nome, d’altronde anche io conoscevo già il suo, ma io ero un ragazzo in mezzo a tanti altri ragazzi, stessa cosa non si poteva dire di lei.
Passarono alcuni mesi prima che ebbi l’occasione di parlarci e, fu lei che mi si avvicinò, imbarazzata, per chiedermi una cosa personale.
Mi chiese se fossi impegnato con qualcuna, per un attimo pensai che sarei potuto diventare uno dei ragazzi più stimati o odiati dell’Università ma, quando continuò dicendomi che Manuela si era invaghinata di me, rimasi interdetto.
Non che non lo sapessi ma ci era rimasto male. La mia risposta fu che non lo sapevo perché non ci avevo mai pensato e, questa fu già una risposta eloquente ma, per non fare la figura dello stronzo, le risposi che mi sarebbe piaciuto parlare direttamente con lei.
Il pomeriggio alle 15 mi incontrai con Manuela.
Di viso, diciamocelo, era davvero bruttina anche se fisicamente sembrava messa bene.
In quel periodo ero single da poco e pensai che magari se fosse stata una tipa disponibile ne avrei potuto ricavare qualcosa di buono.
Le dissi che mi sarebbe piaciuto provarci, senza impegni, perché uscivo da una storia combattuta con una ragazza che mi piaceva molto ma che essendo troppo credente aveva messo troppi paletti tra di noi, insomma le feci capire che tra di noi non aveva funzionato perché non me l’aveva data, cosa non assolutamente vera ma, per me era come per dire, o mi fai divertire o meglio lasciar perdere.
Il suo OK lo presi come una delibera firmata a mio favore. E lei capì perfettamente che se voleva stare con me doveva darsi da fare. Sabato pomeriggio ci vedemmo per andare al cinema insieme e dopo aver visto il film, andammo a mangiare una pizza.
Al tavolo parlammo del più e del meno e cercai di prendere informazioni su Antonella, senza dare troppo nell’occhio, tra l’altro, erano spesso insieme ed era normale che le chiedessi qualcosa su di lei.
Uscimmo dalla pizzeria e passeggiamo un po’, costeggiando un parchetto, all’altezza dell’ingresso le chiesi se le andava di fare un giro dentro. Lei si fermò dubbiosa e poi mi disse quanto quel parco fosse frequentato da malintenzionati. Quando le risposi che io potevo essere tranquillamente uno di quelli, si mise a ridere e attraversò l’ingresso.
Ci trovammo un posto abbastanza appartato, mi feci coraggio e cominciai a baciarla. Nel farlo non persi tempo, le sbottonai il giubbino e la camicia, mettendomi in mostra due bei seni sostenuti dalle coppe del reggiseno.
Lei ebbe un brivido di freddo, vidi la pelle d’oca ed immaginai che anche i suoi capezzoli si fossero irrigiditi per il freddo e, come un bastardo, prendendo da sotto il reggiseno, feci un movimento prima verso di me e poi verso sopra e liberai il suo seno, davvero molto bello e importante, una quarta abbondante.
Come avevo immaginato i capezzoli era belli turgidi e a quella visione, il mio cazzo aveva preso vita. Immersi la mia faccia tra le sue tette, lei istintivamente fece come per abbracciarmi la testa e chiudere il giubbino.
In quel modo potevo crogiolarmi tra quei seni e lei riscaldarsi un po’. Leccai e mordicchiai i suoi capezzoli, quando le sembrò di sentire dei movimenti dietro il cespuglio, lei mi spinse e, senza sistemarsi, chiuse il giubbino.
Effettivamente c’era qualche guardone.
Se non fosse stato che lei poteva parlarne con Antonella, le avrei proposto di continuare a farci guardare o perché no, magari anche farli intervenire.
Invece uscimmo di tutta fretta e al primo bar lei chiese di andare in bagno per ricomporsi.
L’accompagnai a casa e prima di salutarla mi scusai con lei per come mi fossi comportato.
Cercai di salvare le apparenze nel caso in cui lei avesse parlato con Antonella.
Passarono un paio di settimane e non avevo ancora combinato niente con Manuela.
L’occasione si presentò, nuovamente il sabato, casa mia sarebbe stata libera dalla mattina fino al pomeriggio tardi.
Così invitai Manuela a casa, facemmo un po’ di spesa, lasciai cucinare lei e nel mentre lei mi confessò che era lì per lì per declinare il mio invito per stare con Antonella.
Stava passando un brutto periodo con il ragazzo e sembrava che fossero in rottura.
Per quanto potesse essere difficile per lei, io ne ero egoisticamente contento. Peccato che in quel momento mi ero impegnato con Manuela.
Questa cosa mi fece salire una rabbia che si riversò, sulla povera Manuela che ne subì le conseguenze.
Subito dopo pranzo, non persi tempo e senza giri di parole, la scaraventai letteralmente sul letto dei miei genitori e cominciai a spogliarla e baciarla.
A lei non dispiacque questa mia irruenza, anzi, era particolarmente eccitata e compiaciuta da questo mio gioco. Era molto disinibita. Il fatto che non fosse così bella, l’aveva portata ad essere più aperta e più porca. Di certo non ero il primo che se l’era ripassata.
Forte di questa situazione, lei infilai due dita nella fica pelosa, era molto appiccicosa ed emanava un odore molto forte ma allo stesso modo inebriante, quasi un richiamo. Ci denudammo entrambi completamente, spalancai le gambe e presi a leccargliela selvaggiamente.
Tutto ad un altro cominciai a vederla con occhi diversi, mi sembrava anche piĂą bella.
Mentre ero con la faccia tra le sue gambe, ero con le ginocchia piegate, per non uscire penzoloni dal letto e Manuela approfittò per allungare il piede sinistro verso la punta del mio cazzo, mentre con una mano spingeva la mia testa e l’altra si sgrillettava il clitoride.
La ragazza ci sapeva fare, forse mi avrebbe anche insegnato qualcosa che non sapevo.
Fu una vera rivelazione poi, quando mi fece stendere per prenderlo in bocca.
Scendeva molto, ed era davvero abile. Ancora una volta ne approfittai per divertirmi ancora di piĂą.
Con le mani presi la testa e cominciai a spingere sempre piĂą giĂą fino alla gola.
Lei ebbe come dei conati di vomito ma lei sembrava avere sotto controllo la situazione.
Mi alzai per mettermi il preservativo, lei mi aspettava a gambe aperte, toccandosi la fica.
La penetrai facilmente e cominciai a stantuffarla.
Più la sbattevo più vedevo le sue tette andare su e giù, ero davvero molto eccitato e ci misi davvero poco per arrivare, riempendo all’inverosimile il preservativo.
Andai in bagno per svuotare il preservativo ed occultarlo nel cestino della spazzatura, quando sentì Manuela parlare a telefono con Antonella.
Quando rientrai in stanza lei si stava rivestendo e mi chiese se mi dispiaceva se fosse andata un po’ da lei.
Io ero ben contento di mollarla, avevo appena scaricato le palle e magari mi sarei visto con qualche amico per una bevuta goliardica.
Passarono un paio di mesi in cui Manuela divenne un’ottima svuota palle. Non mi importava molto di lei ma la sua funzione sociale, in quel momento, era preziosa.
Riuscì anche a coronare uno dei miei sogni, quando all’ennesima occasione di casa libera, lei si dimostrò ancora una volta una mia alleata, dandomi il culo.
Sembrava essere consapevole del fatto che tra noi funzionava bene proprio perché, in qualche modo, ci usavamo a vicenda.
Talvolta pensavo anche di essermi affezionato a lei ma, la verità era che, una così aperta difficilmente l’avrei trovata. Eppure ero prontissimo a lasciarla se Antonella in qualche modo si fosse proposta.
E, in effetti così fu.
I genitori di Manuela avevano uno chalet in Val d’Aosta ed organizzammo un weekend lungo in occasione di un 25 aprile particolarmente favorevole.
Erano passati poco piĂą di 4 mesi da quando ero con Manuela e, gli altri ci vedevano come una coppia stabile, anche se non avevamo mai elargito effusioni amorose in pubblico.
Eravamo in otto.
Manuela, Antonella, Fabio, Daniela, Luca, Andrea, Marco, Chiara ed il sottoscritto.
Eravamo tutti accoppiati, tranne Antonella e Fabio. Ovviamente tutti pensavamo ad un eventuale accoppiamento tra i due ma, Antonella, non ne sembrava così entusiasta, anzi.
Durante il viaggio fu molto acida nei confronti di Fabio che cercava di fare colpo su di lei.
Quando ci fermammo per una sosta, vidi Manuela ed Antonella discutere animatamente.
Antonella sembrava furiosa, quando fece un cenno eloquente con la mano, mandandola a quel paese e, avvicinandosi alla macchina sentì sottovoce chiamarla “stronza”!
Manuela, invece si mise in fila per andare in bagno, mentre Fabio era entrato per fare un giro nell’autogrill. Rimasi solo con Antonella ma, vista la situazione, non sapevo cosa dire.
Le uniche parole che riuscì a dire furono “Mi dispiace, se c’è qualcosa che posso fare….”
La sua risposta fu strana “Lascia stare, altrimenti ci litighi pure te”
“E perché mai?” pensai ma mi limitai a stare zitto annuendo.
Dopo un po’ ripartimmo. Manuela volle sedersi avanti con Fabio, io rimasi dietro ma con Antonella. In macchina eravamo tutti in imbarazzante silenzio.
Manuela tirò fuori un lettore musicale, si mise le cuffie e appoggiandosi al finestrino, chiuse gli occhi come per riposare.
Passarono alcuni minuti, e gli sguardi tra me ed Antonella si fecero sempre piĂą frequenti.
Poi a bassa voce, con un mezzo sorriso, quasi a non voler svegliare un neonato che dorme, si rivolse a me per scusarsi della scenata in autogrill.
Io volevo solo capire, perché dalla risposta che Antonella mi aveva dato, sembrava che se avessi saputo la verità del loro litigio, avrei litigato anche io con Manuela.
Senza aspettare una mia risposta mi chiede di prestarle il mio telefonino.
Glielo passo, vedo che scrive un messaggio senza inviarlo, poi me lo ridĂ .
“Tu mi piaci da prima che Manuela si dichiarasse e chiedesse a me da farle da tramite. Lei lo sapeva benissimo ma la situazione era complicata…….”
Cancello il messaggio, e cominciamo un botta e risposta, con Fabio che ci guardava incuriosito dallo specchietto retrovisore.
“Perché non mi hai detto niente? Ma poi non eri fidanzata?”
“L’ho lasciato ad ottobre, solo che lui mi perseguita, è complicato”
“Ok ma non capisco perché non mi hai detto nulla”
“Beh a stento ci conoscevamo e poi Manuela quando l’ha saputo, mi ha detto che ti stava dietro da parecchio”
“Ok forse sarà meglio trovare una occasione per parlarne”
“Ok”
Arrivati a destinazione, Antonella sembrò più rilassata e contenta, quasi come se si fosse tolto un peso di dosso.
Prima avrei voluto parlarne con Manuela. Una volta sistemati, mi appartai con lei per parlarne.
Ovviamente lei negò tutto, dicendo che Antonella per gelosia del nostro rapporto, stava facendo la stronza. Cominciammo a discutere anche noi. Sbottò che sapeva benissimo che io sbavavo per Antonella e che stavo con lei solo per scopare.
E come darle torto? Aveva perfettamente ragione ed io, scelsi proprio quel momento per darle ragione. Nonostante non feci altro che confermare le sue parole, lei andò su tutte le furie, entrò dentro e rivolgendosi ad Antonella “Sei contenta?”, dicendo questo uscì dallo chalet e si incamminò verso la piana, io feci per seguirla ma, Fabio mi invitò a rimanere a casa che ci avrebbe pensato lui.
Noi ci sedemmo dentro per sistemare le cose, Andrea tirò fuori un po’ di erba e, cercando di strapparci un sorriso disse “Ok ragazzi facciamoci un paio di canne e calmiamoci tutti, peace & love!”
Tra una canna ed un’altra mangiammo delle patatine e sorseggiammo della birra.
Effettivamente quella fu una terapia molto efficacie.
Intanto passarono quasi due ore ma di Fabio e Manuela, nemmeno l’ombra.
Provammo a chiamarli sul telefonino ma non ci fu alcuna risposta.
Dopo un’altra mezz’ora, finalmente, fecero ritorno. Manuela era sorridente.
Mi guardò e mi chiese di raggiungerla nella stanza da letto. Entrammo, lei era di spalle, tutto ad un tratto si fermò e girandosi di scatto mi diede un bacio profondo con la lingua.
Un bacio dal sapore strano. Poi si mise a ridere guardando il mio volto interdetto e con un pizzico di soddisfazione mi dice “L’hai sentito? E’ il sapore del cazzo di Fabio. E’ stato molto carino e gli ho fatto un bel pompino, tanto siamo una coppia libera, no?”. Io ero senza parole eppure come potevo darle torto?
“Sei liberissimo di scoparti Antonella, solo che mi dispiace dirtelo, ha le sue cose!”, dicendo questo, tornò nel salotto.
Io rimasi in quella stanza per un po’ inebetito, poi mi aggregai anche io al resto della ciurma.
Sia Antonella che Manuela avevano ripreso a sorridere e a divertirsi con gli altri.
L’unico interdetto ero io. La cosa divenne ancora più surreale quando, ormai troppo fumati per avere un ritegno, cominciammo il gioco di obbligo o verità. Manuela alla domanda di quando aveva avuto l’ultimo rapporto sessuale rispose tranquillamente “Se conta anche un pompino, allora ne ho fatto una a Fabio qualche ora fa!”
Le cose peggiorarono e, Manuela, ormai a ruota libera, quando capitò obbligo ad Antonella, le chiese di mettersi in topless davanti a tutti.
Nonostante le mie dimostranze nel far capire di non degenerare, Antonella, quasi in tono di sfida, mi rispose che per lei non c’era alcun problema. In un attimo rimase esclusivamente con lo slip.
Vederla quasi nuda avanti a tutti mi diede un po’ fastidio ma il tasso alcolico e di erba era così alto che in quel momento era tutto lecito.
Daniela che era quella un po’ più bacchettona, propose di cambiare gioco, perché se per gli altri non vi erano problemi, per lei c’era un limite. Passammo il resto della serata con il gioco dei film, ottimo diversivo per addormentarsi. Eravamo esausti, così cominciammo a vedere come dividerci per dormire. C’era una stanza con il letto matrimoniale, un'altra stanza con due lettini e due sacchi a pelo matrimoniali. Ormai Manuela aveva deciso di non essere una coppia, più che una coppia libera. Difatti nella stanza con il letto matrimoniale si misero lei e Fabio, e a terra con il sacco a pelo Andrea e Chiara, nell’altra stanza Daniela e Marco accostarono i due lettini ed io e Antonella nel sacco a pelo.
Eravamo entrambi su di giri, lei mi chiese di abbracciarla da dietro perché sentiva freddo, il contatto con il suo culo me lo fece diventare duro in un attimo.
Lei ovviamente se ne accorse subito dicendomi “Ok sembra di capire che ti piaccio”
Dicendomi questo si girò e cominciammo a baciarci. Nel farlo mi mise una mano nella mutanda, liberando il mio cazzo e cominciò a segarmi. Lei mi chiese se avevo intenzione di stare impalato o di toccarla. Io le dissi che Manuela mi aveva detto che eri indisposta per le mestruazioni.
La sua risposta fu come una liberazione, “Manuela dice tante stronzate, non l’hai ancora capito?”
In un attimo ci trovammo nudi nel sacco a pelo, lei alzò una gamba e prendendomi il cazzo cominciò a strusciarlo sulla sua fica. Non avevamo molta libertà di movimento.
Tutto ad un tratto ci rendemmo conto che non eravamo i soli in quella stanza che facevano tutt’altro piuttosto che dormire. Sentivo le risatine di Daniela, che divenne ancora più fragorosa quando sentimmo dei gemiti provenire dall’altra stanza.
Ormai anche lei, che faceva tanto la bigotta si era lasciata andare e nella penombra della stanza si vedeva e si sentiva chiaramente che stava spompinando il ragazzo. L’aria si fece più pesante, i nostri corpi erano caldi sia per l’alcol che per l’eccitazione.
Aprimmo il sacco a pelo per avere più movimento, feci stendere Antonella e divaricandole le gambe cominciai a succhiare il suo nettare. La leccai per qualche minuto, poi decisi di mettermi a 69, lei apprezzò molto la mia iniziativa, tra una leccata ed un'altra, sentivamo Daniela gemere e il letto cingolare. La mia erezione era qualcosa di quasi dolorosa. Un pezzo di marmo.
Antonella si mise su di me, quasi ad emulare la sagoma di Daniela che faceva altrettanto.
Si muoveva su di me maestosamente, sentivo il suo liquido letteralmente scorrere sulle mie palle. La testa mi girava e anche lei aveva questa sensazione e continuava a ripeterlo tra un gemito ed un altro “Sono troppo eccitata mi gira la testa!”.
Quando Daniela e Marco raggiunsero all’unisono l’orgasmo, anche Antonella, stava per portarmi a venire e, alle sue parole “Non ti preoccupare, prendo la pillola”, come in una sorta di urlo liberatorio, scaricò tutta la tensione accumulata in un fragoroso orgasmo seguito dal mio cazzo che riversò tutto lo sperma dentro di lei.
Si accasciò su di me e cominciammo a baciarci. Sentimmo Daniela e Marco alzarsi per andare in bagno. Dopo un po’ tornarono e, ancora una volta facemmo altrettanto.
In bagno la guardai meglio, era davvero stupenda, mi piaceva un sacco.
Tornammo nel nostro sacco a pelo e ci addormentammo.
Il giorno dopo, quando mi svegliai, mi ritrovai con lei abbracciata a me, con la sua testa sul mio petto. La guardavo, la accarezzavo, non era stato un sogno.
Si svegliò anche lei, mi sorrise “Buongiorno”, mi disse. Mi diede un bacio e ci alzammo.
In cucina c’era solo Daniela, quando entrammo e ci vide, la prima cosa che disse “No comment please!” “Non parliamo di ieri sera, mamma mia che vergogna!”, nel dirlo si mise le mani in faccia ed arrossì.
Dopo un po’ arrivarono anche gli altri. Guardai Manuela, temendo qualche altra scenata.
Manuela quasi di corsa, abbracciò Antonella, chiedendole scusa e piangendo.
Poi si girò verso di me e, indicando Antonella, mi disse “Trattala bene!”.
Mai più giuste furono quelle parole, Antonella, oggi è mia moglie.
 

Fantocci

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Cavolo a 20 anni ti apparti nel parco con una ragazza nuova e giĂ  volevi offrirla al primo guardone che passava? Poi ci sono alcune cose che non tornano. Un 69 in un sacco a pelo? :D
 
OP
A

andromed

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In realtĂ  io ne avevo 23 ma conta poco! Ho scritto che avevamo aperto il sacco a pelo! Per il resto non eravamo del tutto lucidi ho come dei ricordi annebbiati!
Di quella notte ricordo tanti gemiti e quello schianto di mia moglie su di me oltre ad altri particolari! Comunque nei giorni successivi in quello chalet è successo di tutto anche da sobri! Ma questa è un'altra storia!
 

f4ys68

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finalmente un racconto senza -issimi senza frasi fatte copiate dalle didascalie del Lando e senza errori di sintassi. E brava anche tua moglie.
 

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