Qualche tempo fa' avevo buttato giù due righe su una storia personale, di tanti anni fa ormai, fatta di amicizie, friendzone, fidanzate maiale, di fighe chiuse e culi rotti. Tranne per alcune parti, il racconto è venuto giù in maniera abbastanza naturale, di getto. Ovviamente non posso ricordare perfettamente tutti i dettagli, quindi alcune informazioni sono state omesse, o rielaborate secondo memoria.
Vi dico solo di non aspettarvi le solite e improbabili porcherie inventate di sana pianta: la storia è vera al 100% e implica anche aspetti “sentimentali”, ma ci sono numerosi risvolti hot alquanto interessanti.
Prima di addentrarmi nel vivo della storia, però, servirà un po’ di contesto.
Io ed Erica ci conoscemmo durante delle vacanze estive tramite amici in comune, durante quella che, se non erro, fu l’estate di un trionfo sportivo molto caro agli italiani. Siamo più o meno coetanei, entrambi eravamo molto giovani quando ci incontrammo per la prima volta. Fu di fatto la mia prima cotta in assoluto. Tra di noi ci fu subito un’intesa particolare. Passavamo molto tempo insieme, visto che eravamo della stessa zona ed io ero ormai entrato nel suo gruppo di amici. Complice l’atmosfera estiva da teen drama americano, e il fatto che fosse la prima ragazza con cui stringevo un rapporto abbastanza stretto – avevo sempre avuto “migliori amici” maschi – già dopo qualche settimana iniziai a sentire le proverbiali farfalle nello stomaco. Erica all’epoca non era particolarmente bella: leggermente più alta della media, carnagione molto scura e capelli ricci, era però abbastanza magra, un po’ di brufoli tipiche dell’età a tempestarle la fronte, delle tettine appena accennate, e un culo piccolo ma molto sodo. Vi risparmio i miei conflitti interiori per decidere se dichiararmi o meno; a volte ci stuzzicavamo, cercando sempre il contatto fisico. A volte vedevo da parte sua un certo coinvolgimento, altre volte, invece, era evidente che per lei ciò che succedeva tra di noi non era altro che un gioco innocente tra amici. Quindi, da pusillanime quale sono sempre stato e da inesperto pischello quale ero, alla fine glielo feci in qualche modo intendere, ma lei fece finta di nulla e io non mi spinsi più in là.
Così, non ebbi altra scelta che diventare una sorta di migliore amico per lei, e lo restai per molto tempo. Il nostro rapporto di amicizia diventò via via più profondo, e anche quando non ci sentivamo con costanza, sapevo che lei c’era sempre per me. Ho avuto un’adolescenza non molto facile per via di motivi familiari, e lei è spesso stata una delle poche ancore a cui aggrapparmi. Questo era senz’altro uno dei motivi fondamentali dell’attaccamento emozionale e sentimentale che provavo nei suoi confronti.
Passò qualche anno, restammo sempre in contatto, ci furono periodi in cui lei era più distante, anche perché dopo un paio di anni dal nostro primo incontro si fidanzò. La cotta mi era passata da un pezzo, ma qualche mese dopo ricominciammo a frequentarci come prima e, dopo un po’ di tempo, il pensiero di averla si insinuò di nuovo nei miei pensieri, nonostante lei fosse impegnata. Nel frattempo mi fidanzai anche io, forse per ripiego, forse per noia, e così anche la mia ragazza di allora, Marta, entrò nel gruppo di amici di cui Erica era la leader incontrastata. Marta ed Erica finirono per diventare amiche molto presto, quando ormai i miei pensieri verso di lei sembravano fossero definitivamente assopiti. Pensieri che si risvegliarono puntualmente l’estate successiva quando lei si lasciò con il suo storico ragazzo. Probabilmente, saperla libera e senza vincoli fu ciò che destò in me un nuovo interesse, ma un tentativo di approccio da parte mia non era assolutamente contemplabile visto il cul-de-sac in cui mi ero cacciato. Così continuammo a frequentarci insieme al nostro gruppo di amici di lunga data, che comprendeva ovviamente anche la mia ragazza d’allora.
A un certo punto sentii che non ne avevo più di Marta, per varie incomprensioni, e soprattutto a causa del suo carattere che io ritenevo infantile. Ma non la lasciai, anche perché avevamo già programmato la nostra prima vacanza tutti insieme, in cui finalmente riuscimmo a riunire l’intero gruppo di amici. Nel frattempo, Erica si frequentava con un tipo che le aveva fatto il filo per anni, che a lei piaceva da quando stava insieme al suo primo fidanzato, e che conoscevo abbastanza bene anche io. Era un po’ l’uomo dei suoi sogni, il figo della scuola, una di quelle figure a cui le serie americane ci hanno abituato a riconoscere facilmente.
Lo scenario che fa da sfondo a quanto vi sto per raccontare è una cittadina della costa laziale. Se volete qualche riferimento temporale, credo che all’epoca ci fosse ancora Berlusconi al governo. Partimmo inizialmente in otto, mentre altre due persone ci avrebbero raggiunto successivamente. Prendemmo una piccola villa, davvero niente di speciale, ma con tutti i comfort, proprio sul lungomare. Sì, la crisi non era ancora realtà, e anche degli studentelli universitari alle prime armi come noi potevano permetterselo.
Erica, in pochi anni, era cambiata abbastanza. Certo, le tette non le erano cresciute troppo, penso avesse una seconda, ma aveva due occhioni neri intensi che ti catturavano e ti facevano perdere dentro di lei. Sfoggiava un certo un fascino datole dalla sicurezza che aveva acquisito e dalla personalità che aveva sviluppato nel corso degli anni. Sapeva il fatto suo, si mostrava molto sveglia e astuta, d’altronde lo era sempre stata. Tutto ciò si rifletteva nella sua andatura sicura, che faceva girare un bel po’ di ragazzi, nel look e nei vestiti che sceglieva – era sempre stata un’appassionata di moda, potendoselo permettere sia fisicamente che economicamente. Non era la tipica figa, ma aveva un je-ne-sais-quoi che alcuni trovavano irresistibile.
Ah già, quasi dimenticavo il culo. Col tempo le era diventato più grande e più tornito, nonostante non avesse mai fatto attività fisica. Questo, in realtà, lo avevo già notato tempo prima. Durante i primi giorni in spiaggia, ebbi l’opportunità di notarlo ancora di più. L’abbronzatura dava ancora più risalto alla sua carnagione scura, e i costumi che accuratamente sceglieva le donavano particolarmente. A volte mi capitava di fissarla, e mi rendevo conto di quanto fosse cambiata. Con i suoi occhiali di Gucci, con i suoi costumi attillati e sgambati, con la sua camminata involontariamente sexy, svettava come una Venere mulatta. Tutto ciò, insieme ai profumi che indossava – soprattutto i profumi, che spesso sanno essere il maggior afrodisiaco – mi fece capire che ero ancora attratto da lei, stavolta molto più di prima. Tutto ciò mi fece andare in crisi, col cuore, ma anche con il cazzo…
Vi dico solo di non aspettarvi le solite e improbabili porcherie inventate di sana pianta: la storia è vera al 100% e implica anche aspetti “sentimentali”, ma ci sono numerosi risvolti hot alquanto interessanti.
Prima di addentrarmi nel vivo della storia, però, servirà un po’ di contesto.
Io ed Erica ci conoscemmo durante delle vacanze estive tramite amici in comune, durante quella che, se non erro, fu l’estate di un trionfo sportivo molto caro agli italiani. Siamo più o meno coetanei, entrambi eravamo molto giovani quando ci incontrammo per la prima volta. Fu di fatto la mia prima cotta in assoluto. Tra di noi ci fu subito un’intesa particolare. Passavamo molto tempo insieme, visto che eravamo della stessa zona ed io ero ormai entrato nel suo gruppo di amici. Complice l’atmosfera estiva da teen drama americano, e il fatto che fosse la prima ragazza con cui stringevo un rapporto abbastanza stretto – avevo sempre avuto “migliori amici” maschi – già dopo qualche settimana iniziai a sentire le proverbiali farfalle nello stomaco. Erica all’epoca non era particolarmente bella: leggermente più alta della media, carnagione molto scura e capelli ricci, era però abbastanza magra, un po’ di brufoli tipiche dell’età a tempestarle la fronte, delle tettine appena accennate, e un culo piccolo ma molto sodo. Vi risparmio i miei conflitti interiori per decidere se dichiararmi o meno; a volte ci stuzzicavamo, cercando sempre il contatto fisico. A volte vedevo da parte sua un certo coinvolgimento, altre volte, invece, era evidente che per lei ciò che succedeva tra di noi non era altro che un gioco innocente tra amici. Quindi, da pusillanime quale sono sempre stato e da inesperto pischello quale ero, alla fine glielo feci in qualche modo intendere, ma lei fece finta di nulla e io non mi spinsi più in là.
Così, non ebbi altra scelta che diventare una sorta di migliore amico per lei, e lo restai per molto tempo. Il nostro rapporto di amicizia diventò via via più profondo, e anche quando non ci sentivamo con costanza, sapevo che lei c’era sempre per me. Ho avuto un’adolescenza non molto facile per via di motivi familiari, e lei è spesso stata una delle poche ancore a cui aggrapparmi. Questo era senz’altro uno dei motivi fondamentali dell’attaccamento emozionale e sentimentale che provavo nei suoi confronti.
Passò qualche anno, restammo sempre in contatto, ci furono periodi in cui lei era più distante, anche perché dopo un paio di anni dal nostro primo incontro si fidanzò. La cotta mi era passata da un pezzo, ma qualche mese dopo ricominciammo a frequentarci come prima e, dopo un po’ di tempo, il pensiero di averla si insinuò di nuovo nei miei pensieri, nonostante lei fosse impegnata. Nel frattempo mi fidanzai anche io, forse per ripiego, forse per noia, e così anche la mia ragazza di allora, Marta, entrò nel gruppo di amici di cui Erica era la leader incontrastata. Marta ed Erica finirono per diventare amiche molto presto, quando ormai i miei pensieri verso di lei sembravano fossero definitivamente assopiti. Pensieri che si risvegliarono puntualmente l’estate successiva quando lei si lasciò con il suo storico ragazzo. Probabilmente, saperla libera e senza vincoli fu ciò che destò in me un nuovo interesse, ma un tentativo di approccio da parte mia non era assolutamente contemplabile visto il cul-de-sac in cui mi ero cacciato. Così continuammo a frequentarci insieme al nostro gruppo di amici di lunga data, che comprendeva ovviamente anche la mia ragazza d’allora.
A un certo punto sentii che non ne avevo più di Marta, per varie incomprensioni, e soprattutto a causa del suo carattere che io ritenevo infantile. Ma non la lasciai, anche perché avevamo già programmato la nostra prima vacanza tutti insieme, in cui finalmente riuscimmo a riunire l’intero gruppo di amici. Nel frattempo, Erica si frequentava con un tipo che le aveva fatto il filo per anni, che a lei piaceva da quando stava insieme al suo primo fidanzato, e che conoscevo abbastanza bene anche io. Era un po’ l’uomo dei suoi sogni, il figo della scuola, una di quelle figure a cui le serie americane ci hanno abituato a riconoscere facilmente.
Lo scenario che fa da sfondo a quanto vi sto per raccontare è una cittadina della costa laziale. Se volete qualche riferimento temporale, credo che all’epoca ci fosse ancora Berlusconi al governo. Partimmo inizialmente in otto, mentre altre due persone ci avrebbero raggiunto successivamente. Prendemmo una piccola villa, davvero niente di speciale, ma con tutti i comfort, proprio sul lungomare. Sì, la crisi non era ancora realtà, e anche degli studentelli universitari alle prime armi come noi potevano permetterselo.
Erica, in pochi anni, era cambiata abbastanza. Certo, le tette non le erano cresciute troppo, penso avesse una seconda, ma aveva due occhioni neri intensi che ti catturavano e ti facevano perdere dentro di lei. Sfoggiava un certo un fascino datole dalla sicurezza che aveva acquisito e dalla personalità che aveva sviluppato nel corso degli anni. Sapeva il fatto suo, si mostrava molto sveglia e astuta, d’altronde lo era sempre stata. Tutto ciò si rifletteva nella sua andatura sicura, che faceva girare un bel po’ di ragazzi, nel look e nei vestiti che sceglieva – era sempre stata un’appassionata di moda, potendoselo permettere sia fisicamente che economicamente. Non era la tipica figa, ma aveva un je-ne-sais-quoi che alcuni trovavano irresistibile.
Ah già, quasi dimenticavo il culo. Col tempo le era diventato più grande e più tornito, nonostante non avesse mai fatto attività fisica. Questo, in realtà, lo avevo già notato tempo prima. Durante i primi giorni in spiaggia, ebbi l’opportunità di notarlo ancora di più. L’abbronzatura dava ancora più risalto alla sua carnagione scura, e i costumi che accuratamente sceglieva le donavano particolarmente. A volte mi capitava di fissarla, e mi rendevo conto di quanto fosse cambiata. Con i suoi occhiali di Gucci, con i suoi costumi attillati e sgambati, con la sua camminata involontariamente sexy, svettava come una Venere mulatta. Tutto ciò, insieme ai profumi che indossava – soprattutto i profumi, che spesso sanno essere il maggior afrodisiaco – mi fece capire che ero ancora attratto da lei, stavolta molto più di prima. Tutto ciò mi fece andare in crisi, col cuore, ma anche con il cazzo…