Il punto è l'ignoranza bestiale dalla quale siamo circondati, intesa come pervicace e protervo disinteresse verso la più basilare ricerca di cultura.
Perché io non ci metto tre quarti d'ora a scrivere un post, nè quando lo digito mi chiudo in un gabinetto di riflessione buio ed isolato acusticamente. Scrivo come chiunque, solo che ho interiorizzato le basilari norme legate alla scrittura che ho appreso quando avevo 6 anni, dalla mia maestra. Può capitare a tutti - me compreso, ovviamente - un errore ortografico ma rarissimamente un errore grammaticale e men che meno uno strafalcione sintattico. Non redigo un canovaccio e poi mi metto a sistemarlo con pazienza, semplicemente riverso i miei pensieri in parole già in prima istanza - verosimilmente - in forma corretta.
L'atrocita che però rilevo non è legata specificamente alla circostanza nella fattispecie, per cui se fosse solo questione di errori si potrebbe soprassedere, bensì è la totale e disarmante impudenza con la quale risponde chiunque venga richiamato per un errore, invece di coprirsi di vergogna per l'ignominiosa colpa di non essere in grado di padroneggiare regole elementari che avrebbe dovuto apprendere poco dopo il saper correre, allacciarsi le scarpe e mangiare senza sporcarsi.
Questa strafottenza, questo "tanto si capiscie che mene frega ha me e arrivato il professore" è sintomo e simbolo di quella decadenza dei principi di identità e dei costumi che ha portato questo paese senza speranza allo sfacelo irrecuperabile nel quale ormai sguazziamo da anni.
Bene, ora si può tornare al cazzeggio. :ass: