Il lavoro, nobilita l’uomo

andromed

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Compagna di viaggio.
Antonio, Supervisor per una importante compagnia di abbigliamento. Il suo lavoro era girare negozi e centri commerciali in giro per il mondo e verificare lo stato dell’attività, analizzare ogni aspetto, fare un report e farlo visionare ai suoi superiori. Un lavoro sempre in movimento che lo portava a viaggiare tantissimo. 43 anni, ancora single, avrebbe voluto volentieri avere una moglie a casa ad aspettarlo ma il poco tempo a disposizione non l’aveva aiutato a trovarne una.

Angela, anche lei lavorava per una importante compagnia di abbigliamento, la stessa di Antonio a dire il vero ma, essendo di due uffici diversi non si erano mai incontrati. Lei si occupava di organizzare ed allestire ogni singola attivitĂ  con uno standard riconoscibile ma con quelle piccole differenze culturali e di gusto proprie di ogni paese. Una donna molto sicura di se che, sin da quando aveva compiuto la maggiore etĂ  si era trasferita per un lungo periodo a Londra dove si era laureata e dove aveva iniziato a lavorare a 23 anni. Aveva poco piĂą di 15 anni di esperienza in quel settore e alla soglia dei 40 anni non aveva nessuna intenzione di mettere su famiglia, troppo presa dal lavoro e da se stessa.

Antonio se si trovava nella città giusta, riusciva ad adescare sempre una tipa da portarsi in stanza, soprattutto nei suoi soggiorni nell'Europa dell’Est. Qualche volta ricorreva a prostitute vere e proprio se non si batteva chiodo.

Angela, era un pò più attenta a chi frequentava, anche se, spesso, si lasciava adescare da qualche uomo sposato, in giro per affari ma, spesso, ne rimaneva delusa. Pertanto, preferiva fare da sola, con il suo set di giocattolini che portava sempre dietro con se, si masturbava ad oltranza fino a crollare tra le braccia di Morfeo. Era sempre molto vogliosa, ed avere quei giocattoli con se, l’aiutavano a non dover scopare con qualcuno senza che ne fosse realmente attratta. Era molto pratica, diretta, guardava direttamente al succo della questione sia sul lavoro che nella vita privata.

Un giorno, il destino volle che si conobbero su di un volo per Istanbul. Erano seduti vicino e, quando Angela tirò fuori alcuni documenti, Antonio riconobbe il logo della carta intestata.
“Quante possibilità ci sono di sedersi di fianco ad una donna che lavora per la tua stessa azienda?” fece Antonio rivolgendosi ad Angela.
Con quella frase presero a conoscersi e parlare.

Il viaggio proseguì verso la meta, Angela ed Antonio scambiarono due parole sul lavoro, poi sulle loro città preferite che avevano visitato. Fu una conversazione piacevole per entrambi. Antonio la osservò per bene, sapendo che alloggiavano nello stesso Hotel, cominciò a pensare se ci fosse stata la minima possibilità di potersela portare a letto.

Aveva un seno prosperoso ma un fisico asciutto. Era molto probabile che si teneva in forma utilizzando le palestre delle strutture dove alloggiava. Di solito la societĂ  forniva sistemazioni in alberghi molto belli e ricchi di servizi.
Una volta arrivati a destinazione, presero un taxi insieme per dirigersi in albergo, posarono le loro cose ed uscirono insieme per recarsi nello stesso centro commerciale. La giornata passò, ognuno con la propria mansione. Non riuscirono a pranzare insieme ma nel pomeriggio, intorno alle 16, entrambi avevano finito e presero il taxi per rientrare.

“Io per le 17 faccio un po’ di attività in palestra” disse Antonio.
“Ah bene, anche io avevo intenzione di venire in palestra, ci vediamo in sala dopo” rispose Angela.
Tornando in stanza, Angela pensò ad Antonio. Era un tipo in gamba, simpatico, però le sembrava troppo magro, sembrava quasi uno scheletro. Non male di viso ma nell’insieme non la convinceva.

Alle 17 lei si presentò in sala, con un leggings ed un top che mostrava il suo seno prorompente e la pancia scoperta con una discreta tartaruga.
Anche Antonio aveva un leggings da uomo, un po’ volgare a suo modo di vedere. Sembrava uno di quei ballerini o ciclisti. Immaginò che forse voleva mettere in mostra le sue doti nascoste.

Angela prese a riscaldarsi correndo sul tappeto. Antonio, non poteva far altro che rimanere ipnotizzato dal movimento di quel seno. Angela se ne rese conto ma non le diede fastidio, anzi piaceva proprio far eccitare le persone. Passarono circa un’oretta tra sguardi e qualche battuta poi si separarono ancora una volta per farsi una sauna.

“Peccato che non siamo in trentino, avremmo potuto continuare la conversazione anche facendo la sauna insieme” disse Antonio in uno slancio di corteggiamento.

“Vero anche se ti saresti distratto un po’ troppo per reggere una conversazione sensata” rispose maliziosa Angela.
“Ci vediamo alle 20 per cena?” continuò Angela.

Si accordarono e si divisero.

Angela, concentrata a non svenire nella sauna, pensava se fosse stato il caso di tradire i propri giocattolini.
Non si fece nessun problema a pensare se fosse stato il caso o meno di provarci con una persona appena conosciuta, dopotutto quella era la sua vita, non poteva aspettare o pensarci troppo.

Qualche minuto dopo le 20, Angela entrò nella sala, era davvero bella, un vestitino di classe che metteva in risalto le forme senza essere volgare. Un tacco 12 che le donava una presenza ancora più imponente.
Antonio, che era già seduto al tavolo, godette di questa visione e quando si alzò per salutarla e farla accomodare scostandole la sedia, si rese conto che con quei décolleté ai piedi era più alta di lui. Aveva un profumo stupendo, Antonio continuò a ripetere una sorta di mantra nella mente per non perdere la concentrazione.

Entrambi mangiarono del pesce, cucinato divinamente, una bottiglia di vino italiano d’importazione fece il resto.
Trascorsero una cena divertente, complice anche la bottiglia di vino. Arrivarono all'ascensore dove ancora una volta li si sarebbero separati. Lui era al 6° piano, lei al 4°.
Nessuno dei due fece cenno a proporsi. Quando lei arrivò al suo piano, si limitò a dargli la buonanotte.

Le porte si chiusero, ed Angela svanì dalla vista di Antonio che cominciò ad imprecare a bassa voce. Non aveva avuto il coraggio di fare il primo passo. Conosceva il numero della stanza. Decise di aspettare una decina di minuti e poi riscendere e provare a bussare alla porta.
In quei minuti pensò a quale scusa campare e cosa dire. Arrivò alla porta con la sola convinzione che ci doveva provare ma non aveva idea di come.
Angela era rientrata in stanza un po’ delusa. Non voleva essere lei al fare il primo passo, pertanto se avesse voluto sfogarsi, avrebbe fatto da sola. Si spogliò, si guardò nuda allo specchio. Notò una leggera peluria sul suo pube, avrebbe dovuto passare di nuovo dall'estetista una volta tornata a Londra.
Uscì dal bagno, rovistò nella sua borsa e prese un paio di giocattolini e li infilò sotto le coperte. Si infilò nuda sotto le coperte e fu subito accarezzata dalle lenzuola di seta, appoggiò la testa sul cuscino e fece per scendere con una mano in mezzo alle gambe, quando senti bussare alla porta.

Si alzò, prese un asciugamano grande in bagno, la avvolse attorno a se ed aprì la porta.
“Ciao, scusami se ti ho disturbato ma ti volevo chiedere se ti andava di scambiare altre due chiacchiere…..ma forse stavi già andando a dormire?” esordì Antonio.
“Non ti preoccupare, entra, solitamente giro nuda in stanza” rispose Angela sorridendo.
Antonio entrò e chiuse la porta e mentre lei si rimise seduta sul letto lui si mise sul divanetto.
“Comunque a me non da fastidio, se vuoi stare nuda, accomodati pure, è la tua stanza dopotutto.” Disse Antonio.
“Perché no” rispose Angela.
In quel preciso istante Antonio si immaginò di vederla nuda ma Angela lo provocò ancora di più mettendosi sotto le coperte e sfilando l’asciugamano da sotto. Il suo corpo nudo era sotto quelle coperte, doveva solo infilarsi anche lui li sotto, pensò Antonio.
“Dai, siediti sul letto, che fai laggiù” disse Angela.
Antonio si mise quasi sulla punta del letto ma Angela gli chiese di togliersi le scarpe e mettersi piĂą comodamente. In realtĂ  la manovra per sedersi sul letto non fu affatto comoda, quando Antonio si sedette sui giocattolini che erano sotto le coperte.
“C’è qualcosa sotto il letto” fece Antonio
“Ah scusami sono i miei giocattolini” risposte prontamente Angela
“Giocattolini?” chiese Antonio
“Su dai devo pur passare le serate che sono da sola no?” rispose Angela
Antonio sentì la mano di Angela allungarsi sotto di lui, raccolse qualcosa e li tirò fuori.
“Questo è Willy” fece Angela mostrando un fallo di gomma di discrete dimensioni, “Quest’altro è Dido” continuò Angela mostrando nell'altra mano un dildo rosa di quelli vibranti.
Antonio si mise a ridire “Gli hai dato anche i nomi? Ahahahah” fece Antonio.
“Si si rispose, sono i miei amichetti e non sono i soli” rispose Angela che nel frattempo aveva abbassato lo sguardo verso la patta dei pantaloni di Antonio che si era gonfiata a dismisura.
“Non hai mai dato un nome al tuo giocattolino?” fece Angela indicando la patta dei pantaloni di Antonio.
“Sinceramente no” rispose Antonio “ma visto che sei così brava potresti darcelo tu per me un nome!” continuò Antonio.
“A scatola chiusa non saprei, dovrei vederlo per potergli dare un nome” rispose Angela con voce spavalda ed eccitata.
Antonio non se lo fece ripetere due volte, si alzò rimanendo in ginocchio sul letto, sbottonò il pantalone e con un solo gesto, liberò il suo giocattolo.
Era tutto enorme, l’uccello, la cappella e le palle. Ancora di più su quel fisico così esile.
Angela si avvicinò, lo prese in mano e quasi ad analizzarlo cominciò a suggerire una serie di nomi, nel farlo cominciò molto lentamente ad andare su e giù con la mano mentre con l’altra gli massaggiava le palle. Poi, uscì anche lei mettendosi fuori le coperte.
Mostrò tutta la sua bellezza e capì quanto Antonio apprezzasse il suo corpo dall'erezione che aveva. Era davvero duro come il marmo, la cappella si innalzava fiera, grossa quasi rossa. Angela era esperta in dimensioni, non ci mise molto a confrontarlo con i suoi giocattoli. Superava i 20cm tranquillamente. Davvero un bel di Dio pensò.
Si avvicinarono leggermente, la punta del cazzo di Antonio sfiorava gli addominali di Angela, cominciarono a baciarsi e a toccarsi. Antonio notò quanto fosse bagnata. I suoi umori fuoriuscivano letteralmente dalla sua fica, quasi bavosa, attaccaticcia. Angela ebbe un sussulto di lussuria, si stese e divaricando le gambe, consegno il fallo di gomma ad Antonio.
“Willy lui è Antonio, adesso vediamo come ti usa” disse Angela parlando al fallo di gomma.
Era una situazione surreale, Antonio aveva immaginato di tutto ma quella situazione era veramente al di sopra di ogni rosea previsione, una bellissima donna che ama fare sesso senza mille giri di parole, quasi non poteva crederci. Stava forse sognando ad occhi aperti?
Lui infilò il fallo tranquillamente nella sua fica, fino in fondo e con la lingua cominciò a leccarla. Ogni volta che quel pezzo di gomma usciva, mostrava gli umori di quella donna, assetata di sesso.
Antonio prese la sua mano e la mise sulla parte finale di quel fallo di gomma, esortandola a continuare da sola. Lui si mise a cavalcioni e mise il suo cazzo in mezzo a quelle splendide tette. Lei gradì molto, fece in modo di tenere il suo cazzo quanto più su. Cominciò ad annusare la sua cappella con respiri di soddisfazione.
“Per quanto mi diverto con i miei giocattolini, l’odore del cazzo è sempre un'altra cosa, per non parlare del suo gusto” dicendo queste parole, prese a succhiargli la cappella e a strizzargli le palle. Poi lo afferrò alla base e cominciò a passarselo in faccia, in preda all'eccitazione, lo leccava, lo annusava, sembrava quasi volerlo abbracciare, staccarlo e portarselo sempre con se.
Poi lanciò un piccolo gridolino di dolore, quasi uno spasmo. Antonio non capì subito ma Angela come niente fosse, aveva sfilato il fallo di gomma dalla fica e l’aveva fatto salire su per il retto con una tranquillità disarmante.
“Bene” pensò Antonio, stasera ci sarà da divertirsi alla grande.
Antonio prese il dildo, lo passò ad Angela che lo mise in funzione e lo appoggiò sul clitoride. Antonio si fece ancora più indietro e gustarsi quello spettacolo, prese i suoi piedi che erano in alto a penzoloni per via delle gambe aperte e come un sandwich mise il suo cazzo in mezzo ai piedi facendosi segare da quelle estremità così ben curate ed erotiche.
Andarono avanti per qualche minuto, poi Antonio la fece girare a pecorina, lei continuava ad avere quel fallo di gomma nel culo ed il dildo che stimolava il clitoride anche quando Antonio, la penetrò con il suo cazzone. Cominciò a scoparla lentamente ma lei lo esortò a farlo più forte, la prese per capelli, e con possenti colpi di reni, cominciò un’opera di devastazione di quella fica così calda e succosa. Vedeva quelle tette ballare sotto di lei e la sua voce spezzata dagli spasmi che continuava a ripetere quanto le piacesse il cazzo e quanto fosse troia.
Quando Angela lo esortò a sfondarla tutta, lui sfilò il cazzo di gomma dal culo per metterci quello di carne, riprendendo a fotterla brutalmente. Sotto quei colpi possenti e la vibrazione del dildo, Angela stava per arrivare, negli ultimi secondi fece cadere il dildo e con la sua mano impazzita diede gli ultimi colpi di grazia che si tramutarono in un squirting poderoso, oltre che urla di godimento.
A quello spettacolo Antonio non riuscì a trattenersi , farcendo di sborra il suo buco del culo.

Si accasciarono esausti sul letto. Dopo un po’ lui chiese di andare in bagno. Fece i suoi bisogni, si sciacquò la faccia e l’uccello. Chiuse il rubinetto e sentì per un attimo delle parole confuse venire dalla stanza.
Non appena uscì, vide Angela posare il telefono dell’albergo.

“Che fai resti o torni in camera?” chiese speranzosa Angela
“Io resto nessun problema” rispose fiero Antonio
“No te lo chiedevo perché ho appena richiesto il servizio in camera…..” continuò Angela
“Beh fare sesso mette fame ma sinceramente io sto a posto, grazie” disse Antonio
“In realtà sta salendo Kadir, quel ragazzo turco del bar per portare una bottiglia di prosecco, voglio vedere se vuole unirsi a noi” rispose Angela
“Mi hai fatto perdere la testa ed ho voglia di divertirmi tutta la notte” continuò Angela mordendosi le labbra.
Bussarono alla porta per il servizio in camera. Angela senza nessun ritegno aprì la porta nuda.
Da dietro Antonio riusciva a vedere un rivolo di sborra penzolante che dal culo era colato e sceso lungo le gambe.
Kadir incredulo rimase interdetto ma sotto l’invito di Angela, lo fece entrare con il carrello, poi Angela firmò la ricevuta e fece cadere la penna. Quando Kadir si abbassò per raccoglierla, Angela si avvicinò a Kadir che risalendo, strusciò con la testa per tutto il corpo di Angela, andando a sbattere sotto quell'enorme seno.
Ancora una volta, Kadir rimase impalato ed ebbe un sussulto quando Angela afferrò il suo cazzo da sopra quei pantaloni morbidi. In un inglese abbozzato, Kadir fece presente che doveva tornare al bar, altrimenti il direttore lo avrebbe rimproverato.
“Peccato” fece Angela amareggiata
Kadir prese coraggio e lasciò uno spiraglio dicendole che tra due ore avrebbe finito il turno.
Angela era soddisfatta a metà, non l’avrebbe fatto uscire da quella stanza se prima non avesse avuto un piccolo assaggio.
“Dieci minuti li puoi giustificare…..” penso Angela ad alta voce.
Si abbassò e sbottonando il pantalone, liberò il secondo cazzo della serata. Ragguardevole anche quello.
Senza perdere tempo, cominciò a spompinarlo avidamente con ritmo forsennato con piccole pause dove succhiava le palle, prendendone una alla volta tutta in bocca.
Il ragazzo, come aveva preventivato Angela, non ci mise molto a riempirle la bocca di sborra. Lei la mandò giù tutta, con grande soddisfazione e poi l’esortò a passare più tardi.
Kadir uscì in tutta fretta con i pantaloni ancora abbassati per precipitarsi giù al bar.
Antonio si era gustato quei 10 minuti di depravazione totale da parte di quella donna che, a suo modo di vedere, era la perfezione in persona. Bella, intelligente, simpatica e, soprattutto, una gran troia.
Angela dal suo canto aveva ancora tante idee perverse per la testa e trovò in Antonio una persona molto disponibile e curiosa, anche quando gli propose di fare un giochetto che non tutti avrebbero accettato di fare.
Angela gli chiese spudoratamente che le sarebbe piaciuto vederlo prenderlo nel culo da Kadir. Lui non si rifiutò ma non avendo mai avuto una tale esperienza aveva dubbi che la cosa potesse effettivamente piacergli.
“Ti piacerà, fidati” disse rassicurante Angela “Farò in modo che arrivi pronto alla penetrazione” continuò brandendo il fallo di gomma in mano.
Lo posò sul letto, cominciò a frugare nella borsa e prese un lubrificante con cui oleo per bene Willy.
Lo fece mettere a pecorina e puntò quel fallo di gomma verso quel buco peloso ed inviolato, lo fece rilassare e con stupore dello stesso Antonio, Willy cominciò a penetrarlo analmente. Angela era dolcissima in quel frangente. Lo accarezzava e gli massaggiava le palle con delicatezza. Poi prese un ritmo dolce e costante. Prese un cuscino per avere la testa più in alto e si stese sotto le sue gambe in modo tale da poter gustare la sua cappella mentre Willy lo avviava a nuove inesplorate esperienze.
Passarono quasi 15 minuti dall'inizio di quel gioco perverso. Angela ebbe la consapevolezza che poteva osare di piĂą. Si mise anche lei a pecorina ma opponendosi a lui. Il fallo di gomma era abbastanza grande ed elastico da poterselo ficcare anche lei nel culo. Chiese ad Antonio di spingere e lei fece altrettanto. Ormai i due culi si toccavano. Antonio prese a segarsi ed Angela a sgrillettarsi il clitoride.
Era qualcosa che nemmeno nei suoi pensieri piĂą perversi aveva mai sognato di fare, eppure Antonio, era davvero eccitato. Quella donna ancora una volta era una sorpresa.
Continuarono per un po’, poi Angela fece uscire il fallo dal suo retto.
Fece stendere Antonio sul letto facendogli poggiare la parte bassa della schiena sul cuscino. Si era creata la giusta distanza e pressione della punta opposta del fallo di gomma che poggiava sul letto e l’altra che era dentro Antonio. Angela si mise a cavalcioni su suo cazzo e lo fece sparire nella sua fica. Cominciò a scoparlo selvaggiamente e ad ogni volta che scendeva per accogliere il suo cazzo, Willy premeva nello sfintere di Antonio. Era esausto, Angela incarò la dose danzando su di lui. Quando Antonio le sborrò nella fica, mille pensieri si accavallarono oltre al godimento misto a dolore.
Angela capì il suo sguardo e subito l’assicurò sul fatto che nonostante non avesse un rapporto serio, prendeva la pillola anche per problemi con il ciclo. Forse la domanda che continuava a porsi Antonio, era un’altra. “Sono forse bisessuale?” pensava preoccupato, poi lo disse ad Angela la quale si mise a ridere. “Quanti problemi vi fate voi uomini, hai goduto mi sembra, quindi che problema c’è?” disse Angela.

“Dopotutto non aveva tutti i torti.”

Passò un po’ di tempo e, con grande delusione di Angela, Kadir non venne.
Antonio da una parte si sentì risollevato, non voleva deludere Angela ma, non si sarebbe sentito di avere quella esperienza. Angela lo capì e gli promise che se si fossero incontrati nuovamente, sarebbe stata una sua scelta.
Antonio tornò in stanza sua, ed Angela dopo una doccia si rimise sotto le coperte e si addormentò.
La mattina seguente quando Antonio andò a fare colazione, Angela non c’era. La vide dopo fuori l’albergo che lo aspettava per andare insieme al centro commerciale per l’ultima visita.

Angela gli disse che quella mattina era stata svegliata presto da una visita di Kadir. La sera prima il boss gli aveva chiesto di fare dei straordinari per un gruppo di persone al bar ed aveva smesso alle 2 di notte.
Alle 6:30 aveva sentito bussare alla porta e quando vide Kadir ne fu sorpresa. Non era in vena di farsi una scopata mattutina ma il ragazzo ci aveva messo il pensiero ed era molto dispiaciuto per la sera prima. Si era munito anche di preservativi.
Lo fece entrare e dicendogli che purtroppo non avevano molto tempo, dovevano farsi una sveltina. Senza perdere tempo glielo prese in bocca e non appena si fece duro, gli chiese di mettersi il preservativo e penetrò Angela nella classica posizione alla missionaria. Angela non fu per niente presa ma per fortuna, ancora una volta, non ci mise molto ad arrivare. Peccato sarebbe potuto andare diversamente.
Finito il loro lavoro si recarono in aeroporto e presero il volo per Roma. Quella sera Angela approfittò e si fece ospitare da Antonio. Ovviamente non dormirono tanto, ebbero ben altro da fare.

Il giorno dopo Antonio l’accompagnò all'aeroporto per prendere il volo per Londra.
Quello fu l’inizio di un rapporto molto particolare, Antonio ogni qual volta poteva, cercava di accordarsi con Angela per fare la stessa trasferta. Dopotutto, come si dice, il lavoro, nobilita l’uomo.
 

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