Racconto di fantasia Il mio diciottesimo compleanno

Alessio Lucci

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Premessa: Provo a scrivere un nuovo racconto, riservandomi di decidere se continuarlo o meno

Aspettavo quel momento da almeno cinque anni, ovvero da quando per la prima volta mia madre mi beccò nel bel mezzo di una sega.

Mamma quel giorno era stata più che comprensiva. Non mi aveva sgridato come avrebbero fatto moltissime altre mamme, ma era uscita dalla stanza lasciando che finissi ciò che stavo facendo.
Poi, con grande calma e dolcezza, mi spiegò che ciò che avevo fatto era assolutamente normale e non avrei dovuto sentirmi in colpa o sbagliato. Allo stesso tempo mi invitò a farlo in modo più riservato, magari in bagno e senza sporcare in giro.

In realtà nel corso degli anni mamma mi beccò in sega svariate volte e presto capì che non era più un caso. Mi piaceva farmi vedere col cazzo duro da lei. Anche perché notai che lei a volte non disdegnava di lanciare qualche sguardo. Sicuramente però non si aspettava cosa stava per accadere.

Il giorno del mio diciottesimo compleanno era ormai imminente così un pomeriggio, mentre ero chiuso in camera a preparare l'esame di maturità, mamma mi raggiunse con la scusa di portarmi la merenda.
"Tesoro, allora? Hai deciso il tuo regalo?" mi chiese sedendosi sul mio letto che era proprio di fronte alla scrivania.

La guardai. Mamma era una donna di 45 anni, snella, alta circa 1,65, terza di seno, capelli a caschetto, mora.
Indossava un prendisole corto e abbastanza scollato. Lo sguardo mi cadde sulle sue cosce già abbronzate e i suoi piedini come sempre curatissimi. Immediatamente sentì muoversi qualcosa sotto.

"Mamma, non lo so..." provai a dribblare la domanda. In realtà sapevo benissimo cosa avrei voluto da lei ma non avevo ancora trovato il modo di chiederglielo.
Lei però non aveva alcuna intenzione di mollare, quindi si alzò e avvicinandosi da dietro mi abbracciò stringendomi la nuca sul suo seno: "Dai amore...spara, non ti fare problemi. Per il mio ometto tutto quello che vuole".

Da quella posizione il rischio che notasse la mia erezione era altissimo, visto che dato il gran caldo di quei giorni indossavo solo un paio di pantaloncini. Cercai di coprirmi con le mani come possibile, ma era troppo tardi.

Mamma mollò la presa improvvisamente: "Forse è meglio se ti lascio un po' da solo...ne riparliamo...".
Stava per andarsene, ma a quel punto decisi di farmi coraggi: "Aspetta, mamma..."

Mia madre si fermò tra la scrivania e la porta: "Dimmi tesoro...."
"Hai ragione, mamma, c'è un regalo che vorrei da te per il mio compleanno. Una cosa che sogno da tanto tempo"

Mamma sorrise e si accomodò nuovamente sul mio letto: "Bene, spara dai, così vedo di organizzarmi".
"Vorrei la tua mano...." sussurrai senza guardarla negli occhi.

Mia madre mi guardò dubbiosa: "Non ho capito...in che senso?"

Mi alzai e la raggiunsi sedendomi accanto a lei. L'erezione sotto i pantaloncini era sempre più evidente.
Incrociai il suo sguardo, le presi la mano tra le mie e la posizionai velocemente all'altezza del mio cazzo: "Vorrei che mi aiutassi....".

Dopo qualche secondo mamma tolse la mano e si alzò di scatto. Era nervosa, imbarazzata. Ma non arrabbiata. E neppure troppo stupita.

"Amore, sono tua madre!" disse voltandosi. Lei appoggiata alla scrivania, io seduto sul letto.

"Una sola volta. Solo la mano" provai a insistere.

Mamma mi guardò un'ultima volta: "Ora studia". Mi stampò un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza.
 

shbev

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Premessa: Provo a scrivere un nuovo racconto, riservandomi di decidere se continuarlo o meno

Aspettavo quel momento da almeno cinque anni, ovvero da quando per la prima volta mia madre mi beccò nel bel mezzo di una sega.

Mamma quel giorno era stata più che comprensiva. Non mi aveva sgridato come avrebbero fatto moltissime altre mamme, ma era uscita dalla stanza lasciando che finissi ciò che stavo facendo.
Poi, con grande calma e dolcezza, mi spiegò che ciò che avevo fatto era assolutamente normale e non avrei dovuto sentirmi in colpa o sbagliato. Allo stesso tempo mi invitò a farlo in modo più riservato, magari in bagno e senza sporcare in giro.

In realtà nel corso degli anni mamma mi beccò in sega svariate volte e presto capì che non era più un caso. Mi piaceva farmi vedere col cazzo duro da lei. Anche perché notai che lei a volte non disdegnava di lanciare qualche sguardo. Sicuramente però non si aspettava cosa stava per accadere.

Il giorno del mio diciottesimo compleanno era ormai imminente così un pomeriggio, mentre ero chiuso in camera a preparare l'esame di maturità, mamma mi raggiunse con la scusa di portarmi la merenda.
"Tesoro, allora? Hai deciso il tuo regalo?" mi chiese sedendosi sul mio letto che era proprio di fronte alla scrivania.

La guardai. Mamma era una donna di 45 anni, snella, alta circa 1,65, terza di seno, capelli a caschetto, mora.
Indossava un prendisole corto e abbastanza scollato. Lo sguardo mi cadde sulle sue cosce già abbronzate e i suoi piedini come sempre curatissimi. Immediatamente sentì muoversi qualcosa sotto.

"Mamma, non lo so..." provai a dribblare la domanda. In realtà sapevo benissimo cosa avrei voluto da lei ma non avevo ancora trovato il modo di chiederglielo.
Lei però non aveva alcuna intenzione di mollare, quindi si alzò e avvicinandosi da dietro mi abbracciò stringendomi la nuca sul suo seno: "Dai amore...spara, non ti fare problemi. Per il mio ometto tutto quello che vuole".

Da quella posizione il rischio che notasse la mia erezione era altissimo, visto che dato il gran caldo di quei giorni indossavo solo un paio di pantaloncini. Cercai di coprirmi con le mani come possibile, ma era troppo tardi.

Mamma mollò la presa improvvisamente: "Forse è meglio se ti lascio un po' da solo...ne riparliamo...".
Stava per andarsene, ma a quel punto decisi di farmi coraggi: "Aspetta, mamma..."

Mia madre si fermò tra la scrivania e la porta: "Dimmi tesoro...."
"Hai ragione, mamma, c'è un regalo che vorrei da te per il mio compleanno. Una cosa che sogno da tanto tempo"

Mamma sorrise e si accomodò nuovamente sul mio letto: "Bene, spara dai, così vedo di organizzarmi".
"Vorrei la tua mano...." sussurrai senza guardarla negli occhi.

Mia madre mi guardò dubbiosa: "Non ho capito...in che senso?"

Mi alzai e la raggiunsi sedendomi accanto a lei. L'erezione sotto i pantaloncini era sempre più evidente.
Incrociai il suo sguardo, le presi la mano tra le mie e la posizionai velocemente all'altezza del mio cazzo: "Vorrei che mi aiutassi....".

Dopo qualche secondo mamma tolse la mano e si alzò di scatto. Era nervosa, imbarazzata. Ma non arrabbiata. E neppure troppo stupita.

"Amore, sono tua madre!" disse voltandosi. Lei appoggiata alla scrivania, io seduto sul letto.

"Una sola volta. Solo la mano" provai a insistere.

Mamma mi guardò un'ultima volta: "Ora studia". Mi stampò un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza.
Sai sempre stuzzicare la fantasia e scrivi molto bene. Altra nota di merito l'aver scritto, racconto di fantasia, al contrario di tutti quelli che usano la sezione esperienza reale per racconti palesemente di fantasia, risultando insopportabili. Continua assolutamente
 

dc68

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Aspettavo quel momento da almeno cinque anni, ovvero da quando per la prima volta mia madre mi beccò nel bel mezzo di una sega.

Mamma quel giorno era stata più che comprensiva. Non mi aveva sgridato come avrebbero fatto moltissime altre mamme, ma era uscita dalla stanza lasciando che finissi ciò che stavo facendo.
Poi, con grande calma e dolcezza, mi spiegò che ciò che avevo fatto era assolutamente normale e non avrei dovuto sentirmi in colpa o sbagliato. Allo stesso tempo mi invitò a farlo in modo più riservato, magari in bagno e senza sporcare in giro.

In realtà nel corso degli anni mamma mi beccò in sega svariate volte e presto capì che non era più un caso. Mi piaceva farmi vedere col cazzo duro da lei. Anche perché notai che lei a volte non disdegnava di lanciare qualche sguardo. Sicuramente però non si aspettava cosa stava per accadere.

Il giorno del mio diciottesimo compleanno era ormai imminente così un pomeriggio, mentre ero chiuso in camera a preparare l'esame di maturità, mamma mi raggiunse con la scusa di portarmi la merenda.
"Tesoro, allora? Hai deciso il tuo regalo?" mi chiese sedendosi sul mio letto che era proprio di fronte alla scrivania.

La guardai. Mamma era una donna di 45 anni, snella, alta circa 1,65, terza di seno, capelli a caschetto, mora.
Indossava un prendisole corto e abbastanza scollato. Lo sguardo mi cadde sulle sue cosce già abbronzate e i suoi piedini come sempre curatissimi. Immediatamente sentì muoversi qualcosa sotto.

"Mamma, non lo so..." provai a dribblare la domanda. In realtà sapevo benissimo cosa avrei voluto da lei ma non avevo ancora trovato il modo di chiederglielo.
Lei però non aveva alcuna intenzione di mollare, quindi si alzò e avvicinandosi da dietro mi abbracciò stringendomi la nuca sul suo seno: "Dai amore...spara, non ti fare problemi. Per il mio ometto tutto quello che vuole".

Da quella posizione il rischio che notasse la mia erezione era altissimo, visto che dato il gran caldo di quei giorni indossavo solo un paio di pantaloncini. Cercai di coprirmi con le mani come possibile, ma era troppo tardi.

Mamma mollò la presa improvvisamente: "Forse è meglio se ti lascio un po' da solo...ne riparliamo...".
Stava per andarsene, ma a quel punto decisi di farmi coraggi: "Aspetta, mamma..."

Mia madre si fermò tra la scrivania e la porta: "Dimmi tesoro...."
"Hai ragione, mamma, c'è un regalo che vorrei da te per il mio compleanno. Una cosa che sogno da tanto tempo"

Mamma sorrise e si accomodò nuovamente sul mio letto: "Bene, spara dai, così vedo di organizzarmi".
"Vorrei la tua mano...." sussurrai senza guardarla negli occhi.

Mia madre mi guardò dubbiosa: "Non ho capito...in che senso?"

Mi alzai e la raggiunsi sedendomi accanto a lei. L'erezione sotto i pantaloncini era sempre più evidente.
Incrociai il suo sguardo, le presi la mano tra le mie e la posizionai velocemente all'altezza del mio cazzo: "Vorrei che mi aiutassi....".

Dopo qualche secondo mamma tolse la mano e si alzò di scatto. Era nervosa, imbarazzata. Ma non arrabbiata. E neppure troppo stupita.

"Amore, sono tua madre!" disse voltandosi. Lei appoggiata alla scrivania, io seduto sul letto.

"Una sola volta. Solo la mano" provai a insistere.

Mamma mi guardò un'ultima volta: "Ora studia". Mi stampò un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza.
ben tornato
 
OP
Alessio Lucci

Alessio Lucci

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Aspettavo quel momento da almeno cinque anni, ovvero da quando per la prima volta mia madre mi beccò nel bel mezzo di una sega.

Mamma quel giorno era stata più che comprensiva. Non mi aveva sgridato come avrebbero fatto moltissime altre mamme, ma era uscita dalla stanza lasciando che finissi ciò che stavo facendo.
Poi, con grande calma e dolcezza, mi spiegò che ciò che avevo fatto era assolutamente normale e non avrei dovuto sentirmi in colpa o sbagliato. Allo stesso tempo mi invitò a farlo in modo più riservato, magari in bagno e senza sporcare in giro.

In realtà nel corso degli anni mamma mi beccò in sega svariate volte e presto capì che non era più un caso. Mi piaceva farmi vedere col cazzo duro da lei. Anche perché notai che lei a volte non disdegnava di lanciare qualche sguardo. Sicuramente però non si aspettava cosa stava per accadere.

Il giorno del mio diciottesimo compleanno era ormai imminente così un pomeriggio, mentre ero chiuso in camera a preparare l'esame di maturità, mamma mi raggiunse con la scusa di portarmi la merenda.
"Tesoro, allora? Hai deciso il tuo regalo?" mi chiese sedendosi sul mio letto che era proprio di fronte alla scrivania.

La guardai. Mamma era una donna di 45 anni, snella, alta circa 1,65, terza di seno, capelli a caschetto, mora.
Indossava un prendisole corto e abbastanza scollato. Lo sguardo mi cadde sulle sue cosce già abbronzate e i suoi piedini come sempre curatissimi. Immediatamente sentì muoversi qualcosa sotto.

"Mamma, non lo so..." provai a dribblare la domanda. In realtà sapevo benissimo cosa avrei voluto da lei ma non avevo ancora trovato il modo di chiederglielo.
Lei però non aveva alcuna intenzione di mollare, quindi si alzò e avvicinandosi da dietro mi abbracciò stringendomi la nuca sul suo seno: "Dai amore...spara, non ti fare problemi. Per il mio ometto tutto quello che vuole".

Da quella posizione il rischio che notasse la mia erezione era altissimo, visto che dato il gran caldo di quei giorni indossavo solo un paio di pantaloncini. Cercai di coprirmi con le mani come possibile, ma era troppo tardi.

Mamma mollò la presa improvvisamente: "Forse è meglio se ti lascio un po' da solo...ne riparliamo...".
Stava per andarsene, ma a quel punto decisi di farmi coraggi: "Aspetta, mamma..."

Mia madre si fermò tra la scrivania e la porta: "Dimmi tesoro...."
"Hai ragione, mamma, c'è un regalo che vorrei da te per il mio compleanno. Una cosa che sogno da tanto tempo"

Mamma sorrise e si accomodò nuovamente sul mio letto: "Bene, spara dai, così vedo di organizzarmi".
"Vorrei la tua mano...." sussurrai senza guardarla negli occhi.

Mia madre mi guardò dubbiosa: "Non ho capito...in che senso?"

Mi alzai e la raggiunsi sedendomi accanto a lei. L'erezione sotto i pantaloncini era sempre più evidente.
Incrociai il suo sguardo, le presi la mano tra le mie e la posizionai velocemente all'altezza del mio cazzo: "Vorrei che mi aiutassi....".

Dopo qualche secondo mamma tolse la mano e si alzò di scatto. Era nervosa, imbarazzata. Ma non arrabbiata. E neppure troppo stupita.

"Amore, sono tua madre!" disse voltandosi. Lei appoggiata alla scrivania, io seduto sul letto.

"Una sola volta. Solo la mano" provai a insistere.

Mamma mi guardò un'ultima volta: "Ora studia". Mi stampò un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza.
Nei giorni successivi né io, né mia madre riprendemmo l'argomento. La vita scorreva come sempre: scuola, lavoro, pranzi e cene in famiglia.
Per un attimo pensai che mamma non avesse capito o meglio avesse fatto finta di non capire. Ma ovviamente non era così.

Una sera, rimasti soli in penombra davanti alla tv, finalmente mamma tornò sul discorso: "Non mi sono dimenticata del tuo regalo, tranquillo" mi disse accarezzandomi dolcemente i capelli. Eravamo abbracciati sul divano, la mia testa appoggiata sul suo seno.

La guardai, mamma sorrise: "Ho pensato a lungo se accontentarti o meno. Sono tua madre e ciò che mi chiedi dovresti chiederlo alla tua ragazza....allo stesso tempo so cosa provi, noto i tuoi sguardi. E se per il tuo compleanno questo è l'unico regalo che mi chiedi devi tenerci davvero tanto..."
"Tantissimo" risposi d'istinto quasi senza neanche accorgermene.

"Sappi che sarà solo una volta e non avrai niente di più di ciò che hai chiesto da me...il mio ruolo resta quello della mamma"
"Davvero lo farai?"

Non potevo crederci: mia madre aveva accettato di farmi una sega con le sue mani!

Mia madre sorrise e mi strinse al petto: "Sì tesoro, è un compleanno speciale e ti avevo promesso che ti avrei regalato tutto ciò che mi avresti chiesto. Ma sarà solo una volta e solo quello....decidi tu quando, come, dove....E' il tuo sogno, realizzalo e poi toglitelo dalla testa, ok?"
"Ok mamma, non so cosa dire...grazie".

La chiacchierata intanto aveva provocato ancora una volta un'erezione evidente che mamma sentì premere sul suo lato b.
"Tesoro, ora forse però è meglio se vai in bagno..." mi sussurrò con lo sguardo malizioso.

Corsi in bagno a svuotarmi. Sborrai in un paio di minuti, forse meno. Due, tre, quattro schizzi potenti immaginando che a segarmi fosse la sua mano. Quando tornai in soggiorno mamma mi aspettava seduta sul divano.

"Fatto?", mi chiese ridendo.
"Sì..."

"Chissà a quale amichetta pensavi...."
La guardai: "A te, mamma".
 
OP
Alessio Lucci

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Nei giorni successivi né io, né mia madre riprendemmo l'argomento. La vita scorreva come sempre: scuola, lavoro, pranzi e cene in famiglia.
Per un attimo pensai che mamma non avesse capito o meglio avesse fatto finta di non capire. Ma ovviamente non era così.

Una sera, rimasti soli in penombra davanti alla tv, finalmente mamma tornò sul discorso: "Non mi sono dimenticata del tuo regalo, tranquillo" mi disse accarezzandomi dolcemente i capelli. Eravamo abbracciati sul divano, la mia testa appoggiata sul suo seno.

La guardai, mamma sorrise: "Ho pensato a lungo se accontentarti o meno. Sono tua madre e ciò che mi chiedi dovresti chiederlo alla tua ragazza....allo stesso tempo so cosa provi, noto i tuoi sguardi. E se per il tuo compleanno questo è l'unico regalo che mi chiedi devi tenerci davvero tanto..."
"Tantissimo" risposi d'istinto quasi senza neanche accorgermene.

"Sappi che sarà solo una volta e non avrai niente di più di ciò che hai chiesto da me...il mio ruolo resta quello della mamma"
"Davvero lo farai?"

Non potevo crederci: mia madre aveva accettato di farmi una sega con le sue mani!

Mia madre sorrise e mi strinse al petto: "Sì tesoro, è un compleanno speciale e ti avevo promesso che ti avrei regalato tutto ciò che mi avresti chiesto. Ma sarà solo una volta e solo quello....decidi tu quando, come, dove....E' il tuo sogno, realizzalo e poi toglitelo dalla testa, ok?"
"Ok mamma, non so cosa dire...grazie".

La chiacchierata intanto aveva provocato ancora una volta un'erezione evidente che mamma sentì premere sul suo lato b.
"Tesoro, ora forse però è meglio se vai in bagno..." mi sussurrò con lo sguardo malizioso.

Corsi in bagno a svuotarmi. Sborrai in un paio di minuti, forse meno. Due, tre, quattro schizzi potenti immaginando che a segarmi fosse la sua mano. Quando tornai in soggiorno mamma mi aspettava seduta sul divano.

"Fatto?", mi chiese ridendo.
"Sì..."

"Chissà a quale amichetta pensavi...."
La guardai: "A te, mamma".
Studiai il piano per settimane nei minimi dettagli. Era la mia unica occasione e volevo che tutto fosse perfetto.

In realtà volevo che si svolgesse nel modo più semplice e naturale possibile. Aspettai quindi che una sera avessimo finalmente casa tutta per noi. Quel giorno mio padre avrebbe dormito fuori città per motivi di lavoro.

Prima di cena raggiunsi mia madre, che stava rilassandosi in soggiorno leggendo un buon libro. Appena mi vide spuntare sulla porta sorrise. Forse aveva già capito cosa stavo per chiederle.

"E' oggi..." le annunciai a bassa voce.
"Ok tesoro....cosa vuoi che faccia per te?" mi chiese accondiscendente e dolcissima come sempre.

La presi per mano delicatamente e la guidai nel corridoi finché non arrivammo davanti alla camera matrimoniale. Entrammo.

"Mamma, togliti il vestito" le chiesi senza troppi preamboli.
Mi guardò un attimo, quindi si sfilò il prendisole. Ora era davanti a me in reggiseno e mutandine.

La feci sedere sul letto, lo stesso su cui dormiva ogni notte con mio padre e su cui probabilmente mi avevano concepito 18 anni prima.
La fissai un attimo negli occhi, quindi mi abbassai in un solo colpo pantaloncini e boxer. Il cazzo già duro svettava a pochi centimetri dal viso di mia madre.

"Prendimelo in mano, mamma".

Allungò la destra impugnando il cazzo, bastò questo per sentire una scarica di adrenalina partire dalla punta dei piedi fino alla testa.
I nostri sguardi si incrociarono. "Tranquillo amore, ora ci pensa la mamma.....goditi il tuo regalo".

Mia madre iniziò a segarmi. Muoveva la mano lentamente, roteando ogni tanto il palmo sulla cappella mentre con la sinistra stimolava leggermente i testicoli. Ci sapeva proprio fare.

Non avrei resistito tanto e glielo feci capire: "Mamma....."
"Shhhh...non ti preoccupare, goditi il regalo...quello che si sporca, si lava"

Era troppo. Schizzai tutto il mio piacere addosso a mamma che non fece nulla per evitarlo. Uno schizzo la raggiunse sul mento, gli altri le colarono sul seno. Chiusi gli occhi e quando li riaprì incrociai i suoi. Sorrise.

"Ne avevi proprio tanta cucciolo mio...che bel maschietto sei diventato".

Mamma mollò la presa del mio cazzo, si alzò e si tolse il grosso con alcuni kleenex he teneva nel cassetto del comodino.

L'eccitazione aveva lasciato spazio all'imbarazzo nel vederla ricoperta dal mio sperma: "Scusami mamma, non sono riuscito a controllarmi...."

"Era il tuo regalo...non devi scusarti di niente. Ora però torna nella tua camera, io vado a farmi una doccia e poi preparo la cena".

Stavo per uscire ma prima mi voltai un'ultima volta: "E' stato bellissimo....grazie, mamma".
 

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In realtà volevo che si svolgesse nel modo più semplice e naturale possibile. Aspettai quindi che una sera avessimo finalmente casa tutta per noi. Quel giorno mio padre avrebbe dormito fuori città per motivi di lavoro.

Prima di cena raggiunsi mia madre, che stava rilassandosi in soggiorno leggendo un buon libro. Appena mi vide spuntare sulla porta sorrise. Forse aveva già capito cosa stavo per chiederle.

"E' oggi..." le annunciai a bassa voce.
"Ok tesoro....cosa vuoi che faccia per te?" mi chiese accondiscendente e dolcissima come sempre.

La presi per mano delicatamente e la guidai nel corridoi finché non arrivammo davanti alla camera matrimoniale. Entrammo.

"Mamma, togliti il vestito" le chiesi senza troppi preamboli.
Mi guardò un attimo, quindi si sfilò il prendisole. Ora era davanti a me in reggiseno e mutandine.

La feci sedere sul letto, lo stesso su cui dormiva ogni notte con mio padre e su cui probabilmente mi avevano concepito 18 anni prima.
La fissai un attimo negli occhi, quindi mi abbassai in un solo colpo pantaloncini e boxer. Il cazzo già duro svettava a pochi centimetri dal viso di mia madre.

"Prendimelo in mano, mamma".

Allungò la destra impugnando il cazzo, bastò questo per sentire una scarica di adrenalina partire dalla punta dei piedi fino alla testa.
I nostri sguardi si incrociarono. "Tranquillo amore, ora ci pensa la mamma.....goditi il tuo regalo".

Mia madre iniziò a segarmi. Muoveva la mano lentamente, roteando ogni tanto il palmo sulla cappella mentre con la sinistra stimolava leggermente i testicoli. Ci sapeva proprio fare.

Non avrei resistito tanto e glielo feci capire: "Mamma....."
"Shhhh...non ti preoccupare, goditi il regalo...quello che si sporca, si lava"

Era troppo. Schizzai tutto il mio piacere addosso a mamma che non fece nulla per evitarlo. Uno schizzo la raggiunse sul mento, gli altri le colarono sul seno. Chiusi gli occhi e quando li riaprì incrociai i suoi. Sorrise.

"Ne avevi proprio tanta cucciolo mio...che bel maschietto sei diventato".

Mamma mollò la presa del mio cazzo, si alzò e si tolse il grosso con alcuni kleenex he teneva nel cassetto del comodino.

L'eccitazione aveva lasciato spazio all'imbarazzo nel vederla ricoperta dal mio sperma: "Scusami mamma, non sono riuscito a controllarmi...."

"Era il tuo regalo...non devi scusarti di niente. Ora però torna nella tua camera, io vado a farmi una doccia e poi preparo la cena".

Stavo per uscire ma prima mi voltai un'ultima volta: "E' stato bellissimo....grazie, mamma".
peccato che sia venuto subito e si è giocato la sua possibilità così :D
 

shbev

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Studiai il piano per settimane nei minimi dettagli. Era la mia unica occasione e volevo che tutto fosse perfetto.

In realtà volevo che si svolgesse nel modo più semplice e naturale possibile. Aspettai quindi che una sera avessimo finalmente casa tutta per noi. Quel giorno mio padre avrebbe dormito fuori città per motivi di lavoro.

Prima di cena raggiunsi mia madre, che stava rilassandosi in soggiorno leggendo un buon libro. Appena mi vide spuntare sulla porta sorrise. Forse aveva già capito cosa stavo per chiederle.

"E' oggi..." le annunciai a bassa voce.
"Ok tesoro....cosa vuoi che faccia per te?" mi chiese accondiscendente e dolcissima come sempre.

La presi per mano delicatamente e la guidai nel corridoi finché non arrivammo davanti alla camera matrimoniale. Entrammo.

"Mamma, togliti il vestito" le chiesi senza troppi preamboli.
Mi guardò un attimo, quindi si sfilò il prendisole. Ora era davanti a me in reggiseno e mutandine.

La feci sedere sul letto, lo stesso su cui dormiva ogni notte con mio padre e su cui probabilmente mi avevano concepito 18 anni prima.
La fissai un attimo negli occhi, quindi mi abbassai in un solo colpo pantaloncini e boxer. Il cazzo già duro svettava a pochi centimetri dal viso di mia madre.

"Prendimelo in mano, mamma".

Allungò la destra impugnando il cazzo, bastò questo per sentire una scarica di adrenalina partire dalla punta dei piedi fino alla testa.
I nostri sguardi si incrociarono. "Tranquillo amore, ora ci pensa la mamma.....goditi il tuo regalo".

Mia madre iniziò a segarmi. Muoveva la mano lentamente, roteando ogni tanto il palmo sulla cappella mentre con la sinistra stimolava leggermente i testicoli. Ci sapeva proprio fare.

Non avrei resistito tanto e glielo feci capire: "Mamma....."
"Shhhh...non ti preoccupare, goditi il regalo...quello che si sporca, si lava"

Era troppo. Schizzai tutto il mio piacere addosso a mamma che non fece nulla per evitarlo. Uno schizzo la raggiunse sul mento, gli altri le colarono sul seno. Chiusi gli occhi e quando li riaprì incrociai i suoi. Sorrise.

"Ne avevi proprio tanta cucciolo mio...che bel maschietto sei diventato".

Mamma mollò la presa del mio cazzo, si alzò e si tolse il grosso con alcuni kleenex he teneva nel cassetto del comodino.

L'eccitazione aveva lasciato spazio all'imbarazzo nel vederla ricoperta dal mio sperma: "Scusami mamma, non sono riuscito a controllarmi...."

"Era il tuo regalo...non devi scusarti di niente. Ora però torna nella tua camera, io vado a farmi una doccia e poi preparo la cena".

Stavo per uscire ma prima mi voltai un'ultima volta: "E' stato bellissimo....grazie, mamma".
👏👏👏👏👏👏👏
 

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