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Capitolo 1: Bar Mario
Racconti Erotici
Il muratore sculaccia mia moglie
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<blockquote data-quote="paletto77" data-source="post: 19033385" data-attributes="member: 433483"><p>Ecco il seguito... </p><p></p><p>Dopo quella sera non era più tornata da sola alla casa, aspettava sempre che ci fossi anche io per andare. Conoscendola ero certo che avesse qualche rimorso per avermi tradito. Io non potevo dirle che avevo visto tutto e ci stavo male pensando che lei non fosse tranquilla.</p><p></p><p>Al cantiere ero sempre tranquillo e le chiedevo come procedessero i vari lavori, lei rispondeva a tutte le domande mostrandomi gli avanzamenti dei lavori. Ogni volta che incrociavamo Marco lui la guardava con sguardi strani, lei non faceva trasparire nessuna emozione. Pensai che il ragazzo non fosse capace di nascondere le emozioni come mia moglie.</p><p></p><p>Una sera le dissi che non sarei tornato a casa presto e che al cantiere sarebbe dovuta andare da sola. Sembrava scocciata, ma andò lo stesso. Io tornai a casa e lei non c’era. Torno verso l’ora di cena e come l’altra volta mi si gettò al collo dicendomi che aveva voglia. Io capii subito cosa fosse successo e che Marco non era stato in grado di scoparla, probabilmente per via della presenza di Simone sul posto. Quindi Manuela si era dovuta accontentare di immaginarsi piegata sul tavolino mentre il suo culo veniva percosso dai ceffoni di Marco. Notai che indossava un vestito corto, facile da tirare su e mentre lei era ancora stretta tra le mie braccia glielo tirai un po’ su per vedere l’intimo che aveva indossato per Marco… Sorpresa: Nessun intimo. Pensai “Non volevi far perdere tempo al nostro sculacciatore! Troietta”. La portai di peso in camera per scoparla, lei mi prese in bocca il cazzo ed iniziò a succhiarlo avidamente. Mi godevo il suo pompino quando lei a un certo punto si mise a pecorina sul letto con addosso solo le scarpe con tacco 12.</p><p></p><p>Io mi avvicinai a lei con la mia erezione e lei si girò dicendomi “Sculacciami amore”. Rimasi un attimo interdetto da quella richiesta, poi lei di nuovo “dai sculacciami”. Io allora le presi il culetto tra le mani, alzai la mano destra all’altezza del mio viso e la abbassai velocemente per schiaffeggiare il culo di mia moglie. Lei no fece un fiato. Le diedi un’altra sculacciata e lei mi chiese “amore puoi sculacciarmi anche più forte, mica mi rompi”. Io, colpito nell’orgoglio, scesi più pesantemente con la mano ed il colpo fu abbastanza deciso e sonoro. Lei mi disse “più forte amore” io non volevo farle del male, non riuscivo a colpirla più forte di così senza sapere di farle del male. La colpii di nuovo, ma anche così non bastava, lo voleva più forte. Le infilai le dita nella fica, era umida e pronta a essere usata, ma mi disse “dai amore, impegnati, sculacciami per bene”.</p><p></p><p>Ero perplesso, le tirai un altro sculaccione, più forte, ma temevo davvero di farle male. Lei allora si girò e mi disse “va beh amore, non preoccuparti, facciamo l’amore”. Si sdraiò sul letto e mi accolse tra le sue cosce. La scopai, ma era palese che non l’avevo soddisfatta in pieno. LE era mancata una cosa quella sera, la mia capacità di sculacciarla a modo… ovvero, come faceva Marco.</p><p></p><p>Il giorno dopo non mi chiese nemmeno se ero disponibile per andare in cantiere, io le dissi comunque che sarei tornato dopo cena, ma tornai a casa appena dopo le 17:30, lei non c’era. Presi la macchina e partii per andare a vedere cosa stava succedendo. Arrivai appena in tempo per vedere Simone uscire dal vialetto da solo nella sua macchina “Bene, i due sono da soli adesso”. Accostai come l’altra volta ed aspettai 5 minuti prima di uscire, poi mi mossi lentamente per non farmi notare e mi avvicinai. Avvicinandomi sentivo sempre più forti il rumore di uno schiaffo e un sussulto di mia moglie, dopo pochi secondi di nuovo, schiaffo e gemito. La cadenza era lenta, studiata. Girai intorno alla casa e mi posizionai di nuovo in modo da vedere, ma senza farmi vedere. Eccoli. Lei piegata sul tavolino, completamente nuda. Lui dietro di lei che le teneva con la mano sinistra i polsi di Manuela dietro la schiena e la mano destra bene in alto pronta a sculacciare mia moglie. Eccolo di nuovo. Il colpo era ben assestato e violento, lei però gemeva di piacere ad ogni colpo.</p><p></p><p>Il culo di Manuela era già abbastanza rosso e lui le chiede “Ne hai abbastanza troia?” e lei scuote la testa indicando che non ne ha abbastanza. Lui però si sfila i pantaloni e tira fuori l’uccello già bello ritto e lo pianta nella fica di mia moglie. Lei ulula godendosi il giovane bastone dentro di lei. Lui inizia a muoversi lentamente per poi aumentare l’andatura. Ogni tanto le molla uno o due sculacciate e lei urla di piacere. Lei viene più volte. Lui ci mette un po’ poi lo sento. Marco a un certo punto rallenta e lo sento godere intensamente. Spinge il suo cazzo fino a sbattere le palle sul clitoride di mia moglie. Lei è già venuta più volte, probabilmente adesso lo sente appena, ma le piace la sensazione, le piace farsi riempire.</p><p></p><p>Dopo pochi colpi ecco che lui si blocca, teso dietro Manuela, le natiche si contraggono, il bacino si muove quasi impercettibilmente, eccolo sta svuotando tutta la sua sborra calda dentro l’utero di mia moglie. Lei ride e gli tiene stretto un polso, quasi a dirgli “non muoverti di qui” mentre lui le sta sborrando dentro.</p><p></p><p>Dopo un minuto i gemiti cessano, lui si sfila da dentro la vagina di mia moglie e si ricompone. Lei prende dalla borsetta un paio di salviette e cerca di ripulire lo sperma che intanto ha iniziato a colarle dalla fica.</p><p></p><p>Mentre lei si riveste lui le dà una mano e le dice ad un certo punto “sei bellissima” lei gli sorride, gli dice “grazie” e gli piazza un bacio sulle labbra, leggero, quasi casto. Lei poi finisce di ricomporsi, prende la borsetta e gli dice “Devo andare da mio marito adesso, chiudi tutto prima di andare via. Ciao”. Lui la saluta e lei se ne va. Io corro verso la macchina sperando di fare in tempo per non essere visto.</p><p></p><p>Riesco a tornare a casa in tempo, accendo la tv e mi piazzo sul divano. Lei entrata dopo 5 minuti. Io “Ciao amore, tutto ok al cantiere” e lei “Sì, amore”, si avvicina a me, mi dà un bacio e il cerco di afferrarla, ma lei si divincola “no amore, puzzo da morire, non ho ancora fatto la doccia da stamani” e corre in bagno.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="paletto77, post: 19033385, member: 433483"] Ecco il seguito... Dopo quella sera non era più tornata da sola alla casa, aspettava sempre che ci fossi anche io per andare. Conoscendola ero certo che avesse qualche rimorso per avermi tradito. Io non potevo dirle che avevo visto tutto e ci stavo male pensando che lei non fosse tranquilla. Al cantiere ero sempre tranquillo e le chiedevo come procedessero i vari lavori, lei rispondeva a tutte le domande mostrandomi gli avanzamenti dei lavori. Ogni volta che incrociavamo Marco lui la guardava con sguardi strani, lei non faceva trasparire nessuna emozione. Pensai che il ragazzo non fosse capace di nascondere le emozioni come mia moglie. Una sera le dissi che non sarei tornato a casa presto e che al cantiere sarebbe dovuta andare da sola. Sembrava scocciata, ma andò lo stesso. Io tornai a casa e lei non c’era. Torno verso l’ora di cena e come l’altra volta mi si gettò al collo dicendomi che aveva voglia. Io capii subito cosa fosse successo e che Marco non era stato in grado di scoparla, probabilmente per via della presenza di Simone sul posto. Quindi Manuela si era dovuta accontentare di immaginarsi piegata sul tavolino mentre il suo culo veniva percosso dai ceffoni di Marco. Notai che indossava un vestito corto, facile da tirare su e mentre lei era ancora stretta tra le mie braccia glielo tirai un po’ su per vedere l’intimo che aveva indossato per Marco… Sorpresa: Nessun intimo. Pensai “Non volevi far perdere tempo al nostro sculacciatore! Troietta”. La portai di peso in camera per scoparla, lei mi prese in bocca il cazzo ed iniziò a succhiarlo avidamente. Mi godevo il suo pompino quando lei a un certo punto si mise a pecorina sul letto con addosso solo le scarpe con tacco 12. Io mi avvicinai a lei con la mia erezione e lei si girò dicendomi “Sculacciami amore”. Rimasi un attimo interdetto da quella richiesta, poi lei di nuovo “dai sculacciami”. Io allora le presi il culetto tra le mani, alzai la mano destra all’altezza del mio viso e la abbassai velocemente per schiaffeggiare il culo di mia moglie. Lei no fece un fiato. Le diedi un’altra sculacciata e lei mi chiese “amore puoi sculacciarmi anche più forte, mica mi rompi”. Io, colpito nell’orgoglio, scesi più pesantemente con la mano ed il colpo fu abbastanza deciso e sonoro. Lei mi disse “più forte amore” io non volevo farle del male, non riuscivo a colpirla più forte di così senza sapere di farle del male. La colpii di nuovo, ma anche così non bastava, lo voleva più forte. Le infilai le dita nella fica, era umida e pronta a essere usata, ma mi disse “dai amore, impegnati, sculacciami per bene”. Ero perplesso, le tirai un altro sculaccione, più forte, ma temevo davvero di farle male. Lei allora si girò e mi disse “va beh amore, non preoccuparti, facciamo l’amore”. Si sdraiò sul letto e mi accolse tra le sue cosce. La scopai, ma era palese che non l’avevo soddisfatta in pieno. LE era mancata una cosa quella sera, la mia capacità di sculacciarla a modo… ovvero, come faceva Marco. Il giorno dopo non mi chiese nemmeno se ero disponibile per andare in cantiere, io le dissi comunque che sarei tornato dopo cena, ma tornai a casa appena dopo le 17:30, lei non c’era. Presi la macchina e partii per andare a vedere cosa stava succedendo. Arrivai appena in tempo per vedere Simone uscire dal vialetto da solo nella sua macchina “Bene, i due sono da soli adesso”. Accostai come l’altra volta ed aspettai 5 minuti prima di uscire, poi mi mossi lentamente per non farmi notare e mi avvicinai. Avvicinandomi sentivo sempre più forti il rumore di uno schiaffo e un sussulto di mia moglie, dopo pochi secondi di nuovo, schiaffo e gemito. La cadenza era lenta, studiata. Girai intorno alla casa e mi posizionai di nuovo in modo da vedere, ma senza farmi vedere. Eccoli. Lei piegata sul tavolino, completamente nuda. Lui dietro di lei che le teneva con la mano sinistra i polsi di Manuela dietro la schiena e la mano destra bene in alto pronta a sculacciare mia moglie. Eccolo di nuovo. Il colpo era ben assestato e violento, lei però gemeva di piacere ad ogni colpo. Il culo di Manuela era già abbastanza rosso e lui le chiede “Ne hai abbastanza troia?” e lei scuote la testa indicando che non ne ha abbastanza. Lui però si sfila i pantaloni e tira fuori l’uccello già bello ritto e lo pianta nella fica di mia moglie. Lei ulula godendosi il giovane bastone dentro di lei. Lui inizia a muoversi lentamente per poi aumentare l’andatura. Ogni tanto le molla uno o due sculacciate e lei urla di piacere. Lei viene più volte. Lui ci mette un po’ poi lo sento. Marco a un certo punto rallenta e lo sento godere intensamente. Spinge il suo cazzo fino a sbattere le palle sul clitoride di mia moglie. Lei è già venuta più volte, probabilmente adesso lo sente appena, ma le piace la sensazione, le piace farsi riempire. Dopo pochi colpi ecco che lui si blocca, teso dietro Manuela, le natiche si contraggono, il bacino si muove quasi impercettibilmente, eccolo sta svuotando tutta la sua sborra calda dentro l’utero di mia moglie. Lei ride e gli tiene stretto un polso, quasi a dirgli “non muoverti di qui” mentre lui le sta sborrando dentro. Dopo un minuto i gemiti cessano, lui si sfila da dentro la vagina di mia moglie e si ricompone. Lei prende dalla borsetta un paio di salviette e cerca di ripulire lo sperma che intanto ha iniziato a colarle dalla fica. Mentre lei si riveste lui le dà una mano e le dice ad un certo punto “sei bellissima” lei gli sorride, gli dice “grazie” e gli piazza un bacio sulle labbra, leggero, quasi casto. Lei poi finisce di ricomporsi, prende la borsetta e gli dice “Devo andare da mio marito adesso, chiudi tutto prima di andare via. Ciao”. Lui la saluta e lei se ne va. Io corro verso la macchina sperando di fare in tempo per non essere visto. Riesco a tornare a casa in tempo, accendo la tv e mi piazzo sul divano. Lei entrata dopo 5 minuti. Io “Ciao amore, tutto ok al cantiere” e lei “Sì, amore”, si avvicina a me, mi dà un bacio e il cerco di afferrarla, ma lei si divincola “no amore, puzzo da morire, non ho ancora fatto la doccia da stamani” e corre in bagno. [/QUOTE]
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