Ekaterina
Mentre ci avviammo al posto indicato, stavo pensando che stavo cornificando il mio amico, anzi il mio migliore amico, lui certo aveva delle mire su Michela e nemmeno poche, ma almeno la trombata era concordata, qui cosa c’è di concordato?
Se era scafato forse si aspettava che succedesse qualcosa? O forse era tutto programmato? Fatto sta che mi sono sentito appena fuori posto.
Posteggiai di fianco ad un vecchio rudere era abbastanza distante dalla strada, ma era uno spazio aperto, insomma non era sicuro al 100%.
Detti una sbirciatina fuori dal mio lato guida, per un ultimo controllo, mi girai e… Ekaterina era soltanto in topless, mi guardava come un gatto guarda il paté dello sheba e non mangiava da tre giorni.
Poi ci spostammo nei posti dietro
Ho esitato, mai poi ho trovato il coraggio di dire qualcosa
A: Stiamo facendo una cazzata lo sai vero? E’ il mio migliore amico.
Non proferì parola, ma si girò a pecora, si tolse gli slip, con il buco del culo che puntava la mia faccia
Ecco, vi ricordate che appena 10 secondi fa avete letto la frase “ appena FUORI posto”
Non ci pensate più a quella cazzata, ero proprio nel GIUSTO posto.
Affondai la bocca in quelle labbra gonfie e intanto osservavo il suo buco imperioso che si contraeva
La leccavo con voracità, l’odore era gradevole, ma mai come la passerina della cugina.
Continuai nella leccata
A: Hai un culo da favola Eka, peccato non ho la macchina fotografica sennò era da fotografare e incorniciare.
E: Io vorrei sempre la tua lingua, sempre disponibile per le mie voglie.
E: ma ora voglio gustare quello che hai qui in mezzo
Lo prese in bocca in profondità, e si aspettava forse un trattamento violento come faceva Fabio, ma io la fermai per un istante
A: Eka, stai facendo sesso con me non con Fabio, se mi desideri come hai detto, voglio che tu ti goda il mio cazzo.
Mi baciò nuovamente, poi si posizionò sopra il mio cazzo e iniziò una lenta leccata dalle palle fino sotto la cappella, si muoveva su e giù con lentezza e ogni tanto mi lanciava delle occhiate per vedere se stavo godendo. Naturalmente, per me aveva gli occhi più belli del mondo e non solo godevo, ma ero presissimo
Poi spostò la mano sulla base dell’asta e si assicurò che tutta la cappella fosse bene in vista. La serrò dolcemente con le labbra prendendola per intero nella bocca. Poi si adagiò per bene sopra le mie gambe e mi fissò dritto negli occhi, cominciando a fare dei cerchi tutto intorno alla cappella.
I movimenti della lingua erano lenti e si aiutava molto con le labbra. La vedevo succhiare come se fosse attaccata ad un ciuccio per bambini. Poi i movimenti della lingua si fecero più veloci e sentivo stimolato la punta del pene, finché la lingua era fuori controllo e leccava con spostamenti velocissimi l’intera cappella.
A quel ritmo il cazzo si fece durissimo e lei mi disse:
E: Ora sei pronto per incontrare il paradiso? O vuoi sentire l’inferno?
A: basta che non mi fai stazionare troppo in purgatorio.
Facemmo una risata per stemperare la tensione che si era creata, non volevamo che finisse tutto cosi in fretta, ma si mise velocemente sopra accogliendo il cazzo in quella fichetta ultra bollente. Si sicuramente stavo assaggiando l’inferno infuocato, ed ero nei gironi dei lussuriosi. Mise le sue mani sul petto cercando di prendere tutta l’interezza del cazzo dentro di se, io ancora una volta la baciai appassionatamente.
E: Mi sorprendi sempre piu, non sono abituata a tutto questo trasporto emotivo che hai. Mi fai godere tanto e mi fai stare bene.
Alludeva sicuramente a Fabio, che almeno nel rapporto che vidi non la degnò di uno sguardo e nemmeno di un bacio.
Decisi di gustarmi tutto il suo corpo in quella posizione, mi spostai, allungando le gambe sui sedili posteriori, gli presi le mani nelle mie e lei si appiattì con le sue tette attaccate al mio corpo. In quella posizione limonammo dolcemente per un lungo periodo, mentre lei cadenzava il bacino spostandolo avanti e indietro continuamente. Sentivo le dita tra le mie, stringersi delicatamente tutte le volte che la fava andava in fondo alla sua fica. Poi si rialzò da quella posizione e si girò .Questa volta mi dava le spalle e con la schiena si porto in avanti.
Ero in balia della sua mente. Per la prima volta era lei che dettava il gioco e il ritmo, Lo sguardo ormai fissava quel buco che pulsava sempre più, e allora decisi di usare gran parte dei suoi umori che erano colati sulla mia asta, per stimolare il suo buco pulsante. Giravo intorno, lo stuzzicavo, ma lei era più determinata a farmi vedere come voleva essere toccata.
E: Vai dentro, mettilo tutto dentro.
Ubbidì. Ero sopraffatto dal godimento, poi si girò appena, per incrociare i miei occhi.
E: ora ti porto in paradiso
Da quella posizione prese il cazzo e se lo portò al culo, la aiutai a divaricare le chiappe. La fava entrò con fatica all’inizio e lei fece una piccola smorfia.
E: Hai un cazzo come Fabio, bello lungo ma meno largo, non mi dispiace.
Poi dopo pochi secondi, iniziammo dei movimenti sincronizzati alla perfezione, come se fossimo amanti da anni. Il movimento andò avanti minuti.
E: Avevo ragione, quando prendo Fabio fa parecchio male, invece con te mi sto divertendo di più… e sto godendoooooo!!!
Mi stava illustrando tutte le differenze e tutto quello che sentiva sotto i miei colpi, ma per me era come ascoltare una che cerca di spiegarmi trigonometria mentre è ad un concerto dei Sepoltura.
A: sto venendooo Ekaterina.
E: Puoi venirmi dentro se vuoi.
A: Noo, sul visooo, voglio inondarti quel viso angelicoooo , prendilo tuttooooo.
Lo sperma si fece spazio sopra gli occhi e raggiunse anche parte dei capelli. Poi accontentai di nuovo Ekaterina rimettendo dentro il cazzo nel culo, finendo di sgocciolare quello che era rimasto. Ero esausto ma la russa non aveva finito le pulizia di casa e il mio sperma venne usato come crema di bellezza per il suo viso, mentre riprese in bocca il mio cazzo e lo pulì fino all’ultima goccia che avevo ancora dentro.
E: E’ stato come lo avevo desiderato, mi hai capito al volo senza parlare, abbiamo un intesa perfetta ed era la prima volta.
A: Se non fosse che dobbiamo raggiungere i ragazzi, inizierei di nuovo dove abbiamo finito. Chissà quando mi capiterá di rifarlo cosi.
E: Se ti sbrighi potresti non aspettare così tanto quanto pensi.
Riprendemmo il cammino. Giunti a destinazione il
gruppo si stava preparando per mangiare .
Fabio mi venne incontro.
F: Ma che cosa è successo, ci stavamo preoccupando.
A: Non è stato facile convincere la tua ragazza, lei non ne voleva sapere di venire. Poi ho trovato gli argomenti giusti , ma noi dobbiamo parlare. Ora vai da lei e fai pace.
Io ero lontano da Ekaterina dal tavolo, ma molto spesso ci lanciavamo occhiate complici.
Mangiai con ingordigia, poi crollai in un sonno profondo, avevo lo stomaco pieno e le palle vuote. Fui svegliato dopo una paio d’ore di sonno. I suoni erano confusi, mi alzai per capire meglio, vidi Fabio fare l’amore con Katerina, questa volta sembravano calmi, io non volli disturbare e mi aggregai ai ragazzi.
Si fece sera e rientrammo a casa.
Feci tempo a chiamare Michela un minuto
M: Oggi mi è successa una cosa al campo di atletica domani quanto vengo da te ne parliamo ok?
Chissà che cosa era successo.