PRIMO MAGGIO, DOVE TUTTO EBBE INIZIO
Primo Maggio
Andai a prendere Michela di buon ora, salutai gli zii, e promisi loro che l’avrei riportata prima della mezzanotte, loro obbiettarono un po’, ma gli dissi che il posto era fuori mano e le ragazze del
gruppo avevano anche organizzato una cena in casa e che avevano buttato già i soldi. Ci dissero cmq va bene.
Il punto di ritrovo era direttamente in questo bosco con prati immensi ai lati.
Fummo fortunati, perché aveva piovuto appena un poco la mattina presto e molta gente per paura che piovesse tutto il giorno aveva rinunciato alla scampagnata.
I ragazzi del
gruppo avevano scelto un posto molto bello ma troppo scoperto, io e Fabio invece si optò per un posto molto intimo, con tante vegetazione intorno, un posto strategico per la sera. I ragazzi della comitiva protestarono
F: Ragazzi noi vi raggiungiamo tra poco, ma io dopo ho bisogno di riposare e me ne voglio stare lontano dai rumori.
A: E’ vero ragazzi, mi metto anche io qui, per dopo.
Mettemmo tre asciugamani per terra per prendere posto, ma non servivano, nessuno avrebbe occupato quell’area.
Raggiungemmo i ragazzi, un po’ di presentazioni di Michela al
gruppo e già dopo alcuni minuti un paio di ragazzi vennero da me.
Li chiamavano simpaticamente Cip & Ciop, perché stavano sempre insieme, anche più di me e Fabio
Ma i loro nomi erano Luca e Stefano
L: Oh Antonio, ma la tua cugina è tanta roba, guarda lì che culetto sodo.
S: Ma è vero che ha 18 anni,
L: Raccontaci un po’ di lei
A: Ma nemmeno sotto tortura, io sono venuto qui per divertirmi, mica per subire un interrogatorio stile Gestapo, Lei è lì andate a chiedere voi
Naturalmente ero divertito, perché vedevo la cuginetta al centro delle attenzioni di tutti i maschietti della compagnia e non sapeva come gestire la situazione, ma era finalmente libera di comportarsi come voleva, nessun mamma e papà nelle vicinanze che controllavano.
Andò avanti per un po’ questa situazione, ma fu “salvata” dalle ragazze del
gruppo che la portarono via ai tavoli per preparare.
Poi i soliti giochi , pallavolo, calcio e così via, Si mangiò veramente tardissimo, tanto e si bevve anche una quantità smodata di alcolici e vino. Molti erano provati dopo quel pranzo, fu una pennichella generale, fino a sera.
Io non avevo bevuto molto, perché sono sempre quello che guida e non mi volevo ammazzare da qualche parte contro un muro.
Mi girai per cercare dove si era addormentata Michela e dopo metri mi accorsi che stava dormendo come un sasso in posizione supina e accanto aveva soltanto Stefano. Non aveva bevuto molto, ma sapevo che anche un bicchiere di vino la metteva k.o. Anche mio zio mi disse una volta che lei aveva il sonno pesante.
M: Ho la testa che mi gira.
Fabio da marpione
F: Aspettiamo ancora che sia passata a tutti, anche io sono brillo.
Michela e Fabio erano a mezzo metro di distanza tutti e due sdraiati di pancia in verticale io invece ero in mezzo a loro ma dalle parte dei piedi in orizzontale. Ascoltavo attentamente senza mai entrare nella discussione. Mi misi un giacchetto che mi copriva gran parte del viso perché iniziava a fare freddo e poi volevo fare come l’uomo del primo racconto , far finta di dormire ma poi guardare a mezz’occhi.
F: finalmente ti posso chiedere scusa per il mio comportamento dell’altra volta
M: No dai non ti devi scusare è tutto passato, sono rimasta sorpresa dal trasporto che ci hai messo.
F: E’ che Antonio mi aveva detto che eri bella, e io non pensavo così tanto.
M: Grazie sei gentile.
F: Ti devo chiedere una cosa
M: Dimmi
F: io e Antonio ieri abbiamo comprato una cosa per te, perché non la metti?
Michela cercava il mio sguardo per un aiuto, ma si accorse che dormivo, io invece aguzzai la vista dai bottoni del giacchetto e osservai
M: No scordatelo, ma hai visto quanto è corto quel pantalone, sono praticamente con il culo di fuori. Per non parlare delle mutande che sono più grandi quasi del pantalone.
F: e allora? siamo solo noi tre, anzi due, perché Antonio è nel mondo dei sogni.
M: no, dai io mi vergogno.
F: Ma di me ti vergogni? Non sei mica la prima che vedo in pantaloncini
M: ma io è la prima volta che me li metto.
A quel punto Fabio si avvicinò un attimo e gli prese la mano. Parlava a voce bassa
F: ok vuoto il sacco, te lo dico ora che mi viene il coraggio con l’alcool. (premio oscar per la recitazione, nota personale) Per me te sei bellissima e hai un corpo da favola unito da un visino da lolita, , con quella espressione da eterna insicura e da inesperta farai strage di ragazzi ma soprattutto di uomini maturi. Antonio mi ha detto che sei da infarto con quelli hotpants, , so che non avrai più la possibilità di metterli in pubblico per la restrizione dei tuoi genitori, e io se non li vedrò stasera che siamo soli, me ne pentirò per tutta la vita. E ti chiedo anche una cosa, togli le mutandine e metti solo quelli, non ti capiterà più di provare quell’emozione.
M: No dai le mutande no, mi vergogno troppo.
F: Ma sei in pantaloncini, dai ti prego.
E fece gli occhioni da bambi bastonato.
Il discorso funziono alla grande, la bimba si senti in colpa e camminò in direzione della busta, poi si mise dietro un arbusto e si spogliò.
Quando ritornò, la mia copertura quasi saltò perché era davvero fantastica. Si rimise per terra ma questa volta era di fianco a Fabio e ci si mise anche lui, erano faccia a faccia a meno di mezzo metro.
F: Si ho capito, ma cosi nascondi il sedere, ti puoi girare con la pancia in giù per un pochino?
Lei allora lo accontentò. Appena si girò Fabio ebbe un sussulto, il suo culo era perfetto e il cavallo molto fine dei jeans fecero intravedere la passerina di Michela.
M: Hai visto? Sei contento? Scusa ma sono un po’ in imbarazzo
F: E’ vero, non è giusto, bisogna essere alla pari.
E con un gesto veloce si tolse la maglia e la tuta dei pantaloni e rimase in boxer bianchi.
Fu Michela che questa volta ebbe un sussulto. Fabio avevo un fisico da nuotatore e aveva un pacco notevole.
F: Ora siamo pari mi sembra
M: se prima ero in imbarazzo ora lo sono doppiamente.
F: Ti va di toccarmi?
M: no ma che dici?
F: dai su che ti va lo vedo
M: Ma no guarda, io…
Fabio prese la mano di Michela e la portò sul petto.
M: Sono belli gonfi, sei davvero un bel ragazzo.
Cercò di ritrarsi ma Fabio prese delicatamente la mano di Michela e poi successivamente soltanto un dito della mano e lo guidò per tutti gli slip sopra l’asta. Poi lasciò Michela in completa autonomia.
Michela vide quel cazzo gonfiarsi a dismisura tra i boxer di Fabio, Lo guardava negli occhi ma ancora era indecisa su cosa fare.
Con la mano iniziò a tastare quel rigonfiamento.
F: sei brava e delicata, ma posso metterlo fuori? Inizia a farmi male con i boxer stretti.
Lei annui, e finalmente Fabio tirò fuori quel palo di carne.
Vidi chiaramente Michela mordersi le labbra, era segno che quello che guardava li piaceva
Il vino cmq aiutò molto.
M: Mamma mia come è grosso.
F: be anche Antonio non è messo male.
M: Si vero, pressappoco è lungo uguale ma il tuo e anche grosso in larghezza. Non che sia fine quello di Antonio ,è bello, ma questo è immenso.
Michela ancora una volta prese in mano quel bestione. Lo curava con cura, accarezzava le palle, lo stringeva alla base dell’asta, lo guardava come il cane guarda un osso gigante. Poi iniziò a segarlo piano piano. Fabio chiudeva gli occhi dalla goduria, poi li apriva velocemente per non perdersi lo spettacolo. Allungò la mano verso la testa di Michela e la baciò lungamente, stavano limonando dolcemente.
Mi sopresi che Fabio fosse così calmo, di solito andava come un treno, ma aveva capito che con la dolcezza avrebbe fatto breccia su Michela. Poi spostò finalmente la testa sul quel cazzo maestoso, e Michela aveva difficoltà a contenerlo.
M: Quasi non mi entra in bocca da quanto è largo, ma aumenta ancora è incredibile.
Allora leccò tutto quello che c’era da leccare: palle, asta, cappella, la lingua era instancabile e non aveva metà poi finalmente lo prese in bocca.
La difficolta aumentava e Fabio inizio a spingere sempre di più.
Lo spettacolo che avevo davanti ai miei occhi era devastante, Un visino così giovane e innocente, che inglobava un cazzo di dimensioni incredibili.
F: Afferrami le palle da dietro e cerca di spingerlo tutto in gola
Michela ubbidiva
Lo voleva far sparire, e per un istante ebbe successo perché il buon Fabio spinse la testa della poverina contro quel missile. Usci da quella morsa con parecchia tosse. Era il segnale che la cappella era arrivata in gola.
F: ora riposati un poco
E si spostò dietro di lei ad ammirare quel culo magnifico. Prese la mano di Michi e la porto dietro la schiena a contatto con il suo cazzo.
F: Continua a segarmi ragazza
Poi con la mano spostò il filo del hot pants e ebbe visione della passera, che era visibilmente fradicia.
Ma fu rapito dal quel buco del culo pulsante e intatto.
Provò ad entrate con un dito, ma lei lo fermò
Fabio iniziò a leccarlo e riprovò di nuovo, ma ancora ebbe un rifiuto
M: L’ho promesso ad Antonio, quel buco è suo.
Ebbi un erezione potente, la frase mi inorgoglì tremendamente .
Fabio per un attimo capi che poteva osare, deve aver pensato in fretta che sei il buco era solo per me, l’altro poteva essere suo per stasera.
Allora provo ad osare
Si tuffò con la bocca dentro quel lago e ne fu pervaso
F: Hai una fica bella profumata Michi, ora ci sguazzo
Michela iniziò ad avere il fiato corto, apriva la bocca dal piacere.
Poi Fabio si staccò e iniziò con il dito un lento ditalino, poi ancora un altro e un altro. Tre dita contemporaneamente affondavano in quella cascata di umori.
Michela iniziava a gemere con una buona intensità.
Andò al livello successivo e prese la sua fava e la mise a contatto con la fica di Michela e il filo dei pantaloncini.
Lei ora era presa di brutto, sentiva l’asta a contatto che faceva su e giu.
Fabio pensò di andare al boss del livello.
Sbottonò gli hot pants e arrivò fino ai fianchi, a quel punto Michela si alzò appena per far sfilare i pantaloncini.
Quello era il segno che aveva il via libera
Appoggiò la cappella sulla fica piena si secrezioni e si fece spazio dolcemente. Era un su è giù continuo, e la larghezza dell’asta unita alla cappella possente erano a contatto totale con il clitoride.
Michela sussultò e si irrigidì, poi con il movimento continuo del membro , si sciolse.
E allentò le inibizioni che finora la costringevano al silenzio
M: Ho la fica larghissima, posso sentire tutto il tuo immenso cazzooooo
Ora urlava dal piacere, non si teneva più, mi tolsi il giacchetto, non resistevo all’eccitazione, guardai se ci fosse qualcuno, ma fortunatamente eravamo soli. Ma loro non si accorsero di niente.
Cambiarono posizione, e ora lei era sotto
Lui muoveva il bacino meglio di John Travolta, lei lo guardava negli occhi fisso. Poi si baciarono durissimo. Per un tempo interminabile scoparono in quella posizione
F: Voglio che tu venga sopra
Michela esegui, come una cagnolina
Da quella posizione Fabio dettava i colpi ma anche lei poteva gestire il ritmo e ci andarono giù pesante per almeno 5 minuti.
F:: Te la spacco quella passerina
F: girati e mettiti a pecora, mi dovrai implorare di smettere
Fabio partì con un martellamento continuo e con la coda dell’occhio vide che io ero sveglio, mi fece un cenno come se era tutto ok per me.
Con la mano gli feci il gesto di si
Con la mia benedizione Fabio divenne una furia, aveva un ritmo pazzesco, le palle arrivavano a toccare la fica di Michela, voleva dire che lo aveva preso tutto.
Michela come di consueto cedette di schianto sui gomiti e si appiattì prona, lui non cedette di un millimetro e continuo l’opera di bombardamento. Ora Michela aveva gli occhi socchiusi e non riusciva a parlare.
La riprese nuovamente per la testa e gli mise il cazzo in bocca. Gli scopò la bocca, erano colpi secchi e potenti e vedevo letteralmente la gola riempirsi della cappella. Lo aveva più e più volte preso tutto fino in fondo.
Poi di nuovo a pecora , con la schiena al massimo inarcata, gli prese i capelli e continuò da dove era rimasto.
La fica della cugina era viola, poi finalmente parti il tremolio delle gambe e venne per la prima volta in modo pazzesco, poi quasi svenne dalla stanchezza ,ma Fabio finalmente sborrò in faccia
Li lasciai cosi distesi, e io osservavo quella povera bambina con gli schizzi in faccia e con gli umori che colavano dalle gambe. Dopo una mezzoretta gli svegliai.
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prossimo capitolo, IL RITORNO IN MACCHINA