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<blockquote data-quote="Watchman64" data-source="post: 19424527" data-attributes="member: 437424"><p>Ci furono altri 4 o 5 incontri così. Lei si lasciava baciare appassionatamente, cosa che a me intrigava e faceva schifo allo stesso tempo. Da ragazzo ho sempre avuto un debole per le donne più grandi, ma in questo caso mi sembrava di avere a che fare con una vecchia, seppure ripensandoci oggi, era davvero ancora molto attraente.</p><p>Ma capitemi, io avevo poco più di vent'anni ed ero combattuto: avevo una ragazza bellissima e giovane che m'invidiavano tutti, un po' problematica nel sesso, anche se lavorandoci un po' non mi faceva mancare nulla, se non l'ingoio e il culo.</p><p>E infatti riflettendoci arrivai alla conclusione che quello che m'intrigava della signora era il suo desiderio di me, così... disperato, mentre con la mia ragazza bella e ventenne, dovevo sempre lavorarci un po' per arrivare a pompini e sesso.</p><p>Quindi, ritornando al discorso di cui sopra, la situazione era questa: ogni volta che m'incontravo con la signora ero assai eccitato prima e durante il sesso, anche se per il momento solo orale, ma poi una volta eiaculato subentrava il rifiuto e le mille promesse a me stesso di non incontrarla più.</p><p>Ma durava poco, appena passavano 4 o 5 giorni, la pulsione tornava a crescere, m'intrigava essere l'oggetto dei suoi desideri.</p><p>E allora decisi che volevo togliermi con lei tutti gli sfizi che la situazione permetteva...</p><p>E il punto era proprio quello; lei aveva pochissimo tempo, brevi momenti di fuga dalla sua vita di casalinga, moglie e madre... e me li concedeva tutti, non vedeva l'ora che la stringessi fra le braccia e la baciassi, per poi passare a darmi piacere con la sua bocca.</p><p>Ma io volevo scoparmela e volevo farlo in tutti i modi, sfruttando, con il mio egoismo dei vent'anni la sua "infatuazione" nei miei confronti.</p><p>Il problema era come e dove?</p><p>Lei era libera praticamente solo la mattina, quando il marito era a lavoro e i bimbi a scuola; nella mia mansarda non voleva venire, per timore di essere vista dai vicini e trovare un posto dove poter scopare liberamente, non lontano da casa e in pieno giorno in macchina era un grosso problema. Di prendere una stanza in un albergo nemmeno a parlarne.</p><p>Così decisi di sfruttare il mio tempo esplorando con la mia tristerrima Visa le vicinanze, alla ricerca di un posto in campagna non troppo lontano da raggiungere, dove potermi appartare con la signora, lontano da occhi indiscreti.</p><p>Vorrei porre l'accento su tutte queste paure, ansie e sensi di colpa da parte sua, che inevitabilmente permeavano questa strana relazione di uno stato di tensione continuo; anche durante i brevi trasferimenti in macchina dovevo prestarle i miei occhiali da sole, abbassare il parasole, mentre lei terrorizzata di essere vista si copriva il viso con una mano.</p><p>Dopo qualche giro di perlustrazione, scoprii una strada di campagna poco frequentata, dalla quale partiva un sentiero che arrivava a una piccola radura, dove avrei potuto stendere un plaid e avere un po' d'intimità.</p><p>Decisi di non dirle nulla, altrimenti avrebbe fatto mille paranoie, così quando la caricai nel solito posto, lei mi chiese "dove stiamo andando?".</p><p>Le risposi di non preoccuparsi, anche se la tensione saliva, dato che il viaggio era più lungo del solito.</p><p>Arrivati alla stradina le dissi gentilmente, a altrettanto fermamente di scendere.</p><p>Lei ubbidii, le presi la mano e imboccai il sentiero, praticamente tirandola dietro di me. Arrivati alla radura, circondata di alberi e protetta dall'alto dalle frasche degli stessi, stesi per terra un vecchio copridivano che avevo rubato a casa dei miei l'abbracciai forte sentendo i suoi floridi seni premere sul mio torace.</p><p>Mentre le frugavo quel corpo che mi eccitava tanto, in quel caso indossava un vestitino primaverile a fiori, sempre cingendola fra le mie braccia, che allora erano piuttosto muscolose, la deposi sul nostro giaciglio improvvisato, accarezzandole il viso, per rassicurarla.</p><p>Dopo essere rimasto qualche attimo al suo fianco, baciandola e palpando i seni che liberai sbottonando il vestitino, culo e gambe, mi posi a cavalcioni su di lei, abbassando la zip dei miei jeans e invitandola e prendermelo in bocca, le posi una mano dietro la nuca e le spinsi la testa contro il mio sesso; lei senza dire una parola schiuse le labbra e iniziò a succhiarlo e leccarlo, con quel talento di cui ormai sapete anche voi.</p><p>Ero già molto eccitato, dopo pochi secondi era diventato davvero duro e possente e allora sollevai leggermente il vestitino e tirai giù un paio di slip modello "nonna", quanto di meno eccitante abbia mai visto in vita mia.</p><p>Ma non mi feci frenare, una volta sfilate le mutande, le allargai con gentilezza decisa le gambe e guardando il ciuffo biondastro che spiccava dal suo inguine mi apprestai a penetrarla.</p><p>I suoi occhi verdi brillavano illuminati dal sole primaverile che faceva capolino fra le foglie degli alberi, i suoi capezzoli duri e rosei svettavano da quelle fantastiche enormi tette, che non perdevano la loro possenza nemmeno adesso che era stesa... Lei mi fermò dicendomi: " Lo desidero tanto anche io... ma ho tanta paura, non posso accoglierti se non metti un preservativo."</p><p>Un moto di stizza mi pervase, volevo gustarmi quella bella fichetta a pelle, soprattutto sapendo che non era mai usata, ma ero stato previdente. Indossai velocemente il Settebello e per punizione la infilzai senza ritegno, tutto in una volta.</p><p>La trovai bagnata, ma incredibilmente stretta per aver partorito due volte.</p><p>Lei provò forse un po' di dolore quando glielo infilai senza alcuna attenzione, inarcò la schiena e si irrigidì lasciando andare un gemito a metà fra la sorpresa, il piacere di essere riempita e il dolore.</p><p>Mi fermai, mischiando la dolcezza alla veemenza, le sorrisi tuffandomi in quei meravigliosi occhi verdi e le leccai le labbra con vogliosa passione.</p><p>Poi iniziai a muovermi dentro di lei, era caldissima e stretta, come una foderina per il mio cazzo, gemeva e ansimava sottovoce, come se si vergognasse di provare piacere... io stranamente dopo pochi colpi riempii abbondantemente il preservativo.</p><p>Appena venuto iniziò a sopravvenire quel senso di rifiuto e sbrigativamente mi ricomposi e la invitai a tornare alla macchina, un vero stronzo.</p><p>Ma così mi sentivo, non vedevo l'ora di andare via...</p><p></p><p>Continua se piace...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Watchman64, post: 19424527, member: 437424"] Ci furono altri 4 o 5 incontri così. Lei si lasciava baciare appassionatamente, cosa che a me intrigava e faceva schifo allo stesso tempo. Da ragazzo ho sempre avuto un debole per le donne più grandi, ma in questo caso mi sembrava di avere a che fare con una vecchia, seppure ripensandoci oggi, era davvero ancora molto attraente. Ma capitemi, io avevo poco più di vent'anni ed ero combattuto: avevo una ragazza bellissima e giovane che m'invidiavano tutti, un po' problematica nel sesso, anche se lavorandoci un po' non mi faceva mancare nulla, se non l'ingoio e il culo. E infatti riflettendoci arrivai alla conclusione che quello che m'intrigava della signora era il suo desiderio di me, così... disperato, mentre con la mia ragazza bella e ventenne, dovevo sempre lavorarci un po' per arrivare a pompini e sesso. Quindi, ritornando al discorso di cui sopra, la situazione era questa: ogni volta che m'incontravo con la signora ero assai eccitato prima e durante il sesso, anche se per il momento solo orale, ma poi una volta eiaculato subentrava il rifiuto e le mille promesse a me stesso di non incontrarla più. Ma durava poco, appena passavano 4 o 5 giorni, la pulsione tornava a crescere, m'intrigava essere l'oggetto dei suoi desideri. E allora decisi che volevo togliermi con lei tutti gli sfizi che la situazione permetteva... E il punto era proprio quello; lei aveva pochissimo tempo, brevi momenti di fuga dalla sua vita di casalinga, moglie e madre... e me li concedeva tutti, non vedeva l'ora che la stringessi fra le braccia e la baciassi, per poi passare a darmi piacere con la sua bocca. Ma io volevo scoparmela e volevo farlo in tutti i modi, sfruttando, con il mio egoismo dei vent'anni la sua "infatuazione" nei miei confronti. Il problema era come e dove? Lei era libera praticamente solo la mattina, quando il marito era a lavoro e i bimbi a scuola; nella mia mansarda non voleva venire, per timore di essere vista dai vicini e trovare un posto dove poter scopare liberamente, non lontano da casa e in pieno giorno in macchina era un grosso problema. Di prendere una stanza in un albergo nemmeno a parlarne. Così decisi di sfruttare il mio tempo esplorando con la mia tristerrima Visa le vicinanze, alla ricerca di un posto in campagna non troppo lontano da raggiungere, dove potermi appartare con la signora, lontano da occhi indiscreti. Vorrei porre l'accento su tutte queste paure, ansie e sensi di colpa da parte sua, che inevitabilmente permeavano questa strana relazione di uno stato di tensione continuo; anche durante i brevi trasferimenti in macchina dovevo prestarle i miei occhiali da sole, abbassare il parasole, mentre lei terrorizzata di essere vista si copriva il viso con una mano. Dopo qualche giro di perlustrazione, scoprii una strada di campagna poco frequentata, dalla quale partiva un sentiero che arrivava a una piccola radura, dove avrei potuto stendere un plaid e avere un po' d'intimità. Decisi di non dirle nulla, altrimenti avrebbe fatto mille paranoie, così quando la caricai nel solito posto, lei mi chiese "dove stiamo andando?". Le risposi di non preoccuparsi, anche se la tensione saliva, dato che il viaggio era più lungo del solito. Arrivati alla stradina le dissi gentilmente, a altrettanto fermamente di scendere. Lei ubbidii, le presi la mano e imboccai il sentiero, praticamente tirandola dietro di me. Arrivati alla radura, circondata di alberi e protetta dall'alto dalle frasche degli stessi, stesi per terra un vecchio copridivano che avevo rubato a casa dei miei l'abbracciai forte sentendo i suoi floridi seni premere sul mio torace. Mentre le frugavo quel corpo che mi eccitava tanto, in quel caso indossava un vestitino primaverile a fiori, sempre cingendola fra le mie braccia, che allora erano piuttosto muscolose, la deposi sul nostro giaciglio improvvisato, accarezzandole il viso, per rassicurarla. Dopo essere rimasto qualche attimo al suo fianco, baciandola e palpando i seni che liberai sbottonando il vestitino, culo e gambe, mi posi a cavalcioni su di lei, abbassando la zip dei miei jeans e invitandola e prendermelo in bocca, le posi una mano dietro la nuca e le spinsi la testa contro il mio sesso; lei senza dire una parola schiuse le labbra e iniziò a succhiarlo e leccarlo, con quel talento di cui ormai sapete anche voi. Ero già molto eccitato, dopo pochi secondi era diventato davvero duro e possente e allora sollevai leggermente il vestitino e tirai giù un paio di slip modello "nonna", quanto di meno eccitante abbia mai visto in vita mia. Ma non mi feci frenare, una volta sfilate le mutande, le allargai con gentilezza decisa le gambe e guardando il ciuffo biondastro che spiccava dal suo inguine mi apprestai a penetrarla. I suoi occhi verdi brillavano illuminati dal sole primaverile che faceva capolino fra le foglie degli alberi, i suoi capezzoli duri e rosei svettavano da quelle fantastiche enormi tette, che non perdevano la loro possenza nemmeno adesso che era stesa... Lei mi fermò dicendomi: " Lo desidero tanto anche io... ma ho tanta paura, non posso accoglierti se non metti un preservativo." Un moto di stizza mi pervase, volevo gustarmi quella bella fichetta a pelle, soprattutto sapendo che non era mai usata, ma ero stato previdente. Indossai velocemente il Settebello e per punizione la infilzai senza ritegno, tutto in una volta. La trovai bagnata, ma incredibilmente stretta per aver partorito due volte. Lei provò forse un po' di dolore quando glielo infilai senza alcuna attenzione, inarcò la schiena e si irrigidì lasciando andare un gemito a metà fra la sorpresa, il piacere di essere riempita e il dolore. Mi fermai, mischiando la dolcezza alla veemenza, le sorrisi tuffandomi in quei meravigliosi occhi verdi e le leccai le labbra con vogliosa passione. Poi iniziai a muovermi dentro di lei, era caldissima e stretta, come una foderina per il mio cazzo, gemeva e ansimava sottovoce, come se si vergognasse di provare piacere... io stranamente dopo pochi colpi riempii abbondantemente il preservativo. Appena venuto iniziò a sopravvenire quel senso di rifiuto e sbrigativamente mi ricomposi e la invitai a tornare alla macchina, un vero stronzo. Ma così mi sentivo, non vedevo l'ora di andare via... Continua se piace... [/QUOTE]
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