Esperienza reale La punizione

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feeet

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Chattando con alcuni utenti mi è ritornata in mente una situazione decisamente intrigante che ho vissuto circa un anno fa con mia moglie e ho pensato di raccontarvela. Faccio giusto un paio di premesse prima di iniziare con la storia, che è un'esperienza reale (nonostante alcune parti saranno ovviamente leggermente modificate ai fini della lettura. Sono da sempre un feticista dei piedi: la prima cosa che guardo in una donna sono le sue estremità; non amo i piedi "puliti" nè quelli sporchi di polvere ma adoro quando sono odorosi e sudati. Da qualche anno, vista la mia natura sicuramente più sottomessa che dominante, ho iniziato ad avere fantasie cuckold, leggendo racconti, esperienze e ovviamente guardandomi anche filmini a tema. Mia moglie sa tutto di queste "passioni" ma, se dal lato piedi ha sempre acconsentito a tutte le mie richieste, dal lato corna no, facendo rimanere la cosa viva solo nella mia fantasia.
Fatte queste premesse, posso iniziare con la storia.

Cap.1 - BECCATO!
Era una tiepida mattina di fine aprile. Come sempre sono svegliato prima di mia moglie e, probabilmente complice un sogno un po' spinto, sono parecchio eccitato. Di svegliarla non se ne parla: in quel periodo era parecchio stanca e sicuramente si sarebbe incazzata con me. Mi dirigo quindi verso il salotto e vedendo il portatile sul divano penso bene di dare sfogo ai miei impulsi con una bella sega. Prima di accingermi all'operazione ricontrollo che mia moglie dormisse, dopodichè abbasso la tapparella e mi posiziono sul tavolo. Inizio con le ricerche: leccate di piedi, dominazione femminile... fino a che non viro sul cuckold. Dopo un po' di ricerche trovo un bel video che faceva al caso mio: un cornuto con la gabbietta di castità che lecca i piedi alla fidanzata mentre questa fa un bel pompino al bull di turno. Inizio quindi a toccarmi e, preso dall'eccitazione decido anche di godermi la scena con l'audio usando le cuffiette. Grosso errore! Proprio in quel momento mia moglie si stava alzando per andare a bere un bicchiere d'acqua: passa davanti al salotto e inizia a guardarmi. Passa qualche secondo prima che io me ne accorga: quando l'ho vista ho chiuso d'istinto il laptop e tolto le cuffiette farfugliando qualcosa. Lei mi guarda incazzata e poi mi dice "Ti stai facendo una sega?" io ero abbastanza imbarazzato e goffamente ho cercato di negare. Allora lei si avvicina e mi chiede di aprire il computer, in modo da vedere. Decisamente imbarazzato e abbastanza umiliato faccio come mi chiede. Alla vista del porno la vedo che scuote la testa e poi aggiunge "Cazzo sono dieci giorni che non scopiamo e tu ti fai le seghe? E poi cosa stanno facendo? Lui lecca i piedi a lei mentre lei lo succhia...scommetto che vorresti essere quello là vero?" indicando ovviamente il cornuto del film. "Non potevamo scopare stanotte invece che farti seghe la mattina? Mi ero pure messa stivali e minigonna per uscire!". Io balbetto e le chiedo scusa, dicendole che alla fine ieri eravamo stanchi e che mi dispiaceva. Lei non aggiunge altro e va in bagno a lavarsi. I minuti che passarono per me furono interminabili. Quando uscì aveva un sorrisetto da stronza che conosco fin troppo bene. "Quella gabbietta che avevamo comprato tempo fa, dove l'hai messa?" io, per non farla arrabbiare ulteriormente la vado a prendere dal cassetto e gliela consegno. "Bene, visto che abbiamo speso anche abbastanza soldi per questa cosa e che alla fine l'hai messa sì e no 3 volte, ora voglio che la indossi." Io a queste parole ho un'erezione immediata e annuisco eccitato. "E poi dammi la chiave, ovviamente!" aggiunse. Siccome, come ho detto, ero parecchio eccitato, sono dovuto andare in bagno e "raffreddare" il mio arnese con l'acqua fredda. Il tutto mentre le mie guardava perchè non si fidava di me e secondo lei ero capace di farmi una sega nel mentre. Una volta rinchiuso, seppur con non poche difficoltà, le consegnai la chiave. "Bene, ora andiamo a fare colazione fuori, è il minimo che tu possa fare per farti perdonare". Mi vesto in fretta, cercando di mascherare il più possibile il rigonfiamento in mezzo alle gambe dovuto alla gabbietta. Lei riprende i vestiti usati la sera prima: una minigonna in jeans e un maglioncino. Indossa poi una lunga collana alla fine della quale vedo penzolare la mia chiavetta. Si dirige a piedi scalzi verso la scarpiera e rimane un po' a fissare le varie opzioni "Si, non fa ancora così caldo, credo che gli stivali neri vadano bene" dice indicandoli mentre mi fa l'occhiolino. Io mi avvicino, li prendo e mi inginocchio aprendoli per farglieli indossare (questa è una cosa che facciamo spesso: di solito sono sempre io ad aiutarla a mettere e togliere le scarpe). "Vuoi che ti porti i calzini?" le chiedo, "No, non fa così freddo, scalza andranno benissimo". Inizio a sentire del dolore all'altezza del pene: la gabbietta sta facendo il suo effetto! Sa quanto mi piacciono i piedi sudati e lo fa apposta per provocarmi. Mentre sono inginocchiato lei indossa il primo stivale e, una volta calzato, con la punta mi tira due leggerissimi calcetti sulla gabbietta "Sembra quasi che hai un'erezione per com'è duro!" dice ridacchiando. Io ho sempre più male, sento il mio povero cazzo cercare di farsi largo nelle pareti della cintura di castità, ma ovviamente senza riuscirci. Lei intanto indossa l'altro stivale, prendo poi il giubbino di pelle e si avvia verso la porta d'ingresso "Andiamo in centro, forza che poi dobbiamo parlare".

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feeet

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Capitolo 2 - ORA COMANDA LEI
Ci dirigiamo a piedi verso un bar in centro. Lei sembra essere meno arrabbiata e infatti nel tragitto ci teniamo per mano e comportiamo come sempre; io di tanto in tanto mi metto a fissare i suoi stivali e lei, dopo essersene accorta, ridacchia e mi prende in giro. Arrivati al bar si accomoda in un tavolino e mi manda al bancone a ordinare. Al mio ritorno la vedo giocherellare con la chiave mentre mi sorride "Senti, devo essere sincera con te, il tuo comportamento di prima mi ha dato parecchio fastidio. So delle tue fantasie e, nei limiti del possibile ho sempre cercato di soddisfarle. Pensa solo a tutte le volte che mi sono messa questi benedetti stivali senza calzini! E poi scopro che tu invece di pensare a me ti seghi come un ragazzino di 15 anni!" Io ero parecchio imbarazzato e le faccio cenno di abbassare un po' il tono della voce. "Oh ti vergogni? Beh potevi pensarci prima." In quel momento arriva il cameriere con le ordinazioni, lei smette di parlarmi e riprende a giocare con la chiavetta sorridendo al ragazzo e, mentre ringrazia, accavalla le gambe scoprendo un po' le cosce. Ecco, di nuovo dolore al pene, dannata gabbietta! Per fortuna il dolore dura poco, l'imbarazzo è parecchio, quindi cerco di non pensare troppo alla situazione e le chiedo nuovamente scusa per il mio comportamento. "Non è la prima volta che succede una cosa del genere vero, credi che sia stupida? Dimmi la verità" mi incalza. Io annuisco debolmente, cercando di spiegarle che sono solo fantasie e che alla fine è l'unico modo per sfogarmi visto che non possono essere realizzate. Lei mi sorride e mi prende la mano "Lo sai che ti amo, ma sono un po' stufa. Io vorrei un uomo che mi salti addosso se mi vede in lingerie... tu sei diverso e sai che lo accetto. Alla fine anche a me piace quando mi lecchi i piedi, ma ecco... non posso accettare che tu faccia certe cose al computer invece che con me. Per cui ho preso una decisione." Io ascolto in silenzio, le rispondo che anche io la amo e che cercherò di pensare di più anche alle sue esigenze. Lei sorride scuotendo appena la testa "Diciamo che è un po' tardi ora, hai molto da farti perdonare, per cui ti propongo una cosa: per un mese a partire da oggi tu te ne starai rinchiuso in castità. Non potrai venire e io, ancora una volta verrò incontro alle tue fantasie. Ma questa volta faremo a modo mio. I dettagli li scoprirai pian piano. Ci stai?" Io sono decisamente perplesso: da un lato sembra un sogno che si realizza, dall'altra la paura è tanta. Non so cosa ha in mente, non credo voglia spingersi troppo oltre, però un mese senza venire è davvero lungo... "Lascerò la chiavetta sul tavolino e andrò in bagno. Pensa a cosa vuoi fare, quando tornerò se vorrai dovrai chiedermi tu di custodirla per un mese." Detto questo prende la borsa e si avvia verso la toilette. Io mi rigiro la chiavetta per le mani pensando a cosa fare. Alla fine mi convinco a provare, anche perchè penso che dirle di no la farebbe rimanere male e in fondo mi ci ero messo io in quella situazione. Quando torna a sedersi decido di prendere la situazione di petto e porgendole la chiavetta le dico "Ho deciso, è giusto così. Prendi questa chiavetta e decidi tu per me quando e come liberarmi. Ti amo e ti chiedo scusa." Lei mi osserva seria per qualche istante, riprende la chiave e se la rimette alla collana dopodichè torna a sorridermi e inizia a strusciare il suo piede sul mio interno coscia, sfiorandomi con la punta dello stivale la gabbietta che imprigiona il mio pene. Mi fa un cenno di guardare dentro la borsetta che ha appoggiato sul tavolo. Con il solito dolore al pube sbircio dentro e vedo le sue mutandine. "Mi divertirò un sacco questo mese! E ora vai a pagare che voglio andare a fare un po' di shopping" dice ridacchiando.
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feeet

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Capitolo 3 - UN WEEK END IN GABBIA
Neanche a farlo apposta mia moglie per "shopping" intendeva andare a comprare un paio di scarpe. Se l'è pianificata bene: sapeva quanto quella situazione mi avrebbe intrigato. Come consuetudine le sfilo gli stivali e la aiuto a provare i modelli che le piacciono. Alla fine decide per un paio di zoccoletti neri, con poco tacco che a suo dire andavano bene per l'ufficio per l'imminente stagione estiva. Ovviamente pago il conto senza fiatare e lei mi da un bacio sulla guancia per ringraziarmi. Rientrati a casa, prima di preparare il pranzo mi chiede, o meglio ordina (visto che appena chiusa la porta d'ingresso aveva assunto un tono abbastanza autorevole), di toglierle gli stivali, riporli nella scarpiera e poi dirigermi verso il salotto. Eseguo senza fiatare, anche se devo aver fatto qualche gemito di dolore per colpa della gabbietta nel momento in cui le sfilavo lo stivale dal piede nudo. Una volta in salotto la trovo comodamente sdraiata sul divano a guardare il telefono. Alza appena lo sguardo e indicandomi i piedi mi dice solo "Beh cosa aspetti? Lecca". Non me lo faccio ripetere due volte: infilo il naso in mezzo alle sue piccole dita e inizio a baciare le sue suole ancora umide dal sudore. Piano piano tiro fuori la lingua, prima timide leccate all'altezza del tallone, poi più lunghe, a raggiungere le dita. L'odore è abbastanza forte dato che aveva indossato gli stessi stivali anche la sera prima e, complice il fatto che siamo rientrati tardi, non si era fatta la doccia. La camminata appena fatta aveva fatto si che il suo piedino emanasse un odore piuttosto pungente. Per nulla scoraggiato dalla cosa continuo a lavorare di lingua. Mi accorgo che gli stivali avevano lasciato un po' di colore nero sui talloni, poca cosa, ma mi impegno per bene a ripulire. Passo infine alle dita, li l'odore è più intenso, le succhio con avidità, passo la lingua nel mezzo, assaporando ogni centimetro. Sono in estasi ma...DOLORE intensissimo al pene! Dannata gabbietta, ho l'uccello che sta scoppiando ma è confinato in quelle piccole pareti di plastica. Sento l'anello tirare sotto le palle, brucia un po'. Io continuo a leccare ma lei si accorge delle mie smorfie e la vedo sorridere soddisfatta. Dopo circa una decina di minuti mi dice che può bastare e di andare a preparare il pranzo. Io prima vado un attimo in bagno e faccio scorrere dell'acqua fredda sul cazzo, ho bisogno di calmare i bollenti spiriti! Approfitto per fare anche pipì: cavolo, devo sedermi altrimenti combino un disastro! Sento lei che bussa e entrando fa una risatina "Ora fai pipì come le signorine eh?" Ovviamente scherza e anche io le sorrido. Durante il pranzo è sempre attaccata al telefono al punto che mi sento in dovere di chiederle cosa stesse facendo, un po' seccato dalla cosa. Con un sorrido un po' da oca mi dice "Mi sto scrivendo con Marta, mi sa che stasera usciamo, è da tanto che non ci vediamo". "Ah ok a che ora e dove ci troviamo?" chiedo io "No no, solo noi due, serata tra ragazze oggi!"

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feeet

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Capitolo 4 - SERATA FUORI
Non è la prima volta che mia moglie esce da sola con qualche amica, ma prima non avevo mai passato la serata in solitudine ingabbiato! L'idea in se mi stuzzicava parecchio e lei ovviamente ci ha marciato sopra per tutto il pomeriggio. Per prima cosa mi ha proposto di fare la doccia insieme. Mi ricordo bene l'imbarazzo iniziale quando sono rimasto nudo davanti a lei con solo la cintura di castità addosso. Sotto la doccia lei fa apposta a strusciare il suo culetto proprio sul mio pene ingabbiato, stavo per scoppiare! Di tutta risposta si inginocchia davanti a me e inizia a battere con aria maliziosa le unghie sulle pareti di plastica "Poverino non senti niente vero?" in realtà, benchè non avevo la percezione delle sue dita la situazione mi eccitava tantissimo, quindi sentivo eccome. La gabbietta si faceva via via più stretta e il bruciore alle palle sempre più intenso. Inizia quindi ad accarezzare con l'indice la fessura alla fine della cintura, stuzzicandomi quella piccolissima parte del glande che era scoperta. Nonostante il dolore, il mio povero pene inizia a secernere un po' di liquido preseminale che lei raccoglie col dito e poi porta alle labbra leccandolo. "Beh, da lì sicuramente altro non uscirà giusto?" mi dice tornando a picchettare le unghie sulla gabbietta "Quindi io non ho altro da fare là sotto" nel dirlo si rialza e mi preme leggermente la testa, portandola in mezzo alle sue gambe. Capisco al volo, mi inginocchio e avvicino la lingua alla sua vagina, depilatissima come sempre. Inizio il mio lavoro con la lingua: oltre ai piedi, negli anni ho migliorato parecchio anche questa pratica, visto che so che lei apprezza davvero molto. Assaporo per bene i suoi umori mentre la vedo chiudere gli occhi e iniziare a gemere. I suoi gemiti si fanno sempre più intensi così come i movimenti della mia lingua. Alla fine esplode in un orgasmo trattenendo un piccolo gridolino. Mi fa rialzare e mi bacia sulla bocca.
Durante il pomeriggio continua la sua opera di sfinimento chiedendomi di metterle lo smalto alle unghie dei piedi: "Lo mettiamo rosso, un po' da troia, come dici tu!".
Terminato anche quel compito, con non pochi dolori, è il momento di scegliere l'outfit. Di solito è la parte meno eccitante, ma ovviamente anche in questo caso le proposte sono tre, e tutte e tre decisamente audaci. La prima è un vestito rosso a manica lunga, lungo più o meno fin sopra le ginocchia, da abbinare a un paio di décolletè nere. Il secondo prevede una camicetta bianca, minogonna in pelle nera da abbinare ad un paio di stivaloni neri a punta alti al ginocchio. L'ultimo è un vestito marrone, piuttosto aderente ma abbastanza lungo, abbinato in questo caso a un paio di stivali stile cowgirl. Il mio voto va alla gonna e camicetta, ma alla fine la scelta ricade su quello marrone e gli stivali da cowgirl "Non si sa mai che trovi qualcuno da cavalcare, visto che tu sei fuori uso stasera!" mi dice ridendo. Prima di uscire si fa lucidare gli stivali e indossa nuovamente la collana con la mia chiave. "Mi raccomando fai il bravo stasera e non segarti troppo!" piccola pausa per poi aggiungere dondolando la chiavetta davanti a me "Ah già, non puoi!". Ci salutiamo con un bacio e io inizio la mia serata in solitudine. Sono super eccitato, ma non so proprio come sfogarmi: provo a non pensarci guardando un film ma appena riesco a liberare un po' la mente mi arriva un suo messaggino su whatsapp. Mi scrive che si sta divertendo un sacco e che due ragazzi hanno appena cercato di rimorchiarle. Normalmente la cosa sarebbe bastata per farmi una bella sega immaginando la scena di lei e della sua amica che flirtano con qualcuno, ma ora l'unica cosa che il messaggio mi provoca è l'ennesimo dolore al cazzo. Decido però di abbracciare il dolore e le scrivo di raccontarmi cos'è successo. Mentre aspetto che mi risponda scelgo di farmi ancora più male e mi dirigo verso la scarpiera alla ricerca degli stivali neri indossati la mattina. Una volta recuperati abbasso la zip e infilo il mio pene ingabbiato in uno dei due e cerco di strofinarlo su e giù. L'altro lo porto al naso, assaporandone l'odore di cui erano ancora pregni. Sento sempre più male e percepisco la ricomparsa del liquido seminale che bagna le suole interne degli stivali. Decido di andare avanti ma... un bruciore intensissimo sotto le palle mi fa desistere! Corro in bagno e sono di nuovo con il pene sotto l'acqua fredda del bidet. Ci metto parecchi minuti a placare i bollenti spiriti. Risistemo gli stivali al loro posto con un sospiro e mi metto a letto. Guardo il telefono, lei non ha ancora risposto... inizio a farmi qualche film mentale che nuovamente provo a scacciare accendendo la televisione. Niente altri messaggi e pian piano prendo sonno. Vengo svegliato da mia moglie: è rientrata e vuole che le tolga gli stivali. Sembra un po' alticcia, io ancora mezzo intontito cerco di capire cosa è successo ma lei, una volta tolti i camperos, va in camera, si infila il pigiama e mi liquida con un "Sono troppo stanca, domani ti racconto". Si addormenta in un attimo, io no.

Continua...

ps
Non so se può interessarvi ma questa è una foto degli stivali neri di cui parlo nel racconto. Avrei un sacco di storie anche su di loro e delle innumerevoli volte in cui ci sono venuto dentro. Magari più avanti😉
 

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Shamoan

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Per quanto amante dei piedi possa ritenermi, non credo proprio di essere al tuo livello, il sudore e l'odore forte e pungente mi disturba e non credo che sarei disposto a leccare piedi che hanno camminato una giornata in un paio di stivali in pelle e senza calze 😅
Il racconto è comunque molto interessante soprattutto mi interessa la dinamica del tuo Cuckoldismo e come si evolverà la tua punizione.
 
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feeet

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Capitolo 5 - UNA NOTTE DIFFICILE
Decido di non insistere troppo per avere i dettagli: alla fine posso aspettare fino a domani e svegliarla non aiuterebbe certo la causa. Mi distendo affianco a lei e inizio a prendere sonno. Non so quanto tempo passi ma mi sveglio con un bruciore incredibile all'altezza delle palle. Mi accorgo che sto avendo un'erezione o, per meglio dire, sto cercando di averne una. Il mio pene infatti è completamente rannicchiato sulle pareti della gabbietta che sembra quasi esplodere; evidentemente dormendo devo aver sognato qualcosa, o forse tutte le emozioni della giornata mi hanno giocato un brutto scherzo. Corro quindi in bagno per il solito bidet rinfrescante e dopo alcuni minuti riesco a tornare nel letto con una situazione più stabilizzata in mezzo alle gambe. Nonostante tutto però non riesco a riprendere facilmente sonno, la mia piccola prigione sembra essere meno sopportabile del solito, mi sento costretto, se mi metto a pancia in giù le mie palle vengono schiacciate, quindi opto per dormire sul fianco, ma con un cuscino in mezzo alle gambe che eviti che il mio pene rinchiuso si infili in strane dolorose posizioni. Dopo un po' riesco di nuovo a prendere sonno. Ahimè la situazione si ripropone per altre due volte durante la notte. Alla terza e ultima decido di alzarmi e spostarmi sul divano. Rivedo il computer, ma non ci penso nemmeno questa volta ad aprirlo e mettermi a cercare qualche porno: sarebbe come gettare benzina sul fuoco! Accendo la tv e attendo che anche mia moglie si svegli.
"Cosa fai sul divano?" la sua voce mi sveglia, devo essere tornato ad appisolarmi... Farfuglio qualcosa sulla gabbietta ma lei sembra ancora assonnata e mi chiede solo di preparare il caffè. Mi alzo e la vedo che mi guarda in mezzo alla gambe con aria accigliata: "Ma ti sei pisciato addosso?" Osservo anche io e in effetti ho un macchia proprio li in mezzo, ma non si tratta di quello che pensa lei, bensì di precum. Imbarazzato le spiego delle mie difficoltà nel dormire, lei mi ascolta per poi invitarmi nuovamente a fare il caffè.
Terminata la colazione ci mettiamo un po' sul divano e lei si avvicina a me "Quindi ti ha fatto male tutta la notte eh? Poverino...così impari a comportarti da idiota" e mi da un piccolo schiaffetto sulle palle. Gemo di dolore ma la lascio fare. "Ma ti faceva tanto male?" io le rispondo di sì e siccome la vedo abbastanza gentile le provo a buttare lì l'idea di togliere la gabbietta durante la notte. "Dici? Ma sei sicuro? Dai, proviamo per un po'... poi se ti fa davvero troppo male la togliamo ok?" mentre parla mi massaggia dolcemente le palle con la mano. "è solo la prima sera, vedrai che andrà meglio. Piuttosto sei sicuro di non venire nel sonno? Quella macchia era davvero sospetta sai?" Io ribadisco che è solo precum ma lei sembra volersene accertare: inizia così ad abbassarmi i pantaloni del pigiama e avvicina il viso al mio pene. "Ora vediamo" guardandomi negli occhi tira fuori la lingua e lecca dolcemente le pareti della gabbietta. "Senti qualcosa amore? Niente? Vediamo così allora" la punta della lingua si infila all'estremità della cintura di castità, nell'unico punto scoperto. La infila più a fondo che può, muovendola velocemente. Le palle iniziano a bruciare, il cazzo a stringersi sempre di più confinato nel suo recinto. Torna ad uscire liquido preseminale. Non contenta spalanca la bocca e inizia a "farmi un pompino", o almeno quello che sarebbe un pompino senza quell'infernale arnese addosso. Il dolore è quasi insopportabile, vedo i miei testicoli tirati sempre di più verso l'alto dall'annello che chiude la base del mio pene. Non resisto più e la prego di smettere. Lei fa una finta faccia offesa e si tira indietro, non prima di aver dato un'ultima leccata alla fessurina. "Bene, sembra proprio che sei al sicuro. Visto che tu non vuoi, direi che è il caso che almeno ti occupi di me" Prende la mia testa, alza appena il suo abitino che usa per dormire e mi dice "Dai, mentre ti dai da fare ti racconto di ieri sera, se ti va..."
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feeet

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Capitolo 6 - LA CONFESSIONE
Senza obbiettare mi metto subito all'opera, almeno è terminata la tortura sul mio uccello. Le prime leccate le assaporo per bene, lentamente. Noto fin da subito che lei sembra già piuttosto eccitata, almeno a giudicare da quando è bagnata.
"Dimmi tesoro, hai passato tutta la sera a pensare a cosa posso aver fatto con quei ragazzi che ci hanno provato con me vero? Beh, mi spiace deluderti ma non è successo praticamente nulla. Stavamo bevendo un aperitivo e c'erano questo due ragazzi che continuavano a fissarci. A un certo punto uno dei due mi sorride e ci chiede se le due belle cowgirl volessero bere qualcosa insieme a loro. Prima che tu me lo chieda no, Marta non aveva gli stivali da cowgirl, aveva delle scarpe da ginnastica, ma quei due mica sono dei pervertiti come te che badano a certi dettagli! Comunque Marta era abbastanza imbarazzata, mentre io gli ho sorriso e ho spiegato che stavamo già bevendo, ringraziandolo. Per un po' sembravano aver mollato il colpo, ma poi sono tornati all'attacco quando hanno visto che il nostro drink era terminato. Io mi alzo, lo fisso per un attimo e gli dico che purtroppo ce ne stavamo andando e che magari la prossima volta sarà più fortunato. Mi avvio verso il bancone per pagare sculettando. Da quello che dice Marta il tipo non mi toglieva gli occhi di dosso!"
A sentire questa storia io aumento il ritmo della mia prestazione orale.
"Non deve aver notato la chiave, altrimenti mi avrebbe sicuramente chiesto che cosa apriva... mmm ... a tal proposito penso che dovrò inventarmi una storia credibile sai?"
Sento che ricomincia un po' di bruciore là sotto, mi ero dimenticato che aveva passato tutta la serata con la chiave in bella vista.
"Oh ti stai eccitando di nuovo? Giusto una delle tue fantasie è avere le corna! Ma come potevi anche solo pensare che facessi qualcosa con Marta presente dai! Lo sai che lei è una santarellina, si sarebbe incazzata di sicuro con me. Il prossimo week end invece esco con Cinzia e con lei posso essere un po' più libera..."
Lascia la frase in sospeso, ma io capisco fin troppo quello che intende. Cinzia è una sua amica decisamente disinibita, una che si appuntava pregi e difetti dei suoi "amici di letto". Soprattutto Cinzia è l'unica che sa della mia strana passione per i piedi, venuta fuori durante una serata in cui eravamo tutti un po' alticci e in vena di confidenze. Sapendo tutto questo sento il mio cazzo sempre più stretto nella sua prigione di plastica.
"Sai da quando mi hai confessato quelle fantasie mi sono un po' informata a riguardo, ho letto articolo e anche qualche racconto."
Mi blocco per un attimo e la fisso con aria interrogativa. Lei quasi bruscamente me da uno schiaffetto in testa
"Non ti ho detto di smettere!"
Riprendo il mio lavoro, anche se vorrei chiederle spiegazioni ma queste ultime non tardano ad arrivare:
"Sai che in fondo la cosa stuzzica anche a me? Ho letto una bella storia su un marito che faceva da autista alla moglie mentre questa faceva sesso sui sedili posteriori... lui guardava tutto dallo specchietto"
La sento parlare con voce più fioca, forse si sta avvicinando all'orgasmo. Io sono abbastanza stupito da quello che mi sta dicendo, ma non interrompo il mio lavorare di lingua.
"Alla fine si fermano in un parcheggio e il marito si sega mentre gli altri due scopano"
Terminata la frase sento un gemito di piacere, capisco che è il segnale per aumentare leggermente l'intensità e farla esplodere in un liberatorio orgasmo che non tarda ad arrivare. Tra un gemito e l'altro lei riprende a parlarmi "
Oh, stavo aspettando il momento giusto per dirti queste cose, volevo gustarmi il gioco insieme a te. Ma a quanto pare tu preferisci i porno, quindi ora probabilmente vedrai le tue fantasie realizzarsi ma non potrai nemmeno sfogarti caro mio!"
Io ho il cazzo che mi fa malissimo, ma queste parole mi getto ai suoi piedi e inizio a baciarle le dita chiedendole scusa e supplicandola di liberarmi. Lei rimane in silenzio per un po' a godersi la scena per poi rialzarsi e chiudere ogni discussione con un perentorio
"Non ci penso nemmeno!"
La giornata passa abbastanza tranquilla anche se io ho il chiodo fisso su quanto mi ha confessato la mattina. Le chiedo se ha voglia di andare fino in fondo ma lei rimane sul vago, io insisto e complice l'eccitazione accumulata arrivo a dirle di fare quello che vuole purchè poi mi racconti tutto. Anche in questo caso la sua reazione è un semplice e divertito
"Vedremo come ti comporti"
La sera siamo a cena dalla suocera e, tanto per stuzzicarmi ancora di più, mia moglie porta l'argomento sulle scarpe e sugli stivali, chiedono alla madre di prestarle un paio che si ricordava essere molto belli. Il tutto ovviamente con la collana con la chiavetta indossata al collo e me paonazzo.
Rientrati a casa si fa leccare i piedi mentre si guarda un episodio del suo telefilm preferito (che io odio, ma obbedisco senza fiatare). Al momento di coricarsi mi informa che l'indomani dovrò svegliarmi presto e prepararle il caffè prima che lei vada a lavoro. Acconsento anche a questo, tanto tra me e me penso che riuscirò a dormire ben poco con questa stramaledetta gabbietta addosso.
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Ahia82

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Capitolo 6 - LA CONFESSIONE
Senza obbiettare mi metto subito all'opera, almeno è terminata la tortura sul mio uccello. Le prime leccate le assaporo per bene, lentamente. Noto fin da subito che lei sembra già piuttosto eccitata, almeno a giudicare da quando è bagnata.
"Dimmi tesoro, hai passato tutta la sera a pensare a cosa posso aver fatto con quei ragazzi che ci hanno provato con me vero? Beh, mi spiace deluderti ma non è successo praticamente nulla. Stavamo bevendo un aperitivo e c'erano questo due ragazzi che continuavano a fissarci. A un certo punto uno dei due mi sorride e ci chiede se le due belle cowgirl volessero bere qualcosa insieme a loro. Prima che tu me lo chieda no, Marta non aveva gli stivali da cowgirl, aveva delle scarpe da ginnastica, ma quei due mica sono dei pervertiti come te che badano a certi dettagli! Comunque Marta era abbastanza imbarazzata, mentre io gli ho sorriso e ho spiegato che stavamo già bevendo, ringraziandolo. Per un po' sembravano aver mollato il colpo, ma poi sono tornati all'attacco quando hanno visto che il nostro drink era terminato. Io mi alzo, lo fisso per un attimo e gli dico che purtroppo ce ne stavamo andando e che magari la prossima volta sarà più fortunato. Mi avvio verso il bancone per pagare sculettando. Da quello che dice Marta il tipo non mi toglieva gli occhi di dosso!"
A sentire questa storia io aumento il ritmo della mia prestazione orale.
"Non deve aver notato la chiave, altrimenti mi avrebbe sicuramente chiesto che cosa apriva... mmm ... a tal proposito penso che dovrò inventarmi una storia credibile sai?"
Sento che ricomincia un po' di bruciore là sotto, mi ero dimenticato che aveva passato tutta la serata con la chiave in bella vista.
"Oh ti stai eccitando di nuovo? Giusto una delle tue fantasie è avere le corna! Ma come potevi anche solo pensare che facessi qualcosa con Marta presente dai! Lo sai che lei è una santarellina, si sarebbe incazzata di sicuro con me. Il prossimo week end invece esco con Cinzia e con lei posso essere un po' più libera..."
Lascia la frase in sospeso, ma io capisco fin troppo quello che intende. Cinzia è una sua amica decisamente disinibita, una che si appuntava pregi e difetti dei suoi "amici di letto". Soprattutto Cinzia è l'unica che sa della mia strana passione per i piedi, venuta fuori durante una serata in cui eravamo tutti un po' alticci e in vena di confidenze. Sapendo tutto questo sento il mio cazzo sempre più stretto nella sua prigione di plastica.
"Sai da quando mi hai confessato quelle fantasie mi sono un po' informata a riguardo, ho letto articolo e anche qualche racconto."
Mi blocco per un attimo e la fisso con aria interrogativa. Lei quasi bruscamente me da uno schiaffetto in testa
"Non ti ho detto di smettere!"
Riprendo il mio lavoro, anche se vorrei chiederle spiegazioni ma queste ultime non tardano ad arrivare:
"Sai che in fondo la cosa stuzzica anche a me? Ho letto una bella storia su un marito che faceva da autista alla moglie mentre questa faceva sesso sui sedili posteriori... lui guardava tutto dallo specchietto"
La sento parlare con voce più fioca, forse si sta avvicinando all'orgasmo. Io sono abbastanza stupito da quello che mi sta dicendo, ma non interrompo il mio lavorare di lingua.
"Alla fine si fermano in un parcheggio e il marito si sega mentre gli altri due scopano"
Terminata la frase sento un gemito di piacere, capisco che è il segnale per aumentare leggermente l'intensità e farla esplodere in un liberatorio orgasmo che non tarda ad arrivare. Tra un gemito e l'altro lei riprende a parlarmi "
Oh, stavo aspettando il momento giusto per dirti queste cose, volevo gustarmi il gioco insieme a te. Ma a quanto pare tu preferisci i porno, quindi ora probabilmente vedrai le tue fantasie realizzarsi ma non potrai nemmeno sfogarti caro mio!"
Io ho il cazzo che mi fa malissimo, ma queste parole mi getto ai suoi piedi e inizio a baciarle le dita chiedendole scusa e supplicandola di liberarmi. Lei rimane in silenzio per un po' a godersi la scena per poi rialzarsi e chiudere ogni discussione con un perentorio
"Non ci penso nemmeno!"
La giornata passa abbastanza tranquilla anche se io ho il chiodo fisso su quanto mi ha confessato la mattina. Le chiedo se ha voglia di andare fino in fondo ma lei rimane sul vago, io insisto e complice l'eccitazione accumulata arrivo a dirle di fare quello che vuole purchè poi mi racconti tutto. Anche in questo caso la sua reazione è un semplice e divertito
"Vedremo come ti comporti"
La sera siamo a cena dalla suocera e, tanto per stuzzicarmi ancora di più, mia moglie porta l'argomento sulle scarpe e sugli stivali, chiedono alla madre di prestarle un paio che si ricordava essere molto belli. Il tutto ovviamente con la collana con la chiavetta indossata al collo e me paonazzo.
Rientrati a casa si fa leccare i piedi mentre si guarda un episodio del suo telefilm preferito (che io odio, ma obbedisco senza fiatare). Al momento di coricarsi mi informa che l'indomani dovrò svegliarmi presto e prepararle il caffè prima che lei vada a lavoro. Acconsento anche a questo, tanto tra me e me penso che riuscirò a dormire ben poco con questa stramaledetta gabbietta addosso.
Continua...
Che spettacolo
 

maurizio71

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beh il gioco diventa sempre piu intrigante ed eccitante e lei ha preso coraggio e voglia nel sentirsi posseduta da qualcun altro ...
 
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feeet

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Capitolo 7 - ROUTINE SETTIMANALE
Ovviamente la mia previsione non si rivela errata: per tre volte nella notte mi sveglio con il solito dolore e per tre volte devo andare in bagno a rinfrescarmi. La terza e ultima per fortuna è solo mezz'ora prima della sveglia di mia moglie, così mi accingo a sistemare un po' la cucina e preparo la colazione per entrambi. Aspetto che suoni infine la sveglia e accompagno il suo risveglio con alcuni dolci baci ai suoi piedi.
La mattina, soprattutto se presto, lei non è di molte parole e ovviamente non mi chiede nemmeno come è andata la notte. Riflettendoci un po' giungo alla conclusione che non è proprio il momento di parlarne e chiedere una liberazione dalla gabbietta. Si veste in fretta, senza quasi calcolarmi, con il classico look da lavoro ovvero jeans, maglia e infine gli stivali neri. Anche in questo caso li indossa scalza. Ci salutiamo con un bacio, non facendo il minimo cenno alla castità.
Ho qualche timore ad andare a lavorare rinchiuso, ma devo dire che invece è la situazione che risulta essere più gestibile dato che in ufficio siamo per lo più tutto uomini quindi, a parte un certo imbarazzo quando sento i colleghi fare battute sulle classiche ragazze "disinibite" che girano su ogni gruppo whatsapp non ho tentazioni o situazioni strane.
In pausa pranzo di solito rientriamo a casa entrambi, io cucino mentre il mio amore si rilassa sul divano. Dopo mangiato mi chiede di leccarle un po' i piedi, dato che a suo dire hanno sudato parecchio. Svolgo il mio lavoro con piacere, nonostante il dolore costante che mi provoca l'erezione bloccata. Mentre lo faccio provo a lamentarmi un po' del fastidio notturno, portando avanti la richiesta di essere liberato almeno per dormire. Richiesta nuovamente negata:
"Alla fine ti sei svegliato in tempo per farmi il caffè, non vedo cosa ci sia che non va."
Capisco che non è aria e riprendo la pulizia delle sue estremità fino al momento di salutarci.
Alla sera succede più o meno la stessa, solo che oltre ai piedi vuole che mi adoperi anche per "farla felice".
Per tutta la settimana la nostra routine è questa. Lei cambia abito ovviamente ogni giorno, l'unica costante sono gli stivali neri senza calzini. I suoi piedi hanno quindi sempre bisogno delle mie "cure" e, nonostante queste avvengano almeno due volte al giorno, l'aroma è sempre più pungente. Anche l'orgasmo che le devo alla sera diventa obbligatorio, ma lei non prova nemmeno a sfiorarmi o a provocarmi, si limita a lasciarsi andare mentre io mi do da fare. La cosa che mi fa più strano infatti, è che lei non tira mai fuori l'argomento gabbietta nè per chiedermi come va, nè per stuzzicarmi. Sembra quasi che dia per scontata la mia situazione di marito rinchiuso. Nonostante siano passati solo pochi giorni dall'inizio della mia punizione lei si comporta come se fosse una cosa normale che fa parte della nostra vita di coppia.
Per quanto riguarda me le notti sono sempre il periodo peggiore, ma, anche grazie ad alcuni consigli che leggo su internet inizio a gestire meglio la cosa a volte riuscendo a ridurre a solo due le volte in cui mi sveglio sopraffatto dal bruciore. Di tanto in tanto, infatti, mi concedo qualche sbirciatina a siti o forum a tema cuckold. L'idea di guardare ma non poter "toccare" mi stuzzica, inoltre si rivelano per l'appunto utili per ricevere consigli da chi ha già vissuto sulla sua pelle questa situazione.
Vengo a sapere che alcune fra le colleghe più impiccione di mia moglie, vedendola sempre con la chiave addosso le chiede a cosa serve. Fortunatamente mi ero studiato una risposta da farle dare: in quel periodo pare che andasse di moda per alcune celebrità americane indossare collane e collanine che avevano come ciondolo proprio una chiave. Una scusa perfetta che lei fa subito sua per rispondere a queste richieste. O almeno così mi racconta... Il dubbio che possa raccontare qualcosa, magari non alle colleghe ma a un'amica si fa largo nella mia testa quando, durante il pranzo del venerdì mi avvisa che la sera sarebbe uscita con Cinzia, l'amica di cui parlavo prima. Io ovviamente non sono invitato, nemmeno faccio lo sforzo di chiederlo questa volta. Ma ho la sensazione che durante quell'uscita succederà qualcosa.
Continua...

Ps
La cosa delle celebrità non è un bugia, vi lascio alcune foto di celebrità con chiavetta. Magari stuzzicano voi come stuzzicavano me.
 

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feeet

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Capitolo 8 - SERATA TRA AMICHE
Per la prima volta in tutta la settimana non devo leccarle i piedi durante le pausa pranzo. La passiamo infatti assieme a scegliere il vestito per la serata. La scelta ricade su un bell'abitino rosso che decide di indossare fin da subito: lei e Cinzia infatti si troveranno per un aperitivo subito dopo il lavoro, poi cena e giretto tra i bar del centro, questo è il programma. Con l'abito addosso che cade aderente sulle sue forme toniche, Marta è davvero sexy. Passa un po' di tempo a truccarsi e a pettinarsi i capelli mentre io la osservo con ammirazione. Alle volte mi chiedo come ho fatto a conquistare una donna così bella, sembra davvero troppo per me. In tutto ciò noto che ha ancora addosso gli stivali neri:
"Pensi di uscire con quelli stasera? Non sarebbero meglio un bel paio di decolletè?" le chiedo.
"Per la serata forse sì, ma ricordati che prima devo andare in ufficio. Non mi piace mettere i tacchi lì. E poi dai, vestita così e le decolletè non sarei troppo audace? Non vorrei ti ingelosissi troppo amore!" mi risponde facendomi l'occhiolino.
In effetti è vero, chissà quanti sguardi attirerà la mia bella mogliettina abbigliata in quel modo e per giunta fuori con un'amica! I suoi biondi capelli lunghi incorniciano un bel viso con due occhi glaciali. Il suo seno non troppo pronunciato è avvolto in un reggiseno push-up che spinge sotto il vestito e mette in bella mostra la collana con la chiavetta. Praticamente perfetta!
Mi saluta con un bacio e con un eccitante "Non aspettarmi sveglia!"
Per tutto il pomeriggio a lavoro ho il pensiero fisso su di lei, ci messaggiamo un po' ma noto che lei non risponde mai alle mie provocazioni, non tocca argomenti sexy nè tantomeno fa menzione della mia condizione. La cosa è un po' frustrante dato che a questo punto mi aspettavo foto o allusioni, la sua apparente normalità fa risultare ancora più strana una situazione che di certo normale non è. Mi comunica infine che Cinzia è arrivata e che non saprà quando vedrà i messaggi che le scriverò (da per scontato che io lo faccia, e in effetti non ha tutti i torti).
Rientrato a casa cerco di pensare ad altro, ma non è facile. Sento spesso accenni di erezioni e noto che le mie mutande sono molto bagnate. Non sento però dolore anche se sono praticamente sempre eccitato. Il mio pene si starà forse abituando alla prigionia?
Ovviamente provo a scriverle per chiederle notizie su cosa fa, dove si trova e via dicendo. Non vedo mai nè risposta nè doppia spunta su whatsapp. Che fastidio! Almeno mi raccontasse cosa sta facendo potrei godermela di più! La staranno guardando tutti? Cinzia la spingerà a troieggiare un po'? Già Cinzia, la sua amica più "zoccola", chissà cosa avrà detto a vederla agghindata così, sicuramente qualche battuta su di me l'avrà fatta. Cinzia infatti è una ragazza abbastanza aperta, basti pensare che l'abbiamo conosciuta perchè andava a letto con un nostro amico conosciuto in un bar. Non ha mai voluto legami stabili preferendo divertirsi. Ricordo bene i racconti molto dettagliati che faceva sulle perfomance dei suoi amanti, non tralasciava mai niente, nè pregi nè difetti. Andiamo molto d'accordo tra noi e sicuramente lei vede in Marta un'amica fedele a cui confidare ogni cosa. Che anche Marta la veda così? Le racconterà della mia punizione? Ho mille pensieri in testa, ma solo una certezza: sono eccitato. Preso da un raptus, invece di sfogarmi con una sega al computer come avrei fatto se fossi stato libero, decido di andare alla scarpiera e ammirare scarpe e tacchi del mio amore. Ne possiede molti, tra cui tanti, tantissimi stivali e stivaletti. Accarezzo qualche paio, provo a passare il tacco sopra la mia gabbietta per vedere se sento qualcosa. Non sento niente, ma il tacco inizia a bagnarsi col mio precum. A questo punto la butto sul servilismo più estremo sperando che poi lei apprezzi: inizio a riordinare e lucidare tutte le sue belle scarpe, assaporando anche l'odore di alcune di loro.
A un certo punto sento il telefono che vibra... è lei! Vedo dall'anteprima sullo schermo che c'è un foto, con scritto sotto "Cinzia ti saluta tanto". Oddio avrà fatto una foto dei suoi stivali insieme alle scarpe di Cinzia per provocarmi? Chissà che scarpe ha? Dio che voglia che ho di venirle sui piedi! La realtà supera di gran lunga la mia fantasia. Si tratta di un primo piano delle due amiche: Marta ha un sorrisino beffardo, da gran stronza, mentre Cinzia sembra sul punto di scoppiare a ridere. Ma la cosa che ha provocato la mia erezione immediata (e nuovamente dolorosa) è il fatto che tengano entrambe in mano la mia chiavetta! Marta deve aver raccontato tutto a Cinzia! Ho molto, molto male là sotto adesso. L'eccitazione è alle stelle e un po' mi gira la testa. Cerco di respirare profondamente per riprendermi, ma è difficile. Riguardo la foto, zoommo sulla chiave. Oddio cosa succederà ora? Torneranno a casa e mi domineranno in due? Andranno in giro a conoscere altri uomini visto che ora Cinzia sa che io sono fuori uso? La testa torna a girare e dal nulla mi viene da prendere una della scarpe aperte di mia moglie e portarla al naso per inebriarmi del suo odore. Con l'altra cerco, strusciandola sul mio cazzo, di provocarmi piacere. Mia moglie è fuori con la sua amica single, che sa che sono rinchiuso in castità, mentre io sono a casa a lucidarle e annusarle le scarpe. Il cuore batte forte, non so cosa fare. Lascio perdere le scarpe e le rispondo:
"Ma le hai detto della gabbietta??"
"Dove siete?"
"Tornate a casa?"
"Cosa hai detto a Cinzia?"
E altri messaggi del genere. Inutile dire che non ricevo la benchè minima risposta.
Il resto della serata passa con me in preda a sensazioni strane: un misto di agitazione, gelosia, eccitazione e umiliazione. Finalmente sento la chiave aprire la porta, è tornata! Mi precipito all'ingresso e mi butto in ginocchio, tanto anche se c'è Cinzia non ho niente da perdere! O forse sì? Magari non le ha detto la verità e hanno solo fatto una foto stupida! Cosa sto facendo? Mentre penso a tutte queste cose lei alla fine entra: è da sola, per fortuna. Mi getto ai suoi piedi e le bacio gli stivali dandole così un molto servizievole benvenuto. Lei mi guarda tra il perplesso e lo stupito:
"Ti avevo detto di non aspettarmi sveglio, cosa fai ancora in piedi? è tardissimo..."
"Si scusa" e bacio lo stivale " non riuscivo a dormire" altro bacio "mi sei mancata tantissimo!"
"Oh che carino. Va beh visto che sei sveglio togliamo questi? Li ho addosso da stamattina, non ce la faccio più"
Obbedisco di gran fretta, assaporando aroma che esce dalla calzatura appena sfilata. Lei si fionda sul divano con il vestito rosso ancora addosso, lo alza e mi fa cenno di darmi da fare. Eseguo senza fare domande. Sento la sua figa umida sulle mie labbra, è molto umida, molto più del solito. Lecco con dolcezza e stranamente la sento venire praticamente subito. Anche lei deve essere stata molto eccitata, ma almeno lei può dare sfogo alle sue pulsioni contrariamente a me.
"Dai andiamo a dormire, sono distrutta. Ci mettiamo nel letto e voglio che mi lecchi i piedi finchè non mi addormento, li sento veramente pesanti"
Quando sono ai piedi del letto provo timidamente a chiederle cosa avessero fatto durante la serata. La sua risposta è una risata:
"Cavolo, quasi venti minuti, ho vinto io la scommessa! Cinzia diceva che non ne sarebbero passati nemmeno cinque prima che tu me lo chiedessi! Dai lecca e fammi dormire"
Mi spinge il piede sul volto e chiude gli occhi. L'odore quella sera è proprio forte, d'altra parte è stata tutto il giorno con quegli stivali addosso, senza toglierli nemmeno in pausa pranzo. Sudore e cuoio creano un mix inebriante, ma ricordo bene che ho pensato che quella fragranza fosse "arrogante". Non saprei definirla meglio: l'arroganza di chi non si fa problemi ad andare per la sua strada incurante di chi si trova di sotto. L'arroganza di una moglie che può permettersi di relegare all'astinenza forzata un marito. L'arroganza di una manipolatrice, l'arroganza del potere. Penso a tutto questo mentre le mie lunghe leccate percorrono le sudate suole della mia amata. Mi sento completamente in suo potere. Il cazzo non mi fa male, ma sento bagnato fin sopra ai pantaloni. Lecco le sue estremità per almeno mezz'ora, anche se lei si è addormentata da tempo.

Continua...
 

Shamoan

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Bel racconto veramente, ora, capisco tutto, ma la sofferenza sinceramente è una cosa che non digerisco, specialmente se a soffrire è il mio cazzo.
Credo che probabilmente avrei trovato qualsiasi escamotage possibile per aprire la gabbietta e far prendere aria all'uccellino ormai da troppo tempo in cattività.
 
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feeet

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Bel racconto veramente, ora, capisco tutto, ma la sofferenza sinceramente è una cosa che non digerisco, specialmente se a soffrire è il mio cazzo.
Credo che probabilmente avrei trovato qualsiasi escamotage possibile per aprire la gabbietta e far prendere aria all'uccellino ormai da troppo tempo in cattività.
Ma dai, alla fine è passata solo una settimana! Si può fare di meglio! :D
Scherzi a parte capisco bene che la parte castità è probabilmente la più particolare della mia storia, ma effettivamente è un feticcio che mi piace molto, quindi quella sofferenza di cui parli era sempre stata una mia fantasia. Posso dirti che con il proseguio della storia la parte "dolorosa" diventerà pian piano meno forte, lasciando più spazio all'aspetto psicologico. Nell'ultima capitolo ci sono già alcune premesse...
 

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