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<blockquote data-quote="timassaggio" data-source="post: 19215734" data-attributes="member: 442182"><p>Perdonami.</p><p>Certe storie non le prendo più in considerazione.</p><p>Leggo, godo/non godo/mi schifo, a seconda della situazione, e passo oltre. </p><p>Ma su una cosa non sono d'accordo con quanto affermi. Io credo che, quantunque un racconto sia basato su un fatto vero o sia del tutto inventato, esso può essere comunque godibile ed apprezzabile.</p><p>Faccio un esempio concreto.</p><p>"Tributo a Laura di ks421" contiene due racconti, entrambi per forza di cose inventati. </p><p>Forse l'aver descritto situazioni di fantasia li rende meno godibili?</p><p>Histoire d'O, o Lolita, o Tropico del Cancro, sono romanzi storici, forse? Il fatto di sapere che forse solo il 10% delle cose scritte è reale, ne rende meno godibile la lettura?</p><p>Ovvio, ribadisco il concetto: certe storie hanno meno spessore dei fumetti di Lando o dei fotoromanzi di Gabriel Pontello (alias Supersex, Mr. <em>Ifix tcen tcen), </em>talune non hanno nemmeno senso. Però esistono anche quelle. </p><p>E' come quando incontri una chiattona con le cosce da cinquanta chili l'una, un culo che fa capoluogo di regione, omaso ed abomaso strabordanti, che indossa una microgonna ed un top da cui esce tutto. Pensi "ma quella fa schifo, ma non si vergogna?" però nove su dieci non hai il coraggio di dirglielo ed alla fine liquidi il tutto con un "vabbè, se lei si sente a posto così..." e tiri via.</p><p>Si chiama rispetto? Civile convivenza? Politically correct? Non lo so, non mi piace etichettare. Sono stato educato (come molti della mia generazione) a pensare sempre al mantra "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso", che altro non è che un postulato al teorema del karma.</p><p>Se chiamato ad esprimermi, rispondo "non mi piace, mi fa schifo" ma non mi metto a chiederne la cancellazione o il ban dell'autore (come qualcuno vorrebbe). </p><p>Beh, qualche volta ho pensato di chiedere la cancellazione di alcuni thread e di alcuni messaggi, poi ho optato per l'utilizzo della funzione ignora. Occhio non vede, cuore non duole.</p><p></p><p>Però fammi aggiungere una piccola chiosa.</p><p>Il fatto che se ne parli, anche da posizioni antitetiche, è sintomatico del malessere diffuso che si percepisce.</p><p>E mi preoccupa il fatto che la maggior parte degli autori più <em>promettenti, </em>fossero i loro racconti di fantasia o reali, sono scomparsi. </p><p>E non è che non frequentano più: li vedo comparire spesso, leggono, consultano, poi chiudono e arrivederci.</p><p>E guarda caso, tutti racconti che sono stati criticati o dove i soliti idioti hanno iniziato a chiedere foto ("<em>eh, ma se non mi fai vedere una foto io non ci credo</em>")...</p><p></p><p>Coincidenze?</p><p>[ATTACH=full]20396501[/ATTACH]</p><p></p><p>Ovviamente gioco...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="timassaggio, post: 19215734, member: 442182"] Perdonami. Certe storie non le prendo più in considerazione. Leggo, godo/non godo/mi schifo, a seconda della situazione, e passo oltre. Ma su una cosa non sono d'accordo con quanto affermi. Io credo che, quantunque un racconto sia basato su un fatto vero o sia del tutto inventato, esso può essere comunque godibile ed apprezzabile. Faccio un esempio concreto. "Tributo a Laura di ks421" contiene due racconti, entrambi per forza di cose inventati. Forse l'aver descritto situazioni di fantasia li rende meno godibili? Histoire d'O, o Lolita, o Tropico del Cancro, sono romanzi storici, forse? Il fatto di sapere che forse solo il 10% delle cose scritte è reale, ne rende meno godibile la lettura? Ovvio, ribadisco il concetto: certe storie hanno meno spessore dei fumetti di Lando o dei fotoromanzi di Gabriel Pontello (alias Supersex, Mr. [I]Ifix tcen tcen), [/I]talune non hanno nemmeno senso. Però esistono anche quelle. E' come quando incontri una chiattona con le cosce da cinquanta chili l'una, un culo che fa capoluogo di regione, omaso ed abomaso strabordanti, che indossa una microgonna ed un top da cui esce tutto. Pensi "ma quella fa schifo, ma non si vergogna?" però nove su dieci non hai il coraggio di dirglielo ed alla fine liquidi il tutto con un "vabbè, se lei si sente a posto così..." e tiri via. Si chiama rispetto? Civile convivenza? Politically correct? Non lo so, non mi piace etichettare. Sono stato educato (come molti della mia generazione) a pensare sempre al mantra "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso", che altro non è che un postulato al teorema del karma. Se chiamato ad esprimermi, rispondo "non mi piace, mi fa schifo" ma non mi metto a chiederne la cancellazione o il ban dell'autore (come qualcuno vorrebbe). Beh, qualche volta ho pensato di chiedere la cancellazione di alcuni thread e di alcuni messaggi, poi ho optato per l'utilizzo della funzione ignora. Occhio non vede, cuore non duole. Però fammi aggiungere una piccola chiosa. Il fatto che se ne parli, anche da posizioni antitetiche, è sintomatico del malessere diffuso che si percepisce. E mi preoccupa il fatto che la maggior parte degli autori più [I]promettenti, [/I]fossero i loro racconti di fantasia o reali, sono scomparsi. E non è che non frequentano più: li vedo comparire spesso, leggono, consultano, poi chiudono e arrivederci. E guarda caso, tutti racconti che sono stati criticati o dove i soliti idioti hanno iniziato a chiedere foto ("[I]eh, ma se non mi fai vedere una foto io non ci credo[/I]")... Coincidenze? [ATTACH type="full"]20396501[/ATTACH] Ovviamente gioco... [/QUOTE]
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