Le due sorelle

andromed

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Festeggiare i 18 anni avendo un bimbo in grembo non doveva essere stato facile per Simona, soprattutto perché fu difficile attribuirne la paternità. No, Simona non era di quelle ragazze che la davano a destra e a manca. Lo aveva fatto un paio di volte con Alan, il suo ex, ed una volta con Garrett, un ragazzo inglese conosciuto quell'estate a Londra. Il fatto fu che, poco prima di partire per Londra, lo aveva fatto con Alan, con cui era già in rottura, solo che lui non voleva lasciarla andare.

Garrett lo conobbe un paio di giorni dopo essere arrivata a Londra. Un ragazzo di quelli da far girar la testa, bellissimo, gran fisico, simpatico, sveglio, tutte le ragazze gli sbavavano dietro. Simona, capelli castano chiaro, quasi sul biondino, minuta ma con una gran bel fisico, tonica, una seconda abbondante, bel visino e occhi verdi.

Garrett la notò subito. Nonostante il suo ruolo di tutor verso gli stranieri che arrivavano al college per il campus estivo, non era per nulla un tipo responsabile. Il classico venticinquenne bello che sapeva approfittare del proprio status e del proprio fascino. Simona classica provincialotta affascinata da quel ragazzo, forse anche per chiudere definitivamente con Alan, si trovò a fare sesso con Garret dopo pochissimi giorni.
Lei prendeva la pillola per normalizzare il ciclo e stare tranquilla ma, qualcosa andò storto.

Dopo un paio di settimane ebbe le prime avvisaglie, nausea, seno turgido, giramenti di testa e le mestruazioni in ritardo. Riuscì a procurarsi il test di gravidanza e da lì l’amara scoperta. E fu solo la prima.

Garrett, era alla fine uno sconosciuto e quando lei scoprì la gravidanza, l’ipotetico padre era a Montreal per sei mesi di stage. Era davvero amareggiata, farsi arrivare dentro due volte da due persone diverse ad una settimana di distanza e rimanere incinta nonostante la pillola, il mondo le crollò addosso.

Inoltre non voleva assolutamente che Alan si prendesse quella responsabilità. I genitori furono contrari a lasciarlo all'oscuro, poteva essere il padre ed aveva diritto di saperlo. Simona sapeva che in un modo o in un altro, Alan, si sarebbe preso cura di lei e del bambino ma, non era la persona che amava, non era la persona con cui voleva farsi una famiglia, in realtà era davvero troppo presto per diventare mamma.
Si trovò alla festa dei 18 anni nel suo paese, con gli amici ignari della sua gravidanza, era alla quinta settimana, aveva poco tempo per decidere se abortire o meno e cosa fare con Alan.

Scelse di diventare mamma e di sposare Alan.

Alla fin dei conti fu la scelta più giusta. Per un breve periodo fu tentata di fare causa al medico che le prescrisse la pillola con un dosaggio sbagliato. Fece molte visite, non voleva più incorrere in sorprese. Inizialmente furono aiutati dai genitori, lei si sentiva soffocata, voleva vivere, evadere da quello stato.

Aveva 21 anni quando cominciarono a liberarsi di alcune catene. Con molti sacrifici, si trasferirono a Bologna. Non se la passavano proprio bene economicamente ma in città viveva sua sorella, Claudia.

Sua sorella maggiore aveva avuto la fortuna di sposare un imprenditore, se la passava più che bene, non avevano ancora figli e non lavorava. Aveva tempo libero per badare alla nipotina e lasciare che Simona trovasse un lavoro.
Erano passati solamente due anni, ed Alan era diventato ormai una sorta di fratello maggiore. Simona aveva un rifiuto fisico, non riusciva a fare l’amore, era diventata completamente assente, apatica, e lui, nonostante tutto, cercava di starle vicino.

Trovò lavoro come segretaria d’ufficio, non poteva aspirare ad altro ma andava più che bene. Orari e paga decente, con quello che prendeva Alan, poteva vivere un po’ meglio. Ovviamente proprio quando sembrava che le cose andassero meglio, cominciarono le tensioni tra lei ed Alan.
Come accennato, lei era totalmente assente a letto. Quelle rare volte che lo facevano, Simona si comportava come una professionista, non c’era trasporto e questa cosa cominciò a pesare molto. Simona si convinse quasi di essere diventata frigida. Sembrava non interessarle il sesso, lo subiva passivamente.

Fu così che cominciò ad accettare l’idea di tollerare eventuali tradimenti di Alan. In realtà lei non li avrebbe considerati nemmeno tali. Forse sarebbe dovuta uscire anche lei con qualcuno ma, proprio non se la sentiva.

Subito dopo la nascita del bambino, decisero di fare il test di paternità. Fu sconcertante scoprire che il padre non fosse lui. Ormai Alan era in crisi profonda, non ce la faceva più a rispettarla, si era preso carico di un fardello che non si rivelò nemmeno il suo, per cosa?
Aveva smesso di fare il bravo ragazzo disposto a tutto per la sua Simona e cominciò a fare lo stronzo. Pensò che non si meritava altro, non si era sforzata minimamente di provarci con lui. Sentiva quasi come se lei provasse ribrezzo. A nessuno dei due, conveniva una separazione o un divorzio. Quindi Alan provò un ultima volta a parlarne con lei. Arrivarono alla conclusione che per il bene del bambino, sarebbe stato opportuno continuare a stare insieme e mantenere le apparenze.

Simona riconobbe il fatto che Alan si era fatto in quattro per lei e per il bambino, gli doveva essere riconoscente, senza di lui cosa avrebbe fatto da sola?

“Alan scusami, hai ragione è solo colpa mia. Lo sai che mi piacevi ma le cose sono andate come sono andate, mi dispiace, hai il diritto di rivendicare i miei doveri come moglie, se non ti starà bene, sappi che non avrò niente da ridire se dovessi frequentare qualcun'altra!” disse fermamente Simona

“Simo, non è questo, vedi è che….” rispose insicuro Alan

“Ssssh!” lo interruppe Simona inginocchiandosi ai suoi piedi

“Che fai?” chiese Alan mentre Simona gli slacciava i pantaloni

“Voglio farmi perdonare e non accetto nessun ma…..” rispose Simona che con un gesto fulmineo prese in mano il cazzo di Alan.

Lo massaggiò lentamente, tirò fuori le palle e cominciò a leccarle. Alan nel frattempo si era ammutolito.
Il cazzo prese consistenza, lo scalpellò un paio di volte leccando la cappella, poi lo prese in bocca. Erano mesi che non lo faceva.

“Non è così male” voglio stare tranquilla e farlo rilassare, pensò sommessamente Simona.

“Finalmente….che bello” pensò contemporaneamente Alan, mostrando smorfie di soddisfazione.

Era una settimana che Alan non si segava e quel pompino estemporaneo lo eccitò così tanto che venne nel giro di pochissimi minuti. Simona lo sbalordì fino alla fine, ingoiando tutta la sua sborra e pulendoglielo per bene. Non era mai arrivato nella sua bocca, fu bravissima.

“Forse mi ha detto quelle cose perché sta con qualcun altro……vuole tenermi buono” pensò dubbioso Alan

“Chi se ne frega……..se mi fa questi servizietti spesso e posso essere libero di scopare con qualcun'altra chi sta meglio di me? Di certo non posso pretendere il suo amore” pensò egoisticamente, non profferendo alcuna parola, se non un “Wow Simona, sei stata fantastica!”

“Basta davvero poco per far contento un uomo” pensò Simona

Dopo un paio di sorrisi, si salutarono, Simona doveva andare a prendere il piccolo Davide a casa della sorella. Quando uscì, Alan pensò molto a quella svolta. Era pronto per mandarla a quel paese ed invece. Pensò anche che quella situazione alla fine non sarebbe durata, quindi perché non approfittarne?

Simona era in macchina, vide delle gomme nel cassettino e si ricordò che non aveva nemmeno sciacquato la bocca dopo il pompino ad Alan. Schioccò le labbra quasi a volerne sentire il sapore. Era diventata così apatica da non sentire nemmeno il sapore di tutta quella sborra che aveva mandato giù? Non le aveva dato fastidio. Prese le gomme, se ne infilò un paio in bocca e partì, quasi compiaciuta.
Quando fece ritorno con il piccolo Davide, Alan ci giocò per un bel po’ nel dopo cena. Aveva giocato tanto con la zia, voleva dormire, così lo portarono nel lettino, dove crollò nel giro di pochi minuti.

Simona era intenta a mettere a posto la cucina. Era di spalle, Alan gli si avvicinò da dietro, strusciando il cazzo duro sul suo culo ed infilò una mano sotto la maglietta. Simona continuò imperterrita a pulire il lavello.
“Quali sono allora i doveri di una moglie secondo te?” chiese malizioso Alan
Simona senza profferire parola con la mano sinistra ancora con il guanto di plastica giallo per i piatti, cominciò a toccargli il cazzo da dietro, poi girandosi infilò la sua lingua nella bocca.

“Servirti” rispose sommessamente Simona

A quelle parole Alan non ci vide più, la fece inginocchiare prendendole la testa e, cacciando il cazzo già duro glielo infilò in bocca fino in gola. Simona per un attimo fece cenno di volersi togliere i guanti ma Alan le chiese di lasciarli, lo eccitavano. Alan prese a spingere la testa della moglie contro il suo cazzo, più spingeva più Simona sembrava sentirsi appagata. Era una strana sensazione, non l’aveva mai presa così con forza, era sempre stato estremamente dolce e rispettoso, era davvero imbestialito. Le spinse la schiena per farla mettere a carponi, abbassò leggermente la tuta e gli slip. La fica di Simona aveva un pelo setoloso castano, era da un po’ che non si depilava.

In un attimo Alan gli infilò il cazzo nella fica. Era stranamente bagnata, le poche volte che lo avevano fatto nell'ultimo periodo, erano stati costretti ad usare lubrificanti. Simona provò per la prima volta qualcosa, si stava eccitando, essere presa così la faceva sentire viva.

“Si Alan finalmente lo hai capito, sono la tua puttana, usami usami!” disse Simona per esortarlo a continuare brutalmente.

Alan non se lo fece ripetere due volte, quella era l’occasione per scaricare tutte le sue frustrazioni, cominciò ad insinuarsi in lui i pensieri più perversi. Cominciò a sculacciarla forte e prendendola per i capelli la scopò sempre più forte. Simona era in balia di un Alan del tutto diverso da quello che aveva conosciuto, per la prima volta si sentiva davvero eccitata, altro che frigida, pensò, aveva bisogno di sensazioni forti, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quelle nuove emozioni.

“Hai ragione sei proprio una troia” rispose Alan arrapato, spingendo il suo cazzo prepotentemente dentro la fica della sua brava mogliettina.

“Continua ti prego continua mi stai facendo godere….ah si…” furono le ultime parole di Simona prima che un orgasmo del tutto inaspettato e fuori programma la fecero quasi svenire. Non aveva mai goduto così.

Esausta ma felice per quell'orgasmo si rimise di nuovo a pecorina offrendo ad Alan il suo culo ancora vergine.

“Voglio che mi inculi, ho fatto la cattiva me lo merito” disse Simona non credendo a quello che stava dicendo.

Alan aveva il cazzo naturalmente lubrificato dagli umori di Simona, sputò su quel buco e puntando la cappella sull'apertura del suo culo, cominciò a premere e farlo scivolare dentro. Simona sembrò non accusare il colpo o non lo diede a vedere, così Alan continuò nell'inesorabile la discesa del suo cazzo in quell'oscurità sconosciuta. Poi cominciò a muoversi, facendo dei movimenti piccoli ma veloci, lasciando il suo cazzo di scarsi 16 cm nel culo della moglie, venne nel giro di un paio di minuti.

Quando uscì, vide scorrere la sborra dal culo di Simona, mai avrebbe immaginato di assistere a tale scena.

“Simona mi rimangio tutto quello che ho detto, sei la moglie ideale” disse Alan.

Simona pensò di essere dello stesso avviso. Non era mai riuscita a fare l’amore con lui, non piaceva sentirsi amata da lui, voleva solo sentirsi viva, essere trattata come un oggetto, quello si che la faceva stare bene.

Nei giorni successivi Alan si fece passare molti sfizi che non avrebbe mai osato chiederle in un contesto normale ma quello non lo era. Le chiese di farsi rasare la fica da lui e di farsi sborrare sui piedi, fra le tante cose. Simona obbediva senza problemi. Alan si era anche calmato, cominciò a regalarle vestitini molto succinti, sandali con tacco 12, massaggi relax, tutto ad un tratto, Simona, si sentì amata.

Il loro rapporto era tutto basato sul sesso selvaggio e la coppia sembrò consolidarsi ancor di più quando cominciò a farla esibire per strada a qualche passante. Non andavano oltre la toccatina di qualche fortunato ragazzo preso di mira in giro per la città. In una occasione acconsentirono ad andare a casa di un ragazzo, insieme ad altri amici, che si segavano guardando Alan e Simona fare quello che i ragazzi le chiedevano. All'ultimo ragazzo che non era ancora arrivato, Simona lo aiutò a segarsi e farlo venire.

Alan guardò Simona con il cazzo in mano di un ragazzo che avrà avuto si e no 17 anni, lei ne aveva quasi 24.

Si lasciò sborrare sulle tette e quando lo svuotò per bene, andò in bagno per lavarsi. Tornarono a casa e ripensando a quella sensazione scoparono nuovamente.
Per Simona il sesso divenne sempre più protagonista della sua libertà e della sua vita. Non si limitò a servire solo il marito, non passò molto tempo che cominciò a divertirsi senza ritegno anche con perfetti sconosciuti.

Più la usavano, più godeva, più si sentiva meglio. Quando compì 27 anni ormai aveva preso tanti di quei cazzi che ne aveva perso il conto. Alan da canto suo, in un paio di occasioni di scambio di coppia, aveva scopato con altre donne, quindi potevano ormai ritenersi una coppia aperta al 100%.
Davide era diventato troppo grande e cominciava a fare domande, alcune le fece alla zia che imbarazzata non sapeva cosa rispondere. Claudia chiamò la sorella, pregandola di passare da casa sua.

Simona dall'ufficio andò a casa della sorella, si misero sedute in cucina, Claudia poggiò la tazzina del caffè vuoto e cominciò a parlare.

“Senti, ti vedo felice con Alan e quello che fate sono cose vostre ma, Davide comincia a fare domande imbarazzanti………..mi ha chiesto cosa facevano la mamma ed il papà chiusi nella stanza con altre persone” prese un attimo di pausa, poi riprese “Simona non voglio sapere ma, certe cose non potreste farle da un’altra parte?” concluse Claudia.

“Beh la prossima volta te lo porto, ok?” rispose seccamente Simona

“Ok un cazzo, il fatto che non siamo riusciti ad avere figli non significa che debba crescere il tuo” disse Claudia profondamente alterata.

“Mi dispiace scusa, ho frainteso il tuo consiglio” rispose Simona abbassando la testa
“Scusami, avevo pensato che vista la tua situazione ti avrebbe fatto piacere, non conosco nei particolari che problemi avete ad avere figli, non me ne hai mai parlato, ma deve essere dura…….” riprese Simona

Il marito di Claudia aveva avuto molti problemi sin da subito ma lei cercò di nasconderli, soprattutto a se stessa.

“Dall'erezione alla eiaculazione precoce fino allo sperma non buono, insomma una catastrofe, non c’è nulla che funziona, se non un cospicuo conto in banca” rivelò brutalmente la sorella.

“Te lo dico ora perché non volevo tradire il suo orgoglio maschile ma, visto che me ne fa una colpa, a me, capisci? Dice che se avessi voluto fare un figlio sin dall'inizio e non dopo un paio d’anni di matrimonio, ce l’avremmo fatta, ti rendi conto?” disse Claudia

Continuò smerdando il marito che sin da subito, aveva mostrato problemi a letto, ma che lei aveva sposato comunque perché oltre ad essere più che benestante, fu un ottima chance per andare via dal paese ed andare in una grande città.

“In un modo o in un altro siamo molto simili sai?” disse Simona

“Ti sono sincera, da quando ho scoperto l’emozione di fare sesso senza limiti con Alan e non solo, sono rinata, ci divertiamo, godiamo, perché non ti cerchi anche tu qualcuno? Lo so è brutto dirlo ma sei una donna giovane, hai delle esigenze!” continuò Simona

“Perché chiederebbe subito la separazione e poi il divorzio, non avendo figli non è proprio un buon affare” rispose freddamente Claudia.

“Guarda, non ti sto dicendo di farti un’altra storia, divertiti, hai tanto tempo libero, hai solo 32 anni, fisicamente stai una favola, che ne so, qualcuno della palestra, scommetto che ci sono ragazzi che ti sbavano dietro” propose Simona

“Simo, ma sei pazza? Ma per chi mi hai preso?” disse indignata Claudia

“Hai ragione, sono io la puttana della famiglia, che è rimasta incinta alla seconda scopata e che si è dovuta fare il culo a lavorare e vivere con una persona che non amava. Tu invece? Ti sei sposato un facoltoso imprenditore impotente per non lavorare, andare in palestra e non fare un cazzo dalla mattina alla sera, visto che hai anche la donna di servizio………….certo sei proprio una santa” controbatté Simona.
Era infuriata, possibile che Claudia era così idiota da non capire che si stava scavando la fossa da sola?

“Senti, ho recepito il massaggio, per il resto lasciamo stare, inutile parlare con qualcuna che non vuole sentirsi dire la verità” concluse Simona alzandosi.

Prese la borsa e la giacca, lasciò la sorella assorta nei suoi pensieri e se ne andò sbattendo la porta.

La mattina successiva, Claudia mandò un sms di scuse, chiedendo se fosse passata da lei dopo il lavoro.
Così Simona, ancora una volta, uscì dall'ufficio e andò dalla sorella, nella speranza che fosse stata un po’ più aperta al dialogo. Bussò alla porta della sorella poco dopo le 18, si misero in salotto e quasi subito Claudia si fece avanti.

“Scusami per ieri, ci ho riflettuto tutta la notte, non sono stata sincera con te. Mi vergognavo perché dire certe cose a mia sorella non sono semplici ma il fatto è che ultimamente non sono stata proprio una santa…” esordì Claudia

Simona venne a sapere che, anche se non c’era stato nessun tradimento, aveva cominciato prima con chattare con dei sconosciuti, poi a masturbarsi d’avanti a loro. Era il suo modo di sfogare la sua repressione.
Non aveva mai avuto il coraggio di andare oltre, ma le parole della sorella la scossero molto, la incuriosirono, voleva provare e voleva consigli dalla sorella, la quale le raccontò tutto.

In un primo momento Claudia rimase sconvolta, poi ne fu attratta, voleva provare e si lasciò trasportare dalla sorella più piccola.
Approfittando dell’assenza del marito in trasferta di lavoro, ed evitare qualsiasi coinvolgimento da parte di qualche vicino troppo curioso. Alan portò Davide da Claudia, lasciando quest’ultima e la sorella da sole a casa loro.

Simona ed Alan abitavano in un palazzo semi deserto e il loro appartamento confinava con appartamenti ancora sfitti.
Per l’occasione, Simona, organizzò tutto. Non rivelò nessun particolare, ma chiese a Claudia di lasciarsi andare, di rilassarsi e di pensare solamente a divertirsi. Claudia si promise di non tirarsi indietro, aveva fantasticato spesso da sola su certe situazioni, era il momento di agire. Ora o mai più.
Claudia era seduta al centro del salotto, bendata. Indossava solo un intimo di pizzo e dei sandali con il tacco.
Era un po’ spaventata ma, voleva assolutamente farlo, confidava nella sorella. Arrivarono insieme.

Un ragazzo di origini marocchine che era all'ultimo anno di Ingegneria ed un suo amico bolognese di 28 anni.

I due entrarono silenziosamente, nudi, nel salotto. Claudia percepì la loro presenza ma non parlò. Simona era vicino alla porta. Vedeva quei due pezzi di carne enormi penzolanti che si avvicinavano alla sorella creò una sorta di suspense.
Entrambi si inginocchiarono. Ognuno di loro si dedicò al proprio lato. Cominciarono a baciarle i piedi ed accarezzare le caviglie ed i polpacci. Solo quell'inizio le diede una scossa lunga la schiena. Simona vide la sorella avere dei brividi, dei fremiti, quella lunga dieta regolata dalla sola masturbazione, la resero molto sensibile.

Alzandosi, fecero scorrere le nerchie lungo le gambe fino al ginocchi per poi strusciarli sulle gambe. Si avvinghiarono al collo, Claudia sentì sia a destra che a sinistra qualcosa che sfiorava i bicipiti e il seno prosperoso. Simona dalla porta vide chiaramente quei due cazzi diventare sempre più grandi e grossi.

Erano belli duri e dritti, quando cominciarono a passarli sulla spalla, sul collo e sulla faccia, Claudia ne sentiva l’odore, per un attimo fu tentata a girarsi verso uno dei due ed aprire la bocca ma quel gioco le piaceva, voleva essere l’oggetto dei loro desideri. In tutto questo era convinta che Simona non fosse presente, se ne sarebbe vergognata, invece la sorellina guardava la scena eccitata.

Il marocchino cominciò a strusciare la cappella sulle sue labbra, lei per un attimo cacciò la lingua per inumidire le labbra ma toccò con la punta la sua cappella. Si riportò la lingua nella bocca assaporando quel sapore leggermente salato, quanto desiderava poterlo succhiare. Lui giocava con la sua bocca alla ricerca di quel cazzo che la sfiorava, fino a quando riuscì a tenerlo tra le labbra.

Il marocchino non ne poteva più e lasciò scivolare la sua nerchia in quella bocca vogliosa. La prima cosa che pensò Claudia, fu quanto fosse grosso e buono, si portò una mano sulla fica, era bagnatissima.
I due si guardarono e la presero di peso e la misero sul divano. Adesso aveva entrambi i cazzi puntati verso la sua bocca. Claudia allungò le mani e quando cominciò a scorrere lungo le palle e la loro lunga asta, capì quanto fossero realmente grossi e duri. Cominciò a succhiarli e a gustarli riempendoli di saliva e di leccate. Claudia ormai era andata. Simona si mise dall'altra parte della sala e cominciò a toccarsi, non ne poteva fare a meno.

Il bolognese scese tra le sue cosce e prese a leccarla. Sotto consiglio della sorella, si era depilata completamente, le sensazioni era ancor più amplificate senza peli. Prese a sgrillettarsi le piccole labbra. Era cosciente del fatto che con la giusta stimolazione avrebbe letteralmente squirtato, lo aveva già fatto in cam.

Prese a toccarsi furiosamente, il bolognese ne approfittò per entrare dentro di lei e cominciò a scoparla, i suoi lamenti venivano soffocati dall'enorme nerchia del marocchino che aveva cominciato a scoparle la bocca.

“Hai capito la sorellona?” pensò Simona mentre era passata ad infilarsi quattro dita nella fica.

Claudia aveva troppi arretrati, raggiunse il primo orgasmo quasi subito, era la prima volta che Simona vedeva una donna squirtare, era come una fontana, ne era quasi invidiosa, lei aveva solo piccole emissioni di quel liquido.
Continuarono a scoparsela a turno, il lato erotico si scemò quasi subito. Claudia aveva bisogno di godere fino allo svenimento, non era lucida. Mentre cavalcava il marocchino, il bolognese si avvicinò a Simona per metterglielo in bocca, assaporò gli umori della sorella lungo quella nerchia, poi prese della vasellina e la cosparse lungo tutta l’asta.

Si mise dietro al culo di Claudia e pian piano lo fece scivolare su per il retto.

Claudia oltre alla depilazione aveva eseguito scrupolosamente tutte le indicazioni di Simona, facendo un paio di clisteri il pomeriggio.
Nonostante la benda, Claudia chiuse gli occhi, quella doppia penetrazione l’aveva sognata da tempo, quel finto perbenismo la fece perdere troppo tempo prezioso, non avrebbe avuto ripensamenti, Simona aveva ragione.

Simona si alzò, si affacciò in cucina e prese dal cesto della frutta una banana. Aprì un preservativo extra large e lo coprì come un cazzo, si mise nuovamente seduta per godersi lo spettacolo, divaricò le gambe e fece sparire la banana della sua fica, cominciando a masturbarsi selvaggiamente.
Claudia aveva raggiunto più di un orgasmo in varie posizioni, i due erano pronti per esploderle in faccia, quando Claudia di tolse la benda per ammirare quei mostri che l’avevano fatta godere, vide la sorella con le gambe aperte che si masturbava con una banana, era qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere, non le diede fastidio e quasi in segno di sfida si lanciò su quelle due cappelle che in pochi secondi esplosero sul suo viso, inondandola si sborra densa e bianca, in quel momento Simona esplose nel suo piccolo orgasmo in solitaria, soddisfatta dell’epilogo finale.

Da quel giorno le sorelle divennero sempre più unite. Non ci fu mai nessun rapporto diretto tra di loro e tanto meno nessun coinvolgimento di Alan con la cognata ma, si trovarono spesso a guardarsi a vicenda durante i loro incontri particolari. Le sorelle divennero famose nel giro, e quelle voci arrivarono all'orecchio del marito di Claudia, che chiese subito la separazione. Alla fine Claudia cominciò a lavorare e ad accettare regali da parte di gente facoltosa con cui aveva intrapreso a frequentarsi.

Si trasferì da Simona e, per salvare le apparenze, disse ai genitori che era la scelta migliore per tutti. Poteva darsi il cambio con la sorella per seguire l’educazione di Davide, lavorare e non buttare via tutti quegli anni che aveva vissuto a Bologna.

Certo anche questa era una verità ma, ovviamente, solo in parte.
 

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