Le mie cugine

Lo_psi

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Sono l'ultimo di sedici nipoti, il più piccolo, il più coccolato e il più...
Mia madre aveva 43 anni quando sono venuto al mondo. Tra i miei cugini c'era un continuum, infatti alcuni erano coetanei, altri avevano una differenza di età di uno o due anni. L'unico che davvero fosse sempre un "fuori età" ero io...insomma ero quello sbaciucchiato da tutti ma che perfino gli altri bambini consideravano piccolo per poterci giocare.
Ho, come dicevo, quindici cugini, sei femmine e nove maschi.
Veronica la sorella di Andrea, e Giovanna sorella più piccola di Roberto e Francesca, erano le cugine che mi facevano più simpatia.
Nell'età in cui tutto è un gioco nulla mi sembrava strano, non conoscevo i divieti, regole e moralismi sociali, tutto si poteva fare purchè fosse divertente.
Un giorno, nella grande casa di campagna dove per l'estate tutti ci riunivamo, entrai correndo come un folle (non ricordo il motivo) in una delle camerette assegnate alle mie cugine; trovai Veronica e Giovanna una di fronte l'altra vicinissime, Giovanna aveva una mano dentro i pantaloncini corti di Veronica che aveva il fiatone e ansimando diceva: "ahi, ahiiiii,ahii-i-i", mi sembrava che le stesse facendo male: "lasciala, togliti" dissi rivolgendomi a Giovanna. "No amore, non sta soffrendo, mettiti buono seduto qui". Veronica in quei tre secondi che erano trascorsi, aveva inarcato i glutei in modo da allontanare la mano di Giovanna che trafficava dentro i suoi pantaloncini, aveva le gote arrossate ed era imperlata di sudore. "Dai continuiamo" disse Giovanna, "Gabriele non dirà niente a nessuno. Vero Gabry?"
Mi misi buono buono seduto sul letto con i piedi a penzoloni e vidi concludersi quello strano momento.
Questa è la prima immagine che la mia mente ricordi.
Seguirono altre occasioni quell'estate, una a mare mentre facevano il bagno, una dopo pranzo nella casa di campagna dove risiedevamo, durante l'ora del "riposino" sulle scalinate che conducono alla piscina.
Mi era chiara una cosa: quel che vedevo non poteva essere raccontato, ma ancora non comprendevo il perché. Era solo una sensazione.
L’anno successivo non vidi molto se non un bacio (con lingua) sul corridoio che da accesso alle 7 camere da letto. Notavo che Veronica e Giovanna non avevano sguardi particolari quando eravamo riuniti, sia se fossimo tra soli cugini, sia tra i loro amici che in assetto completo familiare.
Compresi presto ma non so specificatamente ricordare quando, che quel gioco fosse segreto e che avrei dovuto tenerlo per me.
A dieci anni, sapevo a sufficienza del sesso, il mio dilemma principale era costituito da come baciare e se al momento giusto fossi riuscito a centrare “il buco” (oggi voragine).
Passarono diversi anni, crebbi ….non vidi più nulla, almeno che io attualmente ricordi.
Poi un giorno nel periodo di Natale, eravamo tutti riuniti da mia zia Emilia, quando Veronica e l’altra mia cugina Giovanna mi portarono con loro a prendere il pomodoro imbottigliato in campagna.
“ Amore, quello che mi piace di te, è il tuo saper tenere le cose per te” disse Veronica
“Grazie”, risposi.
“hai ragione”, proseguì Giovanna “ è l’unico cugino che sa di noi e su cui possiamo stare tranquille”.
Ero imbarazzato.
Arrivammo alla casa di campagna, non accadde nulla di particolare , se non una complicità che andava palesandosi tra noi tre.
Mentre eravamo in viaggio di ritorno e le cugine canticchiavano una canzone della radio, Giovanna disse
“ho preso un poco di erba dal marsupio di Vincenzo (era il ragazzo con cui stava ai tempi), dopo il brindisi (di Natale), troviamo la scusa per farci un giro e fumiamo”.
Le cugine si misero d’accordo, senza nemmeno fare caso della mia presenza, la cosa strana che a mezzanotte e un quarto chiesero il permesso a mio padre per portarmi con loro a fare un giro per la città.
Mia madre ,ricordo, aveva una sguardo di disapprovazione verso mio padre, quando acconsentì.
Fino a quel giorno non avevo idea di cosa fosse l’erba, se non quella che vedevo sui campi, le ragazze non sembravano molto pratiche, infatti venne un preparato sbilenco e gobbo che Veronica attribuì alla scarsa qualità della cartina. Scesero dalla macchina per fumare e mi invitarono anche a me ad uscire dal veicolo. Fumarono appoggiate al cofano della macchina, le cugine risero immotivatamente, poi si baciarono. Avevano gli occhi rossi e lucidi come se avessero pianto ma sembravano allegre.
“Gabriele hai mai toccato la tetta di una ragazza” mi chiese mia cugina Giovanna
Io imbarazzato dissi “certo”, ma ero diventato in faccia così rosso che le cugine capirono all’istante che fosse una bugia.
“Gabry amore, vuoi toccarla”, disse sempre Giovanna, ed io annuii.
Tre minuti dopo stavo toccando anche quella di Veronica, Giovanna le aveva più grosse, Veronica più sode.
La più piccola (Veronica) mi invitò a baciare il capezzolo, io sentii una forte erezione, conoscevo quella sensazione... di questo gonfiore se ne accorse Giovanna e tra una risata divertita e l’altra si mise carponi, mi abbassò la cerniera e dopo avere dato qualche colpo con la mano, si mise il mio membro nella bocca.
Un piacere indescrivibile, sentivo come se succhiasse un ciuccio ed io fossi il ciuccio, il mio glande veniva succhiato e poi rilasciato e poi di nuovo succhiato,sentivo la lingua, la bocca stringersi e la saliva calda.
“non è che le vieni in bocca” disse Veronica.
“Hai capito il nostro Gabry, ce l’ha quasi quanto Vincenzo, chissà come sarà a trent’anni”
Veronica rise, con la punta dell’indice circumnavigò il mio glande, mi diede un bacio affettuoso sulla guancia poi un altro altrettanto affettuoso in bocca (mi fece un po’ senso) e ci invitò a rientrare in macchina che si era fatto tardi.
Nella primavera dello stesso anno, in un pranzo domenicale in cui eravamo riuniti buona parte dei parenti, a tavola poco dopo il caffè, Giovanna mi disse di sedermi sulle sue gambe. Giovanna era una cugina molto espansiva, con tutti, lo era per carattere, così nessuno vide malizia in quel gesto, né tanto meno io. Soltanto che una volta messo a cavalcioni e sotto la tovaglia da tavola molto lunga, iniziò a palparmi nelle parti intime e il mio pantalone di velluto blu si gonfiò. Mia madre mi vide con il viso rosso, Giovanna tolse la mano da sotto il tavolo in modo naturale. “Gabriele che hai” chiese mia madre. “Niente ho sonno”.
Settimane dopo ospiti di mio zio Luigi, mia cugina Veronica mentre tutti ci lavavamo le mani per metterci a tavola, fece in modo che ci trovassimo da soli in bagno. Mi disse con un filo di voce: “la vuoi toccare la mia patatina”. Non sapevo se fossi stato in grado di saperla toccare. Chiuse la porta a chiave, aprì la patta dei jeans , vidi i peli castani corti e folti, guidò la mia mano nella fessura, era umida, anzi devo dire molto umida, come fosse oleosa (non credevo fosse così). Non so, credo che istintivamente, mossi il dito medio lungo tutta la riga, ripetei quel gesto non so per quale motivo. Sentii Veronica come anni prima dire “ahiii, ahi-i-i”, capii che stavo andando bene, anche perché da lì a poco, lei dall’esterno del jeans spinse la sua mano verso la mia a suggerirmi di entrare il dito. E così feci. Durò circa cinque minuti l’operazione, odorai il mio dito di nascosto a lei prima di lavarlo. Secondo me puzzava, era un odore forte, un odore nuovo mai sentito. Ma la cosa mi era molto piaciuta. Quella sera sul letto mi masturbai . Un estate di fuoco quell’anno. In tutti i sensi. Mio zio Luigi, mia zia Maria e i miei tre cugini Giovanni, Claudio e Manuel non si trasferirono in campagna. Mia zia Francesca il marito e i miei tre cugini Rosalba, Lorenzo e Felice stettero solo una settimana poiché la madre di mio zio stava molto male vista l’età.
In campagna quell’anno c’era tanto spazio…e molti meno occhi da controllare che non si accorgessero di nulla.
Ero studioso, taciturno abbastanza, parlavo il giusto…ed i segreti li tenevo per me.
Dicevo di quella estate di fuoco. Veronica si era fidanzata da qualche mese, Giovanna era fidanzata con Vincenzo da circa due anni ma le cose non le andavano troppo bene, la sentivo spesso parlare con la cugina del cuore (Veronica) di voler lasciare Vincenzo. A me non faceva troppa simpatia sto ragazzo ma non dicevo nulla, e loro parlavano in mia presenza senza alcun problema. Interrompevano i loro discorsi in presenza di altri cugini.
Io ero sempre coccolato da tutti, sia maschi che femmine, zii e cugini. Il mio cugino più grande (34 anni a settembre si sarebbe sposato), mentre il fratello trentaduenne a maggio era andato a convivere con una ragazza francese.
Veronica sembrava innamoratissima di Luciano, mentre Giovanna (come già detto) attraversava un brutto periodo.
La sera quando tutti andavano a dormire ci trovavamo alle due o tre di notte sui lettini della piscina e Veronica ci raccontava le sue avventure sessuali con Luciano.
Essendo troppo timido per stare dietro alle ragazze, avevo dei dubbi, non riuscivo a capire che gusto ci fosse a leccare la patata, poi parlavano e di clitoride gonfio …
Mio cugino Giovanni (cosi si chiama anche mio nonno)con cui dividevo la camera, prima delle 5 o 6 del mattino non tornava a casa. I miei genitori, cosi come i miei zii, dalla parte di Giovanna e Veronica, verso mezzanotte o l’una andavano a letto.
L’unica che rompeva era Caterina, zitella, rimasta single anche adesso, ormai anziana. Era intrigante, aveva uno sguardo e una bocca da pettegola, amava stare a casa e discutere con “i grandi”, insegnava e aveva pochi amici, anzi che io ricordi solo una, Teresa, pettegola quanto lei.
In quelle notti di estate fui il fortunato oggetto di giochi delle mie due cugine. Non aspettavo altro che la sera successiva. Il mio inesperto e ingenuo membro fu tenuto tra le mani e tra le loro bocche diverse volte, le toccai altrettante volte, tra di loro facevano il cunnilingus, mi piaceva vederle, ma farlo anch’io proprio no. Secondo il mio olfatto, la fragolina puzzava e non riuscivo a resistere a quell’afrore.
Avevo provato con Veronica che per l’occasione si era spruzzata il deodorante ma per me era un odore troppo pungente…e dire che i peli neri e castani delle cugine fossero corti, Veronica con il rettangolino, Giovanna neri a triangolo, leggermente più lunghi ma che il costume copriva completamente.
Presi gusto a masturbarle, mentre loro si baciavano e si frugavano con la lingua nell’intimità.
“Gabry, vuoi” baciarmi disse Veronica. Quegl’ occhi verdi erano irresistibili per me, quella pelle dorata dall’abbronzatura che ne copriva il candore naturale, e i capelli lisci castano chiaro…A quel tempo secondo me non c’era ragazza più bella di mia cugina Veronica, però era Giovanna quella passionale.
Ad ogni modo quella notte di inizio agosto, essendo troppo timido per “filare” le ragazze, diedi il mio primo bacio. Fu con la cugina più bella. Che dire, come trovarsi nelle montagne russe, io disteso sul lettino della piscina e lei seduta sullo stesso, chinata verso me. Un vortice, una centrifuga, appunto una corsa sulle montagne russe. Non ho idea di quanto durò, so solo che mi girò la testa appena ebbe finito.
L’estate si concluse e ciascuno tornò a casa propria.
Con gli amici si parlava di ragazze, d’accordo qualcuno aveva fatto sesso completo, qualcun altro aveva già avuto diverse ragazze, ma nessuno aveva la mia storia.
A Pasqua di quell’anno, i miei organizzarono a casa mia, invitarono tutti i parenti. Quasi tutti i miei cugini avevano la ragazza. Giovanna si era lasciata e Veronica aveva cambiato ragazzo, questo nuovo si chiamava Tommaso.
A casa mia c’era letteralmente una folla, avevo visto le mie cugine in una sola occasione nel periodo che intercorre da settembre al mese di aprile. Loro uscivano pure insieme ed avevano gli stessi amici. Non so se gli amici sapessero…loro negli anni successivi mi dissero che a parte noi tre, nessuno sapeva nulla e mai nessuno avrebbe dovuto saperlo.
Tutti mi dicevano che fossi ormai un uomo, mi vedevano più alto, più grande, io ne andavo orgoglioso. Fu in quella giornata di Pasqua che con la scusa di essersi dimenticata il regalo di Tommaso a casa, andammo tutti e tre nell’abitazione di Veronica.
“Sai amore, ( mi disse) ne abbiamo parlato con Giovanna ma vogliamo che sia tu a decidere. Te la sentiresti di fare l’amore con noi?”
Ebbi un’erezione immediata, dissi solo “aiutatemi però ad entrarlo perché è la prima volta”.
Sorrisero dolcemente. Con loro due non esistevano imbarazzi, ero sempre a mio agio, al contrario delle ragazze che conoscevo, con loro era tutto diverso.
Salii sopra Giovanna dopo essere stata inumidita dalla lingua di Veronica, una sensazione stupenda, di calore, un piacere che nasceva dal punto in cui la penetravo e finiva all’apice dei piedi e della testa, spingevo con audacia e lei stringeva le sue cosce carnose tra i miei fianchi: “ancora amore, più forte, spingi amore, di più”. “mamma mia amore mio, sei bravissimo”. Raggiunse l’orgasmo.
Io ero eretto come una querce nel pieno della sua vita.
“sei stanco vita mia, ci riposiamo un po’” chiese Veronica. Io aspettavo lei, era lei che volevo. “No, non sono per nulla stanco”.
Forse era passata mezzora, forse trequarti d’ora da quando eravamo in quella stanza ma quando si è giovani la fatica non è contemplata nel dizionario della vita e recuperare energie è una cosa che avviene in modo rapido.
Mi salì sopra, io disteso nel letto della cameretta, entrò piano, la percepii più “stretta” di Giovanna, mi piaceva ancora di più, i suoi movimenti erano lenti ma scendevano fino ai testicoli, i suoi seni fino a quel momento coperti dal reggiseno lì scoprì dicendomi:“amore toccale”. E si alzò l’indumento intimo.
Vidi i miei peli all’altezza dell’attaccatura del pene, bagnati da un liquido che sembrava muco, denso e giallino, Giovanna era in piedi che la baciava e con una mano teneva i miei testicoli.
“Gabry se vieni diccelo, perché facciamo una frittata, esci prima mi raccomando”.
Veronica ora si piegò su di me, il mio viso a ridosso del suo seno sodo e di piccole dimensioni, iniziò a muovere le natiche ad un ritmo incredibile. Cinque colpi,dieci ,quindici al secondo, non so bene quanti fossero ma era un ritmo indiavolato.
“sto venendo”, “sto venendo oh si ahi,ahi, ohhhhhh-oh” .
Mi girava la testa, andammo tutti e tre in bagno, le cugine si lavarono l’ostrichetta, io dissi “credo che stavo per ….” Non osai dire la parola che usavano tutti per dire eicaculazione.
“ah si” replicò Giovanna.
Mi abbassarono i pantaloni mi lasciarono in piedi sul lavandino, Veronica mi baciava e Giovanna mi masturbava, sentii piacere, tenevo gli occhi chiusi, all’interno della palpebra vedevo tutto nero e qualche stellina luminosa ora dorata, poi verde, quindi argentata. Mi girò la testa, le gambe si afflosciarono e Veronica mi trattenne dal cadere. Il liquido che restò nel lavandino era abbondante e trasparente.
Quasi tutte le donne della famiglia mi chiamavano: amore, tesoro, vita mia. Mi dava un po’ fastidio in presenza di estranei, perché questi nomignoli erano troppo da piccoli ed io ero un ragazzo, devo dire che le stesse parole avevano un altro effetto se pronunciate dalle mie due cugine.
I nostri amplessi proseguirono anche quell’estate, Giovanna aveva un nuovo ragazzo Davide, simpatico, e Veronica continuava la storia con Tommaso.
Uscivano quasi tutte le sere e anche loro facevano molto tardi ma le nostre docce finita la piscina, furono memorabili, ci recavamo in costume tutti e tre, chi mai avrebbe potuto sospettare che tre ragazzi, per di più cugini giocassero sotto l’acqua della doccia?
Il tempo trascorse, mi feci fidanzato. Lei si chiamava Elena.
Ci trovammo molti pomeriggi a casa sua. Sua madre era così premurosa (non so se lo facesse volutamente o accidentalmente), che dopo qualche minuto dal mio arrivo, usciva. Noi ci sbizzarrivamo e scatenavamo, sul tappeto della sua camera, sul letto, anche in cucina e in bagno. Anche lei voleva essere leccata ma quell’odore proprio non mi piaceva, anzi il suo era decisamente più pungente rispetto a quello delle mie cugine.
Non provavo le stesse sensazioni incredibili e irripetibili che avevo provato con loro, però venivo su Elena in tutti i punti possibili del corpo ad esclusione del viso e della bocca. Lei proponeva spesso di eiaculare sul seno ed io acconsentivo.
Il mio pene era più grosso in circonferenza ma anche in lunghezza, lo sapevo dai commenti degli amici e dalle considerazioni di Elena che lo paragonava a quello dei precedenti ragazzi.
Ormai tutti eravamo più grandi e per vari avvenimenti della vita, non ci riunivamo più tutti nella casa in campagna, mio nonno se ci fosse stato, avrebbe preso a colpi di bastone tutti gli zii incluso i miei genitori, ma lui non c’era più da tanti anni, quasi tutti i nipoti vivevano per conto loro e in quella casa, ognuno ci andava quando voleva e poteva. Perfino le più belle tradizioni finiscono, noto con una certa nostalgia.
Per tre anni persi completamente di vista le mie cugine, al matrimonio di mio cugino Alberto, ventottenne le rividi. Io ormai ero nel pieno della crescita, la mia voce era profonda e bassa ( così l’ho attualmente), ero molto più alto di Veronica e Giovanna, facevo da qualche anno palestra ed ero in forma smagliante, e in quei tre anni avevo cambiato tante ragazze.
Mi abbracciarono calorosissimamente, a dir il vero tutti i parenti furono calorosi come sempre, la nostra è una famiglia tradizionalmente molto compatta. Mi trovai in un tavolo rotondo, durante il ricevimento del matrimonio, davo le spalle a Veronica ed in un angolo lontano della sala scorgevo Giovanna.
La cugina più grande durante l’antipasto mi invitò a farle compagnia nel fumare una sigaretta fuori la sala, la seguii.
Una conversazione sulla sua università, una su Davide che aveva lasciato mesi prima e alcune informazioni sulla mia vita. Quasi in imbarazzo pensavo che “quel discorso” non fosse nemmeno discutibile tra noi, invece spenta la sigaretta mi disse “seguimi”. Mi misi fianco a fianco a lei e la scortai senza proferire parola. Attraversammo il parcheggio della sala di ricevimento, stavamo per entrare nel campo degli ulivi, era buio là, solo i lampioni del parcheggio rendevano visibili gli alberi. Stavamo per entrare sul campo quando:
“ehi voi due aspettatemi”, era Veronica. Le presi a tutte e due da dietro, vollero che le penetrassi contemporaneamente, alternando i colpi di una , uscendo ed entrando nell’altra, Giovanna si toccava quando non mi aveva dentro, mentre Veronica stava ferma ed aspettava a ricevermi.
Giovanna aveva un vestito lungo nero con i bordi delle cuciture di color salmone, i suoi seni gonfi erano tenuti da un reggiseno nero con ricami. Veronica era stupenda , con un vestitino rosso completamente accollato fino al collo ma cortissimo nelle gambe, copriva a mala pena i glutei, aveva le calze autoreggenti nere che esaltarono la mia durezza, le scarpe con tacchi a spillo rosso completarono l’opera.
Credo che raggiunsero l’orgasmo tutte e due, io di sicuro e nel sedere di Veronica.
L’intrattenimento durò tre interminabili ore, più volte ci incontrammo per chiacchierare ma in presenza di altre persone. Prima di andare mi chiesero il numero del mio cellulare, lo diedi.
Pochi giorni dopo Veronica mi chiamò e lo stesso giorno ci incontrammo nel suo studio. Era diventata architetto ed esercitava presso uno studio. Non trovai nessuno se non lei, però si vedeva che quello studio fosse trafficato da diverse persone.
“Sai Gabry, il prossimo anno mi sposo”. Non so perché ci rimasi male.
“Del resto sono tanti anni che sto assieme a Tommaso credo sia il momento giusto per farlo”
“ah si complimenti” dissi e aggiunsi: “poi Tommaso è un bravo ragazzo”.
“Il punto non è questo, sai Tommaso ha una “fissa” è da anni che vuole il mio culetto ed io mi sono sempre rifiutata perché ho paura che mi faccia male. Lo ha grosso quasi quanto il tuo”
Io sorrisi: “ mi sembra giusto che se hai paura, quel buchetto lo tieni per te”
“Gabry amore (ancora mi chiamava così) tu hai mai fatto sesso anale?”
Io avevo provato anche quello, la prima volta con Katia, poi con Tiziana e poi non ricordo più con chi…
“si, l’ho fatto”, risposi.
“Dici che fa male?” chiese
“non saprei, con quelle con cui ho provato, è piaciuto ma sono state sempre loro a chiederlo. Non ti so dire”
“amore, io ti ho visto crescere e ti ho fatto scoprire tante cose, ora vorrei che fossi tu a fare scoprire a me questa cosa. Non voglio che Tommaso abbia il mio culetto, prima che sia tu a possederlo”.
Vedevo davvero tanto amore in lei, non capivo se fosse un amore parentale o un amore di altra natura, sapevo solo che ci fosse tanto affetto, tanto.
Feci piano, lubrificai con la mia saliva ed anche con la sua che mi leccò le dita. Era abbastanza in tensione quando il mio tronco di quercia si fece strada in quella vergine carne. “Ahi amore, fa piano, brucia” io andai pianissimo ma una volta che il glande allargò lo strato esterno di carne, inizio a scorrere senza frapporre resistenza “ti faccio male?” chiesi. “solo un pochino”, rispose. “allora mi fermo” replicai. “No (sentenziò) mi piace continua”. Dopo un paio di minuti aveva una gamba sulla sua sedia da studio, si toccava l’albicocca dentro e con l’altra mano teneva le mie natiche e mi spingeva contro a lei.
“Bellissimo” disse a conclusione, “ora posso darlo a Tommaso”.
Ci salutammo prima con un appassionato bacio con la lingua e poi con un casto bacio tra cugini.
L’anno che seguì anche Veronica si sposò.
Un mese dopo il matrimonio mi giunse la telefonata di Giovanna, era rimasta incinta di un certo Giulio, sposato e separato. Per la mia famiglia quello fu uno scandalo, anche perché l’uomo ero molto più grande di lei.
Ci incontrammo nel suo ufficio di assicurazioni, a chiusura dell’ufficio. Anche quell’incontro finì col sesso e io lo feci volentieri. Non potei non notare che con gli anni Giovanna si fosse ingrassata, ora le cosce in carne erano quasi grosse, il seno più abbondante ma quello che mi faceva provare era sempre lo stesso intenso piacere.
Naturalmente crescendo quello che prima per me fosse un afrore, ossia l’odore del pube, era diventato un profumo irresistibile, ed adoravo mettere faccia, naso, lingua e mento e tutto ciò che potesse entrare dentro quell’anfratto che tanto delizioso piacere mi procurava.
Le cugine, da quello che sapevo dall’una e dall’altra si vedevano sempre, in segreto quando occorreva fare certe faccende. Io le sentivo saltuariamente ma entrambe mi dicevano “ci dobbiamo incontrare tutti e tre, una di queste volte”.
Io ormai andavo all’università. E tra studi, ragazza, palestra,amici, non rimaneva molto spazio per altro, loro d’altro canto (Giovanna madre di Riccardo, mio attuale cugino di secondo grado), non avevano più tanto tempo da dedicare ad altro che non fosse la loro famiglia nucleare.
Così crescemmo, crescemmo tutti, io mi sposai con Giulia . Natale e Pasqua non furono più una riunione familiare, ma col tempo ognuno iniziò a festeggiare a casa propria con amici o invitati nelle case di questi ultimi.
Ogni tanto ricordo quei momenti, quelle intense sensazioni, quello scoprire. Quel segreto….irrivelabile.
Ormai adulto e con qualche filo di capelli bianchi, per un lutto in famiglia ci incontrammo nuovamente. Erano capitate altre occasioni, lutti compresi ma non avvenne niente di inconsueto. In questo lutto invece, in cui una mia cugina se ne era andata prematuramente, abbracciai Veronica in lacrime, sentii i suoi seni stringersi sul mio petto, allontanai quel pensiero impudico ma prima di andare mi disse. “Domani vieni a casa mia, i bambini sono al dopo scuola, fino alle 19:00”. Obbedii. Quella signora quarantaquattrenne era in splendida forma, naturalmente aveva delle rughe sul viso ed il corpo non era più con la pelle elastica come una volta ma aveva conservato quel fascino seducente,anzi semmai era ancora più aggraziata. Volle essere presa da dietro dopo una serie intensa di baci. Le natiche erano sempre sode e rotonde, non di marmo come un tempo ma sicuramente da fare invidia ad una trentenne. Venimmo insieme e dopo aver affettuosamente conversato in cucina lo facemmo una seconda volta. Chiesi di Tommaso ma era certa che prima delle 20:30/21:00 non sarebbe rientrato. Dovevamo solo sbrigarci perché doveva andare a prendere al dopo scuola i bambini (i miei cugini di secondo grado). Quella è stata l’ultima volta che facemmo sesso , almeno fino ad oggi….


Spero sia piaciuto. In home, sopra racconti erotici c'è Help sesso, all'interno c'è il mio thread "lo psicologo risponde", dategli un'occhiata se vi va
 
P

peppegiuit

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E bravo lo psigologo,mi hai fatto eccitare come un cinghiale,anche perchè mi hai fatto ricordare le mie cugine:madsaw::madsaw::madsaw::sbav::eek:ink::azz::lingua::sega::sega::eek:k!::pig::sbaaavv:
 

sormarco

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dopo questo passiamo alla domanda quanti anni avevi di differenza con le cuginette? e dopo la domanda la critichina giusto per trovare il pelo 🤭 nell'uovo 🤭 diciamo, ma come si fa a non gradire l'odore della fregna di due fanciulle prima, ragazze e poi donne, ma stiamo scherzando:hand:
ma ogni tanto ci pensi alla fortuna che hai avuto quel giorno che sei entrato in quella stanza, quanti anni avevi?
 
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Lo_psi

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attendo altri commenti per ringraziare gli intervenuti e per rispondere alle dmd poste
 

Solar_Sysm

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Complimenti, una storia davvero ben raccontata. Una fantasia per moltissimi qui sul forum. Il racconto è certamente piuttosto lungo, ma scorre che è un piacere, e ti dirò, mi è dispiaciuto arrivare alla fine...
 
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Lo_psi

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Solar-Sysm grazie, sei il secondo che mi da il karma (che mi hanno spiegato sia una specie di stima) ed il primo che me lo da nei racconti. Seguimi nel thread che mi piacerebbe se rimanessimo in contatto...
 

Elguaje85

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Complimenti, bel racconto. In pratica,stamattina a lavoro, ho letto la tua storia come se fosse una serie tv ....ogni piccola pausa caffè la sfruttavo per andare avanti con il racconto!
 

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