Captain Achab
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Ciao a tutti, mi presento, mi chiamo Francesco e ho 35 anni. Da diversi anni ormai vengo nel forum per leggere i racconti. Finora sono stato sempre passivo. Da qualche tempo mi è venuto il desiderio di raccontare le mie esperienze. Attendevo un momento buono che doveva essere la prossima estate quando rimango solo a casa mia a Milano perché moglie e figli sono in vacanza. Poiché sono in quarantena per via del covid ho deciso di anticipare i tempi.
Quello che farò sarà raccontare, diviso per ambiente del racconto e per ragazza le mie esperienze dall’adolescenza fino a prima di incontrare mia moglie.
Le esperienze sono un buon numero e quindi racconterò qui quelle più significative. Diciamo che da quel punto di vista la fortuna mi ha baciato bene. Sono sempre stato un bel ragazzo e anche economicamente mi è sempre andata bene ed inutile negare che anche questo non conti. A 18 anni i miei amici andavano a prendere le fidanzate con la punto scassata usata di 15 anni, io con la mini Cooper nuova regalatami dal papà. Inoltre in quegli anni avevo una vera e propria passione per il sesso. Rifiutavo qualunque storia seria e cercavo sempre di trovarmi nella situazione per poter scopare. Insomma complici diversi fattori di ragazza ne ho avute.
I racconti saranno assolutamente reali, cambierò ovviamente i nomi delle protagoniste ed i luoghi dove si svolgono. Ma per il resto tutto vero. Non troverete qui scopate da film porno ne santarelline che in 10 giorni si trasformano nelle peggio battone e fanno di tutto.
Vedendo le obiezioni fatte in altri thread metto le mani avanti. Ovviamente non posso ricordare a memoria i dialoghi mi sembra chiaro, ricordo però molto bene il senso di tante cose e quindi riscriverò dialoghi plausibili sulla base dei miei ricordi. Si, tra i 18 e i 28 anni mi sono fatto un sacco di ragazze, i motivi li ho spiegati. Se qualcuno ha avuto esperienze diverse non vuol dire che racconto palle.
Detto questo iniziamo.
VOLUME 1 – IL PAESINO IN MONTAGNA
Sin da bambino tutti gli anni trascorro buona parte delle vacanze in un paesino di montagna dove i miei genitori prendono una casa in affitto. In questo primo volume racconterò le principali esperienze avute li.
CAPITOLO 1 – ALESSANDRA
All’epoca dei fatti Alessandra aveva 21/22 anni. Una ragazza nella norma, carina ma nulla di più. Alta circa 165, capelli lisci castano chiaro tendenti al rossiccio, occhi verdi e lentiggini che si sposavano con la sua carnagione molto chiara. Da tanti era soprannominata ‘mozzarella’. Fisico molto molto magro su cui la sua terza di seno faceva un figurone. Entrambi trascorrevamo le vacanze in quel paesino sin da bambini. Verso i 12/13 anni ci eravamo trovati nella stessa compagnia e da allora era nata una bella amicizia estiva. Si esatto, una amicizia: dieci anni dopo, dieci anni di vacanze insieme, tra me e Alessandra non era successo assolutamente nulla.
Alessandra era una ragazza molto alla mano, simpatica e la nostra amicizia era molto libera anche nel prenderci in giro. Battutine a sfondo sessuale tra me e lei erano all’ordine del giorno, un giochino tra amici che si rispettano e scherzano.
Fatte le premesse andiamo al dunque. Classica estate degli anni dell’Università. Finisco gli esami e alla prima settimana di agosto mi fiondo in vacanza in montagna. Come sempre ritrovo tutta la mia compagnia compresa Alessandra. Le giornate passano normalmente. Io e Alessandra stiamo molto insieme ma era nella normalità. Non saprei spiegarlo, l’attrazione tra me e lei era evidente a tutti, anche a noi stessi, eppure complice poi qualche sua estate da fidanzata, non si era mai concretizzata in nulla.
Al paesino la sera non c’era molto da fare. Tutte le sere ci si trovava intorno al tavolo da biliardo del bar del paese con qualche birra e come sempre anche quella sera eravamo lì. Stavamo giocando una partita, io e Alessandra contro altri due amici. Lei indossava pantaloni rossi aderenti e un maglioncino grigio con collo a V che metteva spesso sapendo che risaltava il suo seno. Mentre giochiamo parte qualche classico siparietto di battutine tra noi che oggi onestamente non ricordo, fatto sta che ad un certo punto lei sta mirando per fare un colpo molto difficile, io la guardo e le dico -ale se metti questo- e con le dita della mano faccio una V e ci passo due volte la lingua in mezzo. Lei mi guarda e mi dice – Fra, se vinciamo la partita- chiude la mano a pugno e le fa fare su e giù vicino alla sua bocca. In realtà quello era uno spingerci oltre. Fino ad allora ci eravamo sempre fatti battute ma mai con una gestualità così esplicita. A me era partita così senza pensarci e la sua risposta mi aveva colpito. Improvvisamente ero conscio di una cosa che in realtà avevo sempre saputo ma non so perché non mi ero mai impegnato perché accadesse. Volevo scoparmela.
Lei sbaglia il colpo e perdiamo pure la partita. Poco male. Le chiedo se viene con me a fumarsi una sigaretta, mi dice di sì. Mettiamo le giacche (la sera in pieno agosto li si arriva tranquillamente a 7/8 gradi) e usciamo dal locale. Piove e cazzo li non c’è una tettoia. C’è un centinaio di metri più avanti all’ingresso di un negozio appartato che da su un parcheggio poco frequentato. Con le giacche sulla testa corriamo fin lì. Ci fumiamo sta sigaretta e io a un certo punto riprendo i nostri toni da battutine sessuali – beh quando vuoi quella leccata di figa fammelo sapere- - ma ho sbagliato il colpo- - vabbè ma non era vincolato al colpo- - Ah ok, beh neanche il mio pompino era vincolato alla vittoria- -beh allora fammelo ora- quest’ultima gliela dico cambiando tono,senza più il nostro classico fare scherzoso. La vedo irrigidirsi un attimo , poi con fare di sfida come a dire ‘adesso ti dimostrò che mi stai prendendo in giro e lo so’ mi fa – prima tu-. Le dico – va bene, appoggiati al muro e mettiti un po’a pecorina- . Lei, secondo me pensando di essere ancora nell’ambito dello scherzo ride ed esegue mettendo in mostra il suo bel culo. Le appoggio una mano sul sedere e glielo tasto,lei continua a ridacchiare, con le mani le cingo la vita da dietro e le slacciò il bottone dei pantaloni, le abbasso la cerniera. Continua a ridacchiare come fosse ancora tutto uno scherzo. È solo quando con un colpo secco le abbasso i pantaloni alle ginocchia lasciandole il culo all’aria che si irrigidisce di nuovo,smette di ridacchiare e realizza che lo sto facendo per davvero. Non dice nulla e non fa nulla per fermarmi. Indossa un perizoma nero. Mi inginocchio, le allargo le gambe e le faccio scivolare alle ginocchia anche il perizoma. La figa ha qualche pelo ben curato e sembra già leggermente umida. Avvicino la bocca e inizio a divorarla. Con la lingua passo dal clitoride fino quasi all’ano più volte. Lei inizia a gemere. Le affondo la lingua dentro e inizio a limonare con la sua figa. Lei geme forte, mi preoccupo che qualcuno possa sentire, poi mi dico ' di qui non passa mai nessuno, saremmo mica noi così sfigati’. La lavoro con la bocca per qualche minuto. Lei muove su e giù il bacino per godere ancora di più fino ad esplodere in un orgasmo che cerca, con scarsi risultati, di rendere silenzioso. Finito mi rialzo. Lei si gira e si tira su perizoma e pantaloni, io le sorrido – tocca a te-. Ora è lei che mi accompagna ad appoggiarmi al muro. Si inginocchia, mi slaccia i pantaloni e insieme ai boxer li abbassa. In un secondo è già con il mio cazzo in bocca. Lo lavora bene, ‘è brava a spompinare’ penso. Dopo qualche minuto sto già per venire così mi ricordo di una volta in cui anni prima mi aveva confessato che odiava i ragazzi che le venivano in bocca senza chiederle prima se potevano. Così quando sento l’orgasmo arrivare… senza dirle un cazzo le prendo la testa e spingo tenendola ferma mentre le inondo la bocca di sperma. Tiro fuori il cazzo, la guardo, lei alza lo sguardo verso di me e mi fa chiaramente vedere che ingoia, poi mi dice -sei uno stronzo-. Rido e la aiuto a rialzarsi, mi aggiusto boxer e pantaloni e come niente fosse torniamo al locale. La vacanza prosegue ma non succede più nulla.
Arriva settembre, è il compleanno di Alessandra e mi invita a festeggiare in un locale a Milano zona navigli. Serata molto normale a parte la noia perché non conosco nessuno dei suoi amici. Ad un certo punto rimaniamo io e lei a parlare. Le do il mio regalo,non ricordo assolutamente cosa fosse, poi non ricordo come parliamo del fatto che settimana successiva sarei dovuto andare a un diciottesimo e che avrei regalato alla mia amica un vibratore, al che lei mi dice -anche io lo voglio un vibratore in regalo- -va bene ma poi lo usi vero?- - certo - - ok te ne regalerò uno-. Non ricordo come finì la conversazione,la serata trascorse e me ne tornai a casa.
Passano mesi,arrivano le vacanze di natale ,io vado a fare capodanno a budapest con gli amici. Il 3 gennaio mentre sto guidando da sei ore di fila, sveglio da 24 in direzione milano, partito da budapest, mentre le altre 4 merde dei miei amici dormono dal km 0, mi chiama lei ‘ciao, i miei non sono andati in montagna queste vacanze e quindi la casa è vuota. Ho invitato un po’di gente del gruppo,vieni anche tu?- - guarda sto tornando ora da budapest e sono sfondato,grazie per l’invito ma passo.- . Arrivo a casa la sera, mi ripiglio e la mattina dopo sono bello pimpante e mi viene voglia di salire. Decido di fare a tutti una sorpresa e di non avvisare. Parto e mentre attraverso la città per andare a prendere l’autostrada passo davanti a un sexy shop e mi ricordo della promessa di settembre. Scendo e compro un vibratore. Cerco una cosa che sia plausibile, non una roba mastodontica per fare il coglione, qualcosa che poi usi per davvero. Ne prendo uno nero che sarà stato sui 20/22 cm e abbastanza largo. Mi rimetto in macchina, qualche ora di viaggio e arrivo. Fuori da casa di Alessandra c’è solo la sua auto. Busso, arriva lei ad aprire, rimane sorpresa ma felice, mi abbraccia e mi ringrazia per la sorpresa. Entro e non c’è nessuno. – Alla fine mi hanno paccata tutti, sei fortunato che sia venuta comunque da sola-. Prepariamo il pranzo e la giornata trascorre tranquilla. Una passeggiata il pomeriggio, la cena e qualche chiacchiera sul divano con una birra dopo cena. Andiamo a dormire tutti e due nel letto matrimoniale dei suoi ma non succede assolutamente nulla. La mattina mi sveglio prima e quando mi accorgo che anche lei si sta svegliando vado a prendere in borsa il suo regalo. -buongiorno, ieri mi sono scordato di darti un pensierino che ti ho preso- le do il sacchetto, lei lo apre e scoppia a ridere – scemo! Ahahah… però non male le dimensioni- rido un po’ anche io poi cambio tono come avevo fatto in estate, la guardo e dico – provalo-, lei un po’imbarazzata – magari stasera quando faccio la doccia- - no, provalo ora, voglio sapere se il regalo ti piace sennò te lo devo cambiare-. Silenzio per qualche secondo, lei capisce che ora sto facendo sul serio e lo fa anche lei. -ok- dice – ha già le pile?- -ovvio-. Accende il vibratore e se lo porta sotto le coperte. La sento un po’armeggiare e anche se non vedo capisco che si è abbassata i pantaloni del pigiama. Dopo qualche secondo la vedo sorridere. Ci guardiamo a vicenda, io non le stacco gli occhi di dosso. I suoi sorrisi poco alla volta diventano smorfie. Si sente solo il rumore del vibratore. Inizia a gemere, poi ansimare sempre più forte. Io mi godo lo spettacolo. Non vedere il suo corpo mi permette di concentrarmi sul suo viso, di gustare ogni minima espressione facciale. Lo trovo molto eccitante. Dopo qualche minuto inizia ad ansimare molto forte e muovere il corpo sotto le coperte. Esplode in un orgasmo pieno di piacere. Si stende sul letto e la lascio lì a riposare mentre vado a preparare la colazione. La giornata trascorre normale, la sera puliamo casa e dandoci appuntamento alle vacanze estive ognuno dei due riparte verso casa.
Arriva l’estate, solito schema esami e poi vacanze. Vado su, passiamo quasi un mese insieme, non succede nulla. L’ultimo sabato sera c’è una festa in un’area fuori dal paese. Andiamo, ci divertiamo e beviamo molto. Alla fine della nostra compagnia io e lei siamo gli ultimi ad andarsene. Ci incamminiamo insieme, ci aspettano una ventina di minuti a piedi fino al centro del paese. Ad un certo punto mi dice che deve pisciare. Ci fermiamo in un area picnic e cerchiamo una zona con degli alberi. Ne approfitto anche io e tutti e due ci mettiamo a pisciare. Ovviamente essendo maschietto sono più rapido e mi metto in un altro punto ad aspettarla. Non mi accorgo che da li avrei potuto vederla perfettamente ma io proprio non ci pensavo e guardavo da un’altra parte. Quando però lei finisce di sistemarsi e si alza mi guarda – ehi ma mi stavi guardando- - ma figurati che dici non ti stavo guardando- - ma come no sei dritto davanti a me- - ma cosa vuoi che mi freghi vederti pisciare. Senti non ti nascondo che non mi dispiacerebbe avere un altro rapporto ravvicinato con la tua figa ma onestamente non mentre pisci, non ho queste perversioni-. Lei li si mette a ridere. – e che tipo di rapporto vorresti?-. Mi avvicino – uno dove la tua fighetta accoglie il mio cazzo- - e perché non c’è mai stato finora questo rapporto?- - me lo sto proprio chiedendo- le rispondo e iniziamo a baciarci. Le mani scorrono veloci, abbiamo aspettato senza sapere perché 10 anni per questo momento. Tutti e due impazziamo dalla voglia . Le abbasso pantaloni e mutandine e la metto seduta su un tavolino in legno dell’areapicnic. Mi abbasso i pantaloni, tiro fuori il cazzo e glielo infilo dentro. Iniziamo a scopare con una foga pazzesca. Lei gode in modo molto rumoroso. Ansima, gridacchia, mi dice di non fermarmi che ne vuole ancora. Qualche minuto, si stacca e mi fa sdraiare sul tavolino. Sale sopra e inizia a cavalcarmi. Le infilo le mani sotto la giacca, cerco le sue tette, le trovo, sono belle sode come le ho sempre immaginate. Lei sta per esplodere, mette le mani in testa, si tiene i capelli e dimena tutto il corpo su di me. Un sussulto e un urlo di godimento nel silenzio totale della notte. Si toglie, la prendo e la faccio mettere a pecorina con le mani appoggiate al tavolo. Spingo il cazzo dentro e inizio a scoparla. Scivola dentro con semplicità ma non senza piacere. – posso venirti dentro?- - si -. Ricomincia a godere anche lei ma non mi interessa, è il mio momento ora. La scopo a pecora violentemente finché non le esplode dentro. Resto lì fermo un paio di minuti. Esco, mi sistemo, prendo dei fazzoletti dalla borsa di lei e glieli porgo. Anche lei si sistema. Torniamo a casa, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima vacanza. I suoi genitori non hanno più preso la casa in affitto dopo quella vacanza. Quella in realtà fu l’ultima volta che io e Alessandra ci vedemmo.
Quello che farò sarà raccontare, diviso per ambiente del racconto e per ragazza le mie esperienze dall’adolescenza fino a prima di incontrare mia moglie.
Le esperienze sono un buon numero e quindi racconterò qui quelle più significative. Diciamo che da quel punto di vista la fortuna mi ha baciato bene. Sono sempre stato un bel ragazzo e anche economicamente mi è sempre andata bene ed inutile negare che anche questo non conti. A 18 anni i miei amici andavano a prendere le fidanzate con la punto scassata usata di 15 anni, io con la mini Cooper nuova regalatami dal papà. Inoltre in quegli anni avevo una vera e propria passione per il sesso. Rifiutavo qualunque storia seria e cercavo sempre di trovarmi nella situazione per poter scopare. Insomma complici diversi fattori di ragazza ne ho avute.
I racconti saranno assolutamente reali, cambierò ovviamente i nomi delle protagoniste ed i luoghi dove si svolgono. Ma per il resto tutto vero. Non troverete qui scopate da film porno ne santarelline che in 10 giorni si trasformano nelle peggio battone e fanno di tutto.
Vedendo le obiezioni fatte in altri thread metto le mani avanti. Ovviamente non posso ricordare a memoria i dialoghi mi sembra chiaro, ricordo però molto bene il senso di tante cose e quindi riscriverò dialoghi plausibili sulla base dei miei ricordi. Si, tra i 18 e i 28 anni mi sono fatto un sacco di ragazze, i motivi li ho spiegati. Se qualcuno ha avuto esperienze diverse non vuol dire che racconto palle.
Detto questo iniziamo.
VOLUME 1 – IL PAESINO IN MONTAGNA
Sin da bambino tutti gli anni trascorro buona parte delle vacanze in un paesino di montagna dove i miei genitori prendono una casa in affitto. In questo primo volume racconterò le principali esperienze avute li.
CAPITOLO 1 – ALESSANDRA
All’epoca dei fatti Alessandra aveva 21/22 anni. Una ragazza nella norma, carina ma nulla di più. Alta circa 165, capelli lisci castano chiaro tendenti al rossiccio, occhi verdi e lentiggini che si sposavano con la sua carnagione molto chiara. Da tanti era soprannominata ‘mozzarella’. Fisico molto molto magro su cui la sua terza di seno faceva un figurone. Entrambi trascorrevamo le vacanze in quel paesino sin da bambini. Verso i 12/13 anni ci eravamo trovati nella stessa compagnia e da allora era nata una bella amicizia estiva. Si esatto, una amicizia: dieci anni dopo, dieci anni di vacanze insieme, tra me e Alessandra non era successo assolutamente nulla.
Alessandra era una ragazza molto alla mano, simpatica e la nostra amicizia era molto libera anche nel prenderci in giro. Battutine a sfondo sessuale tra me e lei erano all’ordine del giorno, un giochino tra amici che si rispettano e scherzano.
Fatte le premesse andiamo al dunque. Classica estate degli anni dell’Università. Finisco gli esami e alla prima settimana di agosto mi fiondo in vacanza in montagna. Come sempre ritrovo tutta la mia compagnia compresa Alessandra. Le giornate passano normalmente. Io e Alessandra stiamo molto insieme ma era nella normalità. Non saprei spiegarlo, l’attrazione tra me e lei era evidente a tutti, anche a noi stessi, eppure complice poi qualche sua estate da fidanzata, non si era mai concretizzata in nulla.
Al paesino la sera non c’era molto da fare. Tutte le sere ci si trovava intorno al tavolo da biliardo del bar del paese con qualche birra e come sempre anche quella sera eravamo lì. Stavamo giocando una partita, io e Alessandra contro altri due amici. Lei indossava pantaloni rossi aderenti e un maglioncino grigio con collo a V che metteva spesso sapendo che risaltava il suo seno. Mentre giochiamo parte qualche classico siparietto di battutine tra noi che oggi onestamente non ricordo, fatto sta che ad un certo punto lei sta mirando per fare un colpo molto difficile, io la guardo e le dico -ale se metti questo- e con le dita della mano faccio una V e ci passo due volte la lingua in mezzo. Lei mi guarda e mi dice – Fra, se vinciamo la partita- chiude la mano a pugno e le fa fare su e giù vicino alla sua bocca. In realtà quello era uno spingerci oltre. Fino ad allora ci eravamo sempre fatti battute ma mai con una gestualità così esplicita. A me era partita così senza pensarci e la sua risposta mi aveva colpito. Improvvisamente ero conscio di una cosa che in realtà avevo sempre saputo ma non so perché non mi ero mai impegnato perché accadesse. Volevo scoparmela.
Lei sbaglia il colpo e perdiamo pure la partita. Poco male. Le chiedo se viene con me a fumarsi una sigaretta, mi dice di sì. Mettiamo le giacche (la sera in pieno agosto li si arriva tranquillamente a 7/8 gradi) e usciamo dal locale. Piove e cazzo li non c’è una tettoia. C’è un centinaio di metri più avanti all’ingresso di un negozio appartato che da su un parcheggio poco frequentato. Con le giacche sulla testa corriamo fin lì. Ci fumiamo sta sigaretta e io a un certo punto riprendo i nostri toni da battutine sessuali – beh quando vuoi quella leccata di figa fammelo sapere- - ma ho sbagliato il colpo- - vabbè ma non era vincolato al colpo- - Ah ok, beh neanche il mio pompino era vincolato alla vittoria- -beh allora fammelo ora- quest’ultima gliela dico cambiando tono,senza più il nostro classico fare scherzoso. La vedo irrigidirsi un attimo , poi con fare di sfida come a dire ‘adesso ti dimostrò che mi stai prendendo in giro e lo so’ mi fa – prima tu-. Le dico – va bene, appoggiati al muro e mettiti un po’a pecorina- . Lei, secondo me pensando di essere ancora nell’ambito dello scherzo ride ed esegue mettendo in mostra il suo bel culo. Le appoggio una mano sul sedere e glielo tasto,lei continua a ridacchiare, con le mani le cingo la vita da dietro e le slacciò il bottone dei pantaloni, le abbasso la cerniera. Continua a ridacchiare come fosse ancora tutto uno scherzo. È solo quando con un colpo secco le abbasso i pantaloni alle ginocchia lasciandole il culo all’aria che si irrigidisce di nuovo,smette di ridacchiare e realizza che lo sto facendo per davvero. Non dice nulla e non fa nulla per fermarmi. Indossa un perizoma nero. Mi inginocchio, le allargo le gambe e le faccio scivolare alle ginocchia anche il perizoma. La figa ha qualche pelo ben curato e sembra già leggermente umida. Avvicino la bocca e inizio a divorarla. Con la lingua passo dal clitoride fino quasi all’ano più volte. Lei inizia a gemere. Le affondo la lingua dentro e inizio a limonare con la sua figa. Lei geme forte, mi preoccupo che qualcuno possa sentire, poi mi dico ' di qui non passa mai nessuno, saremmo mica noi così sfigati’. La lavoro con la bocca per qualche minuto. Lei muove su e giù il bacino per godere ancora di più fino ad esplodere in un orgasmo che cerca, con scarsi risultati, di rendere silenzioso. Finito mi rialzo. Lei si gira e si tira su perizoma e pantaloni, io le sorrido – tocca a te-. Ora è lei che mi accompagna ad appoggiarmi al muro. Si inginocchia, mi slaccia i pantaloni e insieme ai boxer li abbassa. In un secondo è già con il mio cazzo in bocca. Lo lavora bene, ‘è brava a spompinare’ penso. Dopo qualche minuto sto già per venire così mi ricordo di una volta in cui anni prima mi aveva confessato che odiava i ragazzi che le venivano in bocca senza chiederle prima se potevano. Così quando sento l’orgasmo arrivare… senza dirle un cazzo le prendo la testa e spingo tenendola ferma mentre le inondo la bocca di sperma. Tiro fuori il cazzo, la guardo, lei alza lo sguardo verso di me e mi fa chiaramente vedere che ingoia, poi mi dice -sei uno stronzo-. Rido e la aiuto a rialzarsi, mi aggiusto boxer e pantaloni e come niente fosse torniamo al locale. La vacanza prosegue ma non succede più nulla.
Arriva settembre, è il compleanno di Alessandra e mi invita a festeggiare in un locale a Milano zona navigli. Serata molto normale a parte la noia perché non conosco nessuno dei suoi amici. Ad un certo punto rimaniamo io e lei a parlare. Le do il mio regalo,non ricordo assolutamente cosa fosse, poi non ricordo come parliamo del fatto che settimana successiva sarei dovuto andare a un diciottesimo e che avrei regalato alla mia amica un vibratore, al che lei mi dice -anche io lo voglio un vibratore in regalo- -va bene ma poi lo usi vero?- - certo - - ok te ne regalerò uno-. Non ricordo come finì la conversazione,la serata trascorse e me ne tornai a casa.
Passano mesi,arrivano le vacanze di natale ,io vado a fare capodanno a budapest con gli amici. Il 3 gennaio mentre sto guidando da sei ore di fila, sveglio da 24 in direzione milano, partito da budapest, mentre le altre 4 merde dei miei amici dormono dal km 0, mi chiama lei ‘ciao, i miei non sono andati in montagna queste vacanze e quindi la casa è vuota. Ho invitato un po’di gente del gruppo,vieni anche tu?- - guarda sto tornando ora da budapest e sono sfondato,grazie per l’invito ma passo.- . Arrivo a casa la sera, mi ripiglio e la mattina dopo sono bello pimpante e mi viene voglia di salire. Decido di fare a tutti una sorpresa e di non avvisare. Parto e mentre attraverso la città per andare a prendere l’autostrada passo davanti a un sexy shop e mi ricordo della promessa di settembre. Scendo e compro un vibratore. Cerco una cosa che sia plausibile, non una roba mastodontica per fare il coglione, qualcosa che poi usi per davvero. Ne prendo uno nero che sarà stato sui 20/22 cm e abbastanza largo. Mi rimetto in macchina, qualche ora di viaggio e arrivo. Fuori da casa di Alessandra c’è solo la sua auto. Busso, arriva lei ad aprire, rimane sorpresa ma felice, mi abbraccia e mi ringrazia per la sorpresa. Entro e non c’è nessuno. – Alla fine mi hanno paccata tutti, sei fortunato che sia venuta comunque da sola-. Prepariamo il pranzo e la giornata trascorre tranquilla. Una passeggiata il pomeriggio, la cena e qualche chiacchiera sul divano con una birra dopo cena. Andiamo a dormire tutti e due nel letto matrimoniale dei suoi ma non succede assolutamente nulla. La mattina mi sveglio prima e quando mi accorgo che anche lei si sta svegliando vado a prendere in borsa il suo regalo. -buongiorno, ieri mi sono scordato di darti un pensierino che ti ho preso- le do il sacchetto, lei lo apre e scoppia a ridere – scemo! Ahahah… però non male le dimensioni- rido un po’ anche io poi cambio tono come avevo fatto in estate, la guardo e dico – provalo-, lei un po’imbarazzata – magari stasera quando faccio la doccia- - no, provalo ora, voglio sapere se il regalo ti piace sennò te lo devo cambiare-. Silenzio per qualche secondo, lei capisce che ora sto facendo sul serio e lo fa anche lei. -ok- dice – ha già le pile?- -ovvio-. Accende il vibratore e se lo porta sotto le coperte. La sento un po’armeggiare e anche se non vedo capisco che si è abbassata i pantaloni del pigiama. Dopo qualche secondo la vedo sorridere. Ci guardiamo a vicenda, io non le stacco gli occhi di dosso. I suoi sorrisi poco alla volta diventano smorfie. Si sente solo il rumore del vibratore. Inizia a gemere, poi ansimare sempre più forte. Io mi godo lo spettacolo. Non vedere il suo corpo mi permette di concentrarmi sul suo viso, di gustare ogni minima espressione facciale. Lo trovo molto eccitante. Dopo qualche minuto inizia ad ansimare molto forte e muovere il corpo sotto le coperte. Esplode in un orgasmo pieno di piacere. Si stende sul letto e la lascio lì a riposare mentre vado a preparare la colazione. La giornata trascorre normale, la sera puliamo casa e dandoci appuntamento alle vacanze estive ognuno dei due riparte verso casa.
Arriva l’estate, solito schema esami e poi vacanze. Vado su, passiamo quasi un mese insieme, non succede nulla. L’ultimo sabato sera c’è una festa in un’area fuori dal paese. Andiamo, ci divertiamo e beviamo molto. Alla fine della nostra compagnia io e lei siamo gli ultimi ad andarsene. Ci incamminiamo insieme, ci aspettano una ventina di minuti a piedi fino al centro del paese. Ad un certo punto mi dice che deve pisciare. Ci fermiamo in un area picnic e cerchiamo una zona con degli alberi. Ne approfitto anche io e tutti e due ci mettiamo a pisciare. Ovviamente essendo maschietto sono più rapido e mi metto in un altro punto ad aspettarla. Non mi accorgo che da li avrei potuto vederla perfettamente ma io proprio non ci pensavo e guardavo da un’altra parte. Quando però lei finisce di sistemarsi e si alza mi guarda – ehi ma mi stavi guardando- - ma figurati che dici non ti stavo guardando- - ma come no sei dritto davanti a me- - ma cosa vuoi che mi freghi vederti pisciare. Senti non ti nascondo che non mi dispiacerebbe avere un altro rapporto ravvicinato con la tua figa ma onestamente non mentre pisci, non ho queste perversioni-. Lei li si mette a ridere. – e che tipo di rapporto vorresti?-. Mi avvicino – uno dove la tua fighetta accoglie il mio cazzo- - e perché non c’è mai stato finora questo rapporto?- - me lo sto proprio chiedendo- le rispondo e iniziamo a baciarci. Le mani scorrono veloci, abbiamo aspettato senza sapere perché 10 anni per questo momento. Tutti e due impazziamo dalla voglia . Le abbasso pantaloni e mutandine e la metto seduta su un tavolino in legno dell’areapicnic. Mi abbasso i pantaloni, tiro fuori il cazzo e glielo infilo dentro. Iniziamo a scopare con una foga pazzesca. Lei gode in modo molto rumoroso. Ansima, gridacchia, mi dice di non fermarmi che ne vuole ancora. Qualche minuto, si stacca e mi fa sdraiare sul tavolino. Sale sopra e inizia a cavalcarmi. Le infilo le mani sotto la giacca, cerco le sue tette, le trovo, sono belle sode come le ho sempre immaginate. Lei sta per esplodere, mette le mani in testa, si tiene i capelli e dimena tutto il corpo su di me. Un sussulto e un urlo di godimento nel silenzio totale della notte. Si toglie, la prendo e la faccio mettere a pecorina con le mani appoggiate al tavolo. Spingo il cazzo dentro e inizio a scoparla. Scivola dentro con semplicità ma non senza piacere. – posso venirti dentro?- - si -. Ricomincia a godere anche lei ma non mi interessa, è il mio momento ora. La scopo a pecora violentemente finché non le esplode dentro. Resto lì fermo un paio di minuti. Esco, mi sistemo, prendo dei fazzoletti dalla borsa di lei e glieli porgo. Anche lei si sistema. Torniamo a casa, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima vacanza. I suoi genitori non hanno più preso la casa in affitto dopo quella vacanza. Quella in realtà fu l’ultima volta che io e Alessandra ci vedemmo.