Esperienza reale Le mie memorie

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 1 – MARA

Quella con Mara rappresenta una delle mie ultime avventure prima di incontrare mia moglie e diciamo mettere la testa a posto. Ormai ho 27 anni, l’università è finita e da un paio di anni lavoro.

Dopo tante esperienze mi viene questa voglia improvvisa di scopare con una donna più grande di me. Ripensandoci oggi, penso che rendendomi conto ormai di essere più vicino ai 30 che ai 20 nel mio inconscio sentivo che questo tipo di esperienza, giovane con milf, mi mancava e che non avevo più molto tempo per farla.

Mi iscrivo a un sito di incontri. Di signore/donne adulte ce n’è davvero un bel po’, con qualcuna chatto con altre arriviamo a scambiarci foto, scopro un mondo di porche allucinanti che non avrei mai immaginato, ma nessuna comunque mi colpisce finché un giorno entro in contatto con Mara.

Quello che mi stupisce e la rende interessante e che pur essendo su un sito di incontri, per intere settimane svia qualunque mio tentativo di parlare di sesso, spostando sempre le discussioni sulla storia personale, i sentimenti, le idee, i sogni, i desideri. Io mi lascio andare e mi confesso su diverse cose, lei fa lo stesso e dopo qualche settimana iniziamo a conoscerci bene.

Le conversazioni sono veramente piacevoli, lei è intelligente e acuta e psicologicamente mi attrae molto. Iniziamo a conoscerci meglio anche da un punto di vista intimo.

Io le racconto delle mie avventure, del fatto che penso di essere un po’dipendente dal sesso e che non sento il desiderio di impegnarmi in una relazione.

Lei mi racconta di avere 42 anni, di essersi sposata giovanissima a 24 e che dopo una vita insieme e una figlia, 4 anni prima aveva beccato il marito con un’altra. Lei sarebbe anche stata disposta a perdonarlo ma lui aveva colto l’occasione al balzo per andarsene di casa e chiedere il divorzio. Dopo un po’che siamo più intimi mi confessa anche che sono più di 4 anni, da quando si è lasciata con il marito, che non fa sesso.

Vive a Modena e poiché non siamo troppo lontani decidiamo una sera di uscire a cena per conoscerci di persona.

Nella sua foto profilo si vede solo il viso. Chiaramente quello di una donna adulta, ma carino e con uno sguardo dolce che mi colpì. Aveva capelli alla schiena, lisci e scuri, occhi verdi, carnagione molto chiara e un po’di lentiggini.

Arriva la serata circa verso fine aprile, io mi faccio bello, mi presento a Modena con la mia auto sportiva. Quando lei arriva sembriamo due mondi opposti. Lei molto sobria e basso profilo, pantaloni neri e una camicetta semplicissima. Fisicamente non mi fa un grande effetto, bassetta circa 1,60 e anche un po’ tonda.

Non ci penso più però quando ci sediamo a tavola e la conversazione dal vivo è piacevole e interessante com’era in chat. Quando arriva la carta dei vini ci si fionda sopra dicendomi di essere per hobby una sommelier.

La serata passa veramente piacevole. Ci vediamo una seconda volta e una terza in maggio sempre per cena/aperitivo.

Programmiamo un quarto incontro verso metà giugno. Quando arrivo mi aspetta già sotto casa sua e sta discutendo animatamente al telefono.

Dopo qualche minuto arriva in macchina e scoppia a piangere raccontandomi che il marito le sta creando un sacco di problemi, screditandola con la figlia (che aveva circa 12 anni) e che le aveva detto l’intenzione di provare ad ottenere che la bambina vivesse con lui.

Io la consolo e mi piange il cuore a vederla così male. Riesco a tranquillizzarla dicendole che le madri sono tutelate, che nessun giudice le avrebbe mai tolto la bambina senza prove evidenti che qualcosa di pesante non andava e che lei era una brava mamma e non doveva preoccuparsi.

Si riprende ma durante la cena è comunque giù. Mi dice che essere una mamma sola è pesante, che sente sempre tutto sulle spalle e che da tempo non riesce più a trovare del tempo per se. Non so che dire e così senza pensarci le dico -senti io non ho molti impegni per quest’estate. Perché non ci facciamo una vacanza insieme?- . Lei tergiversa poi ci salutiamo e io torno a Milano.

Due giorni dopo però mi scrive dicendomi di averci pensato e che le sarebbe piaciuto. Mi dice di avere una settimana libera a fine luglio in cui la figlia sarà con i nonni. Io sono libero e così senza pensarci troppo le dico che mi andava bene.

Memore di dell'esperienza di un anno prima (anzi L’ESPERIENZA, la settimana sessualmente migliore dalla mia vita e che ho deciso di scrivere come ultimissimo racconto quando questo thread finirà) le propongono di andare in Croazia. Lei mi dice di non esserci mai stata ma si fida di me.

Seleziono un’isola chiamata dugi otok che le guide descrivono come ancora incontaminata e poco frequentata. Mi sembra il posto giusto per noi. Prenoto un appartamentino piccolo ma confortevole con vista mare e una spiaggetta appena sotto raggiungibile a piedi.

Arriva così la domenica della partenza. Lei arriva in treno prestissimo a Milano, io la prendo in stazione e partiamo. Il viaggio è molto lungo ma con lei tutto sommato passa. Parliamo di tantissime cose e approfondiamo la conoscenza.

Al tramonto arriviamo a Zara e ci imbarchiamo. Arriviamo a dugi otok che è ormai buio. Fatichiamo parecchio a trovare la casa che abbiamo affittato. L’isola sembra completamente priva di centri abitati e indicazioni.

Quando troviamo l’appartamento veniamo accolti da un anziano signore che non parla una parola di inglese e si spiega a gesti.

È molto tardi, sistemiamo le valigie e ceniamo al volo.

Dopo cena la vedo un po’imbarazzata. Stavo bene con lei e non mi rendevo conto della situazione. Alla fine avevamo parlato tantissimo in quei mesi ma passato poco tempo fisicamente insieme. Ora improvvisamente ci trovavamo li, a passare una settimana al mare insieme, in un piccolo appartamento con solo un letto matrimoniale.

Al momento di andare a letto cerco di essere molto disinvolto per metterla a sua agio. Mi spoglio lì rimanendo in boxer, vado in bagno a darmi una sciacquata e mi infilo nel letto.

Lei prende le sue cose da bagno e si chiude dentro per un po’. Ne esce con un pigiama estivo semplicissimo, com’era sempre lei, maglietta viola e pantalone che arrivava sotto il ginocchio bianco.

Si mette anche lei a letto e spegniamo la luce. Sono tranquillo. Vedremo cosa porterà questa vacanza.
 

leofuoco

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Pensa comunque che da lì esce un bambino e come misura è ben più che due cazzi.
Non mi riferivo alle misure... :)
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CAPITOLO 2 – SEZIONE 1 – MARA

Quella con Mara rappresenta una delle mie ultime avventure prima di incontrare mia moglie e diciamo mettere la testa a posto. Ormai ho 27 anni, l’università è finita e da un paio di anni lavoro.

Dopo tante esperienze mi viene questa voglia improvvisa di scopare con una donna più grande di me. Ripensandoci oggi, penso che rendendomi conto ormai di essere più vicino ai 30 che ai 20 nel mio inconscio sentivo che questo tipo di esperienza, giovane con milf, mi mancava e che non avevo più molto tempo per farla.

Mi iscrivo a un sito di incontri. Di signore/donne adulte ce n’è davvero un bel po’, con qualcuna chatto con altre arriviamo a scambiarci foto, scopro un mondo di porche allucinanti che non avrei mai immaginato, ma nessuna comunque mi colpisce finché un giorno entro in contatto con Mara.

Quello che mi stupisce e la rende interessante e che pur essendo su un sito di incontri, per intere settimane svia qualunque mio tentativo di parlare di sesso, spostando sempre le discussioni sulla storia personale, i sentimenti, le idee, i sogni, i desideri. Io mi lascio andare e mi confesso su diverse cose, lei fa lo stesso e dopo qualche settimana iniziamo a conoscerci bene.

Le conversazioni sono veramente piacevoli, lei è intelligente e acuta e psicologicamente mi attrae molto. Iniziamo a conoscerci meglio anche da un punto di vista intimo.

Io le racconto delle mie avventure, del fatto che penso di essere un po’dipendente dal sesso e che non sento il desiderio di impegnarmi in una relazione.

Lei mi racconta di avere 42 anni, di essersi sposata giovanissima a 24 e che dopo una vita insieme e una figlia, 4 anni prima aveva beccato il marito con un’altra. Lei sarebbe anche stata disposta a perdonarlo ma lui aveva colto l’occasione al balzo per andarsene di casa e chiedere il divorzio. Dopo un po’che siamo più intimi mi confessa anche che sono più di 4 anni, da quando si è lasciata con il marito, che non fa sesso.

Vive a Modena e poiché non siamo troppo lontani decidiamo una sera di uscire a cena per conoscerci di persona.

Nella sua foto profilo si vede solo il viso. Chiaramente quello di una donna adulta, ma carino e con uno sguardo dolce che mi colpì. Aveva capelli alla schiena, lisci e scuri, occhi verdi, carnagione molto chiara e un po’di lentiggini.

Arriva la serata circa verso fine aprile, io mi faccio bello, mi presento a Modena con la mia auto sportiva. Quando lei arriva sembriamo due mondi opposti. Lei molto sobria e basso profilo, pantaloni neri e una camicetta semplicissima. Fisicamente non mi fa un grande effetto, bassetta circa 1,60 e anche un po’ tonda.

Non ci penso più però quando ci sediamo a tavola e la conversazione dal vivo è piacevole e interessante com’era in chat. Quando arriva la carta dei vini ci si fionda sopra dicendomi di essere per hobby una sommelier.

La serata passa veramente piacevole. Ci vediamo una seconda volta e una terza in maggio sempre per cena/aperitivo.

Programmiamo un quarto incontro verso metà giugno. Quando arrivo mi aspetta già sotto casa sua e sta discutendo animatamente al telefono.

Dopo qualche minuto arriva in macchina e scoppia a piangere raccontandomi che il marito le sta creando un sacco di problemi, screditandola con la figlia (che aveva circa 12 anni) e che le aveva detto l’intenzione di provare ad ottenere che la bambina vivesse con lui.

Io la consolo e mi piange il cuore a vederla così male. Riesco a tranquillizzarla dicendole che le madri sono tutelate, che nessun giudice le avrebbe mai tolto la bambina senza prove evidenti che qualcosa di pesante non andava e che lei era una brava mamma e non doveva preoccuparsi.

Si riprende ma durante la cena è comunque giù. Mi dice che essere una mamma sola è pesante, che sente sempre tutto sulle spalle e che da tempo non riesce più a trovare del tempo per se. Non so che dire e così senza pensarci le dico -senti io non ho molti impegni per quest’estate. Perché non ci facciamo una vacanza insieme?- . Lei tergiversa poi ci salutiamo e io torno a Milano.

Due giorni dopo però mi scrive dicendomi di averci pensato e che le sarebbe piaciuto. Mi dice di avere una settimana libera a fine luglio in cui la figlia sarà con i nonni. Io sono libero e così senza pensarci troppo le dico che mi andava bene.

Memore di dell'esperienza di un anno prima (anzi L’ESPERIENZA, la settimana sessualmente migliore dalla mia vita e che ho deciso di scrivere come ultimissimo racconto quando questo thread finirà) le propongono di andare in Croazia. Lei mi dice di non esserci mai stata ma si fida di me.

Seleziono un’isola chiamata dugi otok che le guide descrivono come ancora incontaminata e poco frequentata. Mi sembra il posto giusto per noi. Prenoto un appartamentino piccolo ma confortevole con vista mare e una spiaggetta appena sotto raggiungibile a piedi.

Arriva così la domenica della partenza. Lei arriva in treno prestissimo a Milano, io la prendo in stazione e partiamo. Il viaggio è molto lungo ma con lei tutto sommato passa. Parliamo di tantissime cose e approfondiamo la conoscenza.

Al tramonto arriviamo a Zara e ci imbarchiamo. Arriviamo a dugi otok che è ormai buio. Fatichiamo parecchio a trovare la casa che abbiamo affittato. L’isola sembra completamente priva di centri abitati e indicazioni.

Quando troviamo l’appartamento veniamo accolti da un anziano signore che non parla una parola di inglese e si spiega a gesti.

È molto tardi, sistemiamo le valigie e ceniamo al volo.

Dopo cena la vedo un po’imbarazzata. Stavo bene con lei e non mi rendevo conto della situazione. Alla fine avevamo parlato tantissimo in quei mesi ma passato poco tempo fisicamente insieme. Ora improvvisamente ci trovavamo li, a passare una settimana al mare insieme, in un piccolo appartamento con solo un letto matrimoniale.

Al momento di andare a letto cerco di essere molto disinvolto per metterla a sua agio. Mi spoglio lì rimanendo in boxer, vado in bagno a darmi una sciacquata e mi infilo nel letto.

Lei prende le sue cose da bagno e si chiude dentro per un po’. Ne esce con un pigiama estivo semplicissimo, com’era sempre lei, maglietta viola e pantalone che arrivava sotto il ginocchio bianco.

Si mette anche lei a letto e spegniamo la luce. Sono tranquillo. Vedremo cosa porterà questa vacanza.
Meravigloso incipit!
 
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CAPITOLO 2 – SEZIONE 2 – MARA

Il primo giorno passa molto soft. Ci svegliamo, facciamo colazione all’aperto e ci prepariamo per andare al mare. Decidiamo di scendere alla spiaggetta sotto casa, rimandando al giorno successivo le prime esplorazioni dell’isola.

Lei va in bagno a mettersi il costume e indossa un vestito bianco.

Arrivati alla spiaggia pianto l’ombrellone. La vedo un po’ intimorita. Mi sfilo la maglietta rimanendo in costume. La vedo imbarazzata e la cosa mi diverte. ‘siamo qui io e te al mare ora, anche se sei imbarazzata non puoi più nasconderti mia cara’ penso.

Si sfila il vestito e finalmente rimane in costume. Un classicissimo bikini nero. Mi sembra molto imbarazzata dal suo corpo burroso, penso soprattutto a fronte del fatto che io al contrario all’epoca facevo molta palestra.

Cerco di non guardarla molto e non fare commenti per non metterla a disagio.

Ha la carnagione chiarissima e si un po’di rotolini sui fianchi ma nulla di clamoroso, la definirei morbida non grassa. Inoltre portava una evidente quarta di seno che le dava un suo perché.

Prendiamo il sole, qualche bagno, parliamo molto ma nulla di che. Ceniamo e dopo cena raggiungiamo l’unico vero centro abitato dell’isola dove prendiamo un gelato e poi rincasiamo. Piano piano vedo che anche lei si sta abituando alla situazione e mi sembra sempre più rilassata. Ci mettiamo a letto. La prima giornata è andata.

Martedì mattina partiamo per una spiaggia di cui avevamo letto bene nelle guide. Arrivati al piccolo parcheggio vediamo un cartello che a sinistra indica la spiaggia e un altro rivolto verso destra che indica la spiaggia nudisti.
-andiamo li?-
- non ci pensare nemmeno stupido!-. Scendiamo e passiamo un’altra bella e tranquilla giornata di mare. Non posso non notare che delle poche auto che si fermano al parcheggio la maggior parte delle persone non punta dal nostro lato ma verso la spiaggia nudisti.

Torniamo a casa, ceniamo e la sera usciamo sempre nel piccolo centro abitato dell’isola. Stavolta ci sediamo e prendere qualcosa da bere.

È lei che ad un certo punto mi dice
– hai notato quanta gente andava alla spiaggia nudisti?-
- si, in effetti la Croazia è abbastanza conosciuta per questo-
- ah non lo sapevo, confessa l’hai fatto apposta a portarmi qui!-
-no apposta no, però in effetti in passato ho fatto nudismo diverse volte e non ho pensato che poteva imbarazzarti una cosa del genere-
- e vorresti farlo in questa vacanza?-
- per me è indifferente però si mi piace stare al mare e sentirmi completamente libero, a te piacerebbe provare?-
- no, non credo, non sarebbe un bel vedere-
-ma che dici, guarda che stai benissimo come sei-
-grazie ma so che menti, ma in queste spiagge io posso venire e tenere il costume?-
- si perché?-
- perché se a te fa piacere farlo non voglio impedirtelo, se posso tenere il costume possiamo anche pensare di andare-.

Ne parliamo ancora un po’ e alla fine decidiamo che il giorno dopo saremmo andati alla stessa spiaggia ma girando a destra, che lei sarebbe rimasta in costume e che se si fosse sentita a disagio ci saremmo spostati nella parte a sinistra.
 
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Captain Achab

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 3 – MARA

La mattina dopo ci svegliamo, colazione, preparativi e arriviamo al parcheggio. Scendiamo dall’auto, punto verso destra, lei un po’titubante mi segue. Scendiamo una scalinata naturale e arriviamo alla spiaggia che in realtà si rivela essere una serie di calette una in fila all’altra. Prendiamo un sentiero e ne dobbiamo passare 3 o 4 prima di trovarne una libera.

Voglio che lei sia a suo agio quindi evito quelle già occupate.

Pianto l’ombrellone e con naturalezza questa volta invece di togliere solo la maglietta sfilo anche il costume rimanendo completamente nudo.

La sua reazione mi fa sorride, cerca di guardare da un'altra parte ma l’occhio continua a caderle sul mio cazzo. Penso ' dopo più di 4 anni che non ne vede uno poverina mi sembra naturale’. Capisce che mi sta palesemente guardando e che io me ne rendo conto e diventa rossissima in viso quasi viola, si agita, balbetta qualcosa.

È molto agitata più di quello che mi sarei aspettato. Mi avvicino e cerco di rassicurarla.
-guarda che è normale che ti venga da guardare. Se facessi tu lo stesso starei in fissa senza vergogna su quelle belle tette che hai!-
lei scoppia a ridere, per un po’ c’è ancora imbarazzo ma piano piano l’atmosfera si distende. Io cerco di comportarmi molto naturalmente, lei di guardarmi in faccia o scruta il paesaggio, ma noto che non perde occasione in cui pensa che io non la veda per andare in fissa sul mio pene.

Dopo un po’facciamo un bagno e lì colgo l’occasione per cercare un primo contatto fisico. Inizio a schizzarla e giocare con l’acqua, rincorrerla, assalirla. Lei sta al gioco e in tutto questo il mio cazzo struscia più volte contro le sue cosce e il suo sedere e a furia di strusciare si indurisce.

Finito il bagno usciamo dall’acqua e io ho il cazzo che è un paletto di marmo. Lei lo vede e in due secondi ritorna completamente viola in volto.

-scusa non me l’aspettavo, è parecchio che non ne vedo uno e così grosso-

-tranquilla dai è normale rilassati, purtroppo non posso farci nulla, dovrai goderti questa vista-.
Entrambi ci mettiamo a ridere.

Passiamo la giornata così in spiaggia e arriviamo a sera. Le calette a fianco alla nostra si svuotano e guardandoci intorno ci siamo solo noi, le dico:
- che facciamo? Mi sembra ora di andare, così non ceniamo tardi e usciamo dopo cena-
- ti va se ci fermiamo ancora una mezz’ora? Voglio provare una cosa ora che non c’è più nessuno-
-va bene ma cosa?-.
Lei mi guarda, uno sguardo che esprime insieme timidezza ma voglia di trasgredire, si slaccia il pezzo sopra del costume, copre i seni con le braccia e lo lascia scivolare a terra. Sorride cercando il mio sguardo, non è più uno sguardo trasgressivo, ma uno che cerca supporto come a chiedere approvazione, incoraggiamento, supporto per un qualcosa che a tanti potrà sembrare banale ma che per lei era abbattere un’alta barriera del suo carattere riservato e di certo lontanissimo dall’esibizionismo. -il mio primo topless-
-per essere veramente in topless devi togliere le braccia che ti coprono-
- una cosa per volta…-.
Rimane un po’cosi poi mi dice
-ok ci sono-
tira un forte respiro e evidentemente sforzandosi abbassa le braccia e le tiene lungo il corpo.

Io rimango imbambolato da quel seno. Non né avevo mai visti così. Di certo non le tette da scultura greca abituato a vedere sulle ragazze di 20/25 anni, ma un seno morbido, pieno. Bianco latte, con due aureole grosse e due capezzoli a spuntone. Il seno di una che aveva allattato e aveva 42 anni, un po’ cadente ma neanche troppo.

Le fisso, lei è imbarazzata.
-Te l’avevo detto che te le avrei fissate!-
lei scoppia a ridere. Sono contento di essere riuscito ancora una volta a distendere l’atmosfera. Prendiamo il sole del tardo pomeriggio per una mezz’oretta e c’è ne torniamo a casa.

Arrivati ci rendiamo conto di essere senza sale in casa. Mi propongo di andare a prenderlo. Lei mi dice che nel mentre farà la doccia così al mio ritorno mentre io mi laverò lei cucinerà.

Maledico la nostra disattenzione, ci eravamo fidati di un barattolino lasciato probabilmente dai precedenti inquilini, poiché per raggiungere il supermercato del centro abitato ci vuole mezz’ora ad andare e altrettanto a tornare. Fortuna vuole che sbaglio strada, passo per un piccolo centro con una decina di case e vedo un piccolo negozio di alimentari dove riesco a comprare il sale. In venti minuti sono a casa, un bel po’di tempo risparmiato rispetto all’ora abbondante stimata all’inizio.

Parcheggio ed entro nella proprietà. Sulla strada si affaccia il retro della casa. Chi l’aveva costruita aveva sapientemente progettato il fronte vista mare. Il piccolo sentiero che dalla strada la costeggia portando all’ingresso passa a fianco alla finestrella del bagno.

Così quando passo mi cade per forza l’occhio. Mara è in piedi nella vasca da bagno che mi dà le spalle. Si sta sciacquando con il doccino che in quel momento è in mezzo alle sue gambe.

Mi basta squadrare meglio la scena per qualche secondo per rendermi conto che col doccino non si sta sciacquando ma si sta masturbando. Mi sento una carogna a spiarla così e cercando di non farmi sentire rientro in casa e mi metto a sedere sul divano.

Dopo qualche minuto la sento gemere, piano, trattenuto ma è un evidente orgasmo. Dopo un quarto d’ora esce dal bagno in accappatoio, quasi si spaventa a trovarmi già lì.
-ma da quanto sei tornato?-
-per fortuna ho trovato una piccolo negozietto sulla strada. Sono stato via solo una ventina di minuti-.
La vedo bloccarsi, il suo cervello stava lavorando a velocità elevatissima, in pochi secondi doveva essersi fatta tutti i calcoli temporali e improvvisamente cominciò come era solita a diventare bordeaux. Io questa volta decisi invece di stemperare la situazione di tirare il carico -si, ti ho sentita mentre ti divertirvi-.
Lei a quel punto diventa viola ed è palesemente agitata. Forse ho sbagliato.
-senti ci sta, non ti devi vergognare, è una cosa che facciamo tutti. Adesso anch’io vado a lavarmi e in doccia mi faccio una bella sega-.
Prendo il mio accappatoio e vado in doccia.

Quando esco la cena è pronta. Lei si è calmata ma è di poche parole. Non capisco se offesa o arrabbiata. Decido di non riaprire l’argomento. Dopo cena mi dice di essere stanca e si mette a dormire. Io mi metto fuori da casa a leggere per un po’ e poi la raggiungo.
 

Bobsteve97

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 3 – MARA

La mattina dopo ci svegliamo, colazione, preparativi e arriviamo al parcheggio. Scendiamo dall’auto, punto verso destra, lei un po’titubante mi segue. Scendiamo una scalinata naturale e arriviamo alla spiaggia che in realtà si rivela essere una serie di calette una in fila all’altra. Prendiamo un sentiero e ne dobbiamo passare 3 o 4 prima di trovarne una libera.

Voglio che lei sia a suo agio quindi evito quelle già occupate.

Pianto l’ombrellone e con naturalezza questa volta invece di togliere solo la maglietta sfilo anche il costume rimanendo completamente nudo.

La sua reazione mi fa sorride, cerca di guardare da un'altra parte ma l’occhio continua a caderle sul mio cazzo. Penso ' dopo più di 4 anni che non ne vede uno poverina mi sembra naturale’. Capisce che mi sta palesemente guardando e che io me ne rendo conto e diventa rossissima in viso quasi viola, si agita, balbetta qualcosa.

È molto agitata più di quello che mi sarei aspettato. Mi avvicino e cerco di rassicurarla.
-guarda che è normale che ti venga da guardare. Se facessi tu lo stesso starei in fissa senza vergogna su quelle belle tette che hai!-
lei scoppia a ridere, per un po’ c’è ancora imbarazzo ma piano piano l’atmosfera si distende. Io cerco di comportarmi molto naturalmente, lei di guardarmi in faccia o scruta il paesaggio, ma noto che non perde occasione in cui pensa che io non la veda per andare in fissa sul mio pene.

Dopo un po’facciamo un bagno e lì colgo l’occasione per cercare un primo contatto fisico. Inizio a schizzarla e giocare con l’acqua, rincorrerla, assalirla. Lei sta al gioco e in tutto questo il mio cazzo struscia più volte contro le sue cosce e il suo sedere e a furia di strusciare si indurisce.

Finito il bagno usciamo dall’acqua e io ho il cazzo che è un paletto di marmo. Lei lo vede e in due secondi ritorna completamente viola in volto.

-scusa non me l’aspettavo, è parecchio che non ne vedo uno e così grosso-

-tranquilla dai è normale rilassati, purtroppo non posso farci nulla, dovrai goderti questa vista-.
Entrambi ci mettiamo a ridere.

Passiamo la giornata così in spiaggia e arriviamo a sera. Le calette a fianco alla nostra si svuotano e guardandoci intorno ci siamo solo noi, le dico:
- che facciamo? Mi sembra ora di andare, così non ceniamo tardi e usciamo dopo cena-
- ti va se ci fermiamo ancora una mezz’ora? Voglio provare una cosa ora che non c’è più nessuno-
-va bene ma cosa?-.
Lei mi guarda, uno sguardo che esprime insieme timidezza ma voglia di trasgredire, si slaccia il pezzo sopra del costume, copre i seni con le braccia e lo lascia scivolare a terra. Sorride cercando il mio sguardo, non è più uno sguardo trasgressivo, ma uno che cerca supporto come a chiedere approvazione, incoraggiamento, supporto per un qualcosa che a tanti potrà sembrare banale ma che per lei era abbattere un’alta barriera del suo carattere riservato e di certo lontanissimo dall’esibizionismo. -il mio primo topless-
-per essere veramente in topless devi togliere le braccia che ti coprono-
- una cosa per volta…-.
Rimane un po’cosi poi mi dice
-ok ci sono-
tira un forte respiro e evidentemente sforzandosi abbassa le braccia e le tiene lungo il corpo.

Io rimango imbambolato da quel seno. Non né avevo mai visti così. Di certo non le tette da scultura greca abituato a vedere sulle ragazze di 20/25 anni, ma un seno morbido, pieno. Bianco latte, con due aureole grosse e due capezzoli a spuntone. Il seno di una che aveva allattato e aveva 42 anni, un po’ cadente ma neanche troppo.

Le fisso, lei è imbarazzata.
-Te l’avevo detto che te le avrei fissate!-
lei scoppia a ridere. Sono contento di essere riuscito ancora una volta a distendere l’atmosfera. Prendiamo il sole del tardo pomeriggio per una mezz’oretta e c’è ne torniamo a casa.

Arrivati ci rendiamo conto di essere senza sale in casa. Mi propongo di andare a prenderlo. Lei mi dice che nel mentre farà la doccia così al mio ritorno mentre io mi laverò lei cucinerà.

Maledico la nostra disattenzione, ci eravamo fidati di un barattolino lasciato probabilmente dai precedenti inquilini, poiché per raggiungere il supermercato del centro abitato ci vuole mezz’ora ad andare e altrettanto a tornare. Fortuna vuole che sbaglio strada, passo per un piccolo centro con una decina di case e vedo un piccolo negozio di alimentari dove riesco a comprare il sale. In venti minuti sono a casa, un bel po’di tempo risparmiato rispetto all’ora abbondante stimata all’inizio.

Parcheggio ed entro nella proprietà. Sulla strada si affaccia il retro della casa. Chi l’aveva costruita aveva sapientemente progettato il fronte vista mare. Il piccolo sentiero che dalla strada la costeggia portando all’ingresso passa a fianco alla finestrella del bagno.

Così quando passo mi cade per forza l’occhio. Mara è in piedi nella vasca da bagno che mi dà le spalle. Si sta sciacquando con il doccino che in quel momento è in mezzo alle sue gambe.

Mi basta squadrare meglio la scena per qualche secondo per rendermi conto che col doccino non si sta sciacquando ma si sta masturbando. Mi sento una carogna a spiarla così e cercando di non farmi sentire rientro in casa e mi metto a sedere sul divano.

Dopo qualche minuto la sento gemere, piano, trattenuto ma è un evidente orgasmo. Dopo un quarto d’ora esce dal bagno in accappatoio, quasi si spaventa a trovarmi già lì.
-ma da quanto sei tornato?-
-per fortuna ho trovato una piccolo negozietto sulla strada. Sono stato via solo una ventina di minuti-.
La vedo bloccarsi, il suo cervello stava lavorando a velocità elevatissima, in pochi secondi doveva essersi fatta tutti i calcoli temporali e improvvisamente cominciò come era solita a diventare bordeaux. Io questa volta decisi invece di stemperare la situazione di tirare il carico -si, ti ho sentita mentre ti divertirvi-.
Lei a quel punto diventa viola ed è palesemente agitata. Forse ho sbagliato.
-senti ci sta, non ti devi vergognare, è una cosa che facciamo tutti. Adesso anch’io vado a lavarmi e in doccia mi faccio una bella sega-.
Prendo il mio accappatoio e vado in doccia.

Quando esco la cena è pronta. Lei si è calmata ma è di poche parole. Non capisco se offesa o arrabbiata. Decido di non riaprire l’argomento. Dopo cena mi dice di essere stanca e si mette a dormire. Io mi metto fuori da casa a leggere per un po’ e poi la raggiungo.
Veramente bellissimo racconto, molto coinvolgente e non forzato. Il più bello tra tutte le esperienze che hai raccontato, magari anche perchè tocca i temi che più mi eccitano. Complimenti.
 
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CAPITOLO 2 – SEZIONE 4 – MARA

La mattina dopo Mara sembra essere di buon umore e a colazione si scusa per il comportamento della sera prima
-mi dispiace, non ce l’avevo con te ma con me stessa, mi sono vergognata e mi sono sentita una stupida-
- guarda che non devi vergognarti, ognuno di noi ha la sua intimità, eri convinta di essere sola, anzi mi spiace, ho sbagliato io, dovevo farmi sentire e avvisarti di essere tornato-.

Chiudiamo lì il discorso e ci prepariamo per andare al mare. Decidiamo di tornare alla spiaggia del giorno prima poiché al di là della parte nudista, quell’insieme di calette era molto intimo e bello.

Scendiamo in spiaggia e dobbiamo passare ben oltre il punto del giorno prima per trovare un posto appartato e libero. Mentre camminiamo, poco prima del punto dove ci fermiamo, noto una grossa pietra a terra sulla quale con spray rosso campeggia la scritta FKK.

Quando ci sistemiamo io sfilo il costume rimanendo nudo. Con mia grande sorpresa e felicità Mara toglie immediatamente il pezzo di sopra rimanendo in topless.
-allora ti stai appassionando?-
- no, non credo faccia per me in generale, diciamo che mi prendo questa vacanza di trasgressione per provare e poi ormai le hai viste-.

Prendiamo un po’di sole, chiacchiere e facciamo un bagno. Quando usciamo io mi metto ad asciugarmi in piedi rivolto al sole e lei si sdraia su un asciugamano.

-Ma non ti dà fastidio il sale del mare e l’umido nelle parti intime-
- guarda le prima volte che l’ho fatto in effetti era un po’ strano ma poi mi sono reso conto che fa parte di quelle sensazioni del contatto del nostro corpo con la natura di cui ormai ci siamo dimenticati, è quasi piacevole perché non provi?-
- non so, poi per noi donne è un po’ diverso, secondo me non è molto igienico-
-magari nelle spiagge di sabbia si, ma qui sui ciottoli che problemi vuoi che ti dia, poi stai sempre sull’asciugamano, dai prova-.
Lei esita e capisco che quindi ci sta pensando per davvero.
– dai prova, in qualunque momento ci metti un secondo a rivestirti-
- mi vergogno troppo veramente-.

La cosa si sta mettendo bene, basta solo una spinta e in pochi secondi mi viene un’idea di come provare a darla, provo a buttare la cosa sullo psicologico.
-Ti vergogni esattamente per cosa?-
-non so il contesto, che tu mi veda nuda-
- secondo me la cosa che ti fa vergogna non è che io ti veda nuda, ma che tu ti vedi nuda davanti a me-
- si può anche essere ma non cambia-
-ti faccio una proposta: ti bendi e ti sfili il costume da bendata. Rimani così quanto vuoi e quando ti senti pronta per vedere la scena te la togli-

Ci pensa un po’, tergiversa, io spingo ma non troppo per non sembrare allupato alla fine dopo un buon 20 minuti che ne parliamo cede alla mia proposta. Rimane seduta su un asciugamano mentre io la bendo con la mia maglietta.

-ecco ora puoi togliere il costume… dai fallo-.
Lei si irrigidisce.
-un attimo, come ieri, perché mi devi forzare? Lo faccio ma lasciami il mio tempo-
-hai ragione scusami ho sbagliato-. Sposto la conversazione su cosa faremo la sera e cosa fare per cena, parliamo per 10 minuti di tutt’altro poi lei inizia a sfilare la mutandina del costume.

Io faccio finta di niente e continuo a parlare come niente fosse. Penso che lei apprezzi molto il mio approccio per metterla a sua agio e prosegue fino a sfilarle totalmente. Si copre il sesso con una mano e tiene le gambe chiuse.

Passa qualche minuto e toglie la mano. Le gambe lentamente diventano meno rigide e le posiziona in maniera naturale, senza cercare il tutti i modi di coprirsi. Finalmente vedo la figa. È depilata alla francese, molto ben curata. La cosa mi eccita un sacco perché una depilazione del genere te la fai se pensi ci siano ottime probabilità di dover rimanere nuda davanti a un uomo. Anche lei quindi è partita con l’idea che qualcosa poteva accadere.

Passa ancora un po’ di tempo e si toglie la benda. I primi minuti c’è un po’ d’imbarazzo che piano piano viene meno, finché non ci distendiamo e andiamo a fare un bagno durante il quale nel corso della classica lotta di spruzzi i nostri corpi nudi si scontrano senza che nessuno dei due possa o voglia sottrarsi al contatto.

Torniamo all’ombrellone, mangiamo con dei panini che avevamo preparato e ci stendiamo. Mara si addormenta a pancia in su. Istintivamente inizio a fissare e studiare ogni centimetro del suo corpo. Dai seni morbidi, ai fianchi, l’inguine depilato, quella morbida e curata striscia di pelo, le cosce piene. Un corpo con i suoi anni, non certo in forma ma a cui in quel momento salterei addosso, che vorrei prendere e dominare.

I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di un’altra coppia che si posiziona a una ventina di metri da noi.

Parlano croato. Sistemano le loro cose e si spogliano completamente. Lui il classico tamarro, super palestrato e pieno di tatuaggi. Lei lo stesso, fisico tirato, tette rifatte tonde e sode, pancia piatta, figa rasata e corpo pieno di tatuaggi. Capelli a caschetto tinti rosso fuoco e piercing a naso, labbro e capezzoli. Non il mio tipo ma in quel momento mi fa comunque sangue.

Vanno a fare un bagno e anche loro iniziano a schizzarsi facendo parecchio rumore. Mara si sveglia e quando si rende conto della situazione si irrigidisce subito, si allunga a prendere il suo costume e si ricopre velocemente. Non dico nulla, non voglio si senta ancora forzata o a disagio. Come se neanche li avessi notati ricomincio a parlare del più e del meno.

Ad un certo punto i due portano in acqua una grossa ciambella gonfiabile. Lui ci si mette dentro e lei si siede divaricando le gambe e stendendole sui bordi della ciambella.

Lei ci da la schiena e non vediamo più lui che è coperto dal corpo di lei. Ci mettiamo però poco a capire che li in mezzo le sta leccando la figa.

Mara mi guarda
– no vabbè non ci credo ma come fai?-
-vabbè dai non c’è nessuno , si stanno divertendo un po’-
-beh ci siamo noi. Ma è normale?-
- in che senso?-
- che in una spiaggia nudista avvengano certe cose-
-guarda dipende molto dai luoghi e da chi li frequenta. Non è all’ordine del giorno però succede. Alla fine il nudismo è fatto un po’ di naturismo e un po’ di esibizionismo secondo me. In ogni caso chi frequenta queste spiagge ha una cultura del sesso e del corpo diversa dalla nostra quindi si, succede di vedere queste scene-.

Escono dall’acqua, si stendono ad asciugarsi e lei si piega su di lui a fargli un pompino. Mara guarda me e loro incredula. Non passa molto prima che la ragazza salga sul ragazzo e i due inizino a scopare in maniera anche rumorosa. Mara per qualche secondo osserva ma poi si gira dall’altra parte .
-no dai ma che vergogna-
io rido
–cosa ridi! Girati dall’altra parte e non guardare-.
Mi giro e smetto di guardare anche se mi sarei gustato lo spettacolo volentieri. Dopo un po’ sentiamo la ragazza ansimare, Mara mi guarda un po’ scocciata
-torniamo a casa-.
Prendiamo le nostre cose e ci avviamo alla macchina.
 

Bobsteve97

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 4 – MARA

La mattina dopo Mara sembra essere di buon umore e a colazione si scusa per il comportamento della sera prima
-mi dispiace, non ce l’avevo con te ma con me stessa, mi sono vergognata e mi sono sentita una stupida-
- guarda che non devi vergognarti, ognuno di noi ha la sua intimità, eri convinta di essere sola, anzi mi spiace, ho sbagliato io, dovevo farmi sentire e avvisarti di essere tornato-.

Chiudiamo lì il discorso e ci prepariamo per andare al mare. Decidiamo di tornare alla spiaggia del giorno prima poiché al di là della parte nudista, quell’insieme di calette era molto intimo e bello.

Scendiamo in spiaggia e dobbiamo passare ben oltre il punto del giorno prima per trovare un posto appartato e libero. Mentre camminiamo, poco prima del punto dove ci fermiamo, noto una grossa pietra a terra sulla quale con spray rosso campeggia la scritta FKK.

Quando ci sistemiamo io sfilo il costume rimanendo nudo. Con mia grande sorpresa e felicità Mara toglie immediatamente il pezzo di sopra rimanendo in topless.
-allora ti stai appassionando?-
- no, non credo faccia per me in generale, diciamo che mi prendo questa vacanza di trasgressione per provare e poi ormai le hai viste-.

Prendiamo un po’di sole, chiacchiere e facciamo un bagno. Quando usciamo io mi metto ad asciugarmi in piedi rivolto al sole e lei si sdraia su un asciugamano.

-Ma non ti dà fastidio il sale del mare e l’umido nelle parti intime-
- guarda le prima volte che l’ho fatto in effetti era un po’ strano ma poi mi sono reso conto che fa parte di quelle sensazioni del contatto del nostro corpo con la natura di cui ormai ci siamo dimenticati, è quasi piacevole perché non provi?-
- non so, poi per noi donne è un po’ diverso, secondo me non è molto igienico-
-magari nelle spiagge di sabbia si, ma qui sui ciottoli che problemi vuoi che ti dia, poi stai sempre sull’asciugamano, dai prova-.
Lei esita e capisco che quindi ci sta pensando per davvero.
– dai prova, in qualunque momento ci metti un secondo a rivestirti-
- mi vergogno troppo veramente-.

La cosa si sta mettendo bene, basta solo una spinta e in pochi secondi mi viene un’idea di come provare a darla, provo a buttare la cosa sullo psicologico.
-Ti vergogni esattamente per cosa?-
-non so il contesto, che tu mi veda nuda-
- secondo me la cosa che ti fa vergogna non è che io ti veda nuda, ma che tu ti vedi nuda davanti a me-
- si può anche essere ma non cambia-
-ti faccio una proposta: ti bendi e ti sfili il costume da bendata. Rimani così quanto vuoi e quando ti senti pronta per vedere la scena te la togli-

Ci pensa un po’, tergiversa, io spingo ma non troppo per non sembrare allupato alla fine dopo un buon 20 minuti che ne parliamo cede alla mia proposta. Rimane seduta su un asciugamano mentre io la bendo con la mia maglietta.

-ecco ora puoi togliere il costume… dai fallo-.
Lei si irrigidisce.
-un attimo, come ieri, perché mi devi forzare? Lo faccio ma lasciami il mio tempo-
-hai ragione scusami ho sbagliato-. Sposto la conversazione su cosa faremo la sera e cosa fare per cena, parliamo per 10 minuti di tutt’altro poi lei inizia a sfilare la mutandina del costume.

Io faccio finta di niente e continuo a parlare come niente fosse. Penso che lei apprezzi molto il mio approccio per metterla a sua agio e prosegue fino a sfilarle totalmente. Si copre il sesso con una mano e tiene le gambe chiuse.

Passa qualche minuto e toglie la mano. Le gambe lentamente diventano meno rigide e le posiziona in maniera naturale, senza cercare il tutti i modi di coprirsi. Finalmente vedo la figa. È depilata alla francese, molto ben curata. La cosa mi eccita un sacco perché una depilazione del genere te la fai se pensi ci siano ottime probabilità di dover rimanere nuda davanti a un uomo. Anche lei quindi è partita con l’idea che qualcosa poteva accadere.

Passa ancora un po’ di tempo e si toglie la benda. I primi minuti c’è un po’ d’imbarazzo che piano piano viene meno, finché non ci distendiamo e andiamo a fare un bagno durante il quale nel corso della classica lotta di spruzzi i nostri corpi nudi si scontrano senza che nessuno dei due possa o voglia sottrarsi al contatto.

Torniamo all’ombrellone, mangiamo con dei panini che avevamo preparato e ci stendiamo. Mara si addormenta a pancia in su. Istintivamente inizio a fissare e studiare ogni centimetro del suo corpo. Dai seni morbidi, ai fianchi, l’inguine depilato, quella morbida e curata striscia di pelo, le cosce piene. Un corpo con i suoi anni, non certo in forma ma a cui in quel momento salterei addosso, che vorrei prendere e dominare.

I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di un’altra coppia che si posiziona a una ventina di metri da noi.

Parlano croato. Sistemano le loro cose e si spogliano completamente. Lui il classico tamarro, super palestrato e pieno di tatuaggi. Lei lo stesso, fisico tirato, tette rifatte tonde e sode, pancia piatta, figa rasata e corpo pieno di tatuaggi. Capelli a caschetto tinti rosso fuoco e piercing a naso, labbro e capezzoli. Non il mio tipo ma in quel momento mi fa comunque sangue.

Vanno a fare un bagno e anche loro iniziano a schizzarsi facendo parecchio rumore. Mara si sveglia e quando si rende conto della situazione si irrigidisce subito, si allunga a prendere il suo costume e si ricopre velocemente. Non dico nulla, non voglio si senta ancora forzata o a disagio. Come se neanche li avessi notati ricomincio a parlare del più e del meno.

Ad un certo punto i due portano in acqua una grossa ciambella gonfiabile. Lui ci si mette dentro e lei si siede divaricando le gambe e stendendole sui bordi della ciambella.

Lei ci da la schiena e non vediamo più lui che è coperto dal corpo di lei. Ci mettiamo però poco a capire che li in mezzo le sta leccando la figa.

Mara mi guarda
– no vabbè non ci credo ma come fai?-
-vabbè dai non c’è nessuno , si stanno divertendo un po’-
-beh ci siamo noi. Ma è normale?-
- in che senso?-
- che in una spiaggia nudista avvengano certe cose-
-guarda dipende molto dai luoghi e da chi li frequenta. Non è all’ordine del giorno però succede. Alla fine il nudismo è fatto un po’ di naturismo e un po’ di esibizionismo secondo me. In ogni caso chi frequenta queste spiagge ha una cultura del sesso e del corpo diversa dalla nostra quindi si, succede di vedere queste scene-.

Escono dall’acqua, si stendono ad asciugarsi e lei si piega su di lui a fargli un pompino. Mara guarda me e loro incredula. Non passa molto prima che la ragazza salga sul ragazzo e i due inizino a scopare in maniera anche rumorosa. Mara per qualche secondo osserva ma poi si gira dall’altra parte .
-no dai ma che vergogna-
io rido
–cosa ridi! Girati dall’altra parte e non guardare-.
Mi giro e smetto di guardare anche se mi sarei gustato lo spettacolo volentieri. Dopo un po’ sentiamo la ragazza ansimare, Mara mi guarda un po’ scocciata
-torniamo a casa-.
Prendiamo le nostre cose e ci avviamo alla macchina.
Scrittura perfetta e racconto super eccitante. Non vedo l'ora di leggere il seguito di questa vacanza molto eccitante.
 

sormarco

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 4 – MARA

La mattina dopo Mara sembra essere di buon umore e a colazione si scusa per il comportamento della sera prima
-mi dispiace, non ce l’avevo con te ma con me stessa, mi sono vergognata e mi sono sentita una stupida-
- guarda che non devi vergognarti, ognuno di noi ha la sua intimità, eri convinta di essere sola, anzi mi spiace, ho sbagliato io, dovevo farmi sentire e avvisarti di essere tornato-.

Chiudiamo lì il discorso e ci prepariamo per andare al mare. Decidiamo di tornare alla spiaggia del giorno prima poiché al di là della parte nudista, quell’insieme di calette era molto intimo e bello.

Scendiamo in spiaggia e dobbiamo passare ben oltre il punto del giorno prima per trovare un posto appartato e libero. Mentre camminiamo, poco prima del punto dove ci fermiamo, noto una grossa pietra a terra sulla quale con spray rosso campeggia la scritta FKK.

Quando ci sistemiamo io sfilo il costume rimanendo nudo. Con mia grande sorpresa e felicità Mara toglie immediatamente il pezzo di sopra rimanendo in topless.
-allora ti stai appassionando?-
- no, non credo faccia per me in generale, diciamo che mi prendo questa vacanza di trasgressione per provare e poi ormai le hai viste-.

Prendiamo un po’di sole, chiacchiere e facciamo un bagno. Quando usciamo io mi metto ad asciugarmi in piedi rivolto al sole e lei si sdraia su un asciugamano.

-Ma non ti dà fastidio il sale del mare e l’umido nelle parti intime-
- guarda le prima volte che l’ho fatto in effetti era un po’ strano ma poi mi sono reso conto che fa parte di quelle sensazioni del contatto del nostro corpo con la natura di cui ormai ci siamo dimenticati, è quasi piacevole perché non provi?-
- non so, poi per noi donne è un po’ diverso, secondo me non è molto igienico-
-magari nelle spiagge di sabbia si, ma qui sui ciottoli che problemi vuoi che ti dia, poi stai sempre sull’asciugamano, dai prova-.
Lei esita e capisco che quindi ci sta pensando per davvero.
– dai prova, in qualunque momento ci metti un secondo a rivestirti-
- mi vergogno troppo veramente-.

La cosa si sta mettendo bene, basta solo una spinta e in pochi secondi mi viene un’idea di come provare a darla, provo a buttare la cosa sullo psicologico.
-Ti vergogni esattamente per cosa?-
-non so il contesto, che tu mi veda nuda-
- secondo me la cosa che ti fa vergogna non è che io ti veda nuda, ma che tu ti vedi nuda davanti a me-
- si può anche essere ma non cambia-
-ti faccio una proposta: ti bendi e ti sfili il costume da bendata. Rimani così quanto vuoi e quando ti senti pronta per vedere la scena te la togli-

Ci pensa un po’, tergiversa, io spingo ma non troppo per non sembrare allupato alla fine dopo un buon 20 minuti che ne parliamo cede alla mia proposta. Rimane seduta su un asciugamano mentre io la bendo con la mia maglietta.

-ecco ora puoi togliere il costume… dai fallo-.
Lei si irrigidisce.
-un attimo, come ieri, perché mi devi forzare? Lo faccio ma lasciami il mio tempo-
-hai ragione scusami ho sbagliato-. Sposto la conversazione su cosa faremo la sera e cosa fare per cena, parliamo per 10 minuti di tutt’altro poi lei inizia a sfilare la mutandina del costume.

Io faccio finta di niente e continuo a parlare come niente fosse. Penso che lei apprezzi molto il mio approccio per metterla a sua agio e prosegue fino a sfilarle totalmente. Si copre il sesso con una mano e tiene le gambe chiuse.

Passa qualche minuto e toglie la mano. Le gambe lentamente diventano meno rigide e le posiziona in maniera naturale, senza cercare il tutti i modi di coprirsi. Finalmente vedo la figa. È depilata alla francese, molto ben curata. La cosa mi eccita un sacco perché una depilazione del genere te la fai se pensi ci siano ottime probabilità di dover rimanere nuda davanti a un uomo. Anche lei quindi è partita con l’idea che qualcosa poteva accadere.

Passa ancora un po’ di tempo e si toglie la benda. I primi minuti c’è un po’ d’imbarazzo che piano piano viene meno, finché non ci distendiamo e andiamo a fare un bagno durante il quale nel corso della classica lotta di spruzzi i nostri corpi nudi si scontrano senza che nessuno dei due possa o voglia sottrarsi al contatto.

Torniamo all’ombrellone, mangiamo con dei panini che avevamo preparato e ci stendiamo. Mara si addormenta a pancia in su. Istintivamente inizio a fissare e studiare ogni centimetro del suo corpo. Dai seni morbidi, ai fianchi, l’inguine depilato, quella morbida e curata striscia di pelo, le cosce piene. Un corpo con i suoi anni, non certo in forma ma a cui in quel momento salterei addosso, che vorrei prendere e dominare.

I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di un’altra coppia che si posiziona a una ventina di metri da noi.

Parlano croato. Sistemano le loro cose e si spogliano completamente. Lui il classico tamarro, super palestrato e pieno di tatuaggi. Lei lo stesso, fisico tirato, tette rifatte tonde e sode, pancia piatta, figa rasata e corpo pieno di tatuaggi. Capelli a caschetto tinti rosso fuoco e piercing a naso, labbro e capezzoli. Non il mio tipo ma in quel momento mi fa comunque sangue.

Vanno a fare un bagno e anche loro iniziano a schizzarsi facendo parecchio rumore. Mara si sveglia e quando si rende conto della situazione si irrigidisce subito, si allunga a prendere il suo costume e si ricopre velocemente. Non dico nulla, non voglio si senta ancora forzata o a disagio. Come se neanche li avessi notati ricomincio a parlare del più e del meno.

Ad un certo punto i due portano in acqua una grossa ciambella gonfiabile. Lui ci si mette dentro e lei si siede divaricando le gambe e stendendole sui bordi della ciambella.

Lei ci da la schiena e non vediamo più lui che è coperto dal corpo di lei. Ci mettiamo però poco a capire che li in mezzo le sta leccando la figa.

Mara mi guarda
– no vabbè non ci credo ma come fai?-
-vabbè dai non c’è nessuno , si stanno divertendo un po’-
-beh ci siamo noi. Ma è normale?-
- in che senso?-
- che in una spiaggia nudista avvengano certe cose-
-guarda dipende molto dai luoghi e da chi li frequenta. Non è all’ordine del giorno però succede. Alla fine il nudismo è fatto un po’ di naturismo e un po’ di esibizionismo secondo me. In ogni caso chi frequenta queste spiagge ha una cultura del sesso e del corpo diversa dalla nostra quindi si, succede di vedere queste scene-.

Escono dall’acqua, si stendono ad asciugarsi e lei si piega su di lui a fargli un pompino. Mara guarda me e loro incredula. Non passa molto prima che la ragazza salga sul ragazzo e i due inizino a scopare in maniera anche rumorosa. Mara per qualche secondo osserva ma poi si gira dall’altra parte .
-no dai ma che vergogna-
io rido
–cosa ridi! Girati dall’altra parte e non guardare-.
Mi giro e smetto di guardare anche se mi sarei gustato lo spettacolo volentieri. Dopo un po’ sentiamo la ragazza ansimare, Mara mi guarda un po’ scocciata
-torniamo a casa-.
Prendiamo le nostre cose e ci avviamo alla macchina.
E anche oggi in bianco ?
 

produnn

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E invece, così tanto per fare una supposizione, la repentina richiesta di rientrare potrebbe essere dettata da una ragione ben diversa da ciò che sembra….alle volte una donna che riceve stimoli come quelli che il nostro ha ben descritto, pur essendo di natura pudica, viene “risvegliata”, non tanto magari da voler imitare un esibizionismo spinto come quello a cui ha assistito, ma a volersi lasciare andare in un contesto sicuramente più consono ai suoi parametri…ma pur sempre spinta da voglia più che irrefrenabile….o magari mi sbaglio e niente di fatto anche in quel giorno😁😁😁😁
 
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Captain Achab

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 5 – MARA

Arrivati a casa ci laviamo e ceniamo. Lei sempre un po’ scocciata, le chiedo come mai.
– Niente, non mi sembra molto normale mettersi a scopare in spiaggia davanti a due sconosciuti, non è molto affollata quest’isola, potevano mettersi facilmente in mille altri posti, e poi stavo bene da sola con te-.
Non mi dilungo nel provare a spiegarle che quelli 99% si erano messi lì proprio perché c’eravamo noi e mi concentro più sulla seconda parte dell’affermazione.

Parliamo di come sta andando la vacanza, lei mi dice di essere contenta perché finalmente si sta riposando, rilassando e soprattutto sta svuotando la mente dalle mille ansie e preoccupazioni del quotidiano. Anche io le dico che mi sto trovando molto bene.

Finita la cena le propongo di andare a bere qualcosa fuori. Lei va verso la sua valigia e tira fuori una bottiglia di vino bianco.
-L’ho portata da casa, è un ottimo vino, ti va se stasera restiamo qui e beviamo questo?-
-certo va benissimo-

Ci mettiamo sdraiati a letto con due calici e la bottiglia e come nostro solito non mancano gli argomenti di discussione. Io di vino al contrario suo non ne capivo e non ne capisco una sega però ricordo che era buono, sapore pieno, forte, colore denso. Fatto sta che dopo un paio d’ore la bottiglia è vuota ma io ne ho bevuti solo un paio di calici.

Lei si alza, prende un po’ di cose dalla valigia e mi dice che va in bagno a prepararsi.

Sta in bagno parecchio, almeno 20 minuti. Quando esce è uno spettacolo. Truccata come non l’avevo mai vista, leggera ed elegante, dimostra in viso 5/6 anni di meno e soprattutto non indossa più il classico pigiama delle sere prima. Canottiera con bretelline e shorts di un tessuto leggerissimo semi trasparente. Vedo subito che non indossa nient’altro. Dalla canottiera sono chiaramente visibili i contorni delle aureole e il profilo dei capezzoli. Gli shorts mostrano in mezzo al pube una striscia scura.

Viene verso il letto e mi guarda. È imbarazzatissima. Mi fa segno di avvicinarmi e mi dice
-aiutami-.
Mi alzo e vado verso di lei. Ci baciamo.

Sono eccitatissimo, con foga le abbasso una spallina della canottiera, calo la testa e prendo in bocca un seno, leccando il capezzolo.

Lei mi blocca, mi riporta su la testa, mi guarda negli occhi
– sono 4 anni che non sto con un uomo, ti prego fammi fare l’amore-.

Capisco il suo messaggio. Inizio a baciarla dolcemente, accarezzarle i capelli, il viso. Lei fa lo stesso con me. La faccio stendere sul letto, salgo su di lei, osservo gli shorts. In mezzo sono già bagnati e praticamente sono diventati trasparenti. Si vede chiaramente la figa. Un leggero tratto di pelo contorna le labbra. Scosto gli shorts liberando ora totalmente la figa alla mia vista. È già colma di umori. Con dolcezza inizio a leccarla, quasi più a baciarla come fossero le labbra del suo viso.

Inizia a gemere senza più riuscire a contenersi. Le sto leccando la figa e sembra una che si sta facendo scopare in una gangbang, la cosa mi eccita parecchio. Io continuo insistendo con la lingua sul clitoride, il contorno delle labbra, spingo la punta della lingua dentro. Lei muove il bacino in scatti di goduria ansimando rumorosamente.

Dopo un po’ mi accarezza la testa
-prendimi-.
Stacco la testa e le sfilo gli shorts, faccio lo stesso con la canottiera e quindi mi spoglio io. Divarico le sue gambe e mi metto sopra. Appoggio il cazzo sulla e sue labbra bagnate e entro.

È stretta, la sento tutta intorno al pene. Sono presissimo, mi scordo delle sue parole e inizio subito a sbatterla con foga. Lei fa qualche gridolini poi mi abbraccia
-piano, dolce per favore-.
Rallento, inizio un su e giù dolce e costante. In poco tempo la figa si allarga totalmente rivelando gli anni passati e gli effetti del parto, inoltre è talmente lubrificata dai suoi umori che inizia a scivolarmi dentro e fuori con una facilità impressionante.

Non sento moltissimo, comunque molto piacevole, lei invece gode incessantemente, rapita dal piacere. Si lascia andare in un orgasmo violento, urlato, stringendomi a se con le mani.

Sento anche io che sto per venire, lo porto fuori e sborro sul suo pube. Mi butto a letto. Lei si accoccola accanto a me , non diciamo nulla e ci addormentiamo.

Vengo svegliato dalla sensazione che qualcosa mi tocchi sul petto. È lei che mi sta baciando i pettorali. Guardo l’ora, sono le tre, ci saremmo addormentati un paio d’ore prima. Come vede che ho aperto gli occhi, mi bacia, poi prende il cazzo in mano e inizia a segarlo finché non mi viene duro. Tutto è molto rapido, non faccio in tempo a pensare o dire qualcosa che lei si mette su di me e si infila il cazzo dentro. Inizia a cavalcarmi gemendo ancora molto forte. Ad un certo punto sembra indemoniata, butta la testa all’indietro e mi stringe le spalle stritolandomele. Il culo si muove ritmicamente sopra di me, le gambe si allargano e stringono finché non hanno uno spasmo evidente per poi rilassarsi il tutto accompagnato da un vero e proprio urlo di godimento. Continua a cavalcarmi e anche a me sale l’orgasmo. Quando lo sento arrivare la prendo per i fianchi e spingo per spostarla e uscire. Lei a questo mio gesto si oppone, stringe le gambe intorno alla mia vita e prende a cavalcarmi più forte. Non mi tengo più e le zampillo dentro liberando il mio sperma.

Si affloscia nuovamente accanto a me, mi dà un bacio
-dopo aver fatto l’amore ci voleva anche una bella scopata-
faccio il finto stupito
-mara, queste parole non sono proprio da te!-,
ridiamo tutti e due e ci riaddormentiamo.

Vengo svegliato di nuovo, questa volta mi sta direttamente toccando il cazzo e si è messa sdraiata al contrario. Guardo di nuovo l’ora, le cinque e mezza. Sono stanchissimo, non mi aspettavo certo volesse recuperare in una notte i suoi quattro anni di astinenza. Si accorge che sono sveglio, si mette sopra di me a 69 appoggiandomi la figa sulla faccia. Inizio a leccarla e baciarla mentre lei mi fa un pompino.

Ormai la figa si è completamente riaperta ed è tutta slabbrata e bagnata. Non ci vuole molto perché lei abbia un altro orgasmo. Si sposta e si mette a succhiarmelo di fronte guardandomi. Per fortuna la vista di lei che mi guarda negli occhi mentre me lo succhia mi riattiva perché onestamente alla terza erezione della notte cominciavo a sentirmi fuori forma.

Si deve impegnare un bel po’ perché abbia l’orgasmo, ciucciandolo con passione, facendomi scoprire di essere una bravissima pompinara. Quando ho l’orgasmo non schizzo, mi esce solo qualche goccia che resta lì scivolando leggermente lungo la cappella. Lei lo prende in bocca totalmente gustandosi anche solo quelle poche gocce.

Ci abbracciamo e ci rimettiamo a dormire.
 

leofuoco

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 5 – MARA

Arrivati a casa ci laviamo e ceniamo. Lei sempre un po’ scocciata, le chiedo come mai.
– Niente, non mi sembra molto normale mettersi a scopare in spiaggia davanti a due sconosciuti, non è molto affollata quest’isola, potevano mettersi facilmente in mille altri posti, e poi stavo bene da sola con te-.
Non mi dilungo nel provare a spiegarle che quelli 99% si erano messi lì proprio perché c’eravamo noi e mi concentro più sulla seconda parte dell’affermazione.

Parliamo di come sta andando la vacanza, lei mi dice di essere contenta perché finalmente si sta riposando, rilassando e soprattutto sta svuotando la mente dalle mille ansie e preoccupazioni del quotidiano. Anche io le dico che mi sto trovando molto bene.

Finita la cena le propongo di andare a bere qualcosa fuori. Lei va verso la sua valigia e tira fuori una bottiglia di vino bianco.
-L’ho portata da casa, è un ottimo vino, ti va se stasera restiamo qui e beviamo questo?-
-certo va benissimo-

Ci mettiamo sdraiati a letto con due calici e la bottiglia e come nostro solito non mancano gli argomenti di discussione. Io di vino al contrario suo non ne capivo e non ne capisco una sega però ricordo che era buono, sapore pieno, forte, colore denso. Fatto sta che dopo un paio d’ore la bottiglia è vuota ma io ne ho bevuti solo un paio di calici.

Lei si alza, prende un po’ di cose dalla valigia e mi dice che va in bagno a prepararsi.

Sta in bagno parecchio, almeno 20 minuti. Quando esce è uno spettacolo. Truccata come non l’avevo mai vista, leggera ed elegante, dimostra in viso 5/6 anni di meno e soprattutto non indossa più il classico pigiama delle sere prima. Canottiera con bretelline e shorts di un tessuto leggerissimo semi trasparente. Vedo subito che non indossa nient’altro. Dalla canottiera sono chiaramente visibili i contorni delle aureole e il profilo dei capezzoli. Gli shorts mostrano in mezzo al pube una striscia scura.

Viene verso il letto e mi guarda. È imbarazzatissima. Mi fa segno di avvicinarmi e mi dice
-aiutami-.
Mi alzo e vado verso di lei. Ci baciamo.

Sono eccitatissimo, con foga le abbasso una spallina della canottiera, calo la testa e prendo in bocca un seno, leccando il capezzolo.

Lei mi blocca, mi riporta su la testa, mi guarda negli occhi
– sono 4 anni che non sto con un uomo, ti prego fammi fare l’amore-.

Capisco il suo messaggio. Inizio a baciarla dolcemente, accarezzarle i capelli, il viso. Lei fa lo stesso con me. La faccio stendere sul letto, salgo su di lei, osservo gli shorts. In mezzo sono già bagnati e praticamente sono diventati trasparenti. Si vede chiaramente la figa. Un leggero tratto di pelo contorna le labbra. Scosto gli shorts liberando ora totalmente la figa alla mia vista. È già colma di umori. Con dolcezza inizio a leccarla, quasi più a baciarla come fossero le labbra del suo viso.

Inizia a gemere senza più riuscire a contenersi. Le sto leccando la figa e sembra una che si sta facendo scopare in una gangbang, la cosa mi eccita parecchio. Io continuo insistendo con la lingua sul clitoride, il contorno delle labbra, spingo la punta della lingua dentro. Lei muove il bacino in scatti di goduria ansimando rumorosamente.

Dopo un po’ mi accarezza la testa
-prendimi-.
Stacco la testa e le sfilo gli shorts, faccio lo stesso con la canottiera e quindi mi spoglio io. Divarico le sue gambe e mi metto sopra. Appoggio il cazzo sulla e sue labbra bagnate e entro.

È stretta, la sento tutta intorno al pene. Sono presissimo, mi scordo delle sue parole e inizio subito a sbatterla con foga. Lei fa qualche gridolini poi mi abbraccia
-piano, dolce per favore-.
Rallento, inizio un su e giù dolce e costante. In poco tempo la figa si allarga totalmente rivelando gli anni passati e gli effetti del parto, inoltre è talmente lubrificata dai suoi umori che inizia a scivolarmi dentro e fuori con una facilità impressionante.

Non sento moltissimo, comunque molto piacevole, lei invece gode incessantemente, rapita dal piacere. Si lascia andare in un orgasmo violento, urlato, stringendomi a se con le mani.

Sento anche io che sto per venire, lo porto fuori e sborro sul suo pube. Mi butto a letto. Lei si accoccola accanto a me , non diciamo nulla e ci addormentiamo.

Vengo svegliato dalla sensazione che qualcosa mi tocchi sul petto. È lei che mi sta baciando i pettorali. Guardo l’ora, sono le tre, ci saremmo addormentati un paio d’ore prima. Come vede che ho aperto gli occhi, mi bacia, poi prende il cazzo in mano e inizia a segarlo finché non mi viene duro. Tutto è molto rapido, non faccio in tempo a pensare o dire qualcosa che lei si mette su di me e si infila il cazzo dentro. Inizia a cavalcarmi gemendo ancora molto forte. Ad un certo punto sembra indemoniata, butta la testa all’indietro e mi stringe le spalle stritolandomele. Il culo si muove ritmicamente sopra di me, le gambe si allargano e stringono finché non hanno uno spasmo evidente per poi rilassarsi il tutto accompagnato da un vero e proprio urlo di godimento. Continua a cavalcarmi e anche a me sale l’orgasmo. Quando lo sento arrivare la prendo per i fianchi e spingo per spostarla e uscire. Lei a questo mio gesto si oppone, stringe le gambe intorno alla mia vita e prende a cavalcarmi più forte. Non mi tengo più e le zampillo dentro liberando il mio sperma.

Si affloscia nuovamente accanto a me, mi dà un bacio
-dopo aver fatto l’amore ci voleva anche una bella scopata-
faccio il finto stupito
-mara, queste parole non sono proprio da te!-,
ridiamo tutti e due e ci riaddormentiamo.

Vengo svegliato di nuovo, questa volta mi sta direttamente toccando il cazzo e si è messa sdraiata al contrario. Guardo di nuovo l’ora, le cinque e mezza. Sono stanchissimo, non mi aspettavo certo volesse recuperare in una notte i suoi quattro anni di astinenza. Si accorge che sono sveglio, si mette sopra di me a 69 appoggiandomi la figa sulla faccia. Inizio a leccarla e baciarla mentre lei mi fa un pompino.

Ormai la figa si è completamente riaperta ed è tutta slabbrata e bagnata. Non ci vuole molto perché lei abbia un altro orgasmo. Si sposta e si mette a succhiarmelo di fronte guardandomi. Per fortuna la vista di lei che mi guarda negli occhi mentre me lo succhia mi riattiva perché onestamente alla terza erezione della notte cominciavo a sentirmi fuori forma.

Si deve impegnare un bel po’ perché abbia l’orgasmo, ciucciandolo con passione, facendomi scoprire di essere una bravissima pompinara. Quando ho l’orgasmo non schizzo, mi esce solo qualche goccia che resta lì scivolando leggermente lungo la cappella. Lei lo prende in bocca totalmente gustandosi anche solo quelle poche gocce.

Ci abbracciamo e ci rimettiamo a dormire.
Favoloso
 

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 5 – MARA

Arrivati a casa ci laviamo e ceniamo. Lei sempre un po’ scocciata, le chiedo come mai.
– Niente, non mi sembra molto normale mettersi a scopare in spiaggia davanti a due sconosciuti, non è molto affollata quest’isola, potevano mettersi facilmente in mille altri posti, e poi stavo bene da sola con te-.
Non mi dilungo nel provare a spiegarle che quelli 99% si erano messi lì proprio perché c’eravamo noi e mi concentro più sulla seconda parte dell’affermazione.

Parliamo di come sta andando la vacanza, lei mi dice di essere contenta perché finalmente si sta riposando, rilassando e soprattutto sta svuotando la mente dalle mille ansie e preoccupazioni del quotidiano. Anche io le dico che mi sto trovando molto bene.

Finita la cena le propongo di andare a bere qualcosa fuori. Lei va verso la sua valigia e tira fuori una bottiglia di vino bianco.
-L’ho portata da casa, è un ottimo vino, ti va se stasera restiamo qui e beviamo questo?-
-certo va benissimo-

Ci mettiamo sdraiati a letto con due calici e la bottiglia e come nostro solito non mancano gli argomenti di discussione. Io di vino al contrario suo non ne capivo e non ne capisco una sega però ricordo che era buono, sapore pieno, forte, colore denso. Fatto sta che dopo un paio d’ore la bottiglia è vuota ma io ne ho bevuti solo un paio di calici.

Lei si alza, prende un po’ di cose dalla valigia e mi dice che va in bagno a prepararsi.

Sta in bagno parecchio, almeno 20 minuti. Quando esce è uno spettacolo. Truccata come non l’avevo mai vista, leggera ed elegante, dimostra in viso 5/6 anni di meno e soprattutto non indossa più il classico pigiama delle sere prima. Canottiera con bretelline e shorts di un tessuto leggerissimo semi trasparente. Vedo subito che non indossa nient’altro. Dalla canottiera sono chiaramente visibili i contorni delle aureole e il profilo dei capezzoli. Gli shorts mostrano in mezzo al pube una striscia scura.

Viene verso il letto e mi guarda. È imbarazzatissima. Mi fa segno di avvicinarmi e mi dice
-aiutami-.
Mi alzo e vado verso di lei. Ci baciamo.

Sono eccitatissimo, con foga le abbasso una spallina della canottiera, calo la testa e prendo in bocca un seno, leccando il capezzolo.

Lei mi blocca, mi riporta su la testa, mi guarda negli occhi
– sono 4 anni che non sto con un uomo, ti prego fammi fare l’amore-.

Capisco il suo messaggio. Inizio a baciarla dolcemente, accarezzarle i capelli, il viso. Lei fa lo stesso con me. La faccio stendere sul letto, salgo su di lei, osservo gli shorts. In mezzo sono già bagnati e praticamente sono diventati trasparenti. Si vede chiaramente la figa. Un leggero tratto di pelo contorna le labbra. Scosto gli shorts liberando ora totalmente la figa alla mia vista. È già colma di umori. Con dolcezza inizio a leccarla, quasi più a baciarla come fossero le labbra del suo viso.

Inizia a gemere senza più riuscire a contenersi. Le sto leccando la figa e sembra una che si sta facendo scopare in una gangbang, la cosa mi eccita parecchio. Io continuo insistendo con la lingua sul clitoride, il contorno delle labbra, spingo la punta della lingua dentro. Lei muove il bacino in scatti di goduria ansimando rumorosamente.

Dopo un po’ mi accarezza la testa
-prendimi-.
Stacco la testa e le sfilo gli shorts, faccio lo stesso con la canottiera e quindi mi spoglio io. Divarico le sue gambe e mi metto sopra. Appoggio il cazzo sulla e sue labbra bagnate e entro.

È stretta, la sento tutta intorno al pene. Sono presissimo, mi scordo delle sue parole e inizio subito a sbatterla con foga. Lei fa qualche gridolini poi mi abbraccia
-piano, dolce per favore-.
Rallento, inizio un su e giù dolce e costante. In poco tempo la figa si allarga totalmente rivelando gli anni passati e gli effetti del parto, inoltre è talmente lubrificata dai suoi umori che inizia a scivolarmi dentro e fuori con una facilità impressionante.

Non sento moltissimo, comunque molto piacevole, lei invece gode incessantemente, rapita dal piacere. Si lascia andare in un orgasmo violento, urlato, stringendomi a se con le mani.

Sento anche io che sto per venire, lo porto fuori e sborro sul suo pube. Mi butto a letto. Lei si accoccola accanto a me , non diciamo nulla e ci addormentiamo.

Vengo svegliato dalla sensazione che qualcosa mi tocchi sul petto. È lei che mi sta baciando i pettorali. Guardo l’ora, sono le tre, ci saremmo addormentati un paio d’ore prima. Come vede che ho aperto gli occhi, mi bacia, poi prende il cazzo in mano e inizia a segarlo finché non mi viene duro. Tutto è molto rapido, non faccio in tempo a pensare o dire qualcosa che lei si mette su di me e si infila il cazzo dentro. Inizia a cavalcarmi gemendo ancora molto forte. Ad un certo punto sembra indemoniata, butta la testa all’indietro e mi stringe le spalle stritolandomele. Il culo si muove ritmicamente sopra di me, le gambe si allargano e stringono finché non hanno uno spasmo evidente per poi rilassarsi il tutto accompagnato da un vero e proprio urlo di godimento. Continua a cavalcarmi e anche a me sale l’orgasmo. Quando lo sento arrivare la prendo per i fianchi e spingo per spostarla e uscire. Lei a questo mio gesto si oppone, stringe le gambe intorno alla mia vita e prende a cavalcarmi più forte. Non mi tengo più e le zampillo dentro liberando il mio sperma.

Si affloscia nuovamente accanto a me, mi dà un bacio
-dopo aver fatto l’amore ci voleva anche una bella scopata-
faccio il finto stupito
-mara, queste parole non sono proprio da te!-,
ridiamo tutti e due e ci riaddormentiamo.

Vengo svegliato di nuovo, questa volta mi sta direttamente toccando il cazzo e si è messa sdraiata al contrario. Guardo di nuovo l’ora, le cinque e mezza. Sono stanchissimo, non mi aspettavo certo volesse recuperare in una notte i suoi quattro anni di astinenza. Si accorge che sono sveglio, si mette sopra di me a 69 appoggiandomi la figa sulla faccia. Inizio a leccarla e baciarla mentre lei mi fa un pompino.

Ormai la figa si è completamente riaperta ed è tutta slabbrata e bagnata. Non ci vuole molto perché lei abbia un altro orgasmo. Si sposta e si mette a succhiarmelo di fronte guardandomi. Per fortuna la vista di lei che mi guarda negli occhi mentre me lo succhia mi riattiva perché onestamente alla terza erezione della notte cominciavo a sentirmi fuori forma.

Si deve impegnare un bel po’ perché abbia l’orgasmo, ciucciandolo con passione, facendomi scoprire di essere una bravissima pompinara. Quando ho l’orgasmo non schizzo, mi esce solo qualche goccia che resta lì scivolando leggermente lungo la cappella. Lei lo prende in bocca totalmente gustandosi anche solo quelle poche gocce.

Ci abbracciamo e ci rimettiamo a dormire.
Finalmente si è liberata, adesso tutta discesa.
 
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CAPITOLO 2 – SEZIONE 6 – MARA

Ci svegliamo dopo qualche ora, colazione e via verso la spiaggia. Do per scontato di ritornare alla stessa spiaggia e lei non obietta vedendomi imboccare la strada. Questa volta non dobbiamo camminare molto e troviamo posto in una delle prime calette, molto piccola ma l’unica completamente coperta dalla vista delle altre. Mara si spoglia completamente fin da subito. Giornata normale, prendiamo il sole, facciamo un paio di bagni, pranzo e relax. Quando ci risvegliamo dopo pranzo facciamo un altro bagno, usciamo torniamo all’ombrellone, lei mi guarda e ride
– perché ridi?-
- tutte le volte che esci dall’acqua il cazzo ti gocciola boh mi fa ridere-
-non mi sembra una cosa che fa ridere-
- a me si. Lascia che ti asciughi-.
Con un fare sicuro, impensabile fino al giorno prima si inginocchia e me lo prende in bocca.

Inizia un pompino dolce, quasi come se limonasse con il cazzo. Ogni tanto toglie la bocca, lo prende in mano e lo sega qualche secondo per poi riprendere avidamente. La sua bocca e la sua lingua sono dolcissime nel contatto. Quando capisce che sto per avere l’orgasmo apre la bocca, l’avvicina al cazzo e inizia a segarmi con un ritmo molto veloce. Le sborro in bocca.
-ti piace eh?-
- in effetti fare i pompini mi è sempre piaciuto-
- non intendevo semplicemente i pompini. Ti piace la sborra…-.
Di tutta risposta lei guarda le gocce rimaste sulla punta e come al mattino ci si fionda sopra per prendere tutto quello che è rimasto, fissandomi negli occhi per la primissima volta con una vera faccia da porca.

Poi si alza e con lo stesso sguardo mi dice
-ora tocca a te-.
La conduco verso un masso, la faccio piegare in avanti mettendola a pecorina con le braccia a tenersi sul masso, mi inginocchio e inizio a leccargliela. Sono eccitatissimo e non vi è nulla della dolcezza della notte prima. Lecco famelicamente, spingendo con la faccia per fargliela sentire il più possibile. Lei gode, muove il culo accentuando ancora di più i miei baci e i miei colpi di lingua. Anche lei ha un orgasmo, bellissimo. Si rialza sconvolta ma traspare felicità.
-ma come si fa?-.
Mi guarda perplessa
-cosa?-
- a fare una cosa del genere in spiaggia-
le dico ridendo e facendo il verso di lei il giorno prima. Ride
-scemo-
e mi dà un bacio. Mentre prendiamo l’ultimo sole mi guarda.
-stasera vorrei proporti un gioco-
-che gioco?-
-promettimi che qualunque cosa ti proporrò la accetterai-
- va bene-
-no, promettilo-
-lo prometto-
-stasera andremo a passeggiare e prendere qualcosa da bere al paese e ci comporteremo come una vera coppia e dovrai comportarti da vero fidanzato-
- va bene-
le rispondo, non capendo dove fosse il problema.

Il problema però salta fuori quando arriviamo al paese. Io mi sento impacciato e a disagio, mi sembra innaturale. Immagino le persone che ci guardano da fuori. Io giovane, atletico, vestito di tutto punto. Lei potrebbe sembrare quasi mia madre, fuori forma e di certo non curatissima. Onestamente mi vergogno un po’. Lei si avvinghia, mi dà la mano, mi bacia ma io evidentemente non devo essere molto convincente.

Prendiamo da bere e ci sediamo su delle panchine isolate.
-ti vergogni di me vero?-
-ma cosa dici figurati-
-non preoccuparti di ammetterlo lo capisco ti ho proposto questa cosa proprio perché immaginavo di metterti in difficoltà-
Io devo avere la faccia del tonto che non sta capendo
-quando l’altro giorno mi hai detto che non volevo spogliarmi per la mia vergogna di vedere me stessa nuda davanti a te avevi ragione. Io mi sono impegnata per vincere questa cosa ma tu hai provato a forzarmi, allora volevo farti provare la stessa cosa. Non sono offesa, lo dico per davvero. Capisco perfettamente che per te sia difficile esporti in pubblico con me, veramente lo capisco e non te ne faccio una colpa quindi tranquillo. Certo oltre a una piccola vendetta ammetto che un po’ volevo approfittare di te. Per me al contrario sei un piccolo trofeo da mostrare e poi speravo che tu entrasti nella parte. È tanto che sono sola, volevo riprovare la sensazione di sentirmi voluta bene, di avere a fianco una persona che ci tiene e che si prende cura di me, avere un fidanzato-
mi fa una tenerezza incredibile, le do un bacio lungo e appassionato, poi ci alziamo.

Prendiamo un’altra cosa da bere e passeggiamo. Per il resto della serata mi comporto come il perfetto fidanzato. La abbraccio, le tengo la mano, la bacio.
Tornati alla macchina mi guarda con uno dei suoi sguardi dolcissimi e mi dice solo -grazie-.

Rientrati a casa lo facciamo ma poi io faccio fatica ad addormentarmi. Mara mi fa tenerezza ed è una bellissima persona. Mi sono affezionato ma non posso essere io il suo fidanzato.

Il giorno dopo sarà l’ultimo giorno pieno di vacanza. Devo sfruttarlo per divertirmi e per correggere il tiro a quella relazione che non deve prendere una piega del genere. Mi viene subito in mente un gioco che in passato ho fatto diverse volte ed ha sempre portato a situazioni interessanti. La mattina dopo glielo proporrò
 

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 6 – MARA

Ci svegliamo dopo qualche ora, colazione e via verso la spiaggia. Do per scontato di ritornare alla stessa spiaggia e lei non obietta vedendomi imboccare la strada. Questa volta non dobbiamo camminare molto e troviamo posto in una delle prime calette, molto piccola ma l’unica completamente coperta dalla vista delle altre. Mara si spoglia completamente fin da subito. Giornata normale, prendiamo il sole, facciamo un paio di bagni, pranzo e relax. Quando ci risvegliamo dopo pranzo facciamo un altro bagno, usciamo torniamo all’ombrellone, lei mi guarda e ride
– perché ridi?-
- tutte le volte che esci dall’acqua il cazzo ti gocciola boh mi fa ridere-
-non mi sembra una cosa che fa ridere-
- a me si. Lascia che ti asciughi-.
Con un fare sicuro, impensabile fino al giorno prima si inginocchia e me lo prende in bocca.

Inizia un pompino dolce, quasi come se limonasse con il cazzo. Ogni tanto toglie la bocca, lo prende in mano e lo sega qualche secondo per poi riprendere avidamente. La sua bocca e la sua lingua sono dolcissime nel contatto. Quando capisce che sto per avere l’orgasmo apre la bocca, l’avvicina al cazzo e inizia a segarmi con un ritmo molto veloce. Le sborro in bocca.
-ti piace eh?-
- in effetti fare i pompini mi è sempre piaciuto-
- non intendevo semplicemente i pompini. Ti piace la sborra…-.
Di tutta risposta lei guarda le gocce rimaste sulla punta e come al mattino ci si fionda sopra per prendere tutto quello che è rimasto, fissandomi negli occhi per la primissima volta con una vera faccia da porca.

Poi si alza e con lo stesso sguardo mi dice
-ora tocca a te-.
La conduco verso un masso, la faccio piegare in avanti mettendola a pecorina con le braccia a tenersi sul masso, mi inginocchio e inizio a leccargliela. Sono eccitatissimo e non vi è nulla della dolcezza della notte prima. Lecco famelicamente, spingendo con la faccia per fargliela sentire il più possibile. Lei gode, muove il culo accentuando ancora di più i miei baci e i miei colpi di lingua. Anche lei ha un orgasmo, bellissimo. Si rialza sconvolta ma traspare felicità.
-ma come si fa?-.
Mi guarda perplessa
-cosa?-
- a fare una cosa del genere in spiaggia-
le dico ridendo e facendo il verso di lei il giorno prima. Ride
-scemo-
e mi dà un bacio. Mentre prendiamo l’ultimo sole mi guarda.
-stasera vorrei proporti un gioco-
-che gioco?-
-promettimi che qualunque cosa ti proporrò la accetterai-
- va bene-
-no, promettilo-
-lo prometto-
-stasera andremo a passeggiare e prendere qualcosa da bere al paese e ci comporteremo come una vera coppia e dovrai comportarti da vero fidanzato-
- va bene-
le rispondo, non capendo dove fosse il problema.

Il problema però salta fuori quando arriviamo al paese. Io mi sento impacciato e a disagio, mi sembra innaturale. Immagino le persone che ci guardano da fuori. Io giovane, atletico, vestito di tutto punto. Lei potrebbe sembrare quasi mia madre, fuori forma e di certo non curatissima. Onestamente mi vergogno un po’. Lei si avvinghia, mi dà la mano, mi bacia ma io evidentemente non devo essere molto convincente.

Prendiamo da bere e ci sediamo su delle panchine isolate.
-ti vergogni di me vero?-
-ma cosa dici figurati-
-non preoccuparti di ammetterlo lo capisco ti ho proposto questa cosa proprio perché immaginavo di metterti in difficoltà-
Io devo avere la faccia del tonto che non sta capendo
-quando l’altro giorno mi hai detto che non volevo spogliarmi per la mia vergogna di vedere me stessa nuda davanti a te avevi ragione. Io mi sono impegnata per vincere questa cosa ma tu hai provato a forzarmi, allora volevo farti provare la stessa cosa. Non sono offesa, lo dico per davvero. Capisco perfettamente che per te sia difficile esporti in pubblico con me, veramente lo capisco e non te ne faccio una colpa quindi tranquillo. Certo oltre a una piccola vendetta ammetto che un po’ volevo approfittare di te. Per me al contrario sei un piccolo trofeo da mostrare e poi speravo che tu entrasti nella parte. È tanto che sono sola, volevo riprovare la sensazione di sentirmi voluta bene, di avere a fianco una persona che ci tiene e che si prende cura di me, avere un fidanzato-
mi fa una tenerezza incredibile, le do un bacio lungo e appassionato, poi ci alziamo.

Prendiamo un’altra cosa da bere e passeggiamo. Per il resto della serata mi comporto come il perfetto fidanzato. La abbraccio, le tengo la mano, la bacio.
Tornati alla macchina mi guarda con uno dei suoi sguardi dolcissimi e mi dice solo -grazie-.

Rientrati a casa lo facciamo ma poi io faccio fatica ad addormentarmi. Mara mi fa tenerezza ed è una bellissima persona. Mi sono affezionato ma non posso essere io il suo fidanzato.

Il giorno dopo sarà l’ultimo giorno pieno di vacanza. Devo sfruttarlo per divertirmi e per correggere il tiro a quella relazione che non deve prendere una piega del genere. Mi viene subito in mente un gioco che in passato ho fatto diverse volte ed ha sempre portato a situazioni interessanti. La mattina dopo glielo proporrò
Avevi fatto uscire la femmina che dormiva in lei a sua insaputa
 
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CAPITOLO 2 – SEZIONE 7 – MARA

La mattina successiva durante la colazione provo qui il mio all-in per finire la vacanza in bellezza.
– oggi voglio proporti io un gioco, ma prima mi devi promettere che accetterai qualunque cosa sia-
-non se ne parla, non mi fido minimamente di te-
mi risponde ridendo.
– io però mi sono fidati di te ieri, e sono stato al gioco, ora tocca a te-
ci pensa qualche secondo
-va bene, hai ragione te lo devo, dimmi questo gioco-
- bene, da questo istante, per 24 ore, ognuno dei due in qualunque momento e in qualunque luogo potrà chiedere all’altro per una volta e una sola di scopare-.

Lei mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite
– non se ne parla minimamente-.
Io metto da parte i miei toni sempre scherzosi e questa volta la fisso negli occhi con serietà
– abbiamo detto che non puoi rifiutare, parteciperai a questo gioco-.
Lei capisce che non si scherza più e prova almeno a salvarsi in corner.
– va bene, però conosci il mio carattere, sai bene che ci sono cose che non farei mai, quindi inutile che ci provi-
- il gioco è che tu accetti in qualunque luogo e in qualunque momento. Questo è e così deve essere perché riesca e ci si diverta. Poi è chiaro che non posso mica obbligarti con la forza, però rovineresti il gioco-
- non mi interessa, cerca di giocarti la tua possibilità in una situazione che sia adeguata per me, ricorda che chi troppo vuole nulla stringe-

Assumo di nuovo un tono scherzoso ma guardandola ancora dritta negli occhi. Voglio trasmetterle ‘questa cosa che sto per dirti è per scherzo… o forse no’
-come vuoi, certo sarebbe un peccato se proprio ora che ci stiamo iniziando a divertire ti tirasti indietro, al ritorno a casa dovrei cercarmi una nuova compagna di giochi-

Lei rimane perplessa ma come volevo traspare un lampo di preoccupazione
– il tuo è un bluff per forzarmi-
- può essere,magari lo scoprirai-
-senti cominciamo questo gioco e basta-
-va bene, comincia… ora!-

Non ho pensato ad una situazione precisa. Decido di vivere la giornata come viene e se si creerà un’occasione interessante di sfruttarla. Diversamente,non dovesse capitare nulla di intrigante, come ultima spiaggia le proporrò la sera di farlo sul patio dell’appartamento. Non forse la cosa più originale o interessante ma devo sicuramente tenere conto che forzando troppo la mano rischio di non arrivare da nessuna parte.

Ci vestiamo e andiamo in spiaggia. Solito posto solo oggi siamo costretti ad addentrarci parecchio prima di trovare un posto tranquillo. Normale mattina di mare tra bagni e ultime ore per affinare l’abbronzatura.

Verso metà pomeriggio arriva nella nostra caletta un uomo. Si spoglia completamente e si stende con un telo a circa 30 metri da noi. Avrà circa 50 anni, magrissimo che quasi gli si vedevano le costole e abbronzatissimo ma soprattutto con un cazzo enorme.

Sono io il primo a rimanere stupido e dire a Mara
-ma guarda quello quanto ce l’ha grosso- -ma che dici? Dai girati lo stai fissando-
-anche tu lo stai fissando-
-stupido, non è vero-.

Facciamo un altro bagno mentre lui resta immobile tutto il tempo, sdraiato a prendere il sole. Mentre sono steso ad asciugarmi mi balza in mente un’idea. Mi dico che è troppo ma niente non riesco a togliermi il pensiero dalla testa nonostante ci provi e così dal nulla guardo Mara
-qui e ora-
-cosa?-
-voglio scopare qui e ora-.

Lei in un nanosecondo perde l’abbronzatura di una settimana diventando bianca.
-non se ne parla ma come ti viene in mente?-
non si torna indietro, devo cercare di giocare bene le mie carte e massimizzare il risultato
-il gioco è questo, cosa ti aspettavi che ti dicessi di scopare a casa? Scopiamo qui, adesso-.
– senti te l’avevo detto che non avrei accettato certe cose, c’è qui un'altra persona, non esiste -
-hai accettato il gioco e il gioco è questo- - ho accettato con riserva-
-Io ieri mi sono sforzato per te, per farti stare bene-
- non puoi paragonare le due cose, sono due richieste completamente diverse-
-bene prendo atto -
- prendi atto di cosa?-
-che con te il divertimento ha un limite, neanche troppo spinto, e che per divertirmi come piace a me dovrò guardare da un’altra parte-.
– cioè veramente mi stai dicendo che se non sto a questo stupido gioco vuoi chiuderla qui-
- ti sto dicendo che ti trovo bella e che mi ecciti un sacco e che voglio che te ne sbatti di quello che c’è intorno e che ora ti metti su di me e scopiamo-
la fisso negli occhi
– ti sto dicendo che voglio scopare con te ora-
- e io ti sto dicendo che voglio stare al gioco ed esaudire un tuo desiderio quindi non chiedermi questo, una situazione più adatta-
io rimango fermo nel tono e nello sguardo -Salimi sopra e infilati il cazzo nella figa-.

Rimane in silenzio qualche secondo, evita il mio sguardo. Poi mi dice
– va bene, ma non vengo sopra io, vieni sopra tu e coprici con un telo-.
Rifletto qualche secondo, penso che nella peggiore delle ipotesi la sera ci faremo una scopata a casa, penso che ora voglio quello, o tutto o niente, nessun compromesso.

Mi avvicino e la bacio. Lei risponde al bacio e mi abbraccia. Le metto una mano tra le cosce e gliele divarico. La faccio salire fino alla figa, passandola sul clitoride e sulle labbra mentre lei ancora quasi asciutta inizia a già a gemere come fossimo nel pieno del rapporto.

Prendo la sua mano e le faccio impugnare il cazzo avviandole la sega. Avvicino la bocca al suo orecchio
-ho detto che adesso sali su di me, ti infilo il cazzo dentro e ti fai vedere da quello mentre mi scopi, nessun compromesso-
lei geme
-sei uno stronzo e un porco-
- e tu anche se fai di tutto per nasconderlo a te stessa sei una maiala-
la sento che trema lievemente mentre allo stesso tempo gode sotto i colpi della mia mano
-francesco è troppo per me non ce la faccio-
- mettiti sopra e poi affonda il busto su di me, metti il viso sulla mia spalla voltandoti dall’altra parte, come l’altro giorno per spogliarti, tu non vedrai niente di cosa accade-.

È titubante, un po’ spaventata ma molto, molto eccitata. Si mette a cavallo su di me, in pochi attimi sono dentro di lei e come le avevo suggerito affonda il viso su di me chiudendo gli occhi.

Scopiamo con una sincronia stupenda. Lei muove culo e bacino avanti e indietro, io con colpi del pube assecondo il suo ritmo. Gode con foga come la sera prima, percepisco vorremmo provare un po’ a trattenersi ma non ci riesce.

Mi volto verso destra, l’uomo ci guarda con il cazzo in mano mentre si sega. Quando vede che lo guardo si alza e si avvicina portandosi a 5/6 metri di distanza da noi. Sta lì in piedi guardandoci e segandosi.

Così vicino mette un po’ di soggezione anche a me. Decido di concentrarmi su di lei. Inizio a colpirla più forte, affondare dentro di lei con colpi secchi e forti. Lei geme quasi urlando.

Lo trovo bellissimo. Ha la figa completamente spanata e anche se percepisco meno piacere mi permette di scivolare dentro e sbatterla con una facilità che raramente avevo potuto apprezzare.

Dopo un paio di minuti percepisco l’uomo allontanarsi, il cazzo floscio, deve essere venuto.

Scopiamo finché non abbiamo un orgasmo quasi in contemporanea, io le vengo dentro.

Rimane accasciata su di me per un po’, il viso affondato e gli occhi chiusi. Poi ritrova la voce.
-lui cos’ha fatto?-.

Non so se lei sia pronta per sentirselo dire. Tutto sommato è andata molto meglio del previsto.
– niente, deve essere un puritano come te. Quando ha visto cosa stavamo facendo si è votato dall’altra parte-
- ok, senti ti prego andiamo-.

Si rialza e in pochi secondi è vestita e senza mai guardare nella direzione dell’uomo imbrocca il sentiero che riporta al parcheggio lasciandomi lì con ombrellone e asciugamani da piegare e raccogliere.

La ritrovo alla macchina molto scossa.
-ti va di parlarne?-
- no devo metabolizzare-
il viaggio di ritorno a casa trascorre nel silenzio più assoluto.
 

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 7 – MARA

La mattina successiva durante la colazione provo qui il mio all-in per finire la vacanza in bellezza.
– oggi voglio proporti io un gioco, ma prima mi devi promettere che accetterai qualunque cosa sia-
-non se ne parla, non mi fido minimamente di te-
mi risponde ridendo.
– io però mi sono fidati di te ieri, e sono stato al gioco, ora tocca a te-
ci pensa qualche secondo
-va bene, hai ragione te lo devo, dimmi questo gioco-
- bene, da questo istante, per 24 ore, ognuno dei due in qualunque momento e in qualunque luogo potrà chiedere all’altro per una volta e una sola di scopare-.

Lei mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite
– non se ne parla minimamente-.
Io metto da parte i miei toni sempre scherzosi e questa volta la fisso negli occhi con serietà
– abbiamo detto che non puoi rifiutare, parteciperai a questo gioco-.
Lei capisce che non si scherza più e prova almeno a salvarsi in corner.
– va bene, però conosci il mio carattere, sai bene che ci sono cose che non farei mai, quindi inutile che ci provi-
- il gioco è che tu accetti in qualunque luogo e in qualunque momento. Questo è e così deve essere perché riesca e ci si diverta. Poi è chiaro che non posso mica obbligarti con la forza, però rovineresti il gioco-
- non mi interessa, cerca di giocarti la tua possibilità in una situazione che sia adeguata per me, ricorda che chi troppo vuole nulla stringe-

Assumo di nuovo un tono scherzoso ma guardandola ancora dritta negli occhi. Voglio trasmetterle ‘questa cosa che sto per dirti è per scherzo… o forse no’
-come vuoi, certo sarebbe un peccato se proprio ora che ci stiamo iniziando a divertire ti tirasti indietro, al ritorno a casa dovrei cercarmi una nuova compagna di giochi-

Lei rimane perplessa ma come volevo traspare un lampo di preoccupazione
– il tuo è un bluff per forzarmi-
- può essere,magari lo scoprirai-
-senti cominciamo questo gioco e basta-
-va bene, comincia… ora!-

Non ho pensato ad una situazione precisa. Decido di vivere la giornata come viene e se si creerà un’occasione interessante di sfruttarla. Diversamente,non dovesse capitare nulla di intrigante, come ultima spiaggia le proporrò la sera di farlo sul patio dell’appartamento. Non forse la cosa più originale o interessante ma devo sicuramente tenere conto che forzando troppo la mano rischio di non arrivare da nessuna parte.

Ci vestiamo e andiamo in spiaggia. Solito posto solo oggi siamo costretti ad addentrarci parecchio prima di trovare un posto tranquillo. Normale mattina di mare tra bagni e ultime ore per affinare l’abbronzatura.

Verso metà pomeriggio arriva nella nostra caletta un uomo. Si spoglia completamente e si stende con un telo a circa 30 metri da noi. Avrà circa 50 anni, magrissimo che quasi gli si vedevano le costole e abbronzatissimo ma soprattutto con un cazzo enorme.

Sono io il primo a rimanere stupido e dire a Mara
-ma guarda quello quanto ce l’ha grosso- -ma che dici? Dai girati lo stai fissando-
-anche tu lo stai fissando-
-stupido, non è vero-.

Facciamo un altro bagno mentre lui resta immobile tutto il tempo, sdraiato a prendere il sole. Mentre sono steso ad asciugarmi mi balza in mente un’idea. Mi dico che è troppo ma niente non riesco a togliermi il pensiero dalla testa nonostante ci provi e così dal nulla guardo Mara
-qui e ora-
-cosa?-
-voglio scopare qui e ora-.

Lei in un nanosecondo perde l’abbronzatura di una settimana diventando bianca.
-non se ne parla ma come ti viene in mente?-
non si torna indietro, devo cercare di giocare bene le mie carte e massimizzare il risultato
-il gioco è questo, cosa ti aspettavi che ti dicessi di scopare a casa? Scopiamo qui, adesso-.
– senti te l’avevo detto che non avrei accettato certe cose, c’è qui un'altra persona, non esiste -
-hai accettato il gioco e il gioco è questo- - ho accettato con riserva-
-Io ieri mi sono sforzato per te, per farti stare bene-
- non puoi paragonare le due cose, sono due richieste completamente diverse-
-bene prendo atto -
- prendi atto di cosa?-
-che con te il divertimento ha un limite, neanche troppo spinto, e che per divertirmi come piace a me dovrò guardare da un’altra parte-.
– cioè veramente mi stai dicendo che se non sto a questo stupido gioco vuoi chiuderla qui-
- ti sto dicendo che ti trovo bella e che mi ecciti un sacco e che voglio che te ne sbatti di quello che c’è intorno e che ora ti metti su di me e scopiamo-
la fisso negli occhi
– ti sto dicendo che voglio scopare con te ora-
- e io ti sto dicendo che voglio stare al gioco ed esaudire un tuo desiderio quindi non chiedermi questo, una situazione più adatta-
io rimango fermo nel tono e nello sguardo -Salimi sopra e infilati il cazzo nella figa-.

Rimane in silenzio qualche secondo, evita il mio sguardo. Poi mi dice
– va bene, ma non vengo sopra io, vieni sopra tu e coprici con un telo-.
Rifletto qualche secondo, penso che nella peggiore delle ipotesi la sera ci faremo una scopata a casa, penso che ora voglio quello, o tutto o niente, nessun compromesso.

Mi avvicino e la bacio. Lei risponde al bacio e mi abbraccia. Le metto una mano tra le cosce e gliele divarico. La faccio salire fino alla figa, passandola sul clitoride e sulle labbra mentre lei ancora quasi asciutta inizia a già a gemere come fossimo nel pieno del rapporto.

Prendo la sua mano e le faccio impugnare il cazzo avviandole la sega. Avvicino la bocca al suo orecchio
-ho detto che adesso sali su di me, ti infilo il cazzo dentro e ti fai vedere da quello mentre mi scopi, nessun compromesso-
lei geme
-sei uno stronzo e un porco-
- e tu anche se fai di tutto per nasconderlo a te stessa sei una maiala-
la sento che trema lievemente mentre allo stesso tempo gode sotto i colpi della mia mano
-francesco è troppo per me non ce la faccio-
- mettiti sopra e poi affonda il busto su di me, metti il viso sulla mia spalla voltandoti dall’altra parte, come l’altro giorno per spogliarti, tu non vedrai niente di cosa accade-.

È titubante, un po’ spaventata ma molto, molto eccitata. Si mette a cavallo su di me, in pochi attimi sono dentro di lei e come le avevo suggerito affonda il viso su di me chiudendo gli occhi.

Scopiamo con una sincronia stupenda. Lei muove culo e bacino avanti e indietro, io con colpi del pube assecondo il suo ritmo. Gode con foga come la sera prima, percepisco vorremmo provare un po’ a trattenersi ma non ci riesce.

Mi volto verso destra, l’uomo ci guarda con il cazzo in mano mentre si sega. Quando vede che lo guardo si alza e si avvicina portandosi a 5/6 metri di distanza da noi. Sta lì in piedi guardandoci e segandosi.

Così vicino mette un po’ di soggezione anche a me. Decido di concentrarmi su di lei. Inizio a colpirla più forte, affondare dentro di lei con colpi secchi e forti. Lei geme quasi urlando.

Lo trovo bellissimo. Ha la figa completamente spanata e anche se percepisco meno piacere mi permette di scivolare dentro e sbatterla con una facilità che raramente avevo potuto apprezzare.

Dopo un paio di minuti percepisco l’uomo allontanarsi, il cazzo floscio, deve essere venuto.

Scopiamo finché non abbiamo un orgasmo quasi in contemporanea, io le vengo dentro.

Rimane accasciata su di me per un po’, il viso affondato e gli occhi chiusi. Poi ritrova la voce.
-lui cos’ha fatto?-.

Non so se lei sia pronta per sentirselo dire. Tutto sommato è andata molto meglio del previsto.
– niente, deve essere un puritano come te. Quando ha visto cosa stavamo facendo si è votato dall’altra parte-
- ok, senti ti prego andiamo-.

Si rialza e in pochi secondi è vestita e senza mai guardare nella direzione dell’uomo imbrocca il sentiero che riporta al parcheggio lasciandomi lì con ombrellone e asciugamani da piegare e raccogliere.

La ritrovo alla macchina molto scossa.
-ti va di parlarne?-
- no devo metabolizzare-
il viaggio di ritorno a casa trascorre nel silenzio più assoluto.
Meraviglioso! Una curiosità... Lei prendeva la pillola?
 

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 7 – MARA

La mattina successiva durante la colazione provo qui il mio all-in per finire la vacanza in bellezza.
...
Sempre complimenti.
Mi permetto però di dire che questo è il capitolo che mi piace di meno.
È venuto meno quell'aspetto romantico di rispetto che fino ad ora aveva permeato la storia.
Ma, giustamente, così è se vi pare ...
 
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CAPITOLO 2 – SEZIONE 8 – MARA

Arrivati a casa si butta in doccia. Io mi metto sul letto a riflettere. Inizio ad essere preso male. Mi sento una merda, forse ho forzato troppo la mano, forse le ho fatto una violenza psicologica. L’eccitazione della situazione mi ha fatto perdere lucidità e forse anche quel rispetto verso l’altro che per me è un principio inviolabile.

Per fortuna è lei a rincuorarmi. Esce dalla doccia, mi vede sul letto pensieroso e probabilmente con la faccia afflitta. Si sdraia di fianco a me e mi abbraccia.

-Scusami, non stare in pena, mi dispiace per la mia reazione, ero un po’ scossa-
- non devi scusarti, sono stato io una merda che ti ho spinta a fare una cosa del genere-
- sono una persona adulta, se avessi voluto veramente fermare tutto lo avrei fatto. È per questo che mi sono risentita, per non essere stata in grado di controllarmi e di fermarmi. Mi piaci molto e sto bene con te, talmente tanto da arrivare a fare una cosa del genere e questo mi spaventa-

Ci abbracciamo ancora per un po’ poi lei si alza e va verso la cucina.

-Lascia stare Mara. Vai a prepararti, è l’ultima sera, ti porto fuori a cena-.

Lei sorride, ha ripreso l’allegria. Prende un po’ di cose dalla valigia e si chiude in bagno per un’altra mezz’ora. Anche io inizio a prepararmi. Quando esce dal bagno è veramente molto bella. Indossa un vestito al ginocchio con una scollatura non troppo appariscente ma che per lei era già spinta dato che non vi era segno di reggiseno. Truccata bene, elegante come lei sapeva essere quando si impegnava, nonostante il fisico non in formissima, complice ormai una bella abbronzatura faceva la sua bella figura.

Arriviamo nel paese dell’isola e individuiamo quello che ci sembra essere l’unico ristorante sulla piazzetta principale lungo il porto. Facciamo una cena tranquilla a base di pesce. Finito di cenare lei mi chiede di prendere un gelato. Ci avviamo dunque verso la gelateria sempre lì sulla piazzetta. Prendiamo due belle coppe sedendoci sui tavolini fuori dal locale. La gelateria è frequentata per lo più da famigliole con bambini e coppie di pensionati.

Quando stiamo ancora finendo di consumare si alza per andare in bagno e ritorna dopo qualche minuto.

Si risiede di fronte a me, riprende a mangiare il gelato e dopo un pò, senza guardarmi, fa scendere una mano lungo la scollatura, inizia a giocare con il vestito, lasciando intravedere il capezzolo. Alza lo sguardo e mi fa l’occhiolino mentre continua con le dita a scostare il vestito per farmi intravedere il seno.

Si alza e sposta la sua sedia a fianco alla mia, mi prende la mano e me la infila dentro la sua borsetta. Sento subito chiaramente al tatto come questa contenga un perizoma di pizzo.

Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra – mi stavano dando un po’fastidio con quel filo così sottile e sono andata in bagno a toglierle- . Mi guarda, sorride maliziosamente e ride. Un po’ mi sta provocando, un po’ mi prende in giro, in ogni caso ormai mi conosce e sa che mi sto eccitando. Mi guarda ancora
– facciamo ancora un po’ i fidanzati, questa volta ti piacerà-,
si alza e viene a sedersi sulle mie ginocchia.

Allunga le mani per prendere la sua coppa e riprende a mangiare il gelato mentre molto lentamente inizia a muovere il bacino su di me. In pochi secondi ce l’ho duro e cerco di puntarglielo in mezzo alle gambe. Lei lo sente, entrambi cerchiamo di fare pressione mentre ci strisciamo, stando attenti a non farci vedere.

-Nel bagno della gelateria, ora-
- cosa?-.
Lei ride, mi bacia mentre continua a strusciarsi
-scopami nel bagno della gelateria, ora-.

Io sono veramente perplesso. Non mi sarei mai aspettato da lei una cosa del genere. Pensavo mi chiedesse una cosa tipo farlo in spiaggia la sera o in acqua al mare nel pomeriggio, o ancora in macchina ma non certo una richiesta del genere, non da lei.

Deve vedermi anche lei perplesso
-non mi dire che ti vergogni-
- no, andiamo-.

Mi prende per mano e mi conduce nel locale, un corridoio dietro al bancone porta alla toilette. Non c’è nessuno, entriamo e chiudiamo a chiave.

La prendo di fronte e le abbasso il vestito facendo uscire le tette che cominciano a penzolare finalmente libere. Ne prendo una in bocca, lei mi ferma. Ridacchia
-non c’è tempo, dobbiamo fare veloci- .
Si alza la gonna del vestito e si mette a pecorina appoggiando le mani al lavandino e mostrandomi il buco della figa già lubrificato dai nostri strusciamenti precedenti.

Abbasso i pantaloni, tiro fuori il cazzo dai boxer, appoggio la punta su di lei e affondo con forza.

Una vera scopata, siamo tutti e due super eccitati. Lei apre l’acqua del lavandino nel tentativo di coprire i rumori, io la sbatto facendo risuonare ritmicamente il suo culo ogni volta che ci sbatto contro. Ritmo veloce, intenso, il tutto durerà non più di due minuti, veniamo praticamente insieme, io esco, lei si inginocchia e si lascia sborrare in faccia.

Si ripulisce al lavandino e usciamo. Per fortuna non c’è nessuno in coda fuori. Meno male perché onestamente non mi avrebbe eccitato il pensiero, mi sarei vergognato a morte, visto soprattutto il target di clientela della gelateria.

Torniamo a casa e quella notte lo facciamo altre due volte, con più dolcezza e passione. La vacanza è giunta al termine.
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Sempre complimenti.
Mi permetto però di dire che questo è il capitolo che mi piace di meno.
È venuto meno quell'aspetto romantico di rispetto che fino ad ora aveva permeato la storia.
Ma, giustamente, così è se vi pare ...
Ciao.
Guarda più che 'cosí è se vi pare' è 'cosi sono andate le cose'.
Sicuramente quell'episodio fu il primo segnale eclatante che cercavamo due cose molto diverse in quella relazione e proprio quello che sembrava il punto di rottura da cui poi le cose sarebbero potute esplodere (intendo da un punto di vista sessuale), fu invece il punto più alto e l'inizio della fine.
Nel prossimo episodio, l'ultimo del raccontò, spiegherò come andò a finire.
 

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CAPITOLO 2 – SEZIONE 8 – MARA
Bellissimo!
Ciao.
Guarda più che 'cosí è se vi pare' è 'cosi sono andate le cose'.
Lungi da me criticare.
Ho espresso il mio rincrescimento per come si erano messe le cose.
Ma hai ragione, le cose purtroppo succedono.
Sicuramente quell'episodio fu il primo segnale eclatante che cercavamo due cose molto diverse in quella relazione e proprio quello che sembrava il punto di rottura da cui poi le cose sarebbero potute esplodere (intendo da un punto di vista sessuale), fu invece il punto più alto e l'inizio della fine.
Nel prossimo episodio, l'ultimo del raccontò, spiegherò come andò a finire.
Non vedo l'ora.
A presto, spero.
Nel frattempo, buona Pasqua!
 
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Bellissimo!

Lungi da me criticare.
Ho espresso il mio rincrescimento per come si erano messe le cose.
Ma hai ragione, le cose purtroppo succedono.

Non vedo l'ora.
A presto, spero.
Nel frattempo, buona Pasqua!
Avevo capito non essere una critica e tranquillo anche se lo fosse stata l'avrei accettata senza problemi, anzi il forum esiste proprio per discutere ed esprimere opinioni 👍
 
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CAPITOLO 2 – SEZIONE 9 – MARA

Il viaggio di ritorno lei è raggiante e riserva ancora due episodi degni di nota. Immaginavo potesse essere triste ma non fu così. Col senno di poi lei vedeva quel momento non come la fine della nostra vacanza ma come l’inizio della nostra relazione.

Fatto sta che è molto su di giri, allegra, parliamo un sacco. A qualche km dal confine tra Croazia e Slovenia improvvisa uno spogliarello in macchina. Rimane completamente nuda facendomi ammiccamenti e prendendomi la mano e poggiandola sui seni.

Sicuramente non aveva visto il cartello e quando intravede a una cinquantina di metri i gabbiotti della dogana tra le mie risate inizia ad urlarmi di accostare. Io eseguo, si riveste e passiamo la dogana.

Altro episodio la sera, sono stanchissimo dopo ore di guida, quando vede il cartello dei 10km da Modena mi slaccia i pantaloni e scende a farmi un pompino che dura fino quasi all’arrivo sotto casa sua.

Le porto le valigie in casa e ci salutiamo con un lungo bacio.

Per i mesi successivi continuiamo a frequentarci, spesso passo il week end a casa sua quando non c’è la figlia. Tanto sesso ma anche tanto tempo insieme.

La cosa si raffredda però verso novembre con due cose che succedono in contemporanea. Innanzitutto riprendo i contatti con quella che poi sarà mia moglie. Una ragazza che avevo frequentato tempo prima e con cui, rincontrata per caso, nacque quella che allora era solo una simpatia. In secondo luogo mi accorsi di starmi adagiando su quella relazione e di star prendendo in giro Mara. Le volevo bene, mi ci ero affezionato, ma non desideravo niente da lei da un punto di vista sentimentale, per me non c’era prospettiva.

In quel momento però non avevo intrallazzi con altre ragazze e con lei si faceva del buon sesso, così avevo lasciato andare troppo la cosa. Per onestà e correttezza nei suoi confronti che invece non perdeva occasione per farmi capire come desiderasse che la nostra relazione diventasse qualcosa di più, doveva finire.

Una sera di novembre andai dunque da lei chiarendole con onestà, senza giri di parole, la situazione.

Lei scoppiò a piangere e mio urlò di andarmene.

Lasciai casa sua sentendomi veramente una merda. Se fossi stato onesto l’avrei chiusa li dopo la vacanza invece mi ero comportato veramente da bastardo. Vedevo che lei si affezionava ogni giorno di più e sapevo che invece per me non era lo stesso eppure non avevo fatto nulla.

Mi dispiaceva veramente ma tirarla più in lungo sarebbe solo stato peggio.

Dopo due settimane mi chiamò chiedendomi di parlare a tu per tu. Andai da lei un venerdì sera.

Mi accolse con un sorriso. Mi spiegò di aver parlato molto della cosa durante le sue sedute di terapia che faceva da quando si era separata col marito e di essersi messa nei miei panni. Capiva che non poteva offrirmi una prospettiva e che era giusto che io puntassi a costruirmi una relazione con una mia coetanea.

Ci lasciammo con un lungo abbraccio.

Negli anni è capitato di risentirci per telefono. È rimasto in qualche modo una sorta di volerci bene. Io dopo qualche mese le raccontai di come per la prima volta sentivo di amare per davvero una ragazza, lei un anno dopo la nostra vacanza incontrò un uomo con cui si è risposata e con cui ora vive felice.
 

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