Esperienza reale Racconto di fantasia Le ragazze di oggi

shaggy

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La mattina passa molto velocemente, onde evitare ulteriori tentazioni, decido di fare un giro in centro.

Roberta rimane a prendere il sole un po’ di malumore, forse si aspettava qualcosa di diverso.

Girando per il lungomare incontro Matilde.

Matilde: “Ma ciao, che ci fai in giro, non sei a casa?”

Io: “Ti piacerebbe eh, lo so che è tutto deciso da voi tre a tavolino sai?”

Matilde mi guarda con la faccia di chi non ha capito niente.

Matilde: “Ma di che parli”

Io: “Come, non è stata una decisione comune quella di far rimanere Roberta a casa con me?”

Matilde: “Veramente no, perché cosa avete combinato?”

Una punta di gelosia si affaccia sul suo viso.

Io: “Niente di che, le ho spalmato la crema solare….”

Matilde: “Ah…”

Io: “E Francesca dov’è? Oggi ognuno si fa i cavoli suoi vedo”

Il volto di Matilde si illumina di un sorriso malizioso e anche vendicativo.

Matilde: “Vuoi vedere? Vieni con me”

Torniamo indietro per le strade del corso, entriamo in uno stabilimento balneare.

Davanti alla fila delle cabine Matilde si blocca.

Matilde: “114”

E si siede su una sdraio vuota.

Sono le 11:45, la spiaggia è semivuota, i più sono tutti a pranzo a casa o nei ristoranti.

Mi avvicino piano piano, i rumori che sento in sottofondo sono inequivocabili. Qualcuno sta facendo sesso.

La porta è socchiusa, mi affaccio.

Rimango letteralmente a bocca aperta.

In uno spazio 3 metri per tre metri vedo chiaramente tre persone.

Una è Francesca, piegata a 90 che sta spompinando un ragazzo poco più grande di lei appoggiato alla sedia sulla sinistra della stanza.

Dietro di lei un uomo più o meno della mia età la sta scopando selvaggiamente aiutandosi con le mani appoggiate ai suoi fianchi.

Le grandi tette di Francesca anche se sode sobbalzano sotto i colpi del cazzo maturo.

L’uomo ride.

Uomo: “Ti piace il cazzo di mio figlio troietta, è?”

Ragazzo: “Papà fai piano che sotto i tuoi colpi la troietta non riesce neppure a spompinarmi tanto che gode”

Da dietro sento un sussurro

Matilde: “Voleva giocare con il ragazzo ma è entrato anche il padre. Non era previsto e all’inizio si è pure lamentata ma a quanto pare adesso le piace. E’ li già da una ventina di minuti”

Sono ipnotizzato, mia figlia montata come una puttana qualsiasi da due cazzi…. E le piace pure alla troia.

Matilde: “Certo il tuo è un altro calibro ma due sono due……”

Ragazzo: “Papy fammi divertire anche a me per favore.”

Uomo: “Certo, sdraiati sul materassino, vedrai come ci divertiamo adesso”

Il ragazzo si sdraia su un materassino gonfiabile a terra, l’uomo prende Francesca per le spalle e la sposta come fosse una bambola nelle loro mani calandola sul cazzo del figlio che immediatamente le afferra i seni.

Francesca inizia a cavalcare il cazzo con foga.

Uomo: “Ei la troietta ha proprio voglia di cazzo, è mezz’ora che ci cavalca a turno, forse è arrivato il momento di vedere come reagisce a questo.”

L’uomo si sistema dietro Francesca, la spinge in avanti con forza verso il figlio, il secondo buco, quello del culo di mia Figlia adesso è alla sua portata.

Uno sputo raggiunge il buco di Francesca che neppure se ne accorge tanto è impegnata a cavalcare quel cazzo giovane.

Subito dopo l’uomo punta la cappella verso il culo di mia figlia e in un colpo deciso entra dentro fino alle palle.

Francesca si blocca, un urlo le ese dalla bocca, ha sentito male stavolta.

Dalla mia posizione, da dietro, vedo i suoi buchi aperti con i cazzi che la stanno riempiendo.

Francesca: “Cazzo che male, mi sento completamente riempita. Come se mi stessero spaccando in due”

Padre e figlio iniziano a muoversi in modo alternato dentro di lei, si vede che non è la prima volta che usano questa tecnica, il volto di Francesca cambia dal sofferente all’estremamente eccitato.

Ragazzo: “Papy, così riempita è strettissima, sembra quasi vergine ah ah ah ah”

Uomo: “Di vergine questa non ha niente da un po’. Dai riempiamola ben bene”

Il ritmo si fa forsennato, i due cazzi entrano e escono velocemente, il rumore che sento è quello della fica bagnata.

Uomo: “Senti come è bagnata, tra un po’ esplode anche lei”

Continuano così per un altro paio di minuti francesca si accascia sul ragazzo scossa da numerosi spasmi.

Uomo: “Senti come è venuta, il suo culo quasi mi risucchia il cazzo”

Ragazzo: “Sto per venire anche io”

Uomo: “mmmmm siii dai riempiamola”

Pochi colpi e i due cazzi esplodono dentro Francesca, che come reazione ha un secondo violentissimo orgasmo.

I due uomini rimangono dentro di lei per alcuni secondi poi, complice anche il cazzo che si sta ammosciando, escono.

Francesca accasciata sul ragazzo è quasi incosciente, il ragazzo si sposta e la getta sul materassino pancia in su a gambe divaricate.

I suoi buchi colano sborra copiosamente, i due cazzi dovevano essere proprio pieni.

Francesca si riprende e apre gli occhi

Uomo: “E Adesso troietta prima di andartene ci ripulisci ben bene i cazzi, non vorrai mica che mi rimetta il costume così?

Lei a fatica, ancora stravolta si mette a sedere sul materassino, apre bocca e ingoia il primo dei due che si sta ammosciando avvicinando anche l’altro.

Con la lingua li pulisce per bene.

L’uomo la guarda, la spinge indietro sul materassino.

Uomo: “Adesso noi usciamo, tu ti sistemi, e poi vai via. Non voglio che qualcuno mi veda uscire con una puttana dalla mia cabina”

Velocemente mi allontano seguito da Matilde che fino a quel momento era rimasta in silenzio.

Tornati sul lungomare

Matilde: “Piaciuta la scena? O meglio spalmare crema? A vedere il gonfiore che vedo dai pantaloni comunque hai apprezzato”

Abbasso lo sguardo e solo in quel momento vedo l’enorme erezione che ho.

Suona il cellulare

Roberta: “Papy il pranzo è quasi pronto, sono le 12:20 vieni a pranzo? Ho appena chiamato Francesca, ha detto vengono anche loro”

Io: “Sto già tornando, grazie per aver preparato”

Roberta: “Ma figurati, per così poco”

Riaggancio, guardo Matilde che ha una faccia molto compiaciuta.

Matilde: “Che sappia io era la prima volta sai…. Non si è comportata male dai?”

Io: “Ci vediamo a casa, ok?”

Matilde: “A dopo papy”

Si avvicina mi bacia sulla guancia e mi sussurra

Matilda: ”Stasera ci penso io a farti passare l’eccitazione”

E con una mano mi sfiora il pacco.

Mi volto, accenno un sorriso e mi avvio verso casa.

Io: “Meglio avviarmi, non vorrei mi vedesse qui.”

Il viaggio è circa un chilometro, giusto per rivedermi nitide in mente le immagini di quei due uomini che si sbattevano mia figlia come una volgare puttana,

Ero geloso si ma non per quello che avevo appena visto, ma perché al posto del padre volevo esserci io.

Pranziamo tutti assieme, alla fine Francesca si alza

Francesca: “Io sono stanca, vado a letto, oggi niente mare, ok?”

Mentre sale le scale con un filo di voce

Matilde: “E’ stanca si, vorrei esserlo io stanca così”

Roberta: “In che senso?”

Matilde: “Chiedilo a papy… lui lo sa. Io esco, vado in spiaggia”

Roberta: “In che senso Papà?”

Io: “Niente niente, lasciamo stare, ok?”

Roberta: “Maty vengo anche io ok?”

Le due si alzano, sistemano le cose e poi vanno via parlottando tra di loro.

Rimango solo in casa che guardo nel vuoto, immagini si susseguono nella mia testa, il cazzo è duro….. ancora.
Molto arrapante il racconto
 

Kkk9995

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L’ho letto tutto in un colpo , complimenti sia per l scrittura che “eventualmente “ per le due splendide figlie porcelline. Aspettiamo trepidanti il continuo
 
OP
MROBERTI

MROBERTI

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Io: “Ei mi ero dimenticato una cosa, finisco di sistemare e vado in spiaggia. Siamo in ferie e non ho ancora visto il mare. Prendo la bici e vado alla spiaggetta”

Francesca si ferma quasi in cima alle scale così come le altre due in fondo al giardino.

Francesca: “Ok Papy, divertiti”

Roberta: “Ok, a dopo allora”

La spiaggetta è una lingua di sabbia non troppo grande, a circa un km da casa nostra.

Per raggiungerla si deve attraversare una piccola pineta, alla fine della quale si apre un paesaggio fantastico.

Il bello di farsi 3 mesi di ferie è che si può godere di questi posti anche in momenti in cui i turisti sono pochi e c’è molta più privacy.

Percorro la pineta con una leggera brezza che mi soffia sul viso, all’ombra degli alberi.

La spiaggia in fondo è semi deserta, solo 3 o 4 coppie molto distanti tra lo loro la occupano.

Scendo di bici e mi cerco un posticino, distante da tutti gli altri.

Stendo l’asciugamano sulla sabbia calda e mi metto sopra.

Con gli occhi chiusi ripercorro gli ultimi avvenimenti, Roberta che si fa spalmare la crema e molto di più fino le immagini di Francesca posseduta da due uomini.

L’eccitazione si impadronisce di me, le immagini nella mia mente sono come un film Hard in alta definizione.

Mi sento sempre più risucchiato nel vortice, sento che sono sempre più vicino all’inevitabile.

Una parte di me ne è felice e una piccola parte ancora resiste a quello che pensa essere sbagliato, immorale.

Immerso in questi pensieri mi assopisco.

Apro di nuovo gli occhi, sono le 17:30, meno male avevo messo la crema abbronzante e soprattutto avevo già la pelle colorata dal sole.

Mi alzo e vedo la spiaggia vuota, le coppiette se ne erano andate.

Ho voglia di un bel bagno, sono accaldato.

Mi avvicino alla riva e mi immergo nell’acqua fresca dando le spalle alla riva.

Matilde: “Ei bellezza che ci fai tutto solo?”

Mi volto e vedo Matilde vicina al mio asciugamano in un bichini giallo fluo che lascia molto poco all’immaginazione

Sistema la sua roba vicino alla mia e si avvicina correndo a me.

Entra in acqua e mi raggiunge.

Io: “E te che ci fai qui?”

Matilde: “Roberta era impegnata e io sono venuta a farti compagnia.”

Io: “Impegnata?”

Matilde: “Eh si, mi ha raccontato tutto di come e quanto le hai spalmato la crema. Era più di una spalmata. Il problema è che gli ha lasciato la voglia e quindi ha cercato il modo di togliersela del tutto”

Io: “Beh di più io non potevo fare”

Matilde: “Non potevi o non volevi. E poi perché sei uscito oggi, avevi paura di Francesca?”

Io: “Non capisco”

Matilde: “Capisci, capisci. Guarda, lo dico contro di me, ma credo che dovresti lasciarti andare. Tanto è un dente che dovrai toglierti e tu hai lo strumento adatto”

Dicendo questo si avvicina a me, l’acqua che ci sfiora il collo.

Da sotto l’acqua sento una mano appoggiarsi al mio cazzo.

Matilde: “Che ne dici se ci mettiamo un po’ in libertà, siamo soli soletti”

Mentre lo dice si toglie il pezzo di sopra del costume, si piega e toglie anche il sotto lanciandomeli.

Matilde: “E tu?”

Mi tolgo il costume, li getto a riva.

Matilde si attacca a me, i capezzoli duri come chiodi si attaccano al mio petto, mi abbraccia.

Sotto la superficie dell’acqua le sue gambe si avvinghiano a me.

Il mio cazzo si sta svegliando e il suo strusciarsi non fa altro che accelerare la cosa.

Le mie mani afferrano tutte e due le chiappe e da sotto inizio a giocare con la fichetta.

Matilde: “Papy lo voglio”

Con le mani sempre sulle chiappe la sistemo sul mio cazzo e piano piano la calo.

Complice l’acqua lo sento scorrere dentro di lei più agevolmente del solito.

Matilde inizia a muoversi mentre la sua bocca mi bacia sul collo, poi piano piano risale fino a incontrare la mia.

Siamo in acqua come due fidanzatini, avvinghiati l’uno all’altro che limoniamo mentre scopano.

Adesso capisco cosa intendeva mia moglie con “Tornare indietro di 20 anni”.

Mentre continuiamo mi sposto verso la riva (l’acqua scende rapidamente, non siamo distanti) fino a quando lei non è completamente distesa sulla battigia e io sopra di lei.

In tutto il tragitto non si è mai staccata da me.

Distesi sulla riva continuo a scoparla lentamente, mi voglio godere il momento.

Lo sciacquio delle onde ci investe ritmicamente aumentando la nostra eccitazione.

Continuiamo così per un tempo che mi pare infinito, alternandoci nelle posizioni ma senza mai staccarci.

Matilde: “E’ bellissimo, mi stai facendo impazzire.”

Sento che la sua eccitazione è vicina al culmine e anche io lo sono.

Io: “Sei fantastica”

Matilde: “Oh si è bellissimoooo”

Il suo corpo è scosso da un forte orgasmo, il tremore che la percorre lo percepisco benissimo.

Tempo poco e anche io lo raggiungo, con lei che continua a tenermi dentro di se con le gambe.

Ci lasciamo andare, uno vicino all’altro sulla riva del mare, la mano di lei che cerca la mia.

Mi volto e la guardo, bagnata, con ancora i capezzoli duri e le onde che lambiscono il suo ventre.

Matilde si volta verso di me.

Matilde: “E’ stato stupendo, diverso dal solito.”

Io: “Stiamo percorrendo una strada pericolosa lo sai vero?”

Matilde: “No pericolosa no.”

E sorride.

Matilde: “Lo sai sono gelosa delle tue figlie”

Io: “E perché?”

Matilde: “Perché lo so che prima o poi cederai e non sarai più solo mio. Ma è giusto così e lo capisco”

Io: “Ma cosa dici, ti sbagli”

Matilde: “Lo ro lo vogliono, tu lo vuoi e non dire il contrario saresti un bugiardo. Ti osservo e vedo quanto il tuo corpo le desideri”

Non ho il coraggio di rispondere, rimango in silenzio.

Matilde: “Il tuo silenzio mi conferma che ho ragione. Ma potremo divertici in tanti altri modi”

Matilde sorride, rivedo il sorriso malizioso che mi ha impaurito fin dall’inizio.

Io: “Rivestiamoci dai, che possono vederci”

Matilda: “Vederci? Ma se sono le 18:45, tra poco la gente torna a casa per cena.”

Ci mettiamo a ridere mentre ci rivestiamo.

Torniamo agli asciugamani e ci sdraiamo uno vicino all’altra per asciugarci.

Tornando a casa in bicicletta ha ancora voglia di incalzarmi.

Matilde: “Sai già quando e in che occasione accadrà? Te lo sei mai immaginato?”

Io: “Dai Matilde basta, non lo so non ci ho mai pensato”

Matilde: “E fai male, loro lo fanno in continuazione, anche quando si fanno scopare dagli altri. Ma io glielo dico sempre che il tuo è tutta un’altra cosa”

Io: “Adesso fai anche pubblicità?”

Ci mettiamo a ridere, forse sono riuscito a svicolare.

Matilde: “Ridi ridi, ti conviene pensarci invece, prima che una di loro ti anticipi. Poi dopo non avrai più il controllo di niente.”

Rimango in silenzio fino a casa assorto nei pensieri.

Roberta: “Ei vo due siete tornati, iniziavamo a preoccuparci.”

Francesca: “Cenetta fuori? Ho voglia di crudità di mare”

Matilde: “Ma lo sai che certi alimenti sono afrodisiaci? E poi?”

Francesca: “E poi vediamo…..”

Si mettono tutte e tre a ridere mentre mi guardano.

Io. “Ok, e cena sia……”

A questo punto tanto vale partecipare al gioco invece di trovarcisi dentro passivamente.

Dobbiamo giocare? Ok Giochiamo!
 

italiansausagebersa

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Io: “Ei mi ero dimenticato una cosa, finisco di sistemare e vado in spiaggia. Siamo in ferie e non ho ancora visto il mare. Prendo la bici e vado alla spiaggetta”

Francesca si ferma quasi in cima alle scale così come le altre due in fondo al giardino.

Francesca: “Ok Papy, divertiti”

Roberta: “Ok, a dopo allora”

La spiaggetta è una lingua di sabbia non troppo grande, a circa un km da casa nostra.

Per raggiungerla si deve attraversare una piccola pineta, alla fine della quale si apre un paesaggio fantastico.

Il bello di farsi 3 mesi di ferie è che si può godere di questi posti anche in momenti in cui i turisti sono pochi e c’è molta più privacy.

Percorro la pineta con una leggera brezza che mi soffia sul viso, all’ombra degli alberi.

La spiaggia in fondo è semi deserta, solo 3 o 4 coppie molto distanti tra lo loro la occupano.

Scendo di bici e mi cerco un posticino, distante da tutti gli altri.

Stendo l’asciugamano sulla sabbia calda e mi metto sopra.

Con gli occhi chiusi ripercorro gli ultimi avvenimenti, Roberta che si fa spalmare la crema e molto di più fino le immagini di Francesca posseduta da due uomini.

L’eccitazione si impadronisce di me, le immagini nella mia mente sono come un film Hard in alta definizione.

Mi sento sempre più risucchiato nel vortice, sento che sono sempre più vicino all’inevitabile.

Una parte di me ne è felice e una piccola parte ancora resiste a quello che pensa essere sbagliato, immorale.

Immerso in questi pensieri mi assopisco.

Apro di nuovo gli occhi, sono le 17:30, meno male avevo messo la crema abbronzante e soprattutto avevo già la pelle colorata dal sole.

Mi alzo e vedo la spiaggia vuota, le coppiette se ne erano andate.

Ho voglia di un bel bagno, sono accaldato.

Mi avvicino alla riva e mi immergo nell’acqua fresca dando le spalle alla riva.

Matilde: “Ei bellezza che ci fai tutto solo?”

Mi volto e vedo Matilde vicina al mio asciugamano in un bichini giallo fluo che lascia molto poco all’immaginazione

Sistema la sua roba vicino alla mia e si avvicina correndo a me.

Entra in acqua e mi raggiunge.

Io: “E te che ci fai qui?”

Matilde: “Roberta era impegnata e io sono venuta a farti compagnia.”

Io: “Impegnata?”

Matilde: “Eh si, mi ha raccontato tutto di come e quanto le hai spalmato la crema. Era più di una spalmata. Il problema è che gli ha lasciato la voglia e quindi ha cercato il modo di togliersela del tutto”

Io: “Beh di più io non potevo fare”

Matilde: “Non potevi o non volevi. E poi perché sei uscito oggi, avevi paura di Francesca?”

Io: “Non capisco”

Matilde: “Capisci, capisci. Guarda, lo dico contro di me, ma credo che dovresti lasciarti andare. Tanto è un dente che dovrai toglierti e tu hai lo strumento adatto”

Dicendo questo si avvicina a me, l’acqua che ci sfiora il collo.

Da sotto l’acqua sento una mano appoggiarsi al mio cazzo.

Matilde: “Che ne dici se ci mettiamo un po’ in libertà, siamo soli soletti”

Mentre lo dice si toglie il pezzo di sopra del costume, si piega e toglie anche il sotto lanciandomeli.

Matilde: “E tu?”

Mi tolgo il costume, li getto a riva.

Matilde si attacca a me, i capezzoli duri come chiodi si attaccano al mio petto, mi abbraccia.

Sotto la superficie dell’acqua le sue gambe si avvinghiano a me.

Il mio cazzo si sta svegliando e il suo strusciarsi non fa altro che accelerare la cosa.

Le mie mani afferrano tutte e due le chiappe e da sotto inizio a giocare con la fichetta.

Matilde: “Papy lo voglio”

Con le mani sempre sulle chiappe la sistemo sul mio cazzo e piano piano la calo.

Complice l’acqua lo sento scorrere dentro di lei più agevolmente del solito.

Matilde inizia a muoversi mentre la sua bocca mi bacia sul collo, poi piano piano risale fino a incontrare la mia.

Siamo in acqua come due fidanzatini, avvinghiati l’uno all’altro che limoniamo mentre scopano.

Adesso capisco cosa intendeva mia moglie con “Tornare indietro di 20 anni”.

Mentre continuiamo mi sposto verso la riva (l’acqua scende rapidamente, non siamo distanti) fino a quando lei non è completamente distesa sulla battigia e io sopra di lei.

In tutto il tragitto non si è mai staccata da me.

Distesi sulla riva continuo a scoparla lentamente, mi voglio godere il momento.

Lo sciacquio delle onde ci investe ritmicamente aumentando la nostra eccitazione.

Continuiamo così per un tempo che mi pare infinito, alternandoci nelle posizioni ma senza mai staccarci.

Matilde: “E’ bellissimo, mi stai facendo impazzire.”

Sento che la sua eccitazione è vicina al culmine e anche io lo sono.

Io: “Sei fantastica”

Matilde: “Oh si è bellissimoooo”

Il suo corpo è scosso da un forte orgasmo, il tremore che la percorre lo percepisco benissimo.

Tempo poco e anche io lo raggiungo, con lei che continua a tenermi dentro di se con le gambe.

Ci lasciamo andare, uno vicino all’altro sulla riva del mare, la mano di lei che cerca la mia.

Mi volto e la guardo, bagnata, con ancora i capezzoli duri e le onde che lambiscono il suo ventre.

Matilde si volta verso di me.

Matilde: “E’ stato stupendo, diverso dal solito.”

Io: “Stiamo percorrendo una strada pericolosa lo sai vero?”

Matilde: “No pericolosa no.”

E sorride.

Matilde: “Lo sai sono gelosa delle tue figlie”

Io: “E perché?”

Matilde: “Perché lo so che prima o poi cederai e non sarai più solo mio. Ma è giusto così e lo capisco”

Io: “Ma cosa dici, ti sbagli”

Matilde: “Lo ro lo vogliono, tu lo vuoi e non dire il contrario saresti un bugiardo. Ti osservo e vedo quanto il tuo corpo le desideri”

Non ho il coraggio di rispondere, rimango in silenzio.

Matilde: “Il tuo silenzio mi conferma che ho ragione. Ma potremo divertici in tanti altri modi”

Matilde sorride, rivedo il sorriso malizioso che mi ha impaurito fin dall’inizio.

Io: “Rivestiamoci dai, che possono vederci”

Matilda: “Vederci? Ma se sono le 18:45, tra poco la gente torna a casa per cena.”

Ci mettiamo a ridere mentre ci rivestiamo.

Torniamo agli asciugamani e ci sdraiamo uno vicino all’altra per asciugarci.

Tornando a casa in bicicletta ha ancora voglia di incalzarmi.

Matilde: “Sai già quando e in che occasione accadrà? Te lo sei mai immaginato?”

Io: “Dai Matilde basta, non lo so non ci ho mai pensato”

Matilde: “E fai male, loro lo fanno in continuazione, anche quando si fanno scopare dagli altri. Ma io glielo dico sempre che il tuo è tutta un’altra cosa”

Io: “Adesso fai anche pubblicità?”

Ci mettiamo a ridere, forse sono riuscito a svicolare.

Matilde: “Ridi ridi, ti conviene pensarci invece, prima che una di loro ti anticipi. Poi dopo non avrai più il controllo di niente.”

Rimango in silenzio fino a casa assorto nei pensieri.

Roberta: “Ei vo due siete tornati, iniziavamo a preoccuparci.”

Francesca: “Cenetta fuori? Ho voglia di crudità di mare”

Matilde: “Ma lo sai che certi alimenti sono afrodisiaci? E poi?”

Francesca: “E poi vediamo…..”

Si mettono tutte e tre a ridere mentre mi guardano.

Io. “Ok, e cena sia……”

A questo punto tanto vale partecipare al gioco invece di trovarcisi dentro passivamente.

Dobbiamo giocare? Ok Giochiamo!
prendi ferie e mettiti a scrivere. sei autorizzato a tornare al lavoro solo ad opera ultimata. grazie. (e ribadisco i complimenti espressi anche per tutti gli altri "episodi")
 

Milos678

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Ciao, innanzitutto complimenti per il racconto e spero tu possa continuare presto. Inoltre, non so se me lo sono perso ma non potresti fare anche la descrizione anche di Anna, Francesca e Roberta come hai fatto con Matilde, per favore ? Grazie mille nel caso e buona giornata. 💪🏻😊
 

sormarco

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taranto
Non credo che sia il posto giusto per fare polemiche questo, non ti pare?

Se sei interessato al racconto mi fa piacere altrimenti nessuno ti obbliga a leggerlo e/o commentarlo.

Come quando quardi la TV, se non ti piace hai il telecomando e cambi canale, non è che scrivi a chi ha fatto il palinsesto, no?

La chiuderei qui, ok, altrimenti mi fate passare la voglia di scrivere.... e di cose da raccontarvi ne ho acora molte.
Non posso che darti ragione, stavo leggendo tutto dall'inizio e sto leggendo solo i tuoi post del racconto, mi sono imbattuto in questa tua risposta e mi sono ricordato di quando risposi alla stessa maniera ad un altro utente, solo che non era la TV ma bensì un film al cinema, dove si paga per vedere e goderne di ciò che si vede. Che bella famiglia e amiche di figlie che hai, una vecchiaia piena di fica beato te. Ti servirebbe un amico fidato per qualche seratina che magari hai mal di testa? 😎😎😎
 

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