Lei Ci Guarda

rud1985

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Esco dal bagno e ti trovo giĂ  vestita, sul divano.
Classica situazione di quando “ne hai avuto abbastanza”.
Di solito fai così quando hai goduto almeno un paio di volte, altrimenti ti ritrovo nuda, pronta e desiderosa di accogliermi nuovamente dentro di te.
La presenza di Marika, insidiatasi da un paio di giorni nella nostra camera degli ospiti, ha reso più semplice farti raggiungere l’apice del piacere: l’ospite che rischia di sentirci, soprattutto quando si tratta di certe tue amiche, è una cosa che ti eccita da sempre.
Lo so: diventi ancora piĂą spudorata; so che ti piace far sentire la tua voce mentre godi.
Ti eccita il rischio che le amiche ci sentano, pare quasi che sia per vantarti che “dopo quasi dieci anni insieme mi sbatte ancora come una puttana, mentre le mie amiche si lamentano dei loro uomini, meno interessati già dopo pochi anni”.
Ti raggiungo, allungandomi accanto a te sul divano, mentre cerchi di accertarti che nessun liquido abbia macchiato la coperta di pile.

“Mi garba quando mi rimane l’odore della fica sulle mani” confesso, mentre avvicino la mano destra al tuo naso, strusciando il dito medio sulle tue labbra.

Il tuo profumo ti inebria.

“Della mia, di fica, voglio sperare” ridacchi.

“Effettivamente, tra tutte quelle che quotidianamente degusto, è una di quelle che mi garba di più” ribatto beffardamente, odorando nuovamente quelle dita che qualche minuto prima esploravano vari ingressi della tua intimità.

“Sei un po’ troppo maiale. Mi preoccupi.” La tua risata non mi impedisce di capire che è il genere di battuta che non apprezzi.

“Dici così solo perché non sai cosa ho sognato ieri notte”
Un po’ stizzita, ma curiosa, leggo il punto interrogativo che appare nel tuo sguardo.

“Me lo succhiavi e guardavi Marika. Che ci guardava. Come se fossimo uno pornazzo”. Ridi di gusto mentre mimo la scena; t’interessi alle mie reazioni ed a quelle della tua amica.
E alle tue.

“Facevi la maiala….”
“Come?!”
“…ti atteggiavi tipo una professionista: la fissavi mentre mi leccavi il cazzo e poi guardavi me in cerca di approvazione. Come se tu le dovessi dimostrare che fai le pompe meglio di lei. Guardavi sempre lei prima di me, sembrava un esame. ORALE.” Ridiamo.

Come soddisfatta e rincuorata nel conoscere le vicissitudini del tuo alter-ego creato dalla mia mente, strisci maliziosamente verso le mie parti basse, prima di iniziare a stuzzicarmi mordicchiandomi i testicoli e lasciando giocherellare il piercing della tua lingua con la mia cappella.

“E non credi che sia così?” domandi. Smorfiosa.
“Ma se pure te mi hai detto che è una gran pompinara………..”

“Posso?!”

Sentiamo, dall’alto delle scale che portano alle camere, la voce di Marika che, consapevole di ciò che accadeva mentre lei – dice - si riposava, si assicura il via libera prima di raggiungere la doccia al piano di sotto, nel bagno vicino a noi.

“Vieniiii” la rassicuri, facendomi per un attimo sognare di volerti far trovare col cazzo tra le labbra. Invece, purtroppo, ti alzi, mentre con un rapido gesto nascondi per intero le mie gambe e la mia intimità sotto la coperta, prima di abbandonarmi per accogliere la nostra ospite, ormai quasi giunta alla fine della rampa di scale.
Riparato sotto la coperta, nell’attesa che Marika attraversi il salotto per raggiungere il bagno, riesco casualmente a capire il percorso dei suoi occhi: inizialmente si accorgono dei pantaloni della mia tuta e dei miei boxer, da te rozzamente adagiati sul pavimento da prima della nostra scopata pomeridiana; poi, un po’ istintivamente, si dirigono dritti in mezzo alle mie gambe, come per cercare conferma di una mia eventuale nudità, comunque nascosta dallo spesso tessuto della coperta.

“Dai! Potevi continuare!” ti prendo in giro, una volta assicuratomi che l’acqua della doccia stia scorrendo rendendo le mie parole inarrivabili all’orecchio di Marika.

“Non credo che sia pronta per una cosa del genere!”
“Perché, te lo sei?”


Con una risata tagli corto e mi inciti a rivestirmi prima che Marika esca dal bagno. L’ora di cena si sta avvicinando e dobbiamo prepararci per raggiungere, al ristorante, altri amici.

La serata scivola via veloce e allegramente, tra una gran bella cena, qualche bicchiere di vino di troppo, digestivi e vari cocktail, nel quartiere, diciamo, “modaiolo” della città. Al ristorante ho difficoltà distogliere lo sguardo dalla tua scollatura, stasera particolarmente audace, che inevitabilmente e di frequente magnetizza gli occhi dei due amici che condividono il tavolo con noi, donandomi attimi di moderata gelosia alternati all’orgoglio di avere una donna così bella. Così formosa. Tanta. Sexy. Femmina.

I loro tentativi, scarsamente fruttuosi, di fare colpo sull’appariscente Marika, che di certo non da l’impressione di essere una che si fa problemi a provocare e destare interesse, diventano pane per i nostri denti non appena abbiamo modo di parlarne tra noi tre, quando i ragazzi si trovano a debita distanza, una volta lasciato il ristorante.

“Te me li spaventi!" rimprovero ironicamente la nostra amica, in risposta alle sue lamentele riguardo la scarsa capacità dei miei amici di fare colpo e rendersi a lei interessanti.

“Sono loro a spaventare me! O dormono o sono troppo provoloni; non esistono le mezze stagioni da queste parti?”

“Aspetta a spaventarti, che non hai ancora visto niente” la tua uscita mi lascia alquanto perplesso e curioso: “A cosa si starà riferendo?” penso, tra me e me. La mia curiosità viene amplificata dall’impressione di un fugace sguardo di intesa tra te e Marika.
Faccio finta di sorvolare, sorseggiando l’ultimo cuba libre prima che la nostra serata si avvii al termine, visto che sono quasi le 3 di notte ed il freddo si è fatto piuttosto tagliente.

Dopo aver salutato i ragazzi, ci avviamo verso la macchina mentre continuo ad interrogarmi su quale fosse il significato della tua battuta, senza tenere minimamente in considerazione il sogno confessatoti nel pomeriggio.
Una volta arrivati a casa, prendo posto sul divano per fumarmi una sigaretta.

“Notte Marika”
“Marika sta un po’ qui con noi. Guarda un film”


Mah.
Capita spesso che torniamo a casa a notte inoltrata quando lei è ospite, ma solitamente si dirige subito al piano di sopra a dormire, soprattutto perché convinta di darci fastidio e per lasciarci un po’ soli. La cosa che più mi suona strana, però, è la nuova impressione che tra te e Marika ci sia un’intesa della quale non sono a conoscenza.

Che film si guardano alle 3 di notte?

Quando mi raggiungi noto che hai indossato un pigiama differente da quello che avevi oggi; tra quelli che hai nel cassetto, è quello che più mette in mostra il tuo seno: molto scollato e aderente, riesce a stento a contenere le tue dimensioni generose ed il tessuto leggero non impedisce alla trasparenza di mettere in risalto i capezzoli, orfani di un reggiseno che contenga la loro esuberanza. Ti osservo con ammirazione e curiosità mentre vaghi, col telecomando, tra i vari canali musicali della TV satellitare, dopo aver acceso una lampada che crea una luce piuttosto soffusa a coadiuvare quella dello schermo.

Musicali?

“Ma non si doveva guardare un film?”

“Hai capito male: Marika guarda un film.”

E ridi. Pure Marika, seduta sulla poltrona accanto al divano sul quale sei adesso seduta pure te, ride. Anche se noto un certo imbarazzo nella sua smorfia, illuminata dalla luce del cellulare col quale sta smanettando.
Ho la sensazione di esser preso simpaticamente in giro, ma inizio a sospettare qualcosa.

“Sai, stanotte ha fatto un sogno lui...” mi rifreschi la memoria col tono di chi sta dicendo una cosa che già tutti sanno “…ti ha sognata spettatrice pagante.”

L’imbarazzo mi travolge e diventa doveroso smorzare la mia tensione.

“Sappi che io per meno di cento euro non alzo il culo dal divano”. Ridiamo, si, ma la temperatura è in vertiginoso aumento.
Da sotto la coperta di pile, sento la tua mano gelida sganciare il primo bottone dei miei pantaloni. Marika, intanto, è ancora presa dal suo telefono, mentre io affogo nell’indecisione su come comportarmi in questa assurda situazione completamente nuova e inaspettata.
Seduto sul divano, con il tuo seno quasi completamente nudo che preme contro il mio braccio sinistro, mentre la tua mano solletica, con delicatezza, i miei testicoli mi interrogo su cosa stia per succedere.

Tu mi guardi negli occhi. Ridi. Pare che mi sfidi.

Nonostante la coperta, con la complicità dalla penombra, impedisca la visuale, si capisce chiaramente costa stia accadendo lì sotto. Soprattutto quando decidi che è arrivato il momento di sfoderare il mio cazzo dai pantaloni ed iniziare a masturbarlo. Lentamente, la sagoma della tua mano che percorre l’asta inizia a creare un’inconfondibile grinza nella coperta, che si protrae e rientra.
Mi inviti a sdraiarmi appoggiandomi al bracciolo del divano, lasciando la poltrona sulla quale siede la nostra ospite un paio di metri dietro la mia spalla destra. Mentre lei continua, a giudicare dalla luce che mi sembra le illumini il viso, a messaggiare col cellulare.
Intanto la sega, sotto la coperta, riprende il suo ritmo lento ed ancora piĂą visibile adesso che sono praticamente sdraiato a pancia in su. Te, porca, fissi con soddisfazione il movimento compiuto dalla coperta e noto il tuo sguardo cercare quello di Marika. Tanto per mettere ancora piĂą in evidenza la scena.



Come una manna dal cielo, a basso volume, gli speaker della TV iniziano a diffondere le note di “Peter Gunn Theme” dei Blues Brothers.
Ecco: può essere una giusta colonna sonora per far decollare la situazione? Si, lo è.

“Il mio sogno era un po’ differente….”

Allontano la coperta e, tipo “uomo dall’impermeabile”, il mio cazzo e la tua mano che lo maneggia sono di fronte agli occhi di Marika. Con la coda dell’occhio mi rendo conto che il suo viso non è più illuminato dalla luce prodotta dallo schermo del cellulare.

La nostra amica sta guardando mia moglie mentre mi fa una sega.

Ma questo dura giusto un secondo: la guardi, le sorridi e, senza pronunciare parola alcuna, porti la tua testa tra le mie gambe.
Inizia a mordicchiarmi le palle, a leccarmele; metti la lingua quasi dentro il mio buco del culo. Vedo i tuoi occhi fare capolino da sotto il mio bacino e guardare, con espressione soddisfatta, nella direzione della nostra ospite. Sorridi. Sei porca.
Il pensiero che la sua bocca si aggiunga alla tua, devo ammetterlo, è ben più che una meteora che attraversa la mia mente.

“Visto che paga credo sia giusto che possa godersi uno spettacolo completo” ironizzo, prima di metterti due dita in bocca per bagnarli con la tua saliva. Spostando la scollatura, faccio in modo che il tuo seno venga scoperto e bagno i tuoi capezzoli con le mie dita umide.
La tua risposta mi manda in estasi: lasci cadere un po’ di saliva tra le tette prima di avvolgere il mio cazzo tra di loro farmi una lenta, lentissima sega con le tue rotondità.

Marika è ammutolita.

Inizio a pensare che vorrei che questo momento duri un eternità, ma l’eccitazione è a livelli che non avevo mai conosciuto fino ad ora.
Un po’ per coinvolgere la nostra amica, un po’ per cercare un diversivo che mi porti via dal godere troppo presto, balena nella mia testa l’idea di chiedere a Marika cosa vorrebbe che facessimo.
La sua voce, piuttosto insicura, chiede di vedere fino a che punto riesci a prenderlo in bocca.

Non te lo fai ripetere: esegui l’ordine, tenendo una mano sui miei testicoli per aiutarti a spingere il cazzo quanto più possibile nella profondità della tua gola. Nonostante io non possa vederla, immagino che ci sia una smorfia nel viso di Marika quando fai uscire il cazzo per concentrarti nel succhiare il mio glande. Le rispondi con un movimento delle sopracciglia. Eccitante.
La nostra ospite, intanto, sembra che stia prendendo le distanze dall’iniziale ed ovvio imbarazzo che la investiva.

“Funziona il piercing alla lingua?”
“Dovresti farti impiantare un cazzo per provare”. Ride lei; ridi tu: sento lo sbuffare della risata mentre avvolgi il mio cazzo con la lingua.

Non posso che piegare il collo all’indietro quando, con le mani puntate sul divano per sostenerti, inizi a pompare voracemente muovendo la bocca su e giù. Lentamente. Poi più veloce. Poi ti fermi e succhi nuovamente la cappella stringendola tra lingua, palato e labbra. Quella sensazione magica nella quale penso di venire da un momento all’altro e invece sai quando fermarti.

Brividi mi percorrono la schiena.

“Grande pompinara eh, la tua amica?” dico ad Marika, girandomi per un attimo ad osservarla. Nella penombra riesco a notare che è seduta a gambe aperte. Peccato, non si sta toccando, mi sarebbe piaciuto: le sue mani sono sulle ginocchia. Il suo sguardo, invece, è fisso sul mio cazzo e sulle evoluzioni che la tua lingua sta compiendo intorno a lui. Sorride.
Come sai, mi è estremamente difficile resistere quando, aiutandoti con le mani, inizi a leccarmelo come se fosse un gelato, dall’alto verso il basso, proprio sotto la cappella e dopo qualche decina di secondi riempio la tua lingua e la tua bocca di sperma, eccitato al massimo dal tuo sorriso compiaciuto e l’ironico applauso di Marika, che che imita il rumoreggiare di uno stadio quando segna la squadra di casa.

“Ora non fare che inizi a sognarti cose strane tutte le sere……” ridacchiando, mi brontoli, mentre mi dirigo verso il bagno.
Hai ancora la bocca e la faccia sporca del mio seme.

“Devo farvi una confessione: non ho mai fatto quel sogno”.
 
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baruch74

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Bel racconto Rud. Trasmetti molto bene la complicitĂ  che vi lega...ovviamente spero per te che sia una storia vera!
 
OP
rud1985

rud1985

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Svangopoli
...e allora i complimenti sono doppi e l'augurio è che non finisca qui...

Mmmmh

Devo ammettere di essere scarsamente fiducioso riguardo ad eventuali nuove puntate che la coinvolgano.
Al massimo un'altra cosa tipo questa, visto che s'è rotto il ghiaccio e che è piaciuto a tutti e 3, ma non credo purtroppo che possano esserci speranze di partecipazione attiva da parte sua.

Anzi, forse se è successo questo episodio è proprio perché c'è la consapevolezza che non si andrà oltre
 

MortaleM

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Gran bella storia, il fatto che ci hai confessato che sia vera la rende ancora piĂą bella.
Mi piace anche com'è scritto, grande!
 

risotton

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Esco dal bagno e ti trovo giĂ  vestita, sul divano.
Classica situazione di quando “ne hai avuto abbastanza”.
Di solito fai così quando hai goduto almeno un paio di volte, altrimenti ti ritrovo nuda, pronta e desiderosa di accogliermi nuovamente dentro di te.
La presenza di Marika, insidiatasi da un paio di giorni nella nostra camera degli ospiti, ha reso più semplice farti raggiungere l’apice del piacere: l’ospite che rischia di sentirci, soprattutto quando si tratta di certe tue amiche, è una cosa che ti eccita da sempre.
Lo so: diventi ancora piĂą spudorata; so che ti piace far sentire la tua voce mentre godi.
Ti eccita il rischio che le amiche ci sentano, pare quasi che sia per vantarti che “dopo quasi dieci anni insieme mi sbatte ancora come una puttana, mentre le mie amiche si lamentano dei loro uomini, meno interessati già dopo pochi anni”.
Ti raggiungo, allungandomi accanto a te sul divano, mentre cerchi di accertarti che nessun liquido abbia macchiato la coperta di pile.

“Mi garba quando mi rimane l’odore della fica sulle mani” confesso, mentre avvicino la mano destra al tuo naso, strusciando il dito medio sulle tue labbra.

Il tuo profumo ti inebria.

“Della mia, di fica, voglio sperare” ridacchi.

“Effettivamente, tra tutte quelle che quotidianamente degusto, è una di quelle che mi garba di più” ribatto beffardamente, odorando nuovamente quelle dita che qualche minuto prima esploravano vari ingressi della tua intimità.

“Sei un po’ troppo maiale. Mi preoccupi.” La tua risata non mi impedisce di capire che è il genere di battuta che non apprezzi.

“Dici così solo perché non sai cosa ho sognato ieri notte”
Un po’ stizzita, ma curiosa, leggo il punto interrogativo che appare nel tuo sguardo.

“Me lo succhiavi e guardavi Marika. Che ci guardava. Come se fossimo uno pornazzo”. Ridi di gusto mentre mimo la scena; t’interessi alle mie reazioni ed a quelle della tua amica.
E alle tue.

“Facevi la maiala….”
“Come?!”
“…ti atteggiavi tipo una professionista: la fissavi mentre mi leccavi il cazzo e poi guardavi me in cerca di approvazione. Come se tu le dovessi dimostrare che fai le pompe meglio di lei. Guardavi sempre lei prima di me, sembrava un esame. ORALE.” Ridiamo.

Come soddisfatta e rincuorata nel conoscere le vicissitudini del tuo alter-ego creato dalla mia mente, strisci maliziosamente verso le mie parti basse, prima di iniziare a stuzzicarmi mordicchiandomi i testicoli e lasciando giocherellare il piercing della tua lingua con la mia cappella.

“E non credi che sia così?” domandi. Smorfiosa.
“Ma se pure te mi hai detto che è una gran pompinara………..”

“Posso?!”

Sentiamo, dall’alto delle scale che portano alle camere, la voce di Marika che, consapevole di ciò che accadeva mentre lei – dice - si riposava, si assicura il via libera prima di raggiungere la doccia al piano di sotto, nel bagno vicino a noi.

“Vieniiii” la rassicuri, facendomi per un attimo sognare di volerti far trovare col cazzo tra le labbra. Invece, purtroppo, ti alzi, mentre con un rapido gesto nascondi per intero le mie gambe e la mia intimità sotto la coperta, prima di abbandonarmi per accogliere la nostra ospite, ormai quasi giunta alla fine della rampa di scale.
Riparato sotto la coperta, nell’attesa che Marika attraversi il salotto per raggiungere il bagno, riesco casualmente a capire il percorso dei suoi occhi: inizialmente si accorgono dei pantaloni della mia tuta e dei miei boxer, da te rozzamente adagiati sul pavimento da prima della nostra scopata pomeridiana; poi, un po’ istintivamente, si dirigono dritti in mezzo alle mie gambe, come per cercare conferma di una mia eventuale nudità, comunque nascosta dallo spesso tessuto della coperta.

“Dai! Potevi continuare!” ti prendo in giro, una volta assicuratomi che l’acqua della doccia stia scorrendo rendendo le mie parole inarrivabili all’orecchio di Marika.

“Non credo che sia pronta per una cosa del genere!”
“Perché, te lo sei?”


Con una risata tagli corto e mi inciti a rivestirmi prima che Marika esca dal bagno. L’ora di cena si sta avvicinando e dobbiamo prepararci per raggiungere, al ristorante, altri amici.

La serata scivola via veloce e allegramente, tra una gran bella cena, qualche bicchiere di vino di troppo, digestivi e vari cocktail, nel quartiere, diciamo, “modaiolo” della città. Al ristorante ho difficoltà distogliere lo sguardo dalla tua scollatura, stasera particolarmente audace, che inevitabilmente e di frequente magnetizza gli occhi dei due amici che condividono il tavolo con noi, donandomi attimi di moderata gelosia alternati all’orgoglio di avere una donna così bella. Così formosa. Tanta. Sexy. Femmina.

I loro tentativi, scarsamente fruttuosi, di fare colpo sull’appariscente Marika, che di certo non da l’impressione di essere una che si fa problemi a provocare e destare interesse, diventano pane per i nostri denti non appena abbiamo modo di parlarne tra noi tre, quando i ragazzi si trovano a debita distanza, una volta lasciato il ristorante.

“Te me li spaventi!" rimprovero ironicamente la nostra amica, in risposta alle sue lamentele riguardo la scarsa capacità dei miei amici di fare colpo e rendersi a lei interessanti.

“Sono loro a spaventare me! O dormono o sono troppo provoloni; non esistono le mezze stagioni da queste parti?”

“Aspetta a spaventarti, che non hai ancora visto niente” la tua uscita mi lascia alquanto perplesso e curioso: “A cosa si starà riferendo?” penso, tra me e me. La mia curiosità viene amplificata dall’impressione di un fugace sguardo di intesa tra te e Marika.
Faccio finta di sorvolare, sorseggiando l’ultimo cuba libre prima che la nostra serata si avvii al termine, visto che sono quasi le 3 di notte ed il freddo si è fatto piuttosto tagliente.

Dopo aver salutato i ragazzi, ci avviamo verso la macchina mentre continuo ad interrogarmi su quale fosse il significato della tua battuta, senza tenere minimamente in considerazione il sogno confessatoti nel pomeriggio.
Una volta arrivati a casa, prendo posto sul divano per fumarmi una sigaretta.

“Notte Marika”
“Marika sta un po’ qui con noi. Guarda un film”


Mah.
Capita spesso che torniamo a casa a notte inoltrata quando lei è ospite, ma solitamente si dirige subito al piano di sopra a dormire, soprattutto perché convinta di darci fastidio e per lasciarci un po’ soli. La cosa che più mi suona strana, però, è la nuova impressione che tra te e Marika ci sia un’intesa della quale non sono a conoscenza.

Che film si guardano alle 3 di notte?

Quando mi raggiungi noto che hai indossato un pigiama differente da quello che avevi oggi; tra quelli che hai nel cassetto, è quello che più mette in mostra il tuo seno: molto scollato e aderente, riesce a stento a contenere le tue dimensioni generose ed il tessuto leggero non impedisce alla trasparenza di mettere in risalto i capezzoli, orfani di un reggiseno che contenga la loro esuberanza. Ti osservo con ammirazione e curiosità mentre vaghi, col telecomando, tra i vari canali musicali della TV satellitare, dopo aver acceso una lampada che crea una luce piuttosto soffusa a coadiuvare quella dello schermo.

Musicali?

“Ma non si doveva guardare un film?”

“Hai capito male: Marika guarda un film.”

E ridi. Pure Marika, seduta sulla poltrona accanto al divano sul quale sei adesso seduta pure te, ride. Anche se noto un certo imbarazzo nella sua smorfia, illuminata dalla luce del cellulare col quale sta smanettando.
Ho la sensazione di esser preso simpaticamente in giro, ma inizio a sospettare qualcosa.

“Sai, stanotte ha fatto un sogno lui...” mi rifreschi la memoria col tono di chi sta dicendo una cosa che già tutti sanno “…ti ha sognata spettatrice pagante.”

L’imbarazzo mi travolge e diventa doveroso smorzare la mia tensione.

“Sappi che io per meno di cento euro non alzo il culo dal divano”. Ridiamo, si, ma la temperatura è in vertiginoso aumento.
Da sotto la coperta di pile, sento la tua mano gelida sganciare il primo bottone dei miei pantaloni. Marika, intanto, è ancora presa dal suo telefono, mentre io affogo nell’indecisione su come comportarmi in questa assurda situazione completamente nuova e inaspettata.
Seduto sul divano, con il tuo seno quasi completamente nudo che preme contro il mio braccio sinistro, mentre la tua mano solletica, con delicatezza, i miei testicoli mi interrogo su cosa stia per succedere.

Tu mi guardi negli occhi. Ridi. Pare che mi sfidi.

Nonostante la coperta, con la complicità dalla penombra, impedisca la visuale, si capisce chiaramente costa stia accadendo lì sotto. Soprattutto quando decidi che è arrivato il momento di sfoderare il mio cazzo dai pantaloni ed iniziare a masturbarlo. Lentamente, la sagoma della tua mano che percorre l’asta inizia a creare un’inconfondibile grinza nella coperta, che si protrae e rientra.
Mi inviti a sdraiarmi appoggiandomi al bracciolo del divano, lasciando la poltrona sulla quale siede la nostra ospite un paio di metri dietro la mia spalla destra. Mentre lei continua, a giudicare dalla luce che mi sembra le illumini il viso, a messaggiare col cellulare.
Intanto la sega, sotto la coperta, riprende il suo ritmo lento ed ancora piĂą visibile adesso che sono praticamente sdraiato a pancia in su. Te, porca, fissi con soddisfazione il movimento compiuto dalla coperta e noto il tuo sguardo cercare quello di Marika. Tanto per mettere ancora piĂą in evidenza la scena.



Come una manna dal cielo, a basso volume, gli speaker della TV iniziano a diffondere le note di “Peter Gunn Theme” dei Blues Brothers.
Ecco: può essere una giusta colonna sonora per far decollare la situazione? Si, lo è.

“Il mio sogno era un po’ differente….”

Allontano la coperta e, tipo “uomo dall’impermeabile”, il mio cazzo e la tua mano che lo maneggia sono di fronte agli occhi di Marika. Con la coda dell’occhio mi rendo conto che il suo viso non è più illuminato dalla luce prodotta dallo schermo del cellulare.

La nostra amica sta guardando mia moglie mentre mi fa una sega.

Ma questo dura giusto un secondo: la guardi, le sorridi e, senza pronunciare parola alcuna, porti la tua testa tra le mie gambe.
Inizia a mordicchiarmi le palle, a leccarmele; metti la lingua quasi dentro il mio buco del culo. Vedo i tuoi occhi fare capolino da sotto il mio bacino e guardare, con espressione soddisfatta, nella direzione della nostra ospite. Sorridi. Sei porca.
Il pensiero che la sua bocca si aggiunga alla tua, devo ammetterlo, è ben più che una meteora che attraversa la mia mente.

“Visto che paga credo sia giusto che possa godersi uno spettacolo completo” ironizzo, prima di metterti due dita in bocca per bagnarli con la tua saliva. Spostando la scollatura, faccio in modo che il tuo seno venga scoperto e bagno i tuoi capezzoli con le mie dita umide.
La tua risposta mi manda in estasi: lasci cadere un po’ di saliva tra le tette prima di avvolgere il mio cazzo tra di loro farmi una lenta, lentissima sega con le tue rotondità.

Marika è ammutolita.

Inizio a pensare che vorrei che questo momento duri un eternità, ma l’eccitazione è a livelli che non avevo mai conosciuto fino ad ora.
Un po’ per coinvolgere la nostra amica, un po’ per cercare un diversivo che mi porti via dal godere troppo presto, balena nella mia testa l’idea di chiedere a Marika cosa vorrebbe che facessimo.
La sua voce, piuttosto insicura, chiede di vedere fino a che punto riesci a prenderlo in bocca.

Non te lo fai ripetere: esegui l’ordine, tenendo una mano sui miei testicoli per aiutarti a spingere il cazzo quanto più possibile nella profondità della tua gola. Nonostante io non possa vederla, immagino che ci sia una smorfia nel viso di Marika quando fai uscire il cazzo per concentrarti nel succhiare il mio glande. Le rispondi con un movimento delle sopracciglia. Eccitante.
La nostra ospite, intanto, sembra che stia prendendo le distanze dall’iniziale ed ovvio imbarazzo che la investiva.

“Funziona il piercing alla lingua?”
“Dovresti farti impiantare un cazzo per provare”. Ride lei; ridi tu: sento lo sbuffare della risata mentre avvolgi il mio cazzo con la lingua.

Non posso che piegare il collo all’indietro quando, con le mani puntate sul divano per sostenerti, inizi a pompare voracemente muovendo la bocca su e giù. Lentamente. Poi più veloce. Poi ti fermi e succhi nuovamente la cappella stringendola tra lingua, palato e labbra. Quella sensazione magica nella quale penso di venire da un momento all’altro e invece sai quando fermarti.

Brividi mi percorrono la schiena.

“Grande pompinara eh, la tua amica?” dico ad Marika, girandomi per un attimo ad osservarla. Nella penombra riesco a notare che è seduta a gambe aperte. Peccato, non si sta toccando, mi sarebbe piaciuto: le sue mani sono sulle ginocchia. Il suo sguardo, invece, è fisso sul mio cazzo e sulle evoluzioni che la tua lingua sta compiendo intorno a lui. Sorride.
Come sai, mi è estremamente difficile resistere quando, aiutandoti con le mani, inizi a leccarmelo come se fosse un gelato, dall’alto verso il basso, proprio sotto la cappella e dopo qualche decina di secondi riempio la tua lingua e la tua bocca di sperma, eccitato al massimo dal tuo sorriso compiaciuto e l’ironico applauso di Marika, che che imita il rumoreggiare di uno stadio quando segna la squadra di casa.

“Ora non fare che inizi a sognarti cose strane tutte le sere……” ridacchiando, mi brontoli, mentre mi dirigo verso il bagno.
Hai ancora la bocca e la faccia sporca del mio seme.

“Devo farvi una confessione: non ho mai fatto quel sogno”.


complimenti, racconto scritto benissimo e reso ancora più eccitante dal fatto che il tutto è accaduto davvero.

Come mai questa certezza che non si andrĂ  oltre?
 
OP
rud1985

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complimenti, racconto scritto benissimo e reso ancora più eccitante dal fatto che il tutto è accaduto davvero.

Come mai questa certezza che non si andrĂ  oltre?
Grazie risotto, gentilissimo

La certezza che non si andrà mai oltre è perché non è molto propensa a farlo con un'amica; con una esterna alla nostra vita lo farebbe, ma con un'amica stretta no :(
 

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Grazie risotto, gentilissimo

La certezza che non si andrà mai oltre è perché non è molto propensa a farlo con un'amica; con una esterna alla nostra vita lo farebbe, ma con un'amica stretta no :(

capisco, ma dopo averla fatta guardare penso che il passo sia brevissimo!

Bè, comunque complimenti, situazione eccitantissima da vivere già così, se poi dovesse arrivare il colpo grosso sarebbe un pò come vincere la champions :D
 

iljoe

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“Me lo succhiavi e guardavi Marika. Che ci guardava. Come se fossimo uno pornazzo”. Ridi di gusto mentre mimo la scena; t’interessi alle mie reazioni ed a quelle della tua amica.
E alle tue.

“Facevi la maiala….”
“Come?!”
“…ti atteggiavi tipo una professionista: la fissavi mentre mi leccavi il cazzo e poi guardavi me in cerca di approvazione. Come se tu le dovessi dimostrare che fai le pompe meglio di lei. Guardavi sempre lei prima di me, sembrava un esame. ORALE.” Ridiamo.

:eek: Spettacolo questa "competizione" femminile..
 

eretico50

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Romagna

iljoe

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Beh, anche giusto, altrimenti diventa monotono. Però i veri supporters non si abbattono nemmeno davanti ad una stagione mediocre o alla serie B. :victory:
 

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