Memorie di un vecchio sporcaccione - Anna

lunatik

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Chiedo scusa a Bukowski per aver parafrasato il suo titolo ma la tentazione era troppo forte.
Mi chiedevo da tempo quale potesse essere il mio contributo al forum visto che leggo e commento e basta, allora ho deciso di scrivere qualche racconto. Sono cose che mi sono successe davvero, nemmeno troppo strane in verità, ma è qualcosa che evidentemente mi tenevo dentro da un po' e quindi eccomi qua.
Saranno come dicevo storie vere, quindi non ci saranno cazzi da elefante (che non ho) o schizzi di sperma tipo idrante, donne che ululano attaccate ai pali della luce per il troppo godimento. Ci sarà solo lo stupore e l'ironia di un povero stronzo a cui capitano situazioni diciamo "insolite".

Cominciamo da Anna, simpatica (poco in verità) trentenne con la quale mi sono visto qualche volta.

Era estate e gli amici mi avevano convinto a seguirli in discoteca, cosa più unica che rara perché io odio ballare. Era comunque un locale all’aperto, dove si poteva anche prendersi qualcosa da bere e scambiare due chiacchiere, quindi perché no. Chiaramente appena entrato prendo da una parte il più spigliato e gli dico “Ora vieni con me ed andiamo a cercare un po’ di fica”. Prova qui prova là agganciamo queste due tipe ed io mi metto a parlare con Anna, solite cose, come va, beviamo qualcosa ecc. ecc. Di punto in bianco mentre siamo a scherzare di fianco al bancone del bar, lei fa un passo in avanti mi abbraccia ed inizia a baciarmi come se volesse tirarmi fuori l’anima con la lingua. Sentivo il suo corpo incollato al mio ed il suo seno che mi premeva sul petto. Io che sono un gran signore le metto subito una mano sul culo giusto per capire com’è la situazione, e lei inizia a mugolare di piacere ed a strusciare il suo pube sulla mia gamba. Ancora adesso mi chiedo cosa avesse messo nel bicchiere, per me qualche strano tipo di droga… di cui ordinerei volentieri un paio di quintali!

Ad ogni modo la situazione era questa: coda di persone al bancone in attesa di essere serviti, io sbattuto sulla parete a lato del bancone con lei che si muoveva come se mi stesse fottendo la gamba e mugolava come una vacca in calore. Dopo un po’ decido che comunque non la posso scopare proprio sul bancone del bar, allora le propongo di andare in giardino, magari in un posto più tranquillo, ma lei no! Cazzo, ha freddo (agosto, 35 gradi anche di notte), dai rimaniamo dentro, insomma 1000 cazzate per non appartarci. Forse le piaceva far vedere come era troia o forse sono stato semplicemente lo strumento per far ingelosire ed eccitare il cornuto di turno. Insomma fuori non si va, il locale è pieno come un uovo, ma alla fine trovo un angolo, un buco, un pezzo di un cazzo di parete dove per lo meno posso metterla spalle al muro e fargli sentire che ha un appuntamento con ‘stocazzo (caricato a molla!) a cui proprio non può mancare!

E così eccoci qui in questo corridoio al solito con un po’ di gente che chiacchiera tranquillamente (ma non potete andare a farvi i cazzi vostri in giardino stronzi??) mentre io la spingo contro il muro e gli caccio mezzo metro di lingua in bocca. Cioè... io … siamo sinceri: LEI mi caccia mezzo metro di lingua in bocca, mi mette una mano tra le gambe e comincia a menarmelo da fuori i pantaloni. Ecco, detesto dirlo, ma con Anna era sempre così: ogni volta che pensavo “Troia, ora ti faccio vedere io” lei in poche semplici mosse mi rigirava come un calzino. Oddio con Anna… a pensarci bene è sempre stato lo stesso con tutte le donne ma insomma, andiamo avanti. Mentre lei mi accarezza il cazzo io sento che devo dare un’occhiata a quelle tette che così calorosamente mi premevano poco prima, non che la cosa sia difficile visto che è scollatissima, ma comunque cerco di infilare dentro una mano e tirarle fuori. E così mi ritrovo in questa posizione ridicola con il mio culo in avanti per permetterle di menarlo meglio, una mano sul culo e l’altra a tenere fuori una fetta mentre cerco di leccarle un capezzolo. In un corridoio pieno di gente con un caldo cane. Capisco che se va avanti così arriva il buttafuori e come minimo mi mena, si scopa lei, si incula a me e poi mi rimena e (forse) finalmente mi butta fuori!!

Ed infatti mentre sono lì che cerco di darmi da fare sento che qualcuno mi bussa sulla spalla. (continua…)
 
P

peppegiuit

Guest
Bhe se volevi imitare Bukowski in tutto e per tutto avresti dovuto alzare un po' il gomito...Come scrittore non vali molto,ma sei simpatico.Quindi puoi continuare:fiufiu::azz::sux::bho:
 
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lunatik

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Ciao peppegiuit, in effetti qui c'è solo il titolo del buon Charles, anche se di lui io non apprezzavo tanto il fegato quanto la straordinaria capacità di raccontare gli ultimi da ultimo quale lui era.

Si fedevolla, è stato un po' interrotto ma forse ho ancora la possibilità di rifarmi ;-)


Andiamo a vedere come è andata a finire con la "simpatica" Anna


Fortunatamente non era il buttafuori. Sfortunatamente erano i miei amici. Dovevano andare ed erano tutti in macchina con me. Quando sono uscito dal locale, avevo la certezza matematica che mai avrei incontrato.. incontrato… come si chiamava? Avevo già scordato il nome! Fatto sta che al lavoro la colossale figura del coglione che avevo fatto in breve tempo era sulla bocca di tutti. A mensa partono le prese per il culo e ci stanno tutte sennonché nel pomeriggio colpo di scena: ricevo un sms “Ciao, sono Anna, ti ricordi di me? Ieri sera abbiamo lasciato qualcosa in sospeso mi pare ;-)”. Laudato sii oh mio Signore per quelle che la mattina dopo ti scrivono un sms con il nome!!!

Fissiamo per un aperitivo e cena dopo qualche giorno. Lei si presenta con abito lungo, aderente, tacco alto, pelle color miele… “se non scopi oggi fai meglio a tagliartelo” penso. “Ciao ciao, come stai bla bla bla”, solite cose, prendiamo questo aperitivo e poi andiamo a cena. E qui iniziamo a parlare di noi, cosa fai cosa non fai ecc. Errore madornale! Se una/uno vi interessa solo per farci due capriole nel letto, non approfondite PRIMA, casomai dopo, MAI PRIMA. Ed infatti viene fuori che questa tipa è una stronza di prima categoria, che “capisci, i neGri (sic.) non possono essere uguali a noi” e “io lavoro dall’antiquario bla bla bla, viene lo sceicco a comprare bla bla bla” ecc. “Vado solo alle feste più esclusive” (e infatti mi stavi segando nella più squallida discoteca dei dintorni) “quando sono alle feste sugli Yacht bla bla”. Insomma ragazzi, io ero nel mio pieno trip internazionalista, centro sociale e mi trovo questo vademecum di luoghi comuni sui ricchi e razzismo. Inizialmente volevo alzarmi, poi mi sono detto “adesso ti aggiusto io brutta stronza” e mentre nella mia testa risuonavano a turno l’Internazionale e l’inno dell’ex Unione Sovietica immaginavo di scoparla a forza per 2 o 3 giorni di seguito. Finita la cena, con questi ameni pensieri la convinco ad andare in un posto tranquillo in riva al mare. Il tragitto è un tormento. Ad ogni sua frase del cazzo sogno di incularmela più a fondo, di insultarla come una cagna e di riempirla come un cannolo. Arriviamo e già sto immaginando di farla inculare da uno squadrone di operai finché non canta “La locomotiva” di Guccini a memoria.

Comunque il posto è effettivamente tranquillo, non c’è un’anima, parcheggio tatticamente accanto ad un cassonetto (che fa così pendant con lo Yacht e lo sceicco) ed iniziamo a baciarci, tiro giù i sedili e lei si toglie i sandali tacco 12. MA CAZZO!! Te li sei tenuti per tutta la sera e te li togli adesso che scopiamo?!?!?! Ma non sente ragione, dice “sono scomodi” e si piazza a gambe larghe mettendo i piedi sul parabrezza. Mentalmente mi segno di pulire il parabrezza per evitare figure di merda quando la macchina si appanna ed inizio a leccarle la fica. Lei si vede che apprezza, inarca la schiena per farsi leccare meglio, geme, mugola ed in meno di due minuti è già venuta! Mah, beata lei penso, faccio per alzare la testa ma lei “Continua, non smettere” e vabbè’, penso, il mio turno verrà dopo, e continuo a leccare. Viene altre due volte e mi allaga mezzo sedile. Io penso che come minimo adesso se lo prenderà un po’ in bocca, ma la principessa figuratevi se si abbassa fare un bocchino ad un ragazzetto come me, qui bisogna essere per lo meno emiri per aspirare a tanto! Ed infatti mi dice “Scopami, dai fammelo sentire”. Io chiaramente non me lo faccio ripetere due volte, tanto ho il cazzo di marmo già da mezz’ora, gli monto sopra ed inizio ad infilarlo dentro e a muovermi, piano all’inizio e poi sempre più forte. Lei sospira, geme, qualche timido “si, così” ma niente di più. Io che mi immaginavo reazioni scomposte, urla e grida di godimento inizio ad innervosirmi e la scopo sempre più forte. Lei sembra gradire e sopira “si.. così, di più”, ma io penso “adesso ti faccio sentire io di più, tolgo il cazzo dalla fica e metto la punta sul culo. “Ora guardiamo se così lo senti meglio zoccola” penso, ma appena comincio a spingere la punta lei con una mossa fulminea inarca la schiena puntando i piedi sul parabrezza, si spinge in avanti con il bacino e mi prende il cazzo nel culo in un colpo solo, secco, fino alle palle! Io ci rimango di sasso. Ma come, ho sopportato i tuoi deliri di razzista arricchita per poter avere il gusto di incularti e tu mi fai questo scherzo? Ma non è finita, li prende la faccia e se la pianta davanti, mi guarda diritto negli occhi e mi dice “Sbattimi ora”. E mentre lo dice Inizia un movimento con il bacino in cui stringe il culo mentre fa uscire il cazzo e quando è quasi tutto fuori lo riapre e se lo ripianta dentro fino ai coglioni con una facilità pazzesca. “Si sbattimi così” dice, mentre in effetti io sono fermo come un sasso e fa tutto lei, una cosa stranissima, un culo che sembra una mano, direi un culo prensile che mi scopa fino a che non mi fa venire con un orgasmo pazzesco! Lei sembra soddisfatta di avermi fatto venire, ormai si è fatto tardi, stiamo un po’ abbracciati in macchina e la riaccompagno a casa.

Ci siamo rivisti un paio di altre volte, giusto per scopare un po’ e poi basta. Talvolta ripenso ad Anna e al suo culo prensile. Mi rendo conto di essere stato forse un po’ ingiusto nei tuoi confronti Anna, si fa presto ad etichettare come razzista una persona incontrata un paio di volte. Chissà cosa fai adesso, chissà se hai trovato qualcuno che ti ha insegnato “La locomotiva” di Guccini, nel caso cara Anna, io conosco il testo a memoria, un ripassino te lo do volentieri
 
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eretico50

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Ciao Lunatik ..........diciamo la verità , tu , come mè del resto , con la scrittura non è che c'entri moltissimo . Tuttavia i tuoi racconti sprizzano allegria e simpatia e pertanto sei vivamente pregato di continuare a raccontarci le tue avventure amorose...........
In più se conosci a memoria " la locomotiva " di Francesco Guccini (meno male che poi ti sei corretto ) senza ombra di dubbio meriti rispetto e considerazione .......:hand:
 
OP
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lunatik

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Ciao Lunatik ..........diciamo la verità , tu , come mè del resto , con la scrittura non è che c'entri moltissimo . Tuttavia i tuoi racconti sprizzano allegria e simpatia e pertanto sei vivamente pregato di continuare a raccontarci le tue avventure amorose...........
In più se conosci a memoria " la locomotiva " di Francesco Guccini (meno male che poi ti sei corretto ) senza ombra di dubbio meriti rispetto e considerazione .......:hand:

Grazie, ho corretto anche sopra!! :drink:
 

sormarco

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forti questi racconti di vita, se poi come dici son veri è normale scrivere così di getto senza tanti ricami e spiegazioni di chi c'era presente cosa si è preso al bar mentre tu ti facevi fare la gastroscopia da anna, se uno non è portaro a scrivere va bene anche se scrive come mangia, semplice e facile.
a me è piaciuto, bravo
 
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lunatik

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forti questi racconti di vita, se poi come dici son veri è normale scrivere così di getto senza tanti ricami e spiegazioni di chi c'era presente cosa si è preso al bar mentre tu ti facevi fare la gastroscopia da anna, se uno non è portaro a scrivere va bene anche se scrive come mangia, semplice e facile.
a me è piaciuto, bravo

Grazie :drink:
Si, in effetti se sapessi scrivere bene farei lo scrittore e invece.. ;-)
Le storie che racconto qui sono tutte vere, le racconto un po' come me le ricordo e non saranno in ordine cronologico, diciamo che mi faccio prendere dall'ispirazione del momento. Per me è soprattutto divertente rivivere certe avventure e ricordare quante cazzate ho fatto :D
 

sormarco

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taranto
ecco e noi quelli siamo che ci basta avere un racconto tipo bar e scriverlo bene con dovizia non è da tutti, come dici bene avresti fatto lo scrittore , o magari il " tinto lunatik" (da tinto bras) 🤭
 
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lunatik

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Appurato che qui si scrive da cani e si raccontano cose vere andiamo avanti! :D

Cominciamo a parlare di Franca, ragazza romana che ho frequentato per circa un anno. Franca era una donna straordinaria e per descrivere tutto quello che era capace di far provare ci vorrebbe un romanzo. Fisicamente era non molto alta, di corporatura rotonda, sempre con i tacchi (suppongo per via dell’altezza) un culo che lei definiva “da paperina” (cioè portato all’infuori e scodinzolante) ed una quinta di reggiseno. Difficilmente ho incontrato una persona di un’integrità morale così completa, consapevole di tutto quello che faceva, con un’avversione per ogni forma di esagerazione ed esibizionismo fine a se stesso. A letto si trasformava completamente ed era una porca esagerata A Franca piaceva essere trattata come la più oscena troia del peggior bar di Caracas. Io l’adoravo e lei lo sapeva, infatti mi disse una volta “da te posso farmi trattare come una troia perché so che è solo un gioco e che mi rispetti”.

C’eravamo conosciuti in chat e la prima volta che siamo andati a letto insieme già mi aveva parlato di questa sua caratteristica, cioè del fatto di voler essere insultata durante il sesso. Aveva le idee molto chiare sul livello degli insulti da dirle. La prima volta che abbiamo fatto l’amore lei indossava un paio di sandali con tacchi altissimi ed un vestitino corto scuro. Salendo le scale dell’albergo mi passò davanti dicendo “così ti godi meglio il mio culo da paperina”. Non co come riuscimmo ad arrivare alla porta con i vestiti ancora addosso (e le mani che frugavano dappertutto). Quando gli entrai dentro cominciò a chiedermi “Dimmi che sono una troia”, ed il obbediente “Sei una gran troia, apri le gambe zoccola che ti scopo per bene”. Insomma inizia a dire queste frasette da porno di serie B mentre lei mi diceva “Di più, dai… ancora”. Dopo qualche minuto di tentativi in cui io avevo più o meno fatto capo a tutto il repertorio del porno che avevo visto (e ne avevo visto parecchio!) Franca si ferma, mi guarda con aria incazzata e mi dice “Cazzo, ma mi vuoi insultare o no?”.

Franca era fatta così: se qualcosa non andava come voleva lei a metà scopata era capace di farti una parte di merda colossale, poi un secondo dopo ricominciava a scoparti come se non ci fosse un domani. Quel giorno cercai di fare del mio meglio mentre lei voleva che la insultassi di più, alla fine mi ricordo che all’ennesimo “Dai dimmi di più” la girai (era a pecorina) e gli dissi “Di più c’è solo questo cazzo che ti sborra in bocca troia!” e gli venni in gola. Lei si bevve tutto come se nulla fosse, anzi poi mi disse “Avrei voluto farti vedere quando mi avevi riempita ma era troppo ed ho dovuto ingoiarlo subito”. Quel giorno scopammo per tutto il pomeriggio, quando andammo a cena Franca mi disse “Sei stato bravo ma devi impegnarti di più quando mi scopi, voglio sentirmi proprio una troia”.

Mi ci vollero un po’ di volte per prendere le misure, per capire cosa le piacesse sentirsi dire e fino a che punto mi dovevo spingere per soddisfarla. Ancora oggi quando nel forum leggo dei thread dove qualcuno chiede che gli si insulti la moglie, penso a Franca e sorrido. No ragazzi, questi non sono mica insulti, Franca non sarebbe soddisfatta. Il dialogo tipo della scopata era una cosa del genere:
- “Dimmi che sono una troia
- “No, tu non sei una troia, tu sei LA troia, la puttana definitiva la più troia delle troie
- “si dimmelo”
- “ma che vuoi che ti dica vacca da monta, tu quando vedi un cazzo non capisci più nulla, devi solo cacciartelo in fica, ma io te la sfondo questa fica troia, deve diventare una caverna, un cazzo di tunnel da riempire di sborra”
- “si… mi piace averla piena”
- “sarà per quello che ti scopi mezza Roma, puttana? Ma poi cosa vuoi riempire, ne hai presi così tanti che bisognerebbe infilatrene a tre alla volta”
- “si sono una troia.. ne ho presi tanti”
- “ma non ti sono bastati eh? E quando ti bastano scrofa che non sei altro, apri bene le cosce che ti sfondo l’utero con la cappella”
- “si scopami come una troia
- “allora girati alla pecorina, che lo devi prendere in fica come una cagna, come la cagna in calore che sei”
- “si sbattimi”
- “no puttana, mi sbatti tu, muovi il culo e fammi godere! Sei la mia puttana e devi lavorarti il cazzo fino a quando non ti riempio di sborra”
.. “ si sono una cagna, va bene cos?ì”
- (e qui con voce tranquilla, altro truccheranno che mi ha insegnato lei, negli insulti alternare il tono arrapato al tono tranquillo) “va bene cosa? Ma che cazzo è di scopata è questa? Forza puttana muovi quel culo (schiaffoni sulle chiappe), cacciatelo in fica che voglio vedere la cappella spuntarti in gola troia di merda, mi prendi per il culo? La chiami scopata? Come se non sapessi che vacca sei, puttana, lavorati il cazzo come fai con gli altri, forza!”

Queste erano le cose normali, le altre un po’ mi vergogno a scriverla… . Era una cosa impegnativa, lo ammetto anche perché bastava rilassarsi una attimo che lei smetteva di scopare ti guardava e diceva “Oh, ma vuoi scoparmi o no? E allora forza, dammi della troia cazzo!”. Il cazzo da solo non le bastava. Essere pompata, montata, ricoperta di sborra non le bastava. Doveva continuamente sentirsi dire questa cantilena di insulti per eccitarsi davvero. Per rilassarsi non c’era che da leccarle la fica, cosa che tra l’altro le piaceva anche tanto.
Altri piccoli momenti in cui ci si poteva rilassare un po’ era quando lei decideva di concederti la sua specialità.
Si perché nonostante la valanga di insulti e la discreta quantità di cazzo che si prendeva, era sempre lei a decidere cosa fare e quando farlo.
Ma questo è un altro post ;-)
 

fedevolla

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Appurato che qui si scrive da cani e si raccontano cose vere andiamo avanti! :D

Cominciamo a parlare di Franca, ragazza romana che ho frequentato per circa un anno. Franca era una donna straordinaria e per descrivere tutto quello che era capace di far provare ci vorrebbe un romanzo. Fisicamente era non molto alta, di corporatura rotonda, sempre con i tacchi (suppongo per via dell’altezza) un culo che lei definiva “da paperina” (cioè portato all’infuori e scodinzolante) ed una quinta di reggiseno. Difficilmente ho incontrato una persona di un’integrità morale così completa, consapevole di tutto quello che faceva, con un’avversione per ogni forma di esagerazione ed esibizionismo fine a se stesso. A letto si trasformava completamente ed era una porca esagerata A Franca piaceva essere trattata come la più oscena troia del peggior bar di Caracas. Io l’adoravo e lei lo sapeva, infatti mi disse una volta “da te posso farmi trattare come una troia perché so che è solo un gioco e che mi rispetti”.

C’eravamo conosciuti in chat e la prima volta che siamo andati a letto insieme già mi aveva parlato di questa sua caratteristica, cioè del fatto di voler essere insultata durante il sesso. Aveva le idee molto chiare sul livello degli insulti da dirle. La prima volta che abbiamo fatto l’amore lei indossava un paio di sandali con tacchi altissimi ed un vestitino corto scuro. Salendo le scale dell’albergo mi passò davanti dicendo “così ti godi meglio il mio culo da paperina”. Non co come riuscimmo ad arrivare alla porta con i vestiti ancora addosso (e le mani che frugavano dappertutto). Quando gli entrai dentro cominciò a chiedermi “Dimmi che sono una troia”, ed il obbediente “Sei una gran troia, apri le gambe zoccola che ti scopo per bene”. Insomma inizia a dire queste frasette da porno di serie B mentre lei mi diceva “Di più, dai… ancora”. Dopo qualche minuto di tentativi in cui io avevo più o meno fatto capo a tutto il repertorio del porno che avevo visto (e ne avevo visto parecchio!) Franca si ferma, mi guarda con aria incazzata e mi dice “Cazzo, ma mi vuoi insultare o no?”.

Franca era fatta così: se qualcosa non andava come voleva lei a metà scopata era capace di farti una parte di merda colossale, poi un secondo dopo ricominciava a scoparti come se non ci fosse un domani. Quel giorno cercai di fare del mio meglio mentre lei voleva che la insultassi di più, alla fine mi ricordo che all’ennesimo “Dai dimmi di più” la girai (era a pecorina) e gli dissi “Di più c’è solo questo cazzo che ti sborra in bocca troia!” e gli venni in gola. Lei si bevve tutto come se nulla fosse, anzi poi mi disse “Avrei voluto farti vedere quando mi avevi riempita ma era troppo ed ho dovuto ingoiarlo subito”. Quel giorno scopammo per tutto il pomeriggio, quando andammo a cena Franca mi disse “Sei stato bravo ma devi impegnarti di più quando mi scopi, voglio sentirmi proprio una troia”.

Mi ci vollero un po’ di volte per prendere le misure, per capire cosa le piacesse sentirsi dire e fino a che punto mi dovevo spingere per soddisfarla. Ancora oggi quando nel forum leggo dei thread dove qualcuno chiede che gli si insulti la moglie, penso a Franca e sorrido. No ragazzi, questi non sono mica insulti, Franca non sarebbe soddisfatta. Il dialogo tipo della scopata era una cosa del genere:
- “Dimmi che sono una troia
- “No, tu non sei una troia, tu sei LA troia, la puttana definitiva la più troia delle troie
- “si dimmelo”
- “ma che vuoi che ti dica vacca da monta, tu quando vedi un cazzo non capisci più nulla, devi solo cacciartelo in fica, ma io te la sfondo questa fica troia, deve diventare una caverna, un cazzo di tunnel da riempire di sborra”
- “si… mi piace averla piena”
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- “si sono una troia.. ne ho presi tanti”
- “ma non ti sono bastati eh? E quando ti bastano scrofa che non sei altro, apri bene le cosce che ti sfondo l’utero con la cappella”
- “si scopami come una troia
- “allora girati alla pecorina, che lo devi prendere in fica come una cagna, come la cagna in calore che sei”
- “si sbattimi”
- “no puttana, mi sbatti tu, muovi il culo e fammi godere! Sei la mia puttana e devi lavorarti il cazzo fino a quando non ti riempio di sborra”
.. “ si sono una cagna, va bene cos?ì”
- (e qui con voce tranquilla, altro truccheranno che mi ha insegnato lei, negli insulti alternare il tono arrapato al tono tranquillo) “va bene cosa? Ma che cazzo è di scopata è questa? Forza puttana muovi quel culo (schiaffoni sulle chiappe), cacciatelo in fica che voglio vedere la cappella spuntarti in gola troia di merda, mi prendi per il culo? La chiami scopata? Come se non sapessi che vacca sei, puttana, lavorati il cazzo come fai con gli altri, forza!”

Queste erano le cose normali, le altre un po’ mi vergogno a scriverla… . Era una cosa impegnativa, lo ammetto anche perché bastava rilassarsi una attimo che lei smetteva di scopare ti guardava e diceva “Oh, ma vuoi scoparmi o no? E allora forza, dammi della troia cazzo!”. Il cazzo da solo non le bastava. Essere pompata, montata, ricoperta di sborra non le bastava. Doveva continuamente sentirsi dire questa cantilena di insulti per eccitarsi davvero. Per rilassarsi non c’era che da leccarle la fica, cosa che tra l’altro le piaceva anche tanto.
Altri piccoli momenti in cui ci si poteva rilassare un po’ era quando lei decideva di concederti la sua specialità.
Si perché nonostante la valanga di insulti e la discreta quantità di cazzo che si prendeva, era sempre lei a decidere cosa fare e quando farlo.
Ma questo è un altro post ;-)


La mia donna ideale,
A me piace tantissimo insultare ed in particolare dare delle bagascia, pompinara, alla troiona di turno che mi capita di scopare, e quando noto che non piace devo trattenermi.
 

Giancarlo-

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Sarò io, ma secondo me scrivi molto meglio tu, così crudo ma scorrevole, così colloquiale ma completo, di tutti quegli scrittorucoli da rivistina erotica che "ti afferro piano i tuoi seni mentre tu ansimi nelle mie orecchie etc etc".

Bravo






Santo cielo, ogni volta che leggo "seni" mi sento di essere tornato nel
'29!
 

eretico50

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Lunatik.....sei stato stimolato ed hai reagito molto bene. Quest'ultimo racconto mi è piaciuto molto ed a mio avviso lo hai scritto bene.....
BRAVO :D
 
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lunatik

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Grazie, fa piacere che a qualcuno piaccia anche questo modo di scrivere “da bar”, in ogni caso le mie aspirazioni non sono quelle di scrittore quindi benvenuti a tutti i commenti. D’altra parte io non potrei scrivere che così, prima di tutto per capacità ma anche perché sto semplicemente raccontando qualche episodio che mi è successo un po’ tra l’eccitato e (soprattutto) il divertito.

Dicevamo di Franca, e della sua specialità: la cavalcata. Mi diceva spesso, con aria compassionevole, “tu hai bisogno di essere cavalcato come si deve!”. E chi non ne avrebbe bisogno, cara Franchina? Menomale che ho incontrato te che avevi un cuore d’oro (sotto uno strato di tette da far paura!!!)
Anche la cavalcata per Franca era una cosa estremamente seria. Le prime volte mi ricordo che mi avvertiva dicendomi “prendi tutte le precauzioni tu, prendile prima, perché quando ti salgo sopra io perdo la brocca e non capisco più nulla”.
All’inizio il modo di cavalcare di Franca mi spiazzò completamente. Quando ti veniva sopra non voleva essere disturbata, si concentrava pienamente nel prendersi il cazzo dentro e godere al massimo. GUAI A MUOVERSI! Le prime volte io provavo ad accompagnare i suoi movimenti con il bacino, spingendolo più dentro o tirandolo fuori, e lei si incazzava come una belva: “TI HO DETTO DI STARE FERMO CAZZO!!!” Mi faceva, delle parti di merda in mezzo alla scopata, io zitto zitto… Chiaramente la troia (in senso buono eh Franca, non ti incazzare) godeva nel torturarmi mentre io mi vedevo dondolare davanti quelle tette immense e non potevo toccarle (certi schiaffoni sulle mani appena ci provavo!).
Dopo un po’ però cominciai a stare al gioco. In fondo erano dei momenti di relativa tranquillità, mi mettevo comodo e mi facevo scopare. Nella vita direi che c’è di peggio! Al solito vi dovete immaginare la scena attraverso un semplice dialogo:

- “Hai un cazzo bello duro, ora ti faccio vedere come si cavalca, mettiti a pancia in su” (battendo la mano sul materasso)
- “eccomi dai, cavalcalo troia
- “Stai zitto cazzo, e fermo, ecco senti come entra la cappella, come mi apre la fica”
- “….”
- “CAZZO MA CI STAI FERMO? PORCA PUTTANA, TI HO DETTO DI NON MUOVERTI E TU SEI SEMPRE LI CHE TI MUOVI!!”
- “sto fermo sto fermo, mi stavo solo sistemando il cuscino dietro la schiena per stare più comodo”
(mi piaceva dopo un po’ farla incazzare di tanto in tanto)
- “ecco, stai comodo e fermo che al cazzo ci penso io. Tu poverino hai proprio bisogno di essere cavalcato come si deve”
- “mi sa che hai ragione sai? impalati troia!”
- “ma che dici (seria) mica mi sto impalando! aspetta… ecco… ORA mi sto impalando, lo senti? Senti come è dentro?” (in effetti ci infilava dentro quasi le palle)

E se ne stava così, col cazzo dentro a muoversi e a dire frasi sempre più sconnesse, a volte totalmente incomprensibili, di cui coglievo solo alcune parole.. “la minchia…. del .. duro dentro…. in fondo cazzo … è un palo, UN PALO! … ora fermo, fermo, fermo che sto per avere un orgasmo pazzesco… pazzesco… è troppo… TROPPO TROPPOOOOOO” e veniva quasi sempre gridando e fremendo come fosse indemoniata. Non erano orgasmi lunghissimi, quelli li aveva in altre posizioni, stando sopra erano soprattutto “violenti” (lei diceva così), “delle botte pazzesche”. Dopo aver goduto mi prendeva la mano e se la appoggiava sul cuore (che stava sotto quella tetta immensa, ancora imperlata di sudore) e mi diceva “senti come batte?, senti come batte forte” e me lo faceva sentire mentre batteva all’impazzata.

Ma anche i supereroi come Franca hanno un tallone d’Achille. La kriptonite di Franca era il culo. Io non ne facevo una malattia, ma lei invece si. Ci provava, la buona volontà ce la metteva, ma non le riusciva. Diceva che era qualcosa che sentiva come “sporco”, non nel senso di immorale eh, proprio nel senso della merda sul cazzo. Io la rassicuravo, dicendole che alla fine con una bella sciacquata tornava come nuovo, ma lei evidentemente non riusciva ad accettarlo. Il paradosso è che voleva prenderlo nel culo ma quando arrivava il momento il suo culo si chiudeva. Io il sesso anale l’ho fatto con praticamente tutte le donne con cui sono stato e l’impressione che ho avuto è che quando è chiuso è inutile stare lì a spingere e a fare male, un po’ si può spingere ma se è proprio chiuso…. A Franca dicevo che è un po’ come se il culo avesse una volontà sua, a volte ci sono situazioni in cui si apre completamente e ci entri che è un piacere, altre volte inutile provarci perché fai solo male.
Sarà per questo che quando fu il momento giusto venne fuori una delle più epiche inculate della mia vita. Ma questo è già un altro post ;)
 
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peppegiuit

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Bravo, negli ultimi due racconti hai migliorato molto il modo di raccontare gli avvenimenti.Rimani veramente simpatico:mi sono letteralmente ammazzato dalle risate nella parte con Anna che mentre lei blaterava e te che avevi in mente l'internazionale e l'inno dell'ex URSS:rotfl2::eek:k!::D:ass::asdevil::asd::cool::sux::closed::picche::lol::victory:🤭
 
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lunatik

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Bravo, negli ultimi due racconti hai migliorato molto il modo di raccontare gli avvenimenti.Rimani veramente simpatico:mi sono letteralmente ammazzato dalle risate nella parte con Anna che mentre lei blaterava e te che avevi in mente l'internazionale e l'inno dell'ex URSS:rotfl2::eek:k!::D:ass::asdevil::asd::cool::sux::closed::picche::lol::victory:🤭

Grazie :) Si, certe volte la mente è strana ma quei discorsi mi stavano davvero facendo incazzare... poi però, tutti i propositi bellicosi come hai visto sono andati a farsi benedire, come al solito :D
 
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lunatik

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Rieccoci qui dopo un po’ di giorni, il lavoro mi ha tenuto parecchio occupato, viaggi, donne, occasioni comunque per altri racconti in futuro ;-) Prima di cominciare ringrazio tutti quelli che hanno letto ed in particolare quelli che hanno anche commentato, positivamente o negativamente che sia :)

Stavamo parlando di Franca e del suo culo ermetico, direi quasi un culo/cassaforte la cui combinazione era molto al di la delle mie possibilità. Franca però non demordeva e con la grinta che la caratterizzava voleva assolutamente farselo aprire per bene.
Vi tralascio i tentativi infruttuosi ed arrivo subito al dunque: una bella sera eravamo a letto e stavo leccando la sua fica dolcissima quando lei si alza dal letto, fruga in borsetta e tira fuori un flacone di lubrificante.
- “stasera voglio che mi rompi il culo!” dice, e si piazza nel letto a pancia in su con le gambe in alto. Mentre fa questo movimento si versa una generosa dose di lubrificante sulla mano ed inizia a spalmarselo sul buchetto. Dalla mia visuale vedevo le sue gambe belle in alto, con una mano si tocca la fica e con l’altra si infila un dito nel culo, prima l’indice, poi il medio, poi il pollice, fino in fondo. Fatto questo passa ad infilarci due dita e mi fa:
- “ti piace guardarmi porco? Oggi però devi scoparmi il culo, vieni qui!”.
Io (che già ce lo avevo di marmo) che potevo fare? Mi infilo velocemente il preservativo e mi avvicino.
Quando sono in ginocchio davanti a lei, inarca la schiena e mi piazza i suoi piedi sulle spalle mentre con una mano mi prende il cazzo e lo indirizza verso il culo
- “dai mettimelo dentro, aprilo, senti come ti vuole?”
- “Lo vuoi nel culo troia eh?” (che genio che sono … avevo capito tutto! :-/ ) “ora te lo infilo” ed inizio a spingere piano
- “bravo senti come entra? Forza spingi che voglio sentire la cappella che mi apre”
Io inizio a spingere e questa volta sento che si apre proprio ed in un attimo sono dentro.
- “eccotelo dentro troia, contenta? Ora te lo apro per bene”
e lei “zitto ora, rompimi il culo e stai zitto!!” (e quando diceva zitto era meglio stare zitto, credetemi)
A questo punto uno comincio a scoparla nel culo, all’inizio piano e poi accelero un po’ il ritmo. Nel frattempo lei non smette di parlare ed è tutto un
“rompimelo questo culo, allargalo bene. Voglio essere la tua troia rotta in culo, melo devi rompere capito? Rompilo forza”
ed il aumento il ritmo
“dai porco, spaccalo, me lo devi spaccare, aprilo per bene, fammi sentire la cappella che mi sfonda”
ed io aumento il ritmo
“forza dai rompilo, dai!!”
ed io aumento il ritmo.

A questo punto lei apre gli occhi si tira su sui gomiti e con il cazzo ancora nel culo mi pianta uno schiaffo (ma proprio una cazzo di cinquina eh!!) in faccia. “MA PORCA PUTTANA MA ME LO VUOI ROMPERE QUESTO CULO O NO? TI HO DETTO DI SPACCARMELO COGLIONE! FORZA! SFONDALO”
E si rimette giù con le gambe larghe. Beh io a quel punto non ci ho visto più, eccheccazzo!! Ho pensato qualcosa del tipo “Rompi i coglioni una vita che nel culo non lo vuoi, ora che faccio appena appena il delicato mi devi rompere il cazzo con queste parti di merda mentre scopiamo? Ma brutta troia ora te lo spacco il culo!!” E giù a pompare come un forsennato mentre lei si toccava la fica e diceva “Oh così cazzo questo è rompere il culo dai spaccamelo, sfondalo, domani non voglio nemmeno mettermi a sedere da come è sfondato, forza porco lo devi sfondare per sempre, deve diventare una caverna”.
Ad ognuna di queste parole io aumentavo il ritmo o per lo meno ci provavo! Ormai sono sicuro che mi prenderà un infarto per mille motivi ma non mentre scopo perché se non mi è venuto quella volta…
Alla fine quando ha capito che stavo per venire Franca mi ha detto “Presto, togliti il preservativo, e schizzami addosso!”. Ed io che dovevo fare? Un po’ come Garibaldi avrei voluto dire “Obbedisco!” ma per non rompere la sacralità del momento ho semplicemente tolto il preservativo e gli ho schizzato non so nemmeno io quanta sborra addosso.

Purtroppo in seguito le cose non sono andate bene con Franca, le nostre strade si sono separate ma siamo lo stesso rimasti in contatto. Ho visto (da Facebook) che si è sposata e suo marito ha una faccia da pacioccone con un perenne sorriso stampato in viso. Non mi è affatto difficile capire il perché ;-)
 
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Rieccoci qui, con la scrittura canina e casereccia che mi caratterizza. Un grazie a tutti in particolare a chi ha addirittura karmato (non vi dico chi è, si dice il peccato ma non il peccatore :) ). Andiamo avanti con un raccontino in due puntate.

Oggi mi hanno tenuto al telefono un paio d’ore per lavoro e questo mi ispira a parlarvi di una ragazza con la quale sono uscito un paio di volte. Erano millemila milioni di anni fa (si, so’ vecchio!!!) quando ancora non c’era what’sapp e gli innamorati si facevano gli squillini invece di mandarsi foto di piselli e patate. Come sia possibile che l’umanità sia sopravvissuta a tanto non saprei dire, per fortuna che poi hanno inventato gli smartphone! :D

Io mi trovavo a Palermo per lavoro e lì ho conosciuto Giulia, simpatica ragazza palermitana particolarmente disponibile alle nuove amicizie. Mi ricordo che mi colpì la sua simpatia (no, ora non cominciate a dire “simpatica = cesso”), il suo modo di ridere e anche quello di guardarti con degli occhietti da furbetta… insomma alla fine fissiamo per uscire insieme, io abitavo dalle parti della stazione quindi ci troviamo lì. Avevo già notato una certa predisposizione di Giulia per l’uso del telefonino ma non gli avevo dato troppa importanza. L’appuntamento era quindi in quel posto romantico che è la stazione di Palermo (secondo solo alla discarica di Milano o al reattore di Chernobyl), “eccoti qui, bla bla bla, come stai, come sei carina..” e via così. Ci dirigiamo (cioè mi dirige lei) verso il parco lì vicino (mentre lei armeggia con il telefonino). Era una bellissima sera di primavera, il tramonto, il mare, le moto della polizia che giravano a cercare chissà chi… si poteva resistere a tanto romanticismo? No, ed infatti mi ritrovo avvinghiato a lei come un polpo allo scoglio.

Dopo un po’ (un po’ poco…) le mie mani cominciarono ad esplorarla infilandosi sotto la camicetta. Ad ogni carezza Giulia sospirava, mugolava e mi si appiccicava ancora di più. Quando divincolandomi arrivai a sfiorarle il seno ecco la prima sorpresa. “No dai, così no”. Io lì per lì rimasi un po’ interdetto.. pensai “ma come scusa, mi stai appiccicata, mi porti nel parco nel posto più isolato, non c’è quasi più luce, ti avvinghi, mugoli, mi infili mezzo metro di lingua in bocca e appena provo a sfiorarti il seno mi dici no no…”. Vista la mia esitazione Giulia, da ragazza pratica quali sono le palermitane, non fece molti discorsi, prese la mia mano e se la piantò sulla tetta continuando a dire “no .. così no…”. Come al solito non ci avevo capito una mazza! Dopo qualche minuto le mie mani cercavano di infilarsi dentro i pantaloni con Giulia che continuava a dire “No, così no.. no.. basta..” mentre si sganciava la cintura e tirava giù la lampo”.

Ma come sempre accade sul più bello arriva il guastafeste! In questo caso il telefonino. Squilla. Squilla e risquilla sempre più forte!
“E’ il mio ragazzo” dice lei, “Aspetta un attimo”. Io mi aspettavo a questo punto una telefonata imbarazzata ma lei come se nulla fosse mi guarda e dice “continua dai, gli faccio uno squillino”. E così andai avanti nel mio armeggiare, con lei che continuava nella sua cantilena “no, fermo, così no…” ed intanto squillava il povero cornuto. Alla fine a forza di squillini e di ditalini venne abbracciandomi e concludendo con un ultimo “basta….”. Io nel frattempo mi ero quasi slogato la mano per cui immaginate come ci rimasi quando mi disse “si è fatto tardi, devo andare”. Cazzo! Non dico scopare, ma che so, un pompino? Una mezza seghetta? No, niente da fare, era tardi, lei doveva andare, forse avrei dovuto mettermi a dire “no.. non qui, per favore non così..” ma la verità è che avevo un cazzo di marmo e di sangue al cervello ne era rimasto poco!

Mentre ci incamminiamo (lei allegra ed io mogio mogio e con le palle fumanti) all’uscita del parco mi fa “mi è piaciuto tanto, che ne dici se ci vediamo dopodomani in un posto più comodo? Potresti prenotare una stanza da qualche parte? - telefonino che squilla - Oh scusa, il mio ragazzo, aspetta che gli faccio uno squillino, sai com’è è molto geloso!”

“Eh chissà perché” pensai… “Considerala già prenotata (la camera)”. E la riaccompagnai verso casa. Due giorni dopo stavamo facendo check in in un albergo nel centro di Palermo… ma questo è un altro post :)
 

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Mitico lunatik , .mi hai fatto ricordare il "no dai" ,per me erano le mamme che lo insegnavano alle figlie, che era un segnale inequivocabile che ci stavano.....e gli inizi di artrosi alle mani per intrufolarsi dentro i jeans �� tirati a balestra..... Che anni ragazzi...:victory:
 
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lunatik

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Grazie a tutti, grazie del karma e di perdere un po' del vostro tempo leggendo questo post. Andiamo avanti con la storia o va a finire che mi commuovo :)

Si parlava quindi di Giulia, la simpatica Palermitana che amava fare gli sqillini al fidanzato mentre si faceva mettere le mani dappertutto. Ci eravamo lasciati nello scorso post mentre stavamo facendo check in in un albergo di Palermo. Ecco, chiamarlo albergo è una parola grossa, un affittacamere squallido che ancora oggi mi mette tristezza a pensarci. Portare una donna in un posto del genere equivale ad un mezzo suicidio, ma d’altra parte non avevo altra scelta. Giulia però non se ne fece un problema, tanto era abbagliata dalla mia seducente bellezza (si come no!) o probabilmente tanta era la voglia di cazzo! In ogni modo avrebbe visto poco perché il suo ragazzo cominciò con la cantilena degli squillini prima che entrassimo e continuò per tutto il tempo. Non prendemmo l’ascensore perché era rotto, per le scale io le toccavo il culo e lei squillava… in camera continuò a squillare mentre io la spogliavo.
Come variazione sul tema squillo c’erano i suoi “no dai.. no .. “ oppure “basta.. ti prego fermati” (questo mentre LEI si toglieva le mutande) cosa che alla fine mi indisponeva molto meno dello squillino.

Ci mettemmo nel letto e cominciai a leccarla tanto per scaldarsi un po’ e lei venne quasi subito. Vabbè’, pensai di continuare ma lei dopo l’orgasmo doveva per forza riposarsi una decina di minuti (e ovviamente squillare il cornuto) quindi io rimasi lì sul letto come un coglione … Di farmi fare un pompino non ci pensavo nemmeno perché lei mi aveva già detto che non le piaceva (si ragazzi, ho avuto una vita difficile…), che il cazzo in bocca la faceva sentire una troia, cosa che LEI non era (no.. troia tu? ma come ti viene in mente Giulia!).

Comunque la troia scrofa mignotta maledetta (scusa Giulia eh) stava ancora telefonando al cornuto quando io decisi che i 10 minuti canonici erano passati, la girai sul fianco ed iniziai a scoparla. La posizione in effetti era comoda per tutti, per me perché mi potevo godere la vista del suo bel culo, per lei perché aveva le mani libere per squillare, per il cornuto perché poteva ricevere i suoi squillini. Dopo poco però lei venne un’altra volta, quindi era il momento (teoricamente) di uscire. Io non ne avevo molta voglia, quindi lo tirai fuori giusto un attimo e poi provai a rimetterlo dentro. Stranamente, cercando di infilarlo, trovai una certa resistenza mentre lei mi diceva “che fai?” io senza rispondere provai a spingere un po’ di più, sospettando che non fosse proprio il buco giusto e lei “che faaaaai?” (spingendo il culo verso di me) C’è da dire che era fradicia di umori già da un po’ comunque sentii che entrava senza troppi problemi mentre lei continuava con “che faaaai? Chee faaaaaaiiiii?” e spingeva per farlo entrare meglio. Insomma alla fine io ero dentro al culo, lei si toccava la fica con una mano, cantilenava sempre di più “CHE FAAAI, CHA FAAAI, CHE FAAIIIII” ma con l’altra mano CONTINUAVA A SQUILLARE COL CAZZO DI TELEFONO !!!

A me veniva voglia di infilarglielo nel culo quel telefono di merda, o al limite rispondere al suo ragazzo e dirgli “Ora ti faccio sentire come gode la tua troia con un cazzo nel culo, così la smetti di rompere i coglioni con gli squillini a chi ha da concentrarsi”. Alla fine lei venne un’altra volta e a me non restò che toglierlo (perché di tenerlo dentro non se ne parlava, si doveva fare la pausa). Fu in quel momento che capii di avere una di quelle giornate in cui sarei potuto stare a scopare 5 ore senza venire, c’era qualcosa in me che non era dell’umore giusto per cui la misi a pancia in su, gli presi le mani le montai sopra e le feci capire che per variare poteva farmi una sega. A lei l’idea piacque subito molto, e cominciò a prenderlo con entrambe le mani e segarlo furiosamente lasciando per forza di cose il telefono sul letto.

Dopo qualche minuto ecco il telefono che ricomincia a squillare e lei fa per staccarsi, ma io le tengo le mani sul cazzo ed assecondo i suoi movimenti. Lei guardava il telefono con uno sguardo terrorizzato ma non smetteva di segarmi, anzi, più squillava più aumentava il ritmo. Questa cosa del telefono che suonava finalmente a vuoto iniziò ad eccitarmi ed alla fine venni con degli schizzi che lei indirizzò sapientemente di lato (manco il facial… vita di merda :( ). Parecchia roba però le finì sulle mani e sul braccio, spalla, cuscino … per cui quando si gettò letteralmente a rispondere al suo ragazzo e tranquillizzarlo (“no no tranquillo, ero un attimo occupata (vero!)e non potevo rispondere”) si voltò verso di me e riferendosi allo sperma mi sillabò con la bocca “E’ OVUNQUE”.

Cara Giulia, io conservo di te proprio questa romantica immagine, tu che con il braccio e la spalla che ti colano di sborra chiami al telefono il tuo ragazzo e mi sussurri “E’ OVUNQUE”. E ovunque tu sia (perché io non ho la minima idea di che fine abbia fatto!) ti giunga il mio saluto, magari sotto forma di squillino mentre stai scopando qualche povero disgraziato come me!
 
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eretico50

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Divertentissimo lunatik..... Certo che la Giulia era un po " di pelle lenta" ...prenderlo nel culo cosi...senza passar dal via ,non è da tutte...:rotfl:🤭:rotfl:
 

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