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<blockquote data-quote="lunatik" data-source="post: 4302827" data-attributes="member: 165687"><p>Rieccoci qui, con la scrittura canina e casereccia che mi caratterizza. Un grazie a tutti in particolare a chi ha addirittura karmato (non vi dico chi è, si dice il peccato ma non il peccatore <img src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" class="smilie smilie--sprite smilie--sprite1" alt=":)" title="Smile :)" loading="lazy" data-shortname=":)" /> ). Andiamo avanti con un raccontino in due puntate.</p><p></p><p>Oggi mi hanno tenuto al telefono un paio d’ore per lavoro e questo mi ispira a parlarvi di una ragazza con la quale sono uscito un paio di volte. Erano millemila milioni di anni fa (si, so’ vecchio!!!) quando ancora non c’era what’sapp e gli innamorati si facevano gli squillini invece di mandarsi foto di piselli e patate. Come sia possibile che l’umanità sia sopravvissuta a tanto non saprei dire, per fortuna che poi hanno inventato gli smartphone! <img src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" class="smilie smilie--sprite smilie--sprite8" alt=":D" title="Big grin :D" loading="lazy" data-shortname=":D" /></p><p></p><p>Io mi trovavo a Palermo per lavoro e lì ho conosciuto Giulia, simpatica ragazza palermitana particolarmente disponibile alle nuove amicizie. Mi ricordo che mi colpì la sua simpatia (no, ora non cominciate a dire “simpatica = cesso”), il suo modo di ridere e anche quello di guardarti con degli occhietti da furbetta… insomma alla fine fissiamo per uscire insieme, io abitavo dalle parti della stazione quindi ci troviamo lì. Avevo già notato una certa predisposizione di Giulia per l’uso del telefonino ma non gli avevo dato troppa importanza. L’appuntamento era quindi in quel posto romantico che è la stazione di Palermo (secondo solo alla discarica di Milano o al reattore di Chernobyl), “eccoti qui, bla bla bla, come stai, come sei carina..” e via così. Ci dirigiamo (cioè mi dirige lei) verso il parco lì vicino (mentre lei armeggia con il telefonino). Era una bellissima sera di primavera, il tramonto, il mare, le moto della polizia che giravano a cercare chissà chi… si poteva resistere a tanto romanticismo? No, ed infatti mi ritrovo avvinghiato a lei come un polpo allo scoglio. </p><p></p><p>Dopo un po’ (un po’ poco…) le mie mani cominciarono ad esplorarla infilandosi sotto la camicetta. Ad ogni carezza Giulia sospirava, mugolava e mi si appiccicava ancora di più. Quando divincolandomi arrivai a sfiorarle il seno ecco la prima sorpresa. “No dai, così no”. Io lì per lì rimasi un po’ interdetto.. pensai “ma come scusa, mi stai appiccicata, mi porti nel parco nel posto più isolato, non c’è quasi più luce, ti avvinghi, mugoli, mi infili mezzo metro di lingua in bocca e appena provo a sfiorarti il seno mi dici no no…”. Vista la mia esitazione Giulia, da ragazza pratica quali sono le palermitane, non fece molti discorsi, prese la mia mano e se la piantò sulla tetta continuando a dire “no .. così no…”. Come al solito non ci avevo capito una mazza! Dopo qualche minuto le mie mani cercavano di infilarsi dentro i pantaloni con Giulia che continuava a dire “No, così no.. no.. basta..” mentre si sganciava la cintura e tirava giù la lampo”. </p><p></p><p>Ma come sempre accade sul più bello arriva il guastafeste! In questo caso il telefonino. Squilla. Squilla e risquilla sempre più forte!</p><p>“E’ il mio ragazzo” dice lei, “Aspetta un attimo”. Io mi aspettavo a questo punto una telefonata imbarazzata ma lei come se nulla fosse mi guarda e dice “continua dai, gli faccio uno squillino”. E così andai avanti nel mio armeggiare, con lei che continuava nella sua cantilena “no, fermo, così no…” ed intanto squillava il povero cornuto. Alla fine a forza di squillini e di ditalini venne abbracciandomi e concludendo con un ultimo “basta….”. Io nel frattempo mi ero quasi slogato la mano per cui immaginate come ci rimasi quando mi disse “si è fatto tardi, devo andare”. Cazzo! Non dico scopare, ma che so, un pompino? Una mezza seghetta? No, niente da fare, era tardi, lei doveva andare, forse avrei dovuto mettermi a dire “no.. non qui, per favore non così..” ma la verità è che avevo un cazzo di marmo e di sangue al cervello ne era rimasto poco!</p><p></p><p>Mentre ci incamminiamo (lei allegra ed io mogio mogio e con le palle fumanti) all’uscita del parco mi fa “mi è piaciuto tanto, che ne dici se ci vediamo dopodomani in un posto più comodo? Potresti prenotare una stanza da qualche parte? - telefonino che squilla - Oh scusa, il mio ragazzo, aspetta che gli faccio uno squillino, sai com’è è molto geloso!”</p><p></p><p>“Eh chissà perché” pensai… “Considerala già prenotata (la camera)”. E la riaccompagnai verso casa. Due giorni dopo stavamo facendo check in in un albergo nel centro di Palermo… ma questo è un altro post <img src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" class="smilie smilie--sprite smilie--sprite1" alt=":)" title="Smile :)" loading="lazy" data-shortname=":)" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="lunatik, post: 4302827, member: 165687"] Rieccoci qui, con la scrittura canina e casereccia che mi caratterizza. Un grazie a tutti in particolare a chi ha addirittura karmato (non vi dico chi è, si dice il peccato ma non il peccatore :) ). Andiamo avanti con un raccontino in due puntate. Oggi mi hanno tenuto al telefono un paio d’ore per lavoro e questo mi ispira a parlarvi di una ragazza con la quale sono uscito un paio di volte. Erano millemila milioni di anni fa (si, so’ vecchio!!!) quando ancora non c’era what’sapp e gli innamorati si facevano gli squillini invece di mandarsi foto di piselli e patate. Come sia possibile che l’umanità sia sopravvissuta a tanto non saprei dire, per fortuna che poi hanno inventato gli smartphone! :D Io mi trovavo a Palermo per lavoro e lì ho conosciuto Giulia, simpatica ragazza palermitana particolarmente disponibile alle nuove amicizie. Mi ricordo che mi colpì la sua simpatia (no, ora non cominciate a dire “simpatica = cesso”), il suo modo di ridere e anche quello di guardarti con degli occhietti da furbetta… insomma alla fine fissiamo per uscire insieme, io abitavo dalle parti della stazione quindi ci troviamo lì. Avevo già notato una certa predisposizione di Giulia per l’uso del telefonino ma non gli avevo dato troppa importanza. L’appuntamento era quindi in quel posto romantico che è la stazione di Palermo (secondo solo alla discarica di Milano o al reattore di Chernobyl), “eccoti qui, bla bla bla, come stai, come sei carina..” e via così. Ci dirigiamo (cioè mi dirige lei) verso il parco lì vicino (mentre lei armeggia con il telefonino). Era una bellissima sera di primavera, il tramonto, il mare, le moto della polizia che giravano a cercare chissà chi… si poteva resistere a tanto romanticismo? No, ed infatti mi ritrovo avvinghiato a lei come un polpo allo scoglio. Dopo un po’ (un po’ poco…) le mie mani cominciarono ad esplorarla infilandosi sotto la camicetta. Ad ogni carezza Giulia sospirava, mugolava e mi si appiccicava ancora di più. Quando divincolandomi arrivai a sfiorarle il seno ecco la prima sorpresa. “No dai, così no”. Io lì per lì rimasi un po’ interdetto.. pensai “ma come scusa, mi stai appiccicata, mi porti nel parco nel posto più isolato, non c’è quasi più luce, ti avvinghi, mugoli, mi infili mezzo metro di lingua in bocca e appena provo a sfiorarti il seno mi dici no no…”. Vista la mia esitazione Giulia, da ragazza pratica quali sono le palermitane, non fece molti discorsi, prese la mia mano e se la piantò sulla tetta continuando a dire “no .. così no…”. Come al solito non ci avevo capito una mazza! Dopo qualche minuto le mie mani cercavano di infilarsi dentro i pantaloni con Giulia che continuava a dire “No, così no.. no.. basta..” mentre si sganciava la cintura e tirava giù la lampo”. Ma come sempre accade sul più bello arriva il guastafeste! In questo caso il telefonino. Squilla. Squilla e risquilla sempre più forte! “E’ il mio ragazzo” dice lei, “Aspetta un attimo”. Io mi aspettavo a questo punto una telefonata imbarazzata ma lei come se nulla fosse mi guarda e dice “continua dai, gli faccio uno squillino”. E così andai avanti nel mio armeggiare, con lei che continuava nella sua cantilena “no, fermo, così no…” ed intanto squillava il povero cornuto. Alla fine a forza di squillini e di ditalini venne abbracciandomi e concludendo con un ultimo “basta….”. Io nel frattempo mi ero quasi slogato la mano per cui immaginate come ci rimasi quando mi disse “si è fatto tardi, devo andare”. Cazzo! Non dico scopare, ma che so, un pompino? Una mezza seghetta? No, niente da fare, era tardi, lei doveva andare, forse avrei dovuto mettermi a dire “no.. non qui, per favore non così..” ma la verità è che avevo un cazzo di marmo e di sangue al cervello ne era rimasto poco! Mentre ci incamminiamo (lei allegra ed io mogio mogio e con le palle fumanti) all’uscita del parco mi fa “mi è piaciuto tanto, che ne dici se ci vediamo dopodomani in un posto più comodo? Potresti prenotare una stanza da qualche parte? - telefonino che squilla - Oh scusa, il mio ragazzo, aspetta che gli faccio uno squillino, sai com’è è molto geloso!” “Eh chissà perché” pensai… “Considerala già prenotata (la camera)”. E la riaccompagnai verso casa. Due giorni dopo stavamo facendo check in in un albergo nel centro di Palermo… ma questo è un altro post :) [/QUOTE]
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