Racconto di fantasia Perversione e lockdown

pollicino1

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1. Premessa.

Questa storia familiare mi stà appassionando non poco… Mi è stata raccontata su messenger, con le lacrime agli occhi, dalla mia amica Ana, e all’inizio non volevo crederci… tanto era irrazionale!
Ma, essendo lei una persona assolutamente responsabile, mi sono convinto della veridicità della “scappatella” che ora vengo a raccontarvi…

Dunque, la protagonista si chiama Ana, una donna latino-americana bellissima, sui 58 anni, quarta di seno, slanciata ma non magrissima, un culo stupendo da palpeggiare, sodo ma non grasso, fianchi rotondetti…
Insomma, un corpo stupendo da farla sembrare una trentenne, una “femmina” di quelle che non passano inosservate...
Famosa presentatrice TV del suo paese – il Messico –, è una donna di classe che veste sempre elegantemente, con gusto, in modo ricercato…

Caratterialmente dolce, con un forte istinto materno, a letto si trasforma in una vera forza della natura…

Ana è madre premurosa di due figli: Alberto di 25 anni, e Juan di 23, i quali sono molto gelosi del fatto che lei sia un personaggio idolatrato da molti...

Alberto, di scarsa prestanza fisica, magro, poco avvenente e quasi “insignificante”, ama leggere, correre e passeggiare.
Gli piace depilarsi, e compensa le sue frustrazioni con una dotazione genitale di tutto rispetto: 23 centimetri e anche molto largo.
Introverso, caratterialmente è molto in sintonia con sua madre.

Juan, invece, è più palestrato del fratello, estroverso, ama il calcio ma allo stesso tempo veste alla moda (tale madre, tale figlio!).
Anche a lui piace depilarsi, ma è meno dotato del fratello, 18 centimetri circa ma anch’esso ben messo in quanto a larghezza.
Ogni tanto fa arrabbiare sua madre, ma hanno sempre un ottimo rapporto.

Eccoci, dunque ai fatti…

2. Vita di coppia.

Carlos, suo marito, è anche lui un uomo in carriera, un importante uomo d’affari sempre in giro per il mondo…
All’inizio del loro matrimonio, lei non ci dava peso, essendo molto innamorata di lui, ma poi la passione inizia a venire meno e restano solo le “comodità” di un rapporto con un uomo certamente ricco ma troppo impegnato sul lavoro:
- “Forse, anche per questo – mi confessò già un po’ di tempo fà – mi sono buttata anch’io nella realizzazione lavorativa, per ritrovare un po’ di quelle relazioni sociali che il solo ruolo di madre non mi permettevano…”.

Come maschio, nel senso più “fisico” di questa espressione, Carlos è un maschio “normale”, a volte sembra addirittura che per lui fare sesso sia una attività finalizzata alla sola procreazione.

Per una donna pur prudente ma esuberante come Ana, quindi, che ha bisogno di sentirsi amata ogni istante della vita, un simile menage familiare divenne pesante da sopportare, sino a quando non capitò ciò che neanche lei avrebbe potuto fantasticare, nemmeno nei sogni...

3. Cena di gala.

E finalmente l’insperato capitò…
Un giorno, i dirigenti della sua emittente TV, “Tele Moda Canal 168”, facendo affidamento sulla sua vitalità, di donna dalle mille iniziative, sempre pronta a mettersi in gioco e ad accogliere le proposte dei suoi manager, le chiesero di intervenire ad una cena di gala in cui sarebbe stato presentato il palinsesto per la nuova stagione.

Si era agli inizi di gennaio del 2020, quando la pandemia da coronavirus stava facendo stragi per il mondo…

Tutti gli alti dirigenti della Società sarebbero stati accompagnati dalle legittime consorti, mentre Ana… Carlos era chissà dove, e lei…

All’improvviso, le viene un’idea: farsi scortare dai figli… Così, chiama Alberto e Juan, ma il primo ha il cellulare spento, è irraggiungibile… Forse, è a correre, come ti sbagli!!!
La cena è imminente, e lei non può attendere oltre… Chiama Juan, e questi risponde immediatamente:
- “Ciao, mamma, tutto ok? Qualche problema?”
E lei:
- “No, caro, piuttosto tu, cosa stai facendo di bello?”.
- “Oh, niente di che, sono appena rientrato da una boutique che hanno inaugurato la settimana scorsa… Sapessi quante cose carine…”.
- “Ottimo, appena possibile ci andremo insieme, ma adesso devo chiederti un piacere… Siccome tuo padre è sempre fuori, e tuo fratello non si sa che fine ha fatto, ti andrebbe di accompagnarmi questa sera a una cena di gala di ”Tele Moda Canal 168”?”.
- “Waooo, mamma, che bello… Certo che sì, chissà quanta bella gente che ci dev’essere…”.
- “Bene… Allora ci vediamo a casa mia alle 20,00… Sii puntuale!”.

All’ora stabilita Juan, puntualissimo, si presentò da Ana… Lei era bellissima, come al solito, anzi più del solito: un abitino attillatissimo, che le fasciava il suo fantastico corpo, frutto di ore ed ore di sport e cyclette, fino ai piedi…
Ma soprattutto, con le sue trasparenze da “vedo-non-vedo”, le faceva risaltare i suoi sensualissimi fianchi larghi, e sopra – una vertiginosa scollatura – lasciava intravedere un superbo decolté.
Mai, Ana, aveva osato tanto, e il figliolo restò senza fiato… Benchè fosse sua madre, lui era pure un maschio, e la trasparenza all’altezza dell’inguine che mostra chiaramente come non indossi biancheria intima lo turbò non poco!

Ripresosi dallo sconcerto, Juan le porse il braccio, e insieme – come una coppia regolare – si appressarono all’automobile… Il ragazzo, alla guida, era compiaciuto di sua madre, di quella situazione tanto incredibile quanto stuzzicante…

Così vestita, e accompagnata da un “cavaliere” tanto intrigante, la “signora” fece un figurone, sia con i suoi capi che con i manager dell’emittente…
Sarà stata quell’aria caldo-umida della sera, che baciava dolcemente la sua pelle color avorio, sarà stato l’alcool che aveva assunto nei numerosi cocktail, fatto sta che Ana iniziò a percepire tra le sue gambe qualcosa di strano, piacevole e disperatamente impellente allo stesso tempo…

Non ce la fa più, non può resistere fino a casa, così chiama Juan e gli chiede se lo può accompagnare alla toilette…
Il giovane è sempre più stupito della condotta inusuale della mamma, ma accetta di buon grado di “scortarla” anche lì…

Il locale è davvero molto elegante… Scesero un’ampia scala illuminata praticamente a giorno, percorsero un corridoio e a un certo punto la donna si bloccò…

Era immobile, come una statua di pietra… Lentamente, scivò giù fino a “sedersi” sui talloni… Juan era spaventato, pensò a un malore della splendida genitrice, non le era mai accaduto prima nulla del genere…
Ansimò, si strinse ossessivamente alle ginocchia del figlio, il quale non sapeva più cosa fare: voleva urlare, chiedere aiuto, ma Ana alzò lo sguardo verso di lui, occhi negli occhi, e non appena vide che stava aprendo la bocca, portò il suo dito indice della mano destra alle labbra indicandogli di tacere…
Era un continuo tumultuare di emozioni…
Sarebbe potuto – da un momento all’altro – arrivare chiunque, magari i suoi stessi superiori, e imbattersi in questa scena…
Ma la donna non se ne curò affatto, non era più in sé, era mezza ubriaca, come in trance…
Risalì dalle ginocchia su fino alla patta dei pantaloni di Juan… Ci si soffermò con la bocca a lungo… Salì ancora… Slacciò la cintura, i denti afferrarono il bottone dei jeans, lo strapparono via… La zip scese lentamente…

Juan adesso era lui ad essere spaventato… Ana non si fermava, chi non la conosceva avrebbe potuto pensare che era una escort d’alto livello…

La nostra Milf afferrò il figlio sui fianchi, ai passanti della cintura dei pantaloni, e – lentamente ma inesorabilmente – abbassò quell’indumento fino alle caviglie.
Tornò nuovamente su, il pacco” del ragazzo era ben evidente con tutti i suoi 18 centimetri che si stavano “svegliando”… Mise tutte e due le mani - centralmente - nell’elastico dello slip, lo scorse fin sui lati ed iniziò a scendere anche quello…
Inizialmente sembra andare, poi la stoffa si inceppò un istante… Tirò, Ana… e all’improvviso la proboscide di Juan schizzò fuori e “rimbalzò” verso l’alto, come fosse una frusta, andando a colpire inaspettatamente il volto della madre.

I due tornarono a guardarsi negli occhi… un leggero sorriso di entrambi… Poi il giovane si mise le mani nei capelli e – sottovoce, per non rischiare di farsi sentire da orecchie indiscrete – le disse:
- “No, mamma… è una pazzia… ma che fai?”.
E la donna, facendogli nuovamente segno di tacere, con voce impastata ed occhi supplichevoli:
- “Ti prego… Non è peccato, figlio mio, se fatto con amore…”..

Rivolse di nuovo tutte le sue attenzioni al membro del figlio, accostandoselo amorevolmente alle guance, come per coccolarlo…
Quindi, principiò a far scorrere il prepuzio, mentre con le labbra e con la lingua scese fino ai testicoli, saettando – nella risalita – sul filetto ormai a vista.

Juan cominciava ad emettere dei soffocati gemiti, esattamente in corrispondenza delle leccate di Ana e dei relativi spasmi del suo uccello incredibilmente marmoreo.

Improvvisamente, imboccò tutto quanto il glande, alternando leccate e succhiate di cappella, ed accogliendo sulla lingua le prime “lacrime” che timidamente sgorgavano dal piccolo buchetto sulla punta.
Corse, poco più giù, a saggiare con la bocca la corona del glande, percorrendola per tutta la sua circonferenza…

Stanca di questi “giochetti preliminari”, se lo fece scendere dentro fino al palato, incurante di provare un leggero sentore di vomito.
Fu una sensazione sublime per entrambi. A un certo punto, rischiando di farsi scoprire, Juan quasi le urlò in faccia:
- “Mamma, sto per venire!!! Apri la bocca, voglio vedere quanto seme potrai accogliere…”.

Ma le ultime parole le rimasero strozzate in gola: la sborra stava defluendo copiosa, dai testicoli del figlio alla gola della mamma…
Le si stava colmando la bocca… ma lo volle trattenere prima di ingerirlo tutto, per poterglielo mostrare come un bottino di guerra.
In questo modo, Ana voleva dirgli:
- “Guarda che sono io a guidare il gioco…”.

Juan si sfilò da quella tana bollente… Lei, sollevando leggermente il capo, deglutì tutto, poi riaprì la bocca e mi mostrò che il mio seme era ormai nelle sue viscere…
Ana si rialzò come se non fosse accaduto nulla, si ricompose, ma nelle nostre menti rimase impressa una forte eccitazione.

Eravamo stati là sotto circa una ventina di minuti, ma a entrambi parvero un’eternità.
Tornammo alla cena, che dopo poco ebbe termine… Salutammo, e riconquistammo la via del ritorno…
Baciandoci (castamente) sull’uscio di casa sua, mamma mi disse:
- “Mi raccomando, Juan, non dire niente a nessuno”.
Ciò significava che quanto c’era stato quella sera tra loro due non dovevano saperlo né Alberto – l’altro figlio della donna – né ovviamente il padre…

4. Lockdown e il virus della passione.

Il Coronavirus iniziava ad infuriare, e il 3 Marzo le autorità decisero di “chiudere” tutto…
Era pericoloso restare in città, dove l’infezione già stava facendo migliaia di morti…
Carlos, il marito di Ana, era bloccato in Europa, così la donna decise di ritirarsi con i suoi due figli nella casa di campagna, nello Yucatan: da lì, poteva comunque lavorare, proseguendo la sua attività attraverso l’uso del computer benché non ne fosse particolarmente dotata…

Intanto, da un po’ di tempo Ana era ancora angosciata dal rimorso di quello che era accaduto con Juan settimane prima… Si era fatta più taciturna, lei che di natura era molto espansiva!

Molto legato alla mamma, a Juan la cosa non passò di certo inosservata, così – un giorno, mentre erano soli – la prese alle spalle mentre lei stava cercando di addestrarsi con il pc…
La guarda silenzioso, le carezza le spalle, poi – facendosi serio – le domanda:
- “Mamma, che succede? Non sei più la stessa… Cosa ti preoccupa?”.

Lei, cercò di dissimulare, dicendo che era preoccupata per la lontananza del marito…
Poi, all’improvviso, scoppiò in un pianto liberatorio e, abbracciando il figlio, gli confessò:
- “Bambino mio, ricordi la cena di lavoro, dove mi hai accompagnato e dove è successo quello che è successo? Ci siamo cacciati in una situazione assurda e pericolosa per tutti e due. Forse, dipende dal fatto che non faccio sesso con tuo padre da molto tempo, ma quella sera – non so perché – mi sono lasciata andare… Ora, sono disperata, e….”.

Juan, si premurò immediatamente di rassicurarla, la abbracciò, la testa di sua madre sul suo petto, le sue mani sicure sulle spalle di lei…
Voleva tranquillizzarla, e invece…
Ana si alzò di scatto, e battendo con rabbia un pugno sulla credenza, esplose:
- “Al diavolo le mie paure, quando sento odore di maschio non ci vedo più, e anche adesso…”.
Era una furia, o meglio sarebbe dire una belva, una femmina d’uomo in calore, inferocita.
Improvvisamente, sembrò “sgonfiarsi”, come una pulazza di pezza, inanimata… Tornò dal figlio, si guardarono intensamente… Fremeva, sembrava emettere fumo dalle narici…
Fu allora che il vortice della passione riprese vigore, infiammò madre e figlio, e i due capitolarono di nuovo… alla faccia di Alberto e Carlos!

Erano i primi caldi, e Ana indossava un bellissimo pantacollant sportivo, tutto a fiori, che le faceva risaltare stupendamente le sue forme generose, mentre Juan aveva un completo casual…

Il ragazzo, anch’esso su di giri, trascinò la mamma a sedere sullo spazioso tavolo della cucina, e le levò tutto ciò che aveva addosso dalla vita in giù…
Con le mani sulle sue ginocchia, forzando leggermente, le divaricò le gambe spingendo lo sguardo goloso fin nel profondo, in mezzo alle sode cosce di Ana…
Più le apriva, e più quel desiderato, bianchissimo “cibo” succulento si inumidiva…
La fissò, poi le disse:
- “Ti darò sollievo, mamma!”.
E in un baleno si tuffò a baciarla là sotto… Baci che furono prima lenti ma intensi sulle cosce, e poi si avvicinarono gradualmente alle grandi labbra.
La sua lingua “lavava” tutta la superficie della fica di Ana, dal monte di venere fin giù quasi a lambire lo sfintere…
Poi, si era infilata in quella stretta fessura dandole una sensazione di godimento sempre crescente, nel mentre che i pollici disegnavano dei cerchi sulle cosce…
Juan spinse più a fondo, si fece strada in quel lago di umori, superò anche le piccole labbra e terminò la sua esplorazione sul clitoride.
Si accorse che l’eccitazione di sua madre stava montando e che non avrebbe retto ancora per molto, ma non voleva farla venire ancora, anche se lei lo implorò di non fermarsi e lasciar libero sfogo al suo piacere.
Tirò fuori la lingua da quel succulento pozzo e le gridò forte:
- “Mamma, tu vieni quando lo dico io! Non ti permettere di squirtare adesso!”.
Mentre Juan tornò là dentro, Ana si eccitò ancora di più… La stava leccando come si lecca un gelato.
Ma il ragazzo non era ancora sazio della vagina da cui fu partorito anni prima: senza staccarsi da lei, sollevò Ana di peso, prendendola per le natiche, e se la avvicinò alla bocca per leccare e succhiare con maggior voracità…
Ora, usava la lingua come fosse il cazzo: le stantuffava l’utero, spingendosi più a fondo che poteva, e saltuariamente – uscendo completamente – andava a “colpire” con piccole martellate, il clitoride.

Avevano perso entrambi la cognizione del tempo quando Ana, non potendone più, andò ad innaffiare con il suo succo lo schermo del pc e varie suppellettili.

Erano passate 2 ore… Due ore di autentico piacere per entrambi…
Doloranti – Ana nella fica e Juan sulle labbra – si abbatterono l’uno sull’altra.

5. Di male in peggio…

Ormai Juan e sua madre custodivano un segreto inconfessabile, non si trattava più di una sbandata, ma di un desiderio profondo l’uno per l’altra… Sapevano bene che era un sogno impossibile, cercavano di allontanarsi ma c’era tra loro qualcosa che li attraeva sempre più… e che – soprattutto in quel momento di lockdown, in cui la vita li aveva portati a condividere la stessa abitazione – non si poteva evitare.

A un certo punto, però, di comune accordo, decisero di farla finita: era troppo pericoloso! E se Alberto, prima o poi, avesse scoperto l’intima passione?
Ma non si poteva far finta di niente… Ogni volta che si incontravano, in casa, non potevano non ripensare a quanto era stato bello…

Ana è sempre più triste, cupa, ancor più sconvolta…
E nega oggi, nega domani, alla fine anche Alberto se ne accorse e le mise alle strette… Era affezionato a lei in una maniera quasi morbosa, e quindi le disse:
- “Mamma, si può sapere cosa ti prende? Ti vedo così malinconica, ormai dovresti essere abituata all’assenza di papà…”.
- “Ma no, dai, è una crisi passeggera, non ti preoccupare, caro”, rispose lei.

Ma Alberto non cascò nel tranello… La mise sotto osservazione giorno dopo giorno, durante i pasti, mentre lavorava…
Eh no, la madre non era piĂą quella di prima!
Con una scusa cercò di essere solo con lei, la mise alle strette… e lei cedette!
Confessò, imbarazzatissima, l’accaduto:
- “Sai, caro, io e tuo fratello ci siamo toccati intimamente, sono stata io a iniziare, poi il gioco mi è sfuggito di mano…”.
- “Cosa?? Avete fatto sesso? Ma quello è incesto? Non potete… Voi… Voi siete matti…”, replicò Alberto furioso.

Oltretutto, quello che bruciava particolarmente ad Alberto era che lui non aveva avuto la sua parte del “grembo” materno.
Così, dopo aver chiarito con Juan, chiede ad Ana un “risarcimento”…
E’ ovvio che la madre non può trasformarsi in una macchina del sesso a comando, percui cerca di coinvolgere entrambi nella pacificazione.

Ana non era una santa, e siccome era parecchio tempo che non veniva più posseduta dal marito, decide di cogliere l’occasione e rischiare il tutto per tutto: chiama a se i due figli, ammette di essersi comportata in maniera sbagliata con Alberto, e - a disagio – fece ad entrambi, per chiudere definitivamente queste sue scorribande, una proposta incredibile:
- “E se vi offrissi me stessa, in una serata hard, solo noi tre, a casa nostra?”.

I ragazzi si guardarono allibiti:
- “Ma come? La mamma, così affettuosa, così perbene che ci fa una proposta tanto “sporca”?

Il primo ad accettare, ovviamente, fu Juan, che aveva già avuto un consistente anticipo della “mercanzia”; e solo dopo una lunga trattativa fatta di tira e molla anche Alberto accetta la succulenta idea…
Oltretutto, Ana non rischia nulla: è in menopausa, ed il marito lontano non verrà a sapere nulla…

6. Sesso a tre… con quarta incomoda!

Finalmente, o purtroppo per la donna, arrivò il giorno stabilito, i ragazzi fremevano, soprattutto Alberto… Per lui, si sarebbe sollevato il sipario su quell’oggetto dei suoi sogni inconfessabili, il corpo di sua madre che tante volte aveva intravisto – più o meno coperto – in costume o mentre si allenava…

Ana, dal canto suo, aveva avuto fino a tardi delle videochiamate con colleghi e colleghe di lavoro.

Andando in bagno a prepararsi per il “sacrificio”, avrebbe dovuto spegnere la webcam e poi il pc, ma – data la sua proverbiale antipatia per gli strumenti tecnologici – lasciò tutto così com’era, certa che prima o poi lo avrebbero fatto per lei Alberto o Juan…
Ma nessuno si preoccupò dell’occhio vigile del “grande fratello” che avrebbe impresso negli occhi e nella mente le evoluzioni dell’allegra famigliola…

Sebbene, non molto convinta di quello che stava per fare, Ana volle presentarsi a quei diavolacci dei suoi figli nel migliore dei modi: aveva sì 58 anni, ma il suo fisico ricordava ancora i tratti di una trentenne, e la prolungata e forzata astinenza sessuale stava risvegliando in lei il desiderio… Sarebbe stata in grado di gestire due maschi affamati che non vedevano l’ora di gettarsi a capofitto su di lei?

Si concesse un paio d’ore in vasca idromassaggio, e poi – incurante della presenza dei ragazzi e con in dosso solo l’accappatoio – passò nella sua camera da letto.

Con estrema naturalezza lasciò cadere l’indumento a terra, si guardò allo specchio per gli ultimi “ritocchi”… Era bellissima, e non ebbe alcun pudore a riconoscerlo…

Si toccò – quasi senza rendersi conto – la sua micetta tutta depilata, e la trovò carica di una notevole “umidità”…
Era eccitata, e non voleva più tergiversare; così, indossò un minuscolo tanga acquistato per l’occasione, socchiuse la porta, si buttò sul talamo nuziale e chiamò i ragazzi:
- “Juan! Alberto!”

Immediatamente, i due maschi di casa accorsero… Sapevano che quello era il segnale d’inizio della “partita” con la loro madre…

Si accostarono – ciascuno da un lato – al letto su cui giaceva sensuale Ana…
Anch’essi erano coperti solamente di un perizoma maschile azzurro cielo, che conteneva a stento i loro pacchi e metteva invece in risalto due culetti muscolosi e scattanti.
Le presero amorevolmente le mani, si appressarono al suo viso e la baciarono sulle guance…
Risalirono – baciandole centimetro dopo centimetro – le sue braccia, fin sul collo… Le loro lingue, guizzanti, iniziarono a “molestare” ogni incavo ed ogni rilievo che incontravano…

Lentamente, quelle lingue così inquietanti si separarono per scendere via via lungo il petto della donna, prendendo possesso ciascuno di una tetta…
Accolsero quelle mammelle (una 4 misura, tonde perfette), tremanti, tra le loro mani poste a coppa, febbrilmente le soppesarono, mentre lei iniziava a sciogliersi in sommessi mugolii…

Quelle areole scure erano come miele ai loro occhi… gli diedero una breve leccata, e poi si concentrarono su quei due “bottoncini” di carne della loro genitrice… Li strizzarono, li fecero roteare a destra e a sinistra, strizzando anche leggermente tutta la mammella per valutarne la reale compattezza.
Se le scambiarono, volendo gustare appieno quei magnifici promontori…

Eccitatissimi, mollarono per pochi istanti la presa: si tolsero l’unico lembo di stoffa che ancora celava alla vista i loro genitali, se li massaggiarono energicamente e li affidarono alle tenere mani di colei che li aveva creati…
La quale, li impugnò tutti e due e cominciò a praticargli una lentissima sega, li leccò sulla punta, li prese in bocca e si gustò tutto quel dolce e colloso fluido che iniziava a sgorgare…
Poi, percependo quelle “vibrazioni” che ben conosceva provenire dai cazzi, li mollò, lasciandoli con l’amaro in bocca per non essere riusciti a godere.

Ana stava lentamente perdendo la sua caratteristica di mamma affettuosa, per assumere i naturali connotati di “femmina”…
Le piacque sentire al tatto la provocante armonia dei testicoli – più “ondeggianti quelli di Alberto, più “compatti quelli di Juan” – che già si agitavano dentro lo scroto…
Fu incantata da quei due pali di carne che puntavano minacciosi verso di lei, soprattutto quello di Alberto che – oltre ad esibire tutti i suoi 23 centimetri di lunghezza – era pure piuttosto massiccio…
Non che l’equipaggiamento di Juan fosse da sottovalutare con i suoi 18 centimetri, eh!, ma vedere Alberto la intimoriva abbastanza…
Per non parlare poi delle capocchie: entrambe, due arieti capaci di abbattere ogni ostacolo.
Ana, che aveva avuto in vita sua solo due penetrazioni in corrispondenza delle due gravidanze, ora si apprestava a “giocare” con due cazzi tutti in una volta…

Mentre la donna giocava con quei meravigliosi trastulli, i ragazzi ripresero a scendere… Erano sul suo ventre, piatto, con un vago e sensuale accenno di pancetta, una pelle da non credere… vellutata dalle cure che maniacalmente Ana si prestava…
Toccandola, sebbene non fosse magrissima, sembrava quasi di percepire le vibrazioni dei suoi organi interni…

Poi, raggiunsero l’ombelico, non sporgente ma leggermente infossato, che diede ad entrambi una scarica di adrenalina… Presero ad infilarci dentro – alternativamente – le loro insaziabili lingue, colmandolo di saliva, per poi rimuoverla con un dolcissimo risucchio…

Ana lasciava fare i due maschi, quasi “stordita” da tanto godimento…
Quando abbandonarono quel “luogo di svago”, e stavano per raggiungere il punto di non ritorno, improvvisamente lei – senza attendere l’azione dei figli – allargò da sola le gambe e con un rapido gesto si sfilò le mutandine…

Meraviglia delle meraviglie! I due non si aspettavano un simile comportamento dalla loro madre, la quale – per la prima volta da quando erano sul suo corpo – disse:
- “Beh, che dite? Siete soddisfatti? Vi piace lo spettacolo?”.

I due, incantati dinanzi a quella vagina che già colava, non sapevano che rispondere… L’oggetto del desiderio di tante notti a masturbarsi era finalmente davanti a loro… Tra poco l’avrebbero potuta toccare, e soprattutto entrare in quella sacca calda che tanto tempo prima li aveva accolti per 9 mesi…

I loro “biscioni” inalberarono in un attimo… E mentre Alberto se lo toccava, Juan – pur non masturbandosi – ce l’aveva duro anche lui…

Con i palmi delle mani aperti sulla pancia della madre, le massaggiarono fugacemente il ventre, poi si impossessarono delle sue cosce ed iniziarono a baciarle e leccarle come avevano fatto prima con le braccia…
Pura estasi per tutti e tre! Ana che gemeva sempre più forte, Juan e Alberto che – al profumo sempre più intenso di femmina – stavano andando fuori di testa!
I due giovani, stavano percorrendo quell’ambiguo sentiero che avrebbe condotto quella famiglia a un immorale e vietatissimo incesto…

7. Spettacolo inatteso.

Intanto, quelle evoluzioni erotiche che i tre credevano rimanere alla larga da improbabili occhi indiscreti, dentro casa loro – stavano facendo impazzire anche una quarta persona…

Dimentichi di non aver provveduto ad oscurare la webcam del computer di Ana, non si accorsero che stavano dando spettacolo per l’emittente “Tele Moda Canal 168”…
O meglio, per una sua collega, una vecchia zitellona, puritana e moralista che si stava eccitando pure lei, pronta però poi a rivelare lo “scandaloso” accaduto…

La tardona, non credeva ai suoi occhi: era incantata, con lo sguardo incollato allo schermo e le mani che andavano a frugare furiosamente nella sua intimità che si stava allagando…
Non aveva mai visto un cazzo dal vivo in vita sua, figurarsi due, belli, tosti e grossi come quelli dei ragazzi di Ana!
Non aveva mai osato masturbarsi, figurarsi la sua eccitazione che le provocava la collega con tutte quelle “esplorazioni” intime!

8. “Doppia” penetrazione.

Estasiati tra le cosce di Ana, Juan (che comunque aveva giĂ  avuto la beata fortuna di poterla ammirare) e Alberto si lasciano andare in una lunghissima contemplazione della fica della madre: disposta in posa ginecologica, si vedeva chiaramente tutta la spacca centrale.

Ma i due “porcelloni” non volevano ancora varcare l’ingresso al “Tempio Proibito”, non volevano solamente sfogare i loro istinti animaleschi ma volevano far sì che anche Ana raggiungesse il culmine del piacere…

Lei se ne stava ad occhi chiusi, abbandonata a quei famelici sguardi che se la mangiavano tutta… Mancavano pochi centimetri, ma i due vollero fare come se fossero ancora lontani mille miglia…

Quella micetta era depilatissima, sembrava quasi quella di una bambina, e la pelle era morbidissima, trattata costantemente da costosissime creme per il corpo…

Il primo a rompere quell’incantesimo fu Juan, che si avvicinò al monte di venere, che non presentava particolari rigonfiamenti.
Poi, fu la volta di Alberto, che dal gran desiderio di lei che nutriva ebbe quasi paura di tastarle le sue parti intime…

Faccia a faccia con quel morbido prodigio, la stavano adorando, e odorando gli effluvi che emetteva, visto che su richiesta di Alberto (che voleva riempirsi bocca e naso dei suoi sapori, come un marchio) aveva orinato subito dopo l’idromassaggio… A questo punto, l’avrebbero riconosciuta anche bendati…

Era sudata, e tremava al punto che sembrava avesse la febbre alta… Ma non era così… Era la spossatezza provocata dall’attesa…
Con voce malferma, sussurrò:
- “Vi prego, finite ciò che avete iniziato!”.

Cominciarono, così, ad accarezzarle superficialmente le grandi labbra… prudentemente, muovevano il dito indice verso l’alto e poi verso il basso, rincorrendo il solco che divide il labbro destro da quello sinistro…
Ripeterono due volte questa operazione che la stava facendo impazzire, prima l’uno e poi l’altro…

Nonostante le gravidanze, aveva una patata elastica e strettissima, e dovettero fare forza per riuscire a insinuarsi, attraverso le piccole labbra (che erano veramente piccole…), all’interno.

Ana ebbe un piacevole sussulto… Da quanto tempo qualcosa non le esplorava la sua vagina? Troppo, viste le condizioni…

I ragazzi si guardarono negli occhi, e senza fiatare ci fu un cenno d’intesa: Alberto, che dei due era il più dotato, avrebbe aperto la strada per primo, penetrando le carni della mamma…

Ana, rassegnata, lo vide posizionarsi di fronte a lei, con la sua verga al massimo… Sembrava un toro pronto per la sua giovenca…
Con l’indice e il medio si aprì per bene le labbra della fica, poi vi introdusse due dita, e poi tre…

Ma bisognava preparare adeguatamente anche l’altro orifizio, lubrificarlo bene…
Infatti, a fronte di un culetto sodo fantastico, meraviglioso, stupendo, incantevole, la donna aveva un buco dell’ano molto stretto: se davanti la fica era ultimamente stata poco frequentata, di dietro nessuno mai vi si era avventurato…

Ana, vide i ragazzi armeggiare con il suo sfintere… Prova un solletico incredibile, ha paura, ma ormai non poteva più tirarsi indietro… Li lasciò fare…

Juan, si guardò intorno, e vide dei vasetti di crema che la madre usava per il corpo… Aprì il primo che gli venne a tiro, vi immerse il pollice e – senza dir nulla – lo spinse dentro il buchetto di sua madre, iniziando a rigirarcelo più e più volte…
La donna, prima restò senza fiato, poi – in lacrime – cacciò un forte urlo di dolore:
- “Ti prego, Juan, fermati, mi brucia tutto, per carità non farlo, ti prego!”.
Ma il figlio, allargandole ancora di più le chiappe, questa volta appoggiò il suo glande (che nel frattempo si era enormemente ingrossato) al rosone e lo mise dentro tutto d’un colpo…
- “Oddioooo… che dolore!”, esclamò lei, “levalo, ti prego, che mi brucia”, ripetè di nuovo Ana.
Ma Juan, ignorando i singhiozzi della madre, cominciò a stantuffarle con forza nel culo...
Il risultato fu che lo sfregamento tra il cazzo del giovane e le pareti dell’intestino della donna produsse non più soltanto dolore ma anche un effetto tutt’altro che spiacevole, e lentamente il dolore si tramutò in gemiti di piacere…
Ana, urlò in faccia a Juan:
- “Dai, fammi il culo più in fondo, e lavami l’intestino con il tuo seme…”.

Si sorprese ad usare quel linguaggio, ma ormai i freni inibitori erano saltati del tutto… Lei aveva goduto!
Juan si avvicinò a sua madre e – accarezzandole una tetta – estrasse il membro ormai molliccio dallo sfintere, la baciò in bocca con la lingua, avidamente ricambiato da lei…

Alberto, che nel frattempo si era goduto la stimolante deflorazione anale della madre ad opera del fratello, masturbandosi furiosamente, era pronto a dargli il cambio…

Schiacciata con la schiena sul letto, Ana – vedendo approssimarsi il momento in cui l’altro l’avrebbe squartata con il suo palo – ricominciò a lubrificarsi con tre dita la vagina, poi fece cenno ad Alberto di avvicinarsi e guidò la sua cappella a cuspide dentro la fica fradicia…
Nonostante la lunga preparazione, quel serpentone enorme faticò non poco a superare l’ingresso e a scendere dentro le viscere della donna…
Piano piano, la punta giunse a destinazione, andando a sbattere contro l’utero…
Sul volto di Ana si dipinse una smorfia di dolore, ma tutto passò in fretta…
L’asta era tutta dentro, ed ora Alberto stava pompando la genitrice, che ad ogni colpo ben assestato sobbalzava… Andava giù sempre più forte, e con un ritmo sempre più incalzante…
Pur nella concitazione del momento, entrambi sperarono che quella piacevolissima sensazione non finisse mai…
Ma, invece, i testicoli dell’uomo iniziarono a contrarsi, e pomparono nella cappella tutto lo sperma disponibile… Da lì, una potente serie di getti martellò – inondandolo – il ventre di Ana…
Urlarono entrambi di piacere… Lei, era venuta una seconda volta!

Si accasciarono tutti e tre, quei corpi, sullo stesso letto… Ma a poco a poco si ripresero da quello sforzo così intenso…
Alberto non si sentiva ancora “risarcito” a sufficienza dell’affronto subito, così spinse il fratello nuovamente dentro l’ano della madre:
- “Cosa aspetti a rimetterglielo nel culo? Ora facciamo una doppia”.
Juan obbedisce, entra fino alle palle, ma Ana si ribella:
- “No!, tutti e due insieme no!”.

Nessuno prende in considerazione le sue proteste: mentre Juan la stantuffa per un po’, tanto per farla “scaldare”, e lei si sgrilletta oscenamente il clitoride, Alberto – che nel vedere quella scena aveva recuperato una poderosa erezione asinina – scavalca il fratello, si piazza in corrispondenza dell’apertura della fica di Ana ed entra in un solo, preciso colpo…

Resta immobile, per dar tempo alla madre di abituarsi ai due pali di carne che la stanno letteralmente trivellando. Lei urla, ma questa volta è solo piacere…

I due si muovevano ritmicamente, in simultanea, entravano dentro tutti e due e insieme scivolavano verso l’esterno…

Ana, non fece in tempo a io riprendersi che sentì riempirsi entrambi i canali con lo sperma caldo dei suoi pargoli… e venne di nuovo anche lei…

Era la prima volta che la “signora” provava una vera doppietta, con due membri contemporaneamente, e di tutto rispetto…

9. Epilogo.

I tre incestuosi familiari avevano ormai esaurito tutte le loro forze, Juan e Alberto erano rientrati nelle loro camere a rilassarsi mentre Ana era ancora distesa sul talamo nuziale a ripensare a ciò che era accaduto…

I suoi sensi di colpa erano sempre lì, ma adesso si sentiva almeno soddisfatta sessualmente… Aveva trovato due maschi che sapevano trattarla come una vera femmina…

Mentre rifletteva su queste cose, all’improvviso sente, in sottofondo, dei rumori… Sembrano essere come di una donna che sta godendo… ma in casa c’è solo lei… Chi sarà, dunque, a divertirsi?

Chiama i ragazzi e gli racconta le sue impressioni… Insieme, mettono sottosopra la casa, il televisore è spento, e così pure la radio, ma… Ecco da dove vengono quei gemiti, è il pc…

Oddiooo!!!
Ana sta per svenire… è la sua collega Alma!
La quale, con le tettone cadenti (una 6 misura che le scendeva fin sulla pancia) fuori dal reggiseno, si era piazzata davanti allo schermo della webcam dell’ufficio…
Per completare quella immagine da vera troia, stava stravaccata con i collant e le mutande abbassate alle tozze caviglie, le cosce oscenamente aperte e le mani che frugavano disperatamente in una passera nera e pelosissima…
Si vedeva anche il luccichio delle sue copiose venute, e stava guardando fisso verso di lei…

Istintivamente, Ana – nuda com’era – prese il microfono e la chiamò:
- “Alma… Alma!”.
La donna, pareva non sentire, impegnata com’era a darsi piacere… Pareva in trance erotico…
Ana, allora, ripetè la chiamata, e finalmente Alma parve scuotersi… Sussultò, si ricompose e le gridò contro:
- “Troia! Sei una troia incestuosa… Lo scandalo di tutta l’emittente!”

Ana ebbe paura… Cosa sarebbe successo se la notizia si fosse diffusa? Se fosse arrivata alle orecchie di suo marito?
Di getto, decise di chiudere il collegamento e scoppiò in lacrime…
Non piangeva perché si era pentita di essersi accoppiata con i suoi figli, e forse nemmeno per aver “dato spettacolo” (anzi, quel fatto, forse, riaccese la sua libidine), ma per tutti quei “benpensanti” che l’avrebbero giudicata e condannata…

Senza perdere tempo, si rivestì e chiamò al cellulare Alma:
- “Credo che ci dobbiamo parlare… Aspettami in Azienda tra 10 minuti…”.
Corse per le strade del paese, con il rischio di essere intercettata dalle pattuglie che controllavano il rispetto del lockdown, e finalmente giunse a destinazione…

Salì le scale a due a due, e quando incontrò la collega la trascinò ai bagni delle donne chiudendo la porta a chiave.
Le parlò chiaro:
- “Ascolta… So che tu hai visto tutto e come la pensi… Ma tu devi sapere che anch’io ho registrato la tua performance… Dì una parola e sei fregata…”.

Alma accettò l’accordo, e la cosa finì lì…
Ovviamente, non era vero, non c’era nessuna registrazione…

FINE
 

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