Esperienza reale Topless

  • Thread starter Thread starter Vola Farfallina
  • Start date Start date
  • Watchers Watchers 370
go.reebr.com/smartpop/ea3073cf49966c595b834b62398ee762f8dcd1b73e13426c3c6c1b18ecd90d03?userId=2e2b18c26b4f1b49e006863d1c7afab0605c89a5050590947e11bf2d48a0cac7

Topless

  • Estero

  • Italia, spiaggia isolata

  • Italia, ovunque e con chiunque


Results are only viewable after voting.
A me è riuscito per bene con una mia ex. Mi ero accorto della sua indole un po' esibizionista anche se faceva la pudica. Allora la convinsi ad acquistare un bikini con perizoma (all'inizio anni 2000, ancora si portavano i mutandoni). Quindi, un giorno la portai alla solita spiaggia ma ci spostammo sull'altra sponda guadando un fiume che sfociava proprio là vicino.
Da quel lato non c'erano famiglie con bambini, inoltre, dietro non c'erano le case ma un bel canneto e le persone erano di meno e più distanziate. Era spesso frequentata da un gay di mezza età molto appariscente, anche lui con perizoma, con tanto di mercedes extra lusso parcheggiata tra le canne fin quasi sulla spiaggia, e diverse volte mi è capitato vedere coppiette che si mettessero a scopare sul bagnasciuga al crepuscolo o tra le canne. Insomma una situazione molto diversa ad appena 100 metri di distanza.
Una volta arrivati, sistemiamo le cose, e lei, inizialmente un po' imbarazzata ed titubante, tolse il pantaloncino mostrando il suo culetto tondo valorizzato dal perizoma. Dopo una mezz'oretta notai da parte sua un comportamento piuttosto insolito. Infatti di norma, quando andavamo al mare, si stendeva al sole e si alzava solo per farsi un bagnetto o due in tutto l'arco del giorno. Invece quella volta era un continuo via vai, andava a sciacquarsi spesso, e si muoveva come per farsi guardare di proposito da tutti quelli che ci circondavano.
A quel punto capii che ci stava prendendo gusto quindi pensai che fosse giunta l'ora di spingersi oltre, così mentre prendeva il sole le slacciai il reggiseno con la scusa di aiutarla a spalmare la crema, ma prima che lei se lo riallacciasse,le dissi di non farlo e di metterlo via, che non serviva. Lei con lo sguardo malizioso acconsentì e lo ripose in borsa.
Già in perizoma la situazione era intrigante, ma vederla con i seni al sole e poi esibirsi per la spiaggia mi fece eccitare così tanto che la spinsi nel canneto dietro di noi e me la scopai come se l'avessi appena conosciuta.
Da quel giorno in poi quella spiaggia diventò un appuntamento fisso e lei si era così abituata che una volta addirittura mi chiese se potesse togliersi anche il perizoma ed io ovviamente le diedi il mio assenso. Lei cominciò a correre per la spiaggia come una bambina che vede per la prima volta il mare, ma quella fu l'unica volta.
Un giorno però, con la scusa che avevo dimenticato (di proposito) il cellulare a casa, la lascio tutta sola ed aspetto una mezz'oretta per tornare. Ovviamente al mio ritorno la trovo a parlare con un ragazzo che se la mangiava con gli occhi e che si dilegua appena mi avvicino. L'eccitazione era salita a mille, me la porto di nuovo nel canneto e mentre le ripeto:"troia, vuoi vedere quello che voleva farti?!" La scopo con colpi violenti, mentre le tengo una mano sulla bocca per non far arrivare le urla fino in spiaggia.

Furono degli anni di bellissime scopate, il cazzo sempre in tiro ed il segno dell'abbronzatura semi-integrale con solo un triangolino dietro mi davano una marcia in più. Di recente ci ho provato anche con mia moglie ma proprio non ce la fa. Mi ha accontentato una sola volta dietro uno scoglio in un'isoletta sperduta della Croazia, ma c'eravamo solo noi.
 
Come si trova? Mi dici quali ha comprato e dove? Vorrei farli provare anche a mia moglie.

non so dirti dove li abbia comprati perche' li ha presi lei per farmi una sorpresa, credo su amazon comunque.. sono simili a questi, si possono stringere per farli stare attorno al capezzolo, non sono solidissimi nel senso che vanno bene per stare seduti e fare 4 passi ma se ci si muove molto si staccano
TB1u5Z_b.gQMeJjy0FgXXc5dXXa.jpg
 
Ovviamente quello che sta succedendo oggi in Italia e nel mondo è tristissima... E la mia è un modo per sdrammatizzare.
Ovvio che auspico, come tutti, la normalità quanto prima

Beh, chi non se la auspica, in fondo. Ora come ora siamo realisti e pensiamo che per l'estate la migliore delle soluzioni sarà proprio quella delle distanze e delle mascherine
 
L'ho appena pubblicato con un mio thread, ma credo possa interessare anche qui...

Con Diana ci siamo conosciuti in campeggio: lei usciva dalla doccia con una sua amica: aveva solo un asciugamano addosso, annodato alla meglio sopra le abbondanti tettone ma un pò troppo corto, nonostante la sua statura non proprio da modella. Beh, certo, non avevo davanti a me una strafica, ma una tipa graziosa e soprattutto molto arrapante in quel momento.

A distanza di qualche anno la mia opinione su di lei non è mai cambiata: non è una strafica, ma è graziosa... eppure non ha autostima: nonostante i miei apprezzamenti e le mie rassicurazioni, si sottovaluta troppo fino a trascurarsi, odia truccarsi, pettinarsi, vestirsi con scollature o trasparenze e non è mai entrata in un negozio di intimo per acquistare un completino sexy o un banale paio di collant: durante l'inverno si copre fino all'inverosimile con tute o jeans pesantissimi, felpe di pile o maglioni da Courmayeur... ma d'estate, soprattutto per farmi contento, si trasforma ed in certi momenti sa essere molto arrapante, soprattutto in spiaggia... e me ne accorsi subito, anche se in maniera molto soft, sempre in quella settimana di campeggio: ci eravamo già conosciuti meglio e la vidi uscire dall'acqua e avvicinarsi a me con un bikini arancione sfumato di dimensioni normali ma con un reggiseno inaspettatamente trasparente... di sicuro non ne era consapevole e non se ne era accorta, non aveva un atteggiamento di chi vuole provocare o sedurre, quindi ho fatto finta di nulla, non conoscendo quale reazione potesse avere, ma il fatto che non ero certo l'unico ad essermi accorto dei suoi capezzoli che trasparivano nitidamente dal reggiseno non mi dispiaceva affatto, in un misto di gelosia e goduria.

Solo dopo esserci fidanzati, a distanza di qualche giorno, le rivelai che mi eccitava moltissimo vederla in spiaggia, soprattutto con un certo reggiseno arancione trasparente... lei cadde dalle nuvole, incredula, ma poi sorrise amaramente nel pensare di aver notato che con quel costume erano in molti a fissarla...

L'estate purtroppo finì presto ed i mesi freddi che arrivarono mi furono utili per farle capire che una delle mie maggiori fonti di desiderio sessuale era proprio il mare, le spiagge e tutte quelle piccole o grandi trasgressioni che vi si possono praticare senza uccidere nessuno. Lei non era felicissima delle mie fantasie, anche perché si considerava brutta e poco appetibile, non all'altezza di tutte le meraviglie che sfilano sui bagnasciuga con stacchi di coscia chilometrici, sederi di marmo e tette al vento e quindi l'idea di mettersi sul loro stesso piano la faceva sentire ridicola e criticata al solo pensiero.

Arrivò la primavera e con i primi caldi il desiderio del mare si fece molto forte per entrambi, seppur per motivi diversi. Decidemmo di anticipare le vacanze sia per risparmiare sia per evitare eccessivi affollamenti. Mentre preparava la valigia a casa dei genitori in cui abitava, mi chiese se potevo salire in soffitta e trovare una scatola che conteneva i suoi costumi e l'abbigliamento per il mare. Nel frattempo andò in cantina a prendere l'ombrellone.

Posata la scatola sul letto, la aprii e notai che oltre ai pochi costumi con cui l'avevo vista l'estate precedente, ce n'erano tanti altri, tutti normalissimi, tranne uno, molto carino, bianco e blu, ancora con l'etichetta e, con grande stupore, con un perizoma molto piccolo. Questa scoperta mi eccitò molto, sistemai di nuovo i costumi nella scatola e la richiusi facendo finta di nulla. Quando Diana tornò ero curioso di vedere quali costumi avrebbe scelto e mi sedei sul letto mentre faceva la sua cernita. Con molto dispiacere mi accorsi che ignorava e scansava di continuo quel bikini così sexy e allora mi feci avanti con innocenza e le proposi di portare anche quello perché era molto carino, in stile marinaro. Lei rifiutò di netto la mia proposta e mi mostrò che era un perizoma: rivelò di aver acquistato quel costume per errore, qualche anno prima, in un grande magazzino che stava per cessare la sua attività: mi disse che per abitudine non provava mai gli slip dei costumi prima di acquistarli e che per ragioni igieniche vuole prima portarli a casa e lavarli; in più quel giorno c'era la calca in attesa dei camerini e quindi decise di andare in cassa senza nemmeno aprirlo per provare il reggiseno, visto il prezzo irrisorio e la taglia che corrispondeva alla sua. Quando si accorse di essere stata troppo frettolosa nell'acquisto, provò a tornare per cambiarlo ma nel frattempo il negozio aveva chiuso i battenti per sempre. Mi sembrava sincera e convincente, eppure non ho mai voluto credere alla sua versione, forse perché in cuor mio mi intrigava l'idea che avesse voluto acquistarlo di proposito per una voglia di sano esibizionismo mai esplosa concretamente.

Non volli insistere, terminò di preparare la valigia ed andò a scegliere le scarpe nella cassapanca del corridoio; nel frattempo mi chiese di riporre in soffitta la scatola e non mi lasciai sfuggire l'occasione di impadronirmi di quel costume così seducente e lo nascosi nelle tasche dei miei bermuda: quando scesi in macchina a caricare la sua valigia, lo infilai definitivamente nella mia, che era già nel portabagagli.

Se volete posso continuare... ditemi voi!
 
L'ho appena pubblicato con un mio thread, ma credo possa interessare anche qui...

Con Diana ci siamo conosciuti in campeggio: lei usciva dalla doccia con una sua amica: aveva solo un asciugamano addosso, annodato alla meglio sopra le abbondanti tettone ma un pò troppo corto, nonostante la sua statura non proprio da modella. Beh, certo, non avevo davanti a me una strafica, ma una tipa graziosa e soprattutto molto arrapante in quel momento.

A distanza di qualche anno la mia opinione su di lei non è mai cambiata: non è una strafica, ma è graziosa... eppure non ha autostima: nonostante i miei apprezzamenti e le mie rassicurazioni, si sottovaluta troppo fino a trascurarsi, odia truccarsi, pettinarsi, vestirsi con scollature o trasparenze e non è mai entrata in un negozio di intimo per acquistare un completino sexy o un banale paio di collant: durante l'inverno si copre fino all'inverosimile con tute o jeans pesantissimi, felpe di pile o maglioni da Courmayeur... ma d'estate, soprattutto per farmi contento, si trasforma ed in certi momenti sa essere molto arrapante, soprattutto in spiaggia... e me ne accorsi subito, anche se in maniera molto soft, sempre in quella settimana di campeggio: ci eravamo già conosciuti meglio e la vidi uscire dall'acqua e avvicinarsi a me con un bikini arancione sfumato di dimensioni normali ma con un reggiseno inaspettatamente trasparente... di sicuro non ne era consapevole e non se ne era accorta, non aveva un atteggiamento di chi vuole provocare o sedurre, quindi ho fatto finta di nulla, non conoscendo quale reazione potesse avere, ma il fatto che non ero certo l'unico ad essermi accorto dei suoi capezzoli che trasparivano nitidamente dal reggiseno non mi dispiaceva affatto, in un misto di gelosia e goduria.

Solo dopo esserci fidanzati, a distanza di qualche giorno, le rivelai che mi eccitava moltissimo vederla in spiaggia, soprattutto con un certo reggiseno arancione trasparente... lei cadde dalle nuvole, incredula, ma poi sorrise amaramente nel pensare di aver notato che con quel costume erano in molti a fissarla...

L'estate purtroppo finì presto ed i mesi freddi che arrivarono mi furono utili per farle capire che una delle mie maggiori fonti di desiderio sessuale era proprio il mare, le spiagge e tutte quelle piccole o grandi trasgressioni che vi si possono praticare senza uccidere nessuno. Lei non era felicissima delle mie fantasie, anche perché si considerava brutta e poco appetibile, non all'altezza di tutte le meraviglie che sfilano sui bagnasciuga con stacchi di coscia chilometrici, sederi di marmo e tette al vento e quindi l'idea di mettersi sul loro stesso piano la faceva sentire ridicola e criticata al solo pensiero.

Arrivò la primavera e con i primi caldi il desiderio del mare si fece molto forte per entrambi, seppur per motivi diversi. Decidemmo di anticipare le vacanze sia per risparmiare sia per evitare eccessivi affollamenti. Mentre preparava la valigia a casa dei genitori in cui abitava, mi chiese se potevo salire in soffitta e trovare una scatola che conteneva i suoi costumi e l'abbigliamento per il mare. Nel frattempo andò in cantina a prendere l'ombrellone.

Posata la scatola sul letto, la aprii e notai che oltre ai pochi costumi con cui l'avevo vista l'estate precedente, ce n'erano tanti altri, tutti normalissimi, tranne uno, molto carino, bianco e blu, ancora con l'etichetta e, con grande stupore, con un perizoma molto piccolo. Questa scoperta mi eccitò molto, sistemai di nuovo i costumi nella scatola e la richiusi facendo finta di nulla. Quando Diana tornò ero curioso di vedere quali costumi avrebbe scelto e mi sedei sul letto mentre faceva la sua cernita. Con molto dispiacere mi accorsi che ignorava e scansava di continuo quel bikini così sexy e allora mi feci avanti con innocenza e le proposi di portare anche quello perché era molto carino, in stile marinaro. Lei rifiutò di netto la mia proposta e mi mostrò che era un perizoma: rivelò di aver acquistato quel costume per errore, qualche anno prima, in un grande magazzino che stava per cessare la sua attività: mi disse che per abitudine non provava mai gli slip dei costumi prima di acquistarli e che per ragioni igieniche vuole prima portarli a casa e lavarli; in più quel giorno c'era la calca in attesa dei camerini e quindi decise di andare in cassa senza nemmeno aprirlo per provare il reggiseno, visto il prezzo irrisorio e la taglia che corrispondeva alla sua. Quando si accorse di essere stata troppo frettolosa nell'acquisto, provò a tornare per cambiarlo ma nel frattempo il negozio aveva chiuso i battenti per sempre. Mi sembrava sincera e convincente, eppure non ho mai voluto credere alla sua versione, forse perché in cuor mio mi intrigava l'idea che avesse voluto acquistarlo di proposito per una voglia di sano esibizionismo mai esplosa concretamente.

Non volli insistere, terminò di preparare la valigia ed andò a scegliere le scarpe nella cassapanca del corridoio; nel frattempo mi chiese di riporre in soffitta la scatola e non mi lasciai sfuggire l'occasione di impadronirmi di quel costume così seducente e lo nascosi nelle tasche dei miei bermuda: quando scesi in macchina a caricare la sua valigia, lo infilai definitivamente nella mia, che era già nel portabagagli.

Se volete posso continuare... ditemi voi!
Continua, continua
 
Bel posto l'Argentario ed anche il campeggio era molto curato e ben organizzato, affacciato sulla lunghissima spiaggia della Feniglia, intervallata sui lati da roccia e scogli che stringevano qualche caletta più appartata.

Arrivammo nel pomeriggio e dopo aver sbrigato le pratiche amministrative e piantato la tenda, rimase il tempo solo per una rapida visita perlustrativa della spiaggia. Per non perdere altri minuti e goderci almeno un'oretta di mare, ci sistemammo proprio davanti all'entrata principale e notammo subito che il 99% delle persone si accalcavano nei primi 100 metri di arenile, mentre i restanti 6 chilometri di spiaggia erano quasi deserti, calette comprese. La folla peraltro comprendeva quasi completamente chiassose famiglie con bambini ed i vecchietti habitué del camping che fiutarono velocemente i nuovi arrivati forestieri... Diana ed io trovammo subito un altro elemento che ci accomunava: odiavamo la confusione e l'invadenza, anche in vacanza, quindi decidemmo da subito che il giorno seguente avremmo fatto una passeggiata sul bagnasciuga per trovare un posto più solitario e soprattutto abbastanza lontano da urla e pettegolezzi.

Per fortuna, invece, le tende che avevamo a fianco e di fronte alla nostra erano occupate da giovani coppie o piccole comitive di soli ragazzi, abbastanza tranquilli e discreti, al nostro rientro dalla spiaggia facemmo conoscenza con quasi tutti i vicini.

La mattina seguente, mentre Diana si era allontanata in bagno, tirai fuori il suo costume sexy e lo nascosi in fondo alla borsa della mia fotocamera in cui avevo sistemato anche le chiavi della macchina, i soldi e il cellulare da portare in spiaggia: non volevo lasciare nulla di prezioso nella tenda, non si sa mai.

Rispettammo i patti e, giunti in spiaggia, ci incamminammo per altri 300 metri circa, prima di trovare un posto che ci convincesse. Quel tratto era pressoché deserto, a parte un paio di pescatori e qualcuno che correva o passeggiava sul bagnasciuga. Dopo essersi piazzata, Diana si tolse pantaloncini e maglietta: indossava un bikini nero a bordi bianchi, con slip molto castigato ma con un reggiseno a triangolo piuttosto "interessante", senza imbottitura e che sembrava facesse fatica a contenere degnamente le sue tettone... meglio per me, pensai! Per prima cosa andò a sentire l'acqua e, trovandola ancora freddissima, tornò subito all'asciugamano e tirò fuori la crema solare. Si sedette e mi chiese di spalmarla sulla schiena: si slacciò entrambi i lacci del reggiseno, aiutandosi con le mani a tenerlo ben saldo alle tette. Era una bella sensazione poter vagare liberamente sulla sua schiena nuda senza essere disturbato dai lacci, ma, finita l'operazione, si riannodò il laccio sul collo e chiese a me di fare lo stesso per il laccio sulla schiena. Peccato!

Iniziò a spalmarsi la crema davanti, prima sulle gambe, poi sulla pancia e mi spostai di fronte a lei per dare un'occhiata: notai subito che il reggiseno non aderiva perfettamente alle sue tette, forse era stato riannodato senza stringere troppo i lacci: quando arrivò il momento di spalmare la crema sul petto, i suoi capezzoli fuoriuscirono quasi in contemporanea: si coprì subito il seno destro, senza accorgersi che anche il sinistro era in bella vista: feci finta di nulla anche perché sopraggiungeva un ragazzo che passeggiava sul bagnasciuga e non si perse la scena. Solo allora Diana si accorse e si coprì anche l'altra tetta, brontolando: "le mie tette sono sempre state ribelli, escono quando dicono loro e fanno come vogliono, sono grandi, libertine e indisciplinate".

Prima di pranzo iniziò ad arrivare gente anche intorno a noi, era Domenica porca miseria, non ci avevamo pensato, la spiaggia si sarebbe riempita ancora di più e io dovevo ancora proporle di indossare il costume sexy che avevo nascosto: non era la giornata giusta, decisamente no. Mi annoiavo un pò e le chiesi se aveva voglia di fare una partita a carte, a scala 40: accettò: inizialmente mi stava massacrando, aveva raggiunto il triplo dei miei punti e beffardamente mi propose il premio partita: se avesse vinto le avrei dovuto pagare la cena: colsi la palla al balzo e, almeno per farle sapere della presenza del mio costume preferito, le controproposi di indossarlo se avessi vinto io: le mostrai il costume, lei rimase un pò sorpresa, tra l'offeso e l'ironico, ma non si scompose più di tanto, era certa di vincere e ne aveva tutte le ragioni. Continuammo a giocare ma nel frattempo la spiaggia si era riempita anche ben oltre la nostra postazione, lei guardandosi intorno affermò che comunque non avrebbe indossato oggi quel costume, "troppa gente ormai, non se ne parla, semmai dovessi vincere tu, e sottolineo semmai, vediamo domani, il Lunedì spero sia più tranquillo".

Terminammo un'altra partita e recuperai qualche punto. Poi ce ne tornammo in campeggio perché la confusione ed il caldo erano eccessivi. Dopo esserci rifocillati in bagno, rientrammo in tenda, lei si tolse la maglietta per il caldo e notai che il bordo di uno dei suoi capezzoli era di nuovo visibile. Le proposi di metterci fuori a giocare, non si respirava in tenda e la luce era scarsa: mentre sistemavamo gli asciugamani all'ombra, sotto alcuni alberi, il suo capezzolo uscì ancora di più ma lei non se ne avvide. Sembrava che la ruota fosse girata a mio favore, dimezzai lo svantaggio, poi lei ristabilì in parte le distanze, ma infine feci un filotto di quattro o cinque partite a mio favore e la superai, vincendo, senza nemmeno barare. Lei, incredula, si piegò in avanti verso di me per picchiarmi scherzosamente e la sua tetta uscì quasi del tutto, senza che lei se ne accorgesse, tanto era presa a schiaffeggiarmi sulle gambe e sui fianchi. Nel frattempo arrivavano due ragazzi di Napoli con la tenda di fronte alla nostra, si avvicinarono per salutarci, curiosando su cosa stessimo facendo e, dall'alto della loro ammirevole intraprendenza con le ragazze, scrutarono il suo seno con un sorriso di ammirazione, senza tralasciare nessun particolare. Diana notò che non la stavano guardando propriamente negli occhi, si accorse di essere quasi in topless e si ricoprì in tutta fretta, scherzando ancora sulla poca disciplina del suo seno mentre loro continuavano a sorriderle maliziosamente..

Quella sera ero proprio eccitato: tre ragazzi giovani avevano intravisto il seno di Diana, la cosa mi intrigava molto e mi piaceva... in più il giorno successivo l'avrei vista sfoggiare il suo costume sexy: quindi pagai volentieri la cena, nonostante la vittoria.

Che faccio, continuo?
 
Bel posto l'Argentario ed anche il campeggio era molto curato e ben organizzato, affacciato sulla lunghissima spiaggia della Feniglia, intervallata sui lati da roccia e scogli che stringevano qualche caletta più appartata.

Arrivammo nel pomeriggio e dopo aver sbrigato le pratiche amministrative e piantato la tenda, rimase il tempo solo per una rapida visita perlustrativa della spiaggia. Per non perdere altri minuti e goderci almeno un'oretta di mare, ci sistemammo proprio davanti all'entrata principale e notammo subito che il 99% delle persone si accalcavano nei primi 100 metri di arenile, mentre i restanti 6 chilometri di spiaggia erano quasi deserti, calette comprese. La folla peraltro comprendeva quasi completamente chiassose famiglie con bambini ed i vecchietti habitué del camping che fiutarono velocemente i nuovi arrivati forestieri... Diana ed io trovammo subito un altro elemento che ci accomunava: odiavamo la confusione e l'invadenza, anche in vacanza, quindi decidemmo da subito che il giorno seguente avremmo fatto una passeggiata sul bagnasciuga per trovare un posto più solitario e soprattutto abbastanza lontano da urla e pettegolezzi.

Per fortuna, invece, le tende che avevamo a fianco e di fronte alla nostra erano occupate da giovani coppie o piccole comitive di soli ragazzi, abbastanza tranquilli e discreti, al nostro rientro dalla spiaggia facemmo conoscenza con quasi tutti i vicini.

La mattina seguente, mentre Diana si era allontanata in bagno, tirai fuori il suo costume sexy e lo nascosi in fondo alla borsa della mia fotocamera in cui avevo sistemato anche le chiavi della macchina, i soldi e il cellulare da portare in spiaggia: non volevo lasciare nulla di prezioso nella tenda, non si sa mai.

Rispettammo i patti e, giunti in spiaggia, ci incamminammo per altri 300 metri circa, prima di trovare un posto che ci convincesse. Quel tratto era pressoché deserto, a parte un paio di pescatori e qualcuno che correva o passeggiava sul bagnasciuga. Dopo essersi piazzata, Diana si tolse pantaloncini e maglietta: indossava un bikini nero a bordi bianchi, con slip molto castigato ma con un reggiseno a triangolo piuttosto "interessante", senza imbottitura e che sembrava facesse fatica a contenere degnamente le sue tettone... meglio per me, pensai! Per prima cosa andò a sentire l'acqua e, trovandola ancora freddissima, tornò subito all'asciugamano e tirò fuori la crema solare. Si sedette e mi chiese di spalmarla sulla schiena: si slacciò entrambi i lacci del reggiseno, aiutandosi con le mani a tenerlo ben saldo alle tette. Era una bella sensazione poter vagare liberamente sulla sua schiena nuda senza essere disturbato dai lacci, ma, finita l'operazione, si riannodò il laccio sul collo e chiese a me di fare lo stesso per il laccio sulla schiena. Peccato!

Iniziò a spalmarsi la crema davanti, prima sulle gambe, poi sulla pancia e mi spostai di fronte a lei per dare un'occhiata: notai subito che il reggiseno non aderiva perfettamente alle sue tette, forse era stato riannodato senza stringere troppo i lacci: quando arrivò il momento di spalmare la crema sul petto, i suoi capezzoli fuoriuscirono quasi in contemporanea: si coprì subito il seno destro, senza accorgersi che anche il sinistro era in bella vista: feci finta di nulla anche perché sopraggiungeva un ragazzo che passeggiava sul bagnasciuga e non si perse la scena. Solo allora Diana si accorse e si coprì anche l'altra tetta, brontolando: "le mie tette sono sempre state ribelli, escono quando dicono loro e fanno come vogliono, sono grandi, libertine e indisciplinate".

Prima di pranzo iniziò ad arrivare gente anche intorno a noi, era Domenica porca miseria, non ci avevamo pensato, la spiaggia si sarebbe riempita ancora di più e io dovevo ancora proporle di indossare il costume sexy che avevo nascosto: non era la giornata giusta, decisamente no. Mi annoiavo un pò e le chiesi se aveva voglia di fare una partita a carte, a scala 40: accettò: inizialmente mi stava massacrando, aveva raggiunto il triplo dei miei punti e beffardamente mi propose il premio partita: se avesse vinto le avrei dovuto pagare la cena: colsi la palla al balzo e, almeno per farle sapere della presenza del mio costume preferito, le controproposi di indossarlo se avessi vinto io: le mostrai il costume, lei rimase un pò sorpresa, tra l'offeso e l'ironico, ma non si scompose più di tanto, era certa di vincere e ne aveva tutte le ragioni. Continuammo a giocare ma nel frattempo la spiaggia si era riempita anche ben oltre la nostra postazione, lei guardandosi intorno affermò che comunque non avrebbe indossato oggi quel costume, "troppa gente ormai, non se ne parla, semmai dovessi vincere tu, e sottolineo semmai, vediamo domani, il Lunedì spero sia più tranquillo".

Terminammo un'altra partita e recuperai qualche punto. Poi ce ne tornammo in campeggio perché la confusione ed il caldo erano eccessivi. Dopo esserci rifocillati in bagno, rientrammo in tenda, lei si tolse la maglietta per il caldo e notai che il bordo di uno dei suoi capezzoli era di nuovo visibile. Le proposi di metterci fuori a giocare, non si respirava in tenda e la luce era scarsa: mentre sistemavamo gli asciugamani all'ombra, sotto alcuni alberi, il suo capezzolo uscì ancora di più ma lei non se ne avvide. Sembrava che la ruota fosse girata a mio favore, dimezzai lo svantaggio, poi lei ristabilì in parte le distanze, ma infine feci un filotto di quattro o cinque partite a mio favore e la superai, vincendo, senza nemmeno barare. Lei, incredula, si piegò in avanti verso di me per picchiarmi scherzosamente e la sua tetta uscì quasi del tutto, senza che lei se ne accorgesse, tanto era presa a schiaffeggiarmi sulle gambe e sui fianchi. Nel frattempo arrivavano due ragazzi di Napoli con la tenda di fronte alla nostra, si avvicinarono per salutarci, curiosando su cosa stessimo facendo e, dall'alto della loro ammirevole intraprendenza con le ragazze, scrutarono il suo seno con un sorriso di ammirazione, senza tralasciare nessun particolare. Diana notò che non la stavano guardando propriamente negli occhi, si accorse di essere quasi in topless e si ricoprì in tutta fretta, scherzando ancora sulla poca disciplina del suo seno mentre loro continuavano a sorriderle maliziosamente..

Quella sera ero proprio eccitato: tre ragazzi giovani avevano intravisto il seno di Diana, la cosa mi intrigava molto e mi piaceva... in più il giorno successivo l'avrei vista sfoggiare il suo costume sexy: quindi pagai volentieri la cena, nonostante la vittoria.

Che faccio, continuo?
Devi assolutamente continuare! Bellissimo racconto e bellissima esperienza
 
Bel posto l'Argentario ed anche il campeggio era molto curato e ben organizzato, affacciato sulla lunghissima spiaggia della Feniglia, intervallata sui lati da roccia e scogli che stringevano qualche caletta più appartata.

Arrivammo nel pomeriggio e dopo aver sbrigato le pratiche amministrative e piantato la tenda, rimase il tempo solo per una rapida visita perlustrativa della spiaggia. Per non perdere altri minuti e goderci almeno un'oretta di mare, ci sistemammo proprio davanti all'entrata principale e notammo subito che il 99% delle persone si accalcavano nei primi 100 metri di arenile, mentre i restanti 6 chilometri di spiaggia erano quasi deserti, calette comprese. La folla peraltro comprendeva quasi completamente chiassose famiglie con bambini ed i vecchietti habitué del camping che fiutarono velocemente i nuovi arrivati forestieri... Diana ed io trovammo subito un altro elemento che ci accomunava: odiavamo la confusione e l'invadenza, anche in vacanza, quindi decidemmo da subito che il giorno seguente avremmo fatto una passeggiata sul bagnasciuga per trovare un posto più solitario e soprattutto abbastanza lontano da urla e pettegolezzi.

Per fortuna, invece, le tende che avevamo a fianco e di fronte alla nostra erano occupate da giovani coppie o piccole comitive di soli ragazzi, abbastanza tranquilli e discreti, al nostro rientro dalla spiaggia facemmo conoscenza con quasi tutti i vicini.

La mattina seguente, mentre Diana si era allontanata in bagno, tirai fuori il suo costume sexy e lo nascosi in fondo alla borsa della mia fotocamera in cui avevo sistemato anche le chiavi della macchina, i soldi e il cellulare da portare in spiaggia: non volevo lasciare nulla di prezioso nella tenda, non si sa mai.

Rispettammo i patti e, giunti in spiaggia, ci incamminammo per altri 300 metri circa, prima di trovare un posto che ci convincesse. Quel tratto era pressoché deserto, a parte un paio di pescatori e qualcuno che correva o passeggiava sul bagnasciuga. Dopo essersi piazzata, Diana si tolse pantaloncini e maglietta: indossava un bikini nero a bordi bianchi, con slip molto castigato ma con un reggiseno a triangolo piuttosto "interessante", senza imbottitura e che sembrava facesse fatica a contenere degnamente le sue tettone... meglio per me, pensai! Per prima cosa andò a sentire l'acqua e, trovandola ancora freddissima, tornò subito all'asciugamano e tirò fuori la crema solare. Si sedette e mi chiese di spalmarla sulla schiena: si slacciò entrambi i lacci del reggiseno, aiutandosi con le mani a tenerlo ben saldo alle tette. Era una bella sensazione poter vagare liberamente sulla sua schiena nuda senza essere disturbato dai lacci, ma, finita l'operazione, si riannodò il laccio sul collo e chiese a me di fare lo stesso per il laccio sulla schiena. Peccato!

Iniziò a spalmarsi la crema davanti, prima sulle gambe, poi sulla pancia e mi spostai di fronte a lei per dare un'occhiata: notai subito che il reggiseno non aderiva perfettamente alle sue tette, forse era stato riannodato senza stringere troppo i lacci: quando arrivò il momento di spalmare la crema sul petto, i suoi capezzoli fuoriuscirono quasi in contemporanea: si coprì subito il seno destro, senza accorgersi che anche il sinistro era in bella vista: feci finta di nulla anche perché sopraggiungeva un ragazzo che passeggiava sul bagnasciuga e non si perse la scena. Solo allora Diana si accorse e si coprì anche l'altra tetta, brontolando: "le mie tette sono sempre state ribelli, escono quando dicono loro e fanno come vogliono, sono grandi, libertine e indisciplinate".

Prima di pranzo iniziò ad arrivare gente anche intorno a noi, era Domenica porca miseria, non ci avevamo pensato, la spiaggia si sarebbe riempita ancora di più e io dovevo ancora proporle di indossare il costume sexy che avevo nascosto: non era la giornata giusta, decisamente no. Mi annoiavo un pò e le chiesi se aveva voglia di fare una partita a carte, a scala 40: accettò: inizialmente mi stava massacrando, aveva raggiunto il triplo dei miei punti e beffardamente mi propose il premio partita: se avesse vinto le avrei dovuto pagare la cena: colsi la palla al balzo e, almeno per farle sapere della presenza del mio costume preferito, le controproposi di indossarlo se avessi vinto io: le mostrai il costume, lei rimase un pò sorpresa, tra l'offeso e l'ironico, ma non si scompose più di tanto, era certa di vincere e ne aveva tutte le ragioni. Continuammo a giocare ma nel frattempo la spiaggia si era riempita anche ben oltre la nostra postazione, lei guardandosi intorno affermò che comunque non avrebbe indossato oggi quel costume, "troppa gente ormai, non se ne parla, semmai dovessi vincere tu, e sottolineo semmai, vediamo domani, il Lunedì spero sia più tranquillo".

Terminammo un'altra partita e recuperai qualche punto. Poi ce ne tornammo in campeggio perché la confusione ed il caldo erano eccessivi. Dopo esserci rifocillati in bagno, rientrammo in tenda, lei si tolse la maglietta per il caldo e notai che il bordo di uno dei suoi capezzoli era di nuovo visibile. Le proposi di metterci fuori a giocare, non si respirava in tenda e la luce era scarsa: mentre sistemavamo gli asciugamani all'ombra, sotto alcuni alberi, il suo capezzolo uscì ancora di più ma lei non se ne avvide. Sembrava che la ruota fosse girata a mio favore, dimezzai lo svantaggio, poi lei ristabilì in parte le distanze, ma infine feci un filotto di quattro o cinque partite a mio favore e la superai, vincendo, senza nemmeno barare. Lei, incredula, si piegò in avanti verso di me per picchiarmi scherzosamente e la sua tetta uscì quasi del tutto, senza che lei se ne accorgesse, tanto era presa a schiaffeggiarmi sulle gambe e sui fianchi. Nel frattempo arrivavano due ragazzi di Napoli con la tenda di fronte alla nostra, si avvicinarono per salutarci, curiosando su cosa stessimo facendo e, dall'alto della loro ammirevole intraprendenza con le ragazze, scrutarono il suo seno con un sorriso di ammirazione, senza tralasciare nessun particolare. Diana notò che non la stavano guardando propriamente negli occhi, si accorse di essere quasi in topless e si ricoprì in tutta fretta, scherzando ancora sulla poca disciplina del suo seno mentre loro continuavano a sorriderle maliziosamente..

Quella sera ero proprio eccitato: tre ragazzi giovani avevano intravisto il seno di Diana, la cosa mi intrigava molto e mi piaceva... in più il giorno successivo l'avrei vista sfoggiare il suo costume sexy: quindi pagai volentieri la cena, nonostante la vittoria.

Che faccio, continuo?

Continua, continua.

Ps: Buona Pasqua!
 
La mattina seguente venni svegliato da un allegro "Ciao, buongiorno!!": la voce era quella di Diana ma il suono era abbastanza lontano ed ovattato. Aprii gli occhi a fatica e vidi che non era in tenda, pensavo di aver dormito troppo, ma non sentivo ancora il solito caldo e la luce del sole scarseggiava: guardai l'orologio: erano appena le 7.15. Pensai fosse andata in bagno, il mattino precedente si era lamentata che fosse troppo affollato alle 9. Mi concessi i soliti 5 minuti per carburare, prima di accorgermi che la borsa della fotocamera era aperta: c'era tutto, per fortuna, ma non il costume sexy che avevo lasciato dal giorno prima. Iniziai a provare una certa eccitazione, che spesso mi porta a volare con la fantasia: " e se fosse già andata in spiaggia"? Durante l'inverno avevo sognato un paio di volte di andare al mare da solo dalle mie parti e di beccarla in topless, anche in bella compagnia.

Senza nemmeno andare in bagno a lavarmi, misi di corsa il costume, presi la borsa e scesi in spiaggia. C'era il deserto assoluto, il mare era una tavola e vedevo solo il trattore che puliva la spiaggia nei pressi dello stabilimento. Di Diana nemmeno l'ombra. Risalii in campeggio per sistemarmi meglio e vidi lei da lontano che scendeva dalla parte opposta, cioè dal viottolo che conduce al bar ed ai bagni. Indossava i soliti pantaloncini ed il reggiseno del costume dei miei desideri; su una mano portava la maglietta, sull'altra la borsa con asciugamano e saponi vari. Mentre si avvicinava notavo che le sue tette esplodevano paurosamente, ancora più di ieri, i triangoli del reggiseno erano ancora più piccoli rispetto al costume del giorno precedente ed in più, complice l'aria ancora fresca, i suoi capezzoli erano turgidissimi , sembrava volessero scoppiare bucando quei minuscoli triangolini. Arrivò brontolando a bassa voce "questa maglietta odora di mare, di salsedine, senti che puzza: è inutile lavarsi se poi continuo a mettermela": entrò in tenda, ne indossò un'altra e uscì di nuovo per mettermi fretta, voleva scendere in spiaggia prima che iniziasse a fare troppo caldo, i suoi capezzoli continuavano a contrassegnare anche la maglietta: iniziò a sussurrarmi che aveva fatto un pò tardi perchè... ma poi si interruppe e mi sollecitò ad andare in bagno a prepararmi e che mi avrebbe raccontato tutto in spiaggia: i nostri vicini dormivano ancora e non voleva svegliarli chiacchierando davanti alle loro tende.

Mi sbrigai il più possibile e dopo 10 minuti eravamo già in spiaggia. Si diresse verso il bagnasciuga con passo deciso e poi iniziò a camminare qualche centimetro avanti a me: riprese a raccontarmi che si era intrattenuta qualche minuto al bar con i bagnini dello stabilimento, due ragazzi del posto, ai quali aveva chiesto informazioni "turistiche" su quali spiagge valesse la pena visitare per evitare di ascoltare gli schiamazzi dei bambini ed i cavoli delle famiglie altrui. Uno di loro aveva forse male interpretato la sua domanda e le chiese se per caso fosse una nudista e lei un pò sdegnata aveva risposto che voleva semplicemente stare un pò in pace, nient'altro... lui si era scusato affermando che di solito sono i nudisti a fare questo tipo di domande, informandola comunque che la parte finale della spiaggia della Feniglia, a circa 5km dal nostro campeggio, era frequentata da nudisti in alcuni periodi dell'anno, quindi sicuramente potevamo starci tranquillamente anche noi nelle immediate vicinanze, a costo di intraprendere una lunga passeggiata. Nonostante la preziosa indicazione, continuava ad essere molto critica e polemica nei confronti di questo ragazzo, si era parecchio risentita della sua allusione, ma volli sdrammatizzare e le chiesi se al bar era andata indossando la maglietta o se l'aveva già tolta: lei mi rispose stizzita "sono andata con il reggiseno del costume, mi ero già lavata in bagno, la maglietta puzzava, non l'ho rimessa e volevo un caffè, mica ero nuda, ci vanno tutte al bar in bikini"... risposi che la mia era solo una curiosità e che non ero affatto geloso, anzi se ci fosse andata in topless sarei stato ancora più felice: lei continuò "certo, ci mancava pure: già mi guardavano in costume, soprattutto l'altro, quello che non parlava, sembrava che non avesse mai visto una in bikini, ha sbagliato mestiere, che cavolo: era meglio non chiedergli nulla. Eppure ce ne sono tante migliori di me su questa spiaggia, ieri avevano lo stabilimento pieno di belle ragazze, alte, curate, appena uscite dalla parrucchiera..." . Mi feci una bella risata ma dentro di me pensavo che in poche hanno tettone piene come le sue e capezzoli che esplodono da triangolini microscopici...

Sembrava mi avesse letto nel pensiero e, calmandosi, continuò ancora: "A me poi non piacciono quei grandi reggiseni imbottiti o con i ferretti, mi stringono, sono scomodissimi, quelli a fascia vorrei provarli ma non li trovo carini della mia misura... e non parliamo dei costumi interi: da adolescente li portavo per coprire le tette il più possibile ma mi riempivo di segni dell'abbronzatura, che sono odiosi: e allora mi metto i triangoli: saranno troppo piccoli e inadatti per il mio seno, sicuramente, ma almeno sono comodi, pratici, si asciugano in fretta e quello che devono coprire lo coprono". Sorrisi divertito pensando: "mica tanto"...

Nel frattempo avevamo percorso un tratto quasi doppio rispetto al giorno precedente, la spiaggia era praticamente nostra e solo a parecchia distanza si vedeva un gruppo di sei o sette pescatori e ancora più in fondo si ricominciava a scorgere qualche ombrellone sparuto, forse era l'inizio della zona nudista.

Decidemmo di fermarci un attimo: Diana "analizzò" il comportamento dei pescatori, che non si erano nemmeno accorti del nostro arrivo, presi com'erano a fissare i loro galleggianti. Disse che potevamo anche fermarci senza andare oltre, perché sembravano innocui. Voltò le spalle e si girò a valutare anche la zona da cui venivamo, per constatare che la distanza dall'ombrellone più vicino fosse quasi chilometrica.

Mentre piazzavo l'ombrellone e gli asciugamani mi tremavano le gambe e la voce al pensiero che stavo per vederla in perizoma, al mare, per la prima volta.

Ragazzi, io dopo un pò mi stanco a scrivere, dovrei essere più sintetico, lo so, ma quando leggo i racconti degli altri mi piace che siano dettagliati, voglio immaginarmi passo passo e senza frenesia le varie scene descritte e cercherò di fare lo stesso con i miei racconti, che saranno tanti se vorrete. Spero di non essere l'unico a pensarla così, altrimenti abbiate pazienza. Mi auguro che la vostra Pasqua sia stata migliore, anche grazie a questi racconti, magari la Pasquetta sarà ancora meglio, chissà. Che ne pensate intanto di Diana? Vi è piaciuto leggermi, finora?
 
La mattina seguente venni svegliato da un allegro "Ciao, buongiorno!!": la voce era quella di Diana ma il suono era abbastanza lontano ed ovattato. Aprii gli occhi a fatica e vidi che non era in tenda, pensavo di aver dormito troppo, ma non sentivo ancora il solito caldo e la luce del sole scarseggiava: guardai l'orologio: erano appena le 7.15. Pensai fosse andata in bagno, il mattino precedente si era lamentata che fosse troppo affollato alle 9. Mi concessi i soliti 5 minuti per carburare, prima di accorgermi che la borsa della fotocamera era aperta: c'era tutto, per fortuna, ma non il costume sexy che avevo lasciato dal giorno prima. Iniziai a provare una certa eccitazione, che spesso mi porta a volare con la fantasia: " e se fosse già andata in spiaggia"? Durante l'inverno avevo sognato un paio di volte di andare al mare da solo dalle mie parti e di beccarla in topless, anche in bella compagnia.

Senza nemmeno andare in bagno a lavarmi, misi di corsa il costume, presi la borsa e scesi in spiaggia. C'era il deserto assoluto, il mare era una tavola e vedevo solo il trattore che puliva la spiaggia nei pressi dello stabilimento. Di Diana nemmeno l'ombra. Risalii in campeggio per sistemarmi meglio e vidi lei da lontano che scendeva dalla parte opposta, cioè dal viottolo che conduce al bar ed ai bagni. Indossava i soliti pantaloncini ed il reggiseno del costume dei miei desideri; su una mano portava la maglietta, sull'altra la borsa con asciugamano e saponi vari. Mentre si avvicinava notavo che le sue tette esplodevano paurosamente, ancora più di ieri, i triangoli del reggiseno erano ancora più piccoli rispetto al costume del giorno precedente ed in più, complice l'aria ancora fresca, i suoi capezzoli erano turgidissimi , sembrava volessero scoppiare bucando quei minuscoli triangolini. Arrivò brontolando a bassa voce "questa maglietta odora di mare, di salsedine, senti che puzza: è inutile lavarsi se poi continuo a mettermela": entrò in tenda, ne indossò un'altra e uscì di nuovo per mettermi fretta, voleva scendere in spiaggia prima che iniziasse a fare troppo caldo, i suoi capezzoli continuavano a contrassegnare anche la maglietta: iniziò a sussurrarmi che aveva fatto un pò tardi perchè... ma poi si interruppe e mi sollecitò ad andare in bagno a prepararmi e che mi avrebbe raccontato tutto in spiaggia: i nostri vicini dormivano ancora e non voleva svegliarli chiacchierando davanti alle loro tende.

Mi sbrigai il più possibile e dopo 10 minuti eravamo già in spiaggia. Si diresse verso il bagnasciuga con passo deciso e poi iniziò a camminare qualche centimetro avanti a me: riprese a raccontarmi che si era intrattenuta qualche minuto al bar con i bagnini dello stabilimento, due ragazzi del posto, ai quali aveva chiesto informazioni "turistiche" su quali spiagge valesse la pena visitare per evitare di ascoltare gli schiamazzi dei bambini ed i cavoli delle famiglie altrui. Uno di loro aveva forse male interpretato la sua domanda e le chiese se per caso fosse una nudista e lei un pò sdegnata aveva risposto che voleva semplicemente stare un pò in pace, nient'altro... lui si era scusato affermando che di solito sono i nudisti a fare questo tipo di domande, informandola comunque che la parte finale della spiaggia della Feniglia, a circa 5km dal nostro campeggio, era frequentata da nudisti in alcuni periodi dell'anno, quindi sicuramente potevamo starci tranquillamente anche noi nelle immediate vicinanze, a costo di intraprendere una lunga passeggiata. Nonostante la preziosa indicazione, continuava ad essere molto critica e polemica nei confronti di questo ragazzo, si era parecchio risentita della sua allusione, ma volli sdrammatizzare e le chiesi se al bar era andata indossando la maglietta o se l'aveva già tolta: lei mi rispose stizzita "sono andata con il reggiseno del costume, mi ero già lavata in bagno, la maglietta puzzava, non l'ho rimessa e volevo un caffè, mica ero nuda, ci vanno tutte al bar in bikini"... risposi che la mia era solo una curiosità e che non ero affatto geloso, anzi se ci fosse andata in topless sarei stato ancora più felice: lei continuò "certo, ci mancava pure: già mi guardavano in costume, soprattutto l'altro, quello che non parlava, sembrava che non avesse mai visto una in bikini, ha sbagliato mestiere, che cavolo: era meglio non chiedergli nulla. Eppure ce ne sono tante migliori di me su questa spiaggia, ieri avevano lo stabilimento pieno di belle ragazze, alte, curate, appena uscite dalla parrucchiera..." . Mi feci una bella risata ma dentro di me pensavo che in poche hanno tettone piene come le sue e capezzoli che esplodono da triangolini microscopici...

Sembrava mi avesse letto nel pensiero e, calmandosi, continuò ancora: "A me poi non piacciono quei grandi reggiseni imbottiti o con i ferretti, mi stringono, sono scomodissimi, quelli a fascia vorrei provarli ma non li trovo carini della mia misura... e non parliamo dei costumi interi: da adolescente li portavo per coprire le tette il più possibile ma mi riempivo di segni dell'abbronzatura, che sono odiosi: e allora mi metto i triangoli: saranno troppo piccoli e inadatti per il mio seno, sicuramente, ma almeno sono comodi, pratici, si asciugano in fretta e quello che devono coprire lo coprono". Sorrisi divertito pensando: "mica tanto"...

Nel frattempo avevamo percorso un tratto quasi doppio rispetto al giorno precedente, la spiaggia era praticamente nostra e solo a parecchia distanza si vedeva un gruppo di sei o sette pescatori e ancora più in fondo si ricominciava a scorgere qualche ombrellone sparuto, forse era l'inizio della zona nudista.

Decidemmo di fermarci un attimo: Diana "analizzò" il comportamento dei pescatori, che non si erano nemmeno accorti del nostro arrivo, presi com'erano a fissare i loro galleggianti. Disse che potevamo anche fermarci senza andare oltre, perché sembravano innocui. Voltò le spalle e si girò a valutare anche la zona da cui venivamo, per constatare che la distanza dall'ombrellone più vicino fosse quasi chilometrica.

Mentre piazzavo l'ombrellone e gli asciugamani mi tremavano le gambe e la voce al pensiero che stavo per vederla in perizoma, al mare, per la prima volta.

Ragazzi, io dopo un pò mi stanco a scrivere, dovrei essere più sintetico, lo so, ma quando leggo i racconti degli altri mi piace che siano dettagliati, voglio immaginarmi passo passo e senza frenesia le varie scene descritte e cercherò di fare lo stesso con i miei racconti, che saranno tanti se vorrete. Spero di non essere l'unico a pensarla così, altrimenti abbiate pazienza. Mi auguro che la vostra Pasqua sia stata migliore, anche grazie a questi racconti, magari la Pasquetta sarà ancora meglio, chissà. Che ne pensate intanto di Diana? Vi è piaciuto leggermi, finora?

Racconti molto carini e ben scritti secondo me, che permettono di immedesimarsi e di sentirsi come se si stesse vivendo quella situazione.

Come è andata poi quella giornata?
 
Scrivi molto bene, descrivi bene le scene e gli episodi, con il giusto quantitativo di dettagli, quasi a vederle di persona, ma senza appesantirle.
Complimenti.
 
La mattina seguente venni svegliato da un allegro "Ciao, buongiorno!!": la voce era quella di Diana ma il suono era abbastanza lontano ed ovattato. Aprii gli occhi a fatica e vidi che non era in tenda, pensavo di aver dormito troppo, ma non sentivo ancora il solito caldo e la luce del sole scarseggiava: guardai l'orologio: erano appena le 7.15. Pensai fosse andata in bagno, il mattino precedente si era lamentata che fosse troppo affollato alle 9. Mi concessi i soliti 5 minuti per carburare, prima di accorgermi che la borsa della fotocamera era aperta: c'era tutto, per fortuna, ma non il costume sexy che avevo lasciato dal giorno prima. Iniziai a provare una certa eccitazione, che spesso mi porta a volare con la fantasia: " e se fosse già andata in spiaggia"? Durante l'inverno avevo sognato un paio di volte di andare al mare da solo dalle mie parti e di beccarla in topless, anche in bella compagnia.

Senza nemmeno andare in bagno a lavarmi, misi di corsa il costume, presi la borsa e scesi in spiaggia. C'era il deserto assoluto, il mare era una tavola e vedevo solo il trattore che puliva la spiaggia nei pressi dello stabilimento. Di Diana nemmeno l'ombra. Risalii in campeggio per sistemarmi meglio e vidi lei da lontano che scendeva dalla parte opposta, cioè dal viottolo che conduce al bar ed ai bagni. Indossava i soliti pantaloncini ed il reggiseno del costume dei miei desideri; su una mano portava la maglietta, sull'altra la borsa con asciugamano e saponi vari. Mentre si avvicinava notavo che le sue tette esplodevano paurosamente, ancora più di ieri, i triangoli del reggiseno erano ancora più piccoli rispetto al costume del giorno precedente ed in più, complice l'aria ancora fresca, i suoi capezzoli erano turgidissimi , sembrava volessero scoppiare bucando quei minuscoli triangolini. Arrivò brontolando a bassa voce "questa maglietta odora di mare, di salsedine, senti che puzza: è inutile lavarsi se poi continuo a mettermela": entrò in tenda, ne indossò un'altra e uscì di nuovo per mettermi fretta, voleva scendere in spiaggia prima che iniziasse a fare troppo caldo, i suoi capezzoli continuavano a contrassegnare anche la maglietta: iniziò a sussurrarmi che aveva fatto un pò tardi perchè... ma poi si interruppe e mi sollecitò ad andare in bagno a prepararmi e che mi avrebbe raccontato tutto in spiaggia: i nostri vicini dormivano ancora e non voleva svegliarli chiacchierando davanti alle loro tende.

Mi sbrigai il più possibile e dopo 10 minuti eravamo già in spiaggia. Si diresse verso il bagnasciuga con passo deciso e poi iniziò a camminare qualche centimetro avanti a me: riprese a raccontarmi che si era intrattenuta qualche minuto al bar con i bagnini dello stabilimento, due ragazzi del posto, ai quali aveva chiesto informazioni "turistiche" su quali spiagge valesse la pena visitare per evitare di ascoltare gli schiamazzi dei bambini ed i cavoli delle famiglie altrui. Uno di loro aveva forse male interpretato la sua domanda e le chiese se per caso fosse una nudista e lei un pò sdegnata aveva risposto che voleva semplicemente stare un pò in pace, nient'altro... lui si era scusato affermando che di solito sono i nudisti a fare questo tipo di domande, informandola comunque che la parte finale della spiaggia della Feniglia, a circa 5km dal nostro campeggio, era frequentata da nudisti in alcuni periodi dell'anno, quindi sicuramente potevamo starci tranquillamente anche noi nelle immediate vicinanze, a costo di intraprendere una lunga passeggiata. Nonostante la preziosa indicazione, continuava ad essere molto critica e polemica nei confronti di questo ragazzo, si era parecchio risentita della sua allusione, ma volli sdrammatizzare e le chiesi se al bar era andata indossando la maglietta o se l'aveva già tolta: lei mi rispose stizzita "sono andata con il reggiseno del costume, mi ero già lavata in bagno, la maglietta puzzava, non l'ho rimessa e volevo un caffè, mica ero nuda, ci vanno tutte al bar in bikini"... risposi che la mia era solo una curiosità e che non ero affatto geloso, anzi se ci fosse andata in topless sarei stato ancora più felice: lei continuò "certo, ci mancava pure: già mi guardavano in costume, soprattutto l'altro, quello che non parlava, sembrava che non avesse mai visto una in bikini, ha sbagliato mestiere, che cavolo: era meglio non chiedergli nulla. Eppure ce ne sono tante migliori di me su questa spiaggia, ieri avevano lo stabilimento pieno di belle ragazze, alte, curate, appena uscite dalla parrucchiera..." . Mi feci una bella risata ma dentro di me pensavo che in poche hanno tettone piene come le sue e capezzoli che esplodono da triangolini microscopici...

Sembrava mi avesse letto nel pensiero e, calmandosi, continuò ancora: "A me poi non piacciono quei grandi reggiseni imbottiti o con i ferretti, mi stringono, sono scomodissimi, quelli a fascia vorrei provarli ma non li trovo carini della mia misura... e non parliamo dei costumi interi: da adolescente li portavo per coprire le tette il più possibile ma mi riempivo di segni dell'abbronzatura, che sono odiosi: e allora mi metto i triangoli: saranno troppo piccoli e inadatti per il mio seno, sicuramente, ma almeno sono comodi, pratici, si asciugano in fretta e quello che devono coprire lo coprono". Sorrisi divertito pensando: "mica tanto"...

Nel frattempo avevamo percorso un tratto quasi doppio rispetto al giorno precedente, la spiaggia era praticamente nostra e solo a parecchia distanza si vedeva un gruppo di sei o sette pescatori e ancora più in fondo si ricominciava a scorgere qualche ombrellone sparuto, forse era l'inizio della zona nudista.

Decidemmo di fermarci un attimo: Diana "analizzò" il comportamento dei pescatori, che non si erano nemmeno accorti del nostro arrivo, presi com'erano a fissare i loro galleggianti. Disse che potevamo anche fermarci senza andare oltre, perché sembravano innocui. Voltò le spalle e si girò a valutare anche la zona da cui venivamo, per constatare che la distanza dall'ombrellone più vicino fosse quasi chilometrica.

Mentre piazzavo l'ombrellone e gli asciugamani mi tremavano le gambe e la voce al pensiero che stavo per vederla in perizoma, al mare, per la prima volta.

Ragazzi, io dopo un pò mi stanco a scrivere, dovrei essere più sintetico, lo so, ma quando leggo i racconti degli altri mi piace che siano dettagliati, voglio immaginarmi passo passo e senza frenesia le varie scene descritte e cercherò di fare lo stesso con i miei racconti, che saranno tanti se vorrete. Spero di non essere l'unico a pensarla così, altrimenti abbiate pazienza. Mi auguro che la vostra Pasqua sia stata migliore, anche grazie a questi racconti, magari la Pasquetta sarà ancora meglio, chissà. Che ne pensate intanto di Diana? Vi è piaciuto leggermi, finora?
Complimenti, anche a noi piacciono i racconti dettagliati quindi prendi tutto il tempo che ti serve, non abbiamo fretta haha
 
Back
Top Bottom