Tra il diploma e l'UniversitĂ 

andromed

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Alessandro non è mai stato un bellissimo ragazzo, anzi, a dir la verità, molte ragazze lo consideravano bruttino, però è sempre stato attento alla linea e al fisico, persona brillante e simpatica, insomma alla fine anche lui riusciva ad essere attraente. In più aveva una dote nascosta molto importante.
Ci conosciamo da ragazzini, vivendo nello stesso quartiere, e giĂ  da ragazzino, nonostante non fosse del tutto sviluppato, quando facevamo la doccia insieme dopo le partite di calcetto, era sicuramente giĂ  il piĂą dotato di tutti noi. Purtroppo non aveva ancora piena consapevolezza delle sue doti e spesso, era tra quelli che quando si usciva con altre ragazze della nostra etĂ , veniva messo da parte.

Sicuramente il suo aspetto di quattordicenne brufoloso lo penalizzava, oltre alla timidezza delle prime esperienze con l’altro sesso.

Qualche volta ci riunivamo un gruppetto di noi a casa sua, che era spesso libera, per guardare qualche videocassetta porno trafugata da qualche genitore o presa a noleggio dal fratello maggiore di Francesco. Il genere andava da quello classico a quello più spinto con gli animali. Ricordo ancora quel giorno, quando mettemmo la videocassetta di “Marina e la bestia” , qualcuno cominciò timidamente a masturbarsi, poi fu un tripudio di piselli all'arrembaggio ma, tra tutti svettava quello di Alessandro, fu durante la scena di una attrice con un cavallo, che decidemmo di dargli il soprannome di “cavallo” per l’appunto.

Nel giro di un paio d’anni le cose migliorano per lui. Andavamo in palestra insieme, quindi “l’ho visto” crescere in tutti i sensi. Mai soprannome fu più azzeccato. Man mano riuscì a migliorarsi, essendo più sicuro di se, cominciò ad avere le prime esperienze. La voce sulle sue doti cominciarono a girare come una sorta di mito nel gruppo, le ragazze cominciavano ad essere più maliziose, fin quando Giulia, passò all'avanscoperta.

Fu la sua prima ragazza. Ricordo ancora quando la mia ragazza di allora, Roberta, mi disse maliziosamente “Mi ha detto Giulia che Ale ce l’ha troppo grosso, il pane a chi non ha i denti…”, la troietta si prese una fissa per questa cosa, tanto che mi fece girare talmente le palle da chiedere ad Alessandro di castigarla per bene.

Non era affatto geloso, era la troietta del gruppo, se la passavano un po’ tutti e non davo peso alle sue parole. Così la lasciai, come è solito fare nei gruppi di ragazzi e ragazzine, ci si scambia coppia molto spesso. Così mi godetti Giulia, che sembrò apprezzare più i miei 16/17cm che le misure spropositate di Alessandro. L’unica misurazione che facemmo della sua dotazione fu durante le seghe di gruppo, con il metro da sarta di sua madre. Non essendo molto esperti, misurammo solo la lunghezza di 22 cm (parliamo comunque di un ragazzo che non era ancora del tutto sviluppato) ma era la circonferenza la cosa che più spaventava della sua dotazione.

Roberta sbandierava ai quattro venti l’attrezzatura del suo nuovo ragazzo, facendogli tanta pubblicità.
Passarono un paio d’anni, continuavamo ad uscire insieme, spesso in coppia, altre volte da soli.
Quel giorno che andammo al ristorante cinese insieme, io ero con Luisa, Andrea con Cinzia ed Alessandro con Cristina. La nuova ragazza di Alessandro era una mezza ninfomane, a sentir dire lui facevamo di tutto, molte volte al giorno e non era mai soddisfatta. Aveva una sorta di chiodo fisso.
Non faceva parte del gruppo, era una amica della sorella di Alessandro che aveva conosciuto in vacanza. Ci eravamo visti un paio di volte subito dopo rientrati in cittĂ . Erano i primi giorni di settembre.

Effettivamente Cristina a tavola cominciò quasi subito a buttare fuori discorsi incentrati sul sesso, spaziando dal cinese ce l’ha piccolo, alle dimensioni che contano, il posto più strano dove l’avete fatto e così via. Poi Cristina si avvicinò ad Alessandro per dirgli qualcosa all’orecchio e subito dopo si alzò.
“Scusate ragazzi, andiamo un attimo in bagno” disse Alessandro con sorriso beffardo
Passarono circa 10 minuti e nessuno dei due tornava, poi sgranammo gli occhi e ci guardammo quando sentimmo chiaramente la voce di una ragazza gemere. Eravamo vicino al bagno con il tavolo ma non fummo gli unici a sentirlo, nonostante il casino nel ristorante. Uno dei camerieri si affacciò timidamente nel bagno chiedendo se era tutto a posto.

Noi non sapevamo se ridere o cosa. Dopo qualche minuto, uscirono. Alessandro impeccabile, lei un po’ spettinata e scomposta. Sembrava quasi una che cercava di tenere l’equilibrio da ubriaca. Si misero seduti, ordinarono altro da mangiare. Io pensai che con il cazzo che si ritrovava Alessandro, prima o poi l’avrebbe spezzata. Cristina era molto esile, con un seno appena pronunciato, quasi inesistente ma con un gran bel culo ed un visino da porca.

Mentre pensavo a questo, saltai quasi dalla sedia, quando sentì qualcosa che mi sfiorò le palle, mi girai verso Luisa e lei fece altrettanto, rendendosi conto del mio fremito, abbassai lo sguardo e vidi il piedino di Cristina che mi sfiorava la coscia. Istintivamente sia io che Luisa la guardammo, lei si fece una grossa risata dicendo “Su con la vita sto scherzando, usciamo da questo mortorio e andiamo a divertirci?”

Chiedemmo il conto, uscimmo e ci incamminammo verso il centro. Passeggiando, Cristina si mise sotto braccio di Luisa, mentre io ed Alessandro rimanemmo leggermente indietro, così da sapere cosa avevano combinato in bagno. “Quella è una pazza assatanata però mi fa divertire come nessuna” cominciò la confessione di Alessandro, “Mi ha detto nell'orecchio che aveva voglia di prenderlo nel culo” concluse.

“No daiiii, non ci posso credere” risposi io, Alessandro annuì più volte dicendo “Credimi, credimi”. Pensai che doveva essere davvero un gran troia, oltre ad essere resistente, prendersi un mostro del genere su per il culo.
“Beh è da sposare allora” dissi ridendo
“Scherzi? Quella ha già cominciato a mettermi le corna, è troppo una zoccola ma, come ti ho già detto, al momento mi va bene, visto che scopo tantissimo” rispose Alessandro

Tornai vicino alla mia ragazza che mi lanciò un’occhiata. Era visibilmente imbarazzata, visto che Cristina le aveva chiesto delle mie dimensioni, se lo prendeva in culo, se lo ingoiava e cose del genere. Io mi misi a ridere, ma dove l’aveva pescata quella zoccola e, forse per un po’ lo invidiai pure. Effettivamente Luisa era fin troppo bigotta per i miei gusti e tra noi il sesso era molto normale. Ci sedemmo in una piazzetta e dopo una mezz’ora avemmo come un deja-vu , Cristina si alza invitando Alessandro a seguirla.

“Ma dove l’ha trovata quella drogata di sesso?” disse Cinzia
“Vabbè dai si divertono, dovremmo farlo anche noi” rispose Andrea
“Bel tentativo amore” rispose Cinzia acida
Effettivamente io ed Andrea pensavamo alla stessa cosa, beato lui!
Questa volta però uscirono quasi subito. Cristina era visibilmente scocciata, si vede che avevano avuto problemi tecnici, poi disse “Nessuno ha casa libera?”

Tutti noi rispondemmo negativamente con un cenno della testa, poi Andrea disse “Beh possiamo stare giù nella tavernetta di casa mia, nessuno ci rompe le scatole lì”, Cinzia gli lanciò un’occhiata, Luisa pure, Alessandro era preoccupato di quello che poteva fare Cristina, mentre io, Andrea e Cristina ci guardammo con complicità.

Andrea viveva in una villetta e nel retro avevano una sorta di tavernetta, non molto grande ma con frigo, cucinino un tavolo con delle sedie e due divanetti. Per noi era perfetto, oltre ad essere appartato. Andrea era figlio unico, il padre ipovedente e la madre molto discreta, un quadro perfetto. Volevamo dare una svolta a quella serata.

Erano da poche passate le 21:30, strada facendo comprammo un po’ di birre, perfette da bere tra una canna ed un’altra. Effettivamente volevamo che anche le nostre compagne si aprissero un po’, non pensavamo certo ad un orgia ma, tra la birra, l’erba e Cristina, qualcosa si sarebbe mosso.
Andrea aveva avvisato i genitori, che dormivano nella villetta avanti al piano superiore, ormai mezzi addormentati.

Cristina dopo un paio di battute ed apprezzamenti sulla location, tirò fuori un giochetto che avrebbe sicuramente scaldato la serata. Complice il secondo giro di canna, anche Cinzia e Luisa si erano un po’ lasciate andare. Prendemmo due dati diversi da alcuni giochi di società.
Il dado blu rappresentava la squadra maschile, quello rossa quella femminile.

Cinzia ed Andrea avevano i numeri 1 e 5, Io e Luisa i numero 2 e 4, Cristina ed Alessandro il 3 ed il 6.
Utilizzando le domande del trivial pursuit, venivano lanciati un dado per l’uomo e l’altro per la donna. La persona che perdeva doveva pagare un pegno deciso dal vincitore. Per rendere più piccante il gioco, il vincitore lanciava il dado del sesso opposto del perdente, in modo da formare una coppia. Entrambi avrebbero pagato pegno, anche se fosse toccato al vincitore.
Il pegno veniva scelto prima del lancio dei dadi per formare la coppia.

I primi giri furono di riscaldamento e abbastanza innocui, soprattutto perché Cristina non veniva mai sorteggiata. Ci pensò Andrea a scaldare un po’ la serata, quando fece pagare come pegno ad Alessandro, baciare i piedi della mia Luisa sia sopra che sotto la pianta. Lei era un po’ imbarazzata, mentre Alessandro sembrava apprezzare molto, visto il gonfiore dei jeans. Cosa che notò anche Luisa arrossendo.

Finalmente fu il turno di Cristina che decise il pegno ma non coinvolta. Il pegno fu alquanto strano, l’uomo e la donna dovevano scambiarsi la maglietta davanti a tutti. Ora Luisa e Cinzia indossavano una camicetta e dei jeans, Cristina aveva un vestitino, si sarebbe svestita completamente? Lo scambio di magliette avvenne tra me e Cinzia, che per un attimo si mostrò in reggiseno di pizzo alquanto trasparente da mostrare l’areola del capezzolo. Avendo una quinta fu davvero un bel vedere.

Intanto la birra e l’erba erano entrate in circolo e le stesse Luisa e Cinzia si fecero più audaci. Luisa pagò pegno toccando esternamente per 10 secondi il pacco di Alessandro e ne fu compiaciuta ma mai come Andrea quando si mise steso a guardare sotto la gonna di Cristina per 10 secondi.

“L’amatissima Cristina, non porta biancheria intima!” disse Andrea compiaciuto.

A quel punto scattò una sorta a chi è più troia, per gioia di noi maschietti, la serata divenne sempre più hot.

Così mi trovai la mano di Cristina nelle mutande, Luisa in piedi con le mutandine leggermente abbassate dietro e sculacciata da Andrea, fino a Cinzia senza reggiseno e con Cristina che si lamentava a chi tanto e a chi niente. Poi si cominciò a fare sul serio.

“Bene, visto che siamo caldi, giovani e vogliosi, propongo di passare a pegni più hard, se ne avete il coraggio e le palle” disse convinta Cristina “Negli USA, nei college ne fanno davvero di cotte e di crude, mica vogliamo essere da meno?” concluse stoicamente.

“Assolutamente d’accordo!” rispose Cinzia che nell'eccitazione era rimasta senza reggiseno.

Luisa sembrò la più titubante ma venne trascinata da Cinzia che le disse “Lo so che sei una zozza, visto le cose che mi dici….”

“Cinzia ma che dici stai zitta” l’ammonì Luisa “Comunque ci sto, no problem……non sono di certo una bizzoca”

“Vi raccomando, chi decide il pegno, si spinga oltre quello che sta per dire, osiamo, sarà divertente” dichiarò Cristina con gli occhi iniettati di sesso.

Si estrae la coppia, Io contro Cinzia, che ne frattempo si era rimessa il reggiseno. Vince lei, ci pensa un po’.
Il pegno da lei scelto fu che dovevo mettere le mani nelle mutande della prescelta e toccarla per 30 secondi. Se da una parte fu una delusione beccare la mia ragazza, dall'altra appurai che la troietta era un bel po’ bagnata…….alla faccia della bigotta. Ma il bello doveva ancora venire.
Subito dopo fu il turno di Luisa a scegliere il pegno, la quale si spinse ben oltre la mia immaginazione. Alessandro avrebbe messo il suo cazzo tra le tette della prescelta per 20 secondi.

“Hai capito Luisa, mi devo proprio ricredere su di te, certo se vengo sorteggiata io c’è ben poco da fare” disse Cristina toccandosi le tettine.
Praticamente c’erano tre taglie a disposizione la prima, la terza e la quinta. Luisa tirò il dado, 5, Cinzia. Per un attimo ci guardammo come per dire, “lo stiamo facendo sul serio?”, Cinzia ruppe gli indugi slacciandosi nuovamente il reggiseno e, mettendosi seduta sulla sedia disse “Così dovrebbe andare bene!”

Alessandro avanzò, guardò Andrea che gli fece cenno di continuare, sembrava un film western, era calato il silenzio, c’erano solo sguardi, poi Alessandro tirò fuori la pistola o meglio il fucile, sfilandosi i pantaloni per stare più a suo agio. Non era del tutto duro ma era già spaventoso. Si avvicinò a Cinzia che deglutì ed accolse il cazzo tra le sue tette.
Solo con il contatto si gonfiò ancora di più, tanto che nel movimento dal basso verso l’alto, la cappella urtava sotto il mento di Cinzia. Scaduti i 20 secondi, staccandosi dalle tette, Alessandro mostrò quell'enormità in tutto il suo splendore. Vidi Luisa con lo sguardo verso di lui. E poi dicono che le dimensioni non contano, di certo il primo impatto è notevole, pensai. Sia Alessandro che Cinzia rimasero rispettivamente nudi.

Toccò a me decidere il pegno, da dare alla mia ragazza. Presi coraggio e formulai il mio pegno, “Il sorteggiato dovrà leccare la fica di Luisa per 20 secondi”
Luisa dapprima spalancò gli occhi incredula poi disse “Ok mi ci vuole proprio in questo momento”
Andrea fu il prescelto che per ben 20 secondi lo vidi leccare tra le gambe della mia ragazza. Luisa si mordeva le labbra e la faccia di Andrea era eloquente, oltre che bagnata dai suoi umori. Luisa non solo rimase nuda, la vedevo che ogni tanto si stuzzicava la fica. Era davvero eccitata.

Toccava a Cristina pagare pegno. Sicuramente non vedeva l’ora, soprattutto perché avrebbe dovuto prenderlo in bocca per 20 secondi, quando vidi il numero 2 del dado, avevo già l’erezione pronta. Mi tolsi tutto il pezzo di sotto, lasciando vibrare la mia erezione. Cristina si mise in ginocchio e poco prima di prenderlo in bocca mi sussurra “Hai davvero un bel cazzo!”

Di certo non potevo competere con Alessandro ma nella mia piena erezione toccavo i 18 cm ed una buona circonferenza. Il caldo della sua bocca vogliosa di cazzo mi fece impazzire e, quei 20 secondi mi sembrarono interminabili. C’eravamo quasi, il prossimo pegno avrebbe dato il via ad una vera e propria orgia.

Ancora una volta, fu la mia Luisa a perdere, cominciai a pensare che lo faceva di proposito. Avrebbe dovuto accogliere nella sua fica, il cazzo di……………….. numero 3, Alessandro. Fece un sorriso a 36 denti, era quello che alla fine voleva. Fece sedere Alessandro sul divano e la mia Luisa si mise a cavalcioni su di lui. Era così bagnata che non ebbe nessuna difficoltà a farlo entrare. Contammo fino a 20 ma Luisa era talmente preso che continuò a scorrere lungo quell'asta.

Fu ancora una volta Cristina a mettere da parte il gioco, si avvicinò ad Andrea, gli tirò giù i pantaloni e cominciò a pomparlo. Io e Cinzia rimanemmo per un attimo imbarazzati, eravamo amici e mai avrei pensato di farci qualcosa, non che non mi piacesse, sia chiaro. Mi avvicinai, le toccai quelle splendide tette e lei non perse tempo a prenderlo in mano e segarlo per un po’, prima di scendere anche lei a prenderlo in bocca.

Mi girai, Luisa era completamente nuda e si gustava il cazzone di Alessandro. Avevo il cazzo durissimo, presi Cinzia per la mano buttandola sull'altro divano, le sfilai il jeans e gli slip per leccarla. Anche lei era un pozzo, prontissima ad accogliere il cazzo. Glielo misi dentro e cominciai a scoparmela. Sentì Luisa raggiungere l’orgasmo e Cinzia prendermi per le natiche per spingere più forte, chiuse gli occhi, vidi una specie di sorriso sul suo viso arrossato, inchinò leggermente la testa di lato, affannando e gemendo, fino ad esplodere anche lei in un potente orgasmo.

Cinzia e Luisa si misero ai piedi di Alessandro per leccarglielo, Andrea era steso a terra con Cristina che si dimenava su di lui, vidi libero il buco del culo e pensai che, avendo preso quello di Alessandro non avrà problemi a prendere il mio. Quando mi misi dietro di lei, Cristina mi esortò ad incularla e così feci.

Il mio cazzo scivolò su per il suo retto fino a scomparire dentro quel buco nero. Cominciai ad incularmela con forza, era veramente sfondata dietro ma lei gradì molto, anzi quella situazione la fecero andare su di giri fino a farle provare l’orgasmo.
Luisa si mise a pecorina sul divano nel tentativo di farsi inculare da Alessandro. Glielo avevo messo un paio di volte in culo ma ogni volta sembrava una sofferenza e quindi lasciai stare. Effettivamente le smorfie di Luisa lasciavano intendere un po’ di difficoltà.
“Gioia, non è troppo per te?” chiese sarcasticamente Cristina

Io ed Andrea ci avvicinammo con i cazzi in tiro, Cinzia che non voleva essere da meno, si mise anche lei a pecorina. Io presi pian piano a stuzzicarle l’ano, mentre Andrea faceva altrettanto con Luisa, poi all'unisono cominciammo ad incularle, dopo un po’ mi diedi il cambio con Alessandro, il quale entrò senza difficoltà e cominciò ad alternarsi i due culi. Cristina si abbassò e cominciò invece ad alternare i nostri cazzi nella sua bocca. Andrea era al limite e sborrò copiosamente nella sua bocca, io la feci mettere a terra a gambe aperte e cominciai a scoparla furiosamente, godendomi quel visino da porca con la bocca piena di sborra. Sapevo che prendeva la pillola, così dopo qualche minuto scaricai tutto il mio seme dentro di lei facendola venire una seconda volta.

Quasi contemporaneamente, Alessandro sborrò nel culo di Luisa. Fu una scena incredibile, perversa che mai mi sarei sognato di vivere. Dopo qualche minuto, Luisa si sentì male e vomitò l’impossibile in giardino. Cinzia era dolorante, Cristina soddisfatta per aver portato tutti noi nella perdizione.
Nei giorni successivi fu difficile riuscire a guardarci in faccia. Da lì a pochi giorni ci saremmo divisi per frequentare le diverse università scelte. Cristina si trasferì alla Ca' Foscari di Venezia per il corso di Scienze Ambientali, Luisa e Chiara a Modena entrambe per giurisprudenza, mentre io, Andrea e Alessandro rimanemmo a Parma. Noi siamo tutt'oggi amici, le tre ragazze le ho riviste su facebook ma nessuno di noi gli ha chiesto l’amicizia anche se sono passati molti anni.

by
Andromed
 

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