Una amicizia è per sempre

andromed

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Adriana, una ragazza come tante, nata e cresciuta in un paesino del basso Lazio, aveva smesso di studiare subito dopo il diploma e dopo una serie di colloqui, ormai esasperata, riuscì a trovare lavoro come commessa in una importante catena di intimo e costumi. Non era un granché, avrebbe dovuto fare la pendolare fino a Roma ma era l’unico modo per cominciare ad essere un po’ più dipendente.

I genitori non volevano nemmeno che la figlia ci provasse a cercare un lavoro. Avrebbe potuto benissimo dare una mano nell'attività dell’azienda del suo futuro suocero e marito. In un paesino così piccolo avevano già combinato il loro fidanzamento e il futuro matrimonio.
La madre le aveva fatto un corredo con i contro fiocchi e avevano giĂ  pianificato ogni cosa.

Se all'età di 16 anni era una situazione che piaceva, arrivata all'età di 21 anni, trovava tutto troppo soffocante. Adriana non era molto volenterosa, aveva perso anche un anno a scuola, però, non ne poteva proprio più, di quel paesino di quattro anime, del suo promesso sposo, delle prediche in chiesa e di tutto quel bigottismo.

Non era supportata nemmeno dalle amiche, troppo calate nella loro parte di ragazze per bene.
Non era particolarmente bella, carina certo, forse troppo poco curata, era una di quelle ragazze acqua e sapone poco appariscenti. Cercò di prepararsi nei migliori dei modi per l’avventura nella grande città.

Marco era un bravo ragazzo ma troppo provinciale e maschilista. Litigarono duramente per la scelta di Adriana, non voleva assolutamente. Lei era stufa di quella vita. Inizialmente lei era innamorata, le aveva dato la sua verginità ma nel giro di un paio d’anni tutto scemò.
Il primo mese di lavoro passò velocemente, fu molto stressante, gli orari fittissimi, non c’era un attimo di sosta. Le colleghe non erano molto gentili con lei, tranne Marina, una ragazza universitaria di Matera che il fine settimana lavorava per mantenersi.

Adriana non vedeva l’ora che arrivasse il fine settimana per poter avere una collega che la supportasse.

I giorni passavano, il caldo saliva. Nei treni regionali, talvolta senza aria condizionata, era un vero inferno. Ai pendolari per lavoro, cominciarono ad affacciarsi timidamente i primi ragazzini che, terminata la scuola, andavano a mare sul litorale del basso Lazio. Ovviamente quello aumentava i numeri di corpi sudati stipati nelle carrozze.
Adriana piĂą svestita era anche molto piĂą seducente. Spesso si metteva gonnelle corte ed una maglietta con bretelline ed infradito. Era quasi in tenuta da mare, faceva un gran caldo.
Erano partiti da poco da Termini, lei era riuscita a sedersi. Era stanchissima e man mano che le stazioni passavano lei si addormentò sguaiatamente, era distrutta. Ad un certo punto, nel dormiveglia, ebbe una sensazione strana, avvertiva qualcosa, aprì leggermente gli occhi e vide un gruppo di ragazzini intenti a fotografarla e ridere. Non se ne era resa conto, la stanchezza la portarono a rilassarsi un po’ troppo, tanto da aprire le gambe quanto basta per scorgere le mutandine. Ovviamente la notarono subito.
Lei si ricompose, voleva dire qualcosa a quei ragazzini, forse uno lo conosceva anche ma lasciò perdere. Immaginò l’uso che ne potessero fare di quelle foto.

Dopotutto non facevano nulla di male e, in quello stato, poteva anche imbattersi in ben altri malintenzionati. In quel periodo poi ci furono alcuni episodi di cronaca di stupri, non voleva rischiare, si faceva venire a prendere sempre dal padre alla stazione ultimamente.
A fine luglio, il direttore del negozio in cui lavorava, chiese di parlarle.
Il periodo dei 3 mesi di prova erano finiti, era soddisfatta di lei e voleva farle firmare un contratto a tempo indeterminato. Nonostante la fatica che comportasse lei era stra felice, in piĂą, Marina le fece una proposta allettante.

Cercava una compagnia con cui condividere una doppia in una casa per studenti. Lei fece rapidamente due calcoli, avrebbe intaccato un po’ troppo lo stipendio, seppur buono ma accettò di buon grado, alla fine non era a Roma per soldi ma per essere più libera.
Ovviamente sia i genitori che Marco non erano d’accordo. Poco male, Adriana cercavo proprio lo scontro.
Quando si trasferì da Marina, il padre l’accompagnò, alla fine era l’unica persona che cercava di capirla.
Adriana amava la nuova vita, poter parlare liberamente con una amica la sera a letto, cucinare insieme, condividere con le altre coinquiline la cena, la stanchezza del lavoro era ben ripagata da quella nuova vita. Marina poi era un po’ come lei, una ragazza che si era liberata dalle catene del provincialismo tipico dei piccoli comuni.

Erano in quattro in casa, due doppie. Lei, Marina, una ragazza di Napoli di nome Beatrice e Veronica, una ragazza pugliese solare e simpaticissima. Adriana pensava a loro, le vide abbastanza svestite tutte. La più bella era sicuramente Veronica, gran bel pezzo di figa, pensò ridendo da sola nel letto. Bel fisico, alta, mora e simpatica da morire. Beatrice anche era molto carina, più bassa e con il sedere un po’ più ampio ma con un visino davvero dolce. Marina poi era quasi la sua copia perfetta, si somigliavano molto.

Di tanto in tanto passavano altre colleghe di universitĂ  e qualche volta anche dei ragazzi. Da una parte si sentiva tagliata fuori da quel mondo, soprattutto quando a tavola parlavano di professori e situazioni durante i corsi. Le ragazze erano dettagliate nei racconti, tanto da coinvolgerla ma comunque si sentiva una voce fuori dal coro.

Quella sera, quando rientrò a casa, la trovò vuota. C’era un bigliettino sul tavola della cucina.

“Stasera c’è una festa da Fabio, abita sopra la pizzeria dove prendiamo spesso le pizze d’asporto, bussa all’interno 12! Veronica, Bea e Marina………………..P.S. Non fare l’asociale, vieni!”

Erano le 21:15, stanca morta, si buttò sotto la doccia. Quando uscì guardò di nuovo l’ora mentre si asciugava i capelli e pensò che non sarebbe mai arrivata prima delle 22, non ce la faceva era troppo stanca.
Andò in cucina e scrisse la sua risposta su quel bigliettino, nella speranza che l’avessero vista rientrando.
Ragazze siete splendide, vi amo, grazie di cuore ma sono le 22 e sono stanca morta. Baci Adri!

Passarono almeno 3 ore, dormiva quando fu svegliata dalle risate delle ragazze che nel tentativo di non fare troppo baccano, facevano peggio. Erano un po’ fuori, si sa come va a finire in queste feste universitarie. Poi sente un tonfo ed altre risate. Si alza apre la porta che sbatte addosso ad un corpo per terra.

Finalmente accendono la luce. Veronica gambe all'aria rideva come una matta.

“Scusaci Adri, ti abbiamo svegliata, scusaci” fece Marina
“Non vi preoccupate, tutto bene?” rispose Adriana vedendo che tutte e tre barcollavano in maniera paurosa.
Così Adriana da brava mammina, una ad una diede una mano ad arrivare in stanza. Bea aveva la faccia di una che stava lì pe lì per vomitare e la portò in bagno. Marina riuscì autonomamente a mettersi nel letto. Veronica rideva continuamente e diceva frasi senza senso. La mise su letto e le diede una mano a spogliarsi. Sfilando i pantaloni vennero giù anche le mutandine, Adriana imbarazzata, per la visione di quella fica depilata, fece per coprirla.

“No io dormo nuda amore mio” disse Veronica ridendo

“Ok “ fece Adriana poco convinta

Si trovò a spogliare Veronica e pensò a quanto fosse bella, era perfetta, si soffermò quasi a contemplarla.

“Ehi sarai mica lesbica?” fece Veronica ridendo

“Eh ma che dici?” rispose Adriana

“Non ti piacerebbe leccarmela” fece Veronica allargando le gambe e le grandi labbra con una mano.

“Smettila stai fuori come un balcone, mettiti sotto il lenzuolo” rispose imbarazzata Adriana.

In quel momento entrò Beatrice incurante di quel siparietto si accasciò sul suo letto in reggiseno e tanga.

Da una parte c’era Veronica nuda dall'altra Beatrice che mostrava tutta la veemenza del suo culo.

“Ok vado a dormire, notte” fece Adriana mettendo le mani avanti.
Quando uscì le sentii ridere.

Si mise nel letto, ci mise un po’ a rimuovere quell'immagine dalla testa, poi si addormentò.

La mattina fu la prima ad alzarsi, subito dopo seguita Marina che come ogni fine settimana andava a lavoro con lei. Non parlarono molto, Marina aveva un gran bel mal di testa. La sera quando rientrarono trovarono qualcosa di diverso nella loro stanza c’era un letto in più.

“Ah scusami mi sono dimentica di dirti che veniva il ragazzo di Bea, Veronica dorme con noi in stanza” annunciò Marina.

“Ma non abbiamo altri letti come fanno Beatrice ed il ragazzo?” chiese Adriana.

“Non ti preoccupare immagino che passeranno la maggior parte del tempo uno sopra l’altra sotto e viceversa” rispose Marina ridendo.
Adriana pensò all'altra sera, Veronica sarebbe stata nuda a letto?

La risposta non tardò ad arrivare e per la seconda volta la vide completamente nuda a suo agio nel suo lettino in mezzo a lei e Marina. Viste le dimensioni della stanza, i letti erano quasi attaccati uno con l’altro.

“Ma se devi fare la pipì stanotte esci così?” chiese curiosa Adriana

“Beh l’ho sempre fatto!” rispose Veronica.

“Ok ma se becchi il ragazzo di Bea? A proposito come si chiama?” chiese nuovamente Adriana.

“Si chiama Andrea e se lo becco si rifà un po’ la bocca” rispose ridendo.

“No seria, ho questa maglietta lunga che mi arriva fino al ginocchio, metto sempre questa quando esco dalla stanza” concluse Veronica.

Improvvisamente furono interrotte da dei rumori inequivocabili che provenivano dalla stanza di Bea.
Veronica si alzò e mise un orecchio vicino al muro, mostrando un culetto da favola, delle gambe lisce sode ed abbronzate. Adriana la guardò ripetutamente e provò una certa eccitazione. Marina le diede uno schiaffo sul culo dicendo “La vuoi finire di origliare stronza?”.
Quelle parole scatenarono un siparietto ancora più eccitante. Veronica in risposta alla sculacciata di Marina si buttò a cavalcioni su di lei che cominciò a farle il solletico. Adriana si gustava quella scena, eccitata, si rese conto che si stava letteralmente bagnando. Strinse le gambe, cercando di darsi una calmata.

“E tu non mi difendi mammina mia?” disse Veronica lanciandosi su di lei.

Adriana si sentiva quasi male per l’eccitazione, Veronica nuda su di lei, ne sentiva l’odore inebriante e di fianco il rumore di un letto cigolante. Era davvero troppo. Era rossa e sudava freddo nonostante facesse caldo. Avrebbe voluto baciarla tutta. “Ma cosa mi sta succedendo?” pensò.
Marina diede il colpo di grazia buttandosi anche lei su quella brandina, facendola collassare per terra. Scoppiarono a ridere, adesso Adriana si trovava a terra con la brandina a separarla dal pavimento e due ragazze, una nuda, l’altra seminuda, su di lei.

“Ecco adesso mi tocca dormire a terra ma non fa niente, sono felice di vivere con voi, siete stupende” fece Adriana esausta.

Veronica era ad un paio di palmi dal viso di Adriana, ci fu un attimo di silenzio.

“Sei dolcissima” disse Veronica avvicinando le labbra a quelle di Adriana.

Si guardarono per un attimo, poi si baciarono. Adriana mise le mani nei suoi capelli, erano soffici, le prese il viso e continuarono a baciarsi, incuranti di Marina che stava quasi per defilarsi. Veronica alzò il busto restando a cavalcioni su Adriana e prese a baciare anche Marina. Adriana si mise seduta, sfiorò i capezzoli di Veronica durissimi, quei seni leggermente più chiari del resto della pelle abbronzata. Due seni perfetti, scolpiti in quel corpo così tonico, si avvicinò con la bocca e li baciò con dolcezza.

Nel giro di pochi minuti erano tutte e tre nude che si scambiavano baci saffici. Le loro lingue si intrecciavano, nel baciarsi le loro salive venivano mescolate l’una con l’altra. Adriana cominciò a toccarsi, e così fecero le altre. Cominciarono a masturbarsi con le dita, inginocchiate sul lettino e continuando ad intrecciare le loro lingue. Continuarono a rimanere in quella posizione a lungo, i gemiti si facevano sempre più intensi.
“Dobbiamo farci perdonare” disse Veronica facendo stendere Adriana.

Veronica allargò leggermente le sue gambe e cominciò a baciarle i piedi, le gambe, poi l’interno coscia fino a sfiorare le labbra della sua fica. Adriana con una mano aveva preso a masturbare Marina, intenta a baciarla, piegata su di lei. Veronica dal canto suo aveva lentamente cominciato a penetrarla con due dita rivolgendo il palmo verso l’alto, poggiava il suo mento, intenta con la lingua a leccarle in clitoride. Ogni volta che entrava ed usciva con le dita, l’elevata quantità di secrezioni umorali, scandivano il ritmo, con un rumore di sottofondo estasiante.

Marina era molto dolce ma era Veronica che l’aveva stuzzicata, voleva disperatamente assaggiare il suo nettare e continuare a sentire la sua lingua, ma quella, sarebbe stata una posizione che avrebbe escluso Marina dai giochi.
Fu Veronica a toglierla dall'imbarazzo, girandosi e mettendosi a 69 su di lei. Adriana non appena ebbe la visione delle sue labbra carnose, leggermente pronunciate e ancora dischiuse, cominciò a leccarla. Nel primo lentissimo movimento di lingua, Adriana ne testò il sapore inebriante, leggermente salato. Si rese ricordò che aveva fatto poco prima la pipì, ne sentiva quell'odore salmastro insieme al suo nettare. Ci si tuffò come per baciare una bocca con la lingua, si senti gran parte del viso intorno alla bocca, bagnata dalla fica di Veronica. Avrebbe passato giornate intere in mezzo alle sue gambe, aveva completamente perso la testa.

Intanto con due dita ben piantate nella fica di Marina, continuava a masturbarla e Veronica la faceva impazzire masturbandola con più vigore sul clitoride, sentiva che l’orgasmo era ormai prossimo. Non voleva trattenersi e scoppiò in un gemito, attutito dalla fica di Veronica sulla sua bocca, sembrava non finire mai, continuava a ripetere “Continua non fermarti” e a gemere così tanto che ormai aveva smesso di leccare la fica della compagna.

Erano sudatissime, arrapate quasi con il sangue negli occhi, quella serata sarebbe stata interminabile.
Veronica fece stendere Marina al posto di Adriana. Toccava a Marina adesso l’opera magnifica della lingua delle mani sapienti di Veronica. Guardando il culetto di Veronica, completamente aperto da quella posizione, Adriana prese a stuzzicarle l’ano, prima bagnandolo e massaggiandolo dolcemente, poi con piccole penetrazioni con l’indice. Per un attimo Veronica si girò verso Adriana e, sorridendo, le fece capire che apprezzava molto e poteva osare di più.

Così ben presto si trovò ad unire due dita e penetrare il suo culetto. Veronica dal canto suo, spingeva il sedere per meglio accogliere quella stimolazione che sotto la lingua di Marina, la stavano facendo gustare il paradiso. Anche il respiro di Marina si faceva sempre più affannoso, sembravano sincronizzate. Fu bellissimo sentire i loro gemiti all'unisono recriminare un portentoso orgasmo che sarebbe venuto in pochi istanti. Adriana era nuovamente eccitata, in realtà non aveva mai smesso di esserlo ma, adesso aveva bisogna ancora di godere.

Marina si alzò per andare in bagno, seguita a ruota da Adriana e Veronica. Tutte e tre uscirono nude, incuranti di Andrea nella stanza con Beatrice, che sembravano aver smesso di scopare. Era fantastico vederle nude alternarsi sulla tazza del bagno e sentire gli scrosci l’una dell’altra. Era tutto perfetto, Adriana si sentiva appagata e felice.

Tutto ad un tratto sentirono bussare alla porta, era Beatrice. La fecero entrare di soppiatto per niente meravigliata del fatto che fossero tutte nude.

“Vi state divertendo senza di me maledette” disse Beatrice.

“Beh tu hai Andrea che vuoi?” fece acida Marina.

“Si ma mi avete abituata male con le dimensioni dei nostri amichetti……..godo anche con Andrea per carità, ma è diverso, cioè……” rispose Beatrice cercando di passare da un argomento ad un altro.

“Quali amichetti?” fece Adriana

“Non ti preoccupare che stasera te li presentiamo, non crederai che abbiamo finito?” rispose Veronica.

“Guarda non potevi darmi risposta più bella” controbatté Adriana.

“Veronica è proprio una porca” disse Beatrice ridendo.

Sentirono qualcuno gironzolare per il corridoio.

“Tieniti a guinzaglio il tuo moroso che dobbiamo uscire” disse Veronica rivolgendosi a Beatrice.

“Ah vuoi vedere?” disse Beatrice rivolgendosi ad Adriana tenendo in mano l’iPhone con una foto di un cazzo in primo piano.

“Mah…..Bea sei pazza?” disse Adriana sconvolta.

“Beh io condivido tutte con le mie amiche” rispose Beatrice.

“Penso che Andrea non chiederebbe altro” disse Marina.

“Se fosse per me lo farei felice ma voi lo fareste?” chiese Beatrice.

“Co…cosa? Ma state parlando seriamente?” chiese impallidita Adriana.

“Ed io sarei la porca?” disse Veronica, aprendo la porta del bagno con un sorriso malizioso.

Sentirono Veronica che nuda salutava Andrea per poi andare nella stanza.
Fecero altrettanto Marina ed Adriana divertite. Videro la faccia di Andrea incredula, come se fosse su “scherzi a parte”.
Appena entrate in stanza si misero a ridere per la situazione e sentirono dal corridoio la voce di Beatrice che l’etichettava come troie ridendo anche lei.

“Però è proprio carino Andrea………….hai capito a Beatrice……….” fece Adriana.

“Si ma è troppo un bravo ragazzo, non la fa godere abbastanza a Bea, è sempre attaccata alla mia fica” rispose Veronica sarcasticamente.

Bussarono alla porta della stanza. Beatrice aveva portato uno zaino e si congedò salutando “Divertitevi”.

Quello zaino era pieno di oggetti, oltre ai soliti falli di gomma e vibratori, c’erano palline cinesi, lubrificanti, manette e tante altre cosette. Adriana non aveva mai usato cose del genere e si aprì un nuovo mondo quando Veronica e Marina la fecero nuovamente godere con quegli oggetti peccaminosi. Ebbero diversi orgasmi ed esauste cominciarono a lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo.

Era notte fonda, quando sentì Veronica sgattaiolare dalla stanza. Probabilmente doveva andare in bagno, pensò Adriana vedendola uscire.
Passarono diversi minuti, anche lei doveva fare la pipì, e Veronica non tornava, così alzandosi per andare in bagno, scoprì che era vuoto. Vide delle ombre in cucina e si affacciò. Vide Veronica stesa sulla tavola della cucina e Beatrice intenta a leccarle la fica. Si accorsero di lei, la quale si congedò subito per andare in bagno “Buon proseguimento, scusate l’interruzione”.

“Buonanotte amore” rispose Veronica dolcemente.

Tornando verso il bagno si trovò Andrea di faccia.
“Scusami hai visto Beatrice?” disse a bassa voce.

Adriana lo prese per mano e lo trascinò in bagno per non disturbare le due amiche.
Chiuse la porta e gli disse di aspettare un secondo. Come se lui non ci fosse, si abbassò le mutandine e con un lungo scroscio svuotò la vescica.
“Allora?” fece Andrea
“Allora cosa? Lascia perdere avvicinati” disse Adriana maliziosa, pensando improvvisamente alla foto che Beatrice le aveva mostrato.
Andrea si avvicinò e non appena fu abbastanza vicino, Adriana in un solo colpo, gli abbasso i pantaloncini e gli slip.
“Che fai sei pazza?” disse allarmato Andrea.

Dal canto suo Adriana colse l’occasione per fare una cosa perversa e che, in testa sua, avrebbe dato modo a Beatrice e Veronica di stare insieme senza essere interrotte.
Senza nemmeno toccarlo, sentì sbattere il suo cazzo sotto il mento, poi aprì la bocca e cominciò a spompinarlo con gusto. Aveva davvero un bel cazzo ma rimase allibita quanto dopo nemmeno un minuto sborrò copiosamente nella sua bocca. Adriana aveva la bocca piena di sperma, stava quasi per vomitare, non le piaceva, aveva un sapore troppo forte, e lo sputò nel bagno con conseguenti conati di vomito.

“Ok vai in stanza e non dire nulla, Beatrice viene subito” disse disgustata Adriana.

Si sciacquò la bocca, si lavò i denti.
Si mise a letto e pensò che quella era stata una idea idiota, avrebbe dovuto dirglielo, non voleva distruggere tutto per quella cazzata.
Dopo poche ore lei e Marina si alzarono per andare a lavoro. Era uno straccio e non vedeva l’ora che arrivasse sera. Il giorno dopo era di riposo fortunatamente. La sera quando rientrò tutte le ragazze erano in cucina, Andrea era tornato a Napoli.

“Bea dovrei parlarti in privato” esordì Adriana.

“Devi parlarmi del pompino che hai fatto stanotte al mio ragazzo?” controbatté Beatrice.

“Mah …..oddio te l’ha detto?” chiese Adriana impaurita dalla sua reazione e dalla sua faccia seriosa.

Poi fece un sorriso e tranquillizzandola le disse “Il tuo è stato un gran gesto di amicizia volerti confessare e soprattutto un gran gesto farti arrivare in bocca……..ma come hai fatto ha un gusto disgustoso il suo sperma?”

“Oddio è vero mi sono dovuta trattenere per non vomitare” rispose Adriana.

“Si e adesso è convinto che posso farcela anche io, mannaggia a te” disse amaramente Beatrice.

“No, a parte tutto mi hai fatto un gran favore, ho la scusa per lasciarlo” disse ancora Beatrice abbracciando Adriana.

“Domani non vai a lavoro vero?” riprese Veronica incassando la risposta affermativa di Adriana con la testa.

“Bene, stasera allora noi donne ci divertiamo sole solette” esortò Veronica.

Ormai Adriana era entrata in quel giro peccaminoso che la portò ad avere orgasmi quasi tutte le sere. Passò i tre anni più belli della sua vita con loro. Non ci fu solo sesso, aveva trovato delle amiche con cui condividere tutto anche quando le loro strade si divisero. Una amicizia vera di quelle che durano per sempre
 
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Così ben presto si trovò ad unire due dita e penetrare il suo culetto. Veronica dal canto suo, spingeva il sedere per meglio accogliere quella stimolazione che sotto la lingua di Marina, la stavano facendo gustare il paradiso. Anche il respiro di Marina si faceva sempre più affannoso, sembravano sincronizzate. Fu bellissimo sentire i loro gemiti all'unisono recriminare un portentoso orgasmo che sarebbe venuto in pochi istanti. Adriana era nuovamente eccitata, in realtà non aveva mai smesso di esserlo ma, adesso aveva bisogna ancora di godere.
Marina si alzò per andare in bagno, seguita a ruota da me e Veronica. Tutte e tre uscimmo nude, incuranti di Andrea nella stanza con Beatrice, che sembravano aver smesso di scopare. Era fantastico vedersi nude alternarsi sulla tazza del bagno e sentire gli scrosci l’una dell’altra. Era tutto perfetto, Adriana si sentiva appagata e felice.

Ottimo racconto, ma come mai in questo punto (e solo in questo punto) parli di Adriana in prima persona?
 
OP
A

andromed

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Ottimo racconto, ma come mai in questo punto (e solo in questo punto) parli di Adriana in prima persona?

hai perfettamente ragione, mi sono immadesimato troppo in quella parte! :looksi:
Come giĂ  detto, gran parte dei miei racconti li scrivo in treno con il pad e qualche volta mi sconcentro.
Correggo! Grazie!
 

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