Una Nuova Sensazione

el_pacio

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Eravamo lì, in mezzo alla folla, la festa stava per cominciare. Io mi giro e chiedo: “Eu, ma Pippo che fine ha fatto? Oggi doveva offrire lui!” “Ah sì, l'ho chiamato e mi ha detto che faceva un po' di ritardo perché doveva passare a prendere la Gaia… Gioia... Giada... non mi ricordo il nome comunque sta arrivando.”
Lì per lì non ci pensai e non rimasi turbato, ma poi è arrivato ed era con Gioia e solo in quel momento realizzai... non era una persona qualunque era Gioia, una ragazza di cui ero un ottimo amico, probabilmente il migliore, a quanto sapevo l'unico con cui avrebbe potuto parlare di qualsiasi cosa, ed ovviamente ciò era reciproco; ma qualche anno fa litigammo per una cosa stupida e da allora non ci siamo più parlati, non ci salutavamo nemmeno lei smise addirittura di frequentare il nostro gruppo di amici, non so per quale motivo è accaduto tutto ciò ma è stato così.
Non mi immaginavo neanche lontanamente che quella sera portasse così tante novità... Non si sa perché, ma succede ogni tanto, che una cosa poco importante faccia cambiare il corso delle stelle; in fondo eravamo lì per festeggiare la fine degli esami e il 30 e lode di Pippo, che visti i risultati non è capitato poi così di rado, era come se fosse una festa in suo onore, anche se era una come tutte le altre organizzate dall'ateneo, non so più quante ne ho vissute ma so una cosa, questa non potrò dimenticarla. Era arrivato, aveva appena concluso il ciclo di esami nel modo migliore, offriva da bere e si era presentato con lei gli è bastata un'occhiata per dirci a tutti e due di non fare gli strozi e che quella sera ci dovevamo solo divertire, così dopo anni ci salutammo senza rancori, senza problemi... e chi se l'aspettava?
Decisi di bere, di dimenticare e di divertirmi, e questi sono i presupposti di una serata che sicuramente ha avuto uno sviluppo che non si poteva desiderare migliore, appena le prime birre ci furono entrate bene in circolo diventammo tutti più loquaci, andava tutto per il verso giusto. Sì, è vero io e Gioia non ci parlavamo ma nel gruppo c'era armonia... finché non arrivò lui, l'esatto stereotipo di guasta feste, si mise nel mezzo guardò prima me poi lei e ci fece sorridendo malevolmente: “ma voi non avevate litigato?... non vi parlavate più.” sapeva di aver messo il dito nella piaga tutti tra noi ci congelammo, pensai che aveva rovinato tutto rimesso in sesto le tensioni che c'erano prima, sono sicuro che non ero l'unico a pensarla così, a dare tutto ormai per spacciato, io non avrei mai avuto la forza di mostrarmi debole. Ma fortunatamente lei pensò in modo differente dal mio dimostrando invece una forza caratteriale immensa, perse parola e: “No, no in fondo erano cazzate, io e il Pacini ci vogliamo bene!”, una frase semplice, in cui aveva deciso di migliorare quello che era stato tra noi, aveva deciso da sola senza chiedere, non so come facesse a sapere che io ero d'accordo, neanche io lo sapevo, ma lei sì. Per rimarcare le sue parole si sporse in avanti e allargò le braccia per farsi abbracciare, allora io come attratto da una forza invisibile ma potentissima risposi, chinai leggermente la testa, non so perché ma mi era venuta voglia di piangere ma non esteriormente, nel profondo della mia anima, e ad un certo punto senza accorgercene eravamo lì abbracciati l'un l'altro che ci sussurravamo all'orecchio tutto quello che ci eravamo tenuti dentro per anni, sarà l'alcool, sarà la voglia do non rovinare una serata iniziata bene, ma avevamo sorpassato un problema irrisolto da anni.
Nel corso della serata mi accorsi però che non eravamo tornati quelli di prima, eravamo in qualche modo cresciuti, non eravamo tornati amici, eravamo diventati complici.
Altri due o tre giri di birra e ci ritrovammo soli in mezzo alla folla, dei nostri chi era andato a ballare chi si era appartato in compagnia e chi era già tornato a casa... eravamo lì e parlavamo e ridevamo parlavamo di tutto, vacanze, avventure romantiche, amori finita bene e male, e alla fine senza saperne il motivo eravamo entrati nell'argomento tabù... il sesso. Ci eravamo persi di vista quando ancora eravamo alle prime esperienze, ma ora era passato del tempo... non immaginavo che avesse fatto così tanti passi in avanti, mi aveva superato, io alla fine mi sono sempre aperto a qualsiasi esperienza, forse per nascondere la mia debolezza, e quindi di ciò che non mi piaceva, facevo un uso quasi retorico in modo da allentare l'imbarazzo del discorso, ma lei no, le sue parole erano pure riflettevano alla perfezione ogni suo desiderio più intimo, mi entravano nella mente e mi aprivano le porte di un universo fatto solo di piacere, mi fece capire come raggiungere una specie di illuminazione sessuale e di come non dovevo concentrarmi sulle sensazione ma di viaggiare con la mente all'interno del mio corpo e incorporare piacere da ogni millimetro del mio corpo fosse esso l'intimo, come il tallone o la punta più estrema di ogni mio singolo capello.
Mi afferrò per la giacca e mi tirò a se e sussurrò: “Vieni, andiamo più in là ti mostro ciò di cui stiamo parlando...” non me lo feci ripetere, il mio corpo era già pronto lo sentivo premere contro il tessuto dei jeans e mi stava facendo male, uno di quei dolori dolci talmente leggero che dava piacere... ci fermammo di punto in bianco eravamo isolati dal resto del mondo e lì mi guardò, mi fece capire la sua superiorità dal punto di vista sessuale, io non mi sarei immaginato neanche lontanamente una cosa simile, mi prese la testa con una mano appoggiò delicatamente le sue labbra alle mie e sussurrò: “hai visto solo così sono riuscita a farti venire, pensa a cosa riuscirò a fare se tu me ne dessi l'opportunità...” simultaneamente fece sfilare l'altra mano dal mio ventre fino giù dentro i boxer e solo allora mi realizzai che aveva ragione ero già venuto prima che lei mi toccasse, avevo riempito le mutante di sperma caldo che lei usava come fosse un unguento per massaggiarmi lentamente prima il cazzo dall'altro verso il basso riuscivo a sentire ogni millimetro che le sue dita scivolavano sulla mia cappella... come se fosse la prima volta che mi venisse toccato... senza accorgermene avevo già il fiato corto mai avevo provato una cosa simile... lei imperterrita fissando i miei occhi increduli proseguì giù fino alle palle, era di una delicatezze disarmante ma allo stesso tempo ferma e decisa.
Soffiò leggermente sulle mie labbra come se volesse risvegliarmi da una sorta di trans in cui ero caduto e così feci, la fissi negli occhi mi avvicinai e la baciai. Appena mi staccai da lei con un movimento fluido raccolse un po' di liquido dai miei boxer con la punta di due dita e se lo portò alla bocca, strusciò le dita sul labbro inferiore, e con la bocca appena aperta chiuse gli occhi e con la lingua andò a raccattare ciò che era rimasto sul labbro, come se dovesse gustare l'ambrosia degli Dei, il nettare divino; a quella visione sentii il cuore pompare sangue l'uccello indurirsi come non mai stavo impazzendo dal piacere e dalla curiosità per una persona che mi aveva fatto godere di già senza toccarmi e che mi aveva promesso dell'altro... non sapevo cosa, le avrei permesso di farmi qualsiasi cosa ero totalmente in sua balia.
Una volta finito l'assaggio, apri gli occhi di scatto e mi fissò, mi spinse leggermente per farmi sdraiare sulla discesa d'erba che avevo alle spalle lei si inginocchiò davanti a me continuando a guardarmi mi slacciò la cintura, il bottone dei pantaloni e alla fine la zip... apparirono le mutande, ancora più tese dei jeans macchiate dalla sborrata precedente, le afferrò con tutta la mano e le abbassò mettendo così in mostra il mio cazzo che mai avevo visto così lungo e duro ero eccitato come mai prima di allora, era ancora lucido dai fiotti di sperma posati su di esso, alzai lo sguardo e mi accorsi che lei non stava più guardando me ma la sua attenzione era preda di ciò a cui aveva lavorato e che finalmente era alla sua portata... nei suo occhi si riflettevano le fiamme dell'inferno come negli occhi di un predatore quando sta per partire all'attacco, davanti a lei il suo obiettivo... fu un attimo che a me sembrò durare secoli, ma poi senza che io facessi il minimo movimento, in un sol gesto aprì la bocca e si abbasso andò a recuperare il resto di quel nettare divino che si era lasciata indietro, iniziò con la lingua dalla base fino alla punta, proseguì prendendolo tutto in bocca... io stavo per impazzire potevo sentire distintamente ogni suo movimento il calore della sua lingua sulla mia cappella mi faceva tremare, lo scorrere delle sue labbra per tutta la lunghezza mi trasmettevano dei brividi lungo tutta la schiena... mi sentivo diviso una parte di me sentiva come la dolce tortura dopo che sei venuto e continuano a stimolarti l'uccello, mentre l'altra percepiva un'altra imminente esplosione che però riuscii a contenere facendo forza con i muscoli del bacino. In quel preciso istante, come se mi avesse letto nel pensiero si fermò, si tirò su, mi guardò e mi disse non ti trattenere so quello che faccio, lasciami il controllo, non te ne pentirai... senza dover aspettare una mia risposta, sapendo già di avere il totale controllo su di me mi prese la verga con forze e con la mano iniziò lentamente ad andare in su e giù, poi si avvicinò con le labbra alla mia cappella e la baciò, tirò fuori la lingua e iniziò a disegnarci sopra con la saliva dei piccoli cerchi con un movimento a spirale che partì dalla punta e arrivo a ricoprire tutto il glande... e intanto con la mano aveva aumentato il ritmo io non resistevo più stavo per venire nuovamente, la mano ora era diventata rapida, ritrasse la lingua e con le labbra andò a chiudere il glande per essere certa stavolta di non perdere neanche la più piccola parte del frutto del suo lavoro su di me, appena serrò le labbra intorno al mio uccello crollai iniziai a venirle in bocca un fiotto dopo l'altro, uno schizzo copioso a seguirne uno ancora più forte, fino a che le riempii la bocca e in quel momento si staccò mi guardò fisso negli occhi, ingoiò tutta la mia sborrata come se fosse l'ingrediente segreto di una ricetta speciale, aveva solo un rivolo che le colava dal lato della bocca, continuando a fissarmi mi disse: “per oggi mi basta, ma domani potremmo rivederci, ho ancora tanto da mostrarti e soprattutto ne voglio ancora...” tirò fuori la lingua e raccattò ciò che stava colando, poi guardò il mio cazzo e si accorse che ne era rimasta qualche goccia sulla cappella, come l'ultimo boccone inaspettato del suo piatto preferito ci si butto, lo raccolse con la lingua e lo fece suo... si alzò, mi diede appuntamento per l'indomani, si girò e se ne andò...
elpacio
 

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