Racconto di fantasia Un’inaspettata estate in barca (III parte)

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Un’inaspettata estate in barca (III parte)


9. Una serata di burrasca.


Da quando il “Galiote” aveva mollato gli ormeggi dal porto di Genova, sui suoi ponti, nelle sue cabine e nelle sue sale erano avvenute cose degne di una love boat, ma il meglio doveva ancora arrivare...

Infatti, una di quelle sere in cui tutto sembrava portare stancamente all'ennesimo epilogo di una giornata di pioggia, mentre fuori tirava da quasi una settimana aria di burrasca e il panfilo era ancorato in porto, nessuno a bordo sembrava aver voglia di scendere a terra per cercare un qualche svago.
Allora, ci pensò don Vincenzo a trovare il modo per ravvivare l'atmosfera... Radunò tutti i suoi ospiti, compreso lo skipper, nella sala adibita a palestra:
- "A quanto pare, miei cari, il tempo non è dalla nostra parte... Una noia mortale... Ma sono sicuro che le nostre signorine, e lei signora", disse sorridendo ad Alice e a don Carmine, "saprete come riscaldare l'atmosfera...".
Fece una lunga pausa, in cui tutti trattennero il respiro, si grattò pensieroso il capo, e poi gioiosamente:
- "Un bel footjob contest è quello che ci vuole!".
Non lo disse a chiare lettere, ma era palese che la giuria sarebbe stata composta da lui, da don Carmine e da Akil che sarebbero stati trastullati dalle "cure" delle tre ragazze...
In realtà, quella era un'idea che frullava per la testa di don Vincenzo già da un pò, tanto che da giorni aveva chiesto ai suoi ospiti maschi, durante una delle frequenti "osservazioni" delle fanciulle che prendevano il sole nude:
- "Signori, non voglio entrare nella vostra intimità, ma vi pregherei, per i prossimi tre giorni, di evitare di concludere le vostre riunioni amorose facendovi svuotare i testicoli... Ho in mente qualcosa che ricorderemo per parecchio tempo... Vedrete… Seguite il mio suggerimento e non ve ne pentirete...".

Così, quella sera, era giunto il momento di mettere termine a quel "sacrificio".
La sala era stata sistemata con delle poltroncine molto ampie, accoppiate frontalmente e in gruppi di tre, in modo tale che ciascun uomo sedesse affacciato a una donna.
Poi, da perfetto cerimoniere, don Vincenzo annunciò il sorteggio che avrebbe abbinato i partecipanti, e che portò ad associare Betty con don Carmine – il quale non ne "godeva" dai tempi del pub dello zio Luca –, Fabiana con Akil, e Alice con lui stesso.
Infine, chiamò tutti i “concorrenti” a prendere posto secondo le sue indicazioni, e disse:
- "Signori maschi, potete denudarvi, e voi ragazze date libero sfogo alla vostra fantasia!".
Le fanciulle, invece, erano già pronte, poiché dal "giorno della trappola" era stato richiesto loro di non usare a bordo alcun abito né costume...

Finalmente, tutti si accomodarono... I maschi, allargarono le cosce per rendere ben raggiungibili alle loro “compagne di gioco” i membri già pienamente eretti, mentre le donne distesero le gambe per raggiungere con i piedi quegli "oggetti" che sarebbero stati i dispositivi per la competizione.

Delle tre, la prima a scendere nell'agone fu Elisabetta: forse la migliore con quella “specialità”, poiché aveva due piedini spettacolari, affascinanti, perfetti nella forma, abbronzati e ben curati, con caviglie sottili e delle dita lunghe e snelle; quella sera, poi, si presentò in stato di grazia, con uno smalto alle unghie giallo pastello, che ammaliò già a prima vista don Carmine…
Il quale, prese in mano una di quelle estremità e posò attentamente lo sguardo su di essa, mentre Elisabetta – svelta – gli porse anche l’altra, incoraggiandolo:
- "Su, ti prego, non ti fermare, hai delle mani fantastiche...".
L'uomo, allora, vi si approcciò con maggior dedizione, e con un massaggio incerto ma delizioso, e la consistenza di quei piedini adagiati tra le sue mani gli provocò una ulteriore, decisiva erezione.
Betty, sorridendogli timidamente esclamò:
- ”Ma... è stato per merito mio? Sono stati i miei piedini a causare tutto questo?”.
E mentre ancora stava parlando, la giovane lo fissò dritto negli occhi e intanto abbassò l'altro piede tra le gambe di lui, esercitando infine una leggera pressione sulle palle, che gli suscitò una smorfia appena accennata.
Intanto, don Carmine taceva, e lei si divincolò dalla stretta delle sue mani, alzò una gamba e – con il piede che era rimasto prigioniero tra le mani dell'uomo – gli accarezzò una guancia.
Gli chiese:
- "Ti piace? Dimmi, vuoi che faccia per te qualcosa di particolare?".
Poi, scese a sfiorargli le labbra con l’alluce, e infine tornò ad esplorare tutti i misteri dell’essere maschio...
Queste "manovre", mandarono in visibilio don Carmine, con Betty che cominciò a strofinargli la cappella tra la pianta di un piede e il collo dell’altro.
Lentamente, e poi prendendo sempre più velocità, e poi ancora piano... Quel cazzo divenne un candelotto d'acciaio, pulsante e con le vene che sembrarono squarciarsi, fin tanto che caldi zampilli non cominciarono a schizzar fuori e a ricoprire i piedini della ragazza, come giusto “onorario” per la sua eccellente prestazione.
- "Aaahhh... Vengoooo", urlò l'uomo al culmine di quella tumultuosa esibizione.
E, dopo essersi leggermente ripreso, rivolto a Betty, con un filo di voce:
- "Brava... Non avrei mai immaginato di poter vivere in prima persona una cosa simile... Tuo zio, può essere orgoglioso di te...".

Accanto alla porno-dottoressa, Fabiana mise in campo con Akil tutta la sua energia per dimostrare quanto anche lei fosse abile...
Trovandosi di fronte un uccello di dimensioni a dir poco ragguardevoli, non riuscì a trattenere tutta la sua meraviglia:
- “Ma è bellissimo… E’ enorme… Aveva ragione Elisabetta a raccontarci tutti quei particolari così eccitanti…”
I suoi piedini, taglia n. 36, anch’essi con belle dita, erano curatissimi, sovrastati da una caviglia fine, e chiamavano automaticamente alle seghe anche chi non era espressamente un feticista dei piedi femminili.
Insomma, erano fatti proprio per il footjob...
Comoda sulla sua poltroncina, li cacciò subito sul pube di Akil. Il nero, sperimentò immediatamente delle sensazioni uniche ad avere addosso e tra le mani quelle estremità così seducenti, che lo fecero letteralmente impazzire…
Da parte sua, anche Fabiana era estasiata, le piaceva farsi massaggiare i piedi, e si scoprì feticista pure lei.
Lo provocò:
- "E così, i miei piedini ti fanno questo effetto? Caro mio, Non hai ancora visto niente… Ora, leccameli!".
Stordito dalle sue parole, il giovane rimase immobile, con lei che gli piantò un piede fatato sulla bocca.
Poi, Akil cominciò ad obbedire, passando la lingua su tutta la pianta del piede di lei, poi tra le dita, e constatò che profumavano di una fragranza assolutamente naturale!
Ad ogni pennellata, lei ansimava, specie se lui la solleticava leccando quella parte compresa tra il pollice e l’indice.
Per stimolarla a fare meglio – ma non ce ne sarebbe stato comunque bisogno, Akil le disse:
- "Sono certo che sei la regina del footjob... Su, cagnetta bianca, datti da fare...".
E Fabiana gli rispose:
- “Cagnetta lo dici alle tue amichette che hai lasciato in Africa... E adesso vedrai cosa significa andare in paradiso… dei miei piedi, tutti se ne innamorano e li trovano sexy, persino io!”, e soffocando un risolino si mise all’opera su un’erezione paurosa.
Ma Akil la interruppe subito, e in silenzio si chinò a “lubrificare” le estremità di Fabiana con la sua saliva:
- "Non volevo offenderti, scusa...", le disse.
Così preparati quei piedini, la ragazza prese ad usarli per tastargli le palle, e ogni tanto li bloccava facendo si che i suoi testicoli finissero deposti sul collo del piede.
E ancora, li fece scorrere lungo tutto il pisello…
Nonostante che fosse principalmente lui a dover godere, Fabiana si entusiasmò anche lei stessa nel vederlo assaporare il piacere dei sensi.
Poi, portò entrambi i piedi intorno alla sua asta, e lentamente la fece scivolare in su e in giù.
Con i suoi sensibilissimi piedini, lo sentì pulsare, lo vide scappellarsi la in mezzo e poi ricoprirsi, e vide Akil quasi allo stremo.
Ogni tanto, era lui ad afferrarle le caviglie, e a spingerle come un forsennato – tenendo i talloni stretti sul pene – verso il suo pube. Dio quanto godeva, quanto gli piaceva farsi pompare il cazzo tra quei paradisiaci piedi!
Dopo svariati minuti, Fabiana sentì quell’enormità contrarsi e indurirsi sempre più.
Fu allora che Akil se lo sfilò da in mezzo a tanta morbida bravura e iniziò a spruzzare sborra a più non posso.
Sembrava non riuscisse a fermarsi, e forse non voleva, mentre lei sentì e vide i suoi piedini ricoprirsi di un liquido caldo, e a volte denso, a volte liquido, e a volte cremoso.
Faby si accorse che aveva la micetta fradicia: era diventata un lago la sotto...
Tutti e due vennero… Vennero e godettero!

Anche Alice seppe dove mettere le mani con l’uomo che le era stato affidato, don Vincenzo.
La ragazza, era forse – sotto questo punto di vista – la meno "dotata", ma non ebbe esitazioni...
Aveva anch'essa dei piedini belli, ma non eccezionali, e quella sera fin da subito un aroma intenso e arrapante invase le narici di don Vincenzo, e lo mandò in estasi.
Cominciò a leccarli, leggermente sudati, a succhiarli, a morderli... Li assaporò in tutto il loro gusto, e li ciucciò con grande trasporto.
Smaltati di un rosso fuoco, lo avevano eccitato fin dall’inizio. Lei gli mise un piedino sul pisello ed esclamò sorpresa:
- "Però... È bello duro il tuo amico... E mi sembra anche un bel coso...".
In una frazione di secondo il boss era con il cazzo durissimo e completamente scappellato.
Alice, lo fissò per un po', poi lo tastò con un piedino provocandogli un piacere immenso e infine si decise: se lo infilò tra le piante dei piedi, e iniziò a praticargli un pompino con i fiocchi:
- "Aaaa... Siii... Vai cosi, Alice... che sei grande!".
- E lei:
- "Ti piace eh?, porco...".
Fece scorrere quei piedini angelici lungo quell'arnese per un bel po', finché poté ammirarlo raggiungere l'orgasmo.
Alice continuò la stupenda sega, poi gli disse:
- "Ohh, siii... dai sborra... Sborrami sui piedi, dai... Sborraaaa...".
E Akil le imbrattò le estremità, ma stranamente molto meno di quanto avevano fatto i suoi “colleghi” con le altre due… Quando si fu riavuto, la guardò con indulgenza e le confidò:
- “Porcellina, non è proprio la tua specialità…”.

Finito che ebbero tutti e tre i maschi di godere, chi più chi meno, don Vincenzo ordinò a procedere con dei nuovi “accoppiamenti”, fino a che tutti non avessero “provato” le abilità di ciascuna femmina.
Poi, fece una proposta – subito accettata dagli uomini – di concedersi ciascuno i piaceri di una doppia coppia di piedini su ciascun cazzo.

Anche le ragazze ne furono entusiaste, e così iniziarono… Per brevità, vi racconterò qui ciò che accadde al padrone dello yacht quando sul suo uccello si “avventò” la coppia migliore, Fabiana ed Elisabetta, che si esibirono in un "footjob acrobatico".
Difatti, le due puttanelle si stesero a terra a pancia sotto, reclinando leggermente le gambe verso i glutei ed agitando nervosamente le dita dei piedi.
Si diedero un segnale, e poi presero a compiere con padronanza un sensuale massaggio circolatorio, ciascuna su un testicolo, usando semplicemente gli alluci.
Al tatto, poi, sfiorando appena con le punta delle dita la pelle dello scroto, riuscirono a provocare nell'uomo quasi uno stato di incoscienza indescrivibile.
Senza bisogno di guardarlo in viso, le due udirono don Vincenzo che cominciava ad ansimare, e Fabiana – con la sua solita sfacciataggine – gli chiese:
- "Ti piace, eh!!??".
E lui, questa volta rivolto ad entrambe rispose, a fatica:
- "Continuate, vi prego... È una bellissima tortura...".
Allora, mentre Fabiana gli artigliò l'asta sul lato dorsale, Betty iniziò a frizionare energicamente il frenulo. Non lo mollarono nemmeno per un istante, e quando la cappella cominciò a "battere" pericolosamente la" dottoressa" – che ben conosceva la fisiologia dell'organo – rallentò l'azione...
Si scambiarono anche i ruoli, ma l'uomo dimostrò di gradire di più il piedino fatato di Fabiana. A occhi chiusi, per gustarsi fino in fondo quelle emozioni, la implorò:
- "Faby, dove sei? Il mio cazzo vuole essere aggredito dai tuoi piedini... torna al tuo posto...".
Così, ripresero ciascuna a svolgere i compiti in cui potevano dare il meglio di sé, ma questa volta si prodigarono in un sali-scendi simultaneo e speculare lungo tutta l'asta.
Lo spettacolo di quei piedi vogliosi, che si muovevano sempre più freneticamente, fu da applausi, e infatti non ci volle molto perché don Vincenzo, stringendo i pugni e irrigidendo tutte le sue membra, urlasse come un ossesso:
- "Siiiiiiii... Sto venendooo!!!! Aaahhh...".
Poi, eruttò anche l'anima, tanto sperma che andò a bagnare non solo quei piedini che l'avevano fatto godere, ma anche le caviglie di entrambe...
Infine, quando le ragazze si voltarono ad ammirare compiaciute il frutto del loro lavoro, lui – complimentandosi con entrambe – le disse:
- "Vi siete davvero superate... Dovremmo farlo più spesso...".

Era l'alba, e la burrasca si era finalmente placata, quando tutto finì per la stanchezza dei partecipanti... E siccome, chi più chi meno, quei corpi si trovavano messi davvero male, per recuperare almeno parzialmente un po' di tonicità e soprattutto per lavarsi di dosso la sborra che nel frattempo si era rappresa, il "padrone di casa" propose un tuffo a mare ristoratore. Ma Alice non si era dimenticata della sfida proposta da don Vincenzo, e interrogò con fare sbarazzino i maschi:
- "Allora, chi è stata la più brava?".
Sperava di ottenere lei la "vittoria", ma – con suo grande disappunto – questa fu appannaggio della sua cameriera-rivale.
Infatti, i due boss non ebbero dubbi:
- "Ragazze, siete tutte e tre delle incredibili troie, ma la più porca di tutte stanotte è stata...".
Si interruppero e si guardarono, per creare una suspense che montava di momento in momento... Poi, fu don Vincenzo a proclamare:
- "Aliceeeeeee!!!".
Betty, delusa, fece spallucce: ce l'aveva messa tutta, e in fondo si era anche divertita...
Fabiana, invece, non la prese affatto bene... Scoppiò in lacrime, e corse da don Carmine:
- "Ma come, padrone, tu dici sempre che sono insuperabile? Non è possibile!".
E mentre Alice saltava allegramente presa da una gioia irrefrenabile, don Carmine prese da parte Fabiana e le disse:
- "Abbi pazienza, e vedrai che anche tu avrai la tua parte...".
Infine, dopo quel fuori programma, Alice domandò:
- "Allora, cosa ho vinto? Voglio il mio premio!".
E don Vincenzo, maestro nel "dire-e-non-dire", le rispose:
- "Lo saprai domani sera, vero don Carmine? Da parte mia, posso dirti che é una cosa che desideri da tanto tempo".
E detto questo, se ne andarono tutti a dormire, stanchi morti...

10. Il premio di Alice.

Fino a quel momento, Fabiana aveva già messo in luce molte delle sue risorse, ma non era ancora pienamente sbocciata come "femmina da letto".

Il pomeriggio di quello stesso giorno, mentre la “porno-cameriera” e Betty si trovavano languidamente distese a prendere il sole, don Carmine chiamò da parte la sua ragazzina... Non riuscì a resistere, e così le spiegò la natura del premio che avrebbe "riscosso" di lì a poche ore...
Se la prese sulle ginocchia, e mentre lei lo legava forte con le sue esili braccia, le disse:
- "Bimba mia, è arrivato il momento di scartare il tuo regalo... Ricordi? Me lo hai chiesto tante volte, ed io l'ho difeso strenuamente da chi te lo avrebbe sciupato... Stasera, la Faby sarà tua in ciò che ha di più prezioso...".
Alice, dapprima si mise la mano davanti alla bocca per non urlare di gioia, e poi sottovoce replicò:
- “Il suo culo vergine! Waooooo…”.
E l’uomo:
- “Ebbene si, ma attenta, che nessuno lo deve sapere fino ad allora!”.
La fanciulla, come gesto di ringraziamento, lo baciò sulla bocca con tutto l'amore di cui fu capace, e lo rassicurò:
- "Stai tranquillo papi, sarà un segreto tra noi due... e una sorpresa per tutti...".
Don Carmine, però, temendo che Alice non avesse ben capito la situazione, ci tenne a precisare:
- "Cara la mia pupetta... Ricordati, che don Vincenzo voleva lui quella primizia, e quindi gli dovremo concedere comunque qualcosa... Pensavo che dopo che te la sarai posseduta per bene, voi due potrete farle fare una bella doppietta... Tu, ti terrai il suo culetto, e a lui concederemo la stretta fichetta…".
La ragazza non si aspettava questa condizione, e ne restò spiazzata, ma accettò di buon grado, consapevole che quell'altro uomo così potente non andava scontentato.
Subito dopo, però, riflettendo sulla generosità del suo compagno, non riuscì a tacergli tutto il suo tormento:
- "E tu? La Faby era la tua bambolina; sei stato proprio tu a regalarmela, ed ora ci fai giocare anche quel maiale... E va bene... Ma tu? Non ci fai niente?".
Don Carmine le sorrise quasi paternamente, e poi aggiunse:
- "Non ti preoccupare per me... Io mi godrò lo spettacolo da fuori... Mi basterà vedervi felici a te e a quella puttanella... Oddio, lei proprio felice non sarà, almeno all’inizio…".

Dopo averle dato un gran bacio con la lingua, congedò la sua donna e invitò Fabiana a raggiungerlo.
La piccolina del gruppo, era ancora un pò imbronciata con il suo "datore di lavoro" per non averle fatto vincere la gara, ma tutto si sciolse come neve al sole, poiché la ragazza era consapevole di quanto l’aveva aiutata in quegli anni.
Il boss, allora, le mise le mani sulle spalle, la fissò con uno sguardo severo, e carezzandola affettuosamente cominciò a parlare:
- "Carissima, oggi sarà il tuo gran giorno… Tu sai che ti ho affidata ad Alice, e devo dire che con la sua esperienza ti sta facendo fare passi da gigante… Ebbene, stasera avrai il tuo “battesimo” definitivo… Sarà proprio la tua amichetta a prendersi la tua verginità di dietro… Ci sarà anche dell’altro, ma non voglio dirti tutto…”.
Fabiana non seppe cosa dire… Aveva il cuore in subbuglio che le batteva a mille… Era impaurita, ma allo stesso tempo quella notizia l’aveva fatta bagnare, provò dei crampi al basso ventre, e dalle labbra serrate della passerina cominciò a scendere goccia a goccia tutta la sua emozione…
Quando don Carmine se ne accorse, scherzosamente le disse:
- “Guarda, guarda la mia porcellina… Vedrai che faremo un gran figurone con don Vincenzo!”.

E finalmente giunse la sera… Tutto era pronto, perché Alice – quel pomeriggio – aveva provveduto a procurarsi il necessario. Solo Akil non era presente, poiché don Vincenzo stabilì assieme al suo “collega” che quel momento doveva essere vissuto in una cerchia stretta di “eletti”…
Questa volta, in palestra, due di quelle poltroncine della sera precedente erano state sistemate l’una a fianco all’altra, e di fronte a loro, a circa 2 metri, un tappeto da ginnastica color blu su cui era adagiato un arnese che aspettava l’evolversi dei fatti…
Don Carmine, con al suo fianco Alice da una parte e Fabiana dall’altra, fece il suo ingresso, ed andò ad accomodarsi – assieme a don Vincenzo, che era stato volutamente lasciato all’oscuro di tutto – per godersi quello spettacolo che si preannunciava davvero elettrizzante…
Le ragazze, invece, si sistemarono sul tappeto di gomma, e Fabiana apparve subito incuriosita da quella strana imbracatura di cuoio da cui affiorava un oggetto che riproduceva alla perfezione una sorta di membro maschile di silicone, ma la sua tensione emotiva, adesso, era tutta diretta e concentrata su ciò che stava per accadere...
Infatti, senza dar peso alla presenza dei due maschi, Alice prese a coccolare morbosamente il corpo dell'amica: quella che apparentemente poteva sembrare poco più di una bambina, aveva 21 anni e un fisico da favola…
La più grande, girò poi alle spalle dell'altra, la fece sistemare bene sulle gambe, e le appoggiò le mani sui fianchi; con la sinistra la fece piegare a novanta gradi, mentre la destra – accarezzandole le natiche – andò a toccaròe sfuggevolmente lo sfintere, suscitandole un fremito misto di piacere e fastidio. Le chiese, diretta:
- "Faby, dimmi la verità, tu... l’hai mai fatto?", alludendo chiaramente a darsi soddisfazione penetrandosi il secondo canale con le dita...
La "piccola", senza pensarci troppo, ma vergognandosi come un cane, le urlò:
- "Mio dio, Aly, ma che dici? Certo che no...".
Forse, ancora non aveva capito bene quello che le aveva detto don Carmine solo poche ore prima, ma Alice non le diede il tempo di riflettere che – con una mossa di karate – la fece cadere a terra, con la pancia a contatto con il tatami e lei le precipitò perfettamente sopra.
Con un sussurro, le mormorò all'orecchio:
- "Stai tranquilla, che non ti farò male... Piano piano, ti farò diventare una femmina completa, come a suo tempo hanno fatto con me... Vedrai che poi ti piacerà, anche più che prenderlo nella tua fichetta stretta...". E così dicendo, si sollevò da lei e la voltò con un colpo deciso.
Le gambe di Fabiana erano distese e parallele... Alice la prese per le caviglie, e le fece salire su fino a che le ginocchia non andarono a ripiegarsi sul ventre... Poi, facendo pressione all’altezza delle rotule per vincere la resistenza della giovane, le allargò le cosce e scoprì definitivamente la bella micina, con un gran monte di venere assai sviluppato e ricoperto da una discreta peluria.
La padroncina la guardò rapita, e – posando come una piuma la destra sulla pancia dell’altra – le disse:
- "Ma che bella maialina che sei Faby… mi piace la tua pellicetta!".
Don Vincenzo, allora, dovette ammettere che le parole della ragazza erano assolutamente appropriate, e – rivolto all’amico – gli sibilò:
- “Quella pelosa mi fa impazzire… Complimenti, ti tieni in casa una puttanella che tiene un tappetino incredibile… Chissà quante volte ne avrai approfittato!”.
Ma don Carmine dovette tristemente ammettere:
- “Macchè… Quella troietta fu il regalo di compleanno di Alice, e lei ne è gelosissima…”.
Intanto, Alice si leccò prontamente e con attenzione due dita con la lingua, e le strofinò lungo tutta la fessurina di Fabiana... Con un risolino colmo di entusiasmo, le indicò le grandi labbra socchiuse e si complimentò:
- "Ehi, ha proprio un bel sorriso!".
E chinandosi su di lei, fece aderire a ventosa la sua bocca sui genitali esterni della fica di Fabiana. Alzò gli occhi, e vide montare l'eccitazione dell'amica, e sentì il suo "fiorellino" ingrossarsi.
Don Carmine, a questo punto, non riuscì a trattenersi, e quasi a parlare tra se e se:
- “Se potessi succhiarla io, eh… Sembrano due luride lesbiche… Io si che la saprei far divertire come meriterebbe… Il fatto è che sono troppo generoso, ma aspetta che mi capita a tiro e le faccio pelo e contropelo! E’ proprio sprecata…”.
E il “collega”, di rimando:
- “Già, amico mio… Avrebbe bisogno di essere cavalcata e domata da un vero uomo…”.
Allora, con quel sapore ben marcato nella sua mente, Alice si bagnò nuovamente le dita e gliele ficcò di botto in vagina… La ragazzina – presa alla sprovvista, poiché non era più vergine davanti ma molto stretta – urlò di dolore, ma subito dopo squirtò tantissimo il suo succo di femmina.
Ad Alice non parve vero poter gustare tutti quegli umori: estrasse la mano fradicia dall’intimità di Fabiana, si lecco accuratamente le dita tutta eccitata e infine la apostrofò:
- "Sei troppo puttana!”.
I due maiali, con i cazzi in mano ben stretti, si fermarono quasi all’unisono, si guardarono negli occhi:
- “Ecco… Puttana è la parola giusta! Se non fossimo nati con sessant’anni di ritardo, l’avrei vista bene in una casa di tolleranza”, disse don Vincenzo…

La ormai prossima “sverginatrice” si rese conto che quello era il momento giusto per agire e prendersi il "premio" tanto agognato...
Così, con addosso solamente una guepiere che le lasciava scoperto il seno e delle autoreggenti nere che esaltavano le sue cosce meravigliose e la sua fica nuda, Alice prese quell'oggetto che aveva tanto incuriosito Fabiana: uno strapon di ultima generazione, corredato di un fallo nero e molto realistico di 25 centimetri, irregolare e con una cappella enorme, che le aveva regalato don Carmine... Lo indossò, e si accostò alla giovane affinché lo succhiasse per lubrificarlo il più possibile.
Senza tanti altri preparativi, Alice allargò bene le chiappe alla troietta, e – sempre in posizione supina – lo appoggiò allo sfintere di lei, facendola delirare dalla lussuria.
Fabiana considerò che stava per perdere la verginità anale, e che anche l'ultimo baluardo stava per cadere sotto i colpi della sua cara amica...
La supplicò:
- "Ti prego, non farmi male...".
E Alice:
- "Rilassati, e ora chiudi gli occhi...".
Fabiana obbedì, e nel mentre le corse un brivido lungo la schiena al solo pensiero che di lì a poco la sua padrona l'avrebbe “impropriamente” aperta in due.
La donna del boss riprese:
- "Che voglia di spaccarti il culo... Non sai da quanto aspettavo questo momento...".
Finalmente, don Carmine si risvegliò da quel torpore sessuale:
- “Ora si che ti riconosco, bambina mia… Fatti onore, e fai onore al tuo papino…”
E tenendola ferma per i fianchi, Alice diede una botta di reni fortissima che quasi le fece penetrare i cordini dello strapon dentro la sua fica... Con grande fatica, quel dildo che la ragazza sapeva usare così bene sprofondò nel culo di Faby e la impalò in profondità, con decisione, facendola piangere e gridare di un dolore accecante.
Lo sfintere aveva ceduto, e la sua fica stava eruttando una infinità di orgasmi che mai prima di allora aveva provato... Quella inculata era avvenuta praticamente a secco, e senza nemmeno un dito che preparasse la strada!
Alice rimase a lungo con il suo pube premuto sulle natiche di Fabiana, per farla abituare a quel corpo estraneo che si era introdotto per la prima volta nel suo intestino... Piccoli movimenti circolari tentarono di dilatare l'ano, di modo che potesse cominciare a pomparla con più facilità...
Contemporaneamente, la troietta aveva cominciato a spingere il suo "lato b" verso lo strapon per farlo scendere dentro il più possibile, e godere il più possibile...
Fabiana sentì allora lo sfintere avvolgere strettamente il cazzo di silicone, e le sembrò che le budella stavano per dissolversi, ma ebbe lo stesso la forza di dire alla sua compagna di gioco:
- "Per carità, Aly, non fermarti, spingi più forte...".
I due uomini sgranarono gli occhi, non sembravano quelle parole da stare in bocca a una donna, ne tanto meno a una ragazzina della sua età… E don Carmine, che credeva di conoscerla bene, le lanciò un:
- “Hai capito la santarellina! Prima ha paura di sentire male e poi chiede di essere sfondata! Ehi, Alice, accontentala, vacci giù forte!”.
Così la padrona arretrò di qualche centimetro nel culo di Fabiana per poi spingere con ancora più violenza verso il fondo, e ripetè queste “manovre” fino a quando non avvertì chiaramente che la mucosa del retto non cominciava a cedere.
Poi, iniziò a pomparla con tutta la forza di cui era capace: le finte vene di quel dildo massacrarono definitivamente la mucosa del retto, e la giovane ormai era presa da un entusiasmo incredibile, e il dolore andava di pari passo con le sue venute...
Dopo poco, iniziarono a gemere e a gridare entrambe come delle indemoniate, noncuranti che li davanti a loro c'erano due uomini che si stavano masturbando sempre più velocemente, e con don Vincenzo che aveva il cazzo ormai al massimo del suo splendore!

FINE III PARTE
 

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