Dopo l’incontro ravvicinato di zia nella doccia, decido di tentare il tutto per tutto: o la va o la spacca!
Questa volta vado all’attacco a casa di zia.
Suono e viene lei ad aprirmi. Cerco subito di avere un contatto ravvicinato e l’abbraccio mentre lei mi dice: “Cosa fai da queste parti! Non ti aspettavo”
Mentre l’abbraccio la mia mano dalla schiena comincia a scendere verso i glutei. Zia prontamente, con una forza che non mi aspettavo mi allontana e con gli occhi sbarrati prosegue: “Vieni che ti presento alla mia cara amica”.
Ci mancava anche l’amica a rovinare la festa!
Mentre lo dice si allontana e mi inviata a seguirla. E’ sempre più bella. Alta, seni ben proporzionati, gambe nervose ricoperte da calze velate scure, naso all’insù, bocca ampia e labbra leggermente carnose, mai volgare negli atteggiamenti e sempre in tiro , insomma una donna di classe ma algida e perennemente incazzata.
La guardo allontanarsi, indossa scarpe con tacco e un vestito rosso fuoco che le arriva fino al ginocchio, ampiamente scollato sulla schiena, sembra senza reggiseno, perfetta, come di consueto, non fosse per il fatto che si comporta da perfetto generale rompicoglioni!!!
I miei occhi vagavano sul suo corpo, cercavano le labbra e ne seguono i contorni, i capezzoli sembrano induriti sotto il vestito, il mio sguardo è fisso su di lei nella speranza di incrociare il suo e poter trasmettere la mia passione e i miei desideri.
Le mie orecchie ascoltano i sussurri della voce e le parole scandite con sensualità. Le narici inspirano immagazzinando nei polmoni il suo profumo che trasmette impulsi al cervello che diventano richiami animali istintuali sempre più pressanti.
Il mio corpo freme per un contatto.
Finalmente si ferma un attimo prima di entrare nella sala e dedica qualche istante a me. Mi avvicino a lei che inizia a sussurrare: “Come stai? Hai fatto delle BUONE RIFLESSIONI in doccia?”. Osservo con attenzione il suo sorriso beffardo. Non rispondo e continuo ad avvicinarmi. All’interno della sala intuisco che deve esserci la sua amica e lei e le dico: “Ho fatto tante riflessioni e sono qui per questo, per chiedere il tuo aiuto! Posso intanto salutarti e abbracciarti?”.
Lei facendomi capire con gli occhi che non siamo soli e che nell’altra stanza c’è qualcuno allunga le braccia verso di me come per invitarmi ad abbracciarla.
Ora è di fronte a me, finalmente posso stringerla a me per i saluti rituali. Mentre le nostre guance si sfiorano per un casto bacio, con le braccia e le mani le cingo la vita, non lascio che si ritragga e le bacio il collo indugiando con le labbra e facendole sentire la punta della sua lingua. Percepisco un brivido che si scatena nel suo corpo e le attraversa la schiena. La stringo ancora più forte e quasi con la testa appoggiata alla spalla le sussurro: “Ora che sono con te sto molto bene. Sei sempre più affascinante e sfuggente. Mi abbandoni sempre nei momenti meno opportuni”. Mentre lo dico avvicino sempre più il mio pube al suo corpo per cercare un contatto. Una mia mano appoggiata alla sua schiena tiene il corpo di zia ben stretto e appoggiato al mio l’altra mano si sposta dal fianco verso la schiena con delicatezza alla riscoperta di quel corpo che da tanto, troppo tempo, non posso accarezzare. Sento l’eccitazione che cresce. Lei ancora una volta con una grande spinta si libera dall’abbraccio fulminandomi con un’occhiata e aggiungendo: “Sei fin troppo IN FORMA, mi pare!”
Non mi resta che ammettere annuendo con la testa e con un filo di voce aggiungere: “E’ la tua presenza che mi tiene IN FORMA”. Ho appena il tempo di accomodare con una mano la mia asta lasciando che zia osservi, prima che la sua amica spostandosi nella stanza inquadra le nostre figure. Lei è Ada, fisicamente un po’ appesantita dagli anni, ha il viso ricoperto da un trucco pesante che le rende lo sguardo volgare da mangiatrice di uomini. Appena entro e mi avvicino mi punta gli occhi addosso analizzando con cura l’intero mio corpo ed esclamando rivolta a me: “E questo bel giovane da dove spunta!”
Vengo presentato e Ada subito approfitta per abbracciarmi, baciarmi e saggiare il mio corpo: “Come sei cresciuto bene ragazzo! Senti che muscoli che hai!”. Guardo zia è molto scura in viso probabilmente per l’atteggiamento dell’amica. Zia cerca di sottrarmi dagli artigli di Ada invitandoci tutti al divano a bere un aperitivo. Le due signore si accomodano sul divano mentre io mi siedo su una sedia di fronte a loro e comincio a rispondere alle insistenti domande di Ada sulla mia vita sentimentale e sui miei interessi. Lei dimostra tutta la sua sfacciataggine e incurante della presenza di zia lentamente apre le gambe lasciandomi ammirare le sue cosce fasciate da calze autoreggenti fino a mostrare gli striminziti slip. Zia che conoscere molo bene Ada nota immediatamente il comportamento dell’amica e con un veloce spostamento di posizione sul divano ruotando il corpo verso Ada attira la sua l’attenzione costringendola ad assumere una posizione meno da esibizionista.
Credo di essere una preda per Ada, il suo desiderio erotico. Appena riprendo a parlare lei riapre le gambe lasciando trasparire dalla bocca, più volte la punta della lingua e ammiccando. Zia è stizzita dagli atteggiamenti di ADA e non riesce a stare ferma così ci invita ad uscire in giardino. Ada esuberante come un bimbo è la prima a scattare in piedi avvicinandosi a me per accompagnarmi verso l’uscita, infilando il suo braccio sotto il mio bloccandomi a lei e costringendomi a seguirla mentre la mia mano viene letteralmente schiacciata contro il suo abbondante seno messo ancora più in evidenza da profondi respiri.
Non c’è verso di allontanarla da me. Zia è sempre più stizzita. Mi trovo nel giardino seduto ad un tavolo tra le due donne.
Ada continua a cercare il contatto con il mio corpo. La sua gamba si sposta verso la mia. La sua mano, accarezza la mia, saggia il mio bicipite.
Zia è nervosa e il suo viso non nasconde l’arrabbiatura. Con molta discrezione cerco di raggiungere il ginocchio di zia da sotto il tavolo, ma lei in modo anche molto scortese si ritrae. Ada è molto meno attraente di zia, ma molto più accondiscendente e quindi decido di approfittarne e comincio ad agevolare il gioco di Ada, fino ad arrivare scherzosamente a schiaffeggiare la sua coscia: gradisce le mie attenzioni e allo stesso modo apprezza il buon aperitivo alcolico forse anche esagerando con le dosi.
Zia interviene e con una banale scusa mi chiede di andare con lei in cucina per aiutarla e in questo modo mi libera dalla morsa di Ada
Appena entrati in cucina zia richiude la porta dietro di lei, poi mi afferra per il bavero mettendomi spalle alla parete. Alza un ginocchio e lo sbatte contro il mio pube con decisione dicendo: “Finiscila di fare gli occhi dolci con quella sgualdrina o te ne pentirai amaramente”. Poi abbassa lo sguardo verso le mie parti intime e imprimendo nuovamente pressione con il ginocchio verso il mio pube esclama: “Io te lo spacco”. Mentre soffro in silenzio e contemporaneamente godo dell’intenso contatto che la pressione del ginocchio di zia produce sul mio basso ventre, con molta calma cerco di ribattere mentre con dolcezza accarezzo la coscia di zia che mi tiene bloccato al muro: “Se solo tu fossi più gentile con me ed accondiscendente …” Zia schiaccia nuovamente il ginoccchio contro le mie palle: “Finiscila sai bene che non è possibile vista la parentela che ci unisce e la situazione contingente”. Ecco il lato peggiore di zia che merge. Ora addirittura ritira in ballo la parentela, ma questa volta non intendo sottostare ai suoi ordini. Con una mano sollevo leggermente e blocco con decisione la sua gamba che schiaccia il mio pube lasciando zia in equilibrio precario. Con l’altra mano continuo ad accarezzare la coscia della stessa gamba. Da queste posizione posso vedere il bordo delle autoreggenti e anche oltre verso gli slip. Puntando lo sguardo deciso verso il suo viso esclamo: “Finiscila con queste scuse. Siamo entrambi adulti e consenzienti. Questa è l’unica cosa che conta. Dimenticati le futili scuse che hai appena elencato e cerca di essere più gentile o mi obbligherai a cadere tra gli artigli di ADA. Mentre lo dico la mia mano scivola lentamente sulla morbida, calda e accogliente coscia di zia sempre più in profondità. Le calze che avvolgono la pelle di zia la rendono ancora più vellutata. Lei è bloccata tenta di ribellarsi schiacciando nuovamente il ginocchio contro il mio pube, ma è mia prigioniera e la tengo saldamente bloccata. La mia mano ormai è arrivata al bordo delle autoreggenti ma non ho intenzione di fermarmi e glielo faccio capire con decisione: “Cerca di essere più gentile con me e rilassati”. Zia spalanca gli occhi, capisce che in questo momento non è il cacciatore ma la preda. La mia mano passa oltre le autoreggenti, verso il suo pube, fino a sfiorare il bordo degli slip, deviando per un attimo fino ad arrivare fino al gluteo. Con forza la avvicino a me. Le nostre teste sono molto vicine, sente il calore del suo respiro. Avvicino le mie labbra alle sue baciandola con intensità e passione, mentre la mia mano continua a esplorare le sue parti più nascoste ritornando a sfiorare il bordo degli slip, fino ad insinuarsi sotto con decisione. Finalmente posso esplorare anche le zone più intime di zia che comincia ad ansimare e ad esclamare :” Sarò più gentile, ma non esagerare fermati ora, dobbiamo tornare al tavolo”. E’ troppo eccitante poter possedere almeno con le dita della mano il morbido pube. Sento le mie dita che cominciano a bagnarsi con gli umori generati dal dolce fiore di zia. Tiro verso il basso gli slip ordinandole : ”Toglili e dammeli”. Zia annuisce e riesce solo a dire: ”ok ma poi torniamo a tavola” .Io abbandono la presa, e continuando a guardarla annuso le dita che hanno violato la sua intimità. Odorano di fresco. Poi le infilo in bocca per poter saggiarne gli umori. Zia con grande destrezza e velocità abbassa il tanga rosso lo sfila dalle gambe e me lo porge. Io con calma mi sistemo l’asta del pene già in erezione, prendo lo slip e lo metto in tasca. Poi mentre con intensità le massaggio il culo tonico le dico: “Hai un buon odore e soprattutto un buon gusto. OTTIMO Aperitivo! Dovresti invitarmi più spesso!”