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Capitolo 1: Bar Mario
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Yessa: l’incontro che non ti aspetti.
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<blockquote data-quote="cipolla65" data-source="post: 5110577" data-attributes="member: 106850"><p>..........Il giorno è arrivato. Prima di andare devo subirmi le raccomandazioni da parte del capo che ascolto solo per cortesia avendo la mente già da lei. </p><p>Parto. Un'ora...due...tre...più mi avvicino e più mi si stringe lo stomaco. Finalmente leggo "Genova". Alloggio in un albergo nelle vicinanze della mostra. La prima cosa, entrato in camera, è accendere il pc per collegarmi con lei. E' connessa. Pm: "Sono arrivato"; risposta: "Aspettami, il tempo di arrivare". Avevo già detto che l'avrei attesa davanti all'albergo e che indossavo jeans, camicia bianca e giacca. Mi lancio per le scale, quasi inciampo per la fretta e per l'esaltazione del momento. Esco e noto abbastanza confusione. Non sarà facile riconoscerla. Non ci siamo mai visti, nemmeno in foto.</p><p></p><p>Passano i minuti ma non mi preoccupo...in fondo aveva detto "il tempo di arrivare" che per una donna è tutto dire.</p><p>Ma ecco che da un angolo sbuca una figura femminile. Cammina verso di me. Oddio, calmo, mi tremano le gambe, il cuore accelera. Pure un inizio di sudore. Eccola, deve essere per forza lei. Si avvicina sorridendo. Convinti di non sbagliarci e senza dire nulla ci abbracciamo. "Finalmente" e una voce suadente e angelica mi inebria. Più la guardo è più ne sono affascinato. </p><p>Decisamente magra. Capelli lunghi fino a metà schiena, lisci, di un castano scurissimo, quasi nero. Occhi castani. Sopracciglia sottili. Quando sorride si formano delle fossette molto carine espressione di allegria e solarità. Labbra sottili ma ben proporzionate con il viso. Pelle liscia, luminosa, di carnagione tendente allo scuro. Trucco leggero senza eccessi. Le mani sono molto curate, lo noto dalle unghie. </p><p>Mentre ci scambiamo qualche battuta con un po' di imbarazzo, almeno da parte mia essendo spavaldo nei messaggi ma un po' più timido nella vita di tutti i giorni, non posso esimermi dall'osservarla proprio lì, causa la camicetta scollata che indossa. Ha un seno abbondante, occhio e croce una quinta, sembra pure bello sodo. Ecco la prima gaffe. Lei se ne accorge e si mette a ridere mentre io cambio colore: maledetta timidezza. Rimedio subito esclamando: "Non passi certo inosservata", e subito lei: "Potrei affermare croce e delizia". Me ne esco con: "Per me sarebbe solo delizia", fissandola dritta negli occhi essendo alta come me.</p><p></p><p>Vista l'ora ormai tarda per un caffè, decidiamo di optare per un aperitivo. Mi affido a lei essendo del posto e ci incamminiamo.</p><p>Strada facendo parliamo tantissimo come ci conoscessimo da sempre. Effettivamente ci siamo scambiati messaggi per diversi mesi e quindi sappiamo molto l'una dell'altro. Nei momenti dove lei sta davanti a me, di spalle, non posso non guardare che bel sedere abbia. Indossa jean aderenti che poco lasciano spazio all'immaginazione. Il suo camminare, senza ancheggiare da diva, ne esalta la forma delle natiche, l'armonia del movimento.</p><p>Arrivati. Ci sediamo all'interno del locale e ordiniamo. Spritz per lei, analcolico per me. Lo so, sono una schiappa. A me basta poco alcool e subito vaneggio, non mi sembrava opportuno dover fare la figura del pirla al primo incontro.</p><p>Parliamo dei rispettivi lavori, delle proprie passioni, dei divertimenti entrando, senza fare l'invadente, nella sfera più privata. Tanto siamo in sintonia che il tempo trascorre velocemente da non accorgermi dell'ora. La voglia di rientrare in albergo non sfiora il benché minimo pensiero e propongo un invito a cena accusando già dei brontolii di pancia.</p><p>La sua conferma mi gratifica. Segno che non si annoia.</p><p></p><p>Essendo a Genova mi piacerebbe assaggiare qualcosa di tipico e così ci avviamo in un ristorantino poco distante. Ci accomodiamo uno affianco all'altra. Piatto tipico: trofie al pesto...direi tipicamente genovese. In questo caso non mi sottraggo ad un buon bicchiere di prosecco nella speranza sia alcolico quanto basta per non farmi riaccompagnare in albergo appoggiato a lei.</p><p>La serata continua tra chiacchiere e risate. La timidezza che di solito mi frena in tante situazioni, con lei scompare quasi come una sorta di rivincita da parte del mio carattere tanto da chiederle una cortesia: "Fede, sei un'amica e con te ci parlo senza problemi...ma non posso fissarti le tette tutta la sera...cerca di capirmi...potresti chiuderti un altro bottone?", e rido. Lei, per tutta risposta, si guarda e...ne sbottona un altro dicendomi: "Non è un mio problema, decidi tu dove vuoi guardare...", sorridendo maliziosamente. Il suo modo di giocare senza mai cadere nella volgarità mi piace, molto.</p><p>La serata giunge al termine. Domani mi aspetta una giornata intensa ma solo, si fa per dire, fino alle ore 18, quando la mostra chiude. Ci salutiamo rimanendo d'accordo nel ritrovarci all'indomani per una visita alla città. Sarà la mia guida.</p><p></p><p>Ore 7, sono già in piedi. La serata ha lasciato in me un bellissimo stato d'animo. Per chi legge solo i suoi racconti, Yessa potrebbe risultare una donna di facili costumi, una persona che si concede con estrema facilità senza considerare che lei conduce il gioco, lei si appresta, ma soprattutto a lei piace questo. Invece per chi come me ha la fortuna di conoscerla, Fede è molto più di tutto questo. La sua intelligenza, la simpatia, l'allegria, la solarìtà prevalicano sull'idea puramente fatalista.</p><p>Trascorro la giornata tra colloqui e conoscenze. Qualche risultato lo porterò sicuramente a casa per la gioia del mio capo e la mia nuova carriera.</p><p>Ci siamo. Corsa veloce in albergo, doccia e via che si va. </p><p>Appostamento solito davanti all'albergo. Aspetto un attimo e...no, così non vale. Non può presentarsi così. E' un attentato alle mie coronarie. Se ieri era bellissima oggi è meravigliosa. Tubino nero fino al ginocchio, aderente nella parte superiore ad esaltarne il seno, aperto dietro fino a metà schiena, capelli sciolti a coprire, in parte, la scollatura, tacco alto ad esaltarne le gambe lunghe e le caviglie sottili.</p><p>Mentre avanza verso di me, mi copro gli occhi. </p><p>"Che hai?", esclama.</p><p>"Rischio di diventare cieco...troppo bagliore!!!".</p><p>Ci avviciniamo per un bacio sulle guance. Mi soffermo su quella posizione, il suo profumo. Un mix di odori orientali mescolati al mandarino, zafferano e vaniglia. Inconfondibile: Ange ou Démon. Rispecchia appieno la sua personalità: un po' angelo, un po' demone...un po' misteriosa, un po' versatile.</p><p>Per strada noto lo sguardo di altri uomini ricadere su di lei. Scatta su di me quel qualcosa che non è gelosia ma un sano orgoglio maschile nell'avere al mio fianco una figura femminile appariscente ma mai sconcia.</p><p>Ci addentriamo per i "caruggi", pittoreschi vicoli della Città Vecchia, sbucando in Via Garibaldi, a suo dire una delle vie più belle di Genova. L'aria che si respira sa di storia. I suoi imponenti palazzi in stile rinascimentale e barocca attirano la mia attenzione da rimanerne ammaliato. E mentre Fede mi da qualche spiegazione, io me ne sto a naso in su ad ammirarne la bellezza architettonica. </p><p>Arrivati ad un incrocio con un altro vicolo, ci soffermiamo davanti a un portone di una palazzina. Fruga nella borsa e...un mazzo di chiavi. La guardo sorpreso. "Io abito qui e questa sera mangi da me...cucino io". Il mio viso e la mia espressione erano più eloquenti di qualsiasi parola potessi dire in quel momento.</p><p>Due rampe di scale. Apre la porta del suo appartamento. Non è grandissimo ma molto luminoso. Tanto bianco. L'ambiente è molto grazioso e accogliente. Si nota l'attenzione nei particolari: le tende, i soprammobili, qualche quadro. In entrata un divano occupa gran parte della stanza.</p><p>Entro con un po' di soggezione ma lei mi mette subito a mio agio. "Mettiti pure comodo...il tempo di cambiarmi, scendere dai tacchi e sono da te". In sua assenza giro per la stanza osservando alcune foto di lei con altre persone...forse i suoi genitori e pure i nonni. </p><p>"Eccomi". Jeans, maglietta e infradito. Capelli raccolti in due code da renderla ancora più giovane di quello che sia.</p><p>"Che ne dici di un aperitivo?", ridacchiando "Sì...ok...analcolico".</p><p>La soggezione iniziale scompare con il proseguire della serata. La conversazione è allegra e spensierata e devo ammettere che ai fornelli ci sa fare. Pure il vino è buono, sì, il vino. Mi sono lasciato tentare dal momento anche se sono in uno stato di leggera euforia. Spero di non darlo molto a vedere.</p><p>Dopo il caffè la serata sta giungendo al termine. Sono stato proprio bene con lei.</p><p>Ci avviamo alla porta. Ringraziandola, appoggio le mani sui suoi fianchi per un saluto. Mi avvicino per darle un bacio sulla guancia quando, all'improvviso con la massima naturalezza, le nostre labbra entrano in contatto sfiorandosi leggermente. Mi scanso scusandomi, avvertendo un leggero brivido percorrere il mio corpo. La mia maledetta timidezza, tanto per cambiare, la stava facendo da padrona colorandomi il volto di una sfumatura ben accesa. L'assoluto silenzio da parte sua certamente non mi aiuta. L'idea di aver rovinato qualcosa di importante rimbalza nella testa. Ma in tutta questa situazione più la guardo e più ho voglia di baciarla. Non so che fare. Mi sento imbranato, confuso e combattuto. Non voglio andarmene. Non pensavo potesse succedere ma ho una voglia incredibile della sua bocca, del suo gusto, di un bacio intenso, profondo, erotico….......</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="cipolla65, post: 5110577, member: 106850"] ..........Il giorno è arrivato. Prima di andare devo subirmi le raccomandazioni da parte del capo che ascolto solo per cortesia avendo la mente già da lei. Parto. Un'ora...due...tre...più mi avvicino e più mi si stringe lo stomaco. Finalmente leggo "Genova". Alloggio in un albergo nelle vicinanze della mostra. La prima cosa, entrato in camera, è accendere il pc per collegarmi con lei. E' connessa. Pm: "Sono arrivato"; risposta: "Aspettami, il tempo di arrivare". Avevo già detto che l'avrei attesa davanti all'albergo e che indossavo jeans, camicia bianca e giacca. Mi lancio per le scale, quasi inciampo per la fretta e per l'esaltazione del momento. Esco e noto abbastanza confusione. Non sarà facile riconoscerla. Non ci siamo mai visti, nemmeno in foto. Passano i minuti ma non mi preoccupo...in fondo aveva detto "il tempo di arrivare" che per una donna è tutto dire. Ma ecco che da un angolo sbuca una figura femminile. Cammina verso di me. Oddio, calmo, mi tremano le gambe, il cuore accelera. Pure un inizio di sudore. Eccola, deve essere per forza lei. Si avvicina sorridendo. Convinti di non sbagliarci e senza dire nulla ci abbracciamo. "Finalmente" e una voce suadente e angelica mi inebria. Più la guardo è più ne sono affascinato. Decisamente magra. Capelli lunghi fino a metà schiena, lisci, di un castano scurissimo, quasi nero. Occhi castani. Sopracciglia sottili. Quando sorride si formano delle fossette molto carine espressione di allegria e solarità. Labbra sottili ma ben proporzionate con il viso. Pelle liscia, luminosa, di carnagione tendente allo scuro. Trucco leggero senza eccessi. Le mani sono molto curate, lo noto dalle unghie. Mentre ci scambiamo qualche battuta con un po' di imbarazzo, almeno da parte mia essendo spavaldo nei messaggi ma un po' più timido nella vita di tutti i giorni, non posso esimermi dall'osservarla proprio lì, causa la camicetta scollata che indossa. Ha un seno abbondante, occhio e croce una quinta, sembra pure bello sodo. Ecco la prima gaffe. Lei se ne accorge e si mette a ridere mentre io cambio colore: maledetta timidezza. Rimedio subito esclamando: "Non passi certo inosservata", e subito lei: "Potrei affermare croce e delizia". Me ne esco con: "Per me sarebbe solo delizia", fissandola dritta negli occhi essendo alta come me. Vista l'ora ormai tarda per un caffè, decidiamo di optare per un aperitivo. Mi affido a lei essendo del posto e ci incamminiamo. Strada facendo parliamo tantissimo come ci conoscessimo da sempre. Effettivamente ci siamo scambiati messaggi per diversi mesi e quindi sappiamo molto l'una dell'altro. Nei momenti dove lei sta davanti a me, di spalle, non posso non guardare che bel sedere abbia. Indossa jean aderenti che poco lasciano spazio all'immaginazione. Il suo camminare, senza ancheggiare da diva, ne esalta la forma delle natiche, l'armonia del movimento. Arrivati. Ci sediamo all'interno del locale e ordiniamo. Spritz per lei, analcolico per me. Lo so, sono una schiappa. A me basta poco alcool e subito vaneggio, non mi sembrava opportuno dover fare la figura del pirla al primo incontro. Parliamo dei rispettivi lavori, delle proprie passioni, dei divertimenti entrando, senza fare l'invadente, nella sfera più privata. Tanto siamo in sintonia che il tempo trascorre velocemente da non accorgermi dell'ora. La voglia di rientrare in albergo non sfiora il benché minimo pensiero e propongo un invito a cena accusando già dei brontolii di pancia. La sua conferma mi gratifica. Segno che non si annoia. Essendo a Genova mi piacerebbe assaggiare qualcosa di tipico e così ci avviamo in un ristorantino poco distante. Ci accomodiamo uno affianco all'altra. Piatto tipico: trofie al pesto...direi tipicamente genovese. In questo caso non mi sottraggo ad un buon bicchiere di prosecco nella speranza sia alcolico quanto basta per non farmi riaccompagnare in albergo appoggiato a lei. La serata continua tra chiacchiere e risate. La timidezza che di solito mi frena in tante situazioni, con lei scompare quasi come una sorta di rivincita da parte del mio carattere tanto da chiederle una cortesia: "Fede, sei un'amica e con te ci parlo senza problemi...ma non posso fissarti le tette tutta la sera...cerca di capirmi...potresti chiuderti un altro bottone?", e rido. Lei, per tutta risposta, si guarda e...ne sbottona un altro dicendomi: "Non è un mio problema, decidi tu dove vuoi guardare...", sorridendo maliziosamente. Il suo modo di giocare senza mai cadere nella volgarità mi piace, molto. La serata giunge al termine. Domani mi aspetta una giornata intensa ma solo, si fa per dire, fino alle ore 18, quando la mostra chiude. Ci salutiamo rimanendo d'accordo nel ritrovarci all'indomani per una visita alla città. Sarà la mia guida. Ore 7, sono già in piedi. La serata ha lasciato in me un bellissimo stato d'animo. Per chi legge solo i suoi racconti, Yessa potrebbe risultare una donna di facili costumi, una persona che si concede con estrema facilità senza considerare che lei conduce il gioco, lei si appresta, ma soprattutto a lei piace questo. Invece per chi come me ha la fortuna di conoscerla, Fede è molto più di tutto questo. La sua intelligenza, la simpatia, l'allegria, la solarìtà prevalicano sull'idea puramente fatalista. Trascorro la giornata tra colloqui e conoscenze. Qualche risultato lo porterò sicuramente a casa per la gioia del mio capo e la mia nuova carriera. Ci siamo. Corsa veloce in albergo, doccia e via che si va. Appostamento solito davanti all'albergo. Aspetto un attimo e...no, così non vale. Non può presentarsi così. E' un attentato alle mie coronarie. Se ieri era bellissima oggi è meravigliosa. Tubino nero fino al ginocchio, aderente nella parte superiore ad esaltarne il seno, aperto dietro fino a metà schiena, capelli sciolti a coprire, in parte, la scollatura, tacco alto ad esaltarne le gambe lunghe e le caviglie sottili. Mentre avanza verso di me, mi copro gli occhi. "Che hai?", esclama. "Rischio di diventare cieco...troppo bagliore!!!". Ci avviciniamo per un bacio sulle guance. Mi soffermo su quella posizione, il suo profumo. Un mix di odori orientali mescolati al mandarino, zafferano e vaniglia. Inconfondibile: Ange ou Démon. Rispecchia appieno la sua personalità: un po' angelo, un po' demone...un po' misteriosa, un po' versatile. Per strada noto lo sguardo di altri uomini ricadere su di lei. Scatta su di me quel qualcosa che non è gelosia ma un sano orgoglio maschile nell'avere al mio fianco una figura femminile appariscente ma mai sconcia. Ci addentriamo per i "caruggi", pittoreschi vicoli della Città Vecchia, sbucando in Via Garibaldi, a suo dire una delle vie più belle di Genova. L'aria che si respira sa di storia. I suoi imponenti palazzi in stile rinascimentale e barocca attirano la mia attenzione da rimanerne ammaliato. E mentre Fede mi da qualche spiegazione, io me ne sto a naso in su ad ammirarne la bellezza architettonica. Arrivati ad un incrocio con un altro vicolo, ci soffermiamo davanti a un portone di una palazzina. Fruga nella borsa e...un mazzo di chiavi. La guardo sorpreso. "Io abito qui e questa sera mangi da me...cucino io". Il mio viso e la mia espressione erano più eloquenti di qualsiasi parola potessi dire in quel momento. Due rampe di scale. Apre la porta del suo appartamento. Non è grandissimo ma molto luminoso. Tanto bianco. L'ambiente è molto grazioso e accogliente. Si nota l'attenzione nei particolari: le tende, i soprammobili, qualche quadro. In entrata un divano occupa gran parte della stanza. Entro con un po' di soggezione ma lei mi mette subito a mio agio. "Mettiti pure comodo...il tempo di cambiarmi, scendere dai tacchi e sono da te". In sua assenza giro per la stanza osservando alcune foto di lei con altre persone...forse i suoi genitori e pure i nonni. "Eccomi". Jeans, maglietta e infradito. Capelli raccolti in due code da renderla ancora più giovane di quello che sia. "Che ne dici di un aperitivo?", ridacchiando "Sì...ok...analcolico". La soggezione iniziale scompare con il proseguire della serata. La conversazione è allegra e spensierata e devo ammettere che ai fornelli ci sa fare. Pure il vino è buono, sì, il vino. Mi sono lasciato tentare dal momento anche se sono in uno stato di leggera euforia. Spero di non darlo molto a vedere. Dopo il caffè la serata sta giungendo al termine. Sono stato proprio bene con lei. Ci avviamo alla porta. Ringraziandola, appoggio le mani sui suoi fianchi per un saluto. Mi avvicino per darle un bacio sulla guancia quando, all'improvviso con la massima naturalezza, le nostre labbra entrano in contatto sfiorandosi leggermente. Mi scanso scusandomi, avvertendo un leggero brivido percorrere il mio corpo. La mia maledetta timidezza, tanto per cambiare, la stava facendo da padrona colorandomi il volto di una sfumatura ben accesa. L'assoluto silenzio da parte sua certamente non mi aiuta. L'idea di aver rovinato qualcosa di importante rimbalza nella testa. Ma in tutta questa situazione più la guardo e più ho voglia di baciarla. Non so che fare. Mi sento imbranato, confuso e combattuto. Non voglio andarmene. Non pensavo potesse succedere ma ho una voglia incredibile della sua bocca, del suo gusto, di un bacio intenso, profondo, erotico…....... [/QUOTE]
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