Yessa: l’incontro che non ti aspetti.

cipolla65

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Inverno. Giornata fredda, nebbiosa, umida. Mi trovo, come quasi ogni giorno, da solo con il mio pc. Mi piace navigare e scoprire sempre cose nuove ed eccitanti. Sono pure curioso per natura e quindi il modo migliore per colmare questo mio modo di essere è certamente immergermi nell'etere infinito e sterminato del web. Ed è così che spazio dalla cultura al cazzeggio passando per scienza, informatica, lavoro, gossip ma senza tralasciare ciò che per la maggior parte degli uomini desta interesse, curiosità e piacere personale: il sesso.
Parlando di web è facile associarne la parola sesso. Miriadi di siti pornografici, di foto erotiche, amatoriali, video, chat. Ed è così che per puro caso, forse digitando una parola semplice ma di indubbio significato come può essere "figa", mi appare, per primo, un nome che non avevo mai riscontrato prima: Phica.net. Lo associo subito a tanti altri siti pieni di foto e video ma nonostante questo mi chiedo perchè non farci una visita...ne ho visti tanti cosa vuoi che sia uno in più o in meno. E così faccio. Entro e subito mi accorgo della sua diversità rispetto ad altri. E' suddiviso in sezioni, ne ha diverse da soddisfare tante esigenze e fantasie da parte di chi ci si collega. Noto che ci si può inscrivere ma al momento voglio rimanere ospite per visionarlo con più attenzione.

Le ore passano senza accorgermi dell'ora ormai tarda ma talmente sono stimolato dall'interesse nel visitarlo che decido di continuare senza pormi il problema. Forum foto, forum video, sezioni dedicate al mondo cuckold, bull, lesbo, gay; una particolare chiamata “Amatoriali” dove coppie reali interagiscono con gli utenti e pure foto di personaggi famosi, per non parlare di una sezione dove gli utenti possono pubblicare racconti erotici scritti di proprio pugno. Avendo pure questa passione non mi faccio certo scappare l'occasione per leggerne qualcuno e magari prendere spunto per alcuni dei miei che ogni tanto mi diletto a scrivere. La diversità di ciascuno cambia con il cambiare della situazione, dell'esperienza, della fantasia di chi lo scrive. La maggior parte è scritta da utenti maschi quando, ad un certo punto, leggo un nick di un utente che, se non l'ha fatto per attirare l'attenzione, mi sembra si possa associare sicuramente ad una donna: Yessa.
Infatti la conferma ce l'ho addentrandomi nel suo primo post: "Io sono Yessa! per il forum, Federica nella vita, ed il diario/racconto che andrete a leggere nasce dalle mie vere esperienze".
L'inizio scatena la curiosità e la fantasia galoppa. Più proseguo e più sono rapito dai suoi racconti. Le scene sono talmente descritte nei particolari a tal punto da non poter evitare l'eccitazione. Non era mai successo prima che un insieme di frasi potesse fare questo effetto su di me.
La voglia di scambiarci qualche chiacchiera è inevitabile e per fare ciò bisogna passare da ospite a utente iscritto esordendo con un bel messaggio privato. Mi presento come utente e cerco di immaginarla per quanto possa essere difficile farlo. Aggiungo pure i complimenti, doverosi tra l'altro, e azzardo chiedendole quanto ci sia di vero in quello che racconta. Essendo collegata pure lei, la sua risposta non tarda ad arrivare. Non mi manda a quel paese ed è già un successo. Rimane pure basita nell'aver centrato la descrizione fin troppo nei dettagli; oggi mi riscopro veggente! Afferma pure che quello che scrive sia tutto vero e dato da esperienze vissute nell'arco di anni.

Da quel giorno e per più di 5 mesi ci siamo sentiti quasi ogni giorno. I pomeriggi passati con lei volano, mi fa stare bene, sono quasi diventati una droga. Non mi fanno pensare a niente, mi sento libero, sereno e contento. Non essendoci alcun coinvolgimento sentimentale, sono spensierato. E' diventata la mia ora di libertà, la mia valvola di sfogo, la mia confidente. In tutto questo non manca mai il "gioco" tra di noi. Le mie fantasie trasgressive e il suo metterle veramente in pratica mi portano spesso a chiedere particolari che a volte risultano troppo personali ma lei, con il suo modo estremamente gentile, non si fa problema alcuno e mi dà spiegazioni oltre il dovuto.

Non potendo vivere solo di mondo virtuale, faccio i conti con la realtà e, come a tanti succede, il mio lavoro entra in crisi. Essendo impiegato di una società calzaturiera di medie dimensioni, mi viene chiesto esplicitamente di muovermi dalla mia solita routine d'ufficio dedita a bolle, fatture e ordini e di vestirmi di un nuovo ruolo: scoprire nuovi orizzonti di espansione. Ed è così che inizio a frequentare mostre e fiere in tutta Italia nella ricerca di nuovi clienti e nuovi territori.
Un giorno come tanti arrivo in ufficio e subito il capo mi ferma e mi allunga una busta. La apro e dopo averne scoperto il contenuto trovo un invito: "Mostra internazionale della calzatura". Era un nuovo evento in quella città ed era stata scelta per le opportunità di arrivo: auto, treno, aereo e nave...sì, proprio nave essendoci il mare...Genova.
In un attimo il mio cervello va in tilt. Avevo solo un pensiero a senso unico: Fede. Lei è di Genova e sarebbe entusiasmante poterla finalmente conoscere di persona.
Però dovrei tastare se l'entusiasmo fosse reciproco e non volendo essere troppo diretto rischiando di invadere la sua privacy, alla fine di un messaggio le scrivo del mio prossimo impegno vicino a lei. Non aggiungo altro e soprattutto non mi monto la testa, rischio pure che si stranisca e che il nostro rapporto cambi all'improvviso.
La risposta non tarda ad arrivare ma questa volta, a differenza delle altre, ho quasi timore a leggerla. Prendo coraggio, respiro a fondo e via. Apro il messaggio e noto subito la diversità. La risposta è lunghissima. Strano, solitamente abbiamo più un dialogo, domande e risposte, come non ci fosse uno schermo a dividerci...e questo già mi preoccupa. Con un po' d'ansia inizio a leggere. Era un riassunto dal giorno del nostro contatto ad oggi. Forse anticipava qualcosa di spiacevole, come ripercorrere la nostra conoscenza per poi volerla troncare per paura o perchè infastidita. Accelero la lettura per arrivare al dunque e con un sospiro di sollievo mi soffermo sulle ultime frasi: "...a questo punto e considerato il destino che ti porta fino a me...che ne diresti di un caffè?". Lascio immaginare la mia gioia nell'assimilare l'idea di quello che verrà. Finalmente avrò il piacere di concretizzare l'immaginario e dare un volto a colei che nell'ultimo periodo mi ha dato più di chi mi sta vicino…......


Seconda parte

Terza e ultima parte
 
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Pippo8081

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Anche a me piacerebbe conoscere Yessa, mi mancano le sue storie...

Il tuo racconto suppongo sia di fantasia, anche se ti augurerei che sia tutto vero :)

PS prosegue?
 
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cipolla65

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Anche a me piacerebbe conoscere Yessa, mi mancano le sue storie...

Il tuo racconto suppongo sia di fantasia, anche se ti augurerei che sia tutto vero :)

PS prosegue?

Il racconto è in parte di fantasia. Purtroppo non ho avuto il piacere di conoscerla personalmente...virtualmente il discorso cambia. Questo racconto l'ho scritto con lei diversi mesi fa. Ogni volta che lo rileggevo la voglia di pubblicarlo è sempre stata tanta. Qualche giorno fa l'ho riletto per l'ennesima volta e oggi ho chiesto consiglio ad un'amica ed eccolo qua...pubblicato.

Certo che prosegue...

...ebbene il seguito?

Vedi sopra...


Con calma...

bel racconto!

Grazie.
 
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peppegiuit

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Bravo Cipo,hai messo nero su bianco il pensiero di tanti utenti che hanno voluto bene a Yessa!Ho sperato vivamente che il racconto fosse reale per poter sapere come sta lei ora....
 
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Bravo Cipo,hai messo nero su bianco il pensiero di tanti utenti che hanno voluto bene a Yessa!Ho sperato vivamente che il racconto fosse reale per poter sapere come sta lei ora....

Grazie!!!
Purtroppo devo deluderti...anch'io non ho più saputo nulla ma una cosa è certa...difficilmente si dimentica una ragazza come Yessa!!!
 
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cipolla65

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..........Il giorno è arrivato. Prima di andare devo subirmi le raccomandazioni da parte del capo che ascolto solo per cortesia avendo la mente già da lei.
Parto. Un'ora...due...tre...più mi avvicino e più mi si stringe lo stomaco. Finalmente leggo "Genova". Alloggio in un albergo nelle vicinanze della mostra. La prima cosa, entrato in camera, è accendere il pc per collegarmi con lei. E' connessa. Pm: "Sono arrivato"; risposta: "Aspettami, il tempo di arrivare". Avevo già detto che l'avrei attesa davanti all'albergo e che indossavo jeans, camicia bianca e giacca. Mi lancio per le scale, quasi inciampo per la fretta e per l'esaltazione del momento. Esco e noto abbastanza confusione. Non sarà facile riconoscerla. Non ci siamo mai visti, nemmeno in foto.

Passano i minuti ma non mi preoccupo...in fondo aveva detto "il tempo di arrivare" che per una donna è tutto dire.
Ma ecco che da un angolo sbuca una figura femminile. Cammina verso di me. Oddio, calmo, mi tremano le gambe, il cuore accelera. Pure un inizio di sudore. Eccola, deve essere per forza lei. Si avvicina sorridendo. Convinti di non sbagliarci e senza dire nulla ci abbracciamo. "Finalmente" e una voce suadente e angelica mi inebria. Più la guardo è più ne sono affascinato.
Decisamente magra. Capelli lunghi fino a metà schiena, lisci, di un castano scurissimo, quasi nero. Occhi castani. Sopracciglia sottili. Quando sorride si formano delle fossette molto carine espressione di allegria e solarità. Labbra sottili ma ben proporzionate con il viso. Pelle liscia, luminosa, di carnagione tendente allo scuro. Trucco leggero senza eccessi. Le mani sono molto curate, lo noto dalle unghie.
Mentre ci scambiamo qualche battuta con un po' di imbarazzo, almeno da parte mia essendo spavaldo nei messaggi ma un po' più timido nella vita di tutti i giorni, non posso esimermi dall'osservarla proprio lì, causa la camicetta scollata che indossa. Ha un seno abbondante, occhio e croce una quinta, sembra pure bello sodo. Ecco la prima gaffe. Lei se ne accorge e si mette a ridere mentre io cambio colore: maledetta timidezza. Rimedio subito esclamando: "Non passi certo inosservata", e subito lei: "Potrei affermare croce e delizia". Me ne esco con: "Per me sarebbe solo delizia", fissandola dritta negli occhi essendo alta come me.

Vista l'ora ormai tarda per un caffè, decidiamo di optare per un aperitivo. Mi affido a lei essendo del posto e ci incamminiamo.
Strada facendo parliamo tantissimo come ci conoscessimo da sempre. Effettivamente ci siamo scambiati messaggi per diversi mesi e quindi sappiamo molto l'una dell'altro. Nei momenti dove lei sta davanti a me, di spalle, non posso non guardare che bel sedere abbia. Indossa jean aderenti che poco lasciano spazio all'immaginazione. Il suo camminare, senza ancheggiare da diva, ne esalta la forma delle natiche, l'armonia del movimento.
Arrivati. Ci sediamo all'interno del locale e ordiniamo. Spritz per lei, analcolico per me. Lo so, sono una schiappa. A me basta poco alcool e subito vaneggio, non mi sembrava opportuno dover fare la figura del pirla al primo incontro.
Parliamo dei rispettivi lavori, delle proprie passioni, dei divertimenti entrando, senza fare l'invadente, nella sfera più privata. Tanto siamo in sintonia che il tempo trascorre velocemente da non accorgermi dell'ora. La voglia di rientrare in albergo non sfiora il benché minimo pensiero e propongo un invito a cena accusando già dei brontolii di pancia.
La sua conferma mi gratifica. Segno che non si annoia.

Essendo a Genova mi piacerebbe assaggiare qualcosa di tipico e così ci avviamo in un ristorantino poco distante. Ci accomodiamo uno affianco all'altra. Piatto tipico: trofie al pesto...direi tipicamente genovese. In questo caso non mi sottraggo ad un buon bicchiere di prosecco nella speranza sia alcolico quanto basta per non farmi riaccompagnare in albergo appoggiato a lei.
La serata continua tra chiacchiere e risate. La timidezza che di solito mi frena in tante situazioni, con lei scompare quasi come una sorta di rivincita da parte del mio carattere tanto da chiederle una cortesia: "Fede, sei un'amica e con te ci parlo senza problemi...ma non posso fissarti le tette tutta la sera...cerca di capirmi...potresti chiuderti un altro bottone?", e rido. Lei, per tutta risposta, si guarda e...ne sbottona un altro dicendomi: "Non è un mio problema, decidi tu dove vuoi guardare...", sorridendo maliziosamente. Il suo modo di giocare senza mai cadere nella volgarità mi piace, molto.
La serata giunge al termine. Domani mi aspetta una giornata intensa ma solo, si fa per dire, fino alle ore 18, quando la mostra chiude. Ci salutiamo rimanendo d'accordo nel ritrovarci all'indomani per una visita alla città. Sarà la mia guida.

Ore 7, sono già in piedi. La serata ha lasciato in me un bellissimo stato d'animo. Per chi legge solo i suoi racconti, Yessa potrebbe risultare una donna di facili costumi, una persona che si concede con estrema facilità senza considerare che lei conduce il gioco, lei si appresta, ma soprattutto a lei piace questo. Invece per chi come me ha la fortuna di conoscerla, Fede è molto più di tutto questo. La sua intelligenza, la simpatia, l'allegria, la solarìtà prevalicano sull'idea puramente fatalista.
Trascorro la giornata tra colloqui e conoscenze. Qualche risultato lo porterò sicuramente a casa per la gioia del mio capo e la mia nuova carriera.
Ci siamo. Corsa veloce in albergo, doccia e via che si va.
Appostamento solito davanti all'albergo. Aspetto un attimo e...no, così non vale. Non può presentarsi così. E' un attentato alle mie coronarie. Se ieri era bellissima oggi è meravigliosa. Tubino nero fino al ginocchio, aderente nella parte superiore ad esaltarne il seno, aperto dietro fino a metà schiena, capelli sciolti a coprire, in parte, la scollatura, tacco alto ad esaltarne le gambe lunghe e le caviglie sottili.
Mentre avanza verso di me, mi copro gli occhi.
"Che hai?", esclama.
"Rischio di diventare cieco...troppo bagliore!!!".
Ci avviciniamo per un bacio sulle guance. Mi soffermo su quella posizione, il suo profumo. Un mix di odori orientali mescolati al mandarino, zafferano e vaniglia. Inconfondibile: Ange ou Démon. Rispecchia appieno la sua personalità: un po' angelo, un po' demone...un po' misteriosa, un po' versatile.
Per strada noto lo sguardo di altri uomini ricadere su di lei. Scatta su di me quel qualcosa che non è gelosia ma un sano orgoglio maschile nell'avere al mio fianco una figura femminile appariscente ma mai sconcia.
Ci addentriamo per i "caruggi", pittoreschi vicoli della Città Vecchia, sbucando in Via Garibaldi, a suo dire una delle vie più belle di Genova. L'aria che si respira sa di storia. I suoi imponenti palazzi in stile rinascimentale e barocca attirano la mia attenzione da rimanerne ammaliato. E mentre Fede mi da qualche spiegazione, io me ne sto a naso in su ad ammirarne la bellezza architettonica.
Arrivati ad un incrocio con un altro vicolo, ci soffermiamo davanti a un portone di una palazzina. Fruga nella borsa e...un mazzo di chiavi. La guardo sorpreso. "Io abito qui e questa sera mangi da me...cucino io". Il mio viso e la mia espressione erano più eloquenti di qualsiasi parola potessi dire in quel momento.
Due rampe di scale. Apre la porta del suo appartamento. Non è grandissimo ma molto luminoso. Tanto bianco. L'ambiente è molto grazioso e accogliente. Si nota l'attenzione nei particolari: le tende, i soprammobili, qualche quadro. In entrata un divano occupa gran parte della stanza.
Entro con un po' di soggezione ma lei mi mette subito a mio agio. "Mettiti pure comodo...il tempo di cambiarmi, scendere dai tacchi e sono da te". In sua assenza giro per la stanza osservando alcune foto di lei con altre persone...forse i suoi genitori e pure i nonni.
"Eccomi". Jeans, maglietta e infradito. Capelli raccolti in due code da renderla ancora più giovane di quello che sia.
"Che ne dici di un aperitivo?", ridacchiando "Sì...ok...analcolico".
La soggezione iniziale scompare con il proseguire della serata. La conversazione è allegra e spensierata e devo ammettere che ai fornelli ci sa fare. Pure il vino è buono, sì, il vino. Mi sono lasciato tentare dal momento anche se sono in uno stato di leggera euforia. Spero di non darlo molto a vedere.
Dopo il caffè la serata sta giungendo al termine. Sono stato proprio bene con lei.
Ci avviamo alla porta. Ringraziandola, appoggio le mani sui suoi fianchi per un saluto. Mi avvicino per darle un bacio sulla guancia quando, all'improvviso con la massima naturalezza, le nostre labbra entrano in contatto sfiorandosi leggermente. Mi scanso scusandomi, avvertendo un leggero brivido percorrere il mio corpo. La mia maledetta timidezza, tanto per cambiare, la stava facendo da padrona colorandomi il volto di una sfumatura ben accesa. L'assoluto silenzio da parte sua certamente non mi aiuta. L'idea di aver rovinato qualcosa di importante rimbalza nella testa. Ma in tutta questa situazione più la guardo e più ho voglia di baciarla. Non so che fare. Mi sento imbranato, confuso e combattuto. Non voglio andarmene. Non pensavo potesse succedere ma ho una voglia incredibile della sua bocca, del suo gusto, di un bacio intenso, profondo, erotico….......
 
OP
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.........Con un lembo di lucidità prendo la situazione in mano. Allungo le mani verso il suo viso. Accarezzandolo mi avvicino sempre più escludendo un suo possibile rifiuto. Ed è così che afferrandole la testa da dietro, tra i capelli, ci ritroviamo incollati. Quello che ci accomuna in quel momento, e pensando che per lei sia la stessa cosa, è un turbine di emozioni, un intreccio di lingue, un miscuglio di saliva. il suo sapore è dolce, sa di fragola e limone. La mia lingua alla ricerca spasmodica della sua, interrotta solo da piccoli morsi sulle labbra e sul mento. Fa caldo o forse sono io a risentire di questo scompiglio.
Un sospiro profondo mi gela. La persona che fino a cinque minuti prima consideravo solo un'amica ora la sto baciando.
Appoggiando la fronte alla sua e con voce flebile quasi a volermi incolpare dell'accaduto..."Cosa stiamo facendo?".
Lei di soppiatto si allontana, si siede sul divano e con aria sbarazzina: "Non andartene...rimani con me!".
L'evolversi della circostanza, la voglia di oltrepassare il limite, di scoprire il suo corpo, le sue emozioni, aumentano la mia confusione già messa a dura prova. Non so cosa fare, non so come comportarmi quando, alzandosi e venendomi incontro, si avvicina all'orecchio sussurrandomi: "Seguimi", porgendomi la mano. Non ho più alcuna esitazione nel farlo tanto sono coinvolto quanto eccitato.

Un piccolo corridoio, una porta, una camera...il letto.
Io seduto, lei di fronte a me in tutta la sua bellezza statuaria.
Tremo all'idea di quello che potrà succedere da lì a poco. Non riesco a lasciarmi andare, a lasciarmi trasportare. Lei sembra averlo capito e prende l'iniziativa. Si abbassa leggermente, mi sfila il maglione. Sbottona la camicia ma senza fretta. Rimango a dorso nudo. Le sue mani vellutate accarezzano la mia pelle soffermandosi al petto. Scende fino ai fianchi dandomi baci a stampo sul viso, sul collo, sulle spalle.
La memoria mi riporta ai suoi racconti, al suo modo di vivere il sesso, alla sua spregiudicatezza. Le mie fantasie, le mie perversioni che finora sono rimaste un sogno irrealizzabile, possono, per la prima volta, trovare realmente sfogo in lei, con lei.
Mi do una svegliata. Ritorno in me. Realizzo il desiderio di possederla, di scoprirla.
La blocco..."Togliti la maglietta". Qualche istante e la visione è indescrivibile. I miei occhi ricadono proprio lì sul suo seno abbondante stretto in un reggiseno a balconcino di pizzo nero. Più mi avvicino e più la sua pelle emana un odore di una fragranza esotica mista al suo profumo, afrodisiaco al punto tale da innescare in me un'irragionevole eccitazione.
Le mie mani percorrono il suo corpo caldo. Ventre piatto, ombelico piccolo e grazioso, fianchi stretti, seno.
La mia passione, che fin da giovane mi accompagnava nella masturbazione, poteva diventare realtà: un bel paio di grosse tette!
Sgancio il reggiseno, che a differenza di un'azione semplice in quel particolare momento tende a renderti la vita impossibile. Bello, sodo, maestoso. Areole né piccole né grandi, capezzoli turgidi di un rosa scuro, ma non eccessivo.
Mi scaglio su di loro con impeto. Le accarezzo, le bacio, le lecco, le strizzo. Mi ci affogo dentro premendole sulla faccia. Con due dita di una mano strizzo un capezzolo mentre mordo l'altro fino a sentirla ansimare.
Si siede in braccio a me e insieme ci sdraiamo. Lei sopra di me.
"Sbattimi le tette in faccia...fammele sentire in tutta la loro pienezza", mentre le stringo il culo con ancora indossati i jeans. Fantastico sentirle nella loro pesantezza e a ogni sbattimento lo strusciare dei capezzoli.
Di scatto ci giriamo. Ora sono io sopra lei. Abbandono per un attimo il seno dirigendomi verso l'orecchio passando per il collo intervallando baci a leccate e piccoli morsi. Trema. I gridolini di piacere aumentano sempre più. I miei capezzoli sfregano i suoi. Anche il mio membro ne assorbe la conseguenza tanto da pulsare con un senso di fastidio essendo ancora imprigionato nei pantaloni.
Intorpidito più che mai, ripercorro il suo corpo alla ricerca di quello che immagino sia essere qualche cosa di straordinario...il suo frutto.
Mi alzo in piedi. Lei sdraiata. Mi abbasso leggermente tanto da sbottonarle i jeans. Li afferro per le caviglie e tiro. Indossa un perizoma nero tutto trasparente. Non c'è segno alcuno di peluria. Domandandomi quale forma potesse avere la giro e...solo un filo scompare all'interno delle natiche.
I suoi piedi già li adoro per quanto sono curati. Li accarezzo e li sfioro con la bocca dando inizio a quello che sarà un percorso colmo di distrazioni. Caviglie, gambe lunghe e depilate, cosce ben tornite. Ogni centimetro emana sensualità e calore. Le allargo leggermente le gambe. Afferrandola per i fianchi la sollevo poco a poco fino a ritrovarsi a carponi. Pian piano a piccole mosse le abbasso il perizoma. Lo tolgo lentamente. E' carnosa, è già leggermente umida. Mi avvicino per sentirne l'odore e il sapore. Accarezzo dolcemente con la lingua le grandi labbra risucchiandole ad intermittenza. Mi aiuto con le mani aprendola e stimolando il clitoride con un dito. Massaggio sempre più forte. Ansima sussultando. E' sempre più bagnata quando mi ci avvento a lingua tesa e la penetro simulando una scopata. Un tremolio e una flotta del suo succo entra nella mia bocca. E' dolce e salato. Ho la lingua indolenzita quando avvicina una mano per toccarsi. Un dito...due dita entrano ed escono da lei alla mia bocca...e ancora...e ancora.
Il mio indice accompagna il suo. Uniti nello stesso movimento, alla stessa velocità. La fisso senza tralasciare un particolare importante: il buchetto. So che a lei piace tanto. Ed è così che lo sfilo ancora bagnato passandolo per l'ano per inumidirlo un po'. Spingo leggermente e senza faticare scompare dalla mia vista. Un movimento lento e continuo ne rilassano le pareti tanto da permettermi l’ingresso con due.
Ho ancora voglia del suo nettare. La faccio girare. La prendo sotto le ginocchia alzando e allargandole le gambe. Depilata è bellissima. Ricomincio a leccarla ma questa volta non tralasciando il buchetto. Passo dal clitoride all'ano con leccate intese e vigorose. Lo sento, si eccita di nuovo.
Sto per fare quello che mai avrei immaginato. Mi soffermo proprio lì. Lecco, lecco e ancora lecco. Entro piano con la lingua, sempre di più. mi aiuto con le mani ad allargarlo ancora un po'. Ha un buon sapore, non saprei definirlo ma è buono.
“Che porco che sei!”. Queste sue parole aumentano l’impeto in me. Ancora una volta le mie mani entrano in azione. La lingua in culo, due dita in fica e il suo dimenarsi dal piacere sfociano in un altro bagno di goduria. ”Siamo solo all'inizio…ti voglio sfinire”, fiero di averlo fatto di nuovo.
Il tempo di rinsavire e fissandomi negli occhi a mo’ di sfida: “Chi vorresti sfinire?”.
Questa sua frase darà l’inizio a qualcosa di straordinario che nemmeno la parte più remota del mio cervello poteva concepire.
Mi abbassa i pantaloni fino a toglierli. Ora i boxer. Lo sguardo fisso su di lui, un po’ stupita, non se lo aspettava. Niente peli, li odio. La mano dolcemente lo accarezza innescando una reazione certa. Un sorriso mi si stampa sulle labbra, un riflesso incondizionato al passaggio di quei polpastrelli che da lì a poco viene accompagnato da baci, tanti baci. Nemmeno un centimetro ne è esente. Punta, asta e pure testicoli vengono ricoperti dal calore delle sue labbra. Un brivido, un tremolio sale dalle gambe al bacino e a tutti i sensi. Ci sa fare la ragazza, sa come portare un uomo alla pazzia.
Io lì, fermo ad aspettare il momento in qui…eccola. Si avvicina con la bocca iniziando a succhiarlo con una lentezza esasperata titillando il glande per poi prenderlo tutto in bocca con voracità facendolo scivolare anche fuori tenendo le labbra sempre premute sulla carne aumentandone sempre più l’intensità.
Sapeva di una mia perversione, impressa solo nelle righe di un messaggio e mai realizzata, quando sento l’indice sfiorarmi l’ano, girarci attorno, imprimere con più forza un altro passaggio.
In quel momento, non avendo più il comando della mia persona, me ne esco con una parola che mai oserei dire per il rispetto che porto verso il mondo femminile: “Che puttana che sei!”.
Mi ammutolisco rendendomi conto di cosa avevo detto. Si blocca anche lei stringendomi il cazzo nella mano. Penso di aver interrotto qualcosa di magico. E invece: “No, io non sono una puttana…io sono la tua puttana!!!”, iniziando a segarmi.
Sono troppo eccitato, non posso venirle in mano senza averla vissuta fino in fondo, senza essere entrato in lei, in quel corpo che ormai mi aveva rapito, mi aveva ipnotizzato. La mia resistenza deve ora essere frutto della mia calma. Un movimento lento e lei è sotto di me. Con l’aiuto delle ginocchia le apro le gambe. Il membro striscia sul suo ventre. Indietreggio. Piccoli movimenti e le sue labbra avvolgono l’asta. E’ talmente umida che una mossa secca e decisa favoriscono l’entrata. La sensazione di calore aumenta con l’aumentare del movimento focoso e impulsivo, a tratti quasi violento. Su e giù, su e giù, ancora e ancora.
Un braccio sotto la schiena e uno sotto le spalle mi permettono di girarci senza staccarci. Lei seduta sopra di me. I lunghi capelli a coprirle il seno sfiorandomi il petto. Le mie mani come calamite si avventano su quelle meraviglie strizzandole come fossero panni pregni d’acqua. Io immobile, lei si muove con impeto. Ansima, ansima così forte da percepirne il piacere che cola sul mio membro fino ai testicoli.
Per quanto mi riesca difficile farlo, cerco di frenarla, di imporle uno stop, una pausa che mi permetta di non arrivare al dunque. La spinta delle mani sulle natiche la allontanano da me. Mi sfilo da sotto lasciandola a carponi. Mi sposto dietro di lei per concretizzare l’ultimo dei miei sogni. Mi alzo in piedi inarcandole la schiena per avere una miglior visione di quel buchetto rosato. Con una mano mi stringo la base mentre l’altra, bagnata dalla saliva, ne inumidisce la punta. Avvicino il glande, gonfio e paonazzo, spingendo dolcemente percependone il suo leggero allargamento, sempre più. Qualche centimetro, ancora un altro e sono dentro.
“Ah...”, un grido “Sapevo che eri un porco ma non così tanto!”. Allo scandire delle sue parole il movimento diventa frenetico da permetterne l’intero ingresso. Solo qualche istante e avverto una contrazione, una fiammata.
“Eccolo…eccolo!”, sentendo i testicoli spremersi come limoni.
Si stacca girandosi spalancando la bocca in direzione del fiotto denso. La vista del mio sperma sulla sua bocca e sulle labbra mi fa fare quello che avevo visto solo in qualche film porno.
Intimandole di non ingoiare, diamo inizio ad un bacio passionale quanto peccaminoso gustando entrambi il mio succo caldo e alquanto salato.

Stremato e senza forze mi accascio sul letto con lei vicino. Tutto mi sarei aspettato da questa conoscenza ma mai avrei immaginato questo finale. Non so se potremmo ancora parlare di semplice amicizia o come va di moda oggi chiamarla “scopa amicizia” o se il tempo potrà trasformarla in qualcosa di diverso. L’unica vera certezza è il ricordo di lei, un ricordo che rimarrà impresso in me per tutto il resto della mia vita.
 

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