Ho sempre apprezzato che il mio ragazzo si sentisse libero di esprimere ogni sua fantasia sessuale senza il timore di sentirsi giudicato.
E più di una volta ho accettato di realizzare queste fantasie, quasi tutte accomunabili sotto l’etichetta ‘cuckold’.
Anzi, posso dire che gran parte della nostra vita sessuale passa ormai attraverso questa modalità. E non ci trovo nulla di male.
Adesso, però, credo che stiamo per calpestare un terreno scivoloso: da un po’ di tempo le sue fantasie cominciano a convergere sulla figura di suo padre, un uomo di 56 anni che un tempo deve essere stato attraente, e che ora, non senza qualche buon motivo, continua a immaginarsi tale.
Il pensiero che suo padre mi faccia sua, il pensiero, cioè, che suo padre faccia da bull (a sua insaputa), eccita il mio ragazzo, e al tempo stesso lo annichilisce, come nient’altro.
Gli ho proposto, con il massimo del tatto, di frequentare insieme un terapeuta in modo da confrontarci su questa fantasia, e capire insieme da cosa possa dipendere. Ha reagito male. Sono venuta meno, secondo lui, a quel patto di lealtà non scritto che entrambi abbiamo accettato. E si è sentito giudicato.
Quello che, però, mi preme fargli capire è che uno scenario del genere rischia di rovinargli letteralmente la vita, e lo dico a ragion veduta perché da alcuni piccoli indizi (ma inequivocabili) suo padre potrebbe trovarsi in seria difficoltà con me. È pur sempre un uomo, e un uomo che un tempo, voglio ripeterlo, deve essersi tolto un po’ di soddisfazioni.
Qui non abbiamo a che fare, ho provato a insistere, con un estraneo o anche un conoscente che può essere semplicemente allontanato quando tutto è finito.
Questo sarebbe uno spartiacque nella sua vita (e nella mia), e io non voglio che prenda a cuor leggero una decisione simile.
Come dovrei comportarmi?