7 i primi passi
La prima volta che ne abbiamo parlato è stato al telefono. Non viviamo nella stessa città, quindi spesso ci sentiamo in videochiamata. Quella sera il discorso, partito come al solito tra chiacchiere leggere, ha iniziato a prendere una piega diversa, più intima, più audace. Sentivo il cuore accelerare mentre le confessavo quello che da tempo mi girava nella testa: “Non mi dispiacerebbe vederti scopare con un altro.”
Silenzio. Un attimo. Lei ci resta, certo, ma non si chiude. Anzi, inclina la testa, come a voler entrare nella mia fantasia. E comincia a ragionarci su. Parliamo, ci ascoltiamo, ci studiamo. Fino a quando si distende sul letto, mi guarda nello schermo e dice, con un sorriso malizioso: “Ti capisco… e forse non è così impossibile.”
Non potete capire la mia reazione. Appena abbiamo chiuso la chiamata, l’eccitazione era fuori controllo. Mi sono masturbato come un dannato, più e più volte, con l’immagine di lei che gode con un altro. E quella notte non ho chiuso occhio. Mi giravo nel letto, duro, in preda all’idea che la mia ragazza potesse essere presa, le sue labbra socchiuse dal piacere, il suo corpo che si abbandona sotto colpi che non sono i miei… ma che io desidero vedere.
Quella prima conversazione ha acceso qualcosa. Era l’inizio di un’apertura, di un’esplorazione. Qualche giorno dopo, eravamo nel letto. Eravamo già eccitati, pronti a farlo, quando lei riprende il discorso, ma stavolta lo fa giocando. “E se ci fosse un terzo qui con noi?” sussurra, guardandomi mentre si sfila lentamente le mutandine.
Le vado dietro subito, il mio corpo vibra, la mia mente esplode. “Un terzo?” le chiedo, accarezzandole le cosce calde. “Chi?”
E lei, con voce roca: “Magari uno nero… uno come quel tipo che abbiamo incontrato in vacanza.” Me lo ricordo bene: fisico scolpito, pelle liscia e scura, sorriso irresistibile. Un vero toro.
La sua fantasia si mescola alla mia. Iniziamo a scopare con quella visione in testa. Ogni sua ansimata sembrava dire: “Sto pensando a lui.” E io, dentro di lei, l’amavo ancora di più per questo. Quella notte, dopo averla riempita, mi sono eccitato ancora. L’idea non mi lasciava: volevo vederla davvero così, voglio sentirla gridare mentre la guardo godere come mai prima